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Dicembre 2011 - ACCADEMIA GEOGRAFICA MONDIALE

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Curiosi di ogni epoca<br />

ENRICO IL NAVIGATORE<br />

Ma è inerente alla tragica sorte dei precursori<br />

che essi debbano morire sulla soglia, senza poter<br />

raggiungere la terra promessa: Enrique non vide<br />

neppure una delle grandi scoperte che resero<br />

immortale la sua patria nella storia del mondo.<br />

Nell’anno della sua morte (1460) non era stato<br />

ancora raggiunto, geograficamente, nulla di<br />

tangibile.<br />

La celebrata scoperta delle Azzorre e di Madera<br />

fu in realtà una riscoperta perché nel 1351 quelle<br />

isole sono indicate nel Portolano Laurentino.<br />

La morte di Enrique segna tuttavia soltanto<br />

l’ultima pausa prima del balzo decisivo: mentre<br />

fino a poco tempo prima si considerava ancora<br />

un risultato grandioso l’impresa di Gil Eanes<br />

che nel 1434 aveva raggiunto e doppiato in dodici<br />

anni le poche miglia fino a Capo Bojador<br />

dissipando una volta per tutte le terribili<br />

premonizioni legate a quel luogo di non ritorno,<br />

ora un balzo di cento o addirittura cinquecento<br />

miglia non appare per nulla straordinario.<br />

Nel 1471 è raggiunto l’equatore, nel 1484 Diego Cam sbarca alle foci del Congo, e finalmente nel<br />

1486 si avvera il sogno profetico di Enrique: il navigatore portoghese Bartholomeu Dias raggiunge<br />

la punta estrema dell’Africa, il Capo di Buona Speranza, che egli peraltro, per le bufere incontrate,<br />

battezzò Cabo Tormentoso.<br />

Ma benché la tempesta gli abbia strappato le vele e scheggiato l’albero maestro, l’audace conquistador<br />

portoghese prosegue risoluto: già naviga lungo la costa orientale dell’Africa, e di qui i piloti<br />

maomettani lo potrebbero accompagnare facilmente fino all’India ma in quel punto l’equipaggio<br />

si ribella, “basta per questa volta!”<br />

E’ costretto con la morte nel cuore a tornare indietro, perdendo per colpa altrui la gloria di aver<br />

scoperto, primo europeo, la via d’acqua per l’India; un altro portoghese, Vasco da Gama, sarà<br />

esaltato per quell’eroica impresa nell’immortale poema di Camoes.<br />

Come sempre, il tragico iniziatore è dimenticato, oscurato dal più felice realizzatore,<br />

Tuttavia l’azione decisiva è compiuta: è fissata la forma dell’Africa, per la prima volta s’è mostrato<br />

e dimostrato, contro Tolomeo, che esiste una via d’acqua fino all’India.<br />

Discepoli ed eredi hanno dato realtà, una generazione dopo il maestro, al grande sogno di Enrique.<br />

dicembre - <strong>2011</strong> - GEOMONDO - 111

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