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Risorse silvo-pastorali, conflitto sociale e sistema ... - Ruralpini

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lamenta riferendosi alla provincia di Bergamo (che allora comprendeva anche la Vallecamonica)<br />

come:<br />

“Vi spesseggiano ancora le capre, a malgrado tutti i divieti; frode agevolata dai pascoli comunali che si mantengono nei<br />

luoghi montuosi, specialmente di Edolo, Clusone, Piazza”. 102<br />

1.4. La questione forestale nel secondo ‘800 (Scienza e apparati dello stato in campo)<br />

Tra XVIII e XIX secolo lo scontro per le risorse aveva avuto un carattere direttamente<br />

socioeconomico, con lo stato in posizione di sostegno agli interessi capitalistici, ma, mantenendo un<br />

ruolo di mediazione legato alle preoccupazioni per l’”ordine pubblico”. I termini del <strong>conflitto</strong> si<br />

modificarono profondamente dopo la metà del secolo. Nel frattempo vecchie e obsole miniere e<br />

forni fusori erano stati chiusi e lo sviluppo industriale si rivolgega ad altre fonti energetiche mentre<br />

il ferro sostituiva in molti usi il legname. Il problema dei boschi diventò allora quello della<br />

mitigazione dei danni dei precedenti disboscamenti e della sottrazione quanto più possibile delle<br />

risorse forestali all’“incuria” e alle “pratiche dissennate” delle comunità, il tutto in nome<br />

dell’interesse generale e della protezione idrogeologica. Lo stato in prima persona, attraverso i suoi<br />

apparati tecnici e repressivi, diveniva il protagonista di un confronto fondamentalmente politico.<br />

L’attacco alle comunità, ai diritti consuetudinari, al controllo sulle loro risorse aveva bisogno, però,<br />

di nuove forme di legittimazione ideologica. Ad esse provvidero coloro che contribuirono ad una<br />

rappresentazione dei contadini alpini che li identificava come “sudici, ignoranti, amici del loro<br />

campanile soltanto […] segregati dal mondo civile” 103 , ignorando i processi politici ed economici<br />

che avevano costretto le comunità alpine a ripiegare su strategie di sopravvivenza 104 , strategie che<br />

ora venivamno anch’esse messe in discussione sotto la spinta delle modernizzazione. Su queste<br />

premesse si inseriva la serrata critica alla gestione contadina del territorio, mossa, in nome<br />

dell’oggettiva “scientifica”, da parte della buroespertocrazia, agricola e forestale 105 con lo scopo di<br />

dimostrare l’irrazionalità dei sistemi agro-<strong>silvo</strong>-<strong>pastorali</strong> tradizionali. Il richiamo alla classica<br />

“polemica” forestale, che si sviluppò in Francia alla metà del XIX secolo, è importante per<br />

l’influenza che essa esercitò anche in Italia. L’ing. Surell, un amministratore forestale, nel 1841,<br />

con la sua pubblicazione “Etude sur les torrents des Hautes-Alpes”, elabora la teoria del<br />

disboscamento provocato dagli incendi e abuso di pascolo quali fattori detrminanti dell’erosione e<br />

della torrenzialità.<br />

[Lo studio di Surell]“divenne la bibbia dell’Amministrazione Forestale Dipartimentale. Quello studio fornì le<br />

argomentazioni per sottrarre ai montanari la gestione delle foreste provando come gli usi comunitativi di pascolare<br />

le greggi nelle foreste, oltre al taglio e alla pulizia dei boschi, avessero favorito un incremento delle alluvioni che nei<br />

due secoli precedenti avevano eroso grandi aree delle foreste delle Hautes-Alpes” 106<br />

Le tesi di Surell ebbero notevole risonanza e dopo il 1860 vennero fatte proprie da illustri<br />

provvedimenti valgano per indurvi a rinunciarvi le ammonizioni di chi può influire su quegli animi rozzi, e l’esempio<br />

delle vallate da cui furono bandite e dove anche i più recalcitranti ora ne plaudono la scomparsa.”S. JACINI, La<br />

proprietà fondiaria e le popolazioni agricole in Lombardia. Studi economici di Stefano Jacini (a cura di F. DELLA<br />

PERUTA), Milano, 1996, (ed.orig. 1854), p.119.<br />

102<br />

C. CANTÙ (a cura di), Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle città, dei borghi, comuni,<br />

castelli, ecc. fino ai tempi moderni, Vol. III, Milano, 1858, p.816.<br />

103<br />

A. MARIANI, Geografia economica e <strong>sociale</strong> dell’Italia, Milano, 1910, p. 433.<br />

104<br />

Cfr. P. GUICHONNET, Storia e civilizzazione delle Alpi, Vol. I, Milano, 1986. p. 250 ssg. per gli aspetti economici e<br />

commerciali della “richiusura” delle Alpi dopo il XVI secolo e il Cap. VII, in particolare pp.289-292, per gli aspetti<br />

politici.<br />

105<br />

Ora appartenenti a corpi professionali a differenza degli aristocratici “dilettanti di agricoltura” del XVIII secolo.<br />

106<br />

H. ROSEMBERG, op. cit., p. 119-120.

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