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Gestione Faunistica Venatoria - Studio Naturalistico Hyla

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La gestione faunistico-venatoria.<br />

La figura del naturalista.<br />

Dott. Daniele Paoloni


Premessa...<br />

Alexandre-François Desportes, “Autoritratto in abito da<br />

cacciatore”, 1699, Olio su tela Musée du Louvre, Paris


Premessa...<br />

2250000<br />

2000000<br />

1750000<br />

1500000<br />

1250000<br />

1000000<br />

750000<br />

500000<br />

250000<br />

0<br />

1937<br />

1970<br />

1976<br />

1977<br />

1980<br />

1985<br />

1990<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007


Premessa...


La gestione faunistico-venatoria<br />

La <strong>Gestione</strong> <strong>Faunistica</strong> è la disciplina tecnico-scientifica che persegue<br />

la conservazione dei Vertebrati terrestri e delle acque interne,<br />

mediante interventi nei confronti della fauna stessa, dell'ambiente e della società.


I termini da conoscere<br />

La popolazione e le sue caratteristiche<br />

Popolazione: insieme di individui della stessa specie che vivono in un determinato territorio<br />

e sono tra loro legati da rapporti riproduttivi e sociali.<br />

Consistenza: numero di individui appartenenti alla stessa specie che costituiscono una<br />

determinata popolazione.<br />

Struttura: composizione di una popolazione in classi di età e classi di sesso.<br />

Densità: numero di individui conspecifici rapportato ad un'unità di superficie (capi/100 ha).<br />

Densità biotica: massima densità raggiungibile da una popolazione animale, in base ai<br />

meccanismi di autoregolazione.<br />

Densità agro-forestale: massimo numero di individui conspecifici rapportato ad un'unità di<br />

superficie agro-forestale, in assenza di danni rilevanti a coltivazioni e/o piantagioni.<br />

Dinamica: l'insieme dei cambiamenti nell'ambito di una popolazione. I fattori che agiscono<br />

sono: natalità, mortalità, immigrazione ed emigrazione.<br />

Tasso di natalità: numero di piccoli nati rapportato a quello delle femmine sessualmente<br />

mature (annuale).<br />

Incremento Utile Annuo (IUA): parametro annuale di una popolazione, si basa sulla<br />

differenza tra la somma dei nuovi nati e individui immigrati e la somma degli individui morti<br />

e gli individui emigrati.<br />

IUA= (N+I) - (M+E)


Le piramidi di popolazione<br />

POPOLAZIONE GIOVANE<br />

POPOLAZIONE STABILE<br />

POPOLAZIONE DESTRUTTURATA


Legislazione (1)<br />

Legge 11 febbraio 1992, N. 157<br />

Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.<br />

Art. 1. Fauna selvatica<br />

1. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed<br />

internazionale.<br />

2. L'esercizio dell'attività venatoria è consentito purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna<br />

selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole.<br />

3. Le regioni a statuto ordinario provvedono ad emanare norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le<br />

specie della fauna selvatica in conformità alla presente legge, alle convenzioni internazionali ed alle direttive<br />

comunitarie. Le regioni a statuto speciale e le province autonome provvedono in base alle competenze esclusive<br />

nei limiti stabiliti dai rispettivi statuti. Le province attuano la disciplina regionale […]<br />

Art. 2. Oggetto della tutela<br />

1. Fanno parte della fauna selvatica oggetto della tutela della presente legge le specie di mammiferi e di uccelli dei<br />

quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio<br />

nazionale. Sono particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio, le seguenti specie:<br />

a) mammiferi: lupo (Canis lupus), sciacallo dorato (Canis aureus), orso (Ursus arctos), martora (Martes<br />

martes), puzzola (Mustela putorius), lontra (Lutra lutra), gatto selvatico (Felis sylvestris), lince (Lynx lynx), foca<br />

monaca (Monachus monachus), tutte le specie di cetacei (Cetacea), cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus),<br />

camoscio d'Abruzzo (Rupicapra pyrenaica);<br />

b) uccelli: [...];<br />

c) tutte le altre specie che direttive comunitarie o convenzioni internazionali o apposito decreto del Presidente del<br />

Consiglio dei ministri indicano come minacciate di estinzione.<br />

2. Le norme della presente legge non si applicano alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti, alle arvicole.


