Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon
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REMBRANDT HARMENSZOON VAN RIJN, Leyda 1606 - Amsterdam 1669 24 GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI, 1657 c.a Acquaforte e puntasecca, firmata in lastra in basso a destra. Bibliografia: White-Boon 75, Biörklund-Barnard 57-3. (mm. 111x84). [19907A] Magnifica prova nell’unico stato, con visibili tracce di barbe della puntasecca e altri leggerissimi segni che spesso non si percepiscono poiché così sottili che non trattengono l’inchiostro. Impressa su carta databile nella seconda metà del XVII secolo. In perfetto stato di conservazione, ad eccezione di restauri tutti perfettamente eseguiti sul margine inferiore e nell’angolo superiore sinistro. Con sottilissimo margine tutt’intorno oltre l’impronta del rame. Al verso: Timbro della collezione L’Art Ancien (Torino 1957-64) di Ferdinando e Teresa Salamon (Pola 1910-Firenze 1974; Torino 1911-1995), segnalato alla Fondazione Custodia di Parigi per l’edizione del Lugt 2008-2009. Con il suo acuto occhio per i dettagli psicologici Rembrandt, nel descrivere uno dei più grandi ed intimi drammi della vita di Gesù, si avvale della descrizione di tre diversi Vangeli: San Matteo, San Marco e San Luca. I primi due sono i soli evangelisti che affermano che Gesù fu accompagnato ai piedi del monte da tre discepoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) e che, malgrado le esortazioni, essi ripetutamente si addormentarono. San Luca parla dei discepoli senza qualificarli, ma è l’unico che descrive l’apparizione dell’angelo: “...pregava dicendo: -Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, però non la mia ma la tua volontà sia fatta.- Allora gli apparve un angelo dal cielo per confortarlo. Essendo in agonia, pregava più intensamente…” (Luca 22.42- 44).
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REMBRANDT HARMENSZOON VAN RIJN,<br />
Leyda 1606 - Amsterdam 1669<br />
24 GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI, 1657 c.a<br />
Acquaforte e puntasecca, firmata in lastra in basso a destra.<br />
Bibliografia: White-Boon 75, Biörklund-Barnard 57-3.<br />
(mm. 111x84). [19907A]<br />
Magnifica prova nell’unico stato, con visibili tracce di barbe della puntasecca e<br />
altri leggerissimi segni che spesso non si percepiscono poiché così sottili che<br />
non trattengono l’inchiostro. Impressa su carta databile nella seconda metà<br />
del XVII secolo. In perfetto stato di conservazione, ad eccezione di restauri<br />
tutti perfettamente eseguiti sul margine inferiore e nell’angolo superiore sinistro.<br />
Con sottilissimo margine tutt’intorno oltre l’impronta del rame.<br />
Al verso:<br />
Timbro della collezione L’Art Ancien (Torino 1957-64) di Ferdinando e<br />
Teresa <strong>Salamon</strong> (Pola 1910-Firenze 1974; Torino 1911-1995), segnalato alla<br />
Fondazione Custodia di Parigi per l’edizione del Lugt 2008-2009.<br />
Con il suo acuto occhio per i dettagli psicologici Rembrandt, nel descrivere uno dei più<br />
grandi ed intimi drammi della vita di Gesù, si avvale della descrizione di tre diversi Vangeli: San<br />
Matteo, San Marco e San Luca. I primi due sono i soli evangelisti che affermano che Gesù fu accompagnato<br />
ai piedi del monte da tre discepoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) e che, malgrado le<br />
esortazioni, essi ripetutamente si addormentarono. San Luca parla dei discepoli senza qualificarli,<br />
ma è l’unico che descrive l’apparizione dell’angelo: “...pregava dicendo: -Padre, se vuoi,<br />
allontana da me questo calice, però non la mia ma la tua volontà sia fatta.- Allora gli apparve un<br />
angelo dal cielo per confortarlo. Essendo in agonia, pregava più intensamente…” (Luca 22.42-<br />
44).