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come l'ambiente parla ai nostri geni e quindi al nostro ... - Infinitamente

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L’epigenetica: <strong>come</strong> l’ambiente <strong>parla</strong><br />

<strong>ai</strong> <strong>nostri</strong> <strong>geni</strong> e <strong>quindi</strong> <strong>al</strong> <strong>nostro</strong><br />

cervello<br />

Nicoletta Berardi<br />

Università degli Studi di Firenze<br />

Istituto di Neuroscienze del CNR, Pisa


Svolgere attività diverse significa attivare aree<br />

cerebr<strong>al</strong>i diverse<br />

Ascoltare parole<br />

Pronunciare parole<br />

Osservare un volto attraente


I neuroni sono tra di loro connessi attraverso<br />

strutture speci<strong>al</strong>izzate dette sinapsi.<br />

dendriti<br />

Neurone presinaptico<br />

nucleo<br />

soma<br />

assone<br />

Neuroni<br />

postsinaptici<br />

L’insieme di un gruppo di neuroni connessi<br />

sinapticamente fra di loro costituisce un circuito<br />

nervoso.


La complessità del cervello<br />

100 miliardi di neuroni<br />

Fino a 1000 ingressi sinaptici sul singolo neurone<br />

600 milioni di connessioni/mm 3<br />

Il <strong>nostro</strong> comportamento, pensare, agire, percepire, immaginare o<br />

ricordare, dipende d<strong>al</strong>la attivazione coordinata di molteplici circuiti<br />

nervosi, che possono includere anche neuroni situati in aree<br />

cerebr<strong>al</strong>i differenti.


Come si sono formati i diversi circuiti neur<strong>al</strong>i<br />

durante lo sviluppo?


Alla specificazione <strong>geni</strong>ca va il ruolo di<br />

guidare i processi inizi<strong>al</strong>i dello sviluppo<br />

cerebr<strong>al</strong>e e quello della formazione inizi<strong>al</strong>e<br />

delle connessioni neur<strong>al</strong>i.


All’esperienza specifica dell’individuo ed<br />

<strong>al</strong>le sue interazioni con l’ambiente va il<br />

ruolo di guidare le fasi fin<strong>al</strong>i dello sviluppo<br />

dei circuiti cerebr<strong>al</strong>i, conducendoli <strong>al</strong>lo stato<br />

maturo e <strong>quindi</strong> guidando lo sviluppo delle<br />

diverse espressioni del comportamento in<br />

maniera individuo-specifica.<br />

L’esperienza continuerà poi a modificare i<br />

circuiti cerebr<strong>al</strong>i anche dopo la fine dello<br />

sviluppo, anche se in maniera meno<br />

pronunciata


Plasticità neur<strong>al</strong>e: capacità dei circuiti nervosi di modificarsi,<br />

in maniera funzion<strong>al</strong>e e morfologica, in risposta<br />

<strong>al</strong>l’esperienza<br />

Cosa cambia nel circuito?<br />

L’efficacia delle connessioni sinaptiche si modifica in risposta <strong>ai</strong><br />

cambiamenti nell’attività elettrica che l’esperienza induce nel<br />

circuito. La plasticità è presente durante lo sviluppo, dove è<br />

particolarmente elevata e consente <strong>al</strong>l’esperienza di guidare la<br />

maturazione dei circuiti nervosi, ma anche nell’adulto, dove, ad<br />

esempio, è <strong>al</strong>la base dei fenomeni di apprendimento e memoria<br />

Ingresso<br />

presinaptico<br />

Risposta<br />

postsinaptica<br />

Esperienza<br />

(cambio di attività nel circuito)<br />

Ingresso<br />

presinaptico<br />

Risposta<br />

postsinaptica<br />

o


La plasticità obbedisce a “regole” che<br />

stabiliscono se un determinato<br />

cambiamento di attività elettrica evocata<br />

d<strong>al</strong>l’ambiente determina un cambiamento<br />

nell’efficacia sinaptica e se t<strong>al</strong>e<br />

cambiamento è un potenziamento o una<br />

depressione dell’efficacia sinaptica.