Legislazione (2)<br />

Art. 19. Controllo della fauna selvatica<br />

1. Le regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica di<br />

cui all'articolo 18, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute<br />

particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità.<br />

2. Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per<br />

la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agroforestali<br />

ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia.<br />

Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su<br />

parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi,<br />

le regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie<br />

dipendenti dalle amministrazioni provinciali.<br />

Queste ultime potranno altresì avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani<br />

medesimi, purchè muniti di licenza per l'esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie<br />

comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio.<br />

3. Le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono attuare i piani di cui al comma 2 anche avvalendosi di<br />

altre persone, purchè munite di licenza per l'esercizio venatorio.<br />

Art. 20. Introduzione di fauna selvatica dall'estero<br />

1. L'introduzione dall'estero di fauna selvatica viva, purchè appartenente alle specie autoctone, può effettuarsi<br />

solo a scopo di ripopolamento e di miglioramento genetico.<br />

2. I permessi d'importazione possono essere rilasciati unicamente a ditte che dispongono di adeguate strutture<br />

ed attrezzature per ogni singola specie di selvatici, al fine di avere le opportune garanzie per controlli, eventuali<br />

quarantene e relativi controlli sanitari.


Le leggi regionali<br />

1. Il Consiglio regionale delibera il Piano faunistico venatorio regionale, secondo i criteri dell'art. 10 della<br />

157/92.<br />

2. Il Piano faunistico venatorio regionale contiene:<br />

a) la destinazione d'uso del territorio agrosilvo-pastorale per ciascuna provincia, con indicazione della<br />

superficie complessiva da destinare a protezione della fauna selvatica;<br />

b) i criteri generali di riferimento per il coordinamento dei Piani faunistico venatori delle Province;<br />

c) i criteri per la costituzione e la gestione dei seguenti ambiti territoriali: oasi di protezione, zone di<br />

ripopolamento e cattura e centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica;<br />

d) i criteri per la individuazione dei territori da destinare ad aziende faunistico venatorie, aziende<br />

agrituristico venatorie e centri privati di riproduzione di fauna selvatica;<br />

e) gli indirizzi per la corresponsione degli incentivi in favore dei proprietari o conduttori dei fondi rustici,<br />

per gli interventi di tutela e ripristino degli habitat naturali e per l'incremento della fauna selvatica;<br />

f) gli indirizzi per la determinazione da parte delle Province dei criteri per il risarcimento dei danni<br />

arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole;<br />

g) l'indicazione delle specie di fauna selvatica autoctona oggetto di particolare tutela, nonché quelle di<br />

interesse venatorio, di cui curare l'incremento e gli indirizzi per la loro gestione;<br />

h) gli indirizzi per gli interventi di controllo degli squilibri faunistici;<br />

i) [...];<br />

l) l'individuazione, la delimitazione e i criteri per la gestione degli ambiti territoriali di caccia in cui si<br />

articola la programmazione faunistico venatoria (2).<br />

m) [...];<br />

n) [...].


Destinazione differenziata delle risorse<br />

Le aree protette<br />

- Parchi nazionali;<br />

- Parchi regionali;<br />

- Riserve naturali: integrali, speciali, orientate;<br />

- Zone di pre-parco o Zone di salvaguardia;<br />

Aree a caccia programmata<br />

<strong>Gestione</strong> venatoria privata -> creazione di istituti privati (al massimo il 15% del TASP di ogni<br />

Provincia):<br />

- Aziende faunistico-venatorie (AFV);<br />

- Aziende agri-turistico-venatorie (AATV);<br />

- Centri privati di riproduzione della fauna selvatica (Cpr).<br />

<strong>Gestione</strong> venatoria pubblica che avviene attraverso gli ambiti territoriali di caccia (ATC).<br />

Il territorio soggetto a caccia pubblica comprende circa il 55−65% della TASP di ogni provincia.<br />

- Aree libere;<br />

- Oasi di protezione (OAP): aree destinate alla conservazione di habitat naturali, al rifugio, alla<br />

riproduzione, alla sosta della fauna selvatica stanziale e migratoria, e alla cura della prole per fini di<br />

particolare interesse faunistico e naturalistico o a tutela di specie rare o in estinzione.<br />

- Zone di ripopolamento e cattura (ZRC): finalizzate al potenziamento delle popolazioni naturali<br />

utilizzate quindi per immissioni di selvaggina in tempi e condizioni utili a favorirne l’ambientamento, la<br />

riproduzione ed il successivo irradiamento nei territori contigui.<br />

- Centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica (CP): finalizzati alla produzione di capi in grado di<br />

ricostituire popolazioni vitali.


