Cosa ci sta succedendo? - Associazione Culturale Orizzonti

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pag. 4 N. 10 SETTEMBRE 2009 La vecchia insegna “T” ricorda sempre meno sigari e sigarette e assomiglia sempre di più a un moderno centro al servizio dei cittadini: le famiglie Calugi e Verdiani, titolari delle due più antiche licenze commerciali del nostro paese, da sempre hanno espletato questa funzione *VERDIANI* Siamo all’inizio degli anni trenta del passato secolo, quando a Giulio Verdiani, grande invalido della prima guerra mondiale, riesce ad ottenere la concessione per la rivendita di Tabacchi, Valori bollati e Francobolli. E’ l’inizio di una dinastia commerciale, la famiglia Verdiani, che ancor oggi è attiva nel centro di Lamporecchio. Da Giulio la licenza passò al figlio Gastone e infine a Giovanni Verdiani, l’attuale proprietario della tabaccheria, ubicata nei locali dell’ex Casa del Popolo. “Sembrerà incredibile- ci dice Giovanni Verdianima a mio nonno Giulio piaceva già molto questo posto. Lo riteneva epicen- trale, cioè che la gente da quel posto ci dovesse pas- Un giovanissimo Gastone Verdiani sare per forza. Il nonno Giulio e mio padre Gastone non avrebbero mai pensato di comprare i locali della Casa Del Popolo, fabbricato a cui avevano destinato dei contributi e che rispettavano con doverosa sudditanza. Poi quando in questi ultimi anni, per motivi noti, il fabbricato è stato venduto ho pensato subito al desiderio dei miei predecessori e alle larghe vedute di mio nonno ed ho acquistato il piano terra dell’immobile. Oggi, ho il negozio nel pieno Centro di Lamporecchio e sono assai soddisfatto delle scelte”. La storia: la rivendita di tabacchi fu aperta nei primi anni trenta. “In prevalenza mio nonno Giulio vendeva generi alimentari. Poi, al momento della successione, le licenze furono separate: a mio zio fu lasciata quella dei generi alimentati, mentre mio padre Gastone continuò, ampliandola l’attività di Cartoleria”. Molto spazio ebbero anche i giocattoli. Tutti i bambini di Lamporecchio si ricordano le promesse fatte dai genitori, che se fossero stati GIULIO VERDIANI Gastone Verdiani insignito della onorificenza di “Maestro del Commercio” bravi, gli avrebbero regalato i giocattoli comprati da . “ Il nostro negozio- ci dice ancora Giovanni -svolgeva all’interno della comunità di Lamporecchio anche un’importante funzione di sociale e di servizio. La vendita di valori bollati era una grande comodità e il servizio di prenotazione dei libri scolastici, evitava ai ragazzi e ai genitori il disagio di percorrere molta strada per andare a comprare i testi. Le liste erano sempre aggiornate con cura e meticolosità: la libreria scolastica è sempre stata la nostra forza. Mio padre Gastone è stato aiutato molto nella sua attività dalla moglie Pierina, da mia sorella Carla e chiaramente dal sottoscritto, da cui ho ereditato la passione e il senso di servizio che vogliamo offrire alla gente di Lamporecchio. Credo che ci stiamo riuscendo. Tutta la famiglia è impegnata in questo obbiettivo e gli ottimi risultati che stiamo ottenendo, sono un chiaro segnale positivo della bontà del nostro lavoro”. Massimo Mancini GIOVANNI VERDIANI
N. 10 SETTEMBRE 2009 Lamporecchio con gli occhi del primo Sindaco del dopo guerra: Gettulio Cenci a cura di Alena Magnani rrivate all’appuntamento, AGettulio Cenci ci accoglie subito con galanteria d’altri tempi, facendoci accomodare nel suo studio e accompagnando le sedie alle nostre spalle. Ancor prima di iniziare l’attenzione cade su un pannello al muro che raccoglie bianchi e neri del passato, documenti e qualche ritaglio di giornale. Lui stesso ce lo mostra con orgoglio, lo sguardo si accende. Subito appare come una persona di acuta intelligenza, non quella che si impara sui libri, quella innata, di chi si sa comportare, di chi si tiene saldo alle proprie radici. La prima impressione perciò è positiva, di apprezzabile umiltà e di grande disponibilità nei nostri confronti. Il Sig. Cenci sposta dei giornali dalla sua scrivania per farci spazio e l’intervista ha inizio. Come nacque l’idea della sua candidatura a sindaco? “Era il 1946 quando Fellino Morelli venne a Porciano, dove vivevo all’epoca, eravamo seduti in terra quando mi propose di candidarmi. Lui, che rivestiva la carica di sindaco provvisorio essendo stato l’ultimo prima dello scoppio della guerra, aveva ormai una certa età e la chiara intenzione di ritirarsi. Subito