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Untitled - L'Arte Antica Silverio Salamon

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ALBRECHT DÜRER<br />

5 IL FIGLIOL PRODIGO GUARDIANO DI PORCI, 1496 c.a<br />

Bulino, monogrammato in lastra in basso al centro.<br />

Bibliografia: Meder 28 a/h.<br />

(mm. 246x190). [19023R]<br />

Superba prova nella rara prima variante su otto, ricca di contrasto e con ben<br />

visibili i graffi nel cielo sul muro e sui maiali caratteristici di questa variante.<br />

Impressa su carta con la filigrana del ‘P gotico con fiore’ (Meder 321) e databile<br />

nel primo quarto del XVI secolo. Questa filigrana normalmente si riferisce<br />

alla terza variante su otto (c/h), ma la qualità e i graffi (creati ad arte da Dürer)<br />

sono quelli della prima variante (a/h). In perfetto stato di conservazione, ad<br />

eccezione di abrasioni al verso sul margine superiore ed inferiore tutto perfettamente<br />

restaurato. Con sottilissimo margine visibile a tratti oltre<br />

l’impronta del rame.<br />

Le illustrazioni di questa scena sono estremamente rare e, prima di Dürer, erano alquanto stereotipate.<br />

Il testo, che dice che il giovane fu mandato “nei campi a pascere i porci”, evocava il ricordo<br />

degli idilli pastorali ellenistici, e nei pochi esemplari bizantini che ci sono pervenuti la<br />

scena sembra una combinazione dei rilievi che adornano i fianchi dei sarcofagi di Endimione<br />

con la pagina della “Alimentazione dei maiali” nei calendari medievali: il figliuol prodigo sta<br />

appoggiato al bastone nell’atteggiamento canonico di un pastore elegiaco mentre un aiutante<br />

scrolla le ghiande da un albero. Questo schema è ancora conservato nelle uniche rappresentazioni<br />

facilmente accessibili a Dürer, cioè nelle silografie strettamente imparentate che si trovano<br />

nelle appendici delle edizioni dello Speculum Humanae Salvationis di Bernard Richel (Basilea<br />

1476) e di Peter Drach (Spira 1478), tranne per il fatto che il bastone del pastore classico è sostituito<br />

con una massiccia mazza, l’aiutante è tralasciato e i maiali mangiano da un truogolo invece<br />

che aspettare le ghiande. È evidente che Dürer conosceva una delle illustrazioni dello<br />

Speculum, o tutte e due. Ma egli introdusse due importanti cambiamenti iconografici: da una<br />

parte, la scena è ambientata, anziché nei “campi” in una cascina, la cui magistrale caratterizzazione<br />

crea un’atmosfera di rusticità autentica e insieme intensamente poetica; dall’altra, questa<br />

straordinaria accentuazione dei valori di genere - un elemento pericoloso nell’arte religiosa - è<br />

controbilanciata da un incremento drammatico: il figliuol prodigo non è più ritto accanto ai<br />

porci in atteggiamento funereo, ma è caduto in ginocchio in mezzo ad essi, torcendosi le mani<br />

con amaro rimorso, e mentre si degrada letteralmente al livello delle bestie, solleva gli occhi e i<br />

pensieri al cielo di Dio. Appunto questa combinazione dell’elemento rustico con quello emozionale<br />

conquistò l’ammirazione del mondo. Gli italiani copiarono infinite volte questa incisione<br />

(che fornì persino il modello a una miniatura persiana) in ogni sorta di tecnica, e Vasari<br />

scrisse: “In un’altra [carta mandò fuori] il figliuol prodigo, il quale stando a uso di villano ginocchioni<br />

con le mani incrocicchiate, guarda il cielo, mentre certi porci mangiano in un trogolo;<br />

ed in questa sono capanne a uso di ville tedesche, bellissime”.<br />

(E. PANOFSKY La vita e le opere di Albrecht Dürer, Londra 1965 Milano 1967, pag.102).

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