Ambito Territoriale di Caccia<br />

Funzionamento degli ATC<br />

Gli ATC sono enti privati di interesse pubblico. Gli organi direttivi degli ATC e CA sono:<br />

Il Comitato di <strong>Gestione</strong> ed il Presidente. In ogni ATC viene eletto ogni 4 anni un Comitato di gestione<br />

nominato dalla Provincia<br />

La costituzione del Comitato di <strong>Gestione</strong> avviene attraverso due fasi distinte:<br />

1. le associazioni riportate sopra designano i loro rappresentanti e li propongono alla Provincia;<br />

2. la Provincia, dopo avere verificato la sussistenza dei requisiti dei designati, nomina il Comitato di<br />

gestione.<br />

Compiti del Comitato di <strong>Gestione</strong><br />

Il regolamento regionale elenca i compiti dei Comitati di <strong>Gestione</strong>; tra questi si ricordano:<br />

1. predisporre il piano di utilizzazione del territorio e i piani di immissione;<br />

2. provvedere ai censimenti della fauna selvatica ed elaborare le proposte per i piani di prelievo<br />

numerici;<br />

3. promuovere ed organizzare gli interventi per il miglioramento degli habitat;<br />

4. ammettere i cacciatori all’esercizio venatorio;<br />

5. provvedere alla quantificazione e al risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle<br />

coltivazioni nei terreni destinati alla caccia programmata;<br />

6. adempiere a tutti i compiti demandati dallo Stato, dalla Regione e dalla Provincia;<br />

7. può proporre una destinazione differenziata del proprio territorio ai fini venatori.<br />

Per adempiere a tutte queste incombenze, i Comitati di <strong>Gestione</strong> dispongo di fondi finanziari di diversa<br />

origine: quote associative versate dai cacciatori, contributi pubblici.


I tipi di prelievo<br />

Prelievo con ripopolamenti sistematici di selvaggina<br />

In ogni stagione il prelievo tende ad esaurire<br />

localmente la popolazione cacciata e successivamente<br />

a rimpiazzarla con ripopolamenti.<br />

Controllo della fauna nelle aree protette<br />

Può avvenire tramite cattura o abbattimento.<br />

L'obiettivo è la riduzione della densità della popolazione<br />

oggetto di intervento al fine di limitare/eliminare<br />

i danni alle produzioni agro-foretsali.<br />

La legge 394/91. Il regolamento del Parco.<br />

Caccia di selezione<br />

Prevede piani di abbattimento a livello locale in cui i<br />

cacciatori prelevano un numero limitato di capi scelti per<br />

classe di età e sesso. La caccia di selezione si basa sulla<br />

conoscenza della consistenza della popolazione.


Il ruolo del naturalista nei diversi tipi di prelievo<br />

Prelievo con ripopolamenti sistematici di selvaggina<br />

Censimento all'interno delle ZRC,<br />

indicazioni gestionali per l'incremento produttivo,<br />

analisi delle serie storiche.<br />

Controllo della fauna nelle aree protette<br />

Stima numerica dei capi da abbattere in relazione ad<br />

eventuali danni su specie di interesse<br />

conservazionistico. Organizzazione del prelievo.<br />

Raccolta dati e campioni biologici. Elaborazione dati.<br />

Caccia di selezione<br />

Organizzazione dei censimenti ed elaborazione dei<br />

dati. Contributo alla redazione dei piani di<br />

abbattimento. Raccolta dati e campioni biologici su<br />

capi abbattuti. Elaborazione dati.


Contare gli animali<br />

Serve a determinare se la popolazione oggetto di studio è in declino, in crescita o in<br />

condizioni di stabilità. L'obiettivo è quello di modulare la gestione che si va operando.


