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Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini

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assumere una certa importanza nell’ambito di mercati regionali, le pelli di capretto e, in misura<br />

minore, quelle delle stesse capre, rappresentavano una materia prima strategica, che alimentava un<br />

ramo importante di manifatture e di commercio internazionale. Secondo Agostino Gallo, agronomo<br />

bresciano del ‘500:<br />

“Poi delle pelli di capretti si fanno un’infinità di guanti, di stringhe, stringhetti, e cintole. Similmente delle pelli<br />

di capre non pur si fanno gran quantità di guanti, di camosci 178 , di somacchi 179 , e cordovani; ma ancor si fanno<br />

quanti utri si usano per condurre più sorti d’olj, di vini, e d’altre bevande” 180<br />

L’importanza delle pelli di capretto e di capra provenienti dalle valli alpine ci viene confermata<br />

da una vicenda conseguente all’annessione sabuada (1745) delle terre del Verbano e dell’Ossola. In<br />

quest’area l’allevamento caprino è sempre stato fiorente, particolarmente nella Valle Vigezzo e<br />

nella Val Canobbina, che sbocca a Canobbio sul Lago Maggioreo. In questo antico centro dell’Alto<br />

Verbano, grazie alla disponibilità di materia prima di buona qualità e alla facilità del trasporto via<br />

acqua da Canobbio a Milano 181 , era sorta una fiorente “polo” conciario, che lavorava anche le pelli<br />

di vitello raccolte nel territorio milanese. Dopo l’annessione sabauda, i milanesi avrebbero voluto<br />

ridefinire i termini dei rapporti commerciali con i canobbini, ma la necessità di disporre delle pelli<br />

di capra delle valli del Verbano e la loro importanza per le manifatture milanesi, indussero, (dopo<br />

un tentativo di stabilire a Bereguardo una grande conceria), a mantenere i rapporti già in essere 182 .<br />

“Ogni anno si raccolgono in Milano 35.000 pelli, ed il consumo è di 70.000 pelli e più; onde ben si scorge la<br />

necessità di mantenere il contatto co’ mercanti di Canobbio, perché conduchino costì le loro pelli di montagna. Non<br />

proseguendo questo contratto, li Canobbini non condurranno le pelli di capra dette somachi, delle quali vi è grande<br />

consumo in questa città per fare scarpe sottili, e di queste pelli in questa città non se ne raccolgono” 183 .<br />

Ancora a fine XIX secolo, nella relazione per la provincia di Novara del Censimento del<br />

bestiame del 1881, si riferisce di una “rilevante esportazione di capretti e pelli di capra” da parte di<br />

questa regione alpina 184 . Le pelli dei capretti allevati sulle Alpi lombarde alla fine dell’ ‘800 erano<br />

molto ricercate dalle pelletterie francesi, come viene riferito per la montagna bresciana dal<br />

Censimento del Bestiame del 1881 185 e dall’Inchiesta agraria Jacini 186 e, per la provincia di Sondrio,<br />

dallo stesso Censimento del bestiame 187 e dalla relazione su “Il Commercio e l’allevamento del<br />

bestiame in Valtellina” in appendice all’Inchiesta sui pascoli alpini della Valtellina” del 1903 188 .<br />

178 Pelli conciate in modo particolare evitando alterazioni chimiche e applicando trattamenti meccanici tali da conferire<br />

grande morbidezza. P.E. ALESSANDRI, Merceologia tecnica, Milano, Hoepli, 1920, p. 191.<br />

179 Tipo di cuoio ottenuto con pelli di capre, pecore agnelli mediante procedimento di concia con sommacco, ossia una<br />

materia vegetale ricca di tannino e di colore giallognolo –con effetto tintorio- costituita dalle foglie e dai ramoscelli<br />

giovani di Rhus coriaria. P.E. ALESSANDRI, op.cit, p. 175 e 192.<br />

180 A. GALLO, Le venti giornate di agricoltura e de’ piaceri della villa, Brescia, 1775 (ed. orig. 1569), p. 309<br />

181 Attraverso il Naviglio Grande le merci arrivavano dal Lago Maggiore sino a Milano, circostanza che spiega l’utilizzo<br />

delle cave di Condoglia per l’edificazione del Duomo.<br />

182 A. MOIOLI, «Aspetti manifatturieri della lombardia politicamente divisa della seconda metà del Settecento», in<br />

A.MOIOLI, A.COVA, A CARERA. L.TREZZI (a cura di), op. cit. 1988, pp. 44-45.<br />

183 Ibidem.<br />

184 CB1881, Relazione sulla provincia di Novara, p. xix.<br />

185 “I macellai in ispecial modo si portano ovunque per farne dei grandi ammassi e poscia li conducono ai conciatori di<br />

Brescia oppure ad incettatori all’estero.” CB1881, Relazione sulla provincia di Brescia del Dott. Giuseppe Ugonotti, p.<br />

lxxv.<br />

186 “Sono ricercate le pelli di capretto, che si vendono nei comuni più popolati ai macellai ed agli incettatori, dai<br />

quali vengono spedite ai conciatori di pelli in Brescia. Il prezzo delle pelli varia a seconda che sono state levato<br />

più o meno bene, in ragione della grandezza o pastosità, ed a norma della maggiore o minore richiesta dall'estero;<br />

negli anni in cui le pelli scarseggiano di fronte alla ricerca, si pagano ancheda lire 4 a 5 cadauna; il prezzo<br />

ordinario è da lire 2 a lire 3.”. IAJ, Il Circondario di Breno, Monografia del Prof. G.Sandrini, p. 419.<br />

187 Nella relazione del Censimento sulla Provincia di Sondrio si precisa che il valore delle pelli di capretto ammonta va<br />

a 4-5 L. nei periodi di forte richiesta dalla Francia e a 1,5-3 L. in caso contrario, CB1881, p.xxxiv.<br />

188 “I capretti che nascono in primavera sono nella maggior parte macellati. Le pelli, ricercatissime, sono spesso<br />

vendute a prezzi favolosi (fino a L. 4-4.50 cadauna; il prezzo odierno è di L. 2.70-2.80). Si dice, e sul mercato sono

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