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Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura

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di di sorridere, tutte frecce al suo arco, una faretra di<br />

sorrisi. Ma il suo primo sorriso l’ho visto io. Ed è stato<br />

per me. E aveva mille modi di piangere, meno commentati<br />

da noi tutti, meno oggetto di studio nella nostra<br />

genetica di famiglia.<br />

– Misto, Carlo è una mistura, di tutt’e due le razze, –<br />

ha sentenziato nonna Teresina di Livorno in visita da<br />

noi. E lo diceva allegra e vittoriosa di una nuova comprensione<br />

e <strong>dei</strong> vantaggi dell’incrocio. Già, le misture<br />

sono meglio, se riescono.<br />

Ma quella volta Carlo a cinque anni si è guardato intorno<br />

sperso, come sotto il peso di un male misterioso,<br />

la mistura.<br />

Carlo ha sempre avuto molti sosia: o bisogna dire che<br />

è lui sosia di molti altri? Trova sempre qualcuno che lo<br />

prende per un altro. Prima si divertiva, mandava avanti<br />

il gioco fino a limiti incredibili, sublimi: – Meglio di Totò,<br />

– diceva babbo. Da bambino imitava Gonaria L’Orecchiona,<br />

solo un poco Charlot, la camminata, però<br />

male.<br />

– O Carlo basta con codeste brutte facce, – diceva<br />

babbo a Carlo in pianto o in broncio. E mamma e tutti<br />

noi: – Bada che se adesso passa l’angelo e dice Amen così<br />

sia poi tu rimani per sempre con quella faccia lì.<br />

E adesso io: – Carlo le facce che mi fai…<br />

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– Io la faccia che mi ritrovo me la tengo. O devo fare<br />

come te quando ti pizzichi le guance se ti vedi pallida<br />

allo specchio?<br />

La faccia di Carlo, delusa scocciata e impaurita in rapido<br />

succedersi, adesso era la faccia di mamma nel suo<br />

sempiterno fondo d’ansia, se non era la faccia di babbo<br />

scocciato senza più parole.<br />

Una faccia così l’ho vista in Carlo molto tempo fa, in<br />

Carlo ragazzino, dodicenne, in un’estate al mare a Costa<br />

Rei nel bungalow sulla scarpata giù verso la spiaggia.<br />

Ho conosciuto il mio ragazzo, quell’estate, il mio primo<br />

amore, quello che non dimentica nessuno e neanche<br />

io, tanto più che è rimasto, solo e solido, per me,<br />

fin ora: – Ce le hai proprio tutte, tu, – mi ha detto Carlo<br />

commentando questa mia inutile fedeltà, ma soprattutto<br />

la sua gelosia. Quella faccia di Carlo a dodici anni<br />

adesso la rivedo più infelice. Se me l’ero scordata, la<br />

faccia di Carlo in quell’agosto al mare a Costa Rei, me<br />

la sono dovuta ricordare. Sì, Carlo era geloso a quell’età.<br />

Geloso di me. Con ansia muta. Gli era toccata intera<br />

anche la mia, di gelosia, che mi era stata risparmiata<br />

grazie a lui.<br />

Ma in quei <strong>giorni</strong> al mare tutta la mia famiglia ha assistito<br />

stupefatta alla mia improvvisa trasformazione in<br />

una donna che voleva, che doveva essere elegante, che<br />

voleva essere bella, bella come il riflesso di me stessa<br />

che credevo di vedere negli occhi di Fabio appena conosciuto.<br />

Perché si sa com’è, quando tutto è come una<br />

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