Dicembre 2011 - ACCADEMIA GEOGRAFICA MONDIALE

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A ridosso delle Prealpi Trevigiane si può rivivere un particolare viaggio nel passato che va dall’era glaciale, alla preistoria e fino ai giorni nostri. Uscendo da Vittorio Veneto ci si dirige verso ovest e dopo pochi chilometri si arriva nel comune di Revine, porta d’en­ di Maurizio Severin Due piccole gemme di smeraldo nella Marca Trevigiana dicembre - 2011 - GEOMONDO - 81 trata per un incantevole solco vallivo di circa 5 chilometri, denominato “La Vallata” che racchiude due piccole gemme di smeraldo dense di storia e tradizioni, i Laghi di Revine, chiamati il primo di Santa Maria e il secondo semplicemente Lago.

Si sono creati con il ritiro del ghiacciaio Piave, che scendeva dalla Val Lapisina, che diramandosi ad ovest nella Vallata ed ostruito dallo sbarramento morenico di Gai, ha iniziato la formazione di un lago, prima con più ampie dimensioni e poi a seguito di alcuni movimenti franosi datati oltre 10.000 anni fa, un po’ più piccolo. I laghi di Santa Maria e di Lago sono di modeste dimensioni, lunghi 1.050 e 1.200 metri, larghi dai 200 ai 500 metri con una profondità massima di 14 metri, separati fra loro da una piccola striscia di terra recuperata dall’uomo per le attività agricole e comunicanti fra loro attraverso un piccolo canale con funzione di regolare i flussi dell’acqua, in aumento in autunno, in quanto fungono da bacino di raccolta delle acque di tutta la valle, provocando anche esondazioni nella campagna e formando diversi acquitrini. dicembre - 2011 - GEOMONDO - 82

Si sono creati con il ritiro del ghiacciaio Piave,<br />

che scendeva dalla Val Lapisina, che diramandosi<br />

ad ovest nella Vallata ed ostruito<br />

dallo sbarramento morenico di Gai, ha iniziato<br />

la formazione di un lago, prima con<br />

più ampie dimensioni e poi a seguito di alcuni<br />

movimenti franosi datati oltre 10.000<br />

anni fa, un po’ più piccolo.<br />

I laghi di Santa Maria e di Lago sono di<br />

modeste dimensioni, lunghi 1.050 e 1.200<br />

metri, larghi dai 200 ai 500 metri con una<br />

profondità massima di 14 metri, separati fra<br />

loro da una piccola striscia di terra<br />

recuperata dall’uomo per le attività agricole<br />

e comunicanti fra loro attraverso un piccolo<br />

canale con funzione di regolare i flussi<br />

dell’acqua, in aumento in autunno, in quanto<br />

fungono da bacino di raccolta delle acque di<br />

tutta la valle, provocando anche esondazioni<br />

nella campagna e formando diversi<br />

acquitrini.<br />

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