Dicembre 2011 - ACCADEMIA GEOGRAFICA MONDIALE

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Curiosi di ogni epoca Tuttavia la storia gli può riconoscere legittimo questo appellativo poiché dedicò tutta la vita e tutto il suo patrimonio soltanto alla navigazione ed ai navigatori. Affermatosi giovanissimo durante la guerra mauritana all’assedio di Ceuta (1412), ricchissimo, questo principe portoghese ha la possibilità di estrinsecare la propria ambizione nel modo più brillante: tutte le corti lo invitano, l’Inghilterra gli offre un comando. Ma questo strano sognatore sceglie la solitudine creatrice: si ritira a Capo Sagres, il “promontorio sacro” degli antichi e di là, per quasi cinquant’anni, prepara la spedizione per l’India e con essa, l’offensiva contro il mare incognitum. Che cosa diede al solitario e temerario entusiasta il coraggio di sostenere, in contrasto con le supreme autorità cosmografiche del tempo, con i seguaci di Tolomeo, l’opinione che l’Africa non ENRICO IL NAVIGATORE dicembre - 2011 - GEOMONDO - 109 è un continente legato ai ghiacci del Polo, bensì una terra circumnavigabile, la vera via dell’India? Il segreto probabilmente non sarà mai svelato, ma certo non si era mai del tutto perduta la vaga notizia, riferita anche da Erodoto e Strabone, che nelle oscure età dei faraoni una flotta fenicia fosse discesa lungo il Mar Rosso ritornando dopo due anni, inaspettatamente, dalle Colonne d’Ercole, cioè dallo Stretto di Gibilterra. Forse l’infante di Portogallo aveva anche saputo da mercanti di schiavi mauritani che, oltre la Libia deserta e il sabbioso Sahara, giaceva un “Bilat ghana”, una “terra della ricchezza”; e, in realtà già sopra una carta disegnata nel 1150 da un cartografo arabo per il re normanno Ruggero II si trovava indicata l’odierna Guinea al posto giusto con il nome di “Bilat ghana”.

Curiosi di ogni epoca La vera importanza morale di Enrique sta in ciò che egli insieme alla grandezza della meta riconobbe anche la grandezza delle difficoltà: nel periodo in cui Enrique si accinge all’impresa le cognizioni geografiche e nautiche sono incredibilmente primitive. Nei foschi secoli che seguirono la caduta dell’impero romano era stato dimenticato quasi tutto ciò che i greci e i romani avevano scoperto nei loro viaggi; in quei secoli di autolimitazione spaziale era ormai divenuta favola incredibile che Alessandro fosse giunto ai confini dell’Afghanistan e sino all’India, sono perdute le mappe e le carte dell’orbe terracqueo fatte dai romani, distrutto l’esemplare servizio d’informazioni politiche e geografiche, dimenticata la capacità di viaggiare, morta la gioia di scoprire, immiserita l’arte del navigare. ENRICO IL NAVIGATORE dicembre - 2011 - GEOMONDO - 110 Non restano ormai che scarsi ruderi dell’antico castello di Capo Sagres eretto dal principe Enrico, saccheggiato e distrutto da un ingrato erede della sua disciplina, Francis Drake. Stando alle relazioni dei cronisti portoghesi, furono convocati a palazzo dotti arabi e giudei ordinando loro di costruire strumenti e preparare tabelle, mappe, studiare la tecnica per la costruzione di nuove navi che avrebbero avuto a bordo esperti di cartografia, maestri di astronomia, tecnici nautici in grado di leggere i portolani, designare i meridiani. Come Filippo il Macedone lasciò al figlio Alessandro l’irresistibile falange per la conquista del mondo, così Enrique lasciò in eredità al Portogallo le navi più resistenti e più moderne del suo tempo ed i più abili equipaggi per la conquista degli oceani.

Curiosi di ogni epoca<br />

La vera importanza morale di Enrique sta in<br />

ciò che egli insieme alla grandezza della meta<br />

riconobbe anche la grandezza delle difficoltà:<br />

nel periodo in cui Enrique si accinge all’impresa<br />

le cognizioni geografiche e nautiche sono<br />

incredibilmente primitive.<br />

Nei foschi secoli che seguirono la caduta<br />

dell’impero romano era stato dimenticato quasi<br />

tutto ciò che i greci e i romani avevano scoperto<br />

nei loro viaggi; in quei secoli di autolimitazione<br />

spaziale era ormai divenuta favola incredibile<br />

che Alessandro fosse giunto ai confini<br />

dell’Afghanistan e sino all’India, sono perdute<br />

le mappe e le carte dell’orbe terracqueo fatte dai<br />

romani, distrutto l’esemplare servizio<br />

d’informazioni politiche e geografiche,<br />

dimenticata la capacità di viaggiare, morta la<br />

gioia di scoprire, immiserita l’arte del navigare.<br />

ENRICO IL NAVIGATORE<br />

dicembre - <strong>2011</strong> - GEOMONDO - 110<br />

Non restano ormai che scarsi ruderi dell’antico<br />

castello di Capo Sagres eretto dal principe Enrico,<br />

saccheggiato e distrutto da un ingrato erede della<br />

sua disciplina, Francis Drake.<br />

Stando alle relazioni dei cronisti portoghesi,<br />

furono convocati a palazzo dotti arabi e giudei<br />

ordinando loro di costruire strumenti e preparare<br />

tabelle, mappe, studiare la tecnica per la<br />

costruzione di nuove navi che avrebbero avuto a<br />

bordo esperti di cartografia, maestri di<br />

astronomia, tecnici nautici in grado di leggere i<br />

portolani, designare i meridiani.<br />

Come Filippo il Macedone lasciò al figlio<br />

Alessandro l’irresistibile falange per la conquista<br />

del mondo, così Enrique lasciò in eredità al<br />

Portogallo le navi più resistenti e più moderne<br />

del suo tempo ed i più abili equipaggi per la<br />

conquista degli oceani.

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