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NORMATIVA 40 Il rapporto tra la vendita di carburanti e la normativa commerciale si è evoluto, sulla spinta delle azioni di razionalizzazione e dell’ammodernamento della rete distributiva, alla luce anche del nuovo ruolo assegnato al “benzinaio”. Presso le pompe di carburanti l’attuale normativa consente di svolgere l’attività di commercio al minuto di prodotti alimentari e non alimentari entro la superfi cie degli esercizi di vicinato, ovvero di somministrazione di alimenti e bevande (bar), oltre a servizi al veicolo. Sotto il profi - lo urbanistico, è stata estesa, di fatto, la destinazione d’uso “impianto stradale per la distribuzione dei carburanti per autotrazione” a quella commerciale in senso lato, permettendo al benzinaio di svolgere in maggior misura attività commerciali relativamente a prodotti non petroliferi, nella convinzione di poter ridurre così il prezzo alla pompa dei carburanti mediante una diversifi cazione della gamma merceologica offerta sull’impianto. I protagonisti istituzionali sono lo Stato, le Regioni ed i Comuni con propri provvedimenti. Le fonti normative statali sono due decreti legislativi, leggendo i quali si trova la storia giuridica dell’attività in argomento. Il primo è il Dlgs n. 114 del 31 marzo 1998 (G.U. n. 95 del 24.04.1998 Supplemento Ordinario n. 80) “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’art. 4, comma 4 della Legge 15 marzo 1997 n. 59. Il secondo è il Dlgs n. 32 dell’11 febbraio 1998 (G. U. n. 53 del 05.03.1998) “Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti a norma dell’art. 4, comma 4, lettera c), della Legge 15 marzo 1997 n. 59. Entrambi sono conosciuti come riforma e decreto “Bersani”, dal ministro che il quel periodo era titolare del Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato. Più in dettaglio l’art. 4, n. 6 - dicembre 2005 DISTRIBUTORI DI CARBURANTI: EVOLUZIONE comma 2, del vigente Dlgs 31 marzo 1998, n.114 stabilisce espressamente la non applicabilità del decreto stesso “alle vendite di carburanti nonché degli oli minerali di cui all’art. 1 del regolamento approvato con Regio Decreto n. 1303 del 20 luglio 1934 e successive modifi cazioni. Per la vendita di carburanti si intende la vendita di prodotti per uso d’autotrazione, compresi i lubrifi canti, effettuata negli impianti di distribuzione automatica di cui all’art. 16 del Decreto Legge n. 745 del 26 ottobre 1970, convertito, con modifi cazioni, dalla Legge 18 dicembre 1970, n. 1034, e successive modifi cazioni e al Decreto Legislativo n. 32 dell’11 febbraio 1998”, mantenendo quindi tali vendite comprese nella concessione, ovvero autorizzazione, petrolifera all’installazione e all’esercizio dell’impianto di distribuzione carburanti stesso. Inoltre, l’art. 1, comma 9, del Decreto Legislativo n. 32 dell’11 febbraio 1998, dispone che “nell’area dell’impianto possono essere commercializzati, previa comunicazione al comune, alle condizioni previste dai contratti…e nel rispetto delle vigenti norme in materia sanitaria e ambientale, altri prodotti secondo quanto previsto con decreto del Ministro dell’industria, del Commercio e dell’Artigianato (denominato attualmente Ministero delle Attività Produttive)”. Quindi il titolare dell’autorizzazione od altri soggetti, denominati gestori (ai quali è affi data la gestione degli impianti mediante contratti di durata non inferiore a sei anni, aventi per oggetto la cessione gratuita dell’uso di tutte le attrezzature fi sse e mobili dell’impianto stradale di carburanti fi nalizzate alla distribuzione, comprese anche le apparecchiature self-service, pre- e post-pay), possono vendere