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turbolenza nella società di gestione dei servizi ... - La Voce dell'Isola

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Anno IV - N. 11~14 • 30 LUGLIO 2009 - € 1,50<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola<br />

Giornale Siciliano <strong>di</strong> Politica, Cultura, Economia, Turismo, Spettacolo <strong>di</strong>retto da Salvo Barbagallo<br />

LA GUERRA PRIVATA DEL SEN. FIRRARELLO<br />

IL POTERE È SUO E...<br />

GUAI A CHI LO TOCCA FONTANA-ROSSA<br />

<strong>di</strong> SALVO BARBAGALLO<br />

Il risultato delle elezioni europee<br />

lo ha ampiamente <strong>di</strong>mostrato: la<br />

guerra senza quartiere che si è<br />

scatenata, ormai da tempo, fra il senatore<br />

Pino Firrarello e il presidente<br />

della Regione Raffaele Lombardo<br />

ha portato, e porterà ancora, molto<br />

danno alla coalizione che fa capo al<br />

premier Berlusconi. Il senatore in<br />

questa guerra privata risulta ampiamente<br />

perdente: i risultati elettorali,<br />

ripetiamo, lo hanno provato senza<br />

ombra <strong>di</strong> dubbio. Il volere insistere<br />

sul percorso della contrapposizione<br />

frontale lo porterà alla catastrofe.<br />

Affiora continuamente un o<strong>di</strong>o<br />

viscerale nei confronti <strong>di</strong> Raffaele<br />

Lombardo: il senatore Pino Firrarello<br />

lo <strong>di</strong>mostra e inevitabilmente<br />

presta il fianco. È come se l’anziano<br />

politico non avesse più frecce nel<br />

suo arco. E quin<strong>di</strong> è costretto ad assumere<br />

posizioni demagogiche che<br />

non hanno alcun senso. Lo <strong>di</strong>mostrano<br />

i frequenti interventi sul quoti<strong>di</strong>ano<br />

locale che, alla fine, <strong>di</strong>mostrano<br />

soltanto il buon rapporto che<br />

il senatore ha con l’e<strong>di</strong>tore che gli<br />

mette a <strong>di</strong>sposizione il giornalista <strong>di</strong><br />

turno per delle interviste a senso<br />

unico, e sempre con il solito leit<br />

motiv, l’acre<strong>di</strong>ne nei confronti <strong>di</strong><br />

Lombardo. In una delle ultime interviste,<br />

“concessa” al giornalista <strong>di</strong><br />

punta (anagraficamente parlando…)<br />

del quoti<strong>di</strong>ano locale il senatore Firrarello<br />

sentenzia: “Lombardo pensa<br />

soltanto al potere. Nessuna tregua<br />

con lui”. Questa ostinata presa <strong>di</strong><br />

posizione, a mio avviso, merita necessariamente<br />

un commento. Partendo<br />

dal generale. Ci sono categorie<br />

umane molto particolari e (fortunatamente)<br />

abbastanza ristrette, ma<br />

non per questo meno negative:<br />

quelle degli impren<strong>di</strong>tori che vogliono<br />

accaparrarsi tutto <strong>di</strong> tutto<br />

(anche se non ne hanno bisogno), e<br />

quelle <strong>dei</strong> politici (che vera politica<br />

non hanno mai fatto) che detengono<br />

forti poteri decisionali derivati dal<br />

“consenso” elettorale acquisito nel<br />

tempo. Queste due categorie umane<br />

possono vantare alcuni punti in comune:<br />

si sentono immortali, si sentono<br />

intoccabili, ritengono un loro<br />

<strong>di</strong>ritto potere spadroneggiare come<br />

vogliono, imponendo la loro volontà.<br />

A parte l’immortalità che non è<br />

un bene concesso all’umanità (ricordarsi<br />

della “livella” del compianto<br />

Totò non sarebbe male), queste<br />

categorie fanno e continueranno<br />

a fare quello che vogliono, almeno<br />

fino a quando loro verrà consentito.<br />

Ma per queste persone la parola “fine”<br />

sembra non esistere nel vocabo-<br />

lario, almeno fino a quando un potere<br />

più forte non deciderà al contrario,<br />

mandandoli a casa.<br />

Nel particolare. Posso affermare<br />

(e parlo in prima persona) <strong>di</strong> conoscere<br />

abbastanza bene il senatore<br />

Firrarello da <strong>di</strong>versi decenni: ho seguito<br />

la sua carriera politica, gli ho<br />

de<strong>di</strong>cato anche un libro-intervista<br />

(“Dal bipolarismo al bipartitismo”).<br />

Ho avuto modo <strong>di</strong> apprezzare molte<br />

sue idee, e <strong>di</strong> idee ne ha molte, il senatore,<br />

anche se non sempre riesce<br />

ad esprimerle bene verbalmente.<br />

Pino Firrarello è un classico prodotto<br />

della vecchia Democrazia Cristiana,<br />

quella che in Sicilia ha<br />

espresso i Lima, i Mannino, tanto<br />

lontani dal pensiero <strong>di</strong> Sturzo, nonostante<br />

si siano considerati suoi<br />

“allievi”.<br />

Raffaele Lombardo proviene dalla<br />

giovane DC, quella <strong>dei</strong> Nicolosi,<br />

per intenderci.<br />

Distanze interstellari fra i due,<br />

anche se il culto del potere potrebbe,<br />

in un certo qual modo, accomunarli.<br />

C’è una <strong>di</strong>fferenza significativa,<br />

fra i due politici: Lombardo può<br />

contare su una prospettiva, Firrarello<br />

no, è al capolinea.<br />

Il senso <strong>di</strong> questo mio intervento?<br />

Una risposta alla prima frase<br />

espressa dal senatore Firrarello sul<br />

quoti<strong>di</strong>ano locale: “Personalmente<br />

con Lombardo non troverò mai una<br />

intesa perché lui pensa solo ad occupare<br />

posti <strong>di</strong> potere, non a guidare<br />

la Sicilia come si deve. Tutto<br />

prende lui, tutto decide lui”. Questa<br />

frase non avrebbe bisogno <strong>di</strong> alcun<br />

commento da parte <strong>di</strong> chi ha avuto<br />

modo <strong>di</strong> conoscere Pino Firrarello,<br />

perché l’accusa che il senatore volge<br />

nei confronti del “collega” <strong>di</strong><br />

coalizione Lombardo gli calza addosso<br />

come un vestito su misura<br />

fatto da un ottimo sarto. Basti sapere<br />

che la guerra “privata” è scaturita<br />

proprio dal “potere” che il senatore<br />

Firrarello avrebbe voluto continuare<br />

a mantenere in toto, e che invece<br />

ha visto sbriciolato dal suo contendente.<br />

Il risultato delle elezioni europee<br />

<strong>di</strong>mostra che si è verificato<br />

un passaggio <strong>di</strong> mano <strong>nella</strong> <strong>gestione</strong><br />

“assistenzialista” del territorio, malgrado<br />

gli strenui tentativi del senatore<br />

<strong>di</strong> contrastare il suo rivale. Le<br />

guerre private, è evidente, non sono<br />

un bene per la Sicilia, ma Firrarello<br />

non dovrebbe <strong>di</strong>menticare i suoi errori<br />

e le sue responsabilità, delle<br />

quali potremmo parlare a lungo. A<br />

conclusione: il potere che gli è rimasto<br />

lo sta esercitando male, e gli<br />

torna contro come un boomerang.<br />

(Nella foto il sen. Firrarello)<br />

TURBOLENZA NELLA SOCIETÀ DI GESTIONE<br />

DEI SERVIZI DELL’AEROPORTO CATANESE<br />

DI VERGOGNA!<br />

I riflessi me<strong>di</strong>terranei<br />

del G8 de L’Aquila<br />

Intolleranza:<br />

Sicilia, Isola senza memoria<br />

Raffaele Lombardo<br />

e il Partito del Sud<br />

Abbandonata dallo Stato?<br />

Catania città senza Prefetto


2<br />

Politica<br />

Quale potrà essere il ruolo della Sicilia dopo gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> principio raggiunti<br />

I riflessi me<strong>di</strong>terranei<br />

del G8 de L’Aquila<br />

<strong>di</strong> CORRADO RUBINO<br />

Il G8 e il G14 de L’Aquila si sono<br />

conclusi da poco e ovviamente i<br />

commenti non sono stati unanimi,<br />

soprattutto dopo tutto quello che<br />

era apparso nelle precedenti settimane<br />

sui me<strong>di</strong>a nazionali e stranieri<br />

a proposito delle "stravaganti” vicende<br />

riferite a Silvio Berlusconi.<br />

Ma per una volta tanto guar<strong>di</strong>amo<br />

oltre e cerchiamo <strong>di</strong> capire quale<br />

potrà essere il ruolo della Sicilia,<br />

isola al centro del Me<strong>di</strong>terraneo, dopo<br />

gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> principio che i<br />

gran<strong>di</strong> delle Terra hanno raggiunto.<br />

Per prima cosa c’è da <strong>di</strong>re che<br />

l’Italia, in qualità <strong>di</strong> Presidente <strong>di</strong><br />

turno del G8, aveva tra l’altro il<br />

compito <strong>di</strong> proporre il “format” che<br />

i paesi del G8 dovranno adottare in<br />

futuro per proseguire il <strong>di</strong>alogo con<br />

le economie emergenti. Cioè, in breve,<br />

allargare il Gruppo degli otto<br />

paesi più industrializzati del mondo<br />

(Stati Uniti, Russia, Inghilterra,<br />

Francia, Germania, Italia, Giappone<br />

e Canada), alle principali economie<br />

emergenti (Brasile, Cina, In<strong>di</strong>a,<br />

Messico, Sudafrica ed Egitto), passare<br />

quin<strong>di</strong> dalla formula G8 alla<br />

formula G14 o a formule più allargate.<br />

Questa volta sembra che la montagna<br />

non abbia partorito il solito<br />

topolino. Questa volta il summit de<br />

L’Aquila forse non sarà ricordato<br />

solo per i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>dei</strong> no-global. <strong>La</strong><br />

speranza è che, oltre alle immagini<br />

<strong>di</strong> Obama tra le rovine della città<br />

abruzzese, questo G8 <strong>di</strong>a il via ad<br />

azioni concrete per dare soluzioni<br />

ad almeno alcuni <strong>dei</strong> gran<strong>di</strong> problemi<br />

che affliggono il pianeta. Finora<br />

l'inquinamento non è <strong>di</strong>minuito,<br />

l'acqua è rimasta una risorsa non a<br />

tutti accessibile e la fame continua a<br />

imperversare fra le popolazioni più<br />

deboli.<br />

E non è tutto. Siamo in un momento<br />

<strong>di</strong> massima crisi economica<br />

planetaria; quin<strong>di</strong> oggi occorre trovare<br />

soluzioni ed adottare regole effettive<br />

e rapide per fermare il terremoto<br />

dell’economia che in questo<br />

momento può ancora trascinare al<br />

<strong>di</strong>sastro non solo le nazioni più povere<br />

ma anche quelle più ricche.<br />

A tal proposito non devono passate<br />

inosservate le strette <strong>di</strong> mano tra<br />

Obama e il nostro vicino <strong>di</strong> casa<br />

Gheddafi, alla cena offerta dal presidente<br />

della Repubblica, Giorgio<br />

Napolitano, ai leader del G8, che ci<br />

rassicurano ancor più per la tranquillità<br />

futura <strong>dei</strong> nostri rapporti<br />

commerciali con la Libia. Pur se<br />

quasi obbligate dal cerimoniale<br />

(<strong>nella</strong> sua visita a Roma, Gheddafi<br />

ha messo sullo stesso piano il terrorismo<br />

<strong>di</strong> Osama bin <strong>La</strong>den e l'attacco<br />

americano a Tripoli), queste<br />

strette <strong>di</strong> mano sigillano il <strong>di</strong>sgelo<br />

tra Washington e Tripoli già avviato<br />

con la rinuncia <strong>di</strong> Gheddafi al programma<br />

nucleare militare.<br />

<strong>La</strong> novità che è subito balzata<br />

all’attenzione <strong>di</strong> tutti è stato il cambio<br />

<strong>di</strong> rotta dell’amministrazione<br />

americana in merito al clima. Il presidente<br />

americano ha ricordato, in<br />

tutta onestà, come gli Stati Uniti in<br />

passato non abbiano rispettato l'impegno<br />

a ridurre la propria carbon footprint,<br />

ma «questi tempi sono finiti».<br />

I paesi più sviluppati devono dare<br />

l'esempio ed aiutare quelli in via<br />

<strong>di</strong> sviluppo a ridurre le emissioni.<br />

Il premier Silvio Berlusconi<br />

«Dobbiamo dare forma al nostro futuro<br />

e non lasciare che gli eventi lo<br />

facciano per noi», ha detto Obama,<br />

aggiungendo che i fon<strong>di</strong> a favore<br />

della ricerca e dello sviluppo per<br />

un'economia pulita verranno raddoppiati<br />

entro il 2015.<br />

<strong>La</strong> consapevolezza della <strong>di</strong>mensione<br />

globale <strong>dei</strong> cambiamenti climatici<br />

e dell’urgenza <strong>di</strong> agire, ha indotto<br />

il G8 a imprimere un forte impulso<br />

politico e a coinvolgere attivamente<br />

anche le economie emergenti.<br />

Ma ancora non c'è l'intesa con la<br />

Cina e l’In<strong>di</strong>a per quanto riguarda il<br />

clima. L'accordo raggiunto dal G14<br />

allargato a Indonesia, Australia e<br />

Corea del Sud infatti prevede un'intesa<br />

relativa alla necessità <strong>di</strong> non<br />

aumentare il riscaldamento globale<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 2 gra<strong>di</strong> rispetto alla me<strong>di</strong>a<br />

dell'epoca preindustriale, ma non il<br />

taglio delle emissioni <strong>dei</strong> gas serra<br />

<strong>nella</strong> misura dell'80% <strong>di</strong> quelli attuali<br />

per i Paesi più industrializzati e<br />

del 50% per gli altri Paesi entro il<br />

2050.<br />

L'accordo raggiunto dal G8 sui<br />

cambiamenti climatici non vincola<br />

infatti al momento la Cina, che ritiene<br />

fondamentale la necessità per i<br />

Paesi sviluppati <strong>di</strong> prendere in considerazione<br />

«le <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni»<br />

<strong>dei</strong> Paesi emergenti e <strong>di</strong> quelli in via<br />

<strong>di</strong> sviluppo. Come largamente preannunciato<br />

dunque, il governo <strong>di</strong><br />

Pechino ha reso più esplicito il suo<br />

«no» all'intesa trovata dagli Otto<br />

Gran<strong>di</strong> sul clima. Pechino ha trovato<br />

anche l'appoggio <strong>di</strong> In<strong>di</strong>a ed Egitto<br />

che infatti ha chiesto e ottenuto al<br />

momento che nessun vincolo sulla<br />

riduzione <strong>di</strong> gas serra venga imposto<br />

ai Paesi emergenti. L'accordo<br />

raggiunto non ha vinto le resistenze<br />

della Cina, raccogliendo d'altra parte<br />

anche le critiche dell'Onu. Secondo<br />

il numero uno delle Nazioni Unite<br />

Ban Ki-moon infatti i progressi<br />

raggiunti dagli Otto Gran<strong>di</strong> «non sono<br />

sufficienti».<br />

<strong>La</strong> novità più importante che<br />

emerge dalla bozza <strong>di</strong> Dichiarazione<br />

finale sul clima è invece la creazio-<br />

ne <strong>di</strong> una partnership globale per<br />

spingere verso tecnologie «amiche<br />

del clima» a basso contenuto <strong>di</strong> carbone.<br />

I leader degli Otto più Australia,<br />

Brasile, Cina, In<strong>di</strong>a, Indonesia,<br />

Messico e Sudafrica si impegnano<br />

ad «aumentare considerevolmente»<br />

e a «coor<strong>di</strong>nare investimenti pubblici<br />

<strong>nella</strong> ricerca e nello sviluppo»<br />

delle tecnologie pulite, «con l'idea<br />

<strong>di</strong> raddoppiare questo tipo <strong>di</strong> investimento<br />

entro il 2015, riconoscendo<br />

l'importanza degli investimenti privati,<br />

della partnership pubblico-privata<br />

e della cooperazione internazionale,<br />

compresi i centri <strong>di</strong> ricerca<br />

regionali». I principali settori <strong>di</strong><br />

questa nuova azione sono l'efficienza<br />

energetica, l'energia solare, le reti<br />

elettriche interattive, la cattura l'uso<br />

e lo stoccaggio del carbone, i veicoli<br />

<strong>di</strong> ultima generazione, le tecnologie<br />

ad alta efficienza e bassa emissione,<br />

la bioenergia e le altre tecnologie<br />

“pulite”.<br />

Insomma, al <strong>di</strong> là delle immagini<br />

ad effetto, i contenuti ci sono e soprattutto<br />

c'è una grande ed inconsueta<br />

buona volontà sia parte <strong>dei</strong><br />

gran<strong>di</strong> che da parte <strong>dei</strong> paesi emergenti.<br />

Non si tratta come sappiamo <strong>di</strong><br />

leggi, ma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi, suggerimenti,<br />

inviti non vincolanti, ma il clima <strong>di</strong><br />

collaborazione respirato all'Aquila<br />

ci autorizza a pensare che buona<br />

parte <strong>di</strong> queste ricette verranno seguite,<br />

laddove altre organizzazioni<br />

hanno fino ad oggi fallito.<br />

Ma in Sicilia non dobbiamo cedere<br />

alla tentazione <strong>di</strong> lasciarci andare<br />

al cinismo, <strong>di</strong> pensare che è inutile<br />

fare la nostra parte perché tanto il<br />

problema è troppo grande e quin<strong>di</strong><br />

non ci riguarda. Non dobbiamo lasciare<br />

la soluzione del problema<br />

delle emissioni in ere<strong>di</strong>tà alle prossime<br />

generazioni.<br />

Il 22, 23 e 24 aprile scorso a Siracusa<br />

i Ministri dell’Ambiente <strong>di</strong> 19<br />

Paesi e i rappresentanti dalle varie<br />

Organizzazioni Internazionali specializzate<br />

sulle questioni ambientali,<br />

che sono intervenuti durante il G8<br />

<strong>La</strong> nostra Isola corre gravissimi rischi a causa <strong>dei</strong> mutamenti ambientali<br />

globali <strong>di</strong> cui anche il Me<strong>di</strong>terraneo risente, i quali, oltre a compromettere<br />

la salute umana, determinano il cambiamento climatico, la riduzione dello<br />

strato <strong>di</strong> ozono stratosferico, la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Bio<strong>di</strong>versità, i cambiamenti nei<br />

sistemi idrologici e delle forniture <strong>di</strong> acqua dolce, il degrado del territorio<br />

Il leader libico Gheddafi, <strong>nella</strong> recente visita a Roma<br />

per l’ambiente, sono stati chiamati a<br />

<strong>di</strong>scutere e concordare la “Carta <strong>di</strong><br />

Siracusa” sulla Bio<strong>di</strong>versità, che<br />

riassume i risultati <strong>dei</strong> lavori svolti e<br />

pone le basi della futura strategia<br />

italiana sulla Bio<strong>di</strong>versità. Il processo<br />

doveva proseguire coinvolgendo<br />

le Regioni, gli Amministratori e gli<br />

Enti locali e il sistema nazionale<br />

delle Aree Protette al fine <strong>di</strong> sensibilizzare<br />

i principali artefici <strong>di</strong> quello<br />

che sarà il cambiamento futuro riguardo<br />

l’importanza <strong>dei</strong> meccanismi<br />

che legano la Bio<strong>di</strong>versità e le opportunità<br />

<strong>di</strong> sviluppo economico locale<br />

attraverso i <strong>servizi</strong> eco-sistemici<br />

o eco-compatibili.<br />

Identificare queste realtà, già esistenti<br />

sul nostro territorio (e ce ne<br />

sono), in cui decisioni politiche<br />

“giuste” che sono partite da scelte<br />

ecologicamente sane e che abbiano<br />

aiutato lo sviluppo economico locale,<br />

potrà aiutare a trovare un modo<br />

nuovo e più efficace <strong>di</strong> armonizzazione<br />

<strong>dei</strong> processi per il raggiungimento<br />

degli obiettivi sociali, culturali<br />

ed economici, contribuendo reciprocamente<br />

a migliorare la qualità<br />

della vita in Sicilia.<br />

<strong>La</strong> nostra Isola corre gravissimi<br />

rischi a causa <strong>dei</strong> mutamenti ambientali<br />

globali <strong>di</strong> cui anche il Me<strong>di</strong>terraneo<br />

risente, oltre a compromettere<br />

la salute umana, determinano il<br />

cambiamento climatico, la riduzione<br />

dello strato <strong>di</strong> ozono stratosferico, la<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Bio<strong>di</strong>versità, i cambiamenti<br />

nei sistemi idrologici e delle<br />

forniture <strong>di</strong> acqua dolce, il degrado<br />

del territorio.<br />

Il Me<strong>di</strong>terraneo è sempre più soggetto<br />

ai cambiamenti climatici le cui<br />

caratteristiche principali includono<br />

l’aumento delle temperature, i cambiamenti<br />

negli schemi <strong>di</strong> precipitazione,<br />

l’innalzamento del livello del<br />

mare e l’aumento dell’intensità e/o<br />

della frequenza degli eventi meteorologici<br />

estremi come mareggiate e<br />

l’alternanza <strong>di</strong> gravi perio<strong>di</strong> siccità<br />

con pesanti allagamenti ed inondazioni.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong>retta degli ecosistemi,<br />

la frammentazione degli spazi<br />

naturali, il <strong>di</strong>sturbo alle specie<br />

protette, l’introduzione <strong>di</strong> specie<br />

“esotiche”, l’inquinamento, l’effetto<br />

delle isole <strong>di</strong> calore urbane etc., sono<br />

tra i rischi più rilevanti per la<br />

Bio<strong>di</strong>versità specialmente nelle aree<br />

marino-costiere, in quelle agricolo<br />

-forestali e nelle aree urbane siciliane.<br />

Questi effetti interagiscono gli uni<br />

con gli altri e risultano <strong>di</strong>fficili da<br />

comprendere senza un adeguato coor<strong>di</strong>namento<br />

ed una adeguata sinergia<br />

tra la ricerca scientifica delle nostre<br />

Università e i processi politici.<br />

Le aree protette in Sicilia possono<br />

svolgere un ruolo chiave per l’adattamento<br />

ai cambiamenti climatici e<br />

il loro incremento si potrebbe <strong>di</strong>mostrare<br />

un'efficace strategia.<br />

<strong>La</strong> ricostituzione della Bio<strong>di</strong>versità<br />

marina insieme ad interventi <strong>di</strong><br />

<strong>gestione</strong> sostenibile della pesca, il<br />

controllo dell’inquinamento, il mantenimento<br />

degli habitat essenziali e<br />

la creazione <strong>di</strong> riserve marine si<br />

configurano come investimenti per<br />

la produttività e l’affidabilità <strong>dei</strong><br />

<strong>servizi</strong> garantiti dal mare all’umanità.<br />

Azioni miranti alla conservazione<br />

della Bio<strong>di</strong>versità, in aree de<strong>di</strong>cate<br />

all’attività agricola, <strong>di</strong> pascolo e alla<br />

pesca, devono essere sviluppate attraverso<br />

politiche regionali adeguate<br />

che implichino un approccio partecipato<br />

e integrato tra chi decide, chi<br />

produce e chi consuma.<br />

Tutto ciò sarebbe un segno tangibile<br />

sia dell’attenzione dell’Amministrazione<br />

regionale nei confronti<br />

della tutela dell’ambiente, sia del<br />

ruolo decisivo svolto dal Servizio<br />

Forestale Regionale e dalle associazioni<br />

ambientaliste per la <strong>di</strong>fesa del<br />

patrimonio naturalistico siciliano;<br />

peraltro può e deve rappresentare,<br />

nel pieno rispetto dell’eco-sostenibilità,<br />

un volano per l’economia <strong>di</strong><br />

tutta l’isola attraverso un processo<br />

che vedrebbe coinvolte le principali<br />

aziende locali.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


VOCI DAL CONTINENTE<br />

I Siciliani non possono permettersi <strong>di</strong> essere razzisti. È un controsenso<br />

L’Isola senza memoria:<br />

l’intolleranza verso gli stranieri<br />

<strong>di</strong> PIETRO CARUSO<br />

L’Isola senza memoria. Ci<br />

sono certe cose della Sicilia<br />

che i siciliani, figuriamoci i<br />

continentali, se le sono <strong>di</strong>menticate.<br />

Io non so se l’hanno fatto apposta,<br />

perché ignorare vuole anche <strong>di</strong>re<br />

avere meno fasti<strong>di</strong>, meno ubbie,<br />

meno responsabilità o forse perché<br />

certi processi storici, quando sono<br />

abbondantemente con<strong>di</strong>ti da tivù<br />

spazzatura e ra<strong>di</strong>o scassa timpani,<br />

finiscono per “stonare” la gente.<br />

Fatto sta che quando vedo il presidentissimo<br />

Obama mi viene sempre<br />

alla memoria come il risultato <strong>di</strong><br />

un lungo riscatto.<br />

I <strong>di</strong>ritti del popolo nero,<br />

infatti, negli Usa sono cominciati ad<br />

essere tali solo dal 1965 e ci è voluta<br />

la grande campagna <strong>di</strong> Bob Kennedy<br />

nelle estati sanguinose che<br />

hanno precedute la sua precoce<br />

morte nel 1968 e c’è voluta la testardaggine<br />

<strong>di</strong> Martin Luther King<br />

per fare <strong>di</strong>ventare operativi <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

uguaglianza che galleggiavano fra<br />

le croci infuocate del Kkk e il conservatorismo<br />

atavico, quello che rivolta<br />

la mente e nega il futuro anche<br />

a se stessi. Quello schiavismo che<br />

finì per essere un tratto <strong>di</strong>stintivo<br />

anche <strong>di</strong> liberali che si <strong>di</strong>chiaravano<br />

autentici, ma non erano ancora <strong>dei</strong><br />

democratici veri. Potremmo, dunque,<br />

guardare con sufficienza gli<br />

amici americani forti della storia siciliana.<br />

E invece...quando in qualche<br />

bar-pasticceria <strong>di</strong> Catania o <strong>di</strong><br />

Messina, ci si siede per gustare una<br />

granita o una soda, cominciamo ad<br />

avvertire segni d’intolleranza verso<br />

gli stranieri che prima erano caratteristica<br />

soltanto delle regioni “polentone”.<br />

Cosa è successo? <strong>La</strong> realtà è<br />

abbastanza evidente, quando è troppo,<br />

è troppo. <strong>La</strong> vicenda <strong>di</strong> <strong>La</strong>mpedusa<br />

