Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon

LUCAS VAN LEYDEN
16 LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO, 1509
Bulino, monogrammato e datato in lastra in basso verso destra.
Bibliografia: Hollstein -Dutch and Flemish- X.129.107, New Hollstein (Filedt
Kok) 113.107 Ib/c/III.
(mm. 282x405). [20799A]
Magnifica prova nella seconda variante su tre del primo stato su tre. Impressa
su carta con la filigrana ‘mezzaluna incoronata con il quadrifoglio’ (Briquet
5310, Filedt Kok 262.1) databile intorno alla metà del XVI secolo. In perfetto
stato di conservazione, tracce di piega centrale visibile solo al verso. Con sottilissimo
margine visibile a tratti oltre la linea marginale.
Già citata dal Vasari nelle sue Le Vite, La conversione di San Paolo rappresenta il primo cimento
di Luca in un’opera di queste dimensioni, decisamente rara a quel tempo. Incise altre
quattro volte lastre di questa ampiezza che si adattavano particolarmente bene alla sua ambiziosa
predilezione per complessi gruppi di figure in elaborati paesaggi [Ecce homo (Hollstein
D&F X.106,71); L’adorazione dei Magi (Hollstein D&F X.89.37; Il Golgota (Hollstein D&F
X.109.74); La danza di Santa Maria Maddalena (Hollstein D&F X.144.122)].
La conversione di San Paolo, raccontata negli Atti degli Apostoli (9.1-9) narra: “Ora Saulo, ancora
spirante minacce e strage contro i discepoli del Signore, presentatosi al sommo sacerdote,
gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, se avesse trovato dei seguaci di questa
via, uomini o donne, potesse condurli incatenati a Gerusalemme. Or avvenne che, trovandosi
in viaggio ed essendo vicino a Damasco, all’improvviso gli folgorò intorno una luce dal cielo
e, caduto egli a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?». Ed egli
disse: «Chi sei, Signore?». E quegli: «Io sono Gesù che tu perseguiti, ma, alzati, entra nella città
e ti sarà annunciato ciò che devi fare». Gli uomini che viaggiavano con lui si fermarono attoniti,
udendo il suono delle parole, ma non vedendo alcuno. Saulo allora si levò da terra ma, aperti
gli occhi, non vedeva nulla. Perciò lo presero per mano e lo introdussero in Damasco, dove
stette tre giorni senza vedere e non mangiò né bevve”.