Scarica il periodico - Associazione Maggio Eugubino

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Periodico dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXIII, n. 5 - Ottobre 2012 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, F<strong>il</strong>iale di Perugia.<br />

www.maggioeugubino.com


I nostri valori<br />

costruiscono <strong>il</strong> futuro<br />

La nostra cultura di impresa è frutto di valori condivisi,<br />

un patrimonio che rappresenta la solidità dell’azienda e <strong>il</strong> nostro impegno<br />

per <strong>il</strong> futuro. Da sempre abbiamo scelto di salvaguardare l’ambiente, attraverso <strong>il</strong><br />

recupero e <strong>il</strong> riuso del territorio; di sv<strong>il</strong>uppare le nostre idee investendo sulla ricerca<br />

e sulla tecnologia; di instaurare rapporti di fiducia mantenendo una professionalità<br />

costante e garantendo l’eccellenza dei nostri prodotti.<br />

Colacem è oggi una delle realtà industriali più importanti d’Italia:<br />

promuoviamo progresso e cultura aziendale, per la crescita delle nostre comunità.<br />

Colacem Ufficio Immagine Lorenzi comunicazione e pubblicità _ foto: phlus


editoriale<br />

di lucio lupini<br />

San FranceSco ed <strong>il</strong> lupo di Gubbio<br />

“Del santissimo miracolo che fece santo Francesco, quando convertì <strong>il</strong> ferocissimo<br />

lupo d’Agobbio.<br />

Al tempo che santo Francesco dimorava nella città di Agobbio nel contado di Agobbio apparì un lupo grandissimo,<br />

terrib<strong>il</strong>e e feroce, <strong>il</strong> quale non solamente divorava gli animali ma eziandio gli uomini”<br />

Così comincia <strong>il</strong> Capitolo XXI dei “ FIORETTI DI SAN FRANCESCO”<br />

Più o meno così comincia in tutto <strong>il</strong> mondo questo conosciutissimo episodio che ha portato <strong>il</strong> nome della nostra città in<br />

terre e civ<strong>il</strong>tà anche lontane.<br />

Gubbio è conosciuta certamente più per questo episodio che non per <strong>il</strong> Ceri.<br />

Ebbene però, al di là di aver voluto, secondo <strong>il</strong> nostro imperativo del “repetita iuvant”, dedicare più monumenti all’episodio,<br />

nel tempo non si è riusciti mai a creargli attorno una dimensione che oltre all’aspetto religioso ne valuti nelle sua pienezza<br />

gli aspetti anche culturali, artistici, turistici ed economici.<br />

Si avverte che in Gubbio <strong>il</strong> fatto è trascurato anche se ogni tanto emerge la volontà di produrre “qualcosa” sull’episodio.<br />

Il <strong>Maggio</strong> anche in passato ci ha provato, basti pensare al monumento ed al parco della Vittorina.<br />

Ora, pur avvertendo che <strong>il</strong> compito non è né fac<strong>il</strong>e né semplice e che su di esso si devono concentrare forze e risorse<br />

complesse, vogliamo di nuovo gettare un sassolino, varare iniziative che focalizzino l’attenzione sull’argomento per<br />

pervenire poi nel tempo ad un progetto complesso e compiuto che magari veda anche una mostra permanente sul tema e<br />

magari nell’ex ospedale.<br />

Va in questa direzione la costituzione dell’apposito comitato “ San Francesco e <strong>il</strong> Lupo di Gubbio. Centro di documentazione<br />

sulla simbologia e la mitografia del lupo”<br />

A questo gruppo di lavoro coordinato da Ettore A. Sannipoli si deve intanto la bella mostra sui Fioretti sulla quale già si è<br />

realizzata una efficace ed ut<strong>il</strong>e collaborazione con l’Amministrazione Comunale e nello specifico con l’Assessorato ai Beni<br />

e alle Attività Culturali, con la Biblioteca Sperelliana, con la Curia Vescov<strong>il</strong>e, con i Frati Minori Conventuali di Gubbio.<br />

Ma <strong>il</strong> compito grande verrà dopo. Inseguiamo l’obiettivo di assegnare <strong>il</strong> valore che gli compete a questo straordinario<br />

brano che appartiene alla nostra città.<br />

Proviamoci!<br />

Interessa a qualcuno?<br />

sommario<br />

attualità Storia arte e cultura<br />

attraverso “la via” di san Francesco… 4<br />

… la nostra partecipazione 5<br />

la lUmsa a Palermo 6<br />

UNesCo: si riapre uno spiraglio 7<br />

la Città di Gubbio prende posizione 8<br />

“le Pagine eugubine” 9<br />

maria luisa spaziani, Gubbio e <strong>il</strong> Premio montale 10<br />

Piscina comunale: nuova gestione 12<br />

“Ce vedemo sotto l’orologio” 13<br />

i “libelli” ranghiasci-Fabbri del 1862 14<br />

toni Bellucci: archives - 3 15<br />

documenti inediti sulla Fabbrica di Ceramiche<br />

Brizi e Compagni 16<br />

vita dell’aSSociazione 19<br />

vita cittadina<br />

Anno LXIII, n. 5 - ottobre 2012<br />

In copertina: San Francesco e <strong>il</strong> Lupo, di Enrico Mancini<br />

Direttore Editoriale: Lucio Lupini<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e: Ubaldo Gini<br />

In redazione: Michela Biccheri<br />

Layout: L’ArteGrafica<br />

Stampa: Tipografia Donati<br />

Redazione: Piazza Oderisi - 06024 Gubbio (Pg)<br />

Tel. e Fax 075 9273912 - CC Postale n. 15463060<br />

Aut. Trib. Perugia n°. 334 del 15/01/1965.<br />

Sped. in abb. postale 45%, comma 20/B, legge 662/96, f<strong>il</strong>iale di Perugia.<br />

23


4<br />

Spogliatosi degli obblighi,<br />

Francesco tesse per<br />

sé un abito nuovo. La<br />

sua nudità offerta al frate<br />

sole e alla sora luna<br />

in realtà è quanto di più<br />

ricco si possa concepire.<br />

è l’affinità col creato:<br />

“io mi offro così come<br />

sono, senza nascondere<br />

nulla, così come ti offri<br />

a me ogni giorno”.<br />

Francesco percorre una<br />

via che lo riconduce<br />

alla pace, una via fatta<br />

di boschi, di fiumi, fatta<br />

del Creato, una via anche<br />

simbolica che passa<br />

dentro di Lui, tra sentieri<br />

ripidi e nascosti, tra<br />

la fitta realtà delle sue<br />

paure, anche nel buio,<br />

ma “fratello” perché Lo<br />

riconduce alla luce. La<br />

stessa via che arriva fino<br />

a noi, una via che possiamo<br />

percorrere, una via<br />

possib<strong>il</strong>e, una via. Una<br />

> attualità<br />

attraverSo “la via” di San FranceSco…<br />

La predica agli uccelli, Enrico Mancini<br />

Sentiero FranceScano 2012<br />

> di michela biccheri<br />

via che si snoda prima<br />

di tutto dentro di noi e<br />

poi sotto i nostri piedi,<br />

una via scomoda, di<br />

certo dura, ma percorrib<strong>il</strong>e,<br />

un’apertura che<br />

passa attraverso noi e<br />

ci riconduce dal Padre.<br />

L’amore di Francesco<br />

per le cose di Dio, per<br />

la Terra, per <strong>il</strong> Cielo,<br />

per gli Animali è riconoscenza<br />

verso <strong>il</strong><br />

creato, è rispetto per<br />

la casa che ci ospita<br />

durante <strong>il</strong> nostro soggiorno<br />

sulla terra. Un<br />

qualsiasi abuso, la<br />

mancanza di rispetto<br />

torna a noi con la stessa<br />

velocità. Sappiamo<br />

però riconoscere che<br />

la vera potenza è nel<br />

bene, abbiamo la responsab<strong>il</strong>ità<br />

di svelarlo<br />

ai più piccoli e di<br />

verificarlo con chi ci<br />

sta vicino.<br />

Nei primi tre giorni di settembre, la diocesi di Gubbio e di assisi, insieme a Nocera Umbra e Gualdo tadino ha percorso insieme ai pellegrini<br />

arrivati da tutta italia, “la via della pace” di San Francesco da assisi fino a Gubbio, lanciando <strong>il</strong> messaggio di fratellanza e<br />

riconc<strong>il</strong>iazione e celebrando, quest’anno, anche la Giornata per la salvaguardia del creato, giunta essa alla settima edizione. “Vangelo<br />

della povertà e Vangelo della riconc<strong>il</strong>iazione – ha spiegato mons. Sorrentino alla partenza del Cammino - sono in intimo rapporto,<br />

come due facce della stessa medaglia. Chi si spoglia per Cristo, d<strong>il</strong>ata <strong>il</strong> cuore per accogliere i fratelli”. auspicava, poi, che la marcia<br />

assisi - Gubbio rappresentasse ancora una volta una porta “al messaggio del Poverello per le nostre strade, gettando ponti di unità tra le<br />

case e le comunità, spingendo gli animi feriti dalla disunione verso l’unità che solo Cristo ci ottiene donandoci <strong>il</strong> suo spirito”.<br />

insieme al cammino, alle preghiere e ai momenti di riflessione dei pellegrini ha accompagnato <strong>il</strong> viaggio anche una sospirata e benefica<br />

pioggia che ha rafforzato la cura per questa nostra terra e intrecciato una relazione, un contatto, una vicinanza più intima col Cielo.<br />

Padre Francesco, custode della Chiesa della Vittorina, ha accolto i cento pellegrini arrivati alla meta dopo i tre giorni di cammino da<br />

assisi: “Vi auguro, che questo cammino possa ricordarvi sempre l’importanza delle cose semplici, immediate, piccole, le più preziose<br />

agli occhi di dio”. <strong>il</strong> tema del “sentiero del 2012” era la riconc<strong>il</strong>iazione con i fratelli, <strong>il</strong> rapporto dell’uomo con l’uomo che con<br />

le parole del Vescovo Ceccobelli, anche lui uno dei cento pellegrini: “Che la società civ<strong>il</strong>e, le famiglie e anche la politica trovino <strong>il</strong><br />

coraggio di diventare riconc<strong>il</strong>iati e testimoni di riconc<strong>il</strong>iazione; spesso - ha aggiunto - pronunciare la parola “perdono” è solo questione<br />

di coraggio, o forse d’incoscienza: prego con voi perché questo coraggio, oggi, arrivi da più parti, in un momento in cui tutti ne abbiamo<br />

davvero bisogno».


attualità<br />

…la noStra partecipazione<br />

Fin dalla sua fondazione, <strong>il</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong><br />

ha dimostrato forte sensib<strong>il</strong>ità<br />

nel manifestare la fede degli eugubini<br />

nei confronti di San Francesco, fede<br />

che si sommava a quella del Patrono<br />

Ubaldo. Già proposto nel 1955 <strong>il</strong> Monumento<br />

bronzeo a San Francesco e <strong>il</strong><br />

Lupo iniziò a trovare vita con l’impegno<br />

e la passione instancab<strong>il</strong>e di Don Origene<br />

Rogari, alla fine degli anni sessanta<br />

(1967), anni in cui <strong>il</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong><br />

poteva contare su maggiori forze sia in<br />

termini di comunicazione: ricordiamo<br />

programmi televisivi, giornali, concorsi<br />

nazionali, sia in termini di forze economiche<br />

rese possib<strong>il</strong>i grazie al contributo<br />

di molte famiglie eugubine anche residenti<br />

fuori dal Comune, al CRAME,<br />

all’Amministrazione comunale, che<br />

l’AME coordinava con grande dinamismo<br />

e fede. Dentro all’idea di posizionare<br />

un Monumento che ricordasse l’incontro<br />

di Francesco con la feroce lupa,<br />

prendeva vita <strong>il</strong> desiderio di inserire<br />

Gubbio nell’itinerario francescano, cosa<br />

avvenuta e l’eccezionale, perché doveroso,<br />

progetto di restauro della Chiesa di<br />

Santa Maria della Vittoria o Vittorina<br />

insieme all’area verde circostante la<br />

Chiesa e monumento con la chiusura<br />

della strada che tagliava in due un naturale<br />

e compatto parco francescano.<br />

Il Monumento venne inaugurato <strong>il</strong> 14<br />

ottobre 1974 alla presenza delle autorità<br />

e di moltissimi bambini dopo una<br />

durissima scelta dei bozzetti risultato<br />

di più concorsi nazionali, durata anni.<br />

Nel 1981 iniziavano le celebrazioni per<br />

l’VIII centenario della nascita di San<br />

Francesco (1182- 1982), ricorrenza alla<br />

quale <strong>il</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> volle partecipare<br />

per <strong>il</strong> vicolo unico che legava la nostra<br />

Città a San Francesco: non soltanto<br />

per l’opera di pace del Santo compiuta,<br />

ma anche perché Francesco aveva scelto<br />

Gubbio quale rifugio e luogo ospitale in<br />

cui trovò ristoro e amicizia. La sezione<br />

f<strong>il</strong>atelica del <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> intitolava<br />

a questo centenario un francobollo<br />

con l’immagine di San Francesco e <strong>il</strong><br />

Lupo e una mostra f<strong>il</strong>atelica. Per queste<br />

motivazioni e in coincidenza di questo<br />

anniversario, L’AME aveva proposto<br />

una mostra di libri provenienti da tutto<br />

<strong>il</strong> mondo dedicati al Santo, raccolte di<br />

poesie; censimento degli insediamenti<br />

francescani; concorsi di poesie di porta-<br />

5<br />

> di michela biccheri<br />

ta nazionale; mostra grafica e un premio<br />

per chi si fosse distinto in favore della<br />

pace. La nostra <strong>Associazione</strong> prese parte<br />

attivamente alla “IV settimana ecologica”<br />

con una mostra sulle risorse della<br />

Gola del Bottaccione. Nel 1982, <strong>il</strong> parco<br />

della Vittorina, grazie all’incessante<br />

contributo e partecipazione ai lavori<br />

nelle diverse fasi, degli eugubini e della<br />

Colacem, veniva provvisto di alberi<br />

della flora eugubina e di un prato e a<br />

completare l’opera nella primavera successiva<br />

venivano poste luci e staccionate,<br />

sentieri e ancora alberi. Il 4 ottobre<br />

avvenne l’inaugurazione con la partecipazione<br />

di moltissimi bambini.<br />

Il <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> aderisce ogni anno<br />

alla Festa della Mansuetudine organizzata<br />

dalla Compagnia dei custodi del<br />

“Fuoco della Pace” che si celebra a dicembre<br />

presso <strong>il</strong> Parco della Vittorina,<br />

un momento di alto valore morale, in<br />

quanto favorisce la diffusione della<br />

pace, della riconc<strong>il</strong>iazione, della solidarietà<br />

e dell’amore verso <strong>il</strong> Creato, secondo<br />

quanto insegnato da San Francesco.<br />

“Il Fuoco francescano della Pace”, è<br />

riprodotto in forma di candelabro di<br />

bronzo, raffigurante <strong>il</strong> Santo.<br />

L’amore per i nostri Protettori e la nostra<br />

Città ben si legano alla salvaguardia<br />

del creato dentro una cornice che<br />

sempre offre <strong>il</strong> quadro più degno.


6<br />

la lumSa a palermo<br />

Basterebbe <strong>il</strong> titolo. Che altro dire?<br />

Mentre stiamo scrivendo abbiamo già<br />

sentito i commenti più svariati su questo<br />

caso-LUMSA, molti hanno protestato,<br />

su tutti gli studenti, i laureandi<br />

La sede romana della LUMSA a Borgo Sant’Angelo<br />

che hanno appreso la notizia del fatto<br />

avvenuto e per primi si sono sentiti<br />

spogliati di un diritto e devono vac<strong>il</strong>lare<br />

dunque di fronte ad una profonda<br />

crisi che è diventata anche culturale? Il<br />

biasimo arriva da tutti i fronti: da quelli<br />

politici a quelli culturali, fino ai confini<br />

sociali di ogni genere. Il Sindaco ha<br />

fatto bene a non svendere <strong>il</strong> complesso<br />

storico del seminario? La LUMSA ha<br />

esagerato con l’offerta troppo bassa?<br />

La LUMSA è una università parastatale,<br />

è <strong>il</strong> secondo ateneo cattolico d’Ita-<br />

> attualità<br />

> a cura della redazione<br />

lia, che ha istituito sedi universitarie<br />

a Taranto, Palermo e Gubbio, oltre a<br />

Roma. Senza rivangarne i passi, senza<br />

prevedere <strong>il</strong> nome dei “responsab<strong>il</strong>i”<br />

o esasperarne <strong>il</strong> colore, vorremmo<br />

dire che non è stato fatto abbastanza,<br />

questo è certo ed è garantito quando si<br />

tratta di operare un investimento culturale<br />

che ci faccia “uscire” dai contorni<br />

collinari e su cui si poteva fare perno<br />

per arginare lo stallo economico.<br />

Abbiamo perso un’ottima possib<strong>il</strong>ità<br />

di continuare a ospitare l’Università,<br />

abbiamo ceduto <strong>il</strong> gradino più in alto<br />

per affacciarci lo stesso (ciò nonostante)<br />

nel panorama culturale anche internazionale;<br />

questo sogno universitario<br />

che è parso ambizioso e non ambìto e<br />

che avrebbe concesso di sicuro un accesso<br />

più agevolato alla cultura, posti<br />

di lavoro, scambi culturali, ha destato<br />

timori forse infondati. Però vorremmo<br />

permetterci di sottolineare anche che<br />

Gubbio non si trova in tutto <strong>il</strong> mondo.<br />

Il richiamo che esercita la nostra<br />

città, la sua centralità anche sul piano<br />

geografico, non andavano sottovalutati.<br />

L’impronta cattolica che traccia<br />

le fondamenta di questa Università,<br />

bene si concordava e si armonizzava<br />

con l’ambiente storico-religioso in cui<br />

sorge Gubbio da secoli e che forgia i<br />

nostri valori. Caso-chiuso.


attualità<br />

uneSco: Si riapre uno SpiraGlio > di Giampiero bedini<br />

Il ministro Lorenzo Ornaghi<br />

La Festa dei Ceri torna in corsa o, più realisticamente, vede<br />

riaprirsi qualche spiraglio per <strong>il</strong> riconoscimento di “patrimonio<br />

immateriale dell’Unesco”, dopo la delusione patita<br />

nell’apr<strong>il</strong>e scorso quando si era diffusa, trovando conferma,<br />

una notizia che andava in controtendenza rispetto alle<br />

aspettative coltivate fino ad allora. Per <strong>il</strong> riconoscimento<br />

da attribuire per l’anno 2013, la competente Commissione<br />

aveva depositato nella sede di Parigi dell’Unesco la candidatura<br />

della “rete delle macchine a spalla” che comprende<br />

i “Gigli” di Nola e Sassari, la “Macchina di Santa Rosa” di<br />

Viterbo e la “Varia” di Palmi. Un progetto dal quale la “Festa<br />

dei Ceri”, per rivendicare la sua unicità, aveva ritenuto<br />

di def<strong>il</strong>arsi alla fine del mese di maggio del 2010. Una decisione<br />

assunta dal Comune d’intesa con gli enti e le associazioni<br />

coinvolte nella Festa. Una scelta maturata dopo aver<br />

sostenuto e concorso a definire <strong>il</strong> progetto stesso, curato e<br />

sv<strong>il</strong>uppato dalla professoressa Patrizia Nardi, avviato nel<br />

