Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon
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HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC, Alby 1864 - Malromé, Bordeaux 1901 43 PESSIMA, 1898 Litografia a colori (nero e crema), monogrammata in lastra in basso a sinistra. Bibliografia: Wittrock II1/II2, Delteil 254, Adhémar 310, Adriani 253. (mm. 323x264). [22093A] Perfetto esemplare nel secondo stato su due della prima edizione su due (del primo stato esiste solo un esemplare). Impresso su carta vergellata in 350 esemplari da Bliss, Saints & Co. Londra 1898 (esiste una seconda edizione postuma di 82 esemplari, stampata in viola, su simil-giappone dalla Galleria Leicester di Londra nel 1930). In eccezionale stato di conservazione, con margini intonsi. Dalla serie: “Yvette Guilbert”. A Parigi durante la Belle Epoque l’arte si insinua e fiorisce sotto tutti gli aspetti ed anche i luoghi di incontro come i caffè, si animano di intrattenimenti musicali, divenendo ben presto sede di veri e propri spettacoli. La musica sanziona la naturale vitalità del vivere urbano, aprendo brevi parentesi di evasione al materialismo di scambi e produttività. Nel caffè-concerto la musica e lo spettacolo, non sempre in nitide forme e con qualche volgarità, si insinuano e si confondono con la prosaicità del vivere quotidiano. Negli spettacoli di caffè-concerto coesistettero la vena satirica maliziosa e misurata di cantanti come Yvette Guilbert; furono gli anni in cui i caffé-chantant vennero frequentati dai principali esponenti della cultura francese e illustrati dai manifesti di Toulouse-Lautrec. Yvette Guilbert (1868-1944) fu, da giovanissima, commessa nei magazzini Printemps. Esordì come cantante all’Eldorado; in seguito diventò una vedette del Moulin Rouge e del Divan Japonais. I lunghi guanti neri erano una caratteristica costante del suo abbigliamento. Lautrec la ritrasse più volte, dedicandole un album e numerosi manifesti. In questo ritratto, l’innato istinto caricaturale dell’artista emerge prepotentemente (la Guilbert non mostrò mai di apprezzare molto lo stile del pittore, anzi fu a un passo dalla querela per oltraggio).
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HENRY DE TOULOUSE-LAUTREC,<br />
Alby 1864 - Malromé, Bordeaux 1901<br />
43 PESSIMA, 1898<br />
Litografia a colori (nero e crema), monogrammata in lastra in basso a sinistra.<br />
Bibliografia: Wittrock II1/II2, Delteil 254, Adhémar 310, Adriani 253.<br />
(mm. 323x264). [22093A]<br />
Perfetto esemplare nel secondo stato su due della prima edizione su due (del<br />
primo stato esiste solo un esemplare). Impresso su carta vergellata in 350<br />
esemplari da Bliss, Saints & Co. Londra 1898 (esiste una seconda edizione<br />
postuma di 82 esemplari, stampata in viola, su simil-giappone dalla Galleria<br />
Leicester di Londra nel 1930). In eccezionale stato di conservazione, con<br />
margini intonsi.<br />
Dalla serie: “Yvette Guilbert”.<br />
A Parigi durante la Belle Epoque l’arte si insinua e fiorisce sotto tutti gli aspetti ed anche i luoghi<br />
di incontro come i caffè, si animano di intrattenimenti musicali, divenendo ben presto sede<br />
di veri e propri spettacoli. La musica sanziona la naturale vitalità del vivere urbano, aprendo<br />
brevi parentesi di evasione al materialismo di scambi e produttività. Nel caffè-concerto la musica<br />
e lo spettacolo, non sempre in nitide forme e con qualche volgarità, si insinuano e si confondono<br />
con la prosaicità del vivere quotidiano. Negli spettacoli di caffè-concerto coesistettero<br />
la vena satirica maliziosa e misurata di cantanti come Yvette Guilbert; furono gli anni in cui<br />
i caffé-chantant vennero frequentati dai principali esponenti della cultura francese e illustrati<br />
dai manifesti di Toulouse-Lautrec.<br />
Yvette Guilbert (1868-1944) fu, da giovanissima, commessa nei magazzini Printemps. Esordì<br />
come cantante all’Eldorado; in seguito diventò una vedette del Moulin Rouge e del Divan<br />
Japonais. I lunghi guanti neri erano una caratteristica costante del suo abbigliamento. Lautrec<br />
la ritrasse più volte, dedicandole un album e numerosi manifesti. In questo ritratto, l’innato<br />
istinto caricaturale dell’artista emerge prepotentemente (la Guilbert non mostrò mai di apprezzare<br />
molto lo stile del pittore, anzi fu a un passo dalla querela per oltraggio).