I passi che conducono ad una modifica, funzion<strong>al</strong>e e<br />

morfologica, duratura dei circuiti neur<strong>al</strong>i in risposta<br />

<strong>al</strong>l’esperienza coinvolgono diversi fattori<br />

Il recettore NMDA funge da detettore di attività correlata fra il termin<strong>al</strong>e presinaptico ed il<br />

termin<strong>al</strong>e postsinaptico<br />

Livelli di inibizione<br />

Protein chinasi (ERK, PKA)<br />

Fattori di trascrizione (CREB)<br />

Rimodellamento della cromatina<br />

con conseguente cambiamento a<br />

lungo termine nella trascrivibilità di<br />

specifici <strong>geni</strong><br />

Fattori neurotrofici (NGF, BDNF)<br />

Neuromodulatori (Acetilcolina, Noradren<strong>al</strong>ina)<br />

Componenti della matrice extracellulare e<br />

proteasi che li degradano


La plasticità obbedisce a regole “elettriche” e<br />

molecolari e può essere m<strong>al</strong>adattiva<br />

(esempi: arto fantasma)


Esperienza e sviluppo del cervello: esempi


La visione del bambino è molto immatura <strong>al</strong>la<br />

nascita


Lo sviluppo dell’acuità visiva (e della visione in gener<strong>al</strong>e)<br />

richiede l’esperienza<br />

Acuità visiva norm<strong>al</strong>izzata<br />

0.5<br />

0.0<br />

Uomo<br />

0 20 40<br />

Età (mesi)<br />

Acuità visiva in assenza di<br />

esperienza visiva d<strong>al</strong>la<br />

nascita<br />

Sviluppo<br />

tipico


Norm<strong>al</strong>mente i compiti di discriminazione tattile comportano l’uso<br />

e la conseguente attivazione dell’area Somatosensori<strong>al</strong>e. La<br />

lettura dell’<strong>al</strong>fabeto Br<strong>ai</strong>lle nei ciechi d<strong>al</strong>la nascita attiva la<br />

corteccia visiva primaria: plasticità intermod<strong>al</strong>e.<br />

Pascu<strong>al</strong> Leone et <strong>al</strong>., 1995


L’esperienza è particolarmente efficace nel<br />

modificare i circuiti nervosi durante periodi<br />

critici dello sviluppo


Dopo la fine dei periodi critici l’esperienza non è più in<br />

grado di guidare lo sviluppo di una funzione<br />

Acuità visiva norm<strong>al</strong>izzata<br />

1.0<br />

0.5<br />

0.0<br />

Uomo<br />

0 20 40 60 80 100<br />

Età (mesi)<br />

400 420<br />

Acuità visiva a tre anni<br />

Acuità visiva in assenza di<br />

esperienza visiva d<strong>ai</strong> tre anni<br />

Fine et <strong>al</strong>., (2003)


Cataratte monoculari neonat<strong>al</strong>i, difetti di refrazione o<br />

strabismo non corretti precocemente durante lo sviluppo<br />

determinano ambliopia dell’occhio deprivato e forte<br />

riduzione della visione binoculare.<br />

S=10 D=4 C=20<br />

Table at Snellen Fraction is:<br />

4 m S/10 or 20/C<br />

S=1.99 D=20 C=100<br />

S=2.5 D=16 C=80<br />

S = 3.2 D = 12.5 C = 6 3<br />

S=4 D=10 C=50<br />

S=5 D=8 C=40<br />

S= 6.3 D= 6.3 C = 32<br />

S=8 D=5 C=25


Perché la plasticità declina con la chiusura dei<br />

periodi critici?<br />

Perché la elevata plasticità dei periodi critici ha<br />

esaurito il suo scopo, che era quello di consentire<br />

<strong>al</strong>l’esperienza di guidare la maturazione dei<br />

circuiti neur<strong>al</strong>i


Man mano che l’esperienza guida la<br />

selezione delle connessioni neur<strong>al</strong>i,<br />

determinando la maturazione di un circuito<br />

e della corrispondente funzione, il circuito<br />

e la funzione diventano sempre meno<br />

modificabili d<strong>al</strong>l’esperienza.<br />

“Freno” sulla plasticità


Anche se l’esperienza appropriata per lo sviluppo<br />

di una funzione viene infine fornita ad un<br />

soggetto, se questo avviene DOPO la fine del<br />

periodo critico per lo sviluppo di quella funzione,<br />

t<strong>al</strong>e sviluppo potrebbe non avvenire affatto, o se<br />

avviene, non procederà <strong>come</strong> avrebbe proceduto<br />

se l’esperienza appropriata fosse stata fatta<br />

durante la finestra tempor<strong>al</strong>e in cui avrebbe<br />

dovuto essere fatta.<br />

Qu<strong>al</strong>cosa è andato perso, le potenzi<strong>al</strong>ità non<br />