2004 su proposta formulata al consiglio comunale dall’allora<br />

consigliere Gianfrancesco Chiocci. Il progetto era stato<br />

<strong>il</strong>lustrato ed apprezzato dal funzionario del ministero messicano<br />

della Cultura Francisco Javier Lopez Morales, delegato<br />

del paese centro americano nella commissione Unesco<br />

cui affluiscono le candidature per la lista dei beni immateriali<br />

da dichiarare patrimonio mondiale. Lopez Morales<br />

aveva assistito, apprezzandola assai, alla “Festa dei Ceri”<br />

del 15 maggio 2010, fianco a fianco con i rappresentanti<br />

delle città delle “macchine a spalla”. Su questo retroterra di<br />

delusione, ma non di rassegnazione, è arrivata una notizia<br />

che, per l’autorevolezza della fonte, riapre interessanti prospettive.<br />

Rispondendo ad una interrogazione presentata nel<br />

mese di luglio dal parlamentare eugubino Rocco Girlanda<br />

(Pdl), <strong>il</strong> ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo<br />

Ornaghi, scrive infatti : “La proposta di candidatura della<br />

Festa dei Ceri di Gubbio è parte delle proposte presentate <strong>il</strong><br />

31 marzo 2011 all’Unesco per l’inserimento nella lista rappresentativa<br />

del patrimonio culturale intangib<strong>il</strong>e dell’umanità.<br />

Il 4 maggio 2011 la comunità proponente ha ricevuto<br />

dalla Sezione del patrimonio culturale intangib<strong>il</strong>e la comunicazione<br />

dell’acquisizione della proposta”. Il Ministro<br />

prosegue: “Nella riunione del 21 marzo 2012 del Consiglio<br />

direttivo della Commissione italiana per l’Unesco è stato<br />

deciso di indicare all’unanimità, quale candidatura italiana<br />

per <strong>il</strong> 2013, le “Feste di grandi macchine a spalla”. è stato<br />

poi deciso – questo <strong>il</strong> passaggio da sottolineare - di istituire<br />

la Lista propositiva nazionale per <strong>il</strong> patrimonio mondiale<br />

culturale e naturale - continua <strong>il</strong> Ministro - da cui attingere<br />

per le successive proposte di candidatura. “In questo elenco<br />

- conferma Ornaghi - è compresa la Festa dei Ceri”. La<br />

corsa si riapre ed in questa prospettiva vanno valorizzate e<br />

recuperate tutte quelle disponib<strong>il</strong>ità che, nel tempo, hanno<br />

espresso apprezzamenti per la “Festa dei Ceri”; vengono<br />

in mente pure i parlamentari Nunzia De Girolamo (Pdl) e<br />

Francesco Boccia (Pd) che nel corso di un’ intervista concessa<br />

a Trg (15 maggio 2012), avevano assunto impegni in<br />

tal senso. Non vanno dimenticate tuttavia le altre iniziati-<br />

Francesco Boccia (PD) Nunzia De Girolamo (PDL)<br />

ve finalizzate a valorizzare e riconoscere l’“unicità” della<br />

manifestazione folkloristica eugubina. Tra queste, annunciato<br />

dall’assessore al turismo Marco Bellucci, un “Centro<br />

di documentazione sulla Festa dei Ceri” da realizzare con<br />

<strong>il</strong> patrocinio e la collaborazione di Regione e Provincia. è<br />

già stata individuata la sede: uno spazio specifico nella Biblioteca<br />

Sperelliana. Una prospettiva interessante, ma non<br />

andrebbe abbandonata la strada per recuperare la piena<br />

operatività della Legge Regionale n. 17/1992 “Istituzione<br />

a Gubbio di un Istituto Regionale del folklore”, al quale a<br />

suo tempo era stato destinato <strong>il</strong> V<strong>il</strong>lino Marvardi.<br />

7


8<br />

> attualità<br />

Dentro la città di la Gubbio crisi prende un ritrovato poSizione<br />

> di michela biccheri<br />

ottimismo<br />

Pietralacroce è una frazione del Co-<br />

<strong>il</strong> Sindaco esortava i promotori del<br />

mune di Ancona dove si è tenuta<br />

Palio del 15 settembre di chiarire le<br />

per la prima volta una gara in corsa<br />

modalità di svolgimento della festa e<br />

tra tre contrade, che hanno portato<br />

le sue caratteristiche storiche, per po-<br />

a spalla tre “pali” con una croce in<br />

ter apportare le dovute modifiche evi-<br />

cima. Il di Palio, Michela è stato conteso Biccheri<br />

da Bortando<br />

qualsiasi tipo di imitazione. La<br />

go (color verde), Chiesola (color gial-<br />

posizione di tutti coloro che in ogni<br />

lo), Scalaccia (color azzurro). I par-<br />

forma contribuiscono allo svolgimen-<br />

Abbiamo tecipanti l’occasione hanno scelto di ricominciare: di indossare da più vicino, appena amoci del momento to di della stasi che Festa sembra e della aggredirci Corsa dei per Ceri ritrovare è<br />

intorno pantaloni a noi, bianchi, da dentro fusciacche <strong>il</strong> nostro e fazzo- giardino, dalla via, dalla <strong>il</strong> nuovo-abituale slancio stata che unanime conosciamo, ed è occasione che siamo questa coscienti<br />

letti rossi come per le divise ceraiole della Famiglia dei Santubaldari, <strong>il</strong> per auspicare che non reggano mai…<br />

piazza. La crisi può essere un’opportunità di vita.<br />

di caricarci sulle spalle dopo una caduta, dopo uno scivolone<br />

e si sono differenziati anche loro dal Sindaco Guerrini ha fatto sentire la «commistioni e/o “scimmiottamenti”<br />

La colore crisi delle è in corso. maglie La di recessione appartenenza è inevitab<strong>il</strong>e. a sua La voce bancarotta inviando è una o solo lettera perché condi- travolti con dal la peso. Ns. Festa» Che cos’è e che quella “la stessa voglia non di rag-<br />

la ciascuna conclusione? contrada. Si sente Dal gridare video non “la crisi, più la crisi”…. visa dalle La parti si sente organizzanti giungere la la Festa Cima che concretizzi ci gonfia le imitazione vene della fronte, serv<strong>il</strong>e che della spinge<br />

nominare disponib<strong>il</strong>e solo su in YouTube termini e economici, dalle foto è quasi dei a Ceri circoscrivere rappresentate <strong>il</strong> le dalla gambe Diocesi, ad andare Ns. nonostante m<strong>il</strong>lenaria <strong>il</strong> tradizione, pianto in gola, la quale ingabbiato ha<br />

significato<br />

impossib<strong>il</strong>e<br />

per<br />

non<br />

svuotarne<br />

richiamare<br />

<strong>il</strong> senso<br />

una fasti-<br />

e accodare<br />

dall’Università<br />

le persone come<br />

dei Muratori,<br />

tra i denti<br />

delle<br />

e l’animo<br />

tre risonanza<br />

atterrito? Sebbene<br />

mondiale<br />

abbiamo<br />

e, peraltro,<br />

sopra<br />

rap-<br />

i nostri<br />

diosissima sim<strong>il</strong>itudine alla Festa dei Famiglie ceraiole e dal <strong>Maggio</strong> Eupresenta lo stemma, l’emblema del-<br />

tante pecorelle dietro a spauracchi apocalittici che, manco a occhi quell’esempio martoriato dal “botto”, penzoloni, a volte<br />

Ceri. Dopo l’interessamento dell’avgubino all’Arcivescovo di Ancona e la Regione Umbria”, come asserito<br />

farlo vocato a posta, Minelli, coincidono quale con presidente l’arresto economico al Parroco generaliz- di S. Croce. spogliato, Nella lettera quasi alla dall’avvocato cieca sappiamo Minelli. strapparlo al destino, sapzato<br />

che viviamo.<br />

piamo lasciarci alle spalle la svogliatezza e sollevare gli animi<br />

Allora ricominciamo da capo un’altra volta. Serviamoci di e abbattuti dal dolore e dalla fatica sappiamo ricondurlo alla<br />

questo momento di stallo per fare <strong>il</strong> punto della situazione. vetta. È proprio lì che riconosciamo la nostra “forza”, <strong>il</strong> nostro<br />

Della commento<br />

situazione morale e sociale. Sulla crisi morale della nos- sapere, <strong>il</strong> nostro essere. Il legame umano al divino che ci dà <strong>il</strong><br />

tra società che ha imparato a sedersi e farsi imboccare, che ha vigore ut<strong>il</strong>e a superare i cedimenti.<br />

la manifestazione del proprio attaccamento al Patrono o a qualsivoglia figura che consenta l’arricchimento di un nucleo di persone o anche<br />

imparato a tapparsi gli orecchi ed aspettare. Ricominciamo A finire nel vortice del panico economico dovrebbe essere su<br />

di un popolo, fa di questo un esempio di intesa, di armonia. <strong>il</strong> maggio eugubino è nato ed è cresciuto su questa base comune. <strong>il</strong> senso di ap-<br />

da capo e facciamolo da eugubini, senza presunzione, con tutto la stanchezza. Serve credere, desiderare <strong>il</strong> bene senza<br />

partenenza, la coesione, la convivenza pacifica, ne consente l’imitazione. Non rivolgiamo, però, al nostro santo Ubaldo una festa riscaldata<br />

l’abituale spontanea premura; guardiamoci intorno con occhi condizioni, senza tornaconti. Bisogna dare spazio alle piccole<br />

o l’avanzo di un affetto dimenticato tra le cose del giorno. a lui vanno le nostre migliori creazioni seppure umane e prive di perfezione, a lui<br />

ceraioli di uomini e di donne pronti a reagire, quella capacità cose, ai piccoli gesti senza le luci abbaglianti o la propaganda,<br />

offriamo quanto di più dignitoso e originale riusciamo a concepire; a lui offriamo quello che nasce dentro al nostro cuore e prende forma<br />

radicata<br />

attraverso<br />

in noi,<br />

una<br />

la<br />

Corsa,<br />

reazione,<br />

attraverso<br />

una<br />

l’arte,<br />

forza<br />

attraverso<br />

donataci<br />

ogni<br />

dai<br />

cosa<br />

secoli<br />

possiamo<br />

di<br />

celebrare<br />

dargli spazio<br />

in maniera<br />

dentro<br />

del tutto<br />

di noi,<br />

peculiare.<br />

nel nostro<br />

<strong>il</strong> nostro<br />

piccolo<br />

attaccamento<br />

e ricominciare<br />

a<br />

storia sant’Ubaldo tramandati sia sempre attraverso d’ispirazione, i sentimenti ma di una veri ispirazione e la fede; originale servi- e sempre da più degna vicino, del proprio appena Patrono intorno e non a una noi, infelice dal nostro copia. giardino.<br />

A


attualità<br />

“le paGine euGubine”<br />

Questo libro, di cui riportiamo la copertina,<br />

è un viaggio raffigurato nei<br />

ricordi dell’autore. Ricordi della sua<br />

infanzia a Gubbio, ma più di tutto ricordi<br />

impressi ed indeleb<strong>il</strong>i della vita<br />

quotidiana a cui ha offerto anche la<br />

sua mano per tracciarne i contorni<br />

grafici. Disegni vivi, che ci rimandano<br />

<strong>il</strong> suo sguardo di bambino. In molti<br />

riusciranno a ritrovare stralci di vita<br />

dimenticati, solo rimossi oppure anche<br />

se mai vissuti, piacevolmente rintracciab<strong>il</strong>i<br />

tra gli spessi racconti colo-<br />

rati e odorosi di un antico, mai finito.<br />

è l’indissolub<strong>il</strong>e legame degli eugubini<br />

tra di loro, degli eugubini con la loro<br />

storia, degli eugubini con <strong>il</strong> futuro.<br />

Manganelli possiede la straordinaria<br />

capacità di proiettare <strong>il</strong> suo passato<br />

attraverso i racconti, ma anche fornendocene<br />

una lucida immagine, permettendo<br />

a chiunque di partecipare<br />

ad un passato ricco di sentimenti, di<br />

valori, di “cose che non ci sono più”.<br />

Vi invitiamo a leggere uno stralcio di<br />

uno dei racconti scritti:<br />

“... Ora non saprei dire se ad attirami era la voglia di gelato o, piuttosto,<br />

la magia di tutto <strong>il</strong> rituale di preparazione: dall’altezza del mio naso<br />

vedevo giusto <strong>il</strong> pianale del carrettino, e <strong>il</strong> traffico sapiente delle braccia<br />

del gelataio... Rapito da questo incanto, mi risvegliavo quasi alla scatto<br />

finale della macchinetta:<br />

due<br />

emisferi rotanti<br />

ed azionati a pinza<br />

per liberare <strong>il</strong><br />

gelato; con una<br />

mano porgevo i<br />

miei dieci o venti<br />

centesimi, a<br />

seconda delle dimensioni<br />

e ricevevo<br />

nell’altra <strong>il</strong><br />

“cono gelato”.<br />

l’autore<br />

9<br />

> a cura della redazione<br />

teodolo manganelli nasce a Gubbio<br />

nel 1931 dove vive fino a quando sceglie<br />

roma per intraprendere gli studi<br />

di architettura. trasferitosi a m<strong>il</strong>ano<br />

per motivi di lavoro, non abbandonerà<br />

mai la sua Città natale, alla quale ha<br />

dedicato i ricordi più belli racchiusi in<br />

un libro da scoprire.


10<br />

maria luiSa Spaziani,<br />

Gubbio e <strong>il</strong> premio montale<br />

Dieci anni fa, nell’autunno del 2002,<br />

nel Teatro Comunale di Gubbio si<br />

svolse la ventesima edizione del “Premio<br />

Internazionale Montale” prestigioso<br />

evento culturale per la celebrità<br />

del personaggio cui esso era intitolato,<br />

<strong>il</strong> Poeta ligure Eugenio Montale,<br />

premio Nobel 1975; per lo spessore<br />

intellettuale dei componenti la giuria<br />

avvicendatisi nel corso degli anni<br />

tra cui Giorgio Caproni, Mario Luzi,<br />

Dan<strong>il</strong>o Dolci, Giovanni Raboni,<br />

Nicola Crocetti, S<strong>il</strong>vio Ramat,<br />

Andrea Zanzotto, solo per nominarne<br />

alcuni; per la notorietà<br />

del suo Presidente, la poetessa<br />

(anzi “<strong>il</strong> Poeta” come sempre<br />

ella ha amato farsi chiamare)<br />

Maria Luisa Spaziani, figura di<br />

primissimo piano nel panorama<br />

poetico del ‘900 italiano, che<br />

di Montale fu intima e sincera<br />

amica nonché Musa ispiratrice e<br />

destinataria dei “Madrigali privati”<br />

posti a conclusione de “La<br />

bufera” opera pubblicata dal<br />

poeta nel 1956.<br />

Spirito vivacissimo ed esuberante,<br />

pronto a stemperare con arguta<br />

ironia anche i più impegnativi<br />

temi e i più inquietanti interrogativi<br />

che travagliano l’animo umano, spesso<br />

troncando <strong>il</strong> discorso con chiusure<br />

fulminanti e imprevedib<strong>il</strong>i (da qui <strong>il</strong> carattere<br />

spesso epigrammatico di molte<br />

sue composizioni, ma anche l’estro, la<br />

grazia, l’eleganza con cui si piega ad<br />

osservare la sua stessa opera e la sua<br />

vita), profonda conoscitrice dell’universo<br />

poetico europeo dal simbolismo<br />

al decadentismo fino al nostro ermetismo<br />

e, in particolare, della letteratura<br />

francese donandoci splendide traduzioni<br />

da Racine, Flaubert, Tournier,<br />

Yourcenar, la Spaziani si fa presto conoscere<br />

e apprezzare dalla critica già<br />

a partire dalle prime raccolte, “ Le acque<br />

del sabato” (1954) e “Ut<strong>il</strong>ità della<br />

memoria” (1966), per la natura colta<br />

e raffinata dei versi, disciplinati sempre<br />

da rigorose misure classiche pur se<br />

modernissimi nell’impostazione e nei<br />

contenuti e già portatori di quello che<br />

sarà <strong>il</strong> segno distintivo della vastissima<br />

e “labirintica” produzione del Poeta,<br />

sorretta costantemente da una impetuosa<br />

e spigliata fantasia che troverà<br />

<strong>il</strong> suo mezzo espressivo più efficace e<br />

naturale, ma anche <strong>il</strong> suo alveo e la<br />

sua disciplina, nella metafora folgo-<br />

rante e precisa, forgiata con sontuosa<br />

vis figurativa in un empito tendente<br />

talora felicemente al barocco.<br />

Impossib<strong>il</strong>e dare conto, sia pure sommariamente<br />

con queste brevi note di<br />

tutte le pubblicazioni del Poeta. è del<br />

1970 “L’occhio del ciclone” libro che<br />

si connota come un campo di tensioni<br />

e di drammatici contrasti, ma anche<br />

di giustapposizioni e confronti: arcani<br />

richiami e corrispondenze si intrecciano<br />

tra uomini e astri; cosmo e microcosmo<br />

finiscono con <strong>il</strong> sovrapporsi<br />

così come un metro quadro di terra<br />

racchiude gli stessi segreti del cielo; le<br />

radici degli alberi penetrando nei sepolcri<br />

confondono in sé vita e morte<br />

(alternanza sempre presente, con immagini<br />

bellissime, nella poesia della<br />

Spaziani); <strong>il</strong> lutto per la mattanza dei<br />

> attualità<br />

> di Giovanni rampini<br />

pescespada è nella notte fatto proprio<br />

dall’ululato dell’intero mondo animale<br />

mentre lo sfav<strong>il</strong>lio delle meteore<br />

non si discosta e non è meno mendace<br />

del lucore dei fuochi fatui.<br />

In questa personalissima e grandiosa<br />

visione cosmologica, così come in<br />

talune parti di “La luna è già alta”<br />

è forse dato di cogliere più a fondo<br />

gli aspetti propriamente f<strong>il</strong>osofici<br />

dell’opera della Spaziani, nei limiti in<br />

cui tale termine può valere per<br />

un poeta istintivamente alieno<br />

dal far proprio ogni sistema di<br />

pensiero e portato ad assorbire<br />

e risolvere l’iniziale dato speculativo<br />

nella suggestione fascinosa<br />

dell’elemento naturalistico.<br />

Se con la “Geometria del disordine”<br />

(1981) verranno affrontati<br />

i grandi temi della memoria, del<br />

trascorrere del tempo, della condizione<br />

umana perennemente in<br />

sospeso tra infinito e momento,<br />

del riscatto di quanto si è perduto<br />

mediante un prodigioso salto<br />

di ritorno “dalla vena insabbiata<br />

al magnificat dell’inizio”, con<br />

“Transito con catene” (1977) <strong>il</strong><br />

Poeta, che in tutta la sua opera non<br />

mancherà mai di esternare la sua fede<br />

nel potere della poesia di “riscrivere<br />

la vita”, di trasfigurarla, di trarre speranza<br />

dall’impossib<strong>il</strong>e e verità anche<br />

dalle <strong>il</strong>lusioni, non può esimersi ancora<br />

una volta dal fare riferimento<br />

alla poesia come uno strumento di<br />

salvezza in quanto in grado di captare<br />

ciò che sfugge alla ragione, perfino di<br />

ascoltare i sussurri dei morti, <strong>il</strong> loro<br />

invito a “capovolgere l’occhio e contemplare/non<br />

lo stelo che cresce, ma<br />

più ratta/del fulmine la multipla radice”<br />

fornendo così i mezzi di soccorso<br />

necessari per evitare le insidie in agguato<br />

lungo <strong>il</strong> percorso dell’esistenza.<br />

Sempre tra altissimi vertici si libra la<br />

mente del poeta con “La stella del<br />

libero arbitrio” (1986) e con “I fa-


attualità<br />

sti dell’ortica” (1996). Ironicamente<br />

amaro <strong>il</strong> titolo della prima s<strong>il</strong>loge.<br />

Così la Spaziani ne <strong>il</strong>lustrava <strong>il</strong> significato:<br />

