11.06.2013 Views

METODI FISICI DI FISSAZIONE

METODI FISICI DI FISSAZIONE

METODI FISICI DI FISSAZIONE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>METO<strong>DI</strong></strong> <strong>FISICI</strong> <strong>DI</strong> <strong>FISSAZIONE</strong><br />

• I metodi fisici di fissazione sono rappresentati da:<br />

– Calore/essiccamento<br />

– Raffreddamento/congelamento<br />

• Il calore e l’essiccamento sono impiegati solo in strisci di sangue ed<br />

in apposizioni di midollo osseo<br />

– di regola sono seguiti da un ulteriore trattamento con metodi chimici.<br />

• Il freddo non è un agente fissativo in senso stretto,<br />

– non garantisce una stabile conservazione delle strutture biologiche:<br />

– quando i tessuti vengono riportati a temperatura ambiente possono aver<br />

luogo tutte quelle modificazioni degenerative che intervengono dopo la<br />

morte del tessuto.<br />

– Il freddo è un agente conservante piuttosto che un vero e proprio<br />

fissativo.<br />

– molto usato in istochimica, perchè permette:<br />

• Conservazione del tessuto,<br />

• Indurimento del tessuto per la sezione<br />

– Dopo aver ottenuto le sezioni si eseguono le reazioni istochimiche previste e solo<br />

successivamente si fissa il tessuto con metodi chimici. (postfissazione)<br />

– In questo caso le reazioni istochimiche devono essere di durata relativamente<br />

breve (in genere, non più di mezz’ora per scongiurare artefatti da dislocazione o<br />

da solubilizzazione di sostanze


• Il congelamento del materiale oggetto di studio deve essere quanto più<br />

rapido possibile.<br />

• si evita così la formazione di grossi cristalli di ghiaccio, capaci di alterare<br />

profondamente la struttura dei tessuti.<br />

• I cristalli si formano allorché coesistono la fase liquida e quella solida,<br />

perché, per motivi termodinamici, è favorita la dissoluzione dei cristalli<br />

piccoli a favore dell’accrescimento di quelli più grandi.<br />

• Un congelamento particolarmente rapido può impedire del tutto la<br />

cristallizzazione dell’acqua, stabilizzandola in uno stato solido amorfo, come<br />

il vetro (ghiaccio vetroso)<br />

• Per ottenere un rapido congelamento si devono trattare pezzi molto piccoli<br />

(non più spessi di 1—2 mm) , a basse temperature;<br />

• negli studi più delicati, il congelamento può essere ottenuto mediante<br />

– azoto liquido, a —170 C,<br />

– isopentano, propano<br />

– derivati alogenati del metano e dell’etano (cosiddetti freon),<br />

• In studi meno raffinati un congelamento sufficientemente rapido si può<br />

realizzare introducendo i campioni da esaminare in una camera refrigerata,<br />

quale quella di un criostato, eventualmente spruzzandovi sopra un gas che,<br />

espandendosi, sottragga calore (freon oppure anidride carbonica) .<br />

• I criostati sono apparecchi usati per sezionare tessuti congelati, costituiti da<br />

una camera refrigerata contenente un microtomo, cioè uno strumento per<br />

ottenere sezioni istologiche, anch’esso refrigerato.


criostato


Fissazione per congelamento-<br />

essiccamento (freeze-drying)<br />

Principi teorici del metodo<br />

• Questa tecnica, piuttosto complessa e che richiede<br />

l’impiego di apparecchiature costose, proposta da<br />

Altmann fin dal 1890, fu ripresa negli anni trenta da<br />

Bensley, Gersch, Hoerr e ulteriormente sviluppata in<br />

tempi più recenti.<br />

• Ha il vantaggio di non richiedere l’uso di liquidi fissatori<br />

e trova impiego per ricerche citologiche, istochimiche<br />

e, con accorgimenti particolari, in microscopia<br />

elettronica.<br />

• Il metodo esige:<br />

a) rapido prelievo del tessuto,<br />

b) raffreddamento alla temperatura dell’azoto liquido,<br />

c) disidratazione a una temperatura compresa fra -60° e -30°C<br />

d) inclusione in paraffina o carbowax e successivo taglio.


Fissazione per congelamento-<br />

essiccamento (freeze-drying)<br />

• ll raffreddamento rappresenta il passaggio più delicato del metodo,<br />

da esso dipende la buona conservazione dei tessuti.<br />

• Durante il raffreddamento è necessario evitare la formazione di<br />

grossolani cristalli di ghiaccio, che provocano profonde alterazioni<br />

nelle cellule e lasciano tracce ben visibili all’analisi microscopica.<br />

• Perciò il pezzo deve essere raffreddato il più velocemente possibile;<br />

( formazione di ghiaccio vetroso, non cristallino),<br />

• Nella pratica si impiegano pezzi piccoli (1 mm) e un liquido<br />

raffreddante con conduttività alta anche alle basse temperature,<br />

quale l’isopentano (metilbutano).


Fissazione per congelamento-<br />

essiccamento (freeze-drying)<br />

• La disidratazione si effettua in base al seguente<br />

principio:<br />

– In un pezzo di tessuto congelato esposto a una<br />

pressione di vapore inferiore a quella della pressione di<br />

equilibrio del ghiaccio, quest’ultimo sublima con il<br />

conseguente essiccamento del tessuto<br />

• il pezzo viene posto in un recipiente<br />

adeguatamente raffreddato e nel quale venga<br />

fatto il vuoto spinto<br />

• Il vapore d’acqua viene allontanato con una<br />

pompa a vuoto


Fissazione per congelamento-<br />

essiccamento (freeze-drying)<br />

inclusione<br />

• Una volta completata la disidratazione il pezzo<br />

viene incluso in paraffina o in carbowax:<br />

• i pezzi sono lasciati cadere in un piccolo<br />

recipiente contenente paraffina che viene<br />

portata al punto di fusione<br />

• negli apparecchi più perfezionati, l’inclusione<br />

avviene nello stesso recipiente nel quale è stata<br />

effettuata la disidratazione:

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!