“docet”. In quella lontana isola<br />

che ha il carattere <strong>dei</strong> “lampedusiani”<br />

e non può essere definita Sicilia<br />

“siciliana” a 360 gra<strong>di</strong>, la popolazione<br />

resiste <strong>di</strong> fronte a problemi<br />

immensi. Lì non c’è un’immaginario<br />

“deserto <strong>dei</strong> tartari”, dove si attende<br />

un nemico che non arriva mai.<br />

In quel pezzo <strong>di</strong> terra rocciosa lasciata<br />

alle correnti del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

si combatte una battaglia con gli<br />

sbarchi, ora ridotti, ma non sappiamo<br />

fino a quando e per quanto tempo.<br />

Le “tre” Sicilie, del resto, hanno<br />

un rapporto ambivalente con lo straniero.<br />

Eppure i siciliani, così mescolati,<br />

come la lingua conferma anche<br />

a livello <strong>di</strong> valutazione culturale<br />

mon<strong>di</strong>ale: sicani, siculi, fenici, greci,<br />

romani, bizantini, svevi, angioini,<br />

aragonesi... non possono permettersi<br />

<strong>di</strong> essere razzisti. È un controsenso.<br />

In genere nessuna isola del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

può permetterselo, ma la<br />

Sicilia poi...è la più contaminata. Se<br />

la macchina del tempo consentisse<br />

<strong>di</strong> analizzare il “dna” <strong>di</strong> ciascun isolano,<br />

oltre ai “meticci” come me, faremmo<br />

un salto dalla se<strong>di</strong>a.<br />

Alcuni che si considerano <strong>di</strong> purissima<br />

etnia <strong>di</strong> origine spagnola,<br />

hanno inquietanti nei, voglie, color<br />

caffellatte come i popoli camitici: i<br />

bion<strong>di</strong>ssimi messinesi con gli occhi<br />

colorati dai mari del nord, denunciano<br />

i loro tratti normanni; e quei cognomi<br />

trapanesi...tutti con il suffisso<br />

<strong>di</strong> qualche località <strong>di</strong>chiarano la<br />

tratta della <strong>di</strong>aspora sefar<strong>di</strong>ta, <strong>di</strong> cal-<br />

co semitico. Di cui converrà parlare<br />

in modo più approfon<strong>di</strong>to, quando<br />

tratteremo il capitolo degli ebrei siciliani.<br />

Un vero volto <strong>di</strong> Sicilia. <strong>La</strong> Sicilia<br />

non è così e non lo è mai stata.<br />

Potrebbe benissimo accampare il<br />

primato <strong>di</strong> maggiori contaminazioni<br />

etniche e culturali al mondo. Il<br />

“melting-pot”, termine inglese un<br />

po’ volgare per definire la mescolanza,<br />

l’isola ha cominciato a viverlo<br />

alcune migliaia <strong>di</strong> anni fa. Quei<br />

segnali sono poco visibili e poi, si<br />

sa, la memoria fa cilecca. Alzi la<br />

mano chi sa come si chiamava il suo<br />

bisnonno, o la nonna della nonna.<br />

Dentro tutto lo sfarzo <strong>di</strong> un’esistenza<br />

o il suo contrario, in realtà, ci<br />

stanno soltanto alcune decine <strong>di</strong> anni<br />

<strong>di</strong> vita biologica, poi per fortuna<br />

ci sono gli scrittori, gli storici e se il<br />

cancro della carta non li <strong>di</strong>vora, i<br />

vecchi polverosi libri e i faldoni<br />

d’archivio. Non fidatevi troppo della<br />

<strong>di</strong>gitalizzazione, se non è a <strong>di</strong>sposizione<br />

del pubblico e se non si supera<br />

il <strong>di</strong>vario fra chi sa usare le<br />

macchine informatiche e chi per ragioni<br />

<strong>di</strong> età, inesperienza, mancanza<br />

<strong>di</strong> costanza è deficitario <strong>di</strong> tali abilità.<br />

Eppure i siciliani sono anche<br />

profondamente <strong>di</strong>ffidenti del mondo<br />

arabo, se pure ne hanno conosciuto<br />

una dominazione per alcuni secoli.<br />

E così nascono leggende, mescolate<br />

<strong>di</strong> verità. Per alcuni, per esempio, la<br />

<strong>di</strong>struzione delle foreste che caratterizzavano<br />

una parte dell’antica Sicilia,<br />

soprattutto interna, fu opera degli<br />

arabi, quando in realtà le colture<br />

degli agrumi furono introdotte dai<br />

califfi che le avevano ere<strong>di</strong>tate, almeno<br />

in parte, dai mon<strong>di</strong> asiatici.<br />

Gli ebrei erano mal tollerati, ma allora<br />

come riuscì a resistere all’e<strong>di</strong>tto<br />

<strong>di</strong> Isabella <strong>di</strong> Castiglia la grande comunità<br />

ebrea sefar<strong>di</strong>ta inse<strong>di</strong>ata <strong>nella</strong><br />

Sicilia occidentale oltre venti anni<br />

dal quel funesto 1492?. Certo la tolleranza<br />

siciliana è una favola, sia<br />

verso i nemici esterni sia quelli interni,<br />

veri o presunti. Oltre alla <strong>di</strong>ffidenza<br />

verso gli arabi, la <strong>di</strong>versità<br />

religiosa <strong>dei</strong> fedeli della Torah fu<br />

duramente osteggiata da alcune <strong>di</strong>ocesi<br />

siciliane, tanto che recenti stu<strong>di</strong><br />

sulla repressione degli eretici spostano<br />

ad alcune centinaia <strong>di</strong> persone<br />

gli uccisi, bruciati, impiccati, talvolta<br />

solo in effigie, come accadeva,<br />

per esempio, in gran<strong>di</strong> roghi che venivano<br />

accesi contro “giui<strong>di</strong>zanti” e<br />

“luterani” sulle spiagge <strong>di</strong> Mondello.<br />

Persino un “Pietro Caruso”, originario<br />

<strong>di</strong> Caccamo, nel 1564, venne<br />

condannato per eresia in quanto<br />

sospettato <strong>di</strong> simpatie ebraiche o<br />

forse più semplicemente era un<br />

“marrano” spagnolo sefar<strong>di</strong>ta fuggito<br />

anch’esso dalla penisola iberica,<br />

ma sempre per quella mancanza <strong>di</strong><br />

conoscenza sulle più antiche ra<strong>di</strong>ci<br />

non posso giurare che fosse un avo<br />

del ramo siciliano della mia famiglia.<br />

Del resto nei bellissimi capitoli<br />

<strong>dei</strong> testi <strong>di</strong> Michele Amari de<strong>di</strong>cati<br />

ai saraceni o alle guerre <strong>dei</strong> Vespri<br />

Il “melting-pot”, termine inglese un po’<br />

volgare per definire la mescolanza, la Sicilia<br />

ha cominciato a viverlo alcune migliaia<br />

<strong>di</strong> anni fa<br />

emerge un carattere siculo ar<strong>di</strong>to,<br />

indomito, ribelle anche se con molta<br />

più probabilità per secoli la terra del<br />

più grande vulcano ha accolto tutti,<br />

salvo poi trovarsi impegnata in <strong>di</strong>visioni<br />

e guerre civili come già dal<br />

tempo <strong>dei</strong> greci era avvenuto. Fra le<br />

colonie ateniesi e spartane il sangue<br />

che correva non aveva l’odore della<br />

fraternità. <strong>La</strong> <strong>di</strong>ffidenza <strong>dei</strong> siciliani,<br />

atavica, verso gli stranieri è dunque<br />

comprensibile. E benedetto è<br />

sempre stato il figlio <strong>di</strong> Sicilia che<br />

ha promesso unità del popolo, pane<br />

e carità...anche se poi non è quasi<br />

mai riuscito nel suo intento. Quel<br />

benedetto figlio <strong>di</strong> Sicilia ogni tanto<br />

emerge e subito viene celebrato come<br />

un “santuzzu”, mentre quasi<br />

sempre è un pover’uomo pieno <strong>di</strong><br />

ambizione, che ogni mattina si alza<br />

per capire come compiacere o farsi<br />

intendere da “Rrroma”.<br />

Le ra<strong>di</strong>ci rinver<strong>di</strong>te. I continentali<br />

non sanno che la Sicilia ha mille<br />

sfaccettature e una ricca tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> paesi <strong>di</strong>versi.<br />

È del resto quella potenziale Isola-Stato<br />

che fu nel lontano passato.<br />

Per questo, per certi versi, anche<br />

senza il ponte sullo Stretto, la Sicilia<br />

avrebbe un senso <strong>nella</strong> storia e non<br />

volere <strong>di</strong>ventare anche geograficamente<br />

un’appen<strong>di</strong>ce. No, non cre<strong>di</strong>amo<br />

neppure noi all’assenza <strong>di</strong><br />

modernità, alla burocrazia <strong>dei</strong> traghetti,<br />

ma pensiamo ugualmente che<br />

la Sicilia non può essere qualcosa <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stante da ciò che la sua storia e la<br />

sua natura l’ha modellata. Può darsi<br />

che proprio quel flusso senza interruzioni<br />

<strong>di</strong> auto e <strong>di</strong> camion possano<br />

ridare nuovo lustro, ispirazioni, ma<br />

non è attraversando un luogo ad alta<br />

velocità che lo si impara a conoscere<br />

o che ce ne si innamora. L’esperienza<br />

culturale e turistica, nel merito,<br />

<strong>di</strong>ce anzi qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso. Il<br />

problema è che la Sicilia, che ha già<br />

il melting-pot, potrebbe giocare <strong>di</strong><br />

più il ruolo delle sue ambascerie nel<br />

mondo. Per fare questo ci vuole un<br />

grande progetto regionale. Riorientare<br />

l’emigrazione significa fornirle<br />

degli strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito per fare<br />

conoscere la Sicilia <strong>di</strong> terzo millennio,<br />

anzi che fornire soltanto l’immagine<br />

stereotipata del siculo mafioso,<br />

come in maniera incre<strong>di</strong>bilmente<br />

veritiera descrive il ciclo <strong>dei</strong><br />

“Soprano” <strong>nella</strong> rassegna <strong>dei</strong> “seriali”<br />

televisivi. <strong>La</strong> Sicilia è tante cose<br />

e la mafia ne è solo una parte, legata<br />

prevalentemente all’assenza e al rifiuto<br />

<strong>di</strong> una cultura dello Stato “patrigno”<br />

verso il popolo siciliano e al<br />

conservatorismo scellerato <strong>di</strong> chi<br />

vuole città governate <strong>di</strong> ricchi privi<br />

<strong>di</strong> polis, <strong>di</strong> agorà, <strong>di</strong> bisogni e obiettivi<br />

con<strong>di</strong>visi. Pensare ai siciliani<br />

come de<strong>di</strong>ti al malaffare è una bestialità.<br />

È chiaro: quando per fare<br />

quasi tutto bisogna chiedere il permesso<br />

e quando ottenutolo bisogna<br />

essere riconoscenti questo non riguarda<br />

più la buona educazione, ma<br />

le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> servaggio secondo<br />

le logiche <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>to e sovrano.<br />

<strong>La</strong> rivoluzione mancata in Sicilia,<br />

non è quella del “separatismo” che<br />

era comunque quasi impossibile, ma<br />

l’altra: l’assenza <strong>di</strong> una rivoluzione<br />

<strong>dei</strong> lumi omogenea, non ristretta a<br />

qualche circolo <strong>di</strong> aristocratici e<br />

borghesi illuminati. Eppure dentro<br />

al popolo siciliano come scorse persino<br />

l’esigentissimo Mazzini, c’è<br />

una <strong>di</strong>sperata libertà che ogni tanto<br />

urla per uscire. Prende le forme più<br />

strane e viene costantemente <strong>di</strong>sillusa.<br />

È quasi un fenomeno ciclico.<br />

L’ultima, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, è la<br />

simpatia cosa incre<strong>di</strong>bile per alcune<br />

delle battaglie della Lega Nord. Voglio<br />

essere chiaro: se la Lega, abbandonando<br />

le etichette geografiche,<br />

si trasformasse nel partito federalista<br />

italiano (ed europeo) potrebbe<br />

godere delle mie simpatie e forse<br />

anche <strong>di</strong> molti <strong>di</strong> voi lettori. Solo<br />

Politica<br />

che non è così. L’attuale Lega Nord<br />

si è insinuata ed ha accelerato la crisi<br />

della Dc e <strong>dei</strong> partiti <strong>di</strong> governo<br />

nor<strong>di</strong>sti <strong>nella</strong> Lombar<strong>di</strong>a, nel Triveneto<br />

e nel Piemonte all’inizio degli<br />

anni Novanta. Ha sollevato il brando<br />

<strong>di</strong> Alberto da Giussano <strong>di</strong>menticando<br />

che la “lega lombarda” <strong>di</strong>fendeva<br />

gli interessi <strong>dei</strong> Comuni contro<br />

gli “stranieri” del Nord e non quelli<br />

del Sud. Se si ragionasse così perché<br />

un gruppo <strong>di</strong> esaltati non dovrebbe<br />

riprendere i panni <strong>dei</strong> pupi e<br />

promuovendo una Lega su<strong>di</strong>sta non<br />

riuscisse a compiacersi agitando una<br />

mitica durlindana? Non scherziamo.<br />

Che il Paese già ne soffre e da anni<br />

e l’unica cosa sensata che un siciliano<br />

può insegnare al resto degli italiani<br />

è questa: siamo sopravvissuti a<br />

migliaia d’anni <strong>di</strong> storia e decine <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse contaminazioni. Il nostro<br />

spirito è ancora vivo. Perchè cre<strong>di</strong>amo<br />

nel tempo segnato dalla <strong>di</strong>alettica<br />

fra “vita” e “morte”.<br />

E per ora, dunque, siamo immortali,<br />

ma obbe<strong>di</strong>enti alle severe parole<br />

del grande Salvatore Quasimodo,<br />

nel suo Thanotos athanatos.<br />

E dovremo dunque negarti, Dio<br />

<strong>dei</strong> tumori, Dio del fiore vivo,<br />

e cominciare con un no all’oscura<br />

pietra «io sono» e consentire alla<br />

morte e su ogni tomba scrivere la<br />

sola nostra certezza:«Thanatos<br />

athanatos»?<br />

Senza un nome che ricor<strong>di</strong> i sogni<br />

Le lacrime i furori <strong>di</strong> quest’uomo<br />

Sconfitto da domande ancora<br />

aperte?<br />

Il nostro <strong>di</strong>alogo muta; <strong>di</strong>venta<br />

Ora possibile l’assurdo. Là<br />

Oltre il fumo <strong>di</strong> nebbia, dentro gli<br />

alberi<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong><br />

dell’Isola<br />

Iscritto al n° 15/2006 dell’apposito<br />

Registro presso il Tribunale<br />

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Anno IV, nº 11~14<br />

30 LUGLIO 2009<br />

3<br />

Gli articoli rispecchiano<br />

l’esclusivo pensiero <strong>dei</strong> loro autori<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


4<br />

Politica<br />

Non si può fare politica senza imporre il ripristino degli equilibri tra Nord e Sud<br />

Nuovo Regno delle Due Sicilie<br />

con Lombardo e il Partito del Sud<br />

<strong>di</strong> GIUSEPPE FIRRINCIELI<br />

Ecosì il giorno dopo i risultati,<br />

per certi versi deludenti, delle<br />

scorse “Europee”, il presidente<br />

della Regione Siciliana e presidente<br />

del Movimento per le Autonomie,<br />

vuole ricostruire il Regno delle<br />

Due Sicilie, con l’annessione alla<br />

Sicilia dell’ex Regno <strong>di</strong> Napoli.<br />

E questa volta mettendo a capo<br />

non gli ere<strong>di</strong> della vecchia <strong>di</strong>nastia<br />

borbonica ma quella <strong>dei</strong> Lombardo<br />

<strong>di</strong> Grammichele.<br />

Con il benestare <strong>di</strong> sua maestà<br />

Silvio, sovrano intoccabile (?), il<br />

presidente Raffaele Lombardo propone<br />

il Partito del Sud da contrapporre<br />

- si fa per <strong>di</strong>re - alla Lega <strong>di</strong><br />

Bossi, Calderoli e Maroni e - in senso<br />

lato – costruire un soggetto politico<br />

tale da poter equilibrare, o<br />

quanto meno cercare <strong>di</strong> non far fare<br />

l’asso pigliatutto alla compagine politica<br />

nor<strong>di</strong>sta, visto e considerato<br />

che chi pilota le sorti dell’Italia, oggi<br />

è un nuovo “<strong>di</strong>vo Giulio”, ma<br />

questa volta della <strong>di</strong>nastia <strong>dei</strong> Tremonti;<br />

molto, ma molto legato al<br />

Carroccio e tanto da poter rispondere<br />

a Lombardo, in merito all’attribuzione<br />

all’Isola delle risorse fiscali:<br />

“Non possiamo riversare alla Sicilia,<br />

le accise <strong>dei</strong> carburanti prodotti<br />

nell’Isola, perché le Se<strong>di</strong> legali delle<br />

Industrie petrolifere che hanno gli<br />

stabilimenti a Gela, Priolo, Ragusa e<br />

Milazzo, si trovano tutte nel Nord”.<br />

Allora Raffaele Lombardo intende<br />

portare il suo MPA capillarmente<br />

nelle regioni del Sud, rinominandolo<br />

“Partito del Sud” e cercando <strong>di</strong><br />

coinvolgere personaggi politici vecchi<br />

e nuovi, e magari coinvolgendo<br />

a pieno titolo uomini dell’area su<strong>di</strong>sta<br />

dell’ex Forza Italia, come Miccichè<br />

e Dell’Utri. Ma gli interrogativi<br />

non finiscono qui. Raffaele Lombardo<br />

dovrà scegliere: o assecondare il<br />

progetto <strong>di</strong> Berlusconi per la realizzazione<br />

del Partito del Sud e quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare parte integrante del PDL<br />

con la possibilità <strong>di</strong> costituire un bel<br />

gruppo in Parlamento con il passag-<br />

Marcello Dell’Utri<br />

Miccichè e Lombardo<br />

gio <strong>di</strong> Miccichè, Dell’Utri, e persino<br />

<strong>di</strong> Antonio Martino, e chissà quanti<br />

altri messi a <strong>di</strong>sposizione dal premier;<br />

oppure continuare a fare politica<br />

con piccoli numeri e portare<br />

avanti il partito che oggi si definisce<br />

MPA-Alleati per il Sud.<br />

Ed ancora: tutti i nuovi adepti che<br />

Lombardo ha trovato in quest’ultimo<br />

periodo al Nord e che rappresentano<br />

il MPA nelle Autonomie locali<br />

e regionali, che fa? li butterà<br />

via?<br />

Come possiamo vedere gli interrogativi<br />

sono tanti. Il Partito del<br />

Sud, potrebbe <strong>di</strong>ventare il tormentone<br />

dell’attuale estate, e che tormentone!<br />

In realtà <strong>di</strong> “Partito del Sud”<br />

ne parla Gianfranco Miccichè da parecchio<br />

tempo (e quin<strong>di</strong> sull’attuazione<br />

del progetto politico aleggia<br />

una volontà tutta berlusconiana), ma<br />

strutturato in modo <strong>di</strong>verso da come<br />

lo vuole il capo del MPA e cioè: la<br />

cordata Miccichè e compagni dovrebbe<br />

fare un’alleanza con Lombardo<br />

e compagni, dove chiaramente<br />

la componente del Pdl avrebbe<br />

una maggioranza tale da costituire<br />

alla Camera e al Senato gruppi tanto<br />

consistenti da essere identificati nello<br />

stesso Partito del Sud e <strong>di</strong> conseguenza<br />

<strong>di</strong>ventare “gruppi forti” per<br />

garantire la maggioranza al Governo<br />

attuale. Il Pdl, in buona sostanza,<br />

godrebbe <strong>di</strong> appoggi <strong>di</strong> garanzia non<br />

<strong>di</strong> poco conto e nello stesso tempo<br />

Berlusconi potrebbe pianificare la<br />

sua consistenza numerica con due<br />

navi appoggio <strong>di</strong> grossa stazza: la<br />

Lega al Nord e l’ altra Lega al Sud.<br />

E Raffaele Lombardo acconsentirà<br />

a tutto questo? Abbandonerebbe<br />

la leadership <strong>di</strong> un suo movimento<br />

politico per farsi guidare da Antonio<br />

Martino o dalla Prestigiacomo?<br />

Calma, amici lettori. Il Partito del<br />

Sud non nascerà né in luglio né in<br />

agosto e neanche a settembre; <strong>di</strong> sicuro<br />

se ne tornerà a <strong>di</strong>scutere. E poi,<br />

il nostro presidente della Regione<br />

dovrà pensare anche a fare i conti<br />

prima con i suoi amici <strong>di</strong> partito e<br />

poi dovrà ponderare bene le scelte<br />

per affidare il suo partito nelle altre<br />

Regioni del Sud. Per quanto riguarda<br />

gli amici <strong>di</strong> casa MPA, in Sicilia,<br />

si registrano fermenti<br />

e lotte intestine.<br />

Ve<strong>di</strong> il caso Lino<br />

Leanza. Anche se<br />

adesso è stato accontentato<br />

con la carica<br />

<strong>di</strong> assessore,<br />

l’ex capo gruppo<br />

MPA alla Regione,<br />

ultimamente ne ha<br />

creati <strong>di</strong> problemi, e<br />

non <strong>di</strong> poco conto.<br />

Nelle ultime elezioni<br />

comunali il neo<br />

assessore regionale<br />

ai Beni culturali è<br />

andato contro corrente<br />

ed in contrapposizione allo<br />

stesso movimento <strong>di</strong> cui fa parte.<br />

Non <strong>di</strong>mentichiamo quello che ha<br />

combinato ad Acireale: la sua corrente<br />

<strong>di</strong> partito è andata ad allearsi<br />

con il can<strong>di</strong>dato sindaco uscente<br />

Garozzo, entrando in competizione<br />

con il MPA ufficiale che aveva un<br />

can<strong>di</strong>dato sindaco proprio e cioè il<br />

collega dell’Ars, D’Agostino, sostenuto<br />

dal gruppo che fa capo al senatore<br />

Giovanni Pistorio.<br />

Manovre incre<strong>di</strong>bili, ma vere e<br />

consolidate nel tempo, visto che due<br />

anni fa, sempre Lino Lenza, fece le<br />

medesime scelte con le elezioni comunali<br />

<strong>di</strong> Belpasso: Alleanza del<br />

Gruppo Leanza (scusate il bisticcio<br />

<strong>di</strong> parole) con l’allora sindaco del<br />

PDL Papale, parte prima, e contro il<br />

gruppo del MPA che sosteneva l’altro<br />

can<strong>di</strong>dato sindaco Santo Pulvirenti,<br />

in quota ad Alleanza Siciliana<br />

<strong>di</strong> Nello Musumeci, con l’avallo <strong>di</strong><br />

Raffaele Lombardo. E Lombardo in<br />

questo è uno sciamano, un capo carismatico<br />

che riesce a non creare<br />

traumi tra i suoi fedelissimi.<br />

Chissà? Cavalcare una tigre o un<br />

asino, per raggiungere la meta del<br />

piccolo o grande potere politico,<br />

non fa poi tanta <strong>di</strong>fferenza!<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>nella</strong> scelta delle vie<br />

alternative, <strong>nella</strong> terra <strong>dei</strong> gattopar<strong>di</strong>,<br />

potrebbe non suscitare scandali o<br />

adombramenti, ma al <strong>di</strong> là dello<br />

Stretto potrebbe proiettare un’im-<br />

“Perché l’in<strong>di</strong>pendenza è il <strong>di</strong>ritto<br />

fondamentale <strong>dei</strong> Siciliani?”<br />

“Perché la Sicilia non ha mai rinunciato<br />

al <strong>di</strong>ritto imprescrittibile della sua<br />

nazionalità e in<strong>di</strong>pendenza che rimonta<br />

al 12° secolo”<br />

Dal Dialogo <strong>dei</strong> Vivi <strong>di</strong> Luigi Tomeucci<br />

magine poco e<strong>di</strong>ficante e non con<strong>di</strong>visibile.<br />

Ma il fine <strong>di</strong> Lombardo è<br />

tutt’altra cosa: fare attecchire un<br />

movimento politico che proponga<br />

l’interesse territoriale, non succube<br />

del centralismo partitico, per garantire<br />

alla gente la vivibilità nel proprio<br />

tessuto sociale, tanto è vero che<br />

la Lega per il nord è un valido<br />

esempio da imitare.<br />

Fino ad un certo punto, <strong>di</strong>cono in<br />

molti, perché dovranno essere garantite<br />

le peculiarità <strong>di</strong> una <strong>società</strong><br />

civile, come il rispetto delle varie<br />

culture e della giusta ospitalità <strong>di</strong><br />

una terra che si trova al centro del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Non si può certo <strong>di</strong>menticare la<br />

storia, specie quella delle emigrazioni<br />

del popolo nor<strong>di</strong>sta fino al<br />

1860, anno che segnò l’annessione<br />

del Sud ad una Italia “unita” che<br />

servì solo a garantire lo sviluppo<br />

economico <strong>dei</strong> popoli del nord e a<br />

portare la fame e la misera nel sud e<br />

a proiettare nel Nuovo Continente<br />

d’oltre oceano eso<strong>di</strong> infiniti per un<br />

secolo e mezzo <strong>di</strong> emigrati siciliani<br />

e dell’intero Sud.<br />

Non si può continuare a fare politica<br />

senza imporre il ripristino degli<br />

equilibri <strong>di</strong> sviluppo economico tra<br />

Nord e Sud. Se no, tanto vale che la<br />

Sicilia torni ad essere Nazione come<br />

lo fu in passato. I siciliani, in buona<br />

parte <strong>di</strong> quel periodo, <strong>di</strong>edero prova<br />

<strong>di</strong> potersi dare un governo democratico<br />

in uno<br />

stato multiet-<br />

nico grazie ad<br />

una classe <strong>di</strong>rigentesiciliana,<br />

colta, preparata<br />

e all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

(per quei tempi)<br />

in uno Stato<br />

siciliano organizzatomodernamente.<br />

Se ci avessero<br />

fatto stu<strong>di</strong>are<br />

a scuola<br />

la vera storia<br />

del popolo siciliano (invece d’inculcare<br />

<strong>nella</strong> mente <strong>dei</strong> nostri giovani<br />

che noi siciliani siamo stati solo e<br />

soltanto “dominati” da popoli <strong>di</strong><br />

passaggio) tutti saremmo nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> poter “affiancare” Lombardo<br />

che ha fra le mani un progetto<br />

politico non <strong>di</strong> poco conto; e a Roma<br />

è bene che ci vada per riunire i<br />

rappresentanti politici regionali a lui<br />

vicini, ovvero quelli che hanno già<br />

dato prova <strong>di</strong> impegno politico con<strong>di</strong>viso,<br />

ma anche per un altro motivo:<br />

far prestare agli stessi giuramento<br />

<strong>di</strong> impegno politico in via del Tritone,<br />

nel luogo preciso dove nel<br />

1595 venne eretta, ad opera della<br />

Nazione Sicilia, la chiesa <strong>di</strong> santa<br />

Maria dell’Itria, <strong>nella</strong> cui cuspide<br />

era scritto “Proprietas Siculorum”.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Anche il Ministero degli Interni aggrava la precaria situazione generale del capoluogo<br />

