Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini
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Valchiavenna e nelle valli del Lario occidentale. In alcune di esse, come la Valle del Liro, dove il<br />
numero delle capre era (ed è tuttora) molto elevato<br />
“Nei primi periodi d’alpeggio, quando si può disporre di una quantità discreta di latte di capra, questo si<br />
tiene distinto da quello delle bovine, per fabbricare con esso i formaggini grassi; diminuendo poi la sua<br />
produzione e diminuendo anche il latte delle vacche, per poter fare una cagliata discreta, i due latti si<br />
uniscono” 331 .<br />
Oltre che una necessità derivante dalla limitata quantità di latte la pratica della miscelazione di<br />
latte vaccino con latte caprino nella tradizione casearia alpina (non solo d’alpeggio) trova ragione<br />
anche nelle caratteristiche organolettiche dei prodotti e nella diversità dei parametri di coagulazione<br />
del latte in grado di compensare una ridotta velocità di formazione iniziale del coagulo di alcuni<br />
latti vaccini 332 , circostanza che favorisce la qualità e riduce l’incidenza di difetti del formaggio. Tra<br />
i pregi della capra un funzionario pubblico, il Cancelliere del Censo di S. Fedele d’Intelvi (Como),<br />
in un rapporto del 1816 sul problema del pascolo caprino ricorda<br />
“Che la capra sia molto preziosa perché fornisce il condimento, non di tutto l’anno [come sostenevano i Sindaci],<br />
ma di due terzi dell’anno a numerose famiglie delle montagne, che il suo latte serve a migliorare la qualità del caglio,<br />
che la sua pelle serva a molti usi, sono cose di fatto, e tutti sanno che perciò la capra fu sempre cara all’abitatore delle<br />
Alpi ” 333<br />
Anche nel Canton Ticino il latte di capra era utilizzato prevalentemente unito a quello di vacca.<br />
Il formaggio ottenuto dalla miscelazione del latte caprino a quello vaccino spuntava prezzi<br />
decisamente superiori 334 . Anche qui, come in Valtellina e nelle valli lariane, tra i formaggi<br />
d’alpeggio i più apprezzati erano quelli grassi ottenuti con l’aggiunta di latte di capra. La pratica era<br />
certamente diffusa a tal segno che il Fantuzzi, Direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura del<br />
Canton Ticino nel suo manuale tecnico sulla capra di inizio ‘900 raccomanda di non aggiungere al<br />
latte di una bovina una quantità di latte caprino superiore a quella che possono dare due capre 335<br />
La contrazione dell’allevamento caprino nel XX secolo ha ridimensionato la pratica<br />
dell’aggiunta del latte caprino; nonostante il recupero negli anni ’80 e ’90 la diminuzione del<br />
personale sugli alpeggi rende difficile disporre di un addetto per la non sempre semplici mansioni<br />
necessari alla gestione del gregge caprino 336 . Nelle valli del Lario occidentale, in Val Cavargna in<br />
Val Lesina, nelle Valli del Bitto, nell’alto Lecchese, ma anche in Vallecamonica e nelle altre valli<br />
bresciane, la presenza delle capre sugli alpeggi rimane tutt’oggi importante e, in alcuni casi, negli<br />
331 IPASo, IPACo.<br />
332 Il latte caprino presenta una maggiore reattività al caglio; il coagulo inizialmente si sviluppa con notevole prontezza,<br />
poi la sua formazione rallenta e raggiunge una consistenza un po’ inferiore a qulla di un latte di vacca normale<br />
(P.MARIANI, F. CORRIANI, E. FOSSA, M. PECORARI, «Composizione chimica, ripartizione delle frazioni azotate e<br />
caratteristiche di coagulazione del latte di capra durante un ciclo di produzione», Scienza e tecnica lattiero-casearia, 38,<br />
1987, 7-30).<br />
333 ASM, AGRICOLTURA, P-M- C. 79.<br />
334 “Così per esempio, se il formaggio nuovo, in settembre, viene venduto a fr. 1 al Kg. quando sia di puro latte di<br />
vacca, viene sempre pagato circa fr, 1,20 – fr, 1,30 al Kg. quando al latte di vacca sia stato aggiunto quello di capra”. A.<br />
FANTUZZI, op. cit., p. 108-109.<br />
335 “Pel formaggio grasso, sul tipo di quello di Piora [ancor oggi il più apprezzato e noto formaggio d’alpe del Canton<br />
Ticino, n.d.a.] , non bisogna però esagerare nel quantitativo: al latte prodotto da una bovina non bisogna aggiungere più<br />
latte di quanto possano dare due capre. Se, quindi, sopra un alpe vi fossero 25 bovine da latte, non vi dovrebbero essere<br />
più di 50 capre, pure da latte, altrimenti, con quantità maggiori, il formaggio ha delle fermentazioni cattive, si gonfia e<br />
manifesta troppo marcato il sapore ircino”. Ivi, p. 109. In termini di percentuale il rapporto 1 bovina/2 capre<br />
corrispondeva al 35% ca di latte caprino.<br />
336 “Sull’alpe il primo compito del capraio consiste nel radunare il gregge allontanandosi durante la notte e ricondurlo<br />
verso gli stabili per la mungitura: al caurèe ai trè, magari anca prima, u partiva a naa a töö i cáuri; u nava sü, i tirava<br />
inséma, u casciava sgiü i cáuri, il capraio partiva alle tre, magari anche prima, paer andare a prendere le capre; saliva, le<br />
radunava e le riconduceva giù (Menzonio).” MOR, pp. 102-103.