“La stella è razionale, è matematica,<br />

non esce dal suo percorso;<br />

l’arbitrio invece è l’irrazionale: quindi<br />

la stella del libero arbitrio non esiste,<br />

è l’ironia “lasciando intendere come<br />

la libertà umana null’altro sia che<br />

mera <strong>il</strong>lusione, gratuita utopia. Ma è<br />

pur vero che se le vicende umane sono<br />

sottoposte e condizionate dall’ineluttab<strong>il</strong>e<br />

e dall’imprevedib<strong>il</strong>e, da quanto<br />

è precostituito e dettato dalla fissità<br />

dell’immutab<strong>il</strong>e e del necessario, sempre<br />

indenne resta da ogni interferenza<br />

la sfera dei sentimenti e dei ricordi:<br />

nessuno potrà mai sbarrarci “le porte<br />

dell’anima” o interrompere le parabole<br />

e le “iperboliche” spirali che si elevano<br />

dal cuore verso l’altezza di ogni<br />

“possib<strong>il</strong>e”, nessuno può impedirci di<br />

risuscitare da pur minime cose, sia essa<br />

la tonalità di un colore o l’intensità di<br />

un aroma, <strong>il</strong> ricordo di una esperienza<br />

o la presenza di una persona che si<br />

riteneva dimenticata o di colloquiare<br />

con i defunti ascoltandone le “parole<br />

di puro s<strong>il</strong>enzio”.<br />

Emblematico anche l’ossimoro contenuto<br />

nell’intitolazione della seconda<br />

s<strong>il</strong>loge. L’ortica “fraterna alla mirycae<br />

di Pascoli e ai limoni di Montale, è<br />

importante come emblema di ricerca<br />

di una verità pungente, capace di<br />

affrontare anche <strong>il</strong> rischio di ferirsi,<br />

di bruciarsi pur di esporsi alla nuda<br />

vita..... Il poeta non dimentica mai<br />

che la vita è sempre se stessa e altro da<br />

sé, che è insieme semplice e complessa,<br />

superficiale e profonda, luminosa e<br />

oscura, che è dramma e allegretto, grido<br />

e s<strong>il</strong>enzio, sistole e diastole, dono e<br />

mistero. Il desiderio di estirpare ogni<br />

male dalla terra è un’utopia disastrosa<br />

perché <strong>il</strong> male è <strong>il</strong> rovescio necessario<br />

del bene nel ciclo cosmico dell’essere e<br />

del nulla.” (Paolo Lagazzi).<br />

Non posso fare a meno di confessare<br />

di essere rimasto sempre particolarmente<br />

affascinato dalla lettura di<br />

quella che è forse l’opera più singolare<br />

della Spaziani, “La traversata dell’oasi”<br />

(2002), strab<strong>il</strong>iante canzoniere<br />

amoroso ricco di oltre 200 liriche in<br />

cui si riflettono, come in uno sfav<strong>il</strong>lante<br />

caleidoscopio, le infinite sfaccettature<br />

dell’amore inteso in tutta la sua<br />

essenza proteiforme, entità inafferrab<strong>il</strong>e<br />

nella sostanza, fatta solo di eterno<br />

misterioso movimento e non definib<strong>il</strong>e<br />

attraverso astrazioni in quanto vita e<br />

assoluto. Non a caso la tematica amorosa,<br />

larvatamente presente in tutto <strong>il</strong><br />

percorso poetico della Spaziani e spesso<br />

chiave interpretativa del senso e del<br />

contenuto di talune sue composizioni,<br />

è rintracciab<strong>il</strong>e nelle più inattese delle<br />

occasioni, quasi un fiume carsico che<br />

affiora e che scompare innumerevoli<br />

volte, talora modesto corso, talora<br />

fiumana straripante che di nuovo si<br />

inabissa per riemergere e alimentare<br />

nuovi rivoli in plaghe imprevedib<strong>il</strong>i e<br />

lontane.<br />

All’inizio di quest’anno la Casa Editrice<br />

Mondadori ha dedicato al Poeta<br />

un numero della collana “I Meridiani”<br />

comprensivo delle ultime s<strong>il</strong>logi<br />

“La luna è già alta” (2006) e “L’incrocio<br />

delle mediane” (2009) in cui in più<br />

parti si fa largo la meditazione sul fatale<br />

ep<strong>il</strong>ogo della vita dell’uomo (scherzosamente<br />

chiamato “l’innominab<strong>il</strong>e”)<br />

inteso e auspicato come visione e<br />

compimento “Quando sarà? Paziente<br />

<strong>il</strong> messaggero/vorrà date precise. Gli<br />

dirò/lasciami camminare fino a quando/giungerò<br />

all’orizzonte”. Ecco, <strong>il</strong><br />

compimento e <strong>il</strong> senso di un fine è <strong>il</strong><br />

culmine del pensiero morale del Poeta<br />

e sarà anche <strong>il</strong> tema fondamentale della<br />

“Giovanna d’Arco”, poema in ottave<br />

(ma l’autrice preferisce chiamarlo<br />

“romanzo popolare”) scritto di getto<br />

11<br />

in un mese pur se scaturito da lunghe<br />

e scrupoloso ricerche archivistiche. La<br />

Pulzella, fortunosamente sfuggita, secondo<br />

una tesi avanzata da taluni storici<br />

e fatta propria dal Poeta, dal rogo<br />

di Rouen, perirà tra le fiamme di un<br />

rogo liberamente cercato e accettato,<br />

non fuoco “stupratore”, ma desiderato<br />

amante nelle cui braccia si getterà<br />

dopo che era divenuto insostenib<strong>il</strong>e<br />

<strong>il</strong> senso di solitudine e di vacuità di<br />

una vita ormai svuotata di significato<br />

in quanto resa priva del compimento<br />

della sorte cui ella era stata chiamata.<br />

Il volume, corredato da un ricco apparato<br />

critico e bibliografico, contiene<br />

anche una biografia del Poeta da cui è<br />

possib<strong>il</strong>e desumere interessanti notizie<br />

circa <strong>il</strong> Premio Montale che <strong>il</strong> destino<br />

volle legare a doppia mandata alla<br />

nostra Città. Nato come f<strong>il</strong>iazione del<br />

Centro Montale e come Premio itinerante,<br />

l’iniziativa, fortemente voluta<br />

e sostenuta dalla Spaziani anche con<br />

personale sacrificio economico, concluse<br />

infatti con l’edizione di Gubbio<br />

del 2002 <strong>il</strong> suo iter a seguito di dissensi<br />

interni insorti circa la gestione del<br />

Premio stesso. Nel settembre del 2004<br />

venne presentato <strong>il</strong> nuovo “Premio<br />

Montale Europa” che, ancora presieduto<br />

dalla Spaziani, avrebbe dovuto<br />

prendere avvio nell’ottobre successivo<br />

là dove <strong>il</strong> precedente era terminato<br />

e cioè a Gubbio, quasi a rinsaldare<br />

idealmente vecchio e nuovo. Ma<br />

un provvedimento di diffida emesso<br />

dall’autorità giudiziaria su sollecitazione<br />

di due “accaniti membri dell’ex<br />

direttivo Montale” pose nel nulla l’appuntamento<br />

con la nostra Città e con<br />

esso le sorti stesse del nuovo premio.<br />

La comunità di Gubbio serba gratitudine<br />

verso l’<strong>il</strong>lustre Poeta per averla<br />

onorata della sua presenza e per aver<br />

dato lustro al nostro Comunale ponendolo<br />

sullo stesso livello dei grandi<br />

Teatri attraverso cui <strong>il</strong> Premio era<br />

transitato tra cui <strong>il</strong> Teatro Farnese di<br />

Parma, <strong>il</strong> Carignano di Torino, l’Argentina<br />

di Roma, <strong>il</strong> Mercadante di<br />

Napoli, l’Am<strong>il</strong>care Ponchielli di Cremona,<br />

sentimenti che l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> fa propri esprimendo<br />

alla gent<strong>il</strong>issima Signora Spaziani,<br />

unitamente alla più stupefatta ammirazione,<br />

i migliori auguri per la prosecuzione<br />

del suo impegno poetico.


12<br />

Il 15 ottobre riaprirà la piscina comunale.<br />

A vincere la gara di appalto per<br />

la sua gestione è stata la “Azzurra società<br />

cooperative” di Gualdo Tadino<br />

che già gestisce altri 9 impianti nella<br />

nostra regione. Azzurra gestirà l’impianto<br />

di Gubbio per 15 anni e dovrà<br />

effettuare a suo carico 1,2 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro per lavori di ristrutturazione,<br />

ricevendo 70.000 euro dal Comune.<br />

Interventi che verranno portati avanti<br />

in maniera tale da non interrompere<br />

l’attività. Un bando poco oneroso per<br />

<strong>il</strong> nostro Comune che all’inizio aveva<br />

previsto per <strong>il</strong> progetto generale 1,8<br />

m<strong>il</strong>ioni di euro. In questa maniera <strong>il</strong><br />

Comune risparmierà anche di più.<br />

Che cosa si potrà fare nella nostra piscina:<br />

Fitness, scuola nuoto bambini e ragazzi,<br />

scuola nuoto adulti, preagonistica<br />

ed agonistica, progetti per le<br />

scuole. Inoltre i disab<strong>il</strong>i residenti nel<br />

nostro Comune potranno entrare<br />

gratuitamente al nuoto libero; e le<br />

associazioni che operano nel sociale<br />

e le associazioni sportive potranno<br />

accedere a condizioni agevolate agli<br />

impianti.<br />

Ed ecco quanto ci ha dichiarato l’architetto<br />

Raffaello Di Benedetto assessore<br />

ai lavori pubblici.<br />

E allora ci siamo, assessore <strong>il</strong> 15 ottobre<br />

si riaprirà la piscina comunale<br />

“riveduta e corretta”.<br />

«Il progetto di rifunzionalizzazione<br />

attraverso un nuovo appalto della piscina<br />

comunale è solo <strong>il</strong> primo obiettivo<br />

che ci siamo proposti come nuova<br />

amministrazione. Spero a breve di<br />

poter far vedere realizzati altri interventi<br />

attesi da anni dalla città.<br />

Il progetto che in questi giorni si sta<br />

attivando e che porterà alla riaperura<br />

dell’impianto <strong>il</strong> 15 ottobre, costituisce<br />

<strong>il</strong> primo stralcio funzionale di un<br />

intervento che successivamente interesserà<br />

anche l’attuale spazio occupato<br />

dai campi di tennis.<br />

Infatti <strong>il</strong> loro spostamento presso <strong>il</strong><br />

nuovo polo sportivo del Coppiolo<br />

permetterà di ricavare un vero e proprio<br />

spazio di aggregazione sociale<br />

ut<strong>il</strong>e a più strutture.<br />

Riferirsi alla piscina come una struttura<br />

“riveduta e corretta” penso che<br />

sia <strong>il</strong> termine più giusto.<br />

Dopo gli interventi preventivi effettuati<br />

a cavallo dei mesi di dicembre<br />

2011 gennaio 2012, senza che nulla<br />

di quello fatto sia stato ora gettato<br />

via, e dopo aver allontanato dalla<br />

struttura più di 7 camion di attrezzature<br />

inservib<strong>il</strong>i, ora la piscina sta<br />

riguadagnando la sua immagine di<br />

impianto funzionale e decoroso.<br />

Quello che ora si sta eseguendo sulla<br />

costruzione è solo l’anticipo di un più<br />

esteso intervento quantificato dai nuovi<br />

gestori per un importo complessivo<br />

> attualità<br />

piScina comunale: nuova GeStione<br />

> di pina pizzichelli<br />

di lavori pari a € 1.320.000,00 e che<br />

riguarderà non solo l’interno della<br />

struttura ma anche gli esterni, i nuovi<br />

percorsi di accesso, l’intera immagine<br />

architettonica del complesso.<br />

Vedrete <strong>il</strong> giorno dell’inaugurazione<br />

con quanto gusto e passione si stanno<br />

curando gli interni e la loro funzionalità!<br />

Inoltre la cosa più importante è che<br />

l’impianto sarà gestito nel rispetto<br />

delle regole del nuovo capitolato<br />

d’oneri ut<strong>il</strong>izzato per l’effettuazione<br />

della gara d’appalto.<br />

Quest’ultimo non solo sarà capace<br />

di prevedere le modalità di controllo<br />

della qualità offerta, ma anche<br />

un meccanismo di adeguamento dei<br />

prezzi da applicare che, ora lasciati<br />

pressoché identici a quanto previsto<br />

dalla vecchia gestione, vedranno <strong>il</strong><br />

loro adeguamento solo in funzione<br />

della qualità e quantità dei servizi<br />

erogati.<br />

Forse questa è la volta buona che riusciremo<br />

a vedere la trasformazione<br />

delle vasche esterne ut<strong>il</strong>i non solo<br />

all’effettuazione delle gare agonistiche<br />

ma anche come spazi per <strong>il</strong> vero e<br />

proprio divertimento in un luogo che<br />

qualcuno prima di me avrebbe ben visto<br />

divenire <strong>il</strong> “mare di Gubbio”.<br />

Inoltre, nel rispetto di quanto proposto<br />

in sede di effettuazione di gara,<br />

sono stati mantenuti i livelli occupazionali<br />

precedentemente ut<strong>il</strong>izzati.<br />

In questo momento di crisi occupazionale<br />

ciò non mi sembra poco.»<br />

l’orario di apertura al pubblico<br />

per <strong>il</strong> nuoto libero della stagione<br />

invernale 2012/2013 è <strong>il</strong> seguente:<br />

dal lunedì al venerdì dalle 10 alle<br />

21.30; sabato dalle 10 alle 19;<br />

domenica chiuso.<br />

per inFormazioni:<br />

cell. 334 3681535<br />

www.azzurrapiscine.it


attualità<br />

8<br />

> attualità<br />

“ce vedemo Sotto l’oroloGio”<br />

> di Fabrizio roSati<br />

Capitani e Capodieci per <strong>il</strong> 2012<br />

L’orologio di Piazza Quaranta Martiri era dotato di quadrante bianco e nume- svolto: l’azienda che lo ha effettuato<br />

è stato ed è ancora per la nostra meri arabi con indici tondi alle estremità, ha messo <strong>il</strong> proprio nome sull’orologio,<br />

moria collettiva un riferimento, perché come tutti quelli presenti nelle stazioni creando un “falso storico”; i quadran-<br />

la sua funzione non è stata solo quella ferroviarie.<br />

ti sono stati sostituiti con dei nuovi in<br />

di scandire <strong>il</strong> tempo ma anche di iden- La storia racconta che l’acquisto da plexiglass (scelta molto discutib<strong>il</strong>e),<br />

tificare un luogo particolarmente vitale parte del Comune, avvenne dopo lunga stampando numeri a grafica moderna,<br />

per i rapporti sociali degli eugubini. La trattativa con i Fratelli Miroglio che si che vengono a contrastare con lo st<strong>il</strong>e<br />

storia di di questo Michela segnatempo Biccheri inizia nel chiuse per la somma di 3.200 lire. Venne delle lancette originali conservate; infi-<br />

1927 quando <strong>il</strong> Comune di Gubbio lo praticato un sensib<strong>il</strong>e sconto sul prezzo<br />

di base perché <strong>il</strong> modello originale, del<br />

ne la lancetta dei minuti non corrispon-<br />

Eccoci ancora in quel periodo dell’anno che quale si affaccia si dotò trepi- in seguito anche la Città<br />

dante sui preparativi per la Festa più bella del di Torino, mondo. era Eccoci sormontato da una coro-<br />

dunque a presentare ai lettori, agli eugubini, na che ai ceraioli venne esclusa tut- sia per ridurre la<br />

ti, coloro che saranno i protagonisti della spesa Festa sia dei per Ceri <strong>il</strong> simbolo del poco conforme<br />

2012.<br />

con la storia della città. L’orologio ven-<br />

Guarderemo guidare a cavallo la varie fasi della<br />

ne installato<br />

Festa i signori,<br />

sul luogo dal moderatore<br />

Massimo Faramelli “de Peppebello” e Stefano Vagnarelli “Spa-<br />

comunale nonché orologiaio Ruggero<br />

ra”, rispettivamente Primo e Secondo Capitano, estratti dal<br />

Bellucci. Il moderatore comunale era<br />

bussolo pubblicamente lo scorso anno.<br />

addetto alla manutenzione e alla sin-<br />

I santubaldari hanno affidato <strong>il</strong> compito di alzare <strong>il</strong> Cero di<br />

L’orologio, Sant’Ubaldo prima al e ceraiolo dopo <strong>il</strong> restauro Giovanni Barbetti, per<br />

cronizzazione<br />

la zona est,<br />

degli<br />

ma-<br />

orologi pubblici.<br />

nicchia di San Marco. Ha guidato <strong>il</strong> Cero di<br />

Negli<br />

Sant’Ubaldo<br />

ultimi anni,<br />

lun-<br />

pur mantenendo la<br />

acquista go <strong>il</strong> secondo presso pezzo la ditta del Miroglio Corso e nella di Toseconda<br />

sua girata funzione della simbolica, sera <strong>il</strong> vecchio orode agli indici di riferimento.<br />

rino, a punta una d’avanti. fabbrica Dopo storica due e prestigiosa anni di attesa, Giovanni logio mostrava si troverà i segni e evidenti forte emozione del tem- di questa Queste straordinaria osservazioni e unica nulla esperienza, tolgono a<br />

nella a vivere realizzazione in prima persona di orologi l’esclusivo da piazza compito po non unificatore, assolvendo ad più la prima al suo domenica compito di chi marzo, ha sostenuto durante la <strong>il</strong> solenne ripristino celebrazione dell’orolo-<br />

e essere da torre. la guida A tale dei proposito ceraioli. vale Giovanni la pena realizzerà originario. la prima vera della S. Messa in occasione gio, ma della vorrebbero canonizzazione richiamare di Sant’Ubal-<br />

ad una<br />

ricordare che la grafica degli orologi Recentemente è stata fatta un operazio- maggiore attenzione futura, per una<br />

con funzioni pubbliche era stata qualne di restauro, grazie alla sensib<strong>il</strong>ità e più attenta ricognizione di competenze<br />

che Come anno amici, prima collaboratori uniformata in e soci tutto non <strong>il</strong> potevamo all’interessamento non pub- di festato varie componen- attaccamento al specialistiche Cero giustamente perché riconosciuto ogni opera ora, di re-<br />

mondo, blicare dopo con massimo che la lettura orgoglio errata la notizia da che ti della ha coinvolto città e finalmente <strong>il</strong> ma innegab<strong>il</strong>mente è tornato a da stauro sempre grande e soprattutto o piccola da che parte sia, di è tutti anche<br />

parte nostro di un Direttore capostazione, e Consigliere dovuta del alla <strong>Maggio</strong> splendere <strong>Eugubino</strong>, e a Ubal- funzionare i ceraioli; correttamen- una scelta inevitab<strong>il</strong>e e soprattutto e naturale opera alla di conoscenza quale ci unia- e di<br />

poca do chiarezza, Gini. Il Senato causò uno santantoniaro dei più gravi lo ha te. proclamato Primo mo per l’affetto che ci recupero lega a lui della e per memoria, la condivisione e come di tale una ri-<br />

disastri Capodieci ferroviari del Cero avvenuto di Sant’Antonio negli Stati per A l’anno tal proposito 2013! vorrei passione però evidenziare comune verso chiede la Festa un più approccio bella del f<strong>il</strong>ologico, mondo. in rela-<br />

