Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura
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– Ma tu sorella sei? – mi ha detto ieri Carlo: – <strong>Alba</strong><br />
Pistis non è una buona sorella.<br />
Eh no! Sono arrivata al giorno d’oggi con la convinzione<br />
indiscussa che io <strong>Alba</strong> Pistis sono sempre stata<br />
una buona sorella. Lo credevo, lo sapevo, me lo dicevano<br />
in casa tutti quanti che sono sempre stata una buona<br />
sorella, io, in fondo, e mica solo in fondo. Da dove salta<br />
fuori adesso Carlo con la strana accusa? Non so nemmeno<br />
più a che proposito l’ha detto, precisamente,<br />
perché mi ha tolto tutta la terra sotto i piedi. No, da subito,<br />
a sette anni, ho voluto, perché ho dovuto, essere<br />
per Carlo una buona sorella. Anche per Valentina, ma<br />
per Carlo di più.<br />
Mai avuto traumi la mia infanzia per l’arrivo di altri<br />
fratellini che ti tolgono mamma e babbo, l’aria, il cibo,<br />
tutto. Quando sono arrivati in tre, del tutto inaspettati,<br />
miracolo genetico, Carlo Rinaldo e Valentina, che fortuna<br />
per me, a sette anni. Rara una sorella così, senza<br />
gelosie, mi è stato detto spesso. E io fiera. Perché no?<br />
Bonacciona, mi canzonavano certe mie amichette, perché<br />
non mi sentivo per niente imbarazzata di tutto<br />
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