Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon
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MARTIN SCHONGAUER<br />
2 SAN TOMMASO, 1473-1480<br />
Bulino, monogrammato in lastra in basso al centro.<br />
Bibliografia:Lehrs V.220.46, Châtelet G38, Hollstein -German- XLIX.116.46,<br />
The Illustrated Bartsch Commentary (Campbell Hutchinson) 8 I.151.046.<br />
(mm. 89x51). [21061G]<br />
Splendida e rarissima prova nell’unico stato. Impressa su carta databile nella<br />
seconda metà del XV secolo. In perfetto stato di conservazione, ad eccezione<br />
di leggere abrasioni al verso lungo i margini perfettamente restaurate. Con<br />
sottilissimo margine tutt’intorno oltre l’impronta del rame.<br />
Dalla serie: “Gli Apostoli”.<br />
Lehrs, nel suo studio sulla rarità delle stampe di Schongauer, stima esistenti<br />
circa 40 esemplari, compresi quelli conservati nei musei. Il dato è anche confermato<br />
dal recente studio di Campbell Hutschinson.<br />
Al verso:<br />
Timbro di collezione del Dr. Martin Friedrich Oppenheim (1888-1949) (Lugt<br />
1999a), libraio. Tra Cassel ed Amsterdam raccolse un grande numero di<br />
stampe antiche soprattutto della scuola olandese e tedesca. La sua collezione<br />
venne messa in asta tutta insieme nell’aprile del 1926 a Berlino.<br />
Nell’incidere gli Apostoli, Schongauer prende sempre più confidenza nell’uso del bulino, la<br />
sua mano si fa sempre più sicura e il suo tratto più elegante, dove la semplicità volumetrica di<br />
alcune figure preannunciano l’arte di Dürer.<br />
San Tommaso, pescatore della Galilea, divenuto discepolo di Gesù, l’apostolo incredulo degli<br />
Evangelisti, fu colui che dovette toccare con mano le piaghe del Cristo per credere alla sua resurrezione.<br />
È una figura particolare, che esprime un certo pessimismo quando Gesù intraprende l’ultimo<br />
viaggio verso Gerusalemme (nel Vangelo di Giovanni si ricordano le sue parole: Andiamo anche<br />
noi a morire con lui) e che rimane incredulo alla notizia della Resurrezione nel giorno di<br />
Pasqua (salvo poi ricredersi una settimana dopo e professare la sua fede con la frase Mio Signore<br />
e mio Dio).<br />
Ma non solo. Tommaso cerca di capire Gesù, e lo fa ponendo delle domande per trovare delle<br />
risposte concrete. Come quando chiede «Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo<br />
conoscere la via?» e Gesù afferma «Io sono la via, la verità e la vita». Dopo la morte di Cristo si<br />
perdono le sue tracce, ma tutt’ora esiste in India meridionale una comunità di Tommaso-cristiani,<br />
che si dice si sia convertita grazie all’apostolo.<br />
Secondo un’antica tradizione, Tommaso si recò ad evangelizzare prima la Siria e la Persia (come<br />
raccontato da Eusebio di Cesarea nella sua Storia ecclesiastica, che riferisce notizie tratte da<br />
Origene) e poi si spinse fino all’India occidentale (come raccontano gli Atti di Tommaso), da<br />
dove poi il cristianesimo raggiunse anche l’India meridionale.<br />
Nel 1258 le ossa di Tommaso, provenienti dall’Isola di Chio, nell’Egeo, vengono portate ad<br />
Ortona dal navigante ortonese Leone, reduce da una spedizione navale in appoggio ai Veneziani<br />
in lotta contro i Genovesi.<br />
Gli è stato attribuito un Vangelo apocrifo, il cosiddetto Vangelo di Didimo Thoma. Dato che<br />
“Tommaso” è un soprannome, poiché Tma in aramaico significa “gemello”, e che “Didimo”<br />
pure ha il medesimo significato in greco, “Didimo Tommaso” risulta una tautologia e possiamo<br />
dunque ritenere plausibile che il vero nome “di battesimo” dell’apostolo fosse Giuda,<br />
come peraltro appare in Taziano, nella Didaché e in Sant’Efrem il Siriano. Alcuni, sulla base<br />
del significato delle parole Tommaso e Didimo, sono giunti a ipotizzare che questo Apostolo<br />
fosse così soprannominato perché fratello gemello di Gesù.