Censimento diretto → Conteggio esaustivo<br />

Censimento diretto → Conteggio per aree campione<br />

Area campionata : Area totale = Animali contati : Animali totali


Stime di abbondanza dirette → Conteggio relativo per indici<br />

IKA<br />

IPA<br />

ITA<br />

Stime di abbondanza dirette → Conteggio relativo per indici<br />

IKA<br />

IPA<br />

ITA


Attenzione a come si conta!<br />

Non esiste UN metodo di censimento migliore.<br />

La tecnica utilizzata deve tenere conto:<br />

della specie da censire,<br />

delle caratteristiche del territorio (conformazione ed estensione),<br />

del personale a disposizione...<br />

e come sempre delle risorse!<br />

Qualsiasi metodica diretta utilizzata, se condotta correttamente,<br />

fornisce sempre un numero minimo certo di capi,<br />

inferiore al numero effettivo di individui presenti.<br />

La differenza tra consistenza stimata e consistenza reale,<br />

espressa in percentuale, viene definita sottostima del censimento.<br />

Si deve, dunque, tenere conto di una variabilità di risultati,<br />

in dipendenza del metodo prescelto,<br />

Con sottostime anche molto elevate, e la consapevolezza che i risultati<br />

devono essere analizzati con spirito critico.


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio<br />

Perchè contare gli animali dentro le ZRC<br />

Il censimento autunnale, all'interno delle Zone Ripopolamento e Cattura<br />

(ZRC), per la specie Lepre si configura come una pratica necessaria al fine di<br />

quantificare l'adeguata quota di capi da catturare e successivamente<br />

rilasciare nel territorio aperto all'attività venatoria.<br />

Di notevole importanza è la realizzazione del censimento in un periodo di<br />

tempo limitato (ad esempio un arco temporale di 30 giorni), così da avere<br />

condizioni circa uguali in tutte le ZRC, sia per ciò che riguarda il ciclo<br />

biologico della specie, sia per ciò che concerne i tempi agricoli, con<br />

particolare riferimento alle colture cerealicole autunno-vernine che<br />

rappresentano la principale fonte di alimentazione per la specie nel periodo.<br />

Il censimento delle altre specie target (Minilepre, Cinghiale, Capriolo,<br />

Volpe, Cornacchia grigia, Taccola, Gazza, Ghiandaia) riveste, invece,<br />

un utile strumento a fini gestionali.


L'ATC Perugia1<br />

- 26 comuni<br />

- 316032 ha di SASP<br />

- 19 ZRC, circa 17 mila ha


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio<br />

Il censimento notturno è stato<br />

condotto tramite la tecnica del conteggio<br />

da punti fissi di illuminazione (stazioni<br />

faro).<br />

Tutti i censimenti hanno avuto inizio<br />

almeno un'ora dopo il tramonto e si sono<br />

svolti in condizioni di buona visibilità.<br />

I dati raccolti e registrati su apposita<br />

scheda di campo sono stati elaborati<br />

tramite l’IPA (Indice Puntiforme di<br />

Abbondanza) dato dal rapporto tra il<br />

numero di individui avvistati nelle<br />

stazioni faro e le stazioni visitate.<br />

L’indice, che non restituisce un valore di<br />

densità, è particolarmente indicato per<br />

confrontare diverse aree di studio<br />

(omogenee dal punto di vista delle<br />

caratteristiche ambientali) anche nel<br />

tempo, tramite le serie storiche.


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio<br />

Le stazioni faro (riportate su ortofotocarta 1:10000) risultano essere, per la maggior parte,<br />

le stesse usate negli anni precedenti di monitoraggio.<br />

In alcuni casi, a causa della presenza di strade non più percorribili o della mancanza di<br />

un'idonea coltura agricola, le stazioni sono state sostituite, dove possibile, da altre che<br />

rispondessero ad un'adeguata copertura spaziale della ZRC.


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio<br />

Il censimento diurno rivolto ai Corvidi è stato condotto con tre diverse tecniche:<br />

conteggio dei nidi su percorsi lineari (Cornacchia grigia),<br />

censimento dei dormitori (roost) con relativo conteggio serale degli individui (Cornacchia grigia),<br />

numero di individui avvistati su percorso lineare (Cornacchia grigia, Taccola, Gazza e Ghiandaia).