sono state espresse


E’ possibile correggere il risultato di<br />

uno sviluppo scorretto dopo la fine dei<br />

periodi critici?<br />

Potenziare la plasticità cortic<strong>al</strong>e nell’adulto<br />

agendo su fattori che controllano la chiusura dei<br />

periodi critici e limitano la plasticità cortic<strong>al</strong>e<br />

nell’adulto


Fattori che controllano la chiusura dei<br />

periodi critici e limitano la plasticità cortic<strong>al</strong>e<br />

nell’adulto:<br />

Livelli di inibizione intracortic<strong>al</strong>e<br />

Fattori neurotrofici (BDNF)<br />

Componenti della matrice extracellulare (CSPGs)<br />

Proteine della gu<strong>ai</strong>na mielinica<br />

Rimodellamento della cromatina


Promuovere il recupero d<strong>al</strong>l’ambliopia nell’adulto<br />

Birth P21-<br />

P23<br />

MD<br />

Trattamento per promuovere<br />

l’acetilazione degli istoni<br />

trattamento di controllo<br />

Putignano et <strong>al</strong>., 2006<br />

> P120<br />

RS<br />

V<strong>al</strong>utazione visiva


Periodi critici nello sviluppo del sistema serotoninergico<br />

per l’emergenza di un fenotipo “ansioso”<br />

La presenza e la funzion<strong>al</strong>ità del recettore 1A per la serotonina (5-HT 1A ) è centr<strong>al</strong>e <strong>al</strong><br />

coinvolgimento del sistema serotoninergico nel comportamento ansioso.<br />

E’ stato suggerito che una ipofunzion<strong>al</strong>ità di questo recettore durante un particolare<br />

periodo dello sviluppo postnat<strong>al</strong>e possa produrre una <strong>al</strong>terazione permanente del<br />

comportamento ansioso, cosa che una equiv<strong>al</strong>ente ipofunzion<strong>al</strong>ità nell’adulto non<br />

causerebbe.


Cure parent<strong>al</strong>i: effetti a lungo termine<br />

Un elevato livello di cure parent<strong>al</strong>i produce, in modelli<br />

anim<strong>al</strong>i, una prole meno soggetta agli effetti deleteri<br />

dello stress e questi effetti si estendono <strong>al</strong>la vita adulta<br />

della prole.


Effetti a lungo termine della carenza di cure<br />

materne o di esposizione precoce ad <strong>al</strong>tro tipo<br />

di esperienze avverse<br />

Nel roditore:<br />

Neofobia<br />

Alterata risposta <strong>al</strong>lo stress<br />

Comportamento ansioso<br />

Elargizione ridotta di cure materne (femmine)<br />

Fattori di rischio ambient<strong>al</strong>e per lo<br />

sviluppo di disturbi del comportamento


L’ipotesi della “genetic moderation” implica che le<br />

differenze fra individui, che hanno origine nella<br />

sequenza del DNA, comportano differenze fra<br />

individui nella loro resilienza o vulnerabilità <strong>ai</strong><br />

fattori di rischio ambient<strong>al</strong>i per l’insorgenza di<br />

condizioni patologiche fisiche e ment<strong>al</strong>i.<br />

Caspi et <strong>al</strong>., (2002)


Indice composto di comportamento<br />

antisoci<strong>al</strong>e (Z score)<br />

Bassa<br />

attività della<br />

MAOA<br />

Alta attività<br />

della MAOA<br />

Nessuno Pobabile Severo<br />

M<strong>al</strong>trattamento durante l’infanzia<br />

V<strong>al</strong>ori medi dell’indice<br />

composto del<br />

comportamento<br />

antisoci<strong>al</strong>e in funzione<br />

della attività della<br />

MAOA e della storia di<br />

m<strong>al</strong>tratamento infantile.<br />

The antisoci<strong>al</strong> behavior composite is<br />

standardized (z score) to a M = 0 and<br />

SD = 1; group differences are<br />

interpretable in SD unit differences<br />

(d). A test of the interaction between<br />

MAOA activity and m<strong>al</strong>treatment<br />

reve<strong>al</strong>ed a significant G × E<br />

interaction (P = 0.01).<br />

Genotipo a rischio +<br />

ambiente a rischio<br />

L’effetto del m<strong>al</strong>trattamento subito nel corso dell’infanzia sul<br />

comportamento antisoci<strong>al</strong>e è significativamente minore tra soggetti con<br />