Abbandonata dallo Stato?<br />

Catania città senza Prefetto<br />

<strong>di</strong> ANTONIO CURRÒ<br />

Credo che nessuno ricor<strong>di</strong> un<br />

periodo così lungo in cui la<br />

città <strong>di</strong> Catania sia rimasta<br />

senza Prefetto.<br />

Già gli amministratori comunali,<br />

da <strong>di</strong>verso tempo, hanno abituato i<br />

citta<strong>di</strong>ni catanesi a situazioni a <strong>di</strong>r<br />

poco imbarazzanti. Sono accaduti<br />

fatti amministrativi gravissimi che<br />

la città etnea non aveva mai registrato<br />

e che l’hanno trascinata alla<br />

ribalta delle cronache nazionali ed<br />

estere con commenti non solo poco<br />

lusinghieri ma deleteri per l’attività<br />

turistico-commerciale degli operatori<br />

del settore, senza contare la vergogna<br />

che chi è catanese prova<br />

quando si confronta con altre realtà.<br />

Non bastavano quin<strong>di</strong> lo sta<strong>di</strong>o<br />

“Massimino” in mano ai delinquenti,<br />

gli oggetti d’arte e i <strong>di</strong>pinti sottratti<br />

alle collezioni civiche, il <strong>di</strong>ssesto<br />

finanziario comunale, la mortadella<br />

in Parlamento ed altre vergogne<br />

simili, adesso anche il Ministero<br />

degli Interni contribuisce ad aggravare<br />

la già precaria situazione<br />

generale della città.<br />

Catania è senza Prefetto dal febbraio<br />

<strong>di</strong> quest’anno. Ormai sono trascorsi<br />

sei mesi da quando il dott.<br />

Giovanni Finazzo ha lasciato via<br />

Prefettura per raggiunti limiti <strong>di</strong> età;<br />

e quin<strong>di</strong> non si può <strong>di</strong>re che il Ministero<br />

sia stato colto <strong>di</strong> sorpresa.<br />

È vero che la Prefettura non è abbandonata<br />

a se stessa, tuttavia, le<br />

gran<strong>di</strong> capacità e la de<strong>di</strong>zione del<br />

Prefetto Vicario, <strong>dei</strong> Viceprefetto e<br />

<strong>dei</strong> Dirigenti che con la loro eccellente<br />

professionalità danno la necessaria<br />

continuità alle attività, non<br />

possono sostituire l’efficacia della<br />

figura autorevole del Prefetto che si<br />

deve assume la responsabilità <strong>di</strong> decisioni<br />

non delegabili; senza contare<br />

l’immagine che da <strong>di</strong> se una città<br />

senza questa importantissima pe<strong>di</strong>na.<br />

Il Prefetto rappresenta il Governo<br />

a livello provinciale ed è autorità<br />

provinciale <strong>di</strong> pubblica sicurezza.<br />

Esercita tutte le funzioni dell'amministrazione<br />

periferica dello Stato<br />

non espressamente conferite ad altri<br />

Uffici e vigila sulle Autorità amministrative<br />

operanti <strong>nella</strong> provincia e<br />

vi si sostituisce, in caso <strong>di</strong> urgente<br />

necessità, adottando le misure del<br />

caso per mezzo delle or<strong>di</strong>nanze<br />

d’urgenza. Nella qualità <strong>di</strong> Autorità<br />

provinciale <strong>di</strong> pubblica sicurezza, il<br />

Prefetto ha la responsabilità dell'or<strong>di</strong>ne<br />

e della sicurezza pubblica, presiede<br />

il Comitato provinciale per<br />

l'or<strong>di</strong>ne e la sicurezza pubblica, e<br />

coor<strong>di</strong>na le Forze <strong>di</strong> Polizia.<br />

Ma non solo. <strong>La</strong> molteplicità e la<br />

varietà delle competenze impegna il<br />

Prefetto nei più <strong>di</strong>sparati campi che<br />

vanno dal "sociale" e dalla protezione<br />

civile alla tutela della sicurezza,<br />

non sottovalutando la complessa<br />

opera tesa a rafforzare le intese e la<br />

cooperazione tra il tessuto amministrativo<br />

statale periferico e tra questo<br />

ed il sistema <strong>dei</strong> poteri e delle<br />

autonomie locali.<br />

Il Prefetto svolge dunque il delicato<br />

ed importante compito, e la sua<br />

assenza ha suscitato e suscita la giusta<br />

preoccupazione <strong>di</strong> tutte le componenti<br />

sane della città in quanto a<br />

Catania c’è un allarme sicurezza. <strong>La</strong><br />

città è nuovamente sotto l’attacco<br />

vero e proprio <strong>di</strong> bande <strong>di</strong> delin-<br />

Sembra confermarsi<br />

la <strong>di</strong>ffusa sensazione<br />

che la congrega<br />

della peggiore politica<br />

che questa città abbia<br />

mai avuto vuole<br />

che essa resti priva<br />

<strong>di</strong> un’importante<br />

figura istituzionale<br />

e abbandonata<br />

nelle loro mani<br />

quenti che per interi pomeriggi si<br />

appropriano della città. Negli ultimi<br />

tempi da ogni parte giungono segnali<br />

<strong>di</strong> gravi e preoccupanti violazioni<br />

dell’or<strong>di</strong>ne pubblico. Sono aumentati<br />

rapine e scippi anche a danno<br />

(episo<strong>di</strong>o gravissimo e inaccettabile)<br />

<strong>di</strong> alcuni turisti. Dati ancora più<br />

preoccupanti in una città come Catania<br />

dove non è pensabile che <strong>di</strong>etro<br />

l’impennata <strong>dei</strong> reati <strong>di</strong> strada<br />

non ci sia la criminalità organizzata.<br />

Diversi sono stati gli appelli al<br />

Ministro dell’Interno, Maroni, perché<br />

è inammissibile che da sei mesi<br />

a Catania non ci sia un nuovo Prefetto.<br />

L’Associazione Antiracket Antiusura<br />

Etnea (ASAAE) ha lanciato un<br />

appello al Presidente della Repubblica<br />

e allo stesso Ministro dell'Interno<br />

affinché “si faccia imme<strong>di</strong>ata<br />

chiarezza e si nomini a Prefetto <strong>di</strong><br />

Catania una persona al <strong>di</strong> sopra delle<br />

parti”.<br />

“Con l'aumento delle denunce siamo<br />

testimoni <strong>di</strong> una timida inversione<br />

<strong>di</strong> rotta <strong>nella</strong> coscienza <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />

- osserva il presidente dell'Associazione<br />

Antiracket Antiusura Et-<br />

Giovanni Finazzo, l’ultimo prefetto <strong>di</strong> Catania<br />

Palazzo Minoriti a Catania, sede della Prefettura<br />

nea - ma assistiamo al superlavoro<br />

della Prefettura e siamo convinti che<br />

la legalità a Catania non possa più<br />

restare senza spina dorsale. Il nostro<br />

è un esercito senza comandante, non<br />

arren<strong>di</strong>amoci proprio adesso”.<br />

Gli impren<strong>di</strong>tori si rivolgono a<br />

Confesercenti. Sono preoccupati e<br />

chiedono che le autorità competenti<br />

intervengano per contenere il fenomeno.<br />

Confesercenti a sua volta rilancia<br />

l’allarme sicurezza in città,<br />

asserendo che è scandaloso che in<br />

una città come Catania, in cui l’illegalità<br />

regna sovrana, non ci sia ancora<br />

un Prefetto autorevole. Anche<br />

la microcriminalitàpreoccupa<br />

la Confesercenti.Aumentano<br />

i furti nei<br />

magazzini e nei<br />

cantieri, gli atti<br />

<strong>di</strong> vandalismo e<br />

Roberto Maroni, ministro dell’Interno<br />

i furti <strong>di</strong> automezzi, al punto che gli<br />

impren<strong>di</strong>tori etnei percepiscono la<br />

sicurezza come il primo <strong>dei</strong> problemi<br />

da affrontare e l’associazione<br />

chiede all’amministrazione comunale<br />

<strong>di</strong> intensificare i controlli sul territorio<br />

con risorse umane e mezzi<br />

adeguati, nonostante il Governo abbia<br />

assegnato squadre <strong>di</strong> soldati anche<br />

alla città <strong>di</strong> Catania per affiancare<br />

poliziotti e carabinieri nei <strong>servizi</strong><br />

<strong>di</strong> controllo del territorio.<br />

Inoltre occorre che l’amministrazione<br />

si impegni a sostenere l’installazione<br />

<strong>di</strong> apparecchiature <strong>di</strong> sorveglianza<br />

e migliorare l’illuminazione<br />

pubblica. È necessario che impren<strong>di</strong>tori<br />

e citta<strong>di</strong>ni collaborino segnalando<br />

tutte le situazioni che possano<br />

aiutare le autorità competenti.<br />

Il capogruppo del Movimento per<br />

l'Autonomia al Consiglio comunale<br />

<strong>di</strong> Catania, Salvo Di Salvo, ha inviato<br />

una lettera al responsabile del<br />

Viminale <strong>nella</strong> quale ha espresso<br />

preoccupazione per "la <strong>di</strong>fficile situazione<br />

economica, occupazionale<br />

e sociale in cui versa il capoluogo<br />

etneo".<br />

L'esponente autonomista ha rivolto<br />

poi un appello al Ministro affinché<br />

"venga nominato in tempi brevi<br />

il nuovo prefetto <strong>di</strong> Catania poiché<br />

il contrasto alla criminalità e il sostegno<br />

alle fasce più deboli della<br />

popolazione, le cui <strong>di</strong>fficili con<strong>di</strong>zioni<br />

sociali sfociano spesso in pro-<br />

Politica 5<br />

testa, richiedono la presenza del<br />

presi<strong>di</strong>o prefettizio nei suoi pieni<br />

poteri a <strong>di</strong>fesa della legalità.<br />

Nel mese <strong>di</strong> Aprile il consigliere<br />

comunale, Puccio <strong>La</strong> Rosa, aveva<br />

presentato in commissione “sicurezza<br />

e legalità” il suo progetto in grado<br />

<strong>di</strong> dare la prima e concreta risposta<br />

alla richiesta <strong>di</strong> sicurezza <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />

Il progetto prevede, accanto alle<br />

sanzioni penali e amministrative vigenti,<br />

l’introduzione <strong>di</strong> sanzioni pecuniarie,<br />

che variano da cinquanta a<br />

settecento euro, comminate per scoraggiare<br />

il bullismo, la prostituzione<br />

su strada, l’occupazione illecita <strong>di</strong><br />

suolo pubblico e l’abusivismo commerciale,<br />

il deturpamento <strong>dei</strong> luoghi<br />

pubblici. L’attuazione del progetto<br />

<strong>La</strong> Rosa presuppone “la definizione<br />

<strong>di</strong> nuovi criteri <strong>di</strong> controllo del territorio<br />

fra le forze dell’or<strong>di</strong>ne, la realizzazione<br />

<strong>di</strong> squadre interforze e<br />

della centrale unica operativa per<br />

l’emergenza sicurezza, l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

<strong>di</strong> un fondo per contrastare la<br />

<strong>di</strong>spersione scolastica e prevenire la<br />

devianza minorile”.<br />

Cosa ne è stato <strong>di</strong> quel progetto?<br />

Quante <strong>di</strong> quelle proposte sono state<br />

attuate intanto che la microcriminalità<br />

cresce a Catania?<br />

Che fine ha fatto il patto per “Catania<br />

sicura” del 2007, de<strong>di</strong>cato all'ispettore<br />

<strong>di</strong> polizia Filippo Raciti, e<br />

firmato dall’ex viceministro dell'Interno<br />

Marco Minniti, dall’ex sindaco<br />

<strong>di</strong> Catania, Umberto Scapagnini,<br />

dall’ex presidente della Provincia,<br />

Raffaele Lombardo, e dall’ex prefetto<br />

Anna Maria Cancellieri?<br />

Il Sindaco Stancanelli però faccia<br />

oggi la sua parte. Non è concepibile<br />

che una or<strong>di</strong>nanza come quella che<br />

vieta la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> alcolici ai minorenni<br />

venga puntualmente <strong>di</strong>sattesa.<br />

Guardando alle zone limitrofe alla<br />

Fiera, Catania appare una città del<br />

terzo mondo, il corso Sicilia, quello<br />

che una volta era il salotto <strong>di</strong> Catania,<br />

trasformato in una casbah dagli<br />

ambulanti e dalla sporcizia (i portici<br />

settentrionali tappezzati da manifesti<br />

e maleodoranti <strong>di</strong> urina). Ma<br />

l’amministrazione sembra non vedere.<br />

Al Sindaco viene chiesto <strong>di</strong> fare<br />

quanto è in suo potere, prendendo<br />

decisioni concrete per affrontare<br />

l’emergenza e fare sentire subito la<br />

presenza del Corpo <strong>dei</strong> Vigili Urbani<br />

in città. Occorre migliorare significativamente<br />

anche la presenza delle<br />

forze <strong>di</strong> polizia locale sul territorio.<br />

Quali possono essere i motivi per<br />

cui non si è ancora provveduto ad<br />

una nomina per la sostituzione annunciata<br />

<strong>di</strong> un Prefetto che va in<br />

pensione? Che nessuno abbia voglia<br />

<strong>di</strong> sedersi su una poltrona che scotta?<br />

Oppure dobbiamo pensare (cosa<br />

più probabile) che i “notabili” <strong>di</strong><br />

Catania non riescano a mettersi<br />

d’accordo su un nome che sia <strong>di</strong><br />

gra<strong>di</strong>mento alle loro fazioni, e che<br />

finora non siano stati in grado <strong>di</strong><br />

scegliere fra i papabili una figura da<br />

segnalare a Silvio (visto che il Ministro<br />

non sembra avere voce in capitolo<br />

nelle regioni del sud) confermando<br />

la <strong>di</strong>ffusa sensazione che la<br />

congrega della peggiore politica che<br />

questa città abbia mai avuto vuole<br />

che essa resti priva <strong>di</strong> un’importante<br />

figura istituzionale e abbandonata<br />

nelle loro mani.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


6<br />

Politica<br />

Il mercato del lavoro privo <strong>di</strong> prospettive ha finito con l’indebolire la sicurezza <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>pendente<br />

<strong>La</strong> piaga del precariato<br />

nata dall’assistenzialismo<br />

<strong>di</strong> ERNESTO GIRLANDO<br />

Si sa come vanno le cose nel<br />

nostro Paese. Si introduce una<br />

misura al fine <strong>di</strong> dare risposte<br />

a una domanda, poniamo il caso<br />

della richiesta <strong>di</strong> occupazione, e ci<br />

ritroviamo a dovere fronteggiare fenomeni<br />

degenerativi come quello<br />

<strong>dei</strong> contratti cosiddetti atipici: parttime,<br />

contratti a termine, lavoro parasubor<strong>di</strong>nato.<br />

Una drammatica realtà<br />

che angustia centinaia <strong>di</strong> migliaia<br />

<strong>di</strong> lavoratori italiani in stato <strong>di</strong><br />

insicurezza perenne, mancanti <strong>di</strong><br />

ogni tutela, senza accesso ai meccanismi<br />

<strong>di</strong> anzianità, Tfr e trattamento<br />

previdenziale, malpagati, vessati e<br />

compressi nei loro <strong>di</strong>ritti all’interno<br />

degli schemi del mercato del lavoro.<br />

Una trage<strong>di</strong>a che riguarda, secondo<br />

le recenti stime del Ministero della<br />

Funzione pubblica, 40.000 lavoratori<br />

nel solo settore pubblico. Ripeto:<br />

solo settore pubblico. Di questi<br />

40.000, l’80% sono al Sud e ben<br />

20.000 lavoratori con contratti atipici,<br />

la metà della somma nazionale,<br />

sono in forza alla Regione Sicilia.<br />

Se si considera che regioni come la<br />

Lombar<strong>di</strong>a e il <strong>La</strong>zio non hanno <strong>di</strong>pendenti<br />

con contratti a termine, ci<br />

si fa un’idea della <strong>di</strong>mensione e della<br />

drammaticità del fenomeno siciliano.<br />

E se poi si tiene pure conto<br />

che <strong>di</strong> questi 20.000 non tutti hanno<br />

concrete speranze <strong>di</strong> ottenere un<br />

contratto a tempo indeterminato, si<br />

capisce ancor <strong>di</strong> più che il fenomeno<br />

sta per esplodere in tutta la sua<br />

impressionante complicatezza.<br />

Lo si è detto infinite volte che la<br />

piaga del precariato è figlia <strong>di</strong> un retroterra<br />

assistenzialistico e parassitario,<br />

dal quale hanno tratto, per decenni,<br />

benefici elettorali e costruito<br />

carriere e scalate al potere centinaia<br />

<strong>di</strong> politici che hanno pilotato e alimentato<br />

il fenomeno, finendo per<br />

acquisire una posizione <strong>di</strong> forza nei<br />

confronti <strong>di</strong> una fetta dell’elettorato<br />

ridotta all’arrendevolezza perché carente<br />

<strong>di</strong> certezze economiche e sociali.<br />

Succede spesso: si alimenta il<br />

bisogno per rendere le persone facilmente<br />

ricattabili e spingerle a votare<br />

chi sarà più convincente nel promettere<br />

la stabilizzazione o un nuovo<br />

contratto ancor peggiore rispetto al<br />

precedente. Insomma, il fondo del<br />

fondo <strong>di</strong> un malcostume che non<br />

cessa <strong>di</strong> stupire.<br />

Ovviamente anche nel settore privato<br />

le cose non vanno <strong>di</strong>versamente:<br />

una giungla <strong>di</strong> contratti atipici,<br />

<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> piccole imprese appaltatrici<br />

e “terziste”, co.co.co., lavoratori<br />

a progetto, associati in partecipazione,<br />

false partite Iva, irregolari.<br />

Un esercito <strong>di</strong> precari che porta sulle<br />

proprie spalle fragili tutta la flessibilità<br />

<strong>di</strong> cui il sistema ha bisogno.<br />

A fronte dell’altra metà <strong>dei</strong> lavoratori<br />

italiani protetta dall’inamovibilità<br />

che genera inefficienza e spesso<br />

posizioni <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta inaccettabili.<br />

Sono le due facce, l’una conseguenza<br />

dell’altra, del mercato italiano<br />

del lavoro chiuso in un’impasse dalla<br />

quale è molto <strong>di</strong>fficile uscire: poco<br />

abituati come siamo, nel nostro<br />

Paese, al <strong>di</strong>battito pragmatico, si <strong>di</strong>scute<br />

sempre sulla base <strong>di</strong> convinzioni<br />

ideologiche e pregiu<strong>di</strong>ziali,<br />

chiusi all’innovazione, alla possibilità<br />

<strong>di</strong> ristrutturare nel suo complesso<br />

il mercato del lavoro e si finisce<br />

per indebolire la sicurezza <strong>di</strong> ogni<br />

A Comiso,<br />

a fronte <strong>di</strong> 200<br />

<strong>di</strong>pendenti<br />

<strong>di</strong> ruolo,<br />

si contano<br />

287 precari<br />

<strong>di</strong>pendente. Alitalia docet. Per anni<br />

si è impe<strong>di</strong>ta la ristrutturazione e alla<br />

fine nessuno <strong>dei</strong> suoi <strong>di</strong>pendenti<br />

si è potuto considerare sicuro.<br />

Ma, come si <strong>di</strong>ce, al peggio non<br />

c’è fondo. Se dalle considerazione<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne generale passiamo a realtà<br />

ancorché piccole ma concrete si<br />

scoprono cose dell’altro mondo. C’è<br />

un Comune, sicuramente unico nel<br />

suo genere, che sta vivendo, sempre<br />

sulla pelle <strong>dei</strong> più deboli, un’incre<strong>di</strong>bile<br />

vicenda <strong>di</strong> precariato sconfinante<br />

oltre ogni <strong>di</strong>mensione immaginabile.<br />

È un Comune noto per altre<br />

vicende <strong>di</strong> ben altra portata e valenza,<br />

quello <strong>di</strong> Comiso, che in que-<br />

ste incerte giornate <strong>di</strong> inizio estate<br />

scrive una delle pagine più stupefacenti<br />

della sua storia. Un Comune <strong>di</strong><br />

29.000 abitanti che conta un primato:<br />

287 precari tra ex Asu e contrattisti<br />

atipici. Un record nazionale, se<br />

si calcola che, me<strong>di</strong>amente, ogni<br />

Comune italiano conta duecento <strong>di</strong>pendenti<br />

<strong>di</strong> ruolo e una settantina <strong>di</strong><br />

precari. A Comiso, a fronte <strong>di</strong> duecento<br />

<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> ruolo, si contano<br />

duecentottantasette precari. Di questi<br />

duecentottantasette, novantotto<br />

sono “ex articolisti” che, bontà<br />

dell’amministrazione, accederanno<br />

dal mese prossimo ai ruoli dell’Ente<br />

con contratto a tempo indetermina-<br />

to. Per gli altri centottantanove il<br />

cerchio si chiude.<br />

Assunti a vario titolo nei precedenti<br />

<strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> giunta <strong>di</strong> centrosinistra<br />

capeggiata da Di Giacomo,<br />

si trovano a fare i conti con la dura<br />

realtà finanziaria dell’Ente, sull’anemico<br />

bilancio del quale pesano<br />

per una cifra che si aggirerebbe intorno<br />

ai due milioni <strong>di</strong> euro annui.<br />

Effettivamente troppo. Il nuovo sindaco,<br />

Giuseppe Alfano, a capo <strong>di</strong><br />

una coalizione <strong>di</strong> centrodestra, ha<br />

assunto da tempo l’impegno <strong>di</strong> risolvere<br />

la vicenda ponendo fine al<br />

precariato e procedendo alla stabilizzazione,<br />

evitando però <strong>di</strong> derogare<br />

a due principi a suo <strong>di</strong>re sacrosanti:<br />

la con<strong>di</strong>zione economica del<br />

Comune e la meritocrazia. Parole<br />

d’or<strong>di</strong>ne: stabilizzare un numero <strong>di</strong><br />

precari aventi <strong>di</strong>ritto sì, ma limitatamente<br />

alle possibilità finanziarie<br />

dell’Ente; procedere, per il resto, ai<br />

concorsi pubblici al fine <strong>di</strong> completare<br />

l’organico. Tutti i contratti in<br />

scadenza – l’ultimo scaglione il 30<br />

giugno – non verranno rinnovati,<br />

dopo<strong>di</strong>ché si procederà alla selezione.<br />

Voci non ufficiali parlano <strong>di</strong><br />

40/50 lavoratori atipici che verranno<br />

immessi nei ruoli del Comune. Per<br />

gli altri si apre la drammatica prospettiva<br />

della <strong>di</strong>soccupazione.<br />

Ancor più drammatica se si considera<br />

la crisi che la città vive. Crisi<br />

del comparto agricolo che sta producendo<br />

a sua volta un gran numero<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati. Fortissime <strong>di</strong>fficoltà<br />

del settore lapideo, un settore car<strong>di</strong>ne<br />

nell’economia della zona, per<br />

una drastica riduzione delle commesse<br />

che ha portato decine <strong>di</strong> imprese<br />

a licenziare o porre in cassa<br />

integrazione i propri <strong>di</strong>pendenti.<br />

Gravi tensioni nel settore dell’e<strong>di</strong>lizia,<br />

che dopo anni <strong>di</strong> sviluppo anche<br />

in questo caso allegro e incontrollato,<br />

vede un calo del 50%. Insomma,<br />

tempi duri che hanno trasformato<br />

paradossalmente il Comune <strong>nella</strong><br />

più grande azienda del territorio.<br />

E non è un caso <strong>nella</strong> storia secolare<br />

<strong>di</strong> questo Ente. Da sempre, <strong>nella</strong><br />

lunga tra<strong>di</strong>zione popolare, democratica<br />

che ha caratterizzato la città<br />

<strong>di</strong> Comiso, l’Amministrazione comunale<br />

è stata impegnata <strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

del lavoro. Dalle lotte conta<strong>di</strong>ne<br />

degli anni Cinquanta, alle storiche<br />

agitazioni degli scalpellini e <strong>dei</strong><br />

braccianti della metà degli anni Cinquanta<br />

e degli inizi degli anni Sessanta.<br />

Nel corso della grave crisi <strong>dei</strong> due<br />

complessi industriali “<strong>La</strong> Teverina”<br />

e l’ “Osef”, negli anni Sessanta, che<br />

portò al licenziamento <strong>di</strong> un centinaio<br />

<strong>di</strong> lavoratori e, poi, costantemente<br />

in tante altre <strong>di</strong>fficili circostanze.<br />

Il Comune ha rappresentato<br />

sempre un baluardo salvifico nei<br />

momenti drammatici.<br />

Le precedenti amministrazioni<br />

non sono aliene da colpe. Anni <strong>di</strong><br />

sperpero del denaro pubblico, <strong>di</strong> assunzioni<br />

facili, <strong>di</strong> ingrossamento<br />

delle clientele elettorali, <strong>di</strong> occasioni<br />

volutamente perdute per stabilizzare<br />

almeno una parte <strong>dei</strong> precari.<br />

<strong>La</strong> nuova amministrazione ere<strong>di</strong>ta<br />

una situazione obiettivamente <strong>di</strong>fficile<br />

ma non può non tener conto <strong>di</strong><br />

un contesto economico ed occupazionale<br />

drammatico. Nel mezzo<br />

centottantanove persone preoccupate<br />

e incerte del loro destino. Probabilmente<br />

a pagare per tutti.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


A Trapani appena il 34% <strong>di</strong> presenza femminile sul posto <strong>di</strong> lavoro<br />

