Le civiltà della Mezzaluna fertile - Atlas Media Network
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Per ricordare<br />
• Che cosa era la porpora? Perché<br />
era importante?<br />
• Perché l’invenzione dell’alfabeto<br />
è stata erroneamente<br />
attribuita ai Fenici?<br />
• In che modo l’alfabeto fenicio<br />
fu perfezionato dai Greci?<br />
L’alfabeto fenicio<br />
La tabella illustra i 22 segni<br />
dell’alfabeto fenicio con a fianco<br />
i segni dell’alfabeto greco e<br />
latino da esso derivati.<br />
Per ricordare<br />
• Quale <strong>civiltà</strong> era presente in Sardegna prima dell’arrivo<br />
dei Fenici?<br />
• Che cosa erano i nuraghi?<br />
• Come cambiò la Sardegna dopo l’arrivo dei Fenici?<br />
LE ATTIVITÀ COMMERCIALI E LA DIFFUSIONE DELL’ALFABETO<br />
I Fenici furono soprattutto commercianti. Sulle loro navi trasportavano merci<br />
di ogni genere. Tra queste, particolarmente famosa era la porpora, una sostanza<br />
colorante preziosissima tratta dal murice (un mollusco), con la quale le stoffe venivano<br />
tinte di un colore violaceo e rosso. Gli abiti colorati con la porpora erano<br />
costosissimi e soltanto le persone più ricche e i re potevano permetterseli. I Fenici<br />
divennero tanto famosi grazie al commercio <strong>della</strong> porpora che dalla parola<br />
greca phoenix, che significa appunto “porpora”, derivò addirittura il loro nome.<br />
Ai Fenici è stata attribuita anche l’invenzione dell’alfabeto. In effetti, le prime<br />
iscrizioni alfabetiche ci provengono da città fenicie, ma essi probabilmente le<br />
adottarono da altri popoli. I Fenici ebbero solo il merito di diffondere la scrittura<br />
alfabetica, più rapida e facile, quindi più adatta alle loro attività. La riduzione<br />
dell’alfabeto a soli 22 segni grafici, poi, contribuì a semplificare ulteriormente la<br />
scrittura.<br />
L’ alfabeto fenicio, che indicava solo le consonanti, fu adottato dai Greci, che lo<br />
perfezionarono, aggiungendovi i segni delle vocali. Dai Greci, poi, l’alfabeto si<br />
diffuse in tutto il Mediterraneo e in Europa, determinando una delle maggiori rivoluzioni<br />
nella comunicazione fra i popoli.<br />
LA SARDEGNA: DALLA CIVILTÀ NURAGICA ALLA COLONIZZAZIONE FENICIA<br />
Agli inizi del I millennio a.C. i Fenici raggiunsero anche la Sardegna, dove a<br />
partire dal II millennio a.C. si era sviluppata la <strong>civiltà</strong> nuragica, così chiamata<br />
dal nome delle sue tipiche costruzioni, i nuraghi (da nurra, mucchio di pietre),<br />
diffusi in tutta l’isola.<br />
I nuraghi erano vere e proprie case-fortezza, a forma di tronco di cono, nelle<br />
quali si rifugiava la popolazione in caso di pericolo. I villaggi che li circondavano<br />
erano probabilmente formati da capanne, in cui vivevano i guerrieri-pastori.<br />
Oltre all’agricoltura e all’allevamento, i Sardi si dedicavano alla lavorazione dei<br />
metalli, che costituivano merce di scambio con le altre popolazioni mediterranee.<br />
In Sardegna i Fenici fondarono basi commerciali molto importanti sulle coste<br />
sud-occidentali dell’isola, come Caralis (Cagliari), Nora, Bithia, Sulci, Tharros.<br />
Questi centri si trasformarono da empori commerciali in vere e proprie città, con<br />
una <strong>civiltà</strong> più evoluta di quella<br />
nuragica. Venne incentivata la<br />
coltivazione del grano,<br />
tanto che la Sardegna<br />
divenne non<br />
solo una base strategica<br />
per il controllo<br />
del Mediterraneo,<br />
ma anche<br />
un importante<br />
granaio.<br />
Complesso<br />
nuragico di<br />
Barumini; ad un<br />
nuraghe risalente<br />
al XIII sec. a.C. si<br />
aggiunsero, dopo<br />
l’VIII sec. a.C., 50 edifici<br />
più piccoli, in modo<br />
da formare un villaggio.<br />
30 CAPITOLO 2 - LE CIVILTÀ DELLA MEZZALUNA FERTILE © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS