Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon
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CHARLES-FRANÇOIS DAUBIGNY,<br />
Parigi 1817 - 1878<br />
38 LE BERGER ET LA BERGÈRE, 1874<br />
Acquaforte, firmata e datata in lastra in basso a destra (nel presente stato si<br />
vedono soltanto alcune tracce della firma) e firmata in basso a sinistra.<br />
Bibliografia: Melot 122 V/VIII, Delteil 122 V/VIII.<br />
(mm. 289x218). [21051A]<br />
Splendida prova nel quinto stato su otto. Impressa su carta vergellata con<br />
parte della filigrana ‘Arches’ per l’edizione di lusso della rivista L’Art. In perfetto<br />
stato di conservazione, con ampi margini tutt’intorno oltre l’impronta<br />
del rame.<br />
Daubigny nacque da una famiglia di artisti, si avvicinò alla pittura spinto da suo padre<br />
Edmond François Daubigny e suo zio, il miniaturista Pierre Daubigny.<br />
Inizialmente Daubigny era profondamente legato ad uno stile accademico con soggetti tratti da<br />
tematiche storiche, ma a partire dal 1843, anno in cui si trasferì a Barbizon, cominciò a dedicarsi<br />
alla pittura en plein air. Importante per lui fu l’incontro con Jean-Baptiste Camille Corot nel<br />
1852 ad Optevoz. Nel suo famoso battello il Botin, dove Daubigny installò il suo studio,<br />
visse a contatto diretto con la natura e dipinse numerosissime vedute della Senna e dell’Oise,<br />
soffermandosi spesso nelle zone della Auvers-sur-Oise. Oltre Corot, importante fu per lui<br />
l’infuenza di un altro pittore francese della metà dell’Ottocento, il realista Gustave Courbet.<br />
Nel 1866 Daubigny visitò l’Inghilterra, dove rimase fino al 1870, anno in cui scoppiò la<br />
Guerra franco-prussiana. A Londra incontrò Claude Monet, con il quale fece un viaggio in<br />
Olanda. Tornato in Francia, conobbe un giovane Paul Cézanne, un altro importante pittore<br />
impressionista che tanto fu influenzato dallo stile di Daubigny.<br />
Il periodo migliore di Daubigny può essere collocato nel decennio che va dal 1864 fino al<br />
1874, i soggetti rappresentati in quegli anni erano soprattutto paesaggi con molti alberi, fiumi<br />
popolati da anatre. A proposito di questi uccelli, si racconta che quando Daubigny si riteneva<br />
soddisfatto del proprio lavoro, amasse aggiungere nel quadro appena compiuto una o più<br />
anatre a seconda del gradimento che l’artista provava nei confronti della sua opera. Dal numero<br />
delle anatre presenti in ogni quadro di Daubigny si può quindi dedurre quanto il pittore si<br />
ritenesse realmente compiaciuto della qualità di quel suo lavoro.<br />
Pare che Daubigny non riusciva a separarsi dalle sue opere preferite egli affermava che «les<br />
meilleurs tableaux ne se vendent pas» (i migliori dipinti non si vendono). Probabilmente questo<br />
fu uno dei motivi per cui i suoi quadri più riusciti non erano conosciuti tra i suoi contemporanei.<br />
Daubigny divenne famoso soprattutto per le sue vedute dei fiumi, ma nonostante ciò,<br />
tutti i quadri rappresentanti questo genere di soggetto sono di piccole dimensioni.