Pari opportunità, nuovi strumenti<br />

contro tutte le <strong>di</strong>scriminazioni<br />

<strong>di</strong> ALESSANDRO DE BARTOLOMEO<br />

Pari Opportunità e lavoro, non<br />

sempre un binomio che cammina<br />

sui binari della semplicità in<br />

una terra <strong>di</strong>fficile e ricca <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni<br />

come la nostra.<br />

Il legislatore ha comunque previsto<br />

gli strumenti idonei e lo ha fatto istituendo<br />

con la legge 125/91 e successive<br />

mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni, una<br />

figura istituzionale che svolge un<br />

compito delicatissimo e spesso poco<br />

conosciuto: quello delle Consigliere<br />

o <strong>dei</strong> Consiglieri <strong>di</strong> Parità. Una organizzazione<br />

capillare <strong>di</strong>ffusa su tutto il<br />

territorio italiano, che vede anche in<br />

Sicilia una consigliera in ogni capoluogo<br />

<strong>di</strong> provincia, ed una Consigliera<br />

Regionale.<br />

Una strutturazione non apicale, e le<br />

cui nomine avvengono da parte del<br />

Ministero delle Pari Opportunità. Vari<br />

i compiti istituzionali, tra le quali<br />

mettere in atto tutte quelle azioni finalizzate<br />

alla promozione e <strong>di</strong>ffusione<br />

delle tematiche concernenti le<br />

pari opportunità, ma anche vigilanza<br />

e azione sul rispetto del principio <strong>di</strong><br />

non <strong>di</strong>scriminazione, e intervento<br />

nelle situazioni <strong>di</strong> squilibrio <strong>di</strong><br />

genere sui luoghi <strong>di</strong> lavoro. In aggiunta<br />

inoltre, sostegno <strong>dei</strong> lavoratori<br />

che hanno subito una <strong>di</strong>scriminazione<br />

nell’accesso al lavoro o ai<br />

corsi <strong>di</strong> formazione, nello sviluppo<br />

della carriera o nel livello <strong>di</strong> retribuzione,<br />

che hanno avuto <strong>di</strong>fficoltà<br />

a vivere serenamente maternità e lavoro<br />

o che siano stati licenziati perchè<br />

donne.<br />

Il Consigliere <strong>di</strong> Parità ha facoltà<br />

<strong>di</strong> promuovere e sostenere azioni in<br />

giu<strong>di</strong>zio (in<strong>di</strong>viduali e collettive) nei<br />

casi <strong>di</strong> rilevata <strong>di</strong>scriminazione basata<br />

sul sesso, e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare procedure<br />

efficaci per la rimozione delle<br />

<strong>di</strong>scriminazioni e delle situazioni <strong>di</strong><br />

squilibrio <strong>di</strong> genere sui luoghi <strong>di</strong> lavoro<br />

ricorredo innanzi al tribunale.<br />

Abbiamo posto alcune domande<br />

alla consigliera <strong>di</strong> Parità della provincia<br />

<strong>di</strong> Trapani dott.ssa Caterina Maria<br />

Peraino, con la stessa abbiamo voluto<br />

approfon<strong>di</strong>re alcuni aspetti legati alle<br />

tematiche che giornalmente tratta.<br />

Pari opportunità, due parole che<br />

prese separatamente, danno a<strong>di</strong>to<br />

a considerazioni opposte: quanto<br />

oggi vi è <strong>di</strong> parità e quanto <strong>di</strong> opportunità<br />

in Sicilia per l’acceso al<br />

mondo del lavoro per le donne?<br />

Chiara la risposta fornita dalla Consigliera:<br />

“Statistiche e stu<strong>di</strong> condotti<br />

<strong>La</strong> dottoressa Caterina Maria Peraino<br />

sanciscono la mancanza <strong>di</strong> parità tra<br />

uomini e donne tanto a livello <strong>di</strong> inserimento<br />

nel mondo del lavoro,<br />

quanto a livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziale salariale<br />

e <strong>di</strong> ascesa nelle carriere, <strong>nella</strong><br />

provincia <strong>di</strong> Trapani abbiamo appena<br />

il 34% <strong>di</strong> presenza femminile sul posto<br />

<strong>di</strong> lavoro, considerando che la me-<br />

<strong>di</strong>a nazionale è intorno al 56% in alcune<br />

zone del nord-est, e non tenendo<br />

conto della attuale crisi congiunturale,<br />

siamo decisamente lontani”.<br />

Le opportunità, non ci sono se<br />

vogliamo analizzare bene le due parole.<br />

Ma a cosa è dovuto secondo lei<br />

tutto ciò?<br />

“In Sicilia in particolare le donne<br />

sono più scolarizzate rispetto agli uomini,<br />

a livello formale le leggi in<br />

Italia ci sono e sono le migliori in<br />

Europa, dal punto <strong>di</strong> vista sostanziale<br />

non vengono applicate, se pensiamo<br />

al part-time ad esempio che dovrebbe<br />

essere uno strumento <strong>di</strong> conciliazione<br />

per le donne per poter badare oltre al<br />

lavoro anche gli impegni parentali,<br />

ma che viene utilizzato come strumento<br />

<strong>di</strong> reclutamento del personale<br />

e non come possibilità concessa al la-<br />

voratore in particolari momenti della<br />

sua vita lavorativa, succede sembra,<br />

ma non abbiamo a tal proposito denunce<br />

a corredo almeno in questo<br />

territorio, <strong>di</strong> uomini e donne che svolgono<br />

un lavoro in cui ad una busta<br />

paga corrisponda un pagamento con<br />

assegni che vengono scambiati regolarmente<br />

e poi resi per la metà, ecco,<br />

sono cose che purtroppo ci raccontiamo<br />

con Inps, o Ispettorato del <strong>La</strong>voro,<br />

ma vai a trovare chi denuncia,<br />

perché non c’è alternativa”.<br />

<strong>La</strong>voro e carriera oggi, più opportunità<br />

per le donne o per gli uomini?<br />

“Bisogna fare una certa <strong>di</strong>fferenza<br />

tra quello che è il settore pubblico e<br />

quello privato, perché spesso il settore<br />

privato, oggi più che mai, non<br />

sono lavori full-time, o a tempo inde-<br />

A livello formale le leggi in Italia ci sono e sono le migliori<br />

d’Europa, ma dal punto <strong>di</strong> vista sostanziale non vengono applicate<br />

terminato, ecco le posizioni sono più<br />

delicate a quel punto si spera soprattutto<br />

<strong>di</strong> tenere il posto <strong>di</strong> lavoro più<br />

che fare carriera, ma a con<strong>di</strong>zioni<br />

migliori dove la donna che lavora in<br />

una grande azienda anche privata,<br />

che ha un contratto <strong>di</strong> lavoro a tempo<br />

indeterminato, si lavora full-time,<br />

dove l’azienda punta su <strong>di</strong> lei con la<br />

formazione, le opportunità <strong>di</strong> crescita<br />

ci sono ma non quanto l’uomo, perché<br />

purtroppo ci sono ancora <strong>dei</strong> retaggi<br />

culturali da parte del manage-<br />

Politica 7<br />

ment aziendale che puntano sul lavoratore<br />

uomo, perché il lavoratore uomo<br />

ha più tempo da de<strong>di</strong>care alla<br />

azienda e la donna vuoi o non vuoi<br />

prima o poi avrà il problema della<br />

maternità con le annesse assenze,<br />

cose che il datore <strong>di</strong> lavoro considera<br />

una seccatura, anche se poi non ha<br />

<strong>di</strong>fficoltà ad applicare la normativa.”<br />

Con la consigliera abbiamo inoltre<br />

accennato a due fenomeni latenti eppure<br />

presenti nel nostro tessuto sociale:<br />

il Mobbing e lo Stalking.<br />

Ma quali cifre e che dati rispetto<br />

a queste problematiche? Le abbiamo<br />

domandato.<br />

<strong>La</strong> risposta fornita è in linea: “Per<br />

quanto riguarda il mobbing e lo<br />

stalking, io ricevo molte persone in<br />

questi due settori soprattutto lavoranti<br />

nel privato, denunciando molestie<br />

soprattutto sul posto <strong>di</strong> lavoro,<br />

in genere il mobbing scaturisce dal<br />

rifiuto alla molestia, tu non ci stai e<br />

te la faccio pagare in svariati mo<strong>di</strong>,<br />

purtroppo ancora oggi manca una<br />

legge ad hoc sul mobbing, e i dati<br />

sono alquanto lacunosi, perché riuscire<br />

a <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> essere vittime <strong>di</strong><br />

mobbing non è facile, perché potresti<br />

basarti sulle testimonianze, ma un<br />

collega o una collega pur con la solidarietà<br />

espressa, <strong>di</strong>fficilmente testimoniano<br />

per paura <strong>di</strong> perdere il loro<br />

posto <strong>di</strong> lavoro, manca essenzialmente<br />

nel mobbing la cultura della<br />

denuncia, a <strong>di</strong>fferenza dello stalking<br />

dove in base al decreto ultimo, ad esempio<br />

una volta in<strong>di</strong>viduato l’in<strong>di</strong>viduo<br />

molestatore lo si può fare prima<br />

ammonire giu<strong>di</strong>zialmente”.<br />

Oggi cosa non <strong>di</strong>cono le donne?<br />

“A mio modo <strong>di</strong> vedere, le donne<br />

non <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> essere vittime <strong>di</strong> violenza,<br />

perché soprattutto prima <strong>di</strong><br />

acquisire quella consapevolezza che<br />

con tutto quello che alla fin fine si<br />

stà facendo a cominciare dal corso <strong>di</strong><br />

criminologia del 2008 alla presenza<br />

del prof. Mastronar<strong>di</strong> dell’Università<br />

<strong>La</strong> Sapienza <strong>di</strong> Roma, a cominciare<br />

da quello, la finalità che io personalmente<br />

avevo è quella <strong>di</strong> svegliare le<br />

coscienze, sensibilizzare le istituzioni<br />

sul tema, e sensibilizzare le donne<br />

che il più delle volte sono vittime e<br />

non sono consapevoli <strong>di</strong> esserlo,<br />

quello che non <strong>di</strong>cono e quello che<br />

non pensano sia sbagliato, dovuto<br />

soprattutto al tipo <strong>di</strong> cultura dominante<br />

che vede la donna sopportatrice,<br />

per me non è così, credo nel<br />

matrimonio, <strong>nella</strong> famiglia, ma nel<br />

rispetto delle regole e <strong>dei</strong> ruoli”.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


8<br />

Politica<br />

Tante le ottime premesse del Consorzio, ma oggi l’Ateneo è sommerso dai debiti<br />

Le speranze dell’Università iblea<br />

stanno svanendo come neve al sole<br />

<strong>di</strong> ERNESTO GIRLANDO<br />

Le premesse erano ottime. Le<br />

speranze tante. Il progetto<br />

dell’Università degli iblei<br />

nacque, quin<strong>di</strong>ci anni or sono, nell’ottica<br />

<strong>di</strong> un’interlocuzione attiva<br />

con il territorio. Al momento della<br />

fondazione del Consorzio universitario<br />

ragusano, la speranza fu quella<br />

<strong>di</strong> far assurgere l’Ateneo a parte<br />

operante del territorio ibleo. Di trarre<br />

da esso quel patrimonio <strong>di</strong> conoscenze,<br />

<strong>di</strong> saperi, aderente alla locale<br />

realtà culturale e d’impresa, da<br />

porre al <strong>servizi</strong>o dello sviluppo anche<br />

economico della ferace terra del<br />

ragusano. Ma le aspettative e i progetti,<br />

pur speranzosi e nutriti dalle<br />

migliori intenzioni, si sa, sono solo<br />

una piccola parte della realtà e la realtà<br />

stessa è, a sua volta, una piccola<br />

parte <strong>di</strong> ciò che viviamo. L’Università<br />

iblea è stata, <strong>di</strong> fatto, un’altra<br />

cosa. Una piccola realtà universitaria<br />

simile a tante altre piccole realtà<br />

universitarie decentrate. Se vogliamo<br />

farla breve, un esamificio dove<br />

sistemare docenti in cattedra e assegnare<br />

qualche posto <strong>di</strong> sottogoverno.<br />

Nulla <strong>di</strong> più.<br />

Trascinatasi per anni tra mille <strong>di</strong>fficoltà,<br />

soprattutto economiche, riflesso<br />

delle croniche <strong>di</strong>fficoltà finanziarie<br />

degli enti locali che compongono<br />

l’assetto societario del<br />

Consorzio, al primo vero scossone è<br />

andata giù. L’e<strong>di</strong>ficio è crollato ingloriosamente,<br />

all’ennesimo mancato<br />

pagamento delle quote che, secondo<br />

le varie convenzioni stipulate<br />

il Consorzio si impegna a versare<br />

all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Catania.<br />

Ma la vicenda è complessa e non<br />

priva <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena. Tutto ha inizio<br />

nel corso della seduta del Senato<br />

accademico etneo del 23 marzo<br />

scorso che delibera <strong>di</strong> non attivare<br />

per l’Anno accademico 2009/2010<br />

il nuovo ciclo <strong>dei</strong> corsi <strong>di</strong> laurea <strong>di</strong><br />

Ragusa in mancanza del pagamento<br />

degli importi dovuti entro il 31<br />

maggio. Il Consorzio si impegna<br />

fragorosamente a procedere in breve<br />

ai pagamenti, “ovvero a fornire idonea<br />

garanzia”. Tutto sembra procedere<br />

per il meglio quando arriva il<br />

primo colpo <strong>di</strong> scena: il 5 giugno la<br />

pubblicazione del Manifesto degli<br />

Stu<strong>di</strong>, sancito da un decreto rettorale,<br />

cancella <strong>di</strong> fatto i corsi decentrati.<br />

Ragusa subisce il danno maggiore<br />

con il blocco delle immatricolazioni<br />

al primo anno delle quattro facoltà<br />

con sede nel capoluogo: Lingue,<br />

Giurisprudenza, Agraria, Me<strong>di</strong>cina<br />

e Chirurgia. Potranno continuare<br />

i corsi per gli altri anni fino ad<br />

esaurimento. Ancora peggio per le<br />

facoltà <strong>di</strong> Scienze del Governo e<br />

dell’Amministrazione con sede a<br />

Mo<strong>di</strong>ca e Informatica applicata con<br />

sede a Comiso, che, secondo il Manifesto<br />

degli Stu<strong>di</strong>, tornano in toto a<br />

Catania dove saranno completati i<br />

corsi già a partire dal prossimo anno<br />

accademico. Un vero colpo <strong>di</strong> spugna<br />

che cancella il futuro dell’Università<br />

in provincia <strong>di</strong> Ragusa.<br />

Ma come si è arrivati a questa<br />

drastica decisione degli organi <strong>di</strong><br />

governo dell’Ateneo catanese? <strong>La</strong><br />

questione covava da tempo e, come<br />

capita <strong>di</strong> solito, non è chiara fino in<br />

fondo. Almeno non sono chiare le<br />

colpe e il rimpallo delle responsabilità<br />

non facilita la comprensione.<br />

Da una parte c’è la politica – come<br />

sempre purtroppo – con le sue<br />

fosche e farraginose cattive abitu<strong>di</strong>-<br />

ni, dall’altra un sistema accademico<br />

che batte evidentemente ritmi e logiche<br />

<strong>di</strong>verse. Da una parte c’è un<br />

Consorzio universitario che ha come<br />

soci la Provincia e i Comuni <strong>di</strong><br />

Ragusa, Comiso, Vittoria e Mo<strong>di</strong>ca,<br />

con un consiglio <strong>di</strong> amministrazione<br />

al quale si accede attraverso nomine<br />

che non contemplano parametri <strong>di</strong><br />

competenza, <strong>di</strong> prestigio culturale,<br />

scientifico e quant’altro, ma solamente<br />

logiche <strong>di</strong> appartenenza e <strong>di</strong><br />

lottizzazione <strong>di</strong> poltrone. L’Università<br />

viene vissuta come una delle<br />

tante occasioni <strong>di</strong> maneggio e <strong>di</strong><br />

sottogoverno. Dall’altra l’Ateneo<br />

catanese che reclama cre<strong>di</strong>ti che non<br />

vengono mai onorati nonostante<br />

transazioni, impegni e promesse.<br />

Basta dare uno sguardo veloce all’entità<br />

delle cifre per capire <strong>di</strong> cosa<br />

stiamo parlando. L’Università etnea<br />

vanta da anni un cre<strong>di</strong>to nei confronti<br />

del Comune <strong>di</strong> Comiso <strong>di</strong> 825<br />

Anni <strong>di</strong> cattiva amministrazione<br />

del Consorzio universitario vengono<br />

alla luce <strong>nella</strong> loro drammatica realtà<br />

e cancellano in un sol colpo quella che era<br />

stata una conquista per il territorio<br />

Palazzo dell’Università a Catania. Nel riquadro, Antonino Recca rettore dell’Università <strong>di</strong> Catania<br />

Ragusa Ibla, l’ex Distretto militare oggi sede dell’Università iblea<br />

mila euro a fronte dell’unico pagamento<br />

ricevuto ammontante alla<br />

bellezza <strong>di</strong> 12.500 euro. Il Comune<br />

<strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ca deve una somma che si<br />

aggira sui 7 milioni <strong>di</strong> euro. Il Comune<br />

<strong>di</strong> Ragusa e la Provincia regionale<br />

sono a loro volta in ritardo<br />

per le loro spettanze che assommano<br />

a circa 1 milione e mezzo <strong>di</strong> euro.<br />

Cifre ovviamente considerevoli<br />

nell’economia della <strong>gestione</strong> universitaria<br />

catanese.<br />

Anni <strong>di</strong> cattiva amministrazione<br />

del Consorzio universitario vengono<br />

alla luce <strong>nella</strong> loro drammatica realtà<br />

e cancellano in un sol colpo quella<br />

che era stata una conquista per il<br />

territorio ibleo, per migliaia <strong>di</strong> giovani<br />

studenti, per le loro famiglie e<br />

per un agevole accesso a un <strong>di</strong>ritto<br />

fondamentale quale quello allo stu<strong>di</strong>o.<br />

Giovanni Mauro, presidente del<br />

Consorzio, recita la scena della vittima.<br />

Minaccia <strong>di</strong> a<strong>di</strong>re le vie legali<br />

al fine <strong>di</strong> ottenere “risarcimenti sia<br />

morali che materiali” e assicura che<br />

l’attività universitaria negli iblei<br />

non avrà fine a seguito dell’inopinata<br />

decisione del Rettore catanese, riservandosi<br />

<strong>di</strong> rivolgersi ad altri atenei<br />

italiani pur <strong>di</strong> dare continuità ai<br />

corsi già esistenti. Per amor del vero,<br />

Mauro paga colpe non sue in<br />

quanto appena eletto presidente del<br />

CdA a seguito delle recentissime <strong>di</strong>missioni<br />

del suo predecessore Peppe<br />

Drago, fattosi da parte a causa delle<br />

note vicende giu<strong>di</strong>ziarie che lo hanno<br />

colpito.<br />

Tuttavia è una presidenza, la sua,<br />

in perfetta continuità con un malcostume<br />

che grava maledettamente su<br />

ogni ente, ogni organo, ogni ambito<br />

eretto a rifugio <strong>di</strong> tutti i trombati<br />

della cosiddetta Casta politica. L’ex<br />

deputato nazionale Mauro, l’ex sen.<br />

Gianni Battaglia, l’ex deputato regionale<br />

Sebastiano Gurrieri, l’ex deputato<br />

regionale e nazionale Saverio<br />

<strong>La</strong> Grua: una nutrita schiera <strong>di</strong> ex<br />

con tanto <strong>di</strong> poltrone e retribuzioni,<br />

ma carenti, alla prova <strong>dei</strong> fatti, delle<br />

doti necessarie <strong>di</strong> buona volontà, <strong>di</strong><br />

governance, <strong>di</strong> conoscenza del mondo<br />

accademico che forse avrebbero<br />

consentito una prospettiva decorosa<br />

e un futuro all’Università iblea.<br />

Tutto sembra perduto. Poi l’altro<br />

colpo <strong>di</strong> scena: la politica, con le<br />

sue infinite strade, vince il secondo<br />

round. Il Ministro Gelmini, nelle cui<br />

mani viene affidato il caso, riesce<br />

<strong>nella</strong> me<strong>di</strong>azione e riapre i termini<br />

della questione. L’accordo si chiude<br />

in breve. Il Consorzio rinuncia all’azione<br />

legale, alla quale aveva già<br />

dato corso, e il Rettore Antonino<br />

Recca, che sembrava irremovibile,<br />

acconsente alla riapertura delle immatricolazioni<br />

per le facoltà <strong>di</strong> Lingue,<br />

Agraria e Giurisprudenza, mentre<br />

i corsi <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina saranno trasferiti<br />

a Catania: troppo <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osi<br />

e ingestibili per mancanza <strong>di</strong> strutture<br />

adeguate.<br />

Sorte <strong>di</strong>versa per Comiso e Mo<strong>di</strong>ca<br />

che non riavranno le immatricolazioni<br />

a, rispettivamente, Informatica<br />

applicata e Scienze del Governo<br />

e dell’Amministrazione, ma manterranno<br />

i corsi a partire dal terzo anno.<br />

Inoltre il Consorzio si obbliga a<br />

versare all’Università <strong>di</strong> Catania, in<br />

due rate, l’importo <strong>di</strong> €<br />

2.460.101,47 a saldo <strong>di</strong> quanto dovuto<br />

per l’A.A. 2008/2009, pena la<br />

<strong>di</strong>sattivazione <strong>dei</strong> primi anni <strong>dei</strong><br />

corsi riattivati.<br />

Ma è vera gloria? L’ardua sentenza<br />

non tarderà ad arrivare. <strong>La</strong> convenzione<br />

ha una sola vera certezza:<br />

la <strong>di</strong>sattivazione <strong>dei</strong> corsi se il Consorzio<br />

non pagherà. Cioè se non pagheranno<br />

il Comune <strong>di</strong> Ragusa e la<br />

Provincia regionale. Di soci privati<br />

manco a parlarne: nessuno è <strong>di</strong>sposto<br />

a contribuire alle spese.<br />

Futuro incerto, dunque. Ancor più<br />

incerto se si considera l’entrata in<br />

vigore della riforma 270 che cambierà<br />

l’offerta formativa e gli scenari<br />

dell’Università italiana. <strong>La</strong> domanda<br />

è: sarà possibile mantenere<br />

almeno un corso <strong>di</strong> laurea negli anni<br />

successivi all’A.A. 2010-2011 visti<br />

gli standard <strong>di</strong> qualità richiesti dal<br />

governo nazionale e l’anemica <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> fon<strong>di</strong> del Consorzio<br />

universitario ragusano? Allo stato<br />

delle cose non c’è da scommetterci<br />

un centesimo.<br />

I corsi sono momentaneamente<br />

salvi grazie anche a una mobilitazione<br />

degli studenti e del territorio.<br />

Speriamo <strong>di</strong> salvare quel che sarà<br />

ancora salvabile del sogno universitario<br />

ibleo. Ma per favore, che per<br />

una volta la realtà sia quella vera.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Il capoluogo non è immune da segnali <strong>di</strong> malefatte che provengono da ogni parte della vita civile<br />

Siracusa è una città “babba”?<br />

Le apparenze spesso ingannano<br />

<strong>di</strong> GIANNI TOMASELLI<br />

Il ventunesimo secolo sarà certamente<br />

caratterizzato da una svolta<br />

epocale che darà la giusta collocazione<br />

dell’Uomo all’interno della<br />

filosofia dell’ecobioumanesimo.<br />

Ma ancora siamo <strong>di</strong>stanti nel vedere<br />

il risveglio delle coscienze, la parità<br />

<strong>dei</strong> <strong>di</strong>ritti, l’uomo al centro dell’esistenza,<br />

il crollo del potere, quello<br />

becero ed egoisticamente personale.<br />

Anche la nostra città, Siracusa, non<br />

è immune da segnali <strong>di</strong> potere che<br />

provengono da ogni parte della vita<br />

civile e non.<br />

In questo numero, ci corre l’obbligo<br />

parlare <strong>di</strong> quanto recentemente<br />

si è verificato all’interno del Consiglio<br />

Comunale <strong>di</strong> Siracusa, tanto<br />

per prendere un esempio <strong>di</strong> come si<br />

gestisce il potere a <strong>di</strong>scapito della<br />

citta<strong>di</strong>nanza (leggasi <strong>di</strong> chi ha dato<br />

il potere agli eletti). I fatti. Da anni,<br />

una nota associazione non lucrativa<br />

che si occupa <strong>di</strong> prevenzione per la<br />

lotta contro i tumori, con lusinghieri<br />

risultati sul campo dell’intercettamento<br />

precoce <strong>di</strong> neoplasie, svolge<br />

un <strong>servizi</strong>o <strong>di</strong> trasporto gratuito con<br />

i propri pulmini che, da Siracusa a<br />

Catania, assiste al trasporto i malati<br />

oncologici bisognosi <strong>di</strong> cure ra<strong>di</strong>oterapiche.<br />

