Dicembre 2011 - ACCADEMIA GEOGRAFICA MONDIALE
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Ha poi continuato dicendo che “la Mongolia<br />
è così entrata nella comunità della<br />
democrazia ed intende aiutare tutti i popoli<br />
e gli stati dell'area a fare altrettanto e a<br />
diffondere il messaggio secondo cui non è<br />
con il pugno di ferro che si può governare<br />
ma con la democrazia e il rispetto dei diritti<br />
di tutti”.<br />
La moratoria della pena di morte in Mongolia<br />
è stata introdotta il 14 gennaio 2010 da<br />
Elbegdorj. In seguito il Presidente ha<br />
commutato le sentenze di morte in pene<br />
detentive per tutti coloro che hanno fatto<br />
appello alla clemenza durante la sua<br />
presidenza. Un ulteriore passo avanti è stato<br />
compiuto nel dicembre 2010 quando la<br />
Mongolia ha votato a favore della<br />
Risoluzione ONU per la moratoria universale<br />
delle esecuzioni capitali all’Assemblea<br />
generale delle Nazioni Unite (nel 2008 aveva<br />
votato contro).<br />
Visita al Comune di Milano<br />
dicembre - <strong>2011</strong> - GEOMONDO - 100<br />
Elbegdorj e Napolitano<br />
Questo è stato un risultato molto importante<br />
soprattutto se si considera che nel continente<br />
asiatico la pratica della pena capitale è ancora<br />
largamente diffusa. Secondo Amnesty<br />
International, si stima che solo nel 2008 siano<br />
state eseguite più di 1.800 condanne a morte<br />
in 11 Paesi asiatici. In Cina, Mongolia e nella<br />
Corea del Nord l’uso della pena capitale è<br />
coperto dal segreto di Stato, non c’è<br />
trasparenza e mancano quindi statistiche<br />
ufficiali riguardanti il numero esatto delle<br />
condanne a morte, delle esecuzioni e dei<br />
detenuti nel braccio della morte. In Mongolia,<br />
prima della moratoria, gli avvocati e le<br />
famiglie dei detenuti non avevano<br />
informazioni riguardanti l’esecuzione del<br />
congiunto e in seguito il corpo non veniva<br />
consegnato ai parenti.