<strong>al</strong>ta attività della MAOA che in soggetti con bassa attività della MAOA<br />

Caspi et <strong>al</strong>., 2002


Recentemente, è stato dimostrato nei<br />

roditori che il comportamento materno<br />

può produrre, attraverso meccanismi<br />

epigenetici, <strong>al</strong>terazioni stabili nella<br />

trascrivibilità di <strong>geni</strong> coinvolti nello<br />

spegnimento della risposta <strong>al</strong>lo stress.


L’azione sulla trascrivibilità di <strong>geni</strong><br />

potrebbe essere un processo intermedio<br />

che “inscrive” esperienze ambient<strong>al</strong>i<br />

dinamiche su un genoma fisso,<br />

producendo una <strong>al</strong>terazione STABILE<br />

del fenotipo.


Mapping chromosom<strong>al</strong> regions with differenti<strong>al</strong> DNA methylation<br />

in MZ twins by using comparative genomic hybridization for<br />

methylated DNA<br />

Fraga et <strong>al</strong>., 2005


Non è solo il genotipo a determinare un fenotipo più<br />

o meno vulnerabile verso i fattori di rischio<br />

ambient<strong>al</strong>i ma anche l’ambiente stesso<br />

… Epigenetics represents a third gener<strong>al</strong> type of mechanism that likely<br />

contributes to each individu<strong>al</strong>'s unique vulnerability or resistance to a psychiatric<br />

disturbance.[…] Epigenetic changes offer a mechanism<br />

by which environment<strong>al</strong> experiences can modify gene function in the absence of<br />

DNA sequence changes …..<br />

Nestler, E


STIMOLO<br />

Il “sistema dello stress”: Asse ipot<strong>al</strong>amo-ipofisi-surrene<br />

IPOTALAMO<br />

CRF<br />

MIDOLLARE<br />

DEL SURRENE<br />

-<br />

IPOFISI<br />

ACTH<br />

Ippocampo<br />

Recettori per i<br />

glucocorticoidi<br />

Ipot<strong>al</strong>amo<br />

CRH<br />

+<br />

Ipofisi<br />

ACTH<br />

+<br />

Cortic<strong>al</strong>e del<br />

surrene<br />

cortisolo<br />

-<br />

ADRENALINA<br />

-<br />

CORTECCIA<br />

SURRENALE<br />

Glucocorticoidi<br />

Schema dell’asse<br />

ipot<strong>al</strong>amo-ipofisighiandola<br />

surren<strong>al</strong>e per<br />

il rilascio di<br />

glucocorticoidi in<br />

risposta ad uno stimolo<br />

stressogeno (in <strong>al</strong>to) e<br />

dei meccanismi di<br />

feedback (in basso).


Esperienze precoci,<br />

epigenetica e risposte <strong>al</strong>lo<br />

stress nell’adulto<br />

GR=recettori per i glucocorticoidi<br />

Fem<strong>al</strong>e rats show a range of matern<strong>al</strong> behaviours, from low levels of licking and other types of grooming of their pups to high levels.<br />

These differences during early life can give rise to life-long differences in stress responsivenessa | Receiving low levels of grooming<br />

results in low levels of the transcription factor nerve growth factor-inducible protein A (NGFI-A; <strong>al</strong>so known as EGR1) in the<br />

hippocampus, which permits increased methylation and repression of the glucocorticoid receptor (GR) gene in this br<strong>ai</strong>n region.<br />

Lower levels of GR expression in the hippocampus contribute to sever<strong>al</strong> tr<strong>ai</strong>ts in adulthood: higher levels of baseline and post-stress<br />

glucocorticoid (corticosterone) secretion, higher levels of anxiety-like behaviour and, in fem<strong>al</strong>es, lower levels of grooming behaviour<br />

towards their own offspring. b | The offspring of high-grooming mothers have higher levels of hippocamp<strong>al</strong> NGFI-A, resulting in less<br />

methylation of the GR gene and higher GR expression in the hippocampus. In adulthood this is associated with lower levels of<br />

baseline and post-stress corticosterone secretion, low anxiety-like behaviour and, in fem<strong>al</strong>es, high levels of grooming of offspring.


