12.06.2013 Views

Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini

Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini

Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

delle capre in pianura. Nel Progetto di Regolamento sul pascolo delle capre redatto nel 1817 dalla<br />

Direzione Generale Demanio Boschi di Milano, si proponeva la limitazione dell’allevamento della<br />

capra alla montagna, all’art. 7°, si prevedeva che<br />

“I possessori di capre muniti di regolare licenza i quali volessero in Primavera recarsi alla pianura per far<br />

commercio del latte dovranno riportare alle Municipalità un certificato portante il numero delle Capre e le Strade che<br />

queste dovranno tenere per rendersi al luogo cui sono dirette” 293 .<br />

L’Inchiesta agraria Jacini conferma, come ancora nella seconda metà del XIX secolo il consumo<br />

di latte di capra fornito fosse associato ad una “virtù medicinale”. Va infatti osservato che, al di<br />

fuori dagli ambiti di autoproduzione rurale, il latte era in generale considerato adatto solo ai lattanti<br />

e che solo verso la fine del secolo con l’organizzazione delle centrali del latte, si sviluppo in ambito<br />

urbano un significativo consumo alimentare da parte della popolazione 294 . La vendita del latte di<br />

capra era fortemente stagionalizzata e concentrata nella primavera quando le capre producevano più<br />

latte, con una “coda” autunnale, quando le capre ritornavano nelle pianure dopo il pascolo estivo 295 .<br />

“Il latte di capra, in primavera, è ricercato nelle città perchè gli si attribuisce una virtù medicinale; vi sono quindi<br />

alcuni caprai, in iscarso numero però, possessori di una greggie dalle 20 alle 50 capre, i quali, terminato il<br />

pascolo estivo, possono fare assegnamento sopra una sicura clientela in pianura, specialmente nelle<br />

maggiori città, ìn primavera ritraggono un discreto guadagno sì dalla vendita del latte di casa in casa, che<br />

dallo smercio dei capretti” 296 .<br />

In provincia di Brescia, dove la “calata delle capre” dalla Vallecamonica era consistente la<br />

relazione relativa al Circondario di Verolanuova (bassa bresciana) della medesima Inchiesta<br />

conferma che anche nelle campagne vi era forte apprezzamento del latte di capra.<br />

“In primavera si vende tutte le mattine in gran copia latte di capra, che corregge e rinfresca il sangue” 297<br />

La tradizione della vendita ambulante del latte caprino è proseguita nelle città lombarde sino a<br />

dopo l'ultima guerra quando era ormai consolidato il consumo di latte vaccino. A Milano il cavrée<br />

ambulante, proveniente dalle valli alpine e prealpine, era chiamato, con espressione tipica della<br />

parlata meneghina, usa a definire l’addetto ad una professione sulla base di azioni e oggetti concreti<br />

ad essa peculiari, quell del latt in bròcca e, in modo ancor più gustoso, per sottolineare la<br />

freschezza “assoluta” del latte munto sul posto: quell del latt in tetta 298 . Il latte veniva munto<br />

all'istante e consegnato all'acquirente. Presso Archivio fotografico del Comune di Milano sono<br />

conservate diverse fotografie, scattate intorno al 1920, che ritraggono i caprai ambulanti con le loro<br />

capre nel cuore di Milano.<br />

Dopo decenni, a partire dagli anni 70 del XX secolo, nell’ambito delle società occidentali si è<br />

assistito ad un revival del consumo di latte e latticini di capra indubbiamente legato alle tendenze<br />

culturali affermatesi con il ’68 (anti-industrialismo, ambientalismo, maggior cura della salute e del<br />

corpo anche al di fuori della dietetica e delle medicina istituzionali), ma anche dai riscontri della<br />

ricerca nutrizionistica e clinica, che hanno comportato, specie negli ultimi anni, l’accumulo di<br />

sempre nuove conferme a conferma della superiorità nutrizionale attribuita al latte caprino dalle<br />

293 ASM, Agricoltura p.m., c. 83.<br />

294 H. J. TEUTEBERG , J.L. FLANDRIN, «Trasformazioni del consumo alimentare» in: STORIA, pp. 567-583.<br />

295 Molti caprai, però, restavano a passare l’autunno e parte dell’inverno in montagna.<br />

296 IAJ, La regione delle montagne, p. 59. Una sottolineatura del carattere urbano del consumo di latte di capra troviamo<br />

anche nella seguente osservazione del Benedini “Guerra ancor più viva si fa agli armenti di capre, sicchè son pochissimi<br />

quelli che si vedono. Solo in primavera un piccol numero soggiorna nei Comuni suburbani per somministrare il latte ai<br />

cittadini”. B.BENEDINI, Il territorio bresciano: storia usi e costuni dei contadini dell’ottocento, Bornato (Bs), 1881, p.<br />

59.<br />

297 IAJ, Circondario di Verolanuova (Bs), p. 700.<br />

298 C. COMOLETTI I mestee de Milan, Libreria Meravigli Editrice, Milano, 1983, p. 223.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!