Il censimento nelle ZRC della lepre, dei corvidi e altra fauna di interesse venatorio<br />

I valori registrati tramite il conteggio dei nidi sono concordi con le attività di<br />

controllo numerico della specie Cornacchia grigia che si effettuano all'interno delle<br />

ZRC. Infatti gli IKA sono tutti inferiori a 3 nidi/Km che rappresenta il valore soglia<br />

sopra il quale è necessario un intervento sulla popolazione.<br />

Il censimento dei roost e relativo conteggio degli individui si configura come una<br />

tecnica molto efficace per il conteggio della popolazione di Cornacchia grigia<br />

presente in un determinato territorio. Tale tecnica però comporta una conoscenza<br />

capillare di ogni area di studio con l'individuazione a priori dei siti di ricovero serale.<br />

Al contrario, il conteggio diretto degli individui su percorso lineare potrebbe<br />

risultare utile per la specie Gazza, ma non per la Cornacchia grigia.


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

PR Trasimeno e pSIC<br />

ZPS<br />

- Parco Regionale del Lago Trasimeno,<br />

istituito con la L. R. 3 marzo 1995, n.9 –<br />

13200 ettari;<br />

- ZPS “Lago Trasimeno” IT5210070 –<br />

17000 ettari;<br />

- pSIC “Lago Trasimeno IT5210018 –<br />

13145 ettari;<br />

- Oasi di Protezione.


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

- Area “non vocata” per il suide (L. R. 23/96; L.R.<br />

17/2009);<br />

- danni (es. predazione e/o danneggiamento di nidi,<br />

uova e pulli di Uccelli acquatici) e più in generale<br />

forte pressione sull'ambiente del canneto;<br />

- danni alle colture agrarie;<br />

- rischio di impatti con automezzi.


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

Legge 157/92. Articolo 19, comma 2.<br />

Legge 394/91. Titolo III, Articolo 22.<br />

6. Nei parchi naturali regionali e nelle riserve naturali regionali l'attività venatoria è vietata, salvo<br />

eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici. Detti<br />

prelievi ed abbattimenti devono avvenire in conformità al regolamento del parco o, qualora non esista, alle<br />

direttive regionali per iniziativa e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell'organismo di gestione<br />

del parco e devono essere attuati dal personale da esso dipendente o da persone da esso autorizzate.<br />

Leggi regionali<br />

ABBATTIMENTO CATTURA


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

Rilievi biometrici


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

Stima dell'età e stato riproduttivo<br />

delle femmine


Il controllo numerico del cinghiale nel Parco Regionale del Trasimeno<br />

Il prelievo dei campioni per indagini sanitarie<br />

Tubercolosi;<br />

Colibacillosi ( E.coli 157);<br />

Yersiniosi;<br />

Trichinosi;<br />

Brucellosi (B. suis);<br />

Malattia di Aujeszky;<br />

Peste suina classica e<br />

peste suina africana;<br />

Toxoplasmosi;<br />

Tularemia.


Risultati<br />

Località Serate<br />

di<br />

prelievo<br />

Sommatoria<br />

punti sparo<br />

Abbattimenti Avvistamenti M IA<br />

Oasi La Valle 21 113 34 137 1,62 0,3<br />

Arginone S. Arc. 7 41 6 17 0,86 0,15<br />

Mirabella 16 71 10 19 0,63 0,14<br />

Anguillara/Romea 23 97 11 46 0,48 0,11<br />

Lacaioli 45 202 47 122 1,04 0,23<br />

F. Rio<br />

F. Macerone<br />

F. San Martino<br />

100%<br />

90%<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

39 183 20 64 0,51 0,11<br />

Oasi La Valle<br />

Arginone S. Arc.<br />

Mirabella<br />

Anguillara/Romea<br />

Lacaioli<br />

F. Rio<br />

F. Macerone<br />

F. San Martino<br />

% serate con 1 o più<br />

capi<br />

% serate con 0 capi


Risultati<br />

54%<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

46%<br />

M<br />

F<br />

28,8%<br />

Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4<br />

30,4%<br />

14,4%<br />

26,4%<br />

1) età inferiore ai 5 mesi (striati),<br />

2) età compresa tra 6 e 12 mesi (giovani),<br />

3) età compresa tra 12 e 24 mesi (sub-adulti),<br />

4) età superiore ai 2 anni (adulti)<br />

MASCHI<br />

FEMMINE<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4


Risultati


GRAZIE PER L'ATTENZIONE...<br />

E CHI VOLESSE SPORCARSI LE MANI...<br />

Contatti:<br />

dan4pao@virgilio.it<br />

3202605167

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