Le spese per la copertura<br />

della <strong>gestione</strong> gratuita <strong>di</strong> questo <strong>servizi</strong>o,<br />

vengono richieste annualmente<br />

all’amministrazione comunale <strong>di</strong><br />

Siracusa che, sistematicamente, annaspa<br />

tra le pieghe del bilancio, per<br />

poter “raschiare” il necessario e garantire<br />

il <strong>servizi</strong>o a centinaia <strong>di</strong> persone<br />

che hanno bisogno <strong>di</strong> sottoporsi<br />

a Catania per le cure ra<strong>di</strong>oterapiche<br />

del caso.<br />

Un piccolo inciso. Siracusa, notoriamente<br />

capoluogo del “triangolo<br />

della morte” (Priolo-Augusta-<br />

Melilli) non <strong>di</strong>spone ancora del <strong>servizi</strong>o<br />

<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia, pur essendo tra<br />

le province del sud Italia dove si riscontrano<br />

i più alti casi <strong>di</strong> tumore<br />

grazie anche all’incontrollato sviluppo<br />

industriale che miete decine<br />

<strong>di</strong> vittime l’anno (basta consultare i<br />

dati recenti pubblicati nel Registro<br />

Tumori). Si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sattenzione<br />

politica? O <strong>di</strong> programmata cultura<br />

del <strong>di</strong>sfattismo? Ma ritornando al<br />

<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> prima, quin<strong>di</strong>, ogni anno<br />

per racimolare un pò <strong>di</strong> quattrini da<br />

spendere in <strong>servizi</strong> in<strong>di</strong>spensabili<br />

(<strong>di</strong>rei vitali) per la popolazione, i<br />

Consiglieri Comunali fanno come le<br />

talpe, annusando sempre ciò che per<br />

loro sia <strong>di</strong> personale ritorno e <strong>di</strong>sat-<br />

Una seduta del consiglio comunale aretuseo<br />

Il palazzo <strong>di</strong> città <strong>di</strong> Siracusa<br />

tendendo il mandato che gli è stato<br />

conferito dagli elettori.<br />

Cronaca. Durante una recente seduta<br />

del Consiglio Comunale, si è<br />

ripresentato il problema <strong>di</strong> trovare i<br />

fon<strong>di</strong> necessari per sostenere il ser-<br />

vizio del trasporto per i malati oncologici<br />

ma, (u<strong>di</strong>te, u<strong>di</strong>te!) con la<br />

complicità <strong>di</strong> quasi tutto il Consiglio,<br />

veniva presa in considerazione<br />

la proposta avanzata dal Consigliere<br />

Giovanni Rad<strong>di</strong>no, me<strong>di</strong>co chirurgo<br />

eletto il 31 luglio 2009 tra le fila<br />

dell’UDC. Quale la proposta? L’acquisto<br />

<strong>di</strong> un pulmino Oncobus per<br />

espletare il <strong>servizi</strong>o (in foto copia)<br />

Nei Palazzi della politica viene mo<strong>di</strong>ficata<br />

e “controllata” ad uso e piacimento su precisi<br />

programmi che vertono al raggiungimento<br />

e al consolidamento del potere<br />

già da anni attuato dall’associazione<br />

e che deve tribolare per il rinnovo<br />

della convenzione. Mi chiedo: ma<br />

se non si trovano i fon<strong>di</strong> per soste-<br />

nere un <strong>servizi</strong>o già collaudato e necessario<br />

per i malati <strong>di</strong> tumore, con<br />

quale faccia si può presentare la richiesta<br />

<strong>di</strong> trovare ulteriori fon<strong>di</strong> per<br />

“clonare” un <strong>servizi</strong>o esistente? <strong>La</strong><br />

risposta sta in una parola: POTERE.<br />

Il gruppo dell’UDC ha minacciato<br />

<strong>di</strong> bocciare il max emendamento inserito<br />

nell’or<strong>di</strong>ne del giorno se, con<br />

la passiva complicità della maggioranza,<br />

non fosse stata accettata la<br />

proposta presentata dal Rad<strong>di</strong>no.<br />

E allora? Di cosa stiamo parlando?<br />

Di ricatto o <strong>di</strong> potere? Di democrazia<br />

o <strong>di</strong> regime? Di valori o <strong>di</strong> nichilismo?<br />

Siamo arrivati veramente<br />

alla frutta! Si gioca, ormai, anche (o<br />

Politica 9<br />

soprattutto) sulla vita e la salute della<br />

gente, che nei Palazzi della politica<br />

viene mo<strong>di</strong>ficata e “controllata”<br />

ad uso e piacimento su precisi programmi<br />

che vertono al raggiungimento<br />

e al consolidamento del potere.<br />

Ma dove è andata a finire le coscienza<br />

dell’uomo? E che ruolo copre<br />

lo stesso all’interno del macabro<br />

sistema pubblico? Ma, per fortuna,<br />

quanti ad oggi si sentono sicuri e<br />

protetti all’interno <strong>di</strong> questo sistema<br />

anarchico, vedranno presto sfaldarsi<br />

lentamente il terreno dove hanno<br />

creduto <strong>di</strong> consolidare grattacieli<br />

immuni da crolli.<br />

Il count down è già iniziato, anche<br />

se non percepibile, perché da<br />

costoro capire quando è giunto il<br />

tempo <strong>di</strong> fermarsi e <strong>di</strong> chiedere scusa<br />

alla collettività per i danni loro<br />

causati dal soggettivo ma plenario<br />

comportamento. Per certi versi, non<br />

molto <strong>di</strong>scordanti per il principio <strong>di</strong><br />

causa ed effetto, i Palazzi deputati<br />

alla politica sembrano la base <strong>di</strong> Gakona,<br />

e chi vuol intendere intenda.<br />

Mi chiedo, a che cosa sono servite<br />

le morti onorevoli ed eroiche <strong>di</strong><br />

Falcone, <strong>di</strong> Borsellino, <strong>di</strong> Dalla<br />

Chiesa (e si potrebbe proseguire ad<br />

libitum) se non si è capito che il<br />

marcio viene “generato” dal modo e<br />

dal sistema <strong>di</strong> fare politica? Ma veramente<br />

dobbiamo ancora assistere<br />

a sacrifici <strong>di</strong> Uomini puri e onesti<br />

per porre fine a questo <strong>di</strong>sumano<br />

stillici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> valori dove l’uomo è<br />

posto all’ultimo gra<strong>di</strong>no rispetto allo<br />

sclerotico potere. Uomini <strong>di</strong> buoni<br />

costumi e sani principi, preparatevi<br />

a breve a vedere in <strong>di</strong>retta la fine<br />

e il crollo <strong>di</strong> quanti ad oggi si reputano<br />

eterni e in<strong>di</strong>struttibili.<br />

Si avvicina finalmente la fase del<br />

cambiamento, dove l’uomo vedrà la<br />

propria <strong>di</strong>gnità al centro della vita<br />

sociale e dove i “furbi” verranno<br />

emarginati e condannati a vivere<br />

nell’onestà a loro molto ostile, costretti<br />

a trasformare il potere anarchico<br />

in potere fronesofico.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


10<br />

Sanità<br />

ALIMENTAZIONE - Nuovi <strong>di</strong>sturbi colpiscono la quasi totalità della popolazione<br />

Un fenomeno che in Sicilia<br />

si sta <strong>di</strong>ffondendo rapidamente<br />

<strong>di</strong> ALESSANDRO DE BARTOLOMEO<br />

Come si può leggere <strong>nella</strong> prefazione<br />

allo stu<strong>di</strong>o PASSI<br />

(Progressi delle Aziende Sanitarie<br />

per la Salute in Italia) riferito<br />

al 2007 che porta la firma in calce<br />

dell’assessore regionale alla Sanita<br />

on. Massimo Russo “L’Organizzazione<br />

Mon<strong>di</strong>ale della Sanità ha recentemente<br />

riaffermato come la spesa<br />

sanitaria sia oggi con<strong>di</strong>zionata<br />

dal progressivo incremento <strong>di</strong> problemi<br />

<strong>di</strong> salute derivanti dalla <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> cronicità legate, da un lato,<br />

all’incremento della durata me<strong>di</strong>a<br />

della vita e, dall’altro, all’aumento<br />

<strong>di</strong> frequenza tra la popolazione <strong>di</strong><br />

stili <strong>di</strong> vita inadeguati “. Secondo lo<br />

stesso rapporto, in Sicilia, il 4% delle<br />

persone intervistate risulta sottopeso,<br />

il 49% normopeso, il 32% sovrappeso<br />

e il 15% obeso. Il dato che<br />

deve fare riflettere è però un altro:<br />

emerge infatti una sottostima del rischio<br />

per la salute legato al proprio<br />

peso: solo il 40% percepisce il proprio<br />

peso come “troppo alto”, il<br />

34% è aumentato <strong>di</strong> peso nell’ultimo<br />

anno e la maggior parte giu<strong>di</strong>ca<br />

la propria alimentazione in senso<br />

positivo. I risultati in<strong>di</strong>cano la necessità<br />

<strong>di</strong> promuovere una maggiore<br />

consapevolezza del ruolo dell’alimentazione<br />

<strong>nella</strong> tutela della salute<br />

e <strong>nella</strong> prevenzione delle malattie e<br />

<strong>di</strong> favorire lo sviluppo <strong>di</strong> comportamenti<br />

virtuosi attraverso l’adozione<br />

<strong>di</strong> iniziative ed interventi <strong>di</strong> provata<br />

efficacia, anche perché all’orizzonte<br />

si affacciano due fenomeni in costante<br />

crescita, lo sviluppo <strong>dei</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’alimentazione ed l’obesità.<br />

Entrambi, benché molto <strong>di</strong>fferenti<br />

tra loro, rappresentano oggi una<br />

minaccia soprattutto tra le generazioni<br />

più giovani, anche in Sicilia.<br />

Allarme sociale? Forse è troppo presto<br />

per poterlo affermare.<br />

A tal fine, primo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />

incontri conoscitivi che ci introdurranno<br />

nel <strong>di</strong>fficile mondo delle patologie<br />

de<strong>di</strong>cate ai DCA (<strong>di</strong>sturbi<br />

del comportamento alimentare – ndr<br />

-) abbiamo contattato ultima ma non<br />

ultima una Associazione che da anni<br />

opera su scala nazionale e che da<br />

quest’anno ha deciso <strong>di</strong> “scendere in<br />

campo” in Sicilia, aprendo una propria<br />

unità operativa:stiamo parlando<br />

dell’AIDAP acronimo <strong>di</strong> Associazione<br />

Italiana Disturbi dell’alimentazione<br />

e del Peso.<br />

Lo spunto lo ha dato il recente<br />

convegno organizzato a Trapani<br />

presso l’Hotel Cristal lo scorso 20<br />

Giugno alla presenza del Professore<br />

Riccardo Dalle Grave presidente nazionale<br />

AIDAP, del Professore Salvatore<br />

Corrao della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

dell’Università <strong>di</strong> Palermo, del<br />

dr Angelo Bastianini responsabile<br />

del Servizio territoriale Pneuomologia<br />

della AUSL9 <strong>di</strong> Trapani e <strong>dei</strong><br />

dottori Gioacchino Allotta responsabile<br />

ambulatorio <strong>di</strong>abetologia ospedale<br />

Sant’Antonio Abate <strong>di</strong> Trapani,<br />

e Luigi Piazza Primario <strong>di</strong><br />

chirurgia dell’obesità presso<br />

L’Ospedale Vittorio Emanuele<br />

dell’Università <strong>di</strong> Catania.<br />

Ad oggi l’unica sede della associazione<br />

su tutto il territorio siciliano<br />

è quella apertasi a Trapani, il surplus<br />

per chi si rivolge alla equipe <strong>di</strong><br />

professionisti è rappresentato dall’approccio<br />

multi<strong>di</strong>sciplinare alle<br />

varie problematiche, non limitando-<br />

Antonino Faillaci<br />

si solamente alla sfera psicologica.<br />

Abbiamo ascoltato il Responsabile<br />

scientifico della Unità Operativa<br />

Locale dottore Antonino Faillaci il<br />

quale ci ha concesso gentilmente un<br />

po’ del suo tempo per un breve<br />

scambio <strong>di</strong> opinioni.<br />

Al dottore abbiamo chiesto essenzialmente<br />

<strong>di</strong> che cosa si occupa attualmente<br />

l’AIDAP in Sicilia?<br />

<strong>La</strong> sua risposta: “L’azione dell’AIDAP<br />

è <strong>di</strong>retta ad incrementare<br />

la cultura, l’informazione e la prevenzione<br />

sui <strong>di</strong>sturbi dell’alimenta-<br />

zione e sull’obesità.”<br />

Ma i Disturbi dell’alimentazione<br />

quali sono ed in quanti tipi si<br />

sud<strong>di</strong>vidono?<br />

<strong>La</strong> sua risposta è stata come avevamo<br />

chiesto molto sintetica: “An-<br />

che se la classificazione verrà aggiornata<br />

entro il 2009 al momento i<br />

Disturbi dell’Alimentazione, che si<br />

definiscono come persistenti <strong>di</strong>sturbi<br />

del comportamento alimentare o<br />

<strong>di</strong> comportamenti finalizzati al controllo<br />

del peso, che danneggiano la<br />

salute fisica o il funzionamento psicologico<br />

e che non sono secondari a<br />

nessuna con<strong>di</strong>zione me<strong>di</strong>ca o psichiatrica<br />

conosciuta, si <strong>di</strong>stinguono<br />

in Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa<br />

e <strong>di</strong>sturbi atipici, il più importante<br />

fra i quali è il <strong>di</strong>sturbo da alimentazione<br />

incontrollata, legato<br />

all’obesità”.<br />

Termini me<strong>di</strong>ci, parole che racchiudono<br />

al loro interno profonde<br />

lacerazioni esistenziali, storie e situazioni<br />

che causano spesso anche<br />

C’è la necessità <strong>di</strong> promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo<br />

dell’alimentazione <strong>nella</strong> tutela della salute e <strong>nella</strong> prevenzione<br />

delle malattie e <strong>di</strong> favorire lo sviluppo <strong>di</strong> comportamenti virtuosi<br />

attraverso l’adozione <strong>di</strong> iniziative ed interventi <strong>di</strong> provata efficacia<br />

relazioni sociali interrotte. Ma Ci<br />

sono dati sulla <strong>di</strong>ffusione del fenomeno<br />

in Sicilia? “Mancano dati<br />

epidemiologici certi. Tuttavia bisogna<br />

considerare che la Sicilia è fra<br />

le regioni a più elevata incidenza <strong>di</strong><br />

obesità e sedentarietà, mentre i pochi<br />

<strong>servizi</strong> esistenti sono sovraffollati<br />

e molti siciliani affetti da queste<br />

patologie si recano nelle regioni del<br />

Centro Nord per farsi curare. Nell’attuale<br />

situazione economica regionale<br />

sembra <strong>di</strong>fficile ipotizzare<br />

che le cose miglioreranno”. Pessimismo,<br />

o forse cruda realtà? Le sue<br />

considerazioni devono fare riflettere.<br />

Al Dottore Faillaci abbiamo inoltre<br />

chiesto Come è possibile identificare<br />

i soggetti a rischio? “L’identificazione<br />

<strong>dei</strong> soggetti a rischio è<br />

possibile in base al riconoscimento<br />

<strong>dei</strong> comportamenti patologici: la<br />

<strong>di</strong>eta ferrea, l’esercizio fisico eccessivo<br />

e compulsivo, il vomito, il <strong>di</strong>giuno<br />

prolungato, ma anche atteggiamenti<br />

come pesarsi spesso, evitare<br />

<strong>di</strong> esporre il corpo in pubblico,<br />

avere pensieri negativi e frequenti<br />

su peso, forme corporee e controllo<br />

dell’alimentazione”.<br />

Ma cosa fare una volta identificati?<br />

“<strong>La</strong> cosa migliore che si può<br />

fare è rivolgersi a degli specialisti<br />

in terapia <strong>dei</strong> D.A. non a qualsiasi<br />

psicologo e/o nutrizionista, poiché<br />

l’approccio terapeutico deve essere<br />

integrato e gli operatori devono<br />

possedere una formazione specifica.<br />

In molti casi l’intervento nelle prime<br />

fasi risolve il problema rapidamente.<br />

Quin<strong>di</strong> mai sottovalutare il<br />

problema o avere paura delle conseguenze<br />

o, peggio ancora, mostrare<br />

vergogna e nascondersi <strong>di</strong>etro<br />

improbabili giustificazioni”.<br />

Cosa pensa del fenomeno delle<br />

<strong>di</strong>ete “fai da te”? “Beh, Se esiste<br />

un modo per favorire lo sviluppo <strong>di</strong><br />

nuovi casi questo è sicuramente il<br />

migliore. Mo<strong>di</strong>ficare caratteristiche<br />

biologiche come peso e forme corporee<br />

può essere molto pericoloso,<br />

soprattutto se a provarci sono soggetti<br />

sani, <strong>di</strong> peso normale o in leggero<br />

sovrappeso e per motivi esclusivamente<br />

estetici. Bisogna fermamente<br />

respingere e tener lontani dai<br />

propinatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ete soprattutto i più<br />

giovani.<br />

Una ultima domanda:<br />

A chi consiglia <strong>di</strong> rivolgersi?<br />

“Chiunque abbia <strong>dei</strong> dubbi o voglia<br />

segnalarci <strong>dei</strong> casi o delle esperienze<br />

può inviare una mail all’in<strong>di</strong>rizzo<br />

aidaptrapani@libero.it, oppure telefonare<br />

allo 0923 554244. È utile<br />

inoltre consultare il sito www.positivepress.net/aidap,<br />

molto completo<br />

perchè contiene informazioni scientificamente<br />

corrette sulla materia.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Dopo i tagli, Massimo Russo a Caltagirone per riaprire il <strong>di</strong>alogo<br />

Una visita assessoriale<br />

per spegnere le polemiche<br />

<strong>di</strong> OMAR GELSOMINO<br />

Una visita presso l’ospedale<br />

Gravina <strong>di</strong> Caltagirone per<br />

“spegnere polemiche inutili<br />

e strumentali”. È stato il commento<br />

della visita a Caltagirone dopo le<br />

polemiche <strong>dei</strong> giorni scorsi apparse<br />

sui me<strong>di</strong>a regionali e nazionali. “Sono<br />

sicuro che questa riforma darà al<br />

citta<strong>di</strong>no prestazioni sicure, rapide<br />

ed efficienti all’interno <strong>di</strong> un’organizzazione<br />

<strong>di</strong>versa e funzionale al<br />

raggiungimento <strong>di</strong> questo obiettivo<br />

– ha <strong>di</strong>chiarato l’assessore regionale<br />

alla Sanità Massimo Russo -. Temo<br />

come amministratore l’applicazione<br />

della riforma, perché ci siamo dotati<br />

<strong>di</strong> uno strumento molto valido, che<br />

altre Regioni ormai ci invi<strong>di</strong>ano,<br />

proprio per la linearità e l’originalità<br />

del modello che abbiamo <strong>di</strong>segnato,<br />

molto puntuale rispetto all’esigenza<br />

della nostra comunità regionale, sono<br />

preoccupato perché dovremmo<br />

mettere in atto un’imponente opera<br />

<strong>di</strong> riconversione industriale con<br />

tempi e procedure che riguardano<br />

l’aspetto tecnico, giuri<strong>di</strong>co, sanitario<br />

e finanziario ci stiamo attrezzando<br />

per fare questo e conto sull’aiuto, la<br />

con<strong>di</strong>visione e la pazienza <strong>dei</strong> pazienti.<br />

Il giro all’interno dell’azienda<br />

ospedaliera Gravina è proseguito<br />

insieme al <strong>di</strong>rettore generale Carlo<br />

Romano, il <strong>di</strong>rettore amministrativo<br />

Giacomo Medulla, il <strong>di</strong>rettore sanitario<br />

Fer<strong>di</strong>nando Di Vincenzo ed il<br />

personale amministrativo per rendersi<br />

conto della struttura ma soprattutto<br />

delle moderne attrezzature<br />

<strong>di</strong> cui si sta dotando il Gravina per<br />

quanto riguarda il primo soccorso.<br />

“Rispetto all’istanza del potenziamento<br />

del <strong>servizi</strong>o sono pronto a<br />

corrispondere alle richieste che vengono<br />

dagli operatori – ha continuato<br />

l’assessore Russo -, perché questo<br />

sistema che abbiamo delineato va<br />

incontro a questo tipo <strong>di</strong> richiesta,<br />

manca la risonanza magnetica, stiamo<br />

facendo il piano degli strumenti<br />

<strong>di</strong>agnostici a livello regionale, se<br />

questo territorio è sfornito <strong>di</strong> un<br />

macchinario così importante ormai<br />

<strong>nella</strong> vita operativa <strong>di</strong> una struttura<br />

sanitaria provvederemmo affinché si<br />

abbia a Caltagirone così come provvederemmo<br />

a fare la rete dell’oncologia<br />

perché non accada che le ra<strong>di</strong>oterapie<br />

siano concentrate solo in<br />

alcune province e che qualche sfortunato<br />

che già porta i segni <strong>di</strong> una<br />

terribile malattia debba fare centinaia<br />

<strong>di</strong> chilometri per avere le ra<strong>di</strong>a-<br />

Nelle foto, l’assessore alla Sanità Massimo Russo (al centro) durante la visita presso l’ospedale Gravina <strong>di</strong> Caltagirone<br />

zioni positive. Questa è la sanità che<br />

stiamo costruendo, quella <strong>di</strong> avvicinare<br />

i <strong>servizi</strong> al territorio, in modo<br />

uniforme lasciando soltanto a Catania<br />

e a Palermo la realizzazione <strong>di</strong><br />

quelle eccellenze, per le quali oggi<br />

un citta<strong>di</strong>ni va in alcune regioni, ma<br />

l’eccellenza è tale se ci sono <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong><br />

funzionanti ed una eccellente<br />

normalità. Dobbiamo avvicinare i<br />

<strong>servizi</strong> a tutte le province e ai citta<strong>di</strong>ni<br />

in modo tale che si possano fare<br />

le vere eccellenze che servono a infrenare<br />

la mobilità verso le altre regioni.<br />

questo è l’impegno che sento<br />

<strong>di</strong> assumere. Ho iniziato da Caltagi-<br />

rone questo mio tour per rendermi<br />

conto <strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong> ciò che manca<br />

e <strong>di</strong> ciò che la gente e gli operatori<br />

hanno bisogno e che <strong>di</strong> fronte a questo<br />

tipo <strong>di</strong> richiesta intendo corrispondere<br />

puntualmente, ma all’interno<br />

<strong>di</strong> un quadro organico <strong>di</strong> rife-<br />

rimento e <strong>di</strong> progetti. In Sicilia è<br />

mancata la programmazione, sono<br />

mancati gli obiettivi ed i controlli,<br />

questi sono i principi che io reclino<br />

ogni giorno”. Di fronte alle proteste<br />

<strong>dei</strong> giorni scorsi in seguito all’approvazione<br />

della riforma sanitaria<br />

l’assessore regionale Russo ha replicato:<br />

“Ho voluto iniziare questo mio<br />

giro nelle strutture sanitarie siciliane<br />

in vista dell’applicazione della riforma<br />

proprio da Caltagirone che ha<br />

vissuto un momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio<br />

espresso in forma incivile, inaccettabile<br />

e intollerabile, anche per rassicurare<br />

gli operatori, la comunità<br />

Un giro all’interno dell’azienda ospedaliera Gravina è proseguito insieme<br />

al <strong>di</strong>rettore generale Carlo Romano, il <strong>di</strong>rettore amministrativo Giacomo<br />

Medulla, il <strong>di</strong>rettore sanitario Fer<strong>di</strong>nando Di Vincenzo ed il personale<br />

amministrativo è servito all’assessore regionale per rendersi conto della struttura<br />

ma soprattutto delle moderne attrezzature <strong>di</strong> cui si sta dotando l’ospedale Gravina<br />

che stiamo togliendo solo la veste<br />

giuri<strong>di</strong>ca, mancherà la parola azienda<br />

dal cartellone ma il resto rimarrà,<br />

anzi lo vogliamo migliorare, guardando<br />

proprio alle prestazioni e non<br />

certo lasciandoci risucchiare da polemiche<br />

inutili sulla caratterizzazione<br />

che deve avere questa struttura.<br />

Ci sono delle legittime preoccupa-<br />

Sanità 11<br />

zioni e questo sereno anche se vivace<br />

confronto con gli operatori credo<br />

che abbia consentito <strong>di</strong> far cogliere<br />

qual è la voglia che ha l’assessore <strong>di</strong><br />

corrispondere al bisogno del territorio,<br />

all’interno <strong>di</strong> scelte politiche<br />

ben precise che hanno visto l’eliminazione<br />

<strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci aziende su tutto il<br />

territorio regionale con criteri uniformi<br />

per tutti. Nella legge è prevista<br />

la possibilità che l’organizzazione<br />

dell’azienda sanitaria provinciale<br />

delle province <strong>di</strong> Catania, Messina e<br />

Palermo possa essere <strong>di</strong>versificata<br />

in ragione del numero <strong>di</strong> abitanti, la<br />

legge prevede che all’interno del bacino<br />

possano ritagliarsi <strong>dei</strong> moduli<br />

organizzativi, delle iniziative in ragione<br />

della specificità del territorio,<br />

ci sono tutti gli spazi per corrispondere<br />

alle esigenze <strong>di</strong> un territorio<br />

importante come quello del Calatino”.<br />

L’assessore regionale alla Sanità<br />

ha poi visitato anche la struttura<br />

riabilitativa del Gravina, in località<br />

Santo Pietro a Caltagirone e successivamente<br />

ha incontrato i sindaci <strong>dei</strong><br />

comuni che ricadono nel <strong>di</strong>stretto<br />

sanitario.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


12<br />

Sanità<br />

L’esperienza <strong>di</strong> un giovane me<strong>di</strong>co in un ospedale australiano<br />

Nazioni lontane a confronto:<br />

un tirocinante catanese a Melbourne<br />

<strong>di</strong> SEBANIA LIBERTINO<br />

Spesso, noi siciliani ci lamentiamo<br />

degli ospedali sia per il<br />

<strong>servizi</strong>o che per le strutture …<br />

ma esageriamo oppure siamo davvero<br />

nel Terzo mondo? Forse, in<br />

piccolo, una risposta può fornirla<br />

l’esperienza del dottor Costantino<br />

Terranova, specializzando in Anestesia<br />

e rianimazione all’Università<br />

degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Catania, reduce da<br />

un’esperienza <strong>di</strong> sei mesi in Australia,<br />

dove ha prestato <strong>servizi</strong>o sia in<br />

piccoli centri come Darwin che in<br />

gran<strong>di</strong> città quali Melbourn.<br />

Anzitutto, ci descrivi brevemente<br />

come sei riuscito a fare un periodo<br />

<strong>di</strong> tirocinio in Australia?<br />

Esiste una sorta <strong>di</strong> Erasmus oppure<br />

sono collaborazioni che aveva<br />

il tuo tutor?<br />

Il nostro corso <strong>di</strong> specializzazione<br />

prevede un periodo <strong>di</strong> sei mesi al <strong>di</strong><br />

fuori dell’Ateneo sia in Italia che all’estero.<br />

Io ho deciso <strong>di</strong> andare in<br />

Australia, ci ero stato in viaggio <strong>di</strong><br />

nozze e mi aveva affascinato, ed il<br />

mio supervisore ha trovato un contatto<br />

a Darwin. Lì ho stu<strong>di</strong>ato il sistema<br />

trauma, in particolare, ero andato<br />

per acquisire dati clinici per la<br />

specializzazione.<br />

E come sei finito melbourn?<br />

L’ospedale <strong>di</strong> Darwin aveva un<br />

grande bacino d’utenza, era attrezzato<br />

per i gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>sastri, specie in<br />

aiuto del Sud-Est asiatico. Ma è anche<br />

l’ospedale della città, e lì non<br />

succede niente! <strong>La</strong> città ha 200.000<br />

abitanti ma è veramente tranquilla.<br />

In un mese non ho fatto granché.<br />

Basti pensare che l’Italia ha una<br />

densità <strong>di</strong> 199 abitanti per km 2 mentre<br />

il territorio del Nord dell’Australia<br />

ha 0,1 abitanti per km 2 . Così ho<br />

chiesto al referente australiano ed al<br />

Prof. in Italia <strong>di</strong> andare in una città<br />

“più calda”, perché avevo bisogno<br />

<strong>di</strong> collezionare casi clinici, così <strong>di</strong><br />

mia iniziativa mi sono spostato a<br />

Melbourne e sono andato a chiedere<br />

all’ospedale “the Alfred”. Mi hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato una <strong>di</strong>sponibilità piena,<br />

cosa che non mi aspettavo dato che<br />

mi presentavo senza alcun referente,<br />

o megli oli ho inseriti nel curriculum<br />

ma non mi aveva presentato<br />

nessuno. Così dmi sono spostato a<br />

Melbourne.<br />

E questo non ha in<strong>di</strong>sposto nessuno?<br />

Sul momento credo <strong>di</strong> si, ma rientrato<br />

a Catania ho ottenuto i complimenti<br />

<strong>dei</strong> miei referenti, sia italiano<br />

che australiano per la mia tenacità e<br />

intraprendenza!<br />

Adesso, una domanda a bruciapelo,<br />

così entriamo subito nel vivo<br />

dell’intervista: gli ospedali australiani<br />

sono così <strong>di</strong>versi dai nostri?<br />

Si, il giorno con la notte<br />

<strong>La</strong> più grande <strong>di</strong>fferenza tra<br />

l’Australia e L’Italia?<br />

Nelle foto, l’Alfred hospital e il Royal Darwin hospital <strong>di</strong> Melbourne<br />