Possiamo intervenire nell’adulto per ridurre gli effetti deleteri<br />

della carenza di cure materne?<br />

Eliminazione tramite trattamento farmacologico (TSA) degli effetti delle basse<br />

cure materne sulla espressione dei recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo<br />

e della risposta <strong>al</strong>lo stress<br />

a) quantitative densitometric an<strong>al</strong>ysis (relative optic<strong>al</strong> density, ROD) of GR IR levels from samples (n = 5 anim<strong>al</strong>s/group; *P < 0.001).<br />

(b) Plasma corticosterone responses (mean s.e.m.) to a 20-min period of restr<strong>ai</strong>nt stress (solid bar) in vehicle- and TSA (100<br />

ng/ml)-treated adult offspring of high- or low-LG-ABN mothers (n = 10 anim<strong>al</strong>s/group; *P < 0.01).


Modelli anim<strong>al</strong>i (adulti) di resilienza ad eventi<br />

stressanti


Nestler ha cercato di sviluppare un modello anim<strong>al</strong>e per<br />

lo studio del fenomeno della resilienza utilizzando un<br />

paradigma di chronic soci<strong>al</strong> defeat.<br />

Viene creata una situazione di “bullismo”, ovvero un<br />

anim<strong>al</strong>e (topo) viene introdotto nel territorio di un topo<br />

dominante. Questo conduce ad episodi di aggressione<br />

che sfociano nella sottomissione dell’intruso.


5<br />

Questo protocollo viene<br />

ripetuto una volta <strong>al</strong> giorno<br />

per dieci giorni consecutivi.<br />

Questo protocollo intensivo produce una forte esperienza di<br />

subordinazione e di sconfitta.<br />

In seguito a t<strong>al</strong>e protocollo, gli anim<strong>al</strong>i mostrano<br />

segni di “depressione” (aneidonia, perdita di peso,<br />

disturbi del sonno, ritiro soci<strong>al</strong>e)


Sintomatologia<br />

depressiva in<br />

anim<strong>al</strong>i<br />

sottoposti a<br />

soci<strong>al</strong> defeat<br />

correla con<br />

modifiche<br />

epigenetiche<br />

nell’ippocampo


Questi studi indicano che modifiche<br />

epigenetiche sono <strong>al</strong>la base della plasticità<br />

neur<strong>al</strong>e a lungo termine (in questo caso<br />

m<strong>al</strong>adattiva) nell’ippocampo che possono<br />

essere <strong>al</strong>la base dei cambiamenti duraturi<br />

nel comportamento (nella person<strong>al</strong>ità?)<br />

indotti da stress cronico.


Sono queste modifiche epigenetiche, che<br />

rimangono a lungo <strong>come</strong> traccia<br />

dell’esperienza negativa e che cambiano il<br />

modo in cui un soggetto risponde ad eventi<br />

successivi <strong>al</strong>l’episodio di stress, che<br />

vengono definiti “molecular scars” (cicatrici<br />

molecolari), invisibili <strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi anatomica<br />

ma potenti nell’azione.


A<br />

Usando un approccio quantitativo<br />

per v<strong>al</strong>utare le interazioni soci<strong>al</strong>i<br />

dopo il protocollo di sconfitta<br />

soci<strong>al</strong>e cronica (A) Nestler ha<br />

dimostrato che non tutti i soggetti<br />

sono ugu<strong>al</strong>mente danneggiati d<strong>al</strong><br />

periodo di stress soci<strong>al</strong>e (B).