Uniti. Una Di lunga conseguenza carriera ceraiola anche degnamente <strong>il</strong> nostro, coronata, alcune difformità un mani- presenti nel lavoro zione alle informazioni disponib<strong>il</strong>i.<br />

13


14<br />

All’indomani dell’Unità d’Italia iniziarono<br />

anche a Gubbio le lotte politiche<br />

tra la parte vincitrice, la sinistra progressista,<br />

che aveva guidato <strong>il</strong> processo<br />

risorgimentale e <strong>il</strong> vecchio apparato<br />

papalino, conservatore e moderato<br />

che in qualche misura aveva impedito<br />

alla città gravi conseguenze come era<br />

accaduto in altri luoghi. Campione<br />

dei patrioti era Angelico Fabbri<br />

(1822-1866), mentre <strong>il</strong> partito più reazionario<br />

aveva come suo principale<br />

rappresentante <strong>il</strong> marchese Francesco<br />

Ranghiasci Brancaleoni. Tra questi<br />

due personaggi, determinanti per la<br />

storia di Gubbio di buona parte del<br />

XIX secolo, non era mai corso buon<br />

sangue, men che meno dopo <strong>il</strong> 1860,<br />

quando la fine di certi priv<strong>il</strong>egi di casta,<br />

se non di rango, permise anche<br />

ai patrioti eugubini l’accesso alla<br />

documentazione dell’amministrazione<br />

comunale. Senza entrare troppo<br />

nei dettagli basta citare la nota pubblicazione<br />

di Fabbri “Ai suoi onesti<br />

concittadini”, non datata<br />

ma pubblicata nel luglio del<br />

1862 – sulla quale sono stati<br />

raccolti diversi documenti<br />

– per assaporare <strong>il</strong> clima<br />

dello scontro politico che si<br />

era acceso in quella rovente<br />

estate eugubina. Il libretto,<br />

vero e proprio caposaldo per<br />

ogni ricostruzione biografica<br />

di Fabbri, fu edito in risposta<br />

ad un precedente libello<br />

fatto stampare dal marchese<br />

Ranghiasci. Era chiaro che<br />

senza avere lo scritto del<br />

marchese la ricostruzione dei<br />

fatti che diedero luogo a quel<br />

forte scontro sarebbe rimasta<br />

monca e incompleta.<br />

L’anno scorso, in occasione<br />

dei 150 anni dell’Unità<br />

d’Italia, una copia di questa<br />

pubblicazione è finalmente<br />

riemersa dal fondo antico<br />

della biblioteca comunale<br />

Sperelliana, vero<br />

scrigno di opere<br />

inedite, tutto da esplorare e<br />

valorizzare.<br />

Le “Memorie patrie pubblicate<br />

dal marchese Francesco<br />

Ranghiasci Brancaleoni di<br />

Gubbio”, stampate a Perugia<br />

nel giugno 1862 erano<br />

in risposta ad alcuni scritti<br />

anonimi, ma fatti pubblicare<br />

da Fabbri e Alessandro Domeniconi<br />

poche settimane<br />

prima, che smascheravano<br />

secondo gli autori <strong>il</strong> pessimo<br />

comportamento tenuto da<br />

Ranghiasci in occasione delle<br />

stragi di Perugia del 1859.<br />

La risposta del marchese,<br />

durissima, diede motivo al<br />

Fabbri di replicare con <strong>il</strong> ricordato<br />

e arcinoto opuscolo<br />

“Ai suoi onesti concittadini”.<br />

In questa sede è ovviamente<br />

impossib<strong>il</strong>e commentare<br />

adeguatamente lo scritto del<br />

Ranghiasci della cui impor-<br />

> storia arte e cultura<br />

i “libelli” ranGhiaSci-Fabbri del 1862<br />

La prima pagina dello scritto Fabbri.<br />

Gubbio, biblioteca comunale Sperelliana.<br />

> di Fabrizio cece e baS<strong>il</strong>io tinti<br />

Il frontespizio del ritrovato opuscolo Ranghiasci.<br />

Gubbio, biblioteca comunale Sperelliana.<br />

tanza nessuno può dubitare.<br />

Piccoli esempi. Il nob<strong>il</strong>uomo, a proposito<br />

di Fabbri, scriveva tra l’altro:<br />

«Partì da Gubbio con pochi soldi e ritornò<br />

con le tasche ripiene, con grado<br />

di Capitano, ordinanza, carrozza, cavalli,<br />

valigi, speroni e frustino, di cui<br />

non fece sempre <strong>il</strong> miglior uso». Di<br />

Domeniconi: «migliorò assai le sue<br />

finanze come Ricevitore del Demanio».<br />

Chiosava infine: «In una parola<br />

ambedue da una meschina posizione<br />

salirono ai più altri seggi Municipali,<br />

da cui senza dubbio scenderanno<br />

quando gli Eugubini apprezzeranno<br />

meglio <strong>il</strong> diritto che gli accorda la Costituzione».<br />

Sappiamo com’è andata<br />

a finire!<br />

Si auspica pertanto la ristampa, magari<br />

in forma anastatica e con un adeguato<br />

commento storico-critico, delle<br />

pubblicazioni Ranghiasci-Fabbri.<br />

Sarebbe <strong>il</strong> modo migliore per tornare<br />

ancora una volta a parlare della storia<br />

recente di Gubbio, dei suoi cittadini,<br />

dei sui protagonisti.


storia arte e cultura<br />

toni bellucci: archiveS - 3<br />

> di ettore a. Sannipoli<br />

Una serrata metrica compositiva<br />

contraddistingue questi pannelli di<br />

Toni Bellucci. Sono opere impaginate<br />

rigorosamente, secondo una sintassi che<br />

combina scomparti in r<strong>il</strong>ievo e supporti<br />

che restano sotto livello, costituenti la<br />

base della rappresentazione. A questo<br />

scandire in alti e bassi le superfici, si<br />

aggiunge l’opportuna variatio formale<br />

dei settori r<strong>il</strong>evati, rettangolari ma<br />

anche rotondi o a losanga; nonché<br />

le differenze di texture e tonali dei<br />

fondi bianchi, che possono presentare<br />

incisioni appena percettib<strong>il</strong>i con<br />

s<strong>il</strong>houette, linee prospettiche e pseudoscritture.<br />

I pannelli vengono di norma<br />

raggruppati in serie, a formare trittici o<br />

altre successioni ordinate.<br />

Su queste superfici, sapientemente<br />

preparate e articolate, si dispongono le<br />

vere e proprie figure: elementi in lamina<br />

di piombo, penne e frecce, frammenti<br />

di minerali et sim<strong>il</strong>ia (verderame<br />

cristallizzato, carbone), cartigli,<br />

rotuli con iscrizioni e quant’altro.<br />

Sagomatura e lavorazione delle foglie<br />

metalliche mirano spesso ad ottenere<br />

forme sospese e pendenti, graffianti<br />

a volte come artigli; in altri casi<br />

tendono alla piena resa antropomorfa,<br />

definendo immaginette umane di<br />

sapore archeologico e arcaizzante. La<br />

base cromatica è quella scura e severa<br />

del piombo, nob<strong>il</strong>itata da patine<br />

cupriche e arricchita qua e là da intense<br />

note di colore rosso o verde turchese,<br />

su fondo nero.<br />

Alcuni pannelli si differenziano dagli<br />

altri per la presenza alla base di<br />

mensoline sulle quali sono poste ampolle<br />

o boccette che contengono arcane<br />

sostanze colorate. Queste bottigliette<br />

invogliano a essere prese e toccate,<br />

trovandosi contemporaneamente nello<br />

spazio fittizio della rappresentazione<br />

e in quello reale dell’esistenza. Esse<br />

armonizzano in sé due mondi diversi,<br />

15<br />

stab<strong>il</strong>endo - con grande efficacia estetica<br />

- un continuum tra forma artistica e<br />

realtà. E creando così una dimensione<br />

a parte, intermedia tra la pura forma<br />

e la pura funzione. Come l’ansa del<br />

vaso, indagata con minuziosa analisi e<br />

profonda sapienza da Georg Simmel.<br />

Toni Bellucci, Archives - 3. Tuscania,<br />

Magazzini della Lupa, 8-23 settembre<br />

2012.


16<br />

Dieci anni fa, proprio sulle pagine de «L’<strong>Eugubino</strong>», scrissi<br />

un articolo relativo alla Fabbrica di Ceramiche Brizi e Compagni,<br />

sorta in Gubbio nel 1921, riportando le poche notizie<br />

su questa manifattura desumib<strong>il</strong>i dalla stampa del tempo e<br />

presentando per la prima volta alcune opere prodotte durante<br />

la breve attività della ditta.<br />

Documenti inediti rintracciati di recente in un archivio privato,<br />

mi permettono di gettare nuova luce su questa dimenticata<br />

fabbrica eugubina. Per ora accennerò soltanto alle principali<br />

novità ricavab<strong>il</strong>i dall’esame del materiale documentario,<br />

riservandomi di analizzare in dettaglio le carte d’archivio in<br />

una successiva occasione.<br />

L’attività della «Brizi e Compagni» ha inizio ben prima della<br />

«benedizione della fornace» avvenuta <strong>il</strong> 12 maggio 1921.<br />

L’11 gennaio, infatti, era stato già stipulato <strong>il</strong> contratto d’affitto<br />

dei locali ad uso della manifattura, che aveva sede in<br />

Palazzo Ranghiasci (nel cosiddetto «Teatro» palatino) e in<br />

alcuni vani della retrostante via Galeotti. Gemma Melchiori<br />

Ranghiasci contrasse questo e altri impegni di locazione con<br />

Tullio Brizi, rappresentante legale della Società: veniamo così<br />

a sapere, finalmente, <strong>il</strong> nome di battesimo del «Prof. Brizi»<br />

citato dalle fonti, che ci permette di identificare tale personaggio<br />

con <strong>il</strong> noto restauratore assisano (1888-1977), attivo<br />

pure a Gubbio - assieme allo zio Domenico - nel campo degli<br />

> storia arte e cultura<br />

documenti inediti Sulla Fabbrica<br />

di ceramiche brizi e compaGni > di ettore a. Sannipoli<br />

Fabbrica Ceramiche Brizi e Compagni, spolvero su carta lucida da ricalco con<br />

danzatrice, 1921-1922 ca. Gubbio, collezione privata.<br />

Fabbrica Ceramiche Brizi e Compagni, vaso (albarello) decorato a girali vegetali,<br />

1921-1922 ca., maiolica, h. cm 13,4. Gubbio, collezione privata.<br />

interventi conservativi su antichi dipinti murali. Anche da<br />

una lettera riguardante Antonio Nigi, socio e capo operaio<br />

della «Brizi e Compagni», si apprende che i lavori della fabbrica<br />

erano iniziati nel gennaio del 1921.<br />

Il vero e proprio atto di costituzione della «Società in nome<br />

collettivo», avente per scopo la «produzione e rivendita di<br />

maioliche artistiche e di stoviglie», risale però al 13 giugno<br />

1921, nello studio eugubino del notaio Lamberto Marchetti.<br />

I soci sono cinque: Eleonora Baffoni (con una quota di £<br />

30.000), Tullio Brizi (£ 22.000), Augusto Franceschetti (£<br />

10.000), Giuseppe Franceschetti (£ 5.000) e Antonio Nigi (£<br />

3.000), per un capitale sociale di £ 70.000. La durata prevista<br />

del sodalizio è di cinque anni. Brizi, oltre che rappresentante<br />

legale, è direttore tecnico dello stab<strong>il</strong>imento e delegato<br />

al commercio dei prodotti. La Baffoni riveste <strong>il</strong> ruolo di<br />

coadiutrice del direttore. Augusto Franceschetti è contab<strong>il</strong>e,<br />

cassiere e magazziniere. Giuseppe Franceschetti «amministratore»<br />

(riceverà, come vedremo, l’incarico di liquidatore<br />

dell’impresa). Nigi, infine, è nominato «sorvegliante della<br />

produzione di stoviglie». Tra i nomi non compaiono quelli di<br />

Giuseppe Nigi e di Ingino Baffoni, citati invece in un articolo<br />

sulla manifattura del 26 maggio 1921, anche se da alcuni


storia arte e cultura<br />

documenti senza data apprendiamo che Ingino sicuramente<br />

riverberò ceramiche per la fabbrica di sua sorella Eleonora.<br />

Già, perché dal gennaio del 1922 è proprio Eleonora Baffoni<br />

ad assumere la «qualifica di direttore della fabbrica Cer. Brizi<br />

e C. gni , in virtù del foglio privato del 24.I.22 r<strong>il</strong>asciato dal<br />

Sig. Brizi, direttore titolare della fabbrica stessa». Poco dopo<br />

Antonio Nigi venne «dimesso dal lavoro senza preavviso di<br />

legge» e iniziò così una lunga controversia con la Società<br />

richiedendo un compenso «per l’opera compiuta» e rinunciando,<br />

infine, «a ogni diritto a lui proveniente in qualità di<br />

socio».<br />

Sono queste le prime avvisaglie di trasformazioni in atto<br />

motivate forse da qualche serio problema economico che<br />

cominciava a manifestarsi nel corso dell’attività produttiva.<br />

La fabbrica, specializzata in «stoviglie rustiche umbre»,<br />

smerciava le proprie ceramiche a Gubbio e in località circonvicine<br />

(Assisi, Cantiano, Gualdo Tadino, Pietralunga), approfittando<br />

a volte di occasioni quali le fiere stagionali. Una<br />

parte degli oggetti raggiunse anche <strong>il</strong> mercato romano, grazie<br />

ai contatti con rivenditori come Ettore Musciacco. All’entità<br />

delle vendite si può risalire, indicativamente, tramite un<br />

bollettario relativo al periodo dicembre 1921 - agosto 1922<br />

e ad un quaderno di appunti datab<strong>il</strong>e, a quanto sembra, al<br />

bimestre settembre-ottobre 1921. Il mancato pagamento di<br />

alcune commissioni, come quelle numerose e r<strong>il</strong>evanti della<br />

Ditta Musciacco (<strong>il</strong> 23 novembre 1923 ancora debitrice della<br />

«Brizi e Compagni» per un importo di £ 1.084), contribuì di<br />

sicuro al dissesto della manifattura eugubina, già sofferente<br />

per cambiali emesse e per debiti contratti con ditte fornitrici<br />

di materiali (smalto, cristallina, colori) quali la Società Anonima<br />

Colorificio Römer di Firenze.<br />

Così, nel corso del secondo semestre del 1922, si decise di<br />

mutare la «Società in nome collettivo» in «Società per azioni»<br />

e - a quanto pare su consiglio dell’avvocato Giovanni<br />

Clementi - si addivenne alla stipula della liquidazione della<br />

ditta, affidata all’esperienza e alle indubbie capacità di Giuseppe<br />

Franceschetti. L’ultimo periodo documentato della<br />

breve vita della nostra impresa riguarda soprattutto l’inventario<br />

dei beni posseduti e la vendita sia dei prodotti rimasti<br />

in magazzino sia del materiale e degli attrezzi di fabbrica.<br />

Si conservano elenchi di oggetti «di 1 a » e «di 2 a categoria»<br />

esistenti in magazzino con i corrispettivi prezzi; liste di cera-<br />

Intestazione su foglio di bollettario della Fabbrica Ceramiche Brizi e Compagni,<br />

1921. Gubbio, collezione privata.<br />

miche vendute a diversi acquirenti con i relativi introiti; registrazioni<br />

di entrate e di uscite, e così via. Particolare interesse<br />

riveste <strong>il</strong> «Conto di merci fornite alla Fabbrica M. Giorgio»,<br />

cioè alla ditta eugubina diretta da Polidoro Benveduti, r<strong>il</strong>evataria<br />

di molti dei materiali della «Brizi e Compagni»:<br />

«stampi in gesso», «tavole per lavoro», «torni in legno»,<br />

17<br />

Fabbrica Ceramiche Brizi e Compagni, disegni a inchiostro su carta con motivi<br />

floreali (uno dei quali usato come spolvero), 1921-1922 ca. Gubbio, collezione<br />

privata.<br />

«tornelle», «rastrelliere», «ferri per fornace» e altro ancora,<br />

per un importo complessivo di £ 5.685. Insomma tra <strong>il</strong> 1922<br />

e <strong>il</strong> 1926 Giuseppe Franceschetti, con grande impegno, cercò<br />

di ripianare i debiti di una manifattura ormai dismessa, come<br />

significativamente indica un sintetico «Conto della fabbrica<br />

Brizi» in calce al quale sono riportate, a matita, due cifre:<br />

quella delle uscite, che ammontano a £ 9.909, e quella - faticosamente<br />

raggiunta - delle entrate, che ammontano invece<br />

a £ 10.440.<br />

Infine una sorpresa. Oltre ai documenti d’archivio, di questa<br />

manifattura si sono per buona sorte conservati anche<br />

numerosi spolveri, in prevalenza su carta lucida da ricalco,<br />

alcuni dei quali mai usati. Molti di essi presentano decori<br />

ornamentali, con una speciale pred<strong>il</strong>ezione per delicati motivi<br />

floreali o comunque fitomorfi. Altrettanto significativo è<br />

<strong>il</strong> gruppo con soggetti figurati, che sembrano tratti perlopiù<br />

da vignette o <strong>il</strong>lustrazioni di riviste e di giornali del tempo.<br />

Un repertorio iconografico ancora tutto da studiare, assai<br />

promettente per ampliare le nostre conoscenze su una delle<br />

più brevi avventure, in campo ceramico, tra quelle vissute a<br />

Gubbio nei tumultuosi anni del primo dopoguerra.<br />

Bibliografia essenziale<br />

Sulla Fabbrica di Ceramiche Brizi e Compagni cfr. E.A. Sannipoli,<br />

La Fabbrica Ceramiche Brizi e Compagni: notizie preliminari e ipotesi<br />

di ricerca, in «L’<strong>Eugubino</strong>», a. LIII (2002), n. 1, pp. 29-30.<br />

Su Tullio Brizi cfr. A. Settimj Vivaldi, Brizi. Una grande famiglia,<br />

Roma 2011, pp. 22, 142-144.<br />

Un sentito ringraziamento al proprietario dei documenti sulla fabbrica<br />

in esame.


