Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura
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ma livornese di babbo che Carlo adesso mi ridice per<br />
ricatto: – Né troppo dolce che ognuno ti succhia, né<br />
troppo amaro che ognuno ti sputa.<br />
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– Fammi fuori tu, – ha incominciato a dire: – Un giorno<br />
di questi…<br />
Oggi dice: – Io mi sono dimesso dalla vita. – Questa<br />
delle dimissioni dalla vita è un’altra delle ultime cose di<br />
babbo, che lo diceva con sfida, con una specie di calmo<br />
furore, di rabbia soddisfatta. Come adesso Carlo, che<br />
aggiunge di suo: – Sono pronto a fare il kamikaze.<br />
Arretro di un passo e me lo guardo meglio. Gli intavolo<br />
un discorso con troppe parole. Conclusione: –<br />
Non sarà che dopo che ti sono diventata complice in<br />
tutto, tu adesso mi vuoi accollare anche… – volevo dire<br />
la tua fine, ma non riesco a dirlo.<br />
Lui mi guarda un po’ con interesse. Poi fa spallucce.<br />
Ore e ore dopo mi fa serio: – Hai presente un cane finito<br />
sotto un camion? Be’, che cosa vuole? Che un altro<br />
paio di ruote lo facciano finire di soffrire, questo<br />
vuole, garantito.<br />
Anche babbo diceva cose simili alla fine, lui che per<br />
me era sempre stato più bello di Marcello Mastroianni<br />
e Robert Mitchum fusi insieme, poi invece con quel suo<br />
diabete incontrollabile, quando era sempre più uno<br />
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