altri prodotti oltre a quelli petroliferi, stabiliti con decreto del Ministero delle Attività Produttive. Pertanto se l’impianto esiste, ovvero la sua ubicazione è compatibile con il codice della strada (relativamente alle incompatibilità previste dal Piano nazionale di ammodernamento della rete distributiva dei carburanti e delle eventuali deroghe della programmazione regionale), può legittimamente, dal punto di vista della destinazione d’uso urbanistica, vendere anche altri prodotti da stabilirsi. Questa opportunità il Dlgs. n. 32/98 la offre al titolare-gestore dell’impianto o al gestore, attribuendo un ruolo attivo anche a quest’ultimo (condizionandolo però alla disciplina prevista dal contratto d’affi damento in gestione). Il Dlgs. n. 114/98 ha comunque mantenuto le tabelle speciali (allegato 9 al D.M. n. 375 del 4 agosto 1988 “Norme di esecuzione della legge 11 giugno 1971 n. 426 sulla disciplina del commercio pubblicato in G.U. n. 204 del 31.08.1988). Anche la tabella speciale appena citata ha avuto la sua evoluzione in termini di allargamento dei prodotti offerti al pubblico e nell’ottica indicata in premessa. La prima tabella, quella allegata al D.M. n. 375/1988 il cui titolo è “Tabella per i titolari di impianti di distribuzione automatica di carburanti” ha come declaratoria la seguente: “Ricambi e accessori per veicoli, compresi i prodotti per la manutenzione e la protezione, le pile e le torce elettriche, le borse di pronto soccorso”. Successivamente il Ministero dell’Industria con D.M. n. 561 del 17 settembre 1996 (G.U. n. 225 del 30.10.1996) “Regolamento concernente modifi cazioni al decreto ministeriale 4 agosto 1988, n. 375, contenente il regolamento di esecuzione della legge 11 giugno 1971, n. 426 sulla disciplina del commercio” ha, tra l’altro, aggiornato la tabella speciale in parola nel seguente modo: - ricambi e accessori per i veicoli, compresi i prodotti per la manutenzione e la protezione, le pile e le torce elettriche, le borse di pronto soccorso, catene da neve, corde elastiche per fi ssaggio bagagli, portabagagli, portasci, spoiler, frangisole, shampoo per auto; - carte geografi che e stradali, mappe e guide turistiche su qualsiasi supporto realizzate, manuali tecnici per auto, impermeabili tascabili pronto impiego; - specchi, pettini, forbici, nastri, spazzole, ventagli, necessaires per viaggio e per toletta, purchè in metalli e materie non preziosi; - pellicole fotocinematografi che, compact disc, musicassette e videocassette registrate o da registrare; - articoli per la cura e l’igiene della persona , nonché prodotti cosmetici e di profumeria; - articoli di pelletteria (escluse le calzature, la valigeria e la corsetteria); - apriscatole, levacapsule, tagliacarte in metalli e materie non preziosi; - spaghi, turaccioli, stuzzicadenti; - fazzoletti, piatti, posate, bicchieri “usa e getta” e simili; - callifughi, cerotti, garze, siringhe, profi lattici, assorbenti igienici, pannolini per bambini, cotone idrofi lo, disinfettanti (alcool denaturato, acqua ossigenata, tintura di iodio e simili); - articoli ricordo (esclusi gli articoli di orefi ceria). In diverse realtà le pompe di carburante “ospitano” una forma speciale di vendita, prevista dall’art. 17 del più volte citato Dlgs n. 114 e sono la vendita di prodotti alimentari, anche freschi con le indispensabili premesse igienico sanitarie, e non, mediante apparecchi automatici. Queste pompe mettono a disposizione dei clienti anche dei veri e propri bar (tipologia B dell’art. 5 della Legge n. 287 del 25 agosto 1991, G.U. n. 206 del 03.09.1991) con caratteristiche diverse da quelli normali localizzati sulla pubblica via o piazza.