PSR<br />

PROGRAMMA DI<br />

SVILUPPO RURALE PER<br />

L’UMBRIA 2007 - 2013<br />

MIS. 3.1.3<br />

XXXI Mostra Mercato Nazionale<br />

del TArTufo BIANco<br />

e dei prodotti agro-alimentari<br />

Gubbio<br />

dal 31 ottobre al 4 novembre 2012<br />

sedi della mostra<br />

Piazza Grande<br />

Arconi Via Baldassini<br />

inaugurazione<br />

31 ottobre 2012<br />

ore 17.00<br />

apertura stand dalle<br />

ore 9.30 alle ore 19.30<br />

info: 075 9220693 - info@iat.gubbio.pg.it<br />

www.tartufodigubbio.it


vita dell’associazione<br />

conoScere Gubbio Xi<br />

Domenica 30 settembre si è svolta l’undicesima<br />

edizione di “Conoscere Gubbio”<br />

la splendida iniziativa esplorativa<br />

delle bellezze cittadine fortemente voluta<br />

e promossa nelle sue prime edizioni<br />

dal compianto Presidente Onorario<br />

del <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> Maestro<br />

Pietrangelo Farneti, in collaborazione<br />

con <strong>il</strong> Comune di Gubbio, le Famiglie<br />

Ceraiole e la Bas<strong>il</strong>ica di Sant’Ubaldo.<br />

Il tema della giornata è stato: “Il Colle<br />

Eletto”, quindi la Bas<strong>il</strong>ica di S. Ubaldo<br />

con la raccolta delle Memorie Ubaldiane<br />

e le Cappellucce del Colle Eletto.<br />

Al saluto del Sindaco di Gubbio Diego<br />

Guerrini ha fatto seguito la dotta<br />

guida del consigliere Ettore Sannipoli,<br />

coadiuvato da Francesco Mariucci,<br />

S<strong>il</strong>via Alunno e F<strong>il</strong>ippo Paciotti che ha<br />

consentito di apprezzare anche sotto<br />

l’aspetto architettonico ed artistico<br />

la Bas<strong>il</strong>ica dedicata a S. Ubaldo e di<br />

GUBBIO (PG) - Fraz. Torre Calzolari - Via S. Anna, 73<br />

con Carni Locali<br />

Freschezza da non perdere<br />

Salumi e Piatti Pronti di Produzione Propria<br />

Ritaglia questo specchietto e avrai uno<br />

SCONTOdel10%<br />

su tutta la spesa!<br />

ammirare la raccolta delle “Memorie<br />

Ubaldiane” ubicate nel complesso stesso,<br />

ponendo particolare attenzione alle<br />

urne che nei secoli passati hanno permesso<br />

la conservazione ed esposizione<br />

del corpo incorrotto di Sant’Ubaldo,<br />

nonché <strong>il</strong> piviale e la documentazione<br />

iconografica sul Santo e la Festa dei<br />

Ceri in esposizione permanente.<br />

Abbiamo poi disceso a piedi <strong>il</strong> monte<br />

Ingino sotto un cielo minaccioso ma<br />

miracolosamente privo di pioggia, soffermandoci<br />

presso le tre cappellucce<br />

aperte per l’occasione per essere visitate<br />

e descritte con minuzia di particolari<br />

costruttivi ed espositivi da Ettore<br />

Sannipoli e S<strong>il</strong>via Alunno.<br />

I partecipanti hanno ricevuto anche<br />

una immagine di S. Ubaldo offerta<br />

dalla gestione delle raccolta delle<br />

memorie Ubaldiane e l’opuscolo di<br />

presentazione della cappelluccia della<br />

19<br />

> di robert Satiri<br />

Famiglia dei Santubaldari offerto dalla<br />

Famiglia stessa rappresentata dal<br />

Presidente Avv. Ubaldo Minelli.<br />

La serata si è conclusa nella rinnovata<br />

Taverna dei Santubaldari con la degustazione<br />

di alcuni piatti caratteristici<br />

della nostra tradizione gastronomica.<br />

Ci sentiamo in dovere di ringraziare<br />

tutti i partecipanti e coloro che hanno<br />

collaborato alla riuscita dell’inizia-<br />

tiva, in particolare soci e consiglieri<br />

del <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong>, la Famiglia dei<br />

Santubaldari, l’alimentari Coal Francesco<br />

Casagrande di Torre Calzolari<br />

per i prodotti tipici, <strong>il</strong> bar La Valle di<br />

Isidoro Angeloni per la “vera crescia<br />

di Gubbio” ed <strong>il</strong> Park Hotel Cappuccini<br />

per le pietanze.<br />

Appuntamento a tutti all’edizione<br />

numero dodici, nella prossima primavera,<br />

con un probab<strong>il</strong>e itinerario<br />

archeologico nella Gubbio Umbra e<br />

Romana.


20<br />

Il <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> in collaborazione con gli<br />

Sbandieratori di Gubbio, <strong>il</strong> Teatro della Fama, la Famiglia<br />

dei Sangiorgiari, la Libreria Fotolibri, ha organizzato una<br />

serata “Umbra” in onore dei Professori e degli Studenti<br />

che stanno terminando le ricerche archeologiche: “La<br />

frontiera tra Umbria ed Etruria”.<br />

Coordinatore delle attività è <strong>il</strong> professor Simon Stoddart<br />

dell’Università di Cambridge (vecchia conoscenza eugubina<br />

per i studi risalenti al 1983/1984 su Gubbio e gli antichi<br />

Umbri)… Tutti ospitati nella preziosa e medievale Taverna<br />

dei Sangiorgiari cortesemente posta a disposizione per<br />

questa iniziativa culturale cittadina, tra l’altro risultata<br />

anche elemento di forte legame con la maggior parte<br />

degli ospiti che hanno in San Giorgio <strong>il</strong> loro protettore<br />

nazionale. Il presidente Lupini, ha sottolineato - durante<br />

la serata - come questo studio ricopra un’importanza<br />

strategica che porterà ad una conoscenza più approfondita<br />

del nostro passato. Noi eugubini sentiamo un rapporto<br />

priv<strong>il</strong>egiato con questo antico popolo quasi abbandonato<br />

dalla cultura baronale ed imperante, del quale ci sentiamo<br />

veramente discendenti. è anche una ulteriore occasione<br />

per riscoprire e valorizzare, attraverso un’attenta politica<br />

di sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e, aree di grande pregio paesaggistico,<br />

> vita dell’associazione<br />

univerSità inGleSi oSpiti a Gubbio<br />

complessivamente ancora preservate e rimaste ai margini<br />

dei grandi flussi turistici. Ha poi continuato, <strong>il</strong> Presidente<br />

del <strong>Maggio</strong>, affermando la convinzione non solo della<br />

valenza scientifica di questo progetto, ma anche delle<br />

opportunità che ne deriveranno. Ha infine concluso<br />

ringraziando tutti i partecipanti e donando agli studenti<br />

un testo sugli umbri ed <strong>il</strong> libro sullo Studiolo di Federico<br />

da Montefeltro, gent<strong>il</strong>mente messi a disposizione da<br />

Maurizia Baccarini. Precedentemente, attorno alla<br />

Fontana del Bargello, era stata conferita l’onorificenza,<br />

più caratteristica di Gubbio, alla professoressa Caroline<br />

Malone Direttrice della Scuola di Geografia, Archeologia e<br />

Paleontologia – Queen’s University di Belfast, annoverata<br />

quindi tra i Matti Onorari di Gubbio, un segno di stima,<br />

di simpatia e di profondo ringraziamento da parte degli<br />

eugubini. Obiettivi principali del progetto sono l’analisi di<br />

alcuni siti archeologici dell’Italia centrale, e in particolare<br />

dell’Etruria e del Lazio, mediante ricognizioni dirette,<br />

ricerche di archivio e l’applicazione di sistemi geografici<br />

informatizzati, prospezioni geofisiche e remote sensing.<br />

Il fine scientifico è quello di acquisire nuovi dati ut<strong>il</strong>i a<br />

ricostruire gli antichi paesaggi dell’Italia centrale con<br />

le relative dinamiche insediative e verificare l’impiego<br />

di nuove tecniche di r<strong>il</strong>evamento, contribuendo alla<br />

documentazione di beni archeologici compresi comunque<br />

in aree a rischio… La serata è continuata con la consegna<br />

dell’ultimo lavoro letterario degli sbandieratori e con la<br />

parole del Professore Giuseppe Sebastiani che ha tracciato<br />

le esperienze e gli scambi intercorsi tra Italia ed Ingh<strong>il</strong>terra<br />

plaudendo ad un dialogo che non debba mai fermarsi. Da<br />

sottolineare l’appassionante lettura, da parte dell’attrice<br />

Marinella Baldinucci, di un capitolo del romanzo che<br />

Dina Castellani ha tessuto e sta terminando sulla civ<strong>il</strong>tà di<br />

questo antico popolo… La conclusione è stata affidata allo<br />

stesso professor Stoddart che nel ringraziare per la sorpresa<br />

che ha voluto riservargli <strong>il</strong> mondo associativo eugubino, ha<br />

promesso di impegnarsi per una possib<strong>il</strong>e Mostra dei reperti<br />

trovati a Gubbio sugli Umbri all’Università di Cambridge.


vita dell’associazione<br />

torneo quartieri 2012<br />

Quella del 2012 potrebbe essere ricordata<br />

come l’edizione della svolta<br />

del Torneo dei Quartieri di Gubbio,<br />

città che ancora una volta è stata capace<br />

di stupire per organizzazione,<br />

coinvolgimento, spettacolo e festa<br />

... un’occasione incomparab<strong>il</strong>e per<br />

assaporare un ritaglio della nostra<br />

grande storia e tradizione anche in<br />

estate! Con <strong>il</strong> Patrocinio del Comune<br />

di Gubbio, <strong>il</strong> coordinamento dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> e la<br />

collaborazione dei Quartieri, Balestrieri<br />

e Sbandieratori, nella splendida<br />

cornice della Città ci siamo ritrovati<br />

immersi nell’atmosfera incantata del<br />

Medioevo non solo per assistere ad<br />

una sfida ma per confrontarsi con le<br />

nostre radici ed origini e per concedersi<br />

l’opportunità di accostarsi alle<br />

più genuine e sentite espressioni della<br />

cultura e della tradizione umbra.<br />

Quest’anno ogni Quartiere ha legato<br />

<strong>il</strong> proprio Corteo Storico - che ha percorso<br />

le vie del centro cittadino con<br />

figuranti, balestrieri e tamburini, per<br />

poi raggiungere la suggestiva cornice<br />

di Piazza Grande - alle coreografie che<br />

le Scuole di danza Città di Gubbio,<br />

Ikuvium Ballet e Umbria Ballet, hanno<br />

presentato durante lo svolgimento<br />

del Torneo, interpretando ciascuno<br />

un tema dei “Quattro Elementi”<br />

loro assegnato: l’aria a San Giuliano,<br />

l’acqua a San Pietro, la terra a San<br />

Martino ed <strong>il</strong> fuoco a Sant’Andrea.<br />

Il tutto accompagnato dalle melodie<br />

medioevali del gruppo di musica antica<br />

“Ludus Musicorum”, coordinato e<br />

diretto dal Prof. Maurizio Ceccarelli,<br />

nuova colonna sonora alla manifestazione.<br />

Nei giorni precedenti le piazze<br />

eugubine si sono riempite quando a<br />

Sant’Andrea, a San Martino, a San<br />

Pietro ed a San Giuliano, abitanti e<br />

turisti hanno potuto godere delle prelibatezze<br />

culinarie, dei giochi e degli<br />

intrattenimenti allestiti dai Quartieri.<br />

La competizione in Piazza Grande tra<br />

i quattro Quartieri è iniziata alle ore<br />

18.00, inizio scandito dagli immancab<strong>il</strong>i<br />

e suggestivi rintocchi del Campanone<br />

ab<strong>il</strong>mente “sonato” dalla Compagnia<br />

dei Campanari di Gubbio ed<br />

ha regalato “scint<strong>il</strong>le” prodotte, oltre<br />

che dai “balistari”, dalle verette scagliate<br />

contro <strong>il</strong> tasso, non offuscate<br />

dall’abbaglio delle luci. Preziosi<br />

e sempre ammalianti i numeri ed i<br />

volteggi delle bandiere del Gruppo<br />

Sbandieratori guidato dal prof. Giuseppe<br />

Sebastiani: oltre che <strong>il</strong> numero<br />

classico hanno proposto una suggestiva<br />

interpretazione della “speranza<br />

nei giovani” attraverso un ideale richiamo<br />

alla continuità dell’arte della<br />

bandiera tra padre e figlio. L’ab<strong>il</strong>ità e<br />

la sorte, quest’ultima spesso insostituib<strong>il</strong>e<br />

ma non sufficiente compagna,<br />

hanno premiato Pietro Salciarini (Misdea)<br />

del Quartiere di San Giuliano<br />

primo classificato, Francesco Mencarelli<br />

del Quartiere di San Martino<br />

secondo classificato e Marcello Cerbella<br />

di San Pietro terzo classificato.<br />

Al Quartiere di San Giuliano quindi<br />

è andato lo splendido e prezioso Palio<br />

realizzato dall’artista eugubina Patrizia<br />

Pastorelli. Da quest’anno è stato<br />

premiato anche <strong>il</strong> Quartiere che ha<br />

meglio interpretato <strong>il</strong> tema assegnato:<br />

la giuria presieduta da Stefano Can-<br />

21<br />

> di robert Satiri<br />

nelli ha attribuito <strong>il</strong> riconoscimento<br />

(un’opera ceramica dell’artista eugubino<br />

Gabriele Tognoloni) ancora una<br />

volta al Quartiere di San Giuliano<br />

con la coreografia dell’aria che ha primeggiato<br />

con 95 punti sulle altre. Un<br />

successo insomma, al di là degli oltre<br />

m<strong>il</strong>le spettatori in piazza, e delle altre<br />

migliaia di eugubini e turisti che sono<br />

stati a vario titolo “coinvolti” nei vari<br />

eventi e che sta già facendo pensare<br />

ad evoluzioni dell’appuntamento per<br />

i prossimi anni.<br />

Nel corso del 2012 si dovrebbe concretizzare<br />

la creazione dell’Ente che<br />

sarà chiamato a gestire ed arricchire<br />

l’evento, con un ulteriore sforzo scenografico<br />

e coreografico per la Piazza<br />

ed i costumi dei figuranti. Appuntamento<br />

quindi al 2013 per gli spettatori<br />

ed ai prossimi mesi di quest’anno per<br />

quanti, Amministrazione Comunale,<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong>, Società<br />

Balestrieri, Società Sbandieratori,<br />

Quartieri, Gruppi Musicali, Scuole<br />

di Danza ed a tutti coloro i quali, privati<br />

ed associazioni, vorranno condividere<br />

<strong>il</strong> percorso di preparazione del<br />

Torneo dei Quartieri del 2013.


22<br />

i Fioretti di San FranceSco<br />

nelle biblioteche di Gubbio.<br />

moStra delle più belle edizioni<br />

Mostra bibliografica presso la Biblioteca Comunale<br />

Sperelliana (via Fonte Avellana, 8 - Gubbio)<br />

A cura del comitato “San Francesco e <strong>il</strong> lupo di Gubbio.<br />

Centro di documentazione sulla simbologia e la<br />

mitografia del lupo”<br />

In collaborazione con:<br />

Comune di Gubbio, Assessorato alla Cultura<br />

Biblioteca Comunale Sperelliana<br />

Biblioteca San Francesco<br />

Biblioteca Archivio Diocesano<br />

Biblioteca Agostino Steuchi<br />

Periodo: venerdì 5 ottobre – sabato 3 novembre 2012<br />

Inaugurazione venerdì 5 ottobre ore 17,30 presso la<br />

Biblioteca Sperelliana<br />

L’esposizione sarà visib<strong>il</strong>e negli orari di apertura della<br />

Biblioteca: mar.-sab. 9/13-15/19, lun. chiuso<br />

La rassegna “I Fioretti di San Francesco nelle Biblioteche<br />

di Gubbio. Mostra delle più belle edizioni”, che aprirà i<br />

battenti <strong>il</strong> prossimo venerdì 5 ottobre (chiusura sabato 3<br />

novembre), rappresenta <strong>il</strong> primo atto concreto del comitato<br />

San Francesco e <strong>il</strong> Lupo di Gubbio. Centro di documentazione<br />

sulla simbologia e mitografia del lupo, sodalizio<br />

fortemente voluto dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong><br />

con l’intenzione di approfondire, in modo sempre più articolato,<br />

maturo e complesso, questo episodio universalmente<br />

conosciuto e “fra i miracoli di San Francesco d’Assisi<br />

uno dei più profondamente recepiti ed ancora vivi”<br />

(G. Ortalli). L’esposizione prevede una rassegna delle più<br />

belle edizioni moderne dei “Fioretti”, da cui come è noto<br />

è tratto l’episodio del «santissimo miracolo che fece santo<br />

Francesco quando convertì <strong>il</strong> ferocissimo lupo d’Agobbio»<br />

(cap. XXI), e corona una prima perlustrazione effettuata<br />

non solo nei fondi della Biblioteca Comunale Sperelliana,<br />

ma anche nella Biblioteca San Francesco, nella Biblioteca<br />

Diocesana e nella Biblioteca Agostino Steuchi di San Secondo,<br />

enti che gent<strong>il</strong>mente hanno messo a disposizione <strong>il</strong><br />

loro prezioso materiale per dare corpo e sostanza all’iniziativa<br />

in oggetto.<br />

Non solo: <strong>il</strong> centro studi ha l’intenzione di raccogliere testimonianze<br />

e materiali relativi alla figura simbolica del<br />

lupo in ambiti differenziati quali, tanto per fare alcuni<br />

esempi, la mitografia, la favolistica, la letteratura e <strong>il</strong> cinema.<br />

