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Giulio Angioni, Alba dei giorni bui - Sardegna Cultura

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Già, ma come?<br />

Ieri l’ho visto questo suo figlio, venuto sbrigativo a<br />

prendere sua madre. Non mi ha mai guardato, ma mi<br />

è sembrato come se negli occhi avesse la data di scadenza.<br />

Ho creduto a lungo di essere attrezzata meglio della<br />

signora Marianna con suo figlio per sottrarre Carlo al<br />

peggio.<br />

Se la roba è un bisogno, eccome se lo è, se lo diventapresto<br />

e da tiranno, ti aguzza anche l’ingegno. Carlo si<br />

stava già mimetizzando da due anni, quando me l’ha<br />

mostrato Valentina, quella notte. Carlo era ormai così<br />

serenamente disonesto, e anche col retrogusto, certe<br />

volte, con cui si godeva gli orrori delle storie che gli raccontavo<br />

da bambino, nel letto grande.<br />

E comunque, sia chiaro, il giorno prima della rivelazione<br />

che mi ha preparato Valentina, proprio il giorno<br />

prima, Carlo ha organizzato quell’incontro, con quei<br />

tali, povera Valentina: hanno cercato di ubriacarla di<br />

liquori, la mia sorellina bella e forte, col fiato lungo da<br />

maratoneta, che adesso se mi guarda ha solo gli occhi<br />

del rimprovero.<br />

Per questo Valentina ha deciso che era ora che sapessi<br />

anch’io.<br />

Per questo mi si è chiusa, da farmi credere che fosse<br />

anche colpa mia. Le bastava anche meno per riuscirci.<br />

Per questo Valentina se n’è andata. Mi ha lasciato in<br />

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consegna suo fratello. Per lei era già successo tutto e<br />

più niente da dire.<br />

– Parto fra tre <strong>giorni</strong>, in Nuova Zelanda, Auckland, –<br />

mi fa all’improvviso, lì in cucina.<br />

Credevo che mia sorella avesse già raggiunto il massimo<br />

della distanza da me e da suo fratello. E invece ha<br />

già fatto le valigie: – Ho vinto una borsa di studio.<br />

– Quanto, per quanto tempo?<br />

– Quanto basta.<br />

– Sì ma perché, perché così lontano?<br />

– Potessi andare sulla luna, o su Marte, e restarci…<br />

– Tu mi credi più forte, Valentina, ma ti sbagli. Non<br />

potrei mai partire, andare via, da questo Carlo. Non so<br />

pensarlo, immaginarmi andare via. Tu invece, come fai<br />

Valentina, come fai?<br />

– Perché tu sei più buona, più sorella, va bene?<br />

– Non ti capisco. Sono così cretina? Sarà che ho trentasei<br />

anni. Di quelli della tua età non capisco più niente.<br />

– Già, gap generazionale, – si asciuga le mani bagnate,<br />

si leva il grembiule e se ne va.<br />

Valentina non vuole che l’accompagniamo all’aeroporto.<br />

È stufa anche delle mie domande, di tutti i miei<br />

discorsi sulla Nuova Zelanda. – Ne sai già più di me, –<br />

mi ha detto, ed è vero. Ho letto tutto ciò che si trova in<br />

Internet su quei luoghi.<br />

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