Le caratteristiche riguardano l’osservanza degli orari, le modalità di accesso del pubblico, la non trasferibilità nel territorio comunale e le modalità di apertura. L’esercizio dell’attività di rivendita giornali e/o periodici è soggetto al rilascio di un’autorizzazione amministrativa da parte dell’Amministrazione Comunale nell’ambito del Piano per la disciplina della rivendita di quotidiani e periodici approvato dal Consiglio Comunale. I riferimenti normativi – in ordine cronologico - sono i seguenti: 1. Decreto Legislativo n. 114 del 31 marzo 1998, “Riforma della disciplina relativa al settore commercio”, il cosiddetto “decreto Bersani”; 2. Legge n. 108 del 13 aprile 1999, “Nuove norme in materia di punti vendita per la stampa quotidiana e periodica”; 3. Decreto Legislativo n. 170 del 24 aprile 2001, “Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica, a norma dell’art. 3 della legge 13 aprile 1999 n. 108”. Le fi nalità della normativa e del Piano comunale sono le seguenti: 1. assicurare un più razionale insediamento delle rivendite in rapporto alla distribuzione territoriale Recentemente, una ulteriore spinta alla concorrenza, con relativa tensione, rigidità ad apprezzamenti tra gli operatori pubblici, privati e consumatori in questo campo, è la richie- della popolazione; 2. favorire una migliore produttività del servizio; 3. garantire agli utenti il più facile accesso dei punti di vendita; 4. indirizzare ed agevolare la collocazione del punto vendita in una posizione che sia idonea a favorire gli incontri di aggregazione sociale. E’ da richiamare l’attenzione che il DLgs n. 170/2001 individua due tipologie di struttura. Quella esclusiva che è tenuta alla vendita generale di quotidiani e periodici; in altre parole, il rivenditore fi nale non può sottrarsi all’obbligo di porre in vendita i prodotti editoriali che, per tipologia, categoria e quantità, gli sono assegnati da editori e distributore locale. L’altra, quella non esclusiva, è caratterizzata dalla possibilità di porre in vendita una tipologia (quotidiani o periodici) o entrambe le tipologie (quotidiani e periodici) della produzione editoriale; inoltre, tale vendita è fi sicamente e funzionalmente collegata ad una delle attività di tipo commerciale, previste dal Decreto legislativo n. 176 del 2001: n. 6 - dicembre 2005 sta della grande distribuzione (Centri o Parchi commerciali) di inserire – in modo organico – nelle rispettive aree di parcheggio delle stazioni di servizio di carburanti per EDICOLE MULTI-SERVIZIO a) le rivendite di generi di monopolio; b) le rivendite di carburanti e di oli minerali con il limite minimo di superfi - cie pari a metri quadrati 1.500; c) i bar, inclusi gli esercizi posti nelle aree di servizio delle autostrade e nell’interno di stazioni ferroviarie, aeroportuali e marittime, ed esclusi altri punti di ristoro, ristoranti, rosticcerie e trattorie; d) le strutture di vendita come defi nite dall’articolo 4, comma 1, lettere e), f) e g) del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, con un limite minimo di superfi cie di vendita pari a metri quadrati 700 (medie strutture, grandi strutture di vendita e centri commerciali); e) gli esercizi adibiti prevalentemente alla vendita di libri e prodotti equiparati, con un limite minimo di superfi cie di metri quadri 120; f) gli esercizi a prevalente specializzazione di vendita, con esclusivo riferimento alla vendita delle riviste di identica specializzazione. E’ opportuno, tuttavia, sottolineare che la possibilità di effettuare la vendita della stampa quotidiana e periodica in abbinamento ad altri prodotti non rappresenta una prerogativa riservata ai soli punti di vendita non esclusivi. Infatti, gli stessi punti vendita esclusivi possono effettuare la vendita dei prodotti appartenentiall’intero settore non alimentare. Parlando di 41 fornire un servizio più adeguato e completo ai clienti con prezzi del carburante minori rispetto a quelli in vigore nella classica rete. Renato Gattolin Piano è opportuno e doveroso elencare i parametri con i quali i Comuni elaborano i Piani in argomento. Essi sono: a) densità della popolazione; b) caratteristiche urbanistiche e sociali delle zone del territorio; c) entità delle vendite di quotidiani e periodici negli ultimi due anni; d) condizioni di accesso; e) esistenza di altri punti di vendita non esclusivi. Le edicole, però, sono imprese in profonda trasformazione in relazione alla necessità di svilupparsi e all’evoluzione dei gusti dei clienti. Tenendo presente queste due leve aziendali mi limito a presentare una lista di prodotti venduti in abbinamento e/o congiuntamente ai prodotti editoriali (gratuiti:gadgets o a pagamento sottocosto): - trolley da viaggio; - creme per il viso; - macchine fotografi che; - orecchini; - borse termiche e borse da mare; - stuoie da spiaggia; - occhiali da sole; - orologi; - radioline; - bikini; - parei; - canotte; - trucchi; - anelli e braccialetti; - piatti da torta; - pinze e cacciaviti; - CD e cassette; - musicassette; - dischi in vinile; - libri e DVD. Le edicole possono vendere tramite la stipula di apposite convenzioni anche quello che si può defi nire un servizio pubblico importante non agganciato alla vendita dei prodotti editoriali che è quello della vendita dei biglietti dell’autobus, delle corriere e dei treni. Renato Gattolin NORMATIVA
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