I documenti collezionati inerenti a questi argomenti<br />

potranno confluire nel tempo nella Biblioteca pubblica, la<br />

> vita dell’associazione<br />

> a cura della biblioteca comunale Sperelliana<br />

Sperelliana, al fine di soddisfare l’esigenza di conoscenza<br />

di tutti, ma anche al fine di promuovere iniziative (mostre,<br />

conferenze, laboratori didattici ecc.) volte all’approfondimento<br />

dell’episodio che più ci interessa e alla costante<br />

formazione delle generazioni più giovani, spesso ignare di<br />

questo importante e sottaciuto patrimonio locale. L’istituzione<br />

del centro studi ha ricevuto <strong>il</strong> plauso dell’Assessorato<br />

alla Cultura del Comune di Gubbio che si è subito reso<br />

disponib<strong>il</strong>e a collaborare con <strong>il</strong> neonato comitato nella<br />

certezza che «ogni nostra azione – come scrive l’Assessore<br />

Marco Bellucci nel catalogo della mostra – per piccola che<br />

essa sia, deve pervicacemente tendere alla riscoperta e alla<br />

valorizzazione dei temi che compongono la cultura locale<br />

per trasmetterli vividi alle generazioni presenti e future».<br />

La mostra rientra, tra l’altro, nel progetto la Biblioteca<br />

nascosta: storie di autori e libri antichi, format che risponde<br />

all’esigenza di rendere visib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> prezioso patrimonio<br />

librario locale.<br />

San Francesco e <strong>il</strong> Lupo di Gubbio<br />

Centro di documentazione<br />

sulla simbologia e la mitografia del lupo<br />

5 ottobre - 3 novembre 2012<br />

Biblioteca Sperelliana - Gubbio<br />

COMUNE DI GUBBIO<br />

Assessorato alla Cultura<br />

In collaborazione con:<br />

Biblioteca<br />

Agostino Steuchi


vita cittadina<br />

ritornare a Gubbio<br />

Con l’estate arriva puntuale <strong>il</strong> desiderio di rivedere mia<br />

madre, i miei fratelli e i tanti amici, parenti e conoscenti<br />

che vivono in Italia. è un viaggio che di solito intraprendo<br />

nel mese di luglio e le mie figlie mi accompagnano quando<br />

gli impegni permettono loro di farlo. L’anno scorso sono<br />

venute tutte e tre, ma quest’anno e’ venuta solo la mia<br />

figlia minore.<br />

è risaputo che la voglia “di tornare a casa” per le vacanze<br />

estive è un sentimento comune tra gli emigrati italiani<br />

di oggi. In Michigan, ad esempio, c’ è una compagnia<br />

aerea che organizza dei voli diretti che collegano Detroit<br />

con Roma, Bologna e M<strong>il</strong>ano da giugno a settembre, e<br />

ogni volo, nonostante i prezzi elevati, ha quasi tutti i posti<br />

esauriti.<br />

Il viaggio annuale in Italia è per me una specie di pellegrinaggio<br />

durante <strong>il</strong> quale, per quattro o cinque settimane,<br />

adempio i miei doveri di figlia e sorella, riprendo i rapporti<br />

con amici e parenti e cerco di conc<strong>il</strong>iare l’idea di come<br />

si viveva in Italia anni fa con le dinamiche della realtà di<br />

oggi.<br />

Giro la chiave del portone della casa dove sono nata e<br />

immediatamente assumo <strong>il</strong> mio ruolo di figlia di Cencio e<br />

Maria e di sorella di Marco e Francesco. In un batter d’occhi,<br />

al primo sorriso che scambio con i miei fam<strong>il</strong>iari, posso<br />

palpare l’affetto che ci unisce. Più tempo è necessario<br />

per aggiornare <strong>il</strong> nostro rapporto, scambiare le informazioni<br />

sui vari eventi avvenuti durante l’anno e sui possib<strong>il</strong>i<br />

cambiamenti che questi hanno apportato alla nostra vita.<br />

Anche se ci parliamo al telefono almeno due volte la settimana,<br />

ci sono dettagli sui quali a volte non ci soffermiamo<br />

sufficientemente o che addirittura omettiamo per evitare<br />

inut<strong>il</strong>i preoccupazioni ai chi è lontano.<br />

Semplice e spensierato è <strong>il</strong> rapporto che ogni estate riallaccio<br />

con amici e parenti. Le conversazioni riprendono e<br />

autocarrozzeria<br />

bei & sannipoli<br />

e c. snc<br />

soccorso stradale • verniciatura garantita<br />

via caravaggio, 3 - 06024 gubbio (pg)<br />

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23<br />

> di emanuela marionni<br />

continuano come se ci fossimo visti qualche giorno prima,<br />

si rispolvera la valanga dei ricordi vissuti insieme e se ne<br />

accumulano di nuovi.<br />

Insieme un po’ si ride e un po’ si piange. Ogni anno ci sono<br />

notizie di qualcuno che ci ha lasciato, o che si è ammalato,<br />

o che ha avuto qualche seria crisi: segno del tempo che<br />

scorre e di quanto la vita è preziosa e imprevedib<strong>il</strong>e.<br />

Anche se mi dispiace ammetterlo, quando arrivo in Italia<br />

trovo qualche difficoltà a conc<strong>il</strong>iare <strong>il</strong> modo di vivere che<br />

conoscevo con quella attuale.<br />

Per risolvere anche la più semplice questione burocratica,<br />

mi sento persa nel labirinto degli uffici “specializzati” istituiti<br />

negli ultimi anni. Non so cosa farei senza i suggerimenti<br />

dei miei fratelli!<br />

Voglio specificare che questa non è una critica: ho vissuto<br />

abbastanza da capire che i cambiamenti fanno parte<br />

integrante della vita. Un aspetto di ciò è come, accanto<br />

alle tradizioni secolari e tipiche, si siano aggiunte abitudini<br />

nuove, alcune maturate nell’ambito cittadino, altre<br />

importate da luoghi lontani, con simbolismi e significati<br />

totalmente estranei alla società italiana. Noi che viviamo<br />

lontano dai luoghi della nostra giovinezza abbiamo bisogno<br />

di un po’ di tempo per assorbire eventuali evoluzioni<br />

e cambiamenti.<br />

è stato un piacere condividere questi pensieri sul mio ritorno<br />

“a casa”.<br />

Alla prossima.


24<br />

è di qualche settimana fa la notizia<br />

dell’irrimediab<strong>il</strong>e perdita di un documento<br />

unico scoperto da Bruno Bartoletti,<br />

eugubino appassionato di misteri,<br />

su una roccia del Monte Ingino<br />

nei pressi della Prima Cappelluccia. Si<br />

tratta dell’iscrizione conosciuta come<br />

quadrato palindromo del Niger/Regin,<br />

di certo la più rara iscrizione di<br />

questo genere insieme con quella del<br />

Sator. Di piccole dimensioni era formata<br />

da cinque righe di cinque lettere<br />

ciascuna, disposte in modo da formare<br />

un quadrato leggib<strong>il</strong>e sia in un senso<br />

sia in un altro.<br />

Per <strong>il</strong> modo con cui è stato compiuto<br />

questo atto vandalico è chiara l’intenzione<br />

di cancellare per sempre una testimonianza,<br />

risalente ad almeno cinque<br />

secoli fa, della presenza a Gubbio<br />

di un circolo iniziatico di ispirazione<br />

neo-templare. Non è bastato infatti<br />

distruggere l’iscrizione con una mazza<br />

da muratore, ma l’autore di questa<br />

azione riprovevole ha addirittura ricoperto<br />

ogni traccia con del gesso bianco,<br />

per imitare le macchie di licheni<br />

dello stesso colore presenti in tutta la<br />

zona, allo scopo di cancellare, con <strong>il</strong><br />

passare degli anni, <strong>il</strong> ricordo dell’esatta<br />

collocazione del petroglifo.<br />

Del ritrovamento del quadrato palindromo<br />

diffondemmo la notizia quasi<br />

dieci anni fa attraverso <strong>il</strong> <strong>periodico</strong><br />

Hera, di cui era al tempo direttore<br />

Adriano Forgione, <strong>il</strong>lustrando anche<br />

quali rapporti e connessioni potesse<br />

avere l’iscrizione palindroma con quel<br />

luogo preciso del monte. Ne uscì un<br />

articolo che apriva vasti orizzonti,<br />

dalla preistoria fino a eventi storici più<br />

vicini: <strong>il</strong> primo Ottocento, la Seconda<br />

Guerra Mondiale e poi l’immediato<br />

dopoguerra.<br />

Non mi d<strong>il</strong>ungo oltre su argomenti già<br />

trattati di cui chiunque può documentarsi<br />

con fac<strong>il</strong>ità in Internet (http://<br />

www.farneti.it/ArtHera43.htm); vorrei<br />

invece che i lettori valutassero con<br />

maggiore attenzione la valenza che <strong>il</strong><br />

Monte Ingino, o Monte di S. Ubaldo<br />

riveste nel rapporto con la città.<br />

La prima evidenza è che città e monte<br />

rappresentano un insieme inscindib<strong>il</strong>e<br />

e che qualsiasi intervento di tutela e<br />

valorizzazione dei beni culturali, storici<br />

e ambientali che riguardi Gubbio<br />

non può essere intrapreso tralasciando<br />

l’altura che sovrasta la città, poiché la<br />

città è anche <strong>il</strong> monte. Non per niente<br />

lo stemma di Gubbio rappresenta proprio<br />

“<strong>il</strong> monte” (cfr. Piero Luigi Menichetti,<br />

Storia di Gubbio dalle origini<br />

all’Unità d’Italia, Vol. I, Peruzzi Editore<br />

1987, pag. 389). Anzi, propongo di<br />

ripristinare questa dizione e non quella<br />

impropria dei “cinque monti” perché<br />

è la più antica e la più aderente alla<br />

realtà. Di fatto lo stemma rappresenta<br />

cinque cime dello stesso monte e non<br />

cinque monti.<br />

Perché <strong>il</strong> Monte Ingino divenisse lo<br />

stemma di Gubbio, doveva rivestire<br />

già dalla più remota antichità una<br />

funzione preminente. Da questo assunto<br />

io e Bartoletti ci siamo mossi fin<br />

dall’inizio delle nostre ricerche sul versante<br />

dell’altura che guarda la città e,<br />

dopo numerose esplorazioni, ci siamo<br />

accorti di un’evidenza straordinaria: le<br />

varie cavità che vi si aprono, a cominciare<br />

dalla Grotta di S. Agnese, per poi<br />

passare alla cosiddetta Grotta delle<br />

Merende e a quella del Diavolo erano<br />

inserite in un culto “bet<strong>il</strong>ico”, legato<br />

cioè alla pietra, abbinato al culto delle<br />

acque.<br />

In epoca remota, una complessa serie<br />

> vita cittadina<br />

incomprenSib<strong>il</strong>e atto vandalico > di mario Farneti<br />

di canalizzazioni tagliate nella roccia<br />

convogliava le acque che sgorgavano<br />

(o venivano fatte sgorgare) dall’alto, in<br />

are e ricettacoli di cui oggi rimangono<br />

le vestigia. Molte pietraie, ad esempio,<br />

altro non sono che <strong>il</strong> risultato della disgregazione<br />

di manufatti risalenti ad<br />

alcuni m<strong>il</strong>lenni prima della nostra era.<br />

Un altro aspetto sorprendente è che<br />

molte parti del monte furono modellate<br />

da una civ<strong>il</strong>tà sconosciuta affinché,<br />

osservato dalla pianura, <strong>il</strong> versante<br />

che sovrasta Gubbio assumesse la forma<br />

di un triangolo.<br />

Basta fare un excursus di pochi decenni<br />

e consultare una cartolina degli<br />

anni Trenta dello scorso secolo per<br />

accorgersi che a quel tempo <strong>il</strong> monte<br />

era quasi completamente brullo, tranne<br />

qualche raro cipresso piantato in<br />

epoca ottocentesca. Le abetaie risalgono<br />

infatti ad epoche recenti (1950-60)<br />

quando in un generale piano di rimboschimento<br />

si procedette a inserire<br />

questa flora di tipo alpino sulle nostre<br />

alture. L’intervento, seppure positivo<br />

dal punto di vista paesaggistico e<br />

idrogeologico ha tuttavia snaturato la<br />

funzione sacrale del monte, invertendo<br />

la situazione ambientale di qualche<br />

m<strong>il</strong>lennio fa, quando la pianura era<br />

per intero occupata dalla foresta e <strong>il</strong><br />

monte era una roccia quasi brulla che<br />

svettava sopra di essa. Dico “quasi<br />

brulla” perché non è inverosim<strong>il</strong>e che<br />

ospitasse alcuni boschi sacri.<br />

Nell’antichità non esisteva l’inquinamento<br />

atmosferico né tantomeno<br />

quello acustico, perciò ogni evento che<br />

si fosse verificato sulla nostra altura<br />

poteva essere visto e ascoltato anche<br />

da notevole distanza. Posso testimoniare<br />

personalmente che ancora negli<br />

anni Cinquanta ci si poteva parlare da<br />

un monte all’altro con fac<strong>il</strong>ità. Il Colle<br />

Eletto era perciò un luogo ideale, a<br />

causa della sua posizione, per ospitare<br />

riti e cerimonie cui potevano assistere<br />

numerose comunità da vari luoghi<br />

della pianura eugubina e delle alture<br />

prospicienti.<br />

Naturalmente non sto parlando di<br />

civ<strong>il</strong>tà conosciute, a noi relativamen


vita cittadina<br />

te vicine, come quelle degli Umbri o conoscitore dell’Arte Regia praticata rare <strong>il</strong> monte integrandolo alla città e<br />

dei Celti, ma di ciò che gli storici e gli dai Templari, cercarono sul Monte approntare, da parte di chi è preposto<br />

archeologi definiscono con vaghez- Ingino quell’acqua di cui parla Dante istituzionalmente a farlo, quelle miza<br />

“substrato preindoeuropeo” cui <strong>il</strong> nel Canto XI del Paradiso, anche lui,<br />

mito dà, di volta in volta, nomi sugge- nascostamente, cavaliere templare.<br />

non sono più tra noi<br />

stivi: pelasgi, iperborei, atlantidi e via Parlo proprio dell’acqua “che discensure<br />

di tutela e di valorizzazione che<br />

merita. Parlo ad esempio delle grotte,<br />

lasciate nell’abbandono più totale, che<br />

discorrendo. Se <strong>il</strong> mito, però, assegna de del colle eletto dal Beato Ubaldo” subiscono i continui assalti dei van-<br />

ai popoli della nostra preistoria nomi di valenza sacrale e taumaturgica, che<br />

fantasiosi Ricordando e diffic<strong>il</strong>mente verificab<strong>il</strong>i Guglielmina oggi non si capisce Roncigli<br />

esattamente dove si<br />

attraverso le fonti documentali o le trovi, a differenza che nell’antichità.<br />

dali e delle molte altre evidenze di cui<br />

spero di parlare, unitamente all’amico<br />

Bruno Bartoletti, in una prossima più<br />

evidenze archeologiche, non per que- Le tracce dell’impianto che aveva tra- vasta e approfondita pubblicazione.<br />

sto dobbiamo Guglielmina ritenere Roncigli che è scomparsa si tratti di qualche sformato settimana <strong>il</strong> monte fa, ritrovarsi, in un grande dopo tem- tanto tempo; Riguardo una al di quadrato qua e l’altro magico di là, del Ni-<br />

pura con fantasia. quella Già discrezione <strong>il</strong> che l’aveva caratterizzata anche nel turbine crudele ed insensato della guerra; ger/Regin, ma alla fine sarebbe<br />

concetto quando di “popolo” aveva assunto la presidenza dell’<strong>Associazione</strong> due orfani, accomunati proprio da quell’essere infine opportuno rimasti che<br />

stride Famiglie con lo dei stereo- 40 Martiri. Eppure è riuscita nella sua orfani a pochissimi anni, a due anni Guglielmina, ogni traccia ad un della sua<br />

tipo semplicità darwiniano a fare del ciò che non è fac<strong>il</strong>e fare: intrecciare<br />

cavernicolo<br />

un’amicizia<br />

coper-<br />

con <strong>il</strong> figlio del proprio nemico. Guglielmina,<br />

to di pelli, capace di<br />

in una delle sue visite frequenti al Mausoleo dei Quaranta<br />

emettere disarticolati<br />

grugniti,<br />

Martiri<br />

condanna-<br />

dove è seppellito <strong>il</strong> padre, aveva notato circa<br />

to a 9 trascinare anni fa sul la sua registro dei visitatori una firma: Pieter<br />

anno Pieter. Iniziò così una lunga e fraterna presenza amicizia non che svani-<br />

ha portato alla luce quel dolore nascosto,<br />

sca<br />

e<br />

nell’oblio,<br />

lo ha come<br />

perché<br />

è a tutt’oggi <strong>il</strong> qua-<br />

sciolto nella commozione e nel dolore dell’altro, come<br />

drato palindromo più<br />

lei privato della presenza del proprio padre.<br />

conosciuto<br />

Non si sono<br />

al mondo<br />

incontrati mai più, ma sono state le lettere al pari a riprendere di quello del<br />

bestiale Staudaker esistenza con accanto in “figlio del tedesco ucciso”. Si può nell’ultima parte della vita, quel f<strong>il</strong>o interrotto Sator: basti con la consul-<br />

luridi immaginare abituri o lo nelle sbigottimento e l’insieme dei sentimenti propria storia nel giugno terrib<strong>il</strong>e del 1944. tare le pagine che in<br />

caverne. provati, ed anche <strong>il</strong> d<strong>il</strong>emma: chiudere lì o andare avanti? Guglielmina se n’è andata con un ultimo Internet pensiero gli sono state<br />

La scoperta Guglielmina nel 1991 seguì l’istinto ed iniziò tra molte difficoltà le proprio per Pieter che le aveva scritto una dedicate lettera a Natale. in ogni parte<br />

del corpo mummifi-<br />

del pianeta.<br />

ricerche in Germania dello sconosciuto Pieter Staudaker, Rimane solo Pieter per raccontare la guerra dall’altra<br />

cato di €tzi conserva-<br />

Per questo motivo<br />

aiutata anche da don Ubaldo Braccini. E finalmente parte, e la ricerca della pace attraverso una dolcissima<br />

tosi nei ghiacciai del Sim<strong>il</strong>aun per cinpio con lo scopo di rendere fruib<strong>il</strong>e abbiamo proposto, io e Bartoletti, di<br />

quem<strong>il</strong>a un giorno anni dimostra Guglielmina la presenza lo incontrò nel l’acqua a Pomezia sacrale nel attraverso italiana, una colpita precisa come ricollocare lui da una in tragedia situ, anche perenne a nostre e spe-<br />

nostro camposanto continente, dove in sono epoche sepolti remote, i m<strong>il</strong>itari liturgia, tedeschi erano morti ben più sempre evidenti uguale nei nella se- follia se, una che sua la ispira. copia Una in ceramica, donna che protetta<br />

di civ<strong>il</strong>tà nel nostro complesse Paese nel e diversificate, corso della seconda per coli guerra passati, mondiale. tanto da ha coltivato suscitare come l’inteun<br />

fiore da un prezioso vetro blindato. e raro l’amicizia con<br />

certi A versi ricordo anche della raffinate, giornata non fu dissimi- scattata una resse foto di dove chi erano sapeva leggere <strong>il</strong> “nemico” i segni in oltre nome della è nostro pace e auspicio del superamento che la richiesta delle venli<br />

da ritratti quelle Guglielmina “storiche”. e Pieter con sua moglie le apparenze. ormai non barriere. Che sono esse ga stesse accolta guerra. dalle Autorità preposte e<br />

è perciò<br />

più giovanissimi,<br />

nostra convinzione<br />

ma con<br />

che<br />

quel<br />

alcuni<br />

dolore<br />

è<br />

sempre<br />

assai probab<strong>il</strong>e<br />

cocente<br />

che <strong>il</strong> quadrato magi- che l’iniziativa possa dare impulso a<br />

circoli iniziatici operanti a Gubbio (e co del Niger, andato ormai irrimedia- un’azione di totale recupero e di ade-<br />

dentro pur nascosto dalle vicende della vita. Fu come un<br />

Pina Pizzichelli<br />

non solo), cui non è diffic<strong>il</strong>e pensare b<strong>il</strong>mente perduto, facesse riferimento guata tutela e valorizzazione dei beni<br />

avesse dato impulso Federico da Mon- a quel culto.<br />

culturali, storici e ambientali presenti<br />

tefeltro, sommo mecenate e profondo Per concludere: è importante recupe- sul Monte Ingino.<br />