Australia: “rispetto per gli altri”.<br />

Italia: “fregare il prossimo”. Si possono<br />

riassumere così le filosofie <strong>di</strong><br />

vita e <strong>di</strong> intervento nei due Paesi secondo<br />

la mia esperienza.<br />

<strong>La</strong> cosa più bella che hai visto<br />

e/o fatto? Ovviamente lavorativamente<br />

parlando …<br />

<strong>La</strong> cosa più bella è stata essere a<br />

Melbourne durante i bush fires (la<br />

stagione degli incen<strong>di</strong> iniziata il 7<br />

febbraio, n.d.r.) e vedere come in<br />

Terranova: “Australia: rispetto per gli altri. Italia: fregare<br />

il prossimo. Si possono riassumere così le filosofie <strong>di</strong> vita<br />

e <strong>di</strong> intervento nei due Paesi secondo la mia esperienza”<br />

ospedale sono riusciti a tamponare<br />

l’emergenza senza che nessun citta<strong>di</strong>no<br />

lamentasse.<br />

Altra cosa che mi ha colpito è stato<br />

il lavoro <strong>di</strong> squadra. Non ho notato<br />

classismo nei confronti del resto<br />

del personale sanitario, infermieri e<br />

assistenti sanitari. Tutti lavoravano<br />

in maniera affiatata con un unico<br />

obiettivo: la cura del paziente.<br />

Come hanno affrontato il periodo<br />

<strong>dei</strong> fuochi?.<br />

In qualche giorno hanno raccolto<br />

molti sol<strong>di</strong> tramite una sorta <strong>di</strong> Telethon<br />

organizzato sul momento. Hanno<br />

anche fatto <strong>dei</strong> semplici braccialetti<br />

con la frase “ ricostruiremo tutto<br />

come prima” che hanno venduto<br />

in beneficienza, i giornali locali<br />

hanno organizzato raccolte. Tutto il<br />

ricavato è stato destinato alle popolazioni<br />

colpite.<br />

L’ospedale in sé ha approntato<br />

qualcosa <strong>di</strong> particolare, non so sale<br />

d’emergenza o altro?<br />

L’Ospedale è quello centrale del<br />

Vittoria (lo Stato australiano con capitale<br />

Melbourne, n.d.r.), è al centro<br />

<strong>di</strong> una fitta rete <strong>di</strong> interconnessioni<br />

tra le città e le campagne per cui oltre<br />

alla cura <strong>dei</strong> pazienti ha anche<br />

gestito il coor<strong>di</strong>namento. Ad es.<br />

mappe costantemente aggiornate,<br />

con bollettino <strong>dei</strong> feriti, <strong>di</strong>spersi e<br />

morti. Ha <strong>di</strong>stribuito le forze sanitarie<br />

dello Stato su tutto il territorio.<br />

Considera che hanno anche un grande<br />

parco <strong>di</strong> elicotteri, ambulanze …<br />

l’ospedale è attrezzato per intervenire<br />

a seguito <strong>di</strong> eventi straor<strong>di</strong>nari.<br />

il dr. Costantino Terranova<br />

Inoltre ha coor<strong>di</strong>nato i volontari,<br />

davvero tantissimi che hanno provveduto<br />

alla sistemazione delle tendopoli,<br />

la raccolta e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

viveri, vestiti ecc. per le popolazioni<br />

colpite.<br />

L’spedale ha mo<strong>di</strong>ficato la sua<br />

struttura per gestire l’emergenza?<br />

No l’ospedale è molto grande, ha<br />

90 posti <strong>di</strong> terapia intensiva, ha un<br />

grosso centro ustioni. L’Ospedale è<br />

servito da tre elicotteri, uno serve il<br />

nord-est dello Stato, uno il Nord-<br />

Ovest ed il terzo è <strong>di</strong> lunga percorrenza<br />

e può coprire l’intero Stato.<br />

Ci descrivi una tua giornata tipo,<br />

quin<strong>di</strong> non durante i fuochi?<br />

Sveglia alle 6:30, prendevo l’autobus<br />

e in Ospedale, ufficialmente,<br />

facevo attività <strong>di</strong> “observer” (osservatore,<br />

n.d.r.), ossia dovevo guardare<br />

e collezionare i dati clinici. In realtà,<br />

però, davo sempre una mano e<br />

mi ritrovavo ad intervenire. Io seguivo<br />

i turni del Capo <strong>di</strong> Dipartimento<br />

che, a <strong>di</strong>fferenza che in Italia<br />

non viaggiava in macchina blu e<br />

non si dava chissà che arie … Era<br />

una persona come le altre, non godeva<br />

<strong>di</strong> agevolazioni particolari e<br />

poi l’età … Il primario più giovane<br />

che ho conosciuto aveva 41 anni e il<br />

più vecchio 50 anni.<br />

E i più anziani dove sono?<br />

In pensione e girano il mondo ….<br />

Un’altra cosa che mi ha colpito<br />

dell’Australia è la facilità con cui si<br />

cambia lavoro, perché quella è la<br />

terra delle opportunità. Se hai<br />

un’idea innovativa trovi chi ti finanzia<br />

e sei circondato da persone che<br />

ti sostengono anche se non hanno<br />

alcun riscontro economico. Ad<br />

esempio, io ho potuto realizzare un<br />

sito internet. Ho conosciuto un webmaster<br />

e quando gli ho parlato della<br />

mia idea mi ha fatto il sito internet<br />

gratis!<br />

(www.costantino.terranova.com)<br />

Come sono strutturati i turni<br />

ospedalieri, come in Italia?<br />

In genere sono molto simili. <strong>La</strong><br />

cosa <strong>di</strong>versa è che hai più possibilità<br />

<strong>di</strong> fare straor<strong>di</strong>nario, se hai necessità<br />

economica lo <strong>di</strong>ci prima e ti agevolano,<br />

lo stesso se hai bisogno <strong>di</strong> perio<strong>di</strong><br />

prolungati <strong>di</strong> ferie.<br />

Hanno un grande bisogno <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci<br />

e infermieri. Hanno grosse<br />

strutture ospedaliere ma non hanno<br />

tutti i laureati che ci sono in Italia,<br />

questo perché si comincia a lavorare<br />

già durante gli stu<strong>di</strong> per cui non tutti<br />

sentono la necessità continuare gli<br />

stu<strong>di</strong> per avere il pezzo <strong>di</strong> carta per<br />

ottenere un lavoro.<br />

Costantino, come definiresti,<br />

nell’insieme, la tua esperienza lavorativa<br />

in Australia?<br />

In una parola? UTOPIA<br />

Diciamo così. Ho passato sei mesi<br />

a cercare qualcosa che non andasse,<br />

senza trovarlo, e non solo sul lavoro!<br />

<strong>La</strong> cosa più stupida: orari degli<br />

autobus rispettati al secondo. E poi<br />

gli spot pubblicitari anti fumo o<br />

quelli per la sicurezza sul lavoro<br />

con immagini anche molto crude<br />

proprio per scoraggiare a fumare, o<br />

per invogliare a rispettare le norme<br />

<strong>di</strong> sicurezza. Ti facevano veramente<br />

spaventare!<br />

Allora ti trasferiresti lì?<br />

Anche subito, ma con mia moglie!!<br />

Esercitazione contro il terrorismo<br />

batteriologico<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Momenti poco chiari <strong>nella</strong> conduzione<br />

del personale della <strong>società</strong> <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong><br />

dell’aeroporto <strong>di</strong> Catania<br />

FONTANA-ROSSA<br />

DI VERGOGNA<br />

Come <strong>nella</strong> maggior parte delle questioni scottanti<br />

che riguardano il capoluogo etneo, anche per<br />

lo scalo aereo la medaglia presenta due facce:<br />

quella bella (ma già invecchiata anche se giovane) della<br />

nuova aerostazione, e quella brutta, rappresentata<br />

dalla magnifica struttura Anni ’80, ideata dallo Stu<strong>di</strong>o<br />

Moran<strong>di</strong>, abbandonata, cadente e degradata in mano a<br />

vagabon<strong>di</strong> e drogati. Ma non sono solo questi aspetti<br />

che rappresentano una vistosa anomalia: ci sono, soprattutto,<br />

gli innumerevoli interessi che ruotano attorno<br />

alle attività dell’aeroporto. Interessi economici e politici<br />

conosciuti solo dagli “addetti ai lavori” e che il<br />

citta<strong>di</strong>no comune ignora per assoluta mancanza d’informazione,<br />

e per la <strong>di</strong>sinformazione ben pilotata.<br />

Il nostro giornale perio<strong>di</strong>camente ha messo in luce<br />

questi aspetti, attirandosi le “antipatie” <strong>dei</strong> potenti. Come<br />

è accaduto in anni precedenti, abbiamo nutrito delle<br />

speranze ogni qual volta i responsabili della <strong>società</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> dell’aeroporto - Sac e Sac Service<br />

- hanno annunciato clamorose “svolte”, ma le speranze<br />

sono rimaste tali e nulla <strong>di</strong> veramente positivo, alla fine,<br />

si è verificato. Così è accaduto per l’ultima “svolta”<br />

annunciata nel corso <strong>di</strong> una vistosa conferenza stampa<br />

dell’azienda, nell’aprile scorso, alla quale sono seguiti<br />

fatti che hanno suscitato non poche perplessità.<br />

Come è costume del nostro giornale, <strong>di</strong> non parlare<br />

mai a “senso unico”, noi abbiamo dato l’opportunità <strong>di</strong><br />

esprimere il proprio pensiero al presidente della Sac,<br />

ingegnere Gaetano Mancini. All’opinione del manager,<br />

stimato professionista catanese, il nostro giornale contrappone<br />

alcune informazioni, cioè “notizie” documentate<br />

e non opinioni, che l’ingegnere Mancini (almeno<br />

in teoria) potrebbe non conoscere, e consapevoli che i<br />

“fatti” possono essere più importanti delle “opinioni”<br />

che, spesso, lasciano il tempo che trovano.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009<br />

13<br />

DOSSIER


14<br />

DOSSIER<br />

30 Luglio 2009<br />

Aeroporto <strong>di</strong> Catania - Per il presidente della <strong>società</strong> <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> dello s<br />

Mancini: “Nella Sac c’è un man<br />

e un in<strong>di</strong>rizzo sicuro e <strong>di</strong> grand<br />

<strong>di</strong> MIRCO ARCANGELI<br />

Presidente Mancini, ci corre<br />

l’obbligo iniziare questa<br />

intervista con una domanda<br />

scontata: ad aprile sono<br />

stati presentati i piani industriali,<br />

un programma <strong>di</strong> riorganizzazione<br />

aziendale per rientrare<br />

dal deficit, nuovi assetti organizzativi,<br />

ed i primi risultati <strong>di</strong><br />

una strategia volta a produrre<br />

efficienza e rigore. A quasi tre<br />

mesi da questo importante<br />

evento, vorremmo sapere dal<br />

Presidente cosa è successo in<br />

questo lasso <strong>di</strong> tempo e cosa<br />

succederà.<br />

In realtà il piano industriale della<br />

Sac spa è stato presentato da oltre<br />

un anno mentre durante<br />

l’evento citato, (una conferenza<br />

stampa <strong>dei</strong> soci della Sac Spa) è<br />

stato presentato il piano industriale<br />

della Sac Service (una controllata).<br />

Della Sac spa sono invece<br />

stati presentati i primi risultati in<br />

termini <strong>di</strong> efficienza e forte rigore.<br />

E’ stata presentata la linea, l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

che l’assemblea ha voluto<br />

imprimere, in maniere molto forte<br />

al management <strong>di</strong> Sac, e conte-<br />

stualmente, i primi risultati concreti<br />

che, rispetto a questo nuovo<br />

in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> forte efficienza, si è<br />

voluto dare.<br />

Da quel momento in poi certamente<br />

forse il fatto più importante<br />

che riguarda Sac, è l’avvio delle<br />

attività del Consorzio <strong>di</strong> rampa<br />

Handling, che ha visto una cessione<br />

del ramo <strong>di</strong> azienda (quello<br />

<strong>dei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>di</strong> rampa), e il conseguente<br />

trasferimento <strong>di</strong> 111 <strong>di</strong>pendenti<br />

nel consorzio, che complessivamente<br />

è un’operazione che ha<br />

determinato e sta confermando<br />

quello che ci aspettavamo, cioè un<br />

forte intervento <strong>di</strong> efficientamento<br />

sul centro <strong>di</strong> costo dell’attività <strong>di</strong><br />

handling. Direi quin<strong>di</strong>, è un dato<br />

che mi piace sottolineare, abbiamo<br />

tutelato i posti <strong>di</strong> lavoro, perché<br />

altrimenti, stante il fatto che<br />

quel ramo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> Sac perdeva<br />

circa 2 milioni <strong>di</strong> euro all’anno,<br />

certamente si sarebbe arrivati<br />

ad una procedura <strong>di</strong> esubero <strong>di</strong> lavoratori.<br />

Mentre, in questa maniera,<br />

la procedura <strong>di</strong> esubero non<br />

c’è stata, per il grado <strong>di</strong> efficienza<br />

economica, riuscendo quin<strong>di</strong> ad<br />

evitare problemi <strong>di</strong> licenziamento.<br />

Quin<strong>di</strong> praticamente l’ossatura<br />

<strong>di</strong> questa conferenza<br />

stampa sta<br />

<strong>nella</strong> riorganizzazione<br />

interna per<br />

trovare una migliore<br />

efficienza<br />

<strong>nella</strong> struttura,<br />

cercando <strong>di</strong> trasferire<br />

compiti e <strong>servizi</strong><br />

e quin<strong>di</strong> manodopera<br />

ad altre<br />

aziende e strutture<br />

esterne, magari<br />

consorziate e sempre<br />

partecipate, in<br />

modo da trovare<br />

maggiore efficienza.<br />

111 persone sono<br />

state trasferite<br />

al consorzio Saga<br />

Handling. Ci sono<br />

altre strutture che<br />

vengono a crearsi<br />

con trasferimenti<br />

<strong>di</strong> personale? C’è<br />

una riorganizzazione<br />

interna <strong>di</strong> uffici,<br />

<strong>di</strong> apparati che è in<br />

essere? C’è un’occupazione<br />

in esubero?<br />

In quella occasione<br />

si parlava<br />

<strong>di</strong> personale in esubero,<br />

come si pensa<br />

<strong>di</strong> tutelarla? Vero<br />

che in parte si è<br />

già fatto con questo<br />

trasferimento,<br />

ma cosa ci <strong>di</strong>ce il<br />

Presidente?<br />

I trasferimenti attesi<br />

a breve sono<br />

quelli relativi all’altra<br />

parte dell’handling<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ciamo<br />

la parte handling<br />

<strong>di</strong> rampa. E’ un’attività<br />

che sostanzialmente<br />

noi abbiamo<br />

portato a compimento<br />

rispetto ad un<br />

preciso in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />

legge, una legge del<br />

’99, che fino ad ora<br />

non era stata attuata<br />

dalla Sac, e che sostanzialmente<br />

poggia sulla liberalizzazione <strong>dei</strong><br />

<strong>servizi</strong> <strong>di</strong> Handling, con la separazione<br />

netta tra l’attività del gestore<br />

e quella <strong>di</strong> Handling che invece<br />

va sul mercato. Quin<strong>di</strong> ora noi<br />

abbiamo quasi costituito, la Sac<br />

Handling, alla quale peraltro verrà<br />

conferita anche l’attività handling<br />

non <strong>di</strong> rampa, nonché le<br />

azioni del Consorzio Saga Handling.<br />

<strong>La</strong> procedura non è completata<br />

solo perché dal punto <strong>di</strong><br />

vista amministrativo si stanno finendo<br />

<strong>di</strong> fare le valutazioni <strong>dei</strong><br />

cespiti e quant’altro necessario<br />

per fare la cessione del ramo<br />

d’azienda. Di qui a qualche settimana<br />

la procedura dovrebbe essere<br />

definita.<br />

Con questa operazione viene<br />

dato corpo ad un’altra mo<strong>di</strong>fica<br />

organizzativa. Poi c’è stata una<br />

semplificazione della macro struttura<br />

<strong>di</strong> Sac con la riduzione <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>rezione, da tre a due, e la delega<br />

al presidente per la <strong>gestione</strong> delle<br />

attività, quin<strong>di</strong> un’organizzazione<br />

più s<strong>nella</strong> e finalizzata ad accelerare<br />

i processi. Gli esuberi a cui<br />

faceva riferimento lei non sono <strong>di</strong><br />

Sac spa, ma <strong>di</strong> Sac Service. Una<br />

<strong>società</strong> controllata al 100% da<br />

Sac, la quale gestisce sostanzialmente<br />

tre attività: l’attività <strong>di</strong> security,<br />

l’attività <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>dei</strong><br />

parcheggi e l’attività infovoli. Il<br />

piano industriale<br />

<strong>di</strong> Sac<br />

spa aveva già<br />

in<strong>di</strong>viduato fin<br />

dall’anno scorso,<br />

una serie <strong>di</strong><br />

interventi <strong>di</strong><br />

efficientamento<br />

rispetto al<br />

tema delle attività<br />

svolte dalla<br />

controllata, in particolare security,<br />

<strong>gestione</strong> <strong>dei</strong> parcheggi e infovoli.<br />

Il nuovo CDA <strong>di</strong> SAC Service<br />

si è impegnato in maniera importante<br />

su questo tema. E’ emersa in<br />

maniera evidente qual’è l’attuale<br />

situazione strutturale del gruppo<br />

societario, ed il CDA ha varato<br />

un piano industriale che è appunto<br />

quello presentato ad aprile. Un<br />

budget 2009 con relativo piano industriale<br />

che prevede una serie <strong>di</strong><br />

interventi forti, appunto, sulla<br />

struttura societaria, e che prevede<br />

una procedura <strong>di</strong> mobilità.<br />

<strong>La</strong> procedura <strong>di</strong> mobilità è attualmente<br />

in atto, noi abbiamo<br />

chiesto alla <strong>società</strong> <strong>di</strong> verificare<br />

anche la possibilità <strong>di</strong> applicare la<br />

cassa integrazione, ed i contratti<br />

<strong>di</strong> solidarietà. Loro lo stanno facendo.<br />

Quin<strong>di</strong> la procedura è in<br />

corso.<br />

Questa riorganizzazione prevede<br />

quin<strong>di</strong> mobilità, ma anche<br />

cassa integrazione e quin<strong>di</strong> allontanamento<br />

dal lavoro?<br />

C’è una situazione <strong>nella</strong> quale il<br />

tentativo che sta facendo la Sac<br />

Service è quello <strong>di</strong> recuperare il<br />

più possibile rispetto alle attività<br />

che sono gestite.<br />

Questo, guardando la struttura<br />

all’interno, ma se volessimo<br />

dare uno sguardo dall’esterno?<br />

In questi mesi si sono avvicendate<br />

delle polemiche, sugli spazi<br />

esterni, ad esempio terreni ab-<br />

bandonati, aree non utilizzate o<br />

la vecchia aerostazione fatiscente,<br />

parcheggi che funzionano e<br />

non funzionano, insomma qualcuno<br />

ad<strong>di</strong>rittura ha parlato <strong>di</strong><br />

presenza <strong>di</strong> cani randagi. Una<br />

polemica avanzata anche dal<br />

senatore Enzo Bianco. Cosa ci<br />

<strong>di</strong>ce il Presidente?<br />

Direi che sono osservazioni sacrosante,<br />

io stesso sono intervenuto<br />

più volte su questo tema anche<br />

sugli organi <strong>di</strong> stampa perché il<br />

tutto è verissimo. Noi abbiamo<br />

avviato tutte le procedure che sono<br />

finalizzate a definire la parte<br />

che noi possiamo definire, nel<br />

senso che noi<br />

non abbiamo<br />

compiti <strong>di</strong> polizia,<br />

non siamo in<br />

grado <strong>di</strong> affrontare<br />

l’abusivismo,<br />

non abbiamo competenze<br />

per contrastare<br />

il randagismo,<br />

sono chiaramente<br />

sfere <strong>di</strong> problemi<br />

che noi non<br />

possiamo gestire.<br />

<strong>La</strong> parte <strong>di</strong> problemi<br />

che noi invece<br />

possiamo e dobbiamo<br />

gestire è stata attenzionata<br />

dal CDA.<br />

Abbiamo avviato le<br />

procedure per la razionalizzazione<br />

delle<br />

attività <strong>di</strong> movimentazione<br />

delle auto, <strong>dei</strong><br />

pedoni, <strong>dei</strong> mezzi davanti<br />

all’aerostazione<br />

e per la sistemazione<br />

delle aree a verde.<br />

In questo ultimo caso<br />

eravamo pronti ad intervenire,<br />

nel frattempo<br />

gli iter procedurali han-<br />

no fatto perdere del tempo prezioso,<br />

siamo arrivati a ridosso del periodo<br />

estivo con un doppio problema,<br />

da un lato le temperature,<br />

con la conseguenza che effettuare<br />

impianti a verde in questa con<strong>di</strong>zione<br />

climatica avrebbe comportato<br />

un sicuro risultato negativo<br />

con ulteriori sprechi economici<br />

“Questa aerostazione è <strong>di</strong>mensionata per 6 milioni <strong>di</strong> passe<br />

un confronto con la vecchia aerostazione, sebbene gli spaz<br />

cresciuto. Quin<strong>di</strong> noi subiamo <strong>dei</strong> colli <strong>di</strong> bottiglia ed abb<br />

avviando le procedure per la ristrutturazione della vecchia<br />

non sopportabili dalla struttura, ed<br />

in secondo luogo, essendoci il<br />

traffico del periodo estivo, fare interventi<br />

sul traffico in questo periodo<br />

comporterebbe eccessivi <strong>di</strong>sagi<br />

per l’utenza. Quin<strong>di</strong> noi riteniamo<br />

che finito il perio-


calo oggi tutto procede bene<br />

agement molto forte,<br />

e efficienza dell’azienda”<br />

do estivo, su entrambe le questioni,<br />

con grande celerità, daremo la giusta<br />

risposta.<br />

Il tema circolazione infatti è fondamentale.<br />

Noi sappiamo che in certi<br />

momenti la circolazione non funziona<br />

molto bene. Proprio questa mattina<br />

sono stato alla commissione trasporti<br />

del comune <strong>di</strong> Catania. E’ stata fatta<br />

una opzione su questi temi. Io ho fortemente<br />

sollecitato il Comune affinché<br />

si possa incrementare il numero<br />

<strong>dei</strong> vigili urbani. Perché c’è oggettivamente<br />

un problema <strong>di</strong> questo tipo.<br />

Contestualmente abbiamo messo in<br />

cantiere una serie <strong>di</strong> in-<br />

terventi, che faremo subito dopo la<br />

fase estiva. Alcuni <strong>di</strong> tipo gestionale<br />

che faremo subito, altri strutturali che<br />

faremo subito dopo, finalizzati ad impe<strong>di</strong>re<br />

il blocco del traffico e della<br />

circolazione.<br />

In effetti da fruitore <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong><br />

posso confermare che forse prima<br />

la sosta temporanea era più facile,<br />

ggeri, abbiamo però punte ben superiori. Se noi facciamo<br />

i siano molto più gran<strong>di</strong>, il numero <strong>dei</strong> varchi non è molto<br />

amo l’esigenza <strong>di</strong> utilizzare degli spazi nuovi. Stiamo<br />

aerostazione Moran<strong>di</strong>”<br />

mentre ora con la rampa che sale e<br />

che non ha molto spazio attorno,<br />

per il movimento che genera l’aerostazione<br />

risulta del tutto insufficiente.<br />

Bene passando ad altro argomento.<br />

Abbiamo parlato <strong>di</strong> riorganizzazione<br />

interna, <strong>di</strong> immagine<br />

esterna, parliamo ora <strong>di</strong> futuro<br />

e <strong>di</strong> strategie. Si parla<br />

<strong>di</strong> futuro terzo hub<br />

italiano capace <strong>di</strong> intercettare<br />

voli intercontinentali.Contestualmente<br />

l’aeroporto<br />

<strong>di</strong> Catania ha forse raggiunto<br />

già ora livelli <strong>di</strong><br />

saturazione confermando<br />

il 4° posto a livello<br />

nazionale con oltre 6 milioni<br />

<strong>di</strong> passeggeri trasportati.<br />

Considerando i<br />

risultati raggiunti, ed il<br />

suo potenziale sviluppo,<br />

chie<strong>di</strong>amo all’ingegnere<br />

Mancini come immagina<br />

l’aeroporto <strong>di</strong> Catania del<br />

domani? Qual è il suo sogno<br />

nel cassetto a questo<br />

proposito?<br />

Innanzitutto dovrebbe essere<br />

già avvenuta la realizzazione<br />

del secondo modulo,<br />

capace <strong>di</strong> risolvere i problemi<br />

<strong>di</strong> accoglienza delle persone<br />

nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> punta. Cioè<br />

questa aerostazione è <strong>di</strong>mensionata<br />

per 6 milioni <strong>di</strong> passeggeri,<br />

abbiamo però punte<br />

ben superiori. Se noi facciamo<br />

un confronto con la vecchia aerostazione,<br />

sebbene gli spazi siano molto<br />

più gran<strong>di</strong>, il numero <strong>dei</strong> varchi non è<br />

molto cresciuto. Quin<strong>di</strong> noi subiamo<br />

<strong>dei</strong> colli <strong>di</strong> bottiglia ed abbiamo l’esigenza<br />

