Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura
Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura
Sotto una lampada sul tavolino del soggiorno ho sistemato questi loro due ritratti incorniciati in filigrana d’argento a foglioline, fino a oggi da sempre affiancati sulla cassapanca dell’ingresso: mamma e babbo, di prima di sposarsi, di quando avevano l’età di Carlo, pressappoco. Mamma si regge un ciuffo di roselline bianche all’altezza della vita, con un lieve strabismo malinconico. Babbo ha il mento girato da una parte, gli occhi neri e ancora tutti i suoi capelli neri lisci impomatati. Per quanto ne so, erano sempre stati sulla cassapanca, da vivi e da morti. E adesso lì in soggiorno è come se li avessi riesumati e messi altrove in cimitero. Oggi abbiamo venduto la cassapanca: l’ha comprata un amico di babbo, un giudice in pensione, ci ha fatto un prezzo enorme. La voleva da sempre e non ha idea del perché adesso gliel’abbiamo venduta, a che cosa ci servono i suoi soldi. E mi sento sperduta nella casa. Avrei dovuto temere questo effetto, di spaesamento, di vertigine, di perdita di centro. Di sacrilegio verso i genitori. – Quella non è per sedersi, – diceva mamma. Ma io il giorno dopo il funerale di babbo ci ho fatto sedere anche lei, 175
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Sotto una lampada sul tavolino del soggiorno ho sistemato<br />
questi loro due ritratti incorniciati in filigrana<br />
d’argento a foglioline, fino a oggi da sempre affiancati<br />
sulla cassapanca dell’ingresso: mamma e babbo, di prima<br />
di sposarsi, di quando avevano l’età di Carlo, pressappoco.<br />
Mamma si regge un ciuffo di roselline bianche<br />
all’altezza della vita, con un lieve strabismo malinconico.<br />
Babbo ha il mento girato da una parte, gli occhi<br />
neri e ancora tutti i suoi capelli neri lisci impomatati.<br />
Per quanto ne so, erano sempre stati sulla cassapanca,<br />
da vivi e da morti. E adesso lì in soggiorno è come se li<br />
avessi riesumati e messi altrove in cimitero. Oggi abbiamo<br />
venduto la cassapanca: l’ha comprata un amico<br />
di babbo, un giudice in pensione, ci ha fatto un prezzo<br />
enorme. La voleva da sempre e non ha idea del perché<br />
adesso gliel’abbiamo venduta, a che cosa ci servono i<br />
suoi soldi. E mi sento sperduta nella casa. Avrei dovuto<br />
temere questo effetto, di spaesamento, di vertigine, di<br />
perdita di centro. Di sacrilegio verso i genitori. – Quella<br />
non è per sedersi, – diceva mamma. Ma io il giorno<br />
dopo il funerale di babbo ci ho fatto sedere anche lei,<br />
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