25<br />

vita cittadina<br />

A<br />

31


quale sicurezza?<br />

orrib<strong>il</strong>ia urbis<br />

torna la rubrica delle ombre che incupiscono la nostra Gubbio. Una rubrica aperta alle vostre segnalazioni dei disagi incontrati nel vivere<br />

la città, questo per migliorarla. la rubrica offre lo spunto per discutere, per trovare insieme delle soluzioni. È un modo costruttivo di<br />

segnalare e perché no risolvere i problemi di vita comune.<br />

Nella rubrica auspichiamo che trovino largo spazio le “luci” di Gubbio: angoli della nostra città meritevoli di essere osservati, interventi<br />

e soluzioni intelligenti, propositi, progetti, idee attuab<strong>il</strong>i a favore della nostra città. È una rubrica che aspetta la vostra collaborazione,<br />

per ciò potete spedire le vostre lettere o fotografie al sito info@maggioeugubino.com o presso la sede di piazza oderisi.<br />

dopo due mesi rimane imbrattata via Galeotti<br />

Una famiglia abitante la via caratteristica parallela a via<br />

dei Consoli, ci ha inviato un fax sollecitando la nostra<br />

Redazione a dare voce alla loro denuncia, rimasta per<br />

due mesi inascoltata. La volta trecentesca a crociera meta<br />

pred<strong>il</strong>etta di fotografi e sposi, turisti e guide turistiche è<br />

rimasta imbrattata nonostante le segnalazioni e la denuncia<br />

condotte dalla famiglia, alla Polizia Municipale e al<br />

Comando dei Carabinieri. Anche l’Ufficio Tecnico è stato<br />

avvertito nella speranza che intervenga prima che lo stesso<br />

gesto vandalico, possa diffondere una moda sconsiderata.<br />

La famiglia ci chiede di verificare gli interventi e se ciò<br />

non fosse accaduto, di sensib<strong>il</strong>izzarli. Dalle foto scattate <strong>il</strong><br />

26 settembre purtroppo dobbiamo unire <strong>il</strong> nostro sdegno<br />

a quello della famiglia molto sensib<strong>il</strong>e e che ringraziamo<br />

vivamente per l’interesse dimostrato nei confronti della<br />

nostra bella Città.<br />

Si possono creare zone di rispetto? Come riuscire a educare alla civ<strong>il</strong>tà? Scaglionare le uscite dalle scuole? Aumentiamo <strong>il</strong><br />

servizio d’ordine? Il semaforo a scorrimento più rapido nelle ore di punta? Creare altri semafori? Come possono difendersi<br />

i bambini all’uscita dalle scuole?<br />

Cosa commentare, quali soluzioni per le arterie cittadine ma anche per le coronarie umane?<br />

Via Perugina<br />

Viale Leonardo da Vinci


vita cittadina<br />

28<br />

Conclusa la tr<strong>il</strong>ogia “Medicea”<br />

> vita cittadina<br />

l’etica del Giardino ritrovato<br />

di Giuseppe Maria Nardelli e Patrizia Biscarini<br />

Il Libro comunemente chiamato Genesi, è <strong>il</strong> primo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana; inizia con la creazione del<br />

mondo, per poi raccontare “È stato pubblicato di come Jahvè, sul n. l’Essere 10 di ottobre Supremo-Dio 2011 creò gli esseri viventi e in ultimo “l’Adam”. Secondo l’ebraismo,<br />

<strong>il</strong> cristianesimo e l’islam “Adam” non significa solamente l’Adamo-uomo (<strong>il</strong> compagno di Eva-femmina), ma più precisamente tutti<br />

della rivista quadrimestrale “Medicea – Rivi-<br />

due insieme. In estrema sintesi “l’Essere Umano Autocosciente”. In questo libro egli viene posto al centro del Creato, invitato non<br />

solo a prenderne sta possesso interdisciplinare e a dominarlo, di ma studi a lui medicei”, viene chiesto edita di esserne attento ascoltatore perché ne sappia interpretare le istanze,<br />

“dando <strong>il</strong> nome alle a Firenze cose” ed da invitato Marco a Ferri conoscere e Clara intimamente Gambaro, l’essenza di tutto ciò che lo circonda. Egli non deve farne uso inappropriato<br />

e sconsiderato, anzi dovrà divenirne servitore e custode per continuare l’opera creatrice di Jahve l’Essere Supremo. Dom<br />

Salvatore Frigerio (l’autore) ha presentato <strong>il</strong> suo “L’etica del giardino ritrovato, sabato 8 settembre nella Sala dello storico Refettorio<br />

del complesso conventuale di San Pietro a Gubbio, in occasione della ormai tradizionale relazione che <strong>il</strong> Rotary Club di Gubbio offre,<br />

quale incontro aperto, alla cittadinanza.<br />

l’ultimo studio di Giuseppe Maria Nardelli condotto in collaborazione<br />

con Patrizia Biscarini, dal titolo «Fonti scritte e figurate<br />

conservate a Gubbio su Vittoria Feltria Della Rovere, duchessa<br />

d’Urbino, ‘ultimo Germe rimasto d’una Casa’». Il presente<br />

articolo conclude una sostanziosa tr<strong>il</strong>ogia di studi degli autori<br />

eugubini, pubblicata dalla prestigiosa rivista fiorentina, edita<br />

dall’editrice Centro Di, diretta da un comitato scientifico e redazionale,<br />

costituito da personaggi di spicco della cultura italia-<br />

diaz – dalla Gloria alla GoGna del G8<br />

Intrighi, tradimenti, sangue e potere: sono gli ingredienti del libro-choc «Diaz – dalla gloria alla gogna del<br />

G8» scritto dai giornalisti Gian Marco Chiocci, inviato de “Il Giornale” e figlio dell’eugubino anche lui<br />

giornalista e scrittore Francobaldo Chiocci e Simone Di Meo con Vincenzo Canterini, l’ex comandante della<br />

Celere di Roma condannato per la macelleria messicana di Genova. Il libro (pubblicato da «Imprimatur<br />

Editore») affronta, per la prima volta, i tanti – troppi – misteri del vertice internazionale del 2001; come la<br />

presenza – tra le centinaia di agenti incaricati non si sa da chi di fare irruzione nell’istituto – di un famigerato<br />

drappello di picchiatori fantasma (<strong>il</strong> Gos, Gruppo operativo speciale), a metà strada tra teppisti e poliziotti,<br />

o come <strong>il</strong> cortocircuito dei Servizi segreti italiani e internazionali che non riuscirono a prevedere la violenza<br />

di migliaia di black bloc, o come – ancora – la (fallimentare) trattativa sottobanco tra forze dell’ordine e tute<br />

bianche per impedire la distruzione della città. Non mancano le accuse che Canterini rivolge ai vertici della<br />

Polizia, che secondo lui hanno impedito che l’accertamento della responsab<strong>il</strong>ità di quel massacro salisse<br />

troppo di livello rispetto ai sacrificab<strong>il</strong>i agenti del VII nucleo speciale antisommossa.<br />

San Francesco di Sales<br />

Nacque nel 1567 in Francia da nob<strong>il</strong>e famiglia savoiarda. Ebbe<br />

una severa educazione fin da bambino e <strong>il</strong> padre lo condusse<br />

verso gli studi giuridici che concluse con grande successo e si<br />

distinse come avvocato presso <strong>il</strong> Senato di un dipartimento savoiardo.<br />

Il suo interesse per la teologia prevaricò portandolo, <strong>il</strong> 21<br />

dicembre 1593, alla recita della sua prima Messa. La sua spiccata<br />

apertura verso <strong>il</strong> mondo e la resistenza alla fatica di cui era fortemente<br />

dotato, lo spinsero a lasciare <strong>il</strong> pulpito per dirigersi lui,<br />

verso la gente con la luminosa trovata dei fogli volanti che faceva<br />

puntualmente scivolare sotto le porte delle case o che affiggeva<br />

sui muri della città diffondendo <strong>il</strong> cristianesimo, arrivando dappertutto<br />

con mezzi originali. Viene festeggiato dai giornalisti e<br />

i brevetti di dino pezzopane<br />

na e internazionale, tra cui Antonio Paolucci, Marcello Verga e<br />

Gerhard Wolf.” … “Il materiale raccolto e approntato per un<br />

nuovo articolo dedicato a Vittoria Della Rovere (duchessa di Urbino<br />

nonché moglie di Ferdinando II de’ Medici) è stato elaborato<br />

e integrato da Patrizia Biscarini completando così – con i due<br />

precedenti contributi qui pubblicati una sorta di tr<strong>il</strong>ogia medicea<br />

che gli eredi di Nardelli prevedono di rieditare in un volume<br />

antologico dell’autore…” “Questo ciclo di studi nel complesso è<br />

stato corredato da un importante materiale iconografico, ha presentato<br />

documenti inediti e ha r<strong>il</strong>etto e reinterpretato materiali<br />

documentari già conosciuti.”<br />

Patrizia Biscarini e Giuseppe Marino Nardelli<br />

Patrono della stampa cattolica, dei giornalisti, degli autori e degli scrittori<br />

dagli scrittori, dalla stampa cattolica in genere, <strong>il</strong> 24 gennaio.<br />

Il Vescovo Ceccobelli, alla Messa in onore del Santo Patrono<br />

dell’ordine, presso la Cappella privata della Sede Vescov<strong>il</strong>e, ha<br />

rivolto un affettuoso augurio e una sentita preghiera affinchè la<br />

stampa sia sempre operosa nel bene, nella divulgazione di notizie<br />

vere e verificab<strong>il</strong>i; ha invocato l’ascolto dei poveri e degli oppressi<br />

e l’obbedienza alla verità, ha ricordato l’importanza del rispetto<br />

della propria dignità e di quella degli altri e di piacere soprattutto<br />

Dino Pezzopane, al termine dell’esposizione che ha registrato tanto successo, ha presentato proposta di donazione delle sue opere<br />

d’ingegno al Comune di Gubbio. Il comune ha interessato l’Itis ed <strong>il</strong> a suo Dio dirigente allontanandosi dott. Nadery da inut<strong>il</strong>i che si competizioni.<br />

è reso subito disponib<strong>il</strong>e ad<br />

accogliere nel suo istituto una mostra permanente laboratorio didattico con i brevetti di Pezzopane. Le opere già sono presso l’Itis<br />

in attesa che si espletino le formalità necessarie e che si definisca un compiuto progetto di allestimento didattico, con <strong>il</strong> supporto del<br />

Comune e di tutte le componenti della comunità locale che hanno da subito dimostrato interesse ed attenzione come <strong>il</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong><br />

ed i Campanari. Va citato l’assessore Marco Bellucci per aver reso possib<strong>il</strong>e l’esposizione e per tutta l’attività posta in essere per<br />

far sì che rimanessero a Gubbio questi interessantissimi brevetti. Un grazie eccezionale a Pezzopane per la sua ecletticità e bravura e<br />

per la volontà di lasciare i suoi brevetti a Gubbio.<br />

La vera ricompensa, come recita un punto del decalogo del giornalista,<br />

sia la consapevolezza di aver svolto un servizio di cui valga<br />

la pena di giocare la vita. Michela Biccheri


vita cittadina<br />

io <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong>-Colacem<br />

comunicato FamiGlia dei Santantoniari<br />

La Famiglia dei Santantoniari comunica che in questi giorni sono stati consegnati i contributi derivanti dal Concerto in Onore di<br />

Sant`Antonio Abate dal titolo “Nessun dorma”.<br />

I beneficiari di tali contributi sono stati: Oratorio Don Bosco di Via Massarelli, A.E.L.C sez. eugubina lotta per <strong>il</strong> cancro, Avis Sezione<br />

di Gubbio, <strong>Associazione</strong> Crisalide, <strong>Associazione</strong> Diabetici Eugubini ONLUS.<br />

Storico anno per le baleStre euGubine<br />

Le balestre eugubine si confermano le più<br />

forti anche in terra toscana. A Sansepolcro,<br />

la Società Balestrieri di Gubbio vince <strong>il</strong> Palio<br />

del 9 settembre, strappando <strong>il</strong> primo e secondo<br />

posto agli storici balestrieri di casa. è<br />

stato Nazareno Mencarelli a centrare <strong>il</strong> bersaglio<br />

e strappare la vittoria a 93 balestrieri<br />

e <strong>il</strong> secondo ben meritato posto è andato ad<br />

un altro eugubino, Claudio Mancini, mentre<br />

<strong>il</strong> terzo posto ha visto Samuele Gherardi<br />

cio Psico Pedagogico), Gre- 2010-2011: Angela Binacci di Sansepolcro. (ITIS), Fede- Si conclude un anno ricco di<br />

Liceo Classico-Scientifico),<br />

vittorie e di soddisfazioni rica Rossi per la (Liceo Società Socio Balestrieri Psico Pedagogico),<br />

di Gubbio contro la rivale storica Sansepolcro consolidate da un’altrettanto antica<br />

oni (IPSIA), amicizia, Elisa sfida Monac- che ricordiamo Davide Lispi è iniziata (Liceo a maggio Classico-Scientifico),<br />

nella nostra città con la vittoria del maestro d’arme emerito Gianpiero Bicchielli.<br />

abel Poeta (ISA); i vincitori<br />

i Studio per l’anno scolastico<br />

Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi<br />

(ITC), Hafid Assia (ISA).<br />

<strong>il</strong> nuovo cammino di Fede<br />

Nella lettera pastorale resa pubblica nella solenne concelebrazione in Duomo per la festa della dedicazione<br />

della Cattedrale, a conclusione della tre giorni dell’assemblea diocesana mons. Mario Ceccobelli delinea una<br />

vera e propria “riforma” del percorso di iniziazione cristiana – <strong>il</strong> così detto catechismo - nella diocesi eugubina.<br />

Un nuovo cammino di fede e di catechesi, con novità nel metodo e nei tempi, destinato a toccare da vicino<br />

la comunità dei credenti e la vita delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi. “Si formeranno gruppi di bambini<br />

accompagnati da varie figure di animatori – ha spiegato <strong>il</strong> Presule - nei quali saranno presenti anche i genitori,<br />

che sosterranno i figli nel cammino”. La si rivolge anche “al mondo della politica, nel pieno rispetto<br />

della sua libertà ed autonomia, ma con doverosa sollecitudine pastorale, data la gravità della fase politica attuale,<br />

nel nostro Paese” comprese le “nostre realtà”. Ricorda che “<strong>il</strong> fine e la giustificazione stessa dell’azione<br />

politica è sempre e comunque <strong>il</strong> bene comune, inteso come insieme delle condizioni politiche, sociali ed economiche<br />

che permettano ad ogni persona e ad ogni formazione sociale, a partire dalla famiglia, di realizzarsi pienamente”. “Chi fa<br />

politica – conclude Ceccobelli - svolge un servizio, e affinché sia davvero tale dobbiamo riscoprire <strong>il</strong> senso autentico del termine”.<br />

Quindi ““sì” a una politica che serve i cittadini, “no” a una politica a cui servono i cittadini». G.B.<br />

Vita dell’associazione<br />

A<br />

21<br />

esposizione via xx settembre, 53<br />

di vispi w<strong>il</strong>liam & C. snc<br />

via nicola pisano, 14 - 06024 gubbio (pg)<br />

tel. e fax 075 9274362 - vigami@libero.it<br />

29


30<br />

ma che tempo Fa!<br />

Ma che caldo fa! E sarà davvero così? Lo abbiamo chiesto a<br />

Pierluigi Gioia, insegnante di professione, divulgatore scientifico<br />

e collaboratore di Umbriameteo, <strong>il</strong> primo sito umbro<br />

di meteorologia e climatologia.<br />

Professore, non mi dica che la scorsa estate è stata un’estate<br />

“normale”. Abbiamo tutti sofferto un caldo atroce e a lungo.<br />

Un caldo torrido sconosciuto almeno nelle nostre zone…<br />

Che abbia fatto caldo è innegab<strong>il</strong>e. Le temperature medie<br />

di quest’estate, registrate dalle stazioni meteorologiche della<br />

zona, compresa quella che gestisco io fra Fossato di Vico<br />

e Gualdo Tadino, parlano chiaro: 23,7°C contro i 21,3°C<br />

della media trentennale, vale a dire 2,4°C sopra la norma.<br />

Il mese più torrido quello di agosto, con 25,5°C, cioè 3,2°C<br />

oltre la media. Ma non è un “caldo sconosciuto” perché<br />

meno di dieci anni fa, nel 2003, fece ancora più caldo. In<br />

quell’estate, le temperature furono 0,7°C più alte di quelle<br />

dell’estate 2012, nelle nostre zone. Quindi, se ci affidiamo<br />

alla matematica e non alle impressioni soggettive, che<br />

sono fallaci, possiamo dire che circa dieci anni fa soffrimmo<br />

molto più caldo, anche se pochi se lo ricordano. Si aggiunga<br />

che l’inverno 2003 non fu certo così freddo come l’inverno<br />

2012, uno dei più gelidi da trent’anni in qua. Quindi,<br />

tirate le somme, la temperatura media del 2012, nonostante<br />

l’estate così calda, è praticamente nelle medie trentennali e <strong>il</strong><br />

2012, a livello globale, non sarà un anno caldo come <strong>il</strong> 2003.<br />

Statisticamente, estati così calde si verificano in Italia ogni<br />

10-15 anni circa: fu così anche nel 1983 e nel 1998, l’anno<br />

più caldo di sempre. è a causa dell’enfatizzazione dei mezzi<br />

d’informazione che ci siamo davvero convinti di non aver<br />

mai sentito un caldo del genere ed anche l’uso sistematico<br />

dei climatizzatori, dieci anni fa non così diffusi, aumentando<br />

la differenza fra temperatura interna ed esterna, ci fa sentire<br />

più caldo. Un mio amico, di ritorno d’oltreoceano, dove è<br />

notorio che si usi l’aria condizionata o <strong>il</strong> riscaldamento al<br />

massimo in ogni stagione, mi ha confessato di non avere mai<br />

sentito tanto freddo d’estate e tanto caldo d’inverno come<br />

negli Stati Uniti. La realtà è questa: siamo anche noi a non<br />

accettare più che faccia caldo o freddo. Come scrisse l’umorista<br />

inglese Jerome Klapka Jerome, per prendere in giro i<br />

londinesi di fine Ottocento: “Tutti si lamentano del tempo e<br />

> vita cittadina<br />

> di pina pizzichelli, intervista a pierluiGi Gioia<br />

nessuno fa mai niente!”<br />

Dai dati che Lei ha, <strong>il</strong> clima è sempre lo stesso o sta cambiando<br />

e anche velocemente?<br />

Il clima non sta cambiando, ma è già cambiato. Il cospicuo<br />

aumento di temperatura si è ormai verificato fra la fine degli<br />

anni Ottanta del secolo scorso e i primi anni di questo appena<br />

iniziato. Negli ultimi otto-dieci anni, invece, <strong>il</strong> trend positivo<br />

della temperatura si è un po’ allentato; anzi, secondo<br />

misurazioni più precise, si è anche lievemente invertito. Questo<br />

significa che chi fa <strong>il</strong> confronto fra gli anni Settanta ed<br />

oggi, trova che le temperature sono generalmente aumentate<br />

di circa 0,5°C, a livello globale, hanno raggiunto i massimi<br />

livelli fra <strong>il</strong> 1998 e <strong>il</strong> 2003, ma poi hanno smesso di aumentare<br />

o sono lievemente regredite. I clima di oggi, dunque, è in<br />

una fase tutto sommato stazionaria.<br />

Quali le cause se ciò è vero?<br />

I meccanismi dei cambiamenti climatici, per quanto si dica,<br />

non sono ancora del tutto noti e le teorie finora elaborate<br />

sono solo “teorie”. Quella che è andata per la maggiore, ma<br />

che oggi è in fase di revisione, è quella del Riscaldamento globale<br />

di origine antropica: l’aumento delle temperature medie<br />

del pianeta Terra sarebbe unicamente dovuto all’immissione<br />

sempre crescente di gas serra (anidride carbonica, metano ed<br />

ossidi di azoto) da parte dell’uomo. Secondo questa teoria,<br />

continuando a bruciare petrolio e carbone, ci troveremo fra<br />

meno di cento anni in una Terra calda fino a 2-3°C in più,<br />

con conseguenze catastrofiche, spesso eccessivamente enfatizzate.<br />

Si pensi alla notizia circolata quest’estate, totalmente<br />

falsa, sullo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia.<br />

La teoria più recente, che ha avuto anche <strong>il</strong> supporto di un<br />

grande esperimento realizzato pochi mesi fa al CERN di Ginevra,<br />

è quella che pone in relazione <strong>il</strong> riscaldamento globale<br />

degli anni Ottanta-Novanta, oltre che con l’effetto serra antropico,<br />

con l’elevatissima attività solare che si è verificata<br />

nel corso del XX secolo, la più intensa degli ultimi duem<strong>il</strong>a<br />

anni. Da un decennio circa, però, la nostra stella è entrata<br />

in una fase di profondo minimo che, a parere di non pochi<br />

scienziati, potrebbe durare anche parecchi decenni, come già<br />

accaduto nel XVII e XVIII secolo, quando faceva ben più<br />

freddo di oggi. Questa teoria spiegherebbe perché l’aumento<br />

della temperatura media terrestre sia al palo da alcuni anni,<br />

anche se serviranno ulteriori riscontri sperimentali. Ci sono<br />

– è vero - i catastrofisti anche da questa parte: secondo alcuni,<br />

saremmo alle porte di una nuova era glaciale. La mia personale<br />

opinione è che, se fosse vero che le immissioni di gas<br />

serra sono in grado, anche solo in parte, di far aumentare le<br />

temperature medie del pianeta Terra, be’... dovremmo davvero<br />

augurarci di vivere un lungo periodo di bassissima attività<br />

solare. Nessuno stato rinuncerà allo sfruttamento delle<br />

sue riserve di petrolio: è inut<strong>il</strong>e <strong>il</strong>luderci! E un’eventuale fase<br />