gli risposi , volevo fare il sindaco volontario e al contempo aprire un’attività senza che questa si trovasse in contrasto con un partito. Volevo amministrare liberamente, senza tessera e senza vincoli. In ultimo gli dissi “Se un giorno non dovessi più starvi bene vorrei che mi mandaste a casa”. Come riuscì a conciliare gli impegni di sindaco con quelli della sua attività? “Non fu facile ma ebbi la fortuna di avere a fianco collaboratori validi come l’Assessore Tullio Venturini, persona capace e molto onesta, e una moglie con tanta disponibilità che mi sostituiva in negozio quando non ero presente. E proprio l’onestà ritengo sia una delle qualità essenziali per chi decide di ricoprire incarichi pubblici. Dove va a finire la morale? Prima non si pensava che dietro ad un incarico di tipo comunale potessero nascondersi degli interessi!” A proposito dell’attuale situazione politica in cosa confida? “In più onestà e più serietà da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella vita politica della nostra società. Vedete gli americani, loro ogni tanto un po’ di pulizia la fanno, loro non hanno il Vaticano. (Sorride sarcastico)”. A proposito di Vaticano, qual è il suo rapporto con la Chiesa? “Devo dire che io ho moltissime foto con i preti giacché non sono mai stato anti-prete ma sono anti-vescovo! Con questo voglio dire che la corruzione non è un problema che riguarda gli strati bassi della chiesa, bensì GETTULIO CENCI NEL SUO STUDIO pag. 5 quelli alti che già nel dopoguerra ne risultavano tristemente contaminati”. Ci parli dei suoi primi passi in campo politico. “Nel 1945, quando ancora c’era la guerra sull’Appennino e l’Italia era divisa, ci fu il 5° Congresso del Partito Comunista a Roma e io, che all’epoca vi ero iscritto, ebbi l’incarico di partecipare a questo congresso con altri cinque componenti. Le intenzioni di questo congresso erano ottime, tutto era improntato sulla morale e uno dei nodi cruciali era proprio la famiglia. La mentalità di quei tempi era molto distante da quella di oggi, molto più chiusa ma molto più seria”. Ci racconti qualche aneddoto divertente. “Ricordo che durante la mia carica di Sindaco, un anno si verificò un accaduto spiacevole, durante un mercato venne smerciato l’intero raccolto di piselli dell’annata. Alla fine di questo mercato i conti non tornavano, erano sparite £ 25.000 che all’epoca erano una bella somma. Venni così richiamato dal Prefetto a Pistoia. Entrai nel suo studio accompagnato dal capo gabinetto, il Prefetto non mi guardò nemmeno, aspettai un po’, poi chiesi energico , rispose stitico Mi resi subito conto con chi avevo a che fare.. Iniziò ad interrogarmi a proposito di questa storia dei piselli, gli dissi che l’unica cosa certa era che non li avevo presi io quei soldi e lui insinuò allora gli spiegai . Così terminò il nostro incontro. Il giorno successivo il Prefetto venne a Lamporecchio. L’ora dell’appuntamento era fissata per le tre ed io dissi a Tullio Venturini , e così fu. Quando andò via gli regalammo un sacchetto di brigidini. Qualche tempo dopo alle riunioni provinciali, parlando con altri Sindaci della montagna pistoiese, tutti mi chiedevano che cosa avessi fatto al Prefetto: gli altri aspettavano le delibere che spesso tornavano indietro senza essere state approvate e a me invece le firmavano tutte. Non ho mai capito se fosse per i Brigidini o per il fatto che aveva capito che con me non attaccava. Fu una grande soddisfazione per me, per tutto il periodo che fui in carica, tre legislature, 12 anni”. Ci parli di cosa comportava fare il Sindaco nel 46. “Potrei parlarvi delle riunioni della giunta comunale, si tenevano abitualmente di sera poiché ognuno era impegnato con il proprio lavoro durante la giornata e nessuno percepiva un compenso. All’epoca si tenevano anche riunioni della commissione che aveva il compito di aiutare le famiglie più bisognose. Ne facevamo parte io, il medico condotto dott. Merlini, l’ostetrica Agatina, il segretario comunale Avv. Malanima, il Proposto Sabatino Ferrali ed un rappresentante dei Carabinieri”. ---------------------------------------- Il signor Cenci ci invita infine a visitare gli spazi della sua fabbrica, la Stamp Foil, frutto del lavoro di una vita. Una perla rara trovare un uomo così che, a dispetto dell’età, possieda idee tanto attuali, non poteva che proiettare il nostro comune verso il futuro. Alena Magnani
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