<strong>di</strong> utilizzare degli spazi nuovi.<br />

Stiamo avviando le procedure per la<br />

ristrutturazione della vecchia aerostazione<br />

“Moran<strong>di</strong>”. Un manufatto <strong>di</strong><br />

pregio, realizzato<br />

da un architetto<br />

importante, e noi<br />

riteniamo che possa<br />

ospitare circa<br />

2,5 milioni <strong>di</strong> passeggeri,probabilmente<br />

con un in<strong>di</strong>rizzo<br />

<strong>di</strong> tipo low<br />

cost.<br />

Questo porterebbe<br />

la capienza complessiva a 8,5<br />

milioni <strong>di</strong> passeggeri, fare un terminal<br />

B sostanzialmente. Contemporaneamente<br />

si dovrà procedere con le<br />

opere previste dal Master Plan 2007<br />

(piano <strong>di</strong> sviluppo dell’aeroporto).<br />

Con la realizzazione che abbiamo fatto<br />

quest’anno, la bretella 26 (nuova<br />

via <strong>di</strong> rullaggio), la pista <strong>di</strong> Catania è<br />

capace <strong>di</strong> ospitare un traffico <strong>di</strong> 12<br />

milioni <strong>di</strong> passeggeri all’anno. Evidentemente<br />

questi passeggeri non troverebbero<br />

capacità <strong>di</strong> accoglienza<br />

nell’aerostazione, che non ce la farebbe,<br />

quin<strong>di</strong> praticamente il collo <strong>di</strong><br />

bottiglia è il livello sviluppo aeroportuale.<br />

E questo è il primo sogno. Poi<br />

c’è una seconda prospettiva altrettanto<br />

importante che riguarda la definizione<br />

<strong>dei</strong> terreni comunali o meglio<br />

delle aree a destinazione aeroportuale<br />

previste dalla concessione. A questo<br />

proposito va sottolineato che il Comune<br />

<strong>di</strong> Catania ha risposto all’offerta<br />

fattagli per l’acquisto <strong>di</strong> tali aree<br />

con una posizione non coincidente<br />

con quella dell’Assemblea <strong>dei</strong> soci.<br />

Nel frattempo stiamo avviando tutte<br />

le procedure previste dalla concessione<br />

per l’acquisizione delle aree.<br />

<strong>La</strong> terza grande questione, che rappresenta<br />

anche il vero grande sogno,<br />

è quella <strong>di</strong> risolvere in maniera positiva<br />

la interferenza tra la pista aeroportuale<br />

e la ferrovia. Noi oggi, come<br />

sappiamo, abbiamo un binario che<br />

passa in testa alla pista 08. Questo binario<br />

ferroviario impe<strong>di</strong>sce il prolungamento<br />

della pista. L’attuale pista è<br />

una pista che<br />

non può ospitare<br />

i gran<strong>di</strong> aerei<br />

intercontinentali,<br />

i Boeing 747,<br />

l’Airbus A380-<br />

700, e altro.<br />

L’eliminazione <strong>di</strong><br />

questo ostacolo,<br />

permetterebbe il<br />

prolungamento<br />

della pista, che<br />

proietterebbe l’aeroporto<br />

<strong>di</strong> Catania<br />

in una <strong>di</strong>mensione<br />

intercontinentale.<br />

Tra l’altro, se si<br />

permettesse <strong>di</strong> fare<br />

questo intervento,<br />

interramento della<br />

ferrovia, prolungamento<br />

della pista,<br />

sarebbe molto bello<br />

pensare anche ad uno<br />

spostamento dell’asse<br />

ferroviario, per far<br />

arrivare la ferrovia in<br />

coincidenza con l’aerostazione.<br />

Questo permetterebbe<br />

ai passeggeri delle<br />

varie province (Messina,<br />

Siracusa, Enna e<br />

perché no anche Catania)<br />

<strong>di</strong> arrivare <strong>di</strong>rettamente<br />

sotto l’aeroporto con il treno<br />

senza dover per forza utilizzare l’auto.<br />

Si otterrebbe uno standard <strong>di</strong> <strong>servizi</strong><br />

molto più alto, ed uno standard <strong>di</strong><br />

sicurezza tale da evitare le gran<strong>di</strong> corse<br />

in auto immersi nel<br />

traffico della tangenziale.<br />

Un <strong>servizi</strong>o molto comune<br />

in tutti i gran<strong>di</strong> aeroporti<br />

del mondo.<br />

Credo che questo scenario<br />

avrebbe anche una prospettiva<br />

per le ferrovie. Infatti<br />

se ipotizziamo che un<br />

20% <strong>dei</strong> passeggeri possa<br />

utilizzare il sistema ferroviario,<br />

si aggiungerebbe<br />

un’utenza ferroviaria <strong>di</strong><br />

1,2 milioni <strong>di</strong> passeggeri.<br />

Speriamo quin<strong>di</strong> che sia<br />

una questione che interessa<br />

anche le ferrovie.<br />

15<br />

Questo forse oggi è veramente un<br />

sogno, ma io credo in fondo che sognare<br />

non faccia male, e noi tutti stiamo<br />

lavorando perché queste cose <strong>di</strong>ventino<br />

un giorno realtà.<br />

Alcuni numeri de<br />

«<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola»<br />

in cui si parla<br />

dell’aeroporto<br />

<strong>di</strong> Catania.<br />

In alto: il presidente<br />

della Sac,<br />

l’ing. Gaetano<br />

Mancini<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


16<br />

L’annunciata “svolta moralizzatrice” si risolve in epurazione a favore del più bieco nepotismo<br />

Sac-Service: fuori 9 indesiderati<br />

restano invece figli, nuore, ecc...<br />

<strong>di</strong> VITTORIO SPADA<br />

Nel corso della conferenza stampa tenuta<br />

il 17 aprile scorso, il presidente<br />

della Sac, ingegnere Gaetano Mancini,<br />

ha <strong>di</strong>chiarato:<br />

*“Si ritiene non solo opportuno ma ad<strong>di</strong>rittura<br />

doveroso, dare conto delle principali<br />

questioni che interessano un gruppo a totale<br />

partecipazione pubblica che vede la<br />

capogruppo SAC assegnataria della <strong>gestione</strong><br />

totale <strong>di</strong> una importante infrastruttura<br />

come l’Aeroporto <strong>di</strong> Fontanarossa. Ancor<br />

<strong>di</strong> più alla luce delle prime iniziative già<br />

avviate dalle quali si attende un consistente<br />

miglioramento operativo per oltre 5 milioni<br />

<strong>di</strong> euro all’anno (3 mln in SAC e 2 mln in<br />

SAC Service) con un contestuale snellimento<br />

strutturale attraverso il passaggio <strong>di</strong> 130<br />

addetti ad altre aziende (111 da SAC e 19<br />

da SAC Service). Fatto questo che ha peraltro<br />

consentito la salvaguar<strong>di</strong>a del loro<br />

posto <strong>di</strong> lavoro. Iniziative che rappresentano<br />

una vera e propria svolta gestionale finalizzata<br />

a dare alla struttura aeroportuale<br />

quella efficienza in<strong>di</strong>spensabile al suo sviluppo”..<br />

A sua volta il presidente della Sac Service,<br />

Giuseppe Sciacca, ha commentato:<br />

* “Scelte drastiche quelle che abbiamo<br />

intrapreso che riguardano il taglio <strong>dei</strong> costi<br />

(ridotte del 40 per cento le consulenze) e la<br />

re<strong>di</strong>stribuzione del personale: in Sac Service,<br />

per esempio, c’è un esubero in amministrazione….”.<br />

Nel corso della conferenza stampa è stato<br />

messo in luce anche che<br />

*“… la SAC Service presentava una per-<br />

<strong>di</strong>ta strutturale vicina ai 2 milioni <strong>di</strong> euro<br />

che grava sul bilancio consolidato della<br />

SAC. Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della<br />

SAC ha pertanto con<strong>di</strong>zionato la decisione<br />

sulla continuità aziendale alla adozione da<br />

parte della SAC Service <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> interventi<br />

<strong>di</strong> estremo rigore.<br />

Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione <strong>di</strong> SAC<br />

Service ha proposto un piano industriale<br />

che dà il via ad una forte iniziativa <strong>di</strong> risanamento<br />

basata su una razionalizzazione<br />

che porterà all’azzeramento delle per<strong>di</strong>te<br />

Da sinistra: Rino Sardo, Gaetano Mancini<br />

in tre anni”. Abbiamo estrapolato alcuni<br />

passi della conferenza stampa che ci pongono<br />

<strong>di</strong>versi interrogativi:<br />

Partendo dall’informazione, a nostro avviso<br />

(ma possiamo sbagliarci) incompleta,<br />

<strong>di</strong> un bilancio in rosso <strong>di</strong> due milioni e passa<br />

<strong>di</strong> euro della Sac Service, ci chie<strong>di</strong>amo<br />

se questo <strong>di</strong>savanzo sia stato coperto: la<br />

Sac Service, infatti, è una srl, e se presenta<br />

un bilancio in rosso o lo copre e ricapitalizza,<br />

oppure deve essere posta in liquidazione.<br />

In merito non si hanno notizie. Di contro<br />

si apprendono, invece, le misure <strong>di</strong> rigore<br />

adottate dalla Sac Service: la <strong>società</strong> aeroportuale<br />

ha raggiunto un accordo con alcuni<br />

sindacati, Uil, Cgil, Co<strong>di</strong>res, per il licenziamento<br />

<strong>di</strong> 50 <strong>di</strong>pendenti, l’intero nu-<br />

cleo <strong>di</strong> vertice dell’amministrazione, con la<br />

voce “mobilità” senza preavviso agli interessati,<br />

dall’oggi all’indomani.<br />

Ma come interpretare la circostanza sospetta<br />

che firmatari <strong>di</strong> questo accordo hanno<br />

propri parenti stretti (possiamo fare nomi<br />

e cognomi) in <strong>servizi</strong>o alla Sac? Forse<br />

questo tipo <strong>di</strong> dettagli non è noto ai presidenti<br />

Mancini e Sciacca? Più conosciuta,<br />

sicuramente, la lettera con la quale il 25<br />

marzo dello scorso anno il componente del<br />

Consiglio d’amministrazione della Sac Ser-<br />

vice, Carmelo Micalizzi, “denunciava” al<br />

presidente della Sac ed ai vertici <strong>dei</strong> soci<br />

Sac gli alti stipen<strong>di</strong> che sette <strong>di</strong>pendenti<br />

della Sac Service prendevano: sicuramente<br />

uno “scatto d’orgoglio” moralistico. Ma<br />

Micalizzi questo stesso “scatto d’orgoglio”,<br />

a quanto pare, non lo ha avuto quando, proprio<br />

alla Sac Service ha fatto assumere due<br />

figli e la nuora.<br />

Queste cose, probabilmente l’ingegnere<br />

Mancini le sconosce, così come sconosce,<br />

sicuramente, che <strong>di</strong>versi consulenti della<br />

Sac Service, con “alti emolumenti”, sono<br />

stati fatti transitare alla Sac (leggasi Moreno<br />

Prosperi); così come, sicuramente, i due<br />

presidenti, Mancini e Sciacca, ignorano che<br />

un componente del Consiglio della Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Catania<br />

(socia della<br />

Sac), Rino Sardo<br />

Gestione<br />

della Sac-Service:<br />

tipica situazione<br />

in cui si giu<strong>di</strong>ca bene<br />

e si razzola male<br />

(controllore e controllato?),<br />

prima è<br />

stato assunto dalla<br />

Sac Service con un<br />

ruolo già ricoperto<br />

da altro <strong>di</strong>pendente<br />

e, pochi giorni prima<br />

dell’invio <strong>dei</strong> provve<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong> mobilità,<br />

è stato trasbordato<br />

alla Sac, con un<br />

aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o!<br />

I criteri <strong>di</strong> selezione del personale da<br />

licenziare appaiono altrettanto nebulosi, tenuto<br />

conto – per quanto è dato sapere…che<br />

non sarebbero state rispettate le graduatorie<br />

per qualifica e anzianità, mentre sarebbero<br />

stati “salvati” <strong>di</strong>pendenti i cui meriti<br />

particolari si sconoscono.<br />

Qualche esempio? Dal licenziamento<br />

non è stato toccato Simone Lucarelli (nipote<br />

<strong>di</strong> Pietro Agen, presidente della Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> Catania), Giuseppe Castiglione<br />

(figlio <strong>di</strong> Santo Castiglione, attuale<br />

presidente dell’Autorità Portuale <strong>di</strong> Catania),<br />

Giuliano Rossitto (figlio del noto professore<br />

Elio Rossitto), Marco Tanasi (fratello<br />

<strong>di</strong> Tanasi, presidente del Codacons).<br />

Anche in questi casi citati non si sono registrati<br />

scatti <strong>di</strong> orgoglio moralistico da parte<br />

<strong>dei</strong> componenti <strong>dei</strong> Cda Sac e Sac Service.<br />

C’è dell’altro…<br />

Non mettiamo in dubbio la buona fede<br />

del presidente Sac, Mancini, ma viene<br />

spontaneo chiedergli se conosce quale sia<br />

la retribuzione del <strong>di</strong>rettore Sac e Sac Service,<br />

Paolo Antonelli: si <strong>di</strong>ce alta, molto<br />

più alta <strong>di</strong> quella percepita dallo stesso presidente!<br />

Ma noi non ci cre<strong>di</strong>amo. Riteniamo,<br />

invece, cre<strong>di</strong>bile la notizia <strong>di</strong> un consistente<br />

“premio” in euro assegnato a Paolo<br />

Antonelli per la professionalità con cui ha<br />

condotto a termine la vicenda della Sac<br />

Service.<br />

Aggiungiamo:<br />

Che <strong>di</strong>re <strong>dei</strong> tanti parenti<br />

stretti <strong>di</strong> deputati e<br />

politici, in forza alla Sac<br />

e Sac Service? Se così<br />

stanno le cose, allora,<br />

dove sta la “svolta”, il<br />

cambiamento <strong>di</strong> rotta<br />

“morale” che si è detto<br />

voler imprimere alla <strong>società</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>dei</strong> <strong>servizi</strong><br />

aeroportuali <strong>di</strong> Catania?<br />

Se il risanamento morale<br />

della <strong>società</strong> si intendeva<br />

farlo eliminando<br />

50 <strong>di</strong>pendenti, perchè alla fine sono stati<br />

“epurati” soltanto nove impiegati, senza tenere<br />

conto delle loro qualifiche e anzianità?<br />

Si tratta <strong>di</strong> una vendetta politica? Noi non<br />

sappiamo dare risposte a questi interrogativi.<br />

Come ci chie<strong>di</strong>amo anche quale criterio<br />

<strong>di</strong> valutazione sia stato adottato nell’in<strong>di</strong>viduazione<br />

del personale ritenuto in esubero.<br />

Altri capitoli poco noti possono essere<br />

ancora aperti: L’ingegnere Mancini dovrebbe<br />

spiegarci, per esempio, la presenza, in<br />

qualità <strong>di</strong> azionista, della <strong>società</strong> “Iniziative<br />

E<strong>di</strong>toriali Siciliane srl” dell’e<strong>di</strong>tore Mario<br />

Ciancio in una collegata Sac, la Intersac<br />

Hol<strong>di</strong>ng Spa… eccetera.<br />

DOSSIER<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Geotermica, inesauribile e poco sfruttata energia che viene dal sottosuolo<br />

<strong>di</strong> SEBANIA LIBERTINO<br />

TesIl panorama delle fonti <strong>di</strong><br />

energia alternativa è molto<br />

variegato e non si esaurisce<br />

con le fonti più note quali eolico e<br />

fotovoltaico. Una fonte energetica<br />

pressoché inesauribile e certamente<br />

poco sfruttata è quella geotermica.<br />

Il termine “geotermia” deriva dal<br />

greco “gêo” e “thermos” ed il significato<br />

letterale è “calore della Terra”.<br />

L’energia geotermica deriva dal<br />

calore presente negli strati più profon<strong>di</strong><br />

della crosta terrestre e può essere<br />

considerata una forma <strong>di</strong> energia<br />

rinnovabile, se valutata in tempi<br />

brevi. Penetrando in profon<strong>di</strong>tà la<br />

superficie terrestre, la temperatura<br />

<strong>di</strong>venta gradualmente più elevata,<br />

aumentando <strong>di</strong> circa 30 °C per km<br />

<strong>nella</strong> crosta terrestre (0.3 °C/km e<br />

0.8 °C/km rispettivamente nel mantello<br />

e nel nucleo). Il calore interno<br />

alla terra fu originariamente generato<br />

durante l’accrezione (formazione,<br />

n.d.r.) del pianeta dovuta alla forza<br />

<strong>di</strong> attrazione gravitazionale. In seguito<br />

il calore interno ha continuato<br />

ad essere generato grazie a processi<br />

<strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento nucleare naturale <strong>di</strong><br />

elementi quali l’uranio, il torio e il<br />

potassio. Il calore terrestre proveniente<br />

dall’interno, viene successivamente<br />

trasferito verso la superficie<br />

me<strong>di</strong>ante convezione del magma<br />

o <strong>di</strong> acque profonde: da qui nasce la<br />

maggior parte <strong>dei</strong> fenomeni come le<br />

eruzioni vulcaniche, le sorgenti termali,<br />

i geyser, o le fumarole. I giacimenti<br />

<strong>di</strong> questa energia sono però<br />

<strong>di</strong>spersi e a profon<strong>di</strong>tà così elevate<br />

da impe<strong>di</strong>rne lo sfruttamento.<br />

Come si riesce ad estrarre energia<br />

dal sottosuolo? Essenzialmente si<br />

sfrutta il calore <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>, vapore o<br />

acqua in gran parte meteorica, che si<br />

riscaldano circolando nelle rocce<br />

calde e permeabili e interagendo<br />

con queste acquisiscono sali e gas<br />

incondensabili. In con<strong>di</strong>zioni particolari,<br />

quali la presenza <strong>di</strong> fratture<br />

<strong>nella</strong> crosta terrestre (faglie) o affioramenti<br />

<strong>di</strong> rocce permeabili, acqua e<br />

vapore possono raggiungere la superficie<br />

dando luogo a manifestazioni<br />

naturali anche altamente spettacolari,<br />

come lagoni, geyser e fumarole.<br />

Il vapore, o l’acqua calda,<br />

sono sfruttati o <strong>di</strong>rettamente per<br />

muovere una turbina collegata ad un<br />

generatore che produce energia elettrica,<br />

oppure per riscaldare un liquido<br />

<strong>di</strong> scambio che a sua volta farà<br />

girare la turbina. Il vapore acqueo<br />

generato (o prelevato dal sottosuolo)<br />

viene riutilizzato per il riscaldamento<br />

urbano, per le coltivazioni in<br />

serra e nel termalismo. Per alimentare<br />

la produzione del vapore acqueo<br />

si ricorre spesso all’immissione<br />

<strong>di</strong> acqua fredda in profon<strong>di</strong>tà,<br />

una tecnica utile per mantenere costante<br />

il flusso del vapore. In questo<br />

modo si riesce a far lavorare a pieno<br />

regime le turbine e produrre calore<br />

con continuità.<br />

A causa della necessità <strong>di</strong> essere<br />

in prossimità <strong>di</strong> una faglia l’energia<br />

geotermica rappresenta oggi meno<br />

dell’1% della produzione mon<strong>di</strong>ale<br />

<strong>di</strong> energia. Leader nel suo sfruttamento<br />

è l’Islanda, dove l’85% delle<br />

abitazioni sono riscaldate con questa<br />

fonte energetica. In realtà esistono<br />

<strong>di</strong>versi sistemi geotermici, ma attualmente<br />

vengono sfruttati a livello<br />

industriale solo i sistemi idroterma-<br />

li, costituiti da formazioni rocciose<br />

permeabili in cui l’acqua piovana e<br />

<strong>dei</strong> fiumi si infiltra e viene scaldata<br />

da strati <strong>di</strong> rocce ad alta temperatura.<br />

Le temperature raggiunte variano<br />

dai 50-60 °C fino ad alcune centinaia<br />

<strong>di</strong> gra<strong>di</strong>.<br />

È naturalmente legata a quei territori<br />

dove vi sono fenomeni geotermici,<br />

quin<strong>di</strong>, è una fonte energetica<br />

marginale da utilizzare solo in limitati<br />

contesti territoriali. Il più grande<br />

complesso geotermico al mondo si<br />

trova in California a The Geysers<br />

(l’impianto ha un potenziale <strong>di</strong> 1400<br />

MW, sufficiente a sod<strong>di</strong>sfare le richieste<br />

energetiche dell'area metropolitana<br />

<strong>di</strong> San Francisco). Anche in<br />

Africa, il Kenya e l’Etiopia hanno<br />

costruito degli impianti per l’energia<br />

geotermica. In Etiopia si calcola<br />

che l’energia presente è <strong>di</strong> almeno<br />

1000 MW. Circa venti paesi al mondo<br />

hanno progetti <strong>di</strong> sviluppo del<br />

geotermico. Persino Google ha investito<br />

nel geotermico <strong>di</strong> terza generazione,<br />

basato sulla trivellazione <strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà per raggiungere punti<br />

cal<strong>di</strong> della crosta anche da zone non<br />

naturalmente termali. <strong>La</strong> trivellazione<br />

è il costo maggiore; nel 2005<br />

l’energia geotermica costava fra i 50<br />

e i 150 euro per MWh, ma si prevede<br />

che tale costo scenda a 50-100<br />

euro per MWh nel 2010 e a 40-80<br />

euro per MWh nel 2020.<br />

Lo svantaggio principale delle<br />

centrali geotermiche è il tipico odore<br />

sgradevole <strong>di</strong> uova marce causato<br />

dall’idrogeno solforato. Se è tollerato<br />

nel caso <strong>dei</strong> siti termali, è piuttosto<br />

avverso alla popolazione residente<br />

nei pressi <strong>di</strong> una centrale geo-<br />

termica. Il problema è comunque risolvibile<br />

me<strong>di</strong>ante l’installazione <strong>di</strong><br />

particolari impianti <strong>di</strong> abbattimento.<br />

Un altro problema è quello dell’impatto<br />

ambientale. Infatti, le centrali<br />

si presentano come un groviglio <strong>di</strong><br />

tubature anti-estetiche, anche se<br />

l’aspetto è simile a quello <strong>di</strong> molti<br />

siti industriali o fabbriche. Infine,<br />

alcuni stu<strong>di</strong>osi, sostengono che la<br />

produttività delle centrali geotermiche<br />

si riduce anche del 30% nel giro<br />

<strong>di</strong> 10 anni. Per estrarre e usare il calore<br />

imprigionato <strong>nella</strong> Terra, è necessario<br />

in<strong>di</strong>viduare le zone dove<br />

questo si è concentrato: serbatoi o<br />

giacimenti geotermici. È possibile<br />

utilizzare industrialmente solo quello<br />

che si trova concentrato in alcune<br />

zone privilegiate in corrispondenza<br />

delle quali, non lontano dalla superficie<br />

(5-10 km <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà), sono<br />

presenti masse magmatiche fluide o<br />

già soli<strong>di</strong>ficate in via <strong>di</strong> raffreddamento.<br />

Tali zone si localizzano nelle<br />

aree dove le placche in cui è sud<strong>di</strong>visa<br />

la crosta terrestre vengono a<br />

contatto, e dove masse magmatiche<br />

tendono a risalire verso la superficie:<br />

queste zone (denominate “dorsali<br />

oceaniche” e “zone <strong>di</strong> subduzione”)<br />

sono state caratterizzate da intensa<br />

attività tettonica che ha dato<br />

origine a vulcani, terremoti ed altri<br />

fenomeni. È chiaro che l’Italia, terra<br />

relativamente giovane e con intensa<br />

attività vulcanica, è proprio uno <strong>di</strong><br />

quei luoghi in cui è possibile sfruttare<br />

l’energia geotermica.<br />

Ed infatti, già nel 1904, per l’esattezza<br />

4 luglio <strong>di</strong> quell’anno, proprio<br />

in Italia, per merito del principe Piero<br />

Ginori Conti, fu sperimentato il<br />

primo generatore geotermico a <strong>La</strong>rderello,<br />

in provincia <strong>di</strong> Pisa. Ad ol-<br />

tre 100 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza e, nonostante<br />

fosse stato <strong>di</strong>strutto<br />

durante la seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale, quello stabilimento,<br />

interamente ricostruito, ancora<br />

funziona, sod<strong>di</strong>sfacendo oltre<br />

l’80% del fabbisogno energetico degli<br />

abitanti della zona.<br />

Il potenziale geotermico italiano<br />

fino a profon<strong>di</strong>tà economicamente<br />

convenienti è ragguardevole, con risorse<br />

<strong>di</strong> alta temperatura (> 150 °C)<br />

concentrate <strong>nella</strong> fascia pre-appenninica<br />

tosco-laziale-campana, in alcune<br />

zone del Veneto, dell’Emilia<br />

Romagna e della Lombar<strong>di</strong>a, in Sardegna,<br />

Sicilia e in alcune isole vulcaniche<br />

del Tirreno, e con risorse <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>a e bassa temperatura (< 150<br />

°C) ubicate su vaste aree del territorio<br />

nazionale. In base alle sue caratteristiche<br />

geologiche, dunque, l’Italia<br />

è un Paese a forte vocazione geotermica,<br />

per cui il suo potenziale potrebbe<br />

essere valorizzato molto più<br />

<strong>di</strong> quanto fatto fino ad ora. <strong>La</strong> produzione<br />

<strong>di</strong> energia elettrica dalla<br />

geotermia è fortemente concentrata<br />

in Toscana (Pisa, Siena e Grosseto).<br />

<strong>La</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica, a<br />

fronte degli 810,5 MWe installati e<br />

<strong>dei</strong> 5,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> kWh prodotti nel<br />

2006 (corrispondenti ad 1,1 milioni<br />

<strong>di</strong> tep, ton<strong>nella</strong>te equivalenti <strong>di</strong> petrolio,<br />

ndr), può giungere a 1.500<br />

MWe nel 2020, con una generazione<br />

<strong>di</strong> 10 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> kWh/anno, pari al<br />

fabbisogno elettrico <strong>di</strong> 9 milioni <strong>di</strong><br />

abitanti. Ciò rappresenta il raddop-<br />

Scienze 17<br />

Il calore della Terra produce<br />

una fonte energetica alternativa<br />

Per estrarre e usare il calore imprigionato <strong>nella</strong> Terra, è necessario<br />

in<strong>di</strong>viduare le zone dove questo si è concentrato in giacimenti<br />

geotermici. È possibile utilizzare industrialmente solo quello che<br />

si trova concentrato in alcune zone privilegiate in corrispondenza<br />

delle quali, non lontano dalla superficie, sono presenti masse<br />

magmatiche fluide o già soli<strong>di</strong>ficate in via <strong>di</strong> raffreddamento<br />

pio della produzione del 2006, e<br />

corrisponde ad un risparmio <strong>di</strong> oltre<br />

2 milioni <strong>di</strong> tep. Per gli usi <strong>di</strong>retti, a<br />

fronte <strong>dei</strong> 650 MWt installati e <strong>di</strong><br />

una produzione corrispondente ad<br />

oltre 190.000 tep nel 2006, la potenza<br />

installata può giungere a 6.000<br />

MWt nel 2020, con una produzione<br />

equivalente ad 1.800.000 tep, idonea<br />

per riscaldare 800.000 appartamenti.<br />

Si tratta <strong>di</strong> valori circa 10<br />

volte superiori a quelli del 2006.<br />

Considerati nell’insieme, gli usi<br />

elettrici e non elettrici del calore terrestre<br />

possono quin<strong>di</strong> passare dagli<br />

1,3 milioni <strong>di</strong> tep del 2006 a quasi 4<br />

milioni <strong>di</strong> tep del 2020, corrispondenti<br />

ad oltre 1,2% del consumo totale<br />

lordo <strong>di</strong> energia del Paese.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un contributo che può<br />

sembrare modesto in termini percentuali,<br />

ma che non lo è affatto in<br />

termini economici se raffrontato al<br />

costo del combustibile fossile sostituito.<br />

L’importanza <strong>di</strong> tale contributo risulta<br />

poi ancora più evidente se si<br />

pensa che la prevista crescita della<br />

geotermia nel 2020 consente <strong>di</strong> evitare<br />

<strong>di</strong> scaricare nell’atmosfera circa<br />

10 milioni <strong>di</strong> ton<strong>nella</strong>te <strong>di</strong> CO2 all’anno.<br />

