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Notiziario Rotary 128 WEB.indd - Rotary Cagliari Est

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sponsorizzata al concorso dal nostro club<br />

sto di un prodotto dagli eff etti sempre<br />

prodigiosi o addirittura miracolosi.<br />

A noi non resta che l’imbarazzo della<br />

scelta tra la pasta lavorata “alla maniera<br />

delle nostre nonne”, creme che ci garantiscono<br />

l’“eterna giovinezza”, effi cacissime<br />

diete capaci di farci raggiungere,<br />

senza il minimo sforzo, le dimensioni<br />

che noi (o gli altri?!) sognamo... Non di<br />

rado, poi, a queste strabilianti proprietà<br />

si aggiungono, o, più spesso, si sottraggono,<br />

quelle informazioni “scomode”,<br />

che è meglio non mostrare troppo<br />

apertamente, perché riconsegnerebbero<br />

impietosamente il potenziale acquirente<br />

a quel reale da cui egli tenta compulsivamente<br />

di fuggire. Ecco quindi, negli<br />

spots e nei cartelloni pubblicitari, le<br />

scritte microscopiche, a volte le omissioni,<br />

i termini incomprensibili... Lo<br />

scopo è il massimo profi tto del produttore<br />

e non certo il vantaggio del diretto<br />

interessato, dal cui portafoglio escono i<br />

soldi: il consumatore.<br />

Se la logica di tale meccanismo ha<br />

una sua coerenza interna, basata sui<br />

principi del vendere e del comprare per<br />

il tramite fondamentale della promozione<br />

legale del prodotto, è d’altra parte<br />

utile, a mio avviso, osservare un simile<br />

fenomeno nella duplice prospettiva di<br />

chi vende e di chi acquista oggetti presentati<br />

con l’inganno o, peggio, contraffatti.<br />

Ovvia quanto ingenua la domanda:<br />

perché avviene questo? Perché non<br />

si disdegna di ricorrere alla menzogna<br />

pur di ricavar profi tto? E perché “si cade<br />

nella rete”, magari consapevolmente,<br />

quando si sceglie un falso dichiarato? La<br />

parola chiave per cercare una risposta è,<br />

probabilmente, crisi. Crisi innanzitutto<br />

economica: la crisi che, da qualche tempo,<br />

sta assillando il nostro Paese insieme<br />

a tutto il mondo occidentale, manifesta<br />

in quest’ottica un defi cit, un vuoto da<br />

colmare che al tempo stesso nasconde<br />

un’altra crisi, più complessa ed insidiosa<br />

perché etica. Da un lato “serve” sempre<br />

più denaro; dall’altro è indispensabile<br />

risparmiare tanto quanto lo è apparire<br />

al passo con i must imposti dalla moda.<br />

GIORGIA OPPO VINCITRICE DEL CONCORSO<br />

Di qui senz’altro scaturisce il fenomeno<br />

della contraff azione, via d’uscita<br />

dell’impasse per venditori e consumatori.<br />

Ma c’è altro alla base di tale situazione:<br />

oltre al puro e semplice egoismo,<br />

volto al raggiungimento di obiettivi<br />

esclusivamente individualistici, si pone<br />

l’atteggiamento delle persone, che è<br />

sempre più superfi ciale nell’approccio<br />

alla realtà.<br />

Siamo infatti noi, uffi cialmente “vittime”<br />

di questo sistema regolato sull’in-<br />

sponsorizzata al concorso dal nostro club<br />

ganno, ad alimentarlo con il nostro<br />

stesso comportamento. Certo i produttori,<br />

che non si pongono il problema<br />

morale di sottostare ad altra legge se<br />

non a quella del mercato, nell’ottica di<br />

un radicale individualismo utilitaristico,<br />

talvolta ricorrono ad espedienti che<br />

sconfi nano dal territorio della legalità<br />

per “ottimizzare” le proprie vendite. Ma<br />

una simile ottimizzazione “funziona”<br />

solo a patto che dall’altra parte eff ettivamente<br />

si attivi la sinergia del consumatore.<br />

Costui, accettando il prodotto<br />

falso, diventa attivamente partecipe di<br />

questo “sporco gioco”, il quale a sua<br />

volta si ritorce contro di lui. Perché lo<br />

accetta? Perché una persona “danneggia”<br />

se stessa? A volte perché non ne è<br />

consapevole, o forse perché, più spesso,<br />

non vuole esserlo, in quanto si muove<br />

sullo stesso terreno di quello spirito individualistico<br />

che anima il suo “carnefi -<br />

ce”. Egli desidera infatti vivere conformandosi<br />

agli altri e vuole illudersi che<br />

esista il mondo idilliaco e perfetto idealizzato<br />

dalla pubblicità. Il prezzo della<br />

sua illusione è l’inganno.<br />

Sono insomma gli stessi spots pubblicitari<br />

ad ingannarci, promettendo<br />

subdolamente di fornire la soluzione a<br />

tutti i nostri problemi e a persuaderci<br />

che, scegliendo quell’off erta, siano davvero<br />

garantiti il risparmio (quel risparmio<br />

che oggi, a maggior ragione, a causa<br />

della crisi di cui sopra, tutti ricercano)<br />

e il vantaggio tanto promettente. A<br />

niente serve che siamo esseri pensanti,<br />

dotati di ragione, potenzialmente liberi,<br />

e quindi responsabili delle nostre scelte.<br />

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