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16. Sindromi da alterata pressione endocranica

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standosi nel bambino con macrocefalia; oppure<br />

interessare esclusivamente o principalmente<br />

gli spazi subaracnoidei della convessità, nel<br />

caso di perdite di sostanza o atrofia del mantello<br />

corticale o cerebellare (idrocefalo esterno).<br />

Gli idrocefali interni corrispondono ad un<br />

allargamento delle cavità ventricolari a spese del<br />

parenchima immediatamente circostante (in<br />

gran parte sostanza bianca); nella stragrande<br />

maggioranza dei casi, insorgono per ostruzioni<br />

delle vie di deflusso del liquor <strong>da</strong>l sistema<br />

ventricolare capaci di causare abnorme aumento<br />

dei gradienti pressori transmurali (intra-extraventricolari)<br />

ed ipertensione liquorale, per cui<br />

vengono anche definiti attivi. Nelle forme attive<br />

ad evoluzione acuta o subacuta, l’aspetto<br />

ipertensivo è quasi sempre clinicamente manifesto<br />

e sollecita immediati provvedimenti terapeutici<br />

(drenaggio). Nelle forme attive a più<br />

lenta evoluzione o croniche, invece, il momento<br />

ipertensivo può progressivamente attenuarsi,<br />

sfumando talora in un’insidiosa ipertensione<br />

Tabella <strong>16.</strong>3 - Classificazione degli idrocefali.<br />

<strong>Sindromi</strong> <strong>da</strong> <strong>alterata</strong> <strong>pressione</strong> intracranica<br />

619<br />

fluttuante di ardua identificazione: ciò è quanto<br />

probabilmente accade nel cosiddetto idrocefalo<br />

normoteso, a tutti gli effetti attivo ed evolutivo<br />

(v. pag. 625)<br />

Gli idrocefali esterni, invece, sono quasi sempre<br />

causati <strong>da</strong> un’atrofia primitiva della parte<br />

più esterna dell’encefalo, o neocorteccia, evolvono<br />

senza abnormi gradienti pressori transmurali<br />

e senza ipertensione liquorale, per cui sono<br />

anche definiti passivi o «ex vacuo».<br />

La distinzione fra processi idrocefalici attivi<br />

e passivi è quindi pragmaticamente utile per le<br />

importanti implicazioni diagnostico-terapeutiche<br />

che comporta (diagnosi e drenaggio chirurgico<br />

tempestivi nelle forme ipertensive acute, e<br />

comunque in ogni forma attiva e progressiva).<br />

La classificazione degli idrocefali illustrata<br />

nella Tabella <strong>16.</strong>3 segue la tradizionale divisione<br />

anatomo-patologica degli idrocefali in forme<br />

ostruttive e forme non ostruttive (Russel, 1966;<br />

De Lange, 1977; Fishman, 1992).<br />

A. Idrocefali ostruttivi (<strong>da</strong> occlusione delle vie liquorali)<br />

1. Ostruzioni intraventricolari (i. non comunicante)<br />

a) cisti, tumori ed infiammazioni ventricolari e/o del III ventricolo<br />

b) stenosi, biforcazione, sepimentazione dell’acquedotto di Silvio.<br />

2. Ostruzioni extraventricolari (i. comunicante o non comunicante)<br />

a) post-infiammatorie, post-emorragiche, post-traumatiche, tumori<br />

b) malformazioni congenite<br />

– malformazione di Arnold-Chiari, meningo-mielocele, aneurisma della vena di Galeno<br />

– occlusione dei forami di Lushka e Magendie (s. di Dandy-Walker)<br />

– cisti aracnoidee<br />

– lissencefalia<br />

– aplasia congenita delle granulazioni di Pacchioni.<br />

B. Idrocefali non ostruttivi<br />

1. Ipersecretivo (<strong>da</strong> ipersecrezione liquorale)<br />

a) papilloma dei plessi corioidei (può causare ostruzione ventricolare).<br />

2. Aresorptivo (<strong>da</strong> diminuito riassorbimento liquorale)<br />

a) blocco dei villi subaracnoidei<br />

b) stasi venosa<br />

– trombosi dei seni venosi<br />

– ipertensione <strong>endocranica</strong>, edema cerebrale.<br />

3. «Ex vacuo», compensatorio di perdite parenchimali.

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