Gli anim<strong>al</strong>i sottoposti a<br />

sconfitta ripetuta si dividono<br />

in coloro che mostrano deficit<br />

successivi nelle interazioni<br />

soci<strong>al</strong>i (“suscettibili” o<br />

“vulnerabili”) e coloro che<br />

non li mostrano (resilienti).<br />

Krishnan et <strong>al</strong>., 2008<br />

Following repeated soci<strong>al</strong> subordination, defeated mice (black) are tested for their<br />

display of soci<strong>al</strong> avoidance toward an unfamiliar aggressor (white mouse in cage. This<br />

photograph serves to illustrate how some mice adopt a “freezing” posture and position<br />

themselves at a distance (“susceptible”), while others actively explore and interact with<br />

the aggressor (“unsusceptible”). Such a phenotypic classification is long<br />

lasting and cannot be expl<strong>ai</strong>ned by inherent differences in anxiety-related behavior.


Segregazione degli anim<strong>al</strong>i sconfitti in vulnerabili e resilienti sulla<br />

base di un indice “rapporto di interazione,” che rappresenta la<br />

preferenza per l’interazione soci<strong>al</strong>e (B).


Studi successivi hanno mostrato che<br />

modifiche specifiche in strutture cortic<strong>al</strong>i e<br />

sottocortic<strong>al</strong>i del sistema limbico (sistema<br />

delle emozioni, della motivazione, della<br />

soddisfazione, dell’assegnazione di v<strong>al</strong>ori a<br />

oggetti, eventi, persone) sono selettivamente<br />

associate con il fenotipo vulnerabile.<br />

Esperienza pregressa influenza la<br />

vulnerabilità <strong>al</strong>lo stress?


L’assunzione di sostanze d’abuso aumenta la<br />

vulnerabilità <strong>al</strong> soci<strong>al</strong> defeat (riduce la resilienza)<br />

Questo avviene<br />

attraverso<br />

meccanismi<br />

epigenetici<br />

Altro esempio di plasticità<br />

m<strong>al</strong>adattiva<br />

Covington et <strong>al</strong>., 2011


In soggetti con induzione farmacologica<br />

delle stesse modifiche epigenetiche<br />

provocate d<strong>al</strong>l’assunzione della coc<strong>ai</strong>na, si<br />

ha una aumentata vulnerabilità, ovvero una<br />

risposta in senso di ritiro soci<strong>al</strong>e e di<br />

plasticità m<strong>al</strong>adattiva nel sistema limbico<br />

anche senza l’azione “sensibilizzante” della<br />

coc<strong>ai</strong>na


Il concetto di resilienza<br />

Resilienza si riferisce <strong>al</strong>la capacità di un individuo di sfuggire <strong>al</strong>le<br />

conseguenze negative (ad esempio, a livello del comportamento<br />

soci<strong>al</strong>e o del comportamento ansioso) di situazioni di stress che<br />

potrebbero compromettere il suo benessere fisico e psicologico.<br />

La resilienza negli esseri umani rappresenterebbe un processo<br />

attivo, adattivo, e non semplicemente l’assenza di risposte<br />

patologiche che hanno luogo in individui più vulnerabili.<br />

(Geni x ambiente) + epigenetica


Atraverso modifiche epigenetiche l’ambiente<br />

cambia la risposta del cervello <strong>al</strong>l’ambiente<br />

Geni<br />

Epigenetica<br />

Resilienza <strong>al</strong>lo stress<br />

Ambiente<br />

Nestler<br />

2011


Referenze<br />

Pizzorusso, T., Berardi N e Maffei L. (2007). A richness that cures. Neuron. May<br />

24;54(4):508-10<br />

S<strong>al</strong>e, A, Berardi, N, Maffei L. (2009). Enrich the environment to empower the br<strong>ai</strong>n.<br />

Trends Neurosci. Apr;32(4):233-9.<br />

Zhang TY, Labonté B, Wen XL, Turecki G, Meaney MJ. (2013). Epigenetic mechanisms<br />

for the early environment<strong>al</strong> regulation of hippocamp<strong>al</strong> glucocorticoid receptor gene<br />

expression in rodents and humans. Neuropsychopharmacology. Jan;38(1):111-23.<br />

Tsankova N, Renth<strong>al</strong> W, Kumar A, Nestler EJ. Epigenetic regulation in psychiatric<br />

Disorders (2007) Nat Rev Neurosci May;8(5):355-67.<br />

Feder A, Nestler EJ, Charney DS (2009). Psychobiology and molecular genetics of<br />

resilience. Nat Rev Neurosci. 2009 June; 10(6): 446–457.

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