“fresca” potrebbe consentirci di prendere tempo e trovare <strong>il</strong><br />

modo di sfruttare a basso costo le energie alternative.


vita cittadina<br />

<strong>il</strong> pinocchio euGubino<br />

“... Il mio primo Pinocchio mi venne<br />

regalato da mio padre perché l’<strong>il</strong>lustratore,<br />

che l’aveva fatto stampare<br />

a sue spese, era un amico di nome<br />

Saffo Scavizzi ( i genitori pensavano<br />

che Saffo fosse un nome masch<strong>il</strong>e).<br />

Sono <strong>il</strong>lustrazioni forti, nervose,<br />

belle, rispettose della tradizione ma<br />

con qualcosa di più meccanico o più<br />

violento. Era <strong>il</strong> 1944, c’erano i tedeschi,<br />

avevo sette anni e <strong>il</strong> Pinocchio<br />

di Saffo Scavizzi è rimasto <strong>il</strong> mio Pinocchio,<br />

un Pinocchio di un tempo di<br />

paura che ha influenzato la mia ricezione<br />

dei tanti i <strong>il</strong>lustratori successivi.<br />

Il secondo fu quello più casalingo e<br />

pacioso e in bianco e nero di Jacovitti,<br />

a guerra finita, assai migliore di<br />

quello di vent’anni dopo. Più tardi, <strong>il</strong><br />

Pinocchio che mi ha ridato <strong>il</strong> paesaggio<br />

in cui sono cresciuto è stato quello<br />

stupendamente concreto di Roberto<br />

Innocenti. Sono poi venuti tutti gli<br />

altri.”<br />

“….Che siano tanti, dunque, gli artisti<br />

che si sono confrontati con Pinocchio<br />

di cui sono stato o sono amico,<br />

qualcosa vorrà pur dire. Per esempio,<br />

molto probab<strong>il</strong>mente, che si sono<br />

condivisi sogni e fantasticherie, paure<br />

e d<strong>il</strong>emmi morali infant<strong>il</strong>i anche<br />

a partire dalla lettura di Pinocchio,<br />

e che quel libro e quel personaggio<br />

sono stati molto importanti nella<br />

nostra formazione.” “…Riscoprire<br />

Pinocchio è infatti, per noi tutti, riscoprire<br />

<strong>il</strong> bambino che siamo stati<br />

ma soprattutto <strong>il</strong> bambini che è in<br />

noi mai del tutto domato e adultiz-<br />

zato… Una battaglia su due fronti<br />

, una dualità irrimediab<strong>il</strong>e per chi è<br />

davvero vivo: quella della libertà e<br />

della responsab<strong>il</strong>ità. L’equ<strong>il</strong>ibrio è<br />

diffic<strong>il</strong>e tra <strong>il</strong> cercare e <strong>il</strong> cercarsi, tra<br />

<strong>il</strong> disordine e l’ordine, tra la fantasia e<br />

la ragione, tra <strong>il</strong> fascino dell’anarchia<br />

31<br />

> a cura della redazione<br />

Nell’anno 2005 la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e <strong>il</strong> Lions Club Gubbio Piazza Grande riproposero in<br />

edizione anastatica una versione interamente eugubina del libro “Le avventure di Pinocchio” di C. Collodi, <strong>il</strong>lustrata<br />

nel 1944 dall’artista Saffo Scavizzi e stampata dalla Casa Editrice Oderisi.<br />

Il Museo Internazionale Luzzati di Genova, che si presenta come “Casa delle Arti, degli Autori, ma soprattutto dei<br />

grandi temi”, ha dedicato a questo “personaggio” della letteratura italiana una biennale che si articola su più sedi, con<br />

una mostra dell’iconografia contemporanea del celebre burattino, con un ampio programma didattico per bambini e<br />

adulti e con un concorso internazionale d’<strong>il</strong>lustrazione “Pinocchio”.<br />

Una copia del catalogo della mostra è pervenuto alla nostra Biblioteca Sperelliana.<br />

In esso compaiono articoli di autori prestigiosi, fra cui <strong>il</strong> nostro concittadino Goffredo Fofi, nel cui ricordo di bambino<br />

degli anni ‘40 <strong>il</strong> Pinocchio <strong>il</strong>lustrato da Saffo Scavizzi occupa un posto particolare.<br />

Ci è di vanto riportarne uno stralcio per i nostri lettori.<br />

Saffo Scavizzi “Mangiafuoco”, incisione su linoleum; “Le avventure di Pinocchio”, Oderisi, Gubbio 1944<br />

e <strong>il</strong> dovere della comunità. Ma guai<br />

a non rimanere “foderati d’infanzia”<br />

e pezzi di natura, caldi di istinto, di<br />

smania, di sete, e guai a non sentire<br />

<strong>il</strong> bisogno di riflettere e di amare, e<br />

pensando e amando farsi saggi. Come<br />

i bambini e i burattini”.


32<br />

cordoGlio per la FamiGlia rampini<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Maggio</strong> <strong>Eugubino</strong> è fortemente coinvolta dal doloroso lutto che ha colpito la famiglia<br />

Rampini con la scomparsa del figlio Francesco.<br />

Pur senza parole, afflitti dalla tristezza, offriamo tutto <strong>il</strong> sostegno e l’amicizia sincera al nostro amico<br />

e consigliere Giampietro, alla moglie Rossana, alla figlia Giulia.<br />

L’affetto più caldo e vero possa giungere in questo momento di dolore, come un abbraccio saldo,<br />

fraterno.<br />

m<br />

“… Certo non posso ricordarti come ceraiolo di S.Antonio,<br />

lo hanno scritto i tuoi amici del cero e tanto basterebbe<br />

“ceraiolo vero ed um<strong>il</strong>e”, ma io mi soffermo sulla parola<br />

um<strong>il</strong>tà. Sì, la tua um<strong>il</strong>tà la posso garantire: qualche anno<br />

fa gli amici volevano che fossi tu <strong>il</strong> capodieci del Cero mezzano,<br />

molti ricordo mi si avvicinavano per chiedermi di<br />

convincerti, tanto era la volontà di tutti, perché vedevano<br />

in te <strong>il</strong> ceraiolo che li poteva rappresentare <strong>il</strong> giorno dei<br />

Ceri mezzani. Anche Giampietro ne sarebbe stato felice, ma<br />

conoscendo la sua discrezione, mai si sarebbe permesso di<br />

forzare la tua volontà. Per cui ho voluto provare attraver-<br />

m<br />

so la mia persona, di cercare di convincerti che era giusto<br />

accettare questo ruolo, soprattutto perché voluto da tanti.<br />

La tua risposta fu lapidaria “Alfredo io sono nato per fare<br />

<strong>il</strong> ceraiolo semplice, nato come punta o braccere, tanto non<br />

conta <strong>il</strong> ruolo, ma quello che senti dentro di te” di fronte a<br />

quelle parole di certo non potevo che darti ragione. E queste<br />

saranno le parole che mi porterò sempre dentro, perché<br />

in esse c’è tutto di te”.<br />

Alfredo Minelli<br />

Presidente Famiglia dei Santantoniari<br />

> vita cittadina


grafici<br />

> vita cittadina<br />

Laurea<br />

dott. tiziano bedini<br />

L’albero più grande Consegnate del le Borse di Studio Magg<br />

mondo ancora più grande<br />

bina non Figlio solo cala, del nostro anche affezionato se di poche socio Umberto, si è laureato in ingegneria presso <strong>il</strong> Politecnico di M<strong>il</strong>ano ed è già stato contattato da<br />

un’azienda degli Stati Uniti d’America. Al giovane professionista auguriamo i più vivi successi, mentre ci congratuliamo anche con<br />

recisione, ma invecchia sempre più; un<br />

i genitori e soprattutto con <strong>il</strong> nonno Ermete.<br />

n attenzione è quello relativo ai matri-<br />

Dopo la partecipazione del Santo Padre alla tradizionale<br />

accensione dell’albero più grande del mono<br />

quelli celebraticon<br />

Non<br />

rito<br />

sono<br />

civ<strong>il</strong>e, aumen-<br />

più<br />

do,<br />

tra<br />

<strong>il</strong> nostro eugubino<br />

noi<br />

ha fatto <strong>il</strong> giro del mondo.<br />

l sacerdote. Questo dicono le cifre della Un messaggio di pace e di fratellanza dalla terra di<br />

Sant’Ubaldo e di San Francesco è partito proprio<br />

demografica dell’anno da poco conclu-<br />

dalla nostra città, grazie allo sforzo di tutte quelle<br />

icembre 2011 anselmo <strong>il</strong> totale riccardini dei residenti am- persone che con amorevole e instancab<strong>il</strong>e F<strong>il</strong>ippo lavoro han- biscarini<br />

È giunta alla XXVI edizione, la consegna<br />

à, contro le 33.004 del 31 dicembre del no permesso che l’opera di grandi dimensioni, anche<br />

All’età per spessore di 93 anni umano, è venuto tornasse a mancare delle ogni <strong>il</strong> Borse anno Cordoglio di ad Studio <strong>il</strong>lumi- per istituite la morte dall’As- del dr. F<strong>il</strong>ippo Biscarini, per<br />

eguenza dell’andamento naturale, con i geometra Anselmo Riccardini, padre del tutti più semplicemente e amichevolmente “Pipnare<br />

<strong>il</strong> Monte del nostro amato sociazione Patrono. <strong>Maggio</strong> L’ultima <strong>Eugubino</strong> e da Co-<br />

consigliere comunale, geometra Angelo po”. Era gremita la chiesa di San Pietro in occasio-<br />

ti, senza <strong>il</strong> correttivo, nella circostanza, accensione è avvenuta per mano lacem di S.p.A, Papa Benedetto volta al riconoscimento<br />

e dell’architetto Francesco. Ha lasciato ne delle onoranze funebri, a conferma della stima,<br />

XVI, una serata emozionante dell’impegno e indimenticab<strong>il</strong>e scolastico sugdegli<br />

alunni più<br />

e proveniente mdal saldo tra immigrati un degno ricordo a tutti i famigliari ed della simpatia e dell’affetto di cui era circondato.<br />

amici gellata che dalla con lui firma hanno dello condiviso stesso meritevoli sul la registro degli<br />

Professionista dei Istituti nomi eugubini, affinci (Liceo Socio Psico Pedago<br />

di valore, profondamente attaccato<br />

ispetto al 2010 gli<br />

vita che fino hanno ad oggi, acceso persona l’Albero gent<strong>il</strong>e più chè<br />

e grande siano<br />

sem- del sollecitati<br />

alla mondo ad<br />

sua città, dal approfondire i ta Goracci (Liceo Classicodove<br />

era solito ritornare con frequen-<br />

propri interessi culturali e a contribuire, Chiara Rondoni (IPSIA), El<br />

ono stati 178, contro 253, quelli emi- pre 1981. disponib<strong>il</strong>e, Merito ha a lavorato tutti coloro per anni che hanno sia reso za da possib<strong>il</strong>e quando aveva dovuto trasferirsi a Città della<br />

come questa progettista esperienza. di opere private<br />

dunque,<br />

e pub-<br />

allo<br />

Pieve;<br />

sv<strong>il</strong>uppo<br />

figura<br />

della<br />

imponente,<br />

nostra socie-<br />

affettuoso<br />

chi (ITC),<br />

con tutti,<br />

Isabel<br />

di-<br />

Poeta (ISA)<br />

4, con un differenza attiva che diminu- bliche che come restauratore di tà.fabbri- La consegna sponib<strong>il</strong>e delle allo Borse scherzo di Studio ed alla è battuta, delle Borse buono di e Studio con per l’ann<br />

19 unità Più pesante <strong>il</strong> raffronto nati/ cati storici. Ai figli Francesco e Angelo, avvenuta alla un presenza forte senso del Presidente della solidarietà del e dell’amicizia. Va-<br />

che hanno proseguito sull’esempio <strong>Maggio</strong> del <strong>Eugubino</strong>, lori che aumentano Lucio Lupini; <strong>il</strong> dolore del per <strong>il</strong> distacco terreno,<br />

o venuti alla<br />

padre, alla moglie e ai famigliari Presidente giun- di ma Colacem aiutano S.p.A, a colmare Giovanni <strong>il</strong> grande vuoto lasciato. Ai<br />

ittadini, mentre 474 (meno 145) hangano le più sentite condoglianze. Colaiacovo; fam<strong>il</strong>iari dell’Amministratore le condoglianze Delega- più sentite<br />

to di Colacem S.p.A, Carlo Colaiacovo;<br />

cammino terreno; nel 2010 i numeri<br />

Buranese in festa<br />

del Vescovo di Gubbio, Mons. Ceccobelli<br />

513 ( -150). Interessanti, a seconda del<br />

e dell’Assessore alla Cultura del Comune<br />

ta, le cifre relative ai matrimoni: calano<br />

di Gubbio, Marco Bellucci. L’incontro è<br />

stato coordinato dal Dirigente scolastico<br />

Tutte le parrocchie del buranese, una delle zone più belle e diffic<strong>il</strong>i del territorio eugubino, si sono strette intorno al parroco Don<br />

ro 53 del 2010), aumentano quelli reli-<br />

dell’Istituto Superiore “G. Mazzatinti”,<br />

Bruno Pauselli, che domenica sette ottobre ha festeggiato i suoi cinquanta anni di sacerdozio, che coincidono anche con <strong>il</strong> mezzo<br />

113). secolo di attività pastorale, svolta con impegno, generosa e totale disponib<strong>il</strong>ità Dario Missaglia. e dedizione. I vincitori Il delle momento Borse centrale di della giornata,<br />

preparata con iniziative di preghiera nelle parrocchie di Ca<strong>il</strong>eto, Salia, Studio Morena, per l’anno San Bartolomeo scolastico 2009-2010: e S.Margherita, è stata la Santa<br />

Messa celebrata alle ore 12 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Elisa Assunta Castellani di Burano. (ITIS), Anche Arianna la redazione Fioruc- si unisce agli auguri<br />

ed ai ringraziamenti<br />

vita cittadina<br />

A<br />

25<br />

33


34<br />

Che bravo Sott<strong>il</strong>! Che bravo Coppola!<br />

Il buon giorno si è visto dal<br />

mattino e dall’inizio la tifoseria eugubina<br />

ha cercato di vedere che la<br />

retrocessione poteva essere digerita<br />

perché conquistata sul campo e con<br />

tante responsab<strong>il</strong>ità tecniche (leggasi<br />

scelte riparatorie discutib<strong>il</strong>issime).<br />

Nel dubbio dell’avvio Sott<strong>il</strong> ha fatto<br />

vedere subito di che pasta è fatto e i<br />

giocatori gli sono andati dietro spinti<br />

dal nuovo e rigenerato entusiasmo<br />

del capitano Alessandro Sandreani<br />

insieme alla vecchia guardia per cercare<br />

di creare un clima ottimale con<br />

tanti nuovi volti. La mannaia del ‘92<br />

e quindi <strong>il</strong> minutaggio potrebbe essere<br />

una cartina al tornasole chiaramente<br />

sul potenziale tecnico di questi<br />

giovani. Intanto in porta è stato<br />

> vita cittadina > roSSoblù<br />

Se <strong>il</strong> buonGiorno Si vede dal mattino...<br />

(foto Gianluca Benedetti - PHOTOSTUDIO)<br />

prima del FiSchio d’inizio<br />

> di ubaldo Gini<br />

definitivamente tolto <strong>il</strong> fantasma di<br />

Donnarumma. Il Gubbio riesce a<br />

vincere pur non giocando un calcio<br />

spettacolare ma avete dato un’occhiata<br />

anche alle altre formazioni<br />

con tante ambizioni e tanto budget<br />

(speso) a disposizione? La squadra si<br />

sta assestando e speriamo che trovi<br />

anche quella giusta continuità nei risultati.<br />

Questo per continuare su una<br />

striscia positiva di risultati potrebbe<br />

pregiudicare le scelte di gennaio della<br />

società e mettere di fronte al bivio <strong>il</strong><br />

presidente Marco Fioriti se investire<br />

su tre buoni rinforzi di categoria per<br />

provare a restare sempre nella parte<br />

alta della classifica. La voglia di vincere<br />

insomma al momento sembra<br />

essere tornata in casa rossoblù così<br />

come l’entusiasmo insieme ad un<br />

pubblico davvero spettacolare anche<br />

ancora una volta da qui in avanti potrebbe<br />

fare la differenza perché ha<br />

dimenticato anche le polemiche del<br />

sol leone. Gli abbonamenti lo dimostrano.<br />

Adesso tocca alla società verificare<br />

ancora una volta <strong>il</strong> potenziale<br />

con la speranza che torni quel sano<br />

appettito... di vittorie.<br />

tutti in campo, poco prima del fischio<br />

d’inizio, in diretta rai sport 1, per<br />

salutare i tifosi eugubini che hanno<br />

così avuto modo di applaudire due<br />

medagliati di londra 2012, massimo<br />

Fabbrizi, medaglia d’argento per <strong>il</strong> tiro<br />

a volo e Vincenzo mangiacapre, medaglia<br />

di bronzo per <strong>il</strong> pug<strong>il</strong>ato. al tifoso<br />

campano ennio Calabresi e’ stato<br />

consegnato un prezioso pezzo d’arte<br />

creato dall’artista eugubino, molto<br />

noto, toni Bellucci. Un quadro che<br />

riporta anche le scritte antichissime<br />

delle bronzee tavole eugubine. (foto<br />

Gianluca Benedetti - PHotostUdio)


www.barbetti.it<br />

Stab<strong>il</strong>imenti di Gubbio di Gubbio<br />

e Ravenna e Ravenna<br />

Corso Corso Garibaldi, 81<br />

81<br />

Gubbio PG<br />

PG<br />

tel. tel. 075 075 92 92 381<br />

381<br />

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