Tra i progetti per lo sviluppo del<br />

geotermico in Italia, si annovera anche<br />

quello della IKEA. <strong>La</strong> nota <strong>società</strong><br />

svedese ha installato nel nuovo<br />

negozio <strong>di</strong> Parma (località Ugozzolo),<br />

un impianto geotermico costituito<br />

da 272 sonde che arrivano a<br />

150 metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà nel suolo.<br />

E la Sicilia? Purtroppo, come<br />

ogni volta che si parla <strong>di</strong> innovazione<br />

la Sicilia sarebbe il luogo migliore<br />

in cui realizzarla, ma l’unico posto<br />

in cui non si fa niente. Noi abbiamo<br />

impianti termali un po’ ovunque,<br />

sinonimo del fatto che ci sono<br />

tantissimi siti “sfruttabili”, inoltre<br />

abbiamo l’Etna e Stromboli, a testimoniare<br />

che siamo in presenza <strong>di</strong><br />

numerose faglie da cui si potrebbe<br />

prelevare l’energia geotermica, ma<br />

ad oggi non ci sono siti per il suo<br />

sfruttamento.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


18<br />

Turismo<br />

Con una serie <strong>di</strong> coinvolgenti manifestazioni culturali<br />

Ad agosto ritorna alla vita<br />

l’antica città <strong>di</strong> Morgantina<br />

<strong>di</strong> SALVO DI MAURO<br />

Ad agosto Morgantina torna a<br />

nuova vita con una serie <strong>di</strong><br />

iniziative culturali che si terranno<br />

negli antichi siti. Rivive la<br />

città antica che dopo 24 secoli è stata<br />

restituita al sole della pianura della<br />

dea Cerere.<br />

Rivive il mercato, il parlamento,<br />

il ginnasio, il tempio, il teatro l’ekklesiasterion<br />

(luogo <strong>di</strong> riunione del<br />

popolo per votare le leggi).<br />

Le manifestazioni, uniche e coinvolgenti,<br />

si terranno. nel parco archeologico.<br />

Morgantina è una città sicula e<br />

greca, sito archeologico<br />

nel comune <strong>di</strong><br />

Aidone: la città fu riportata<br />

alla luce<br />

nell’autunno del 1955<br />

dalla missione archeologicadell’Università<br />

<strong>di</strong> Princeton<br />

(Stati Uniti). Gli scavi<br />

sinora compiuti<br />

consentono <strong>di</strong> seguire<br />

lo sviluppo dell’inse<strong>di</strong>amento<br />

per un periodo<br />

<strong>di</strong> circa un millennio,<br />

dalla preistoria<br />

all’epoca romana.<br />

L’area più facilmente<br />

visitabile, recintata<br />

dalla Sovraintendenza,<br />

conserva resti dalla<br />

metà del V alla fine<br />

del I secolo a.C., il<br />

periodo <strong>di</strong> massimo<br />

splendore della città.<br />

Da questo sito provengonoimportantissimi<br />

reperti archeologici<br />

come la Venere<br />

<strong>di</strong> Morgantina, attualmente<br />

custo<strong>di</strong>ta presso<br />

la collezione Getty<br />

a Malibu, <strong>di</strong> cui è<br />

previsto il ritorno in<br />

loco nel 2010, e il<br />

Tesoro <strong>di</strong> Morgantina,<br />

anch’esso in via <strong>di</strong> restituzione.<br />

Morgantina è sicuramente uno <strong>dei</strong><br />

siti archeologici più interessanti dell’entroterra<br />

<strong>di</strong> Sicilia. Le numerose<br />

fonti in cui viene menzionata Morgantina<br />

sono una riprova della sua<br />

importanza. Alle informazioni delle<br />

fonti letterarie si aggiungono ovviamente<br />

i reperti rinvenuti in seguito<br />

agli scavi archeologici effettuati in<br />

tutta l’area. <strong>La</strong> città si estende su<br />

una piccola pianura delimitata da<br />

dolci colline. Al centro del pianoro<br />

si trova l’Agorà dominata dall’alto<br />

dal “colle della Cittadella”, sede<br />

dell’Acropoli. Il sito, prima <strong>di</strong> essere<br />

colonizzato dai greci, presentava<br />

inse<strong>di</strong>amenti preistorici <strong>di</strong> età castelluciana<br />

e dell’Età del Bronzo. Fu<br />

nel IX secolo a.C. che arrivarono i<br />

Morgeti (da cui Morgantina prende<br />

il nome). Testimonianze del periodo<br />

<strong>di</strong> colonizzazione da parte <strong>di</strong> questo<br />

popolo si trovano nell’area dell’Acropoli:<br />

capanne a pianta quadrata<br />

appartenenti ad un villaggio<br />

agricolo. Nel IV secolo a.C. i coloni<br />

Calcidesi <strong>di</strong> Catania ingran<strong>di</strong>scono<br />

il sito. Nel 211 a.C., durante le guerre<br />

puniche, Morgantina si schiera<br />

con i Cartaginesi e questo provoca<br />

la sua <strong>di</strong>struzione da parte <strong>dei</strong> Romani.<br />

Lungo il perimetro dell’area archeologica<br />

sono visibili le antiche<br />

mura <strong>di</strong> cinta che, seguendo l’oro-<br />

grafia della zona, hanno un andamento<br />

piuttosto frastagliato. Le mura<br />

non presentavano torri, solo alcuni<br />

baluar<strong>di</strong>, e si aprivano in corrispondenza<br />

delle quattro porte.<br />

Sull’Acropoli, oltre alle succitate<br />

capanne morgetiche, si trovano i resti<br />

più antichi della città, compresa<br />

l’area sacra. L’area sacra comprende<br />

<strong>dei</strong> piccoli templi ed il naiskos<br />

arcaico, un grande tempio lungo all’incirca<br />

32 metri risalente al VI secolo<br />

a.C. Ai pie<strong>di</strong> della collina<br />

dell’Acropoli si trova il quartiere residenziale.<br />

Qui sono state rinvenute<br />

lussuosi esempi <strong>di</strong> abitazioni con<br />

pavimenti a mosaico e pareti affre-<br />

scate: la Casa del Capitello<br />

Dorico, famosa per la sua iscrizione<br />

musiva EYEKEY (Stai bene!) sul<br />

pavimento in cocciopesto; la Casa<br />

<strong>di</strong> Ganimede, che prende il nome<br />

dal mosaico rinvenuto al suo interno<br />

raffigurante il ratto <strong>di</strong> Ganimede; altre<br />

abitazioni degne <strong>di</strong> nota sono la<br />

Casa <strong>dei</strong> capitelli tuscanici e la<br />

Casa del Magistrato, entrambe con<br />

decorazioni musive e parietali.<br />

<strong>La</strong> zona più interessante <strong>di</strong> Morgantina<br />

è certamente l’Agorà, <strong>di</strong>sposta<br />

su due livelli (quello inferiore<br />

riservato ai riti sacri, quello superiore<br />

per fini commerciali e pubblici)<br />

collegati da una grande scalinata.<br />

Quest’ultima è molto particolare<br />

perchè consta <strong>di</strong> tre lati che formano<br />

così in basso uno spazio probabilmente<br />

usato per le riunioni citta<strong>di</strong>ne,<br />

come Ekklesiasterion, o per<br />

momenti <strong>di</strong> culto vista la vicinanza<br />

con il Santuario delle Divinità<br />

Ctonie, Demetra e Kore.<br />

Contemporaneo alla scalinata è<br />

senza dubbio il Teatro Greco. <strong>La</strong><br />

sua cavea semicircolare consta <strong>di</strong> 15<br />

gra<strong>di</strong>ni ed è sud<strong>di</strong>visa in sei settori;<br />

è probabile che le scalinate in pietra<br />

continuavano con delle strutture in<br />

legno per aumentare la capienza del<br />

teatro (5000 posti circa). Il Santuario<br />

delle Divinità Ctonie ha una<br />

pianta trapezoidale ed è all’interno<br />

<strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio che sono stati rin-<br />

venuti <strong>dei</strong> busti votivi policromi che<br />

raffigurano Demetra. Accanto al<br />

teatro greco, più a est, si trova il<br />

granaio pubblico; risalente al III<br />

sec. a.C. ha una pianta rettangolare.<br />

I resti <strong>di</strong> due fornaci all’interno<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio sono la prova dell’esistenza<br />

in città <strong>di</strong> fabbriche <strong>di</strong> vasi in<br />

ceramica.<br />

<strong>La</strong> terrazza superiore dell’Agorà è<br />

delimitata da tre portici monumentali<br />

con colonne (stoà); uno con<br />

funzione <strong>di</strong> ginnasio, uno a<strong>di</strong>bito a<br />

fini commerciali, l’altro per riunioni<br />

pubbliche. Al centro <strong>di</strong> questa terrazza<br />

dell’Agorà si trova il Macellum,<br />

del II secolo a.C. ; l’e<strong>di</strong>ficio ha<br />

pianta quadrata ed è l’esempio più<br />

antico <strong>di</strong> macellum a noi pervenuto.<br />

I reperti archeologici rinvenuti<br />

nell’area archeologica <strong>di</strong> Morgantina<br />

sono conservati nel piccolo ma<br />

interessantissimo Museo Archeologico<br />

<strong>nella</strong> vicina Aidone. I reperti<br />

custo<strong>di</strong>ti vanno dall’età del Ferro al<br />

I secolo a.C.<br />

<strong>La</strong> gastronomia per il rilancio turistico del territorio<br />

A Trapani è arrivata “Stragusto”<br />

il festival del cibo da strada<br />

Gastronomia e territorio un binomio che in questo<br />

lembo occidentale <strong>di</strong> Sicilia può rivelarsi<br />

fondamentale per il rilancio economico e turistico.<br />

<strong>La</strong> provincia <strong>di</strong> Trapani dopo Bon Ton, rassegna<br />

de<strong>di</strong>cata al tonno ed ai prodotti <strong>di</strong> tonnara andata in<br />

scena lo scorso giugno, ha ospitato la prima e<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Stragusto festa del cibo da strada del me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Nel capoluogo <strong>nella</strong> tre giorni che si è tenuta il 24 luglio<br />

scorso nello scenario della ex Piazza mercato del<br />

pesce un luogo simbolo della Città, si è avuto modo <strong>di</strong><br />

tuffarsi in un profluvio <strong>di</strong> odori, sapori e colori tipici<br />

della cultura enogastronomia dell’area del me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Degustazioni con panelle, arancine, kebab, pane ca<br />

meusa, spincioni, ma anche momenti <strong>di</strong> cultura e laboratori,<br />

ma anche spazio de<strong>di</strong>cato all’arte, alla musica,<br />

con concerti ed esibizioni.<br />

In invi<strong>di</strong>abile posizione geografica citta<strong>di</strong>na posta<br />

tra le due nuove spiagge recentemente riscoperte e meta<br />

<strong>di</strong> un sempre maggiore numero <strong>di</strong> utenti, si è avuta<br />

la possibilità <strong>di</strong> unire l’utile assaggiando e gustando le<br />

specialità tipiche eno-gastronomiche del bacino del<br />

Gli scavi <strong>di</strong> Morgantina e accanto il manifesto delle manifestazioni estive<br />

Uno <strong>dei</strong> siti più importanti dell’entroterra siciliano<br />

purtroppo poco conosciuto e poco valorizzato<br />

me<strong>di</strong>terraneo, e perché no, magari molti ne hanno approfittato<br />

per farsi un bel bagno nelle acque cristalline<br />

appena prospicienti, lasciandosi poi cullare la sera dal<br />

tipico struscio delle “vasche” <strong>nella</strong> centralissima Via<br />

Torrearsa o del vicino Corso Garibal<strong>di</strong>, il “salotto buono”<br />

della città.<br />

D. B.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Nuove manifestazioni dopo la due giorni al Convitto Cutelli <strong>di</strong> Catania<br />

Avanti a passo <strong>di</strong> danza<br />

la Compagnia DanzAbile<br />

<strong>di</strong> DOMENICO COCO<br />

Dopo la due giorni de<strong>di</strong>cata alla<br />

danza, proposta nell’ambito<br />

delle celebrazioni del<br />

Convitto Nazionale M. Cutelli <strong>di</strong><br />

Catania, <strong>di</strong>retto dal rettore Osvaldo<br />

S. Bresmes, in occasione del 230°<br />

anniversario dalla fondazione del<br />

“Collegio <strong>dei</strong> Nobili”(1779 – 2009).<br />

il Centro Coreutico Accademico <strong>di</strong><br />

Sicilia “Khoreia” e la Compagnia<br />

“DanzAbile” hanno in corso <strong>di</strong> preparazione<br />

nuove iniziative per questa<br />

estate e per il prossimo autunno.<br />

Non è stato <strong>di</strong>menticato l’evento tenuto<br />

al Cutelli, patrocinato dalla<br />

Provincia Regionale <strong>di</strong> Catania –<br />

Assessorato alla Politiche Scolastiche,<br />

è realizzato in collaborazione<br />

dell’Università <strong>di</strong> Catania, dell’Orto<br />

Botanico, dell’Assessorato alla Cultura<br />

del Comune <strong>di</strong> Catania e dell’Associazione<br />

Polena. Gli abiti <strong>di</strong><br />

scena, si ricorda, sono stati firmati<br />

dallo stilista Eugenio Vazzano, la<br />

fotografia <strong>di</strong> scena è stata curata dal<br />

maestro Domenico Morizzi. <strong>La</strong> Corte<br />

del Vaccarini, ribalta delle performance<br />

coreutiche, è stata arricchita<br />

dalla presenza <strong>di</strong> carrozze ottocentesche,<br />

messe a <strong>di</strong>sposizione dall’Istituto<br />

Incremento Ippico per la Sicilia<br />

- Ass.to Regionale Agricoltura e Foreste<br />

e <strong>di</strong> un carretto siciliano, offerto<br />

da Michelangelo Costantino<br />

dell’Associazione Culturale Carretti<br />

d’Epoca. A chiusura della serata, la<br />

Corte è stata colorata <strong>di</strong> caleidoscopiche<br />

luci <strong>dei</strong> fuochi d’artificio barocchi.<br />

<strong>La</strong> Compagnia DanzAbile, che ha<br />

sede all’interno del Centro Coreutico<br />

<strong>di</strong> Sicilia “Koreia”, <strong>di</strong>retta da<br />

Maria Grazia Finocchiaro, è nota al<br />

pubblico per essersi splen<strong>di</strong>damente<br />

esibita a Catania il 31 luglio 2008 in<br />

occasione della solenne cerimonia<br />

della rievocazione storica <strong>dei</strong> 150<br />

dell’Orto Botanico con le performance<br />

The moon over Mtatsminda,<br />

Pan, Neznakomaya e Bernarda in<br />

sette, su coreografie <strong>di</strong> Maria Grazia<br />

Finocchiaro.<br />

Di recente la Compagnia Danz-<br />

Abile ha presentato al Teatro del<br />

Baglio <strong>di</strong> Villafrati (Pa), alla sua<br />

Quarta stagione, lo spettacolo <strong>di</strong><br />

teatro-danza “Libertad”, liberamente<br />

tratto dal capolavoro “<strong>La</strong> casa <strong>di</strong><br />

Successi<br />

e prospettive<br />

future <strong>dei</strong> giovani<br />

allievi seguiti<br />

con passione<br />

e professionalità<br />

da Maria Grazia<br />

Finocchiaro<br />

Maria Grazia Finocchiaro<br />

Bernarda Alba” <strong>di</strong> Federico García<br />

Lorca su musiche <strong>di</strong> Giovanni Sollima,<br />

Mere<strong>di</strong>th Monk e Michel<br />

Petrucciani.<br />

“… Per tutti gli otto anni <strong>di</strong> durata<br />

del lutto non entrerà in questa<br />

casa il vento della via, facciamo<br />

conto <strong>di</strong> aver murato con mattoni<br />

porte e finestre…”: così si esprime<br />

Bernarda il giorno della morte del<br />

marito; come pietre, scaglia tali parole,<br />

che piombano con la pesantezza<br />

<strong>di</strong> enormi macigni nei petti delle<br />

figlie. È la lapidazione delle loro<br />

pulsioni interne, la condanna a sopravvivere<br />

nonostante la sepoltura<br />

delle loro anime inesperte. Pupazzi<br />

nelle mani <strong>di</strong> una madre-padrona,<br />

manovrate dalla tirannia delle sue<br />

<strong>di</strong>sposizioni, sono solo marionette<br />

unite dai fili invisibili del loro stesso<br />

sangue.<br />

Sola si muove come uno spettro<br />

tra le bianche mura, l’anziana Maria<br />

Josefa vaneggiando ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> un<br />

lontano passato. Respiri soffocati,<br />

sospiri rassegnati, <strong>di</strong>ventano ora grida<br />

interiori, che rimbombano in una<br />

casa <strong>di</strong> falsi silenzi.<br />

Tutti si muovono in un apparente<br />

equilibrio <strong>di</strong> onore e rispettabilità<br />

sociale, si spostano nell’identico<br />

percorso delle loro stanze, scandendo<br />

con i loro passi un tempo interminabile.<br />

Amore, o<strong>di</strong>o, rancore, rabbia,<br />

invi<strong>di</strong>a,sentimenti questi che ribolliscono<br />

nelle vene, tensioni che<br />

non possono fare a meno <strong>di</strong> fuoriuscire,<br />

esplodendo <strong>nella</strong> violenza degli<br />

sguar<strong>di</strong> e <strong>nella</strong> crudezza delle parole,<br />

che ormai esprimono una ribellione<br />

che scuote la casa, mettendone<br />

in <strong>di</strong>scussione l’onorabilità. Ma le<br />

mura della casa <strong>di</strong> Bernarda, ispessite<br />

da anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spotismo, <strong>di</strong> repressioni,<br />

<strong>di</strong> egoismo, <strong>di</strong> parvenze e <strong>di</strong><br />

ipocrisie, non crollano e la verità vi<br />

morirà all’interno.<br />

Maria Grazia Finocchiaro si forma<br />

presso l’Accademia Nazionale<br />

<strong>di</strong> Danza <strong>di</strong> Roma, dove si specializza<br />

in tecnica della danza contemporanea<br />

e composizione coreografica.<br />

Vincitrice <strong>di</strong> numerose borse <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o tra cui quella presso il Wuppertal<br />

Tanz Theater <strong>di</strong> Pina Bausch,<br />

dove si specializza <strong>nella</strong> sperimentazione<br />

del teatro-danza.<br />

Da questa grande passione nascono<br />

molte delle sue opere, fra cui ricor<strong>di</strong>amo:<br />

Oitat; Io; Isola; <strong>La</strong> casa<br />

<strong>di</strong> Bernarda Alba; Bernarda... dentro;<br />

Bernarda in sette; Libertad.<br />

Nel 2002 fonda la compagnia<br />

“Danzabile” e dal 2004 ha la <strong>di</strong>rezione<br />

artistica del Centro Coreutico<br />

Accademico <strong>di</strong> Sicilia “Khoreia”.<br />

Incontro a Catania<br />

con la scrittrice<br />

Margaret Mazzantini<br />

Margaret Mazzantini, l'aristocrazia<br />

della letteratura<br />

italiana, è stata a Catania<br />

per presentare il suo nuovo romanzo,<br />

"Venuto al mondo", e<strong>di</strong>to<br />

da Mondadori. Dopo il grande e<br />

meritato successo <strong>di</strong> "Non ti muovere",<br />

arrivato al traguardo <strong>di</strong> quasi<br />

due milioni <strong>di</strong> copie vendute e<br />

portato sul grande schermo da Sergio<br />

Castellitto e Penelope Cruz, la<br />

Mazzantini si cimenta, in questo<br />

nuovo lavoro, con la storia complicata<br />

e dolce, personale e sociale,<br />

<strong>di</strong> una donna e del suo figlio<br />

adolescente che lasciano l'Italia<br />

per un viaggio reale e metaforico<br />

con destinazione Sarajevo.<br />

Ad attenderli, un mondo ricordato<br />

ma ormai sconosciuto e un<br />

amore <strong>di</strong> un tempo <strong>di</strong> pura passione.<br />

Con una scrittura che nulla lascia<br />

al caso e che sottintende un<br />

certosino lavoro <strong>di</strong> rifinitura, e con<br />

una fantasia sbrigliata verso l'universo<br />

sospeso tra Occidente e<br />

Oriente che è la città bosniaca,<br />

protagonista -alla pari <strong>dei</strong> personaggi<br />

in carne e ossa- <strong>di</strong> questa<br />

storia, la scrittrice italo/irlandese<br />

riesce nel complicato intento <strong>di</strong><br />

raccontare un’epopea d'amore e<br />

crudeltà, <strong>di</strong> guerra, maternità e pace<br />

senza mai cadere nelle banalità<br />

<strong>di</strong> maniera e non smarrendo mai il<br />

Margaret Mazzantini<br />

Cultura 19<br />

rigido filo conduttore <strong>di</strong> una narrazione<br />

che è contemporaneità e impegno<br />

civile.<br />

Il Teatro Stabile <strong>di</strong> Catania, nell'ambito<br />

della rassegna "Libri in<br />

Cortile", ha organizzato nei giorni<br />

scorsi nel Cortile Platamone un incontro<br />

con la scrittrice italo/irlandese,<br />

e l’attore Vincenzo Pirrotta<br />

ha letto brani del suo ultimo libro.<br />

Margaret Mazzantini, già Premio<br />

Strega nel 2002 con "Non ti muovere"<br />

(Mondadori, 2001), bestseller<br />

da quasi due milioni <strong>di</strong> copie<br />

vendute e da cui è stato tratto<br />

l'omonimo film con Sergio Castellitto<br />

e Penelope Cruz, è stata intervistata<br />

da Pietrangelo Buttafuoco.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


20<br />

Cultura<br />

L’artista siciliano presente nelle principale esposizioni italiane<br />

<strong>La</strong> pittura <strong>di</strong> Davide Camonita<br />

nel panorama culturale nazionale<br />

<strong>di</strong> DOMENICO COCO<br />

Non si è spento l’eco della 46°<br />

mostra nazionale <strong>di</strong> pittura<br />

contemporanea “Santhia’”.<br />

Tenuta nel Dipartimento <strong>di</strong> Botanica<br />

dell’Università <strong>di</strong> Catania.<br />

L’iniziativa è compresa nel Calendario<br />

delle Manifestazioni Ufficiali<br />

dello Stato e si è avvalsa dell’alto<br />

patrocinio della Presidenza della<br />

Repubblica e del patrocinio della<br />

Regione Piemonte, della Provincia<br />

<strong>di</strong> Vercelli, della Società Italiana<br />

Amici <strong>dei</strong> Fiori <strong>di</strong> Firenze, della Pro<br />

loco “Santhia’”<br />

Sono state esposte le opere <strong>di</strong> 300<br />

artisti, provenienti da tutte le regioni<br />

Italiane, prescelti dalla Commissione<br />

preposta. <strong>La</strong> Sicilia è stata rappresentata<br />

dall’artista Davide Camonita,<br />

che, con orgoglio, ha esposto<br />

le sue opere <strong>nella</strong> storica sede<br />

del palazzo della Pro loco <strong>di</strong> Santhia’.<br />

Storicamente la manifestazione si<br />

ispira ai valori universali <strong>di</strong> cultura<br />

perseguiti dagli “Amici della Scala<br />

<strong>di</strong> Milano”. Durante la mostra sono<br />

stati consegnati i riconoscimenti<br />

“Premio Nazionale Gaudenzio Ferrari”,<br />

“Premio Giorgio Allario Caresana”,<br />

“Premio Presidenza della Repubblica<br />

Giorgio Napolitano”, “Premio<br />

<strong>di</strong> Sua Eminenza Papa Benedetto<br />

XVI” ed ancora altri riconoscimenti<br />

in nome delle rappresentanze<br />

delle alte cariche dello Stato. Pre-<br />

Considerazioni sullo “sciopero” <strong>dei</strong> blogger del 14 Luglio 2009<br />

<strong>La</strong> presa della pastiglia<br />

Leggo che il 14 Luglio 2009, 220 anni dopo la<br />

Presa della Bastiglia, c’è stata una nuova rivoluzione:<br />

una eccezionale giornata <strong>di</strong> silenzio, osservato<br />

dai blog italiani, per protestare contro il decreto<br />

Alfano. Non si tratterebbe <strong>di</strong> una adesione allo sciopero<br />

<strong>dei</strong> giornalisti, quanto piuttosto una decisione <strong>di</strong><br />

protestare contro il provve<strong>di</strong>mento tout court.<br />

In<strong>di</strong>pendentemente dalle ragioni, più o meno con<strong>di</strong>visibili,<br />

più o meno oneste, più o meno giuste, che possano<br />

avere spinto a circolare una simile notizia, come<br />

blogger io trovo la stessa molto preoccupante. È un po’<br />

come se un se<strong>di</strong>cente amministratore <strong>di</strong> condominio<br />

entrasse in casa mia per annunciarmi che, in tale data,<br />

il resto <strong>dei</strong> condomini ha deciso <strong>di</strong> fare <strong>di</strong>eta vegetariana.<br />

Ed io con loro!<br />

Il fatto è che io non sapevo neppure che questo amministratore<br />

fosse stato nominato e soprattutto avevo<br />

appena acquistato una bistecca per celebrare quella<br />

giornata coi cugini d’oltralpe!<br />

Fuor <strong>di</strong> metafora, a mio modo <strong>di</strong> vedere, tutta la storia<br />

non ha capo né coda. Posso solo pensare che si trat-<br />

ti <strong>di</strong> confusione semantica: “abbaglio” per “bavaglio”,<br />

“Bastiglia” per “pastiglia”. Detto questo, se il target<br />

dell’iniziativa è quello nobile <strong>di</strong> sostenere un <strong>di</strong>scorso<br />

<strong>di</strong> maggiore libertà informativa, non vedo proprio come<br />

si possa raggiungerlo togliendo il cerotto dalla bocca<br />

<strong>di</strong> qualcuno per metterlo sulla bocca <strong>di</strong> qualcun altro.<br />

A parte ciò, la “gravità” dell’intero progetto sta soprattutto<br />

nel tentativo, che pare <strong>di</strong> ravvisare (ma potrei<br />

sbagliarmi, anzi, sicuramente mi sbaglio, anzi, voglio<br />

sbagliarmi!), <strong>di</strong> far entrare quel tempio dell’espressione<br />

libera che è Internet dentro <strong>di</strong>namiche e<strong>di</strong>toriali obsolete<br />

(ma non solo!) e assolutamente provinciali. <strong>La</strong><br />

Rete rappresenta infatti l’antitesi delle stesse!<br />

<strong>La</strong> Rete, a <strong>di</strong>spetto delle apparenze, non è il Borg <strong>di</strong><br />

Star Trek! Non è un organismo cibernetico de<strong>di</strong>to ad<br />

assimilare col fine <strong>di</strong> controllare, ma è espressione viva<br />

della libertà dell’anima e della sua <strong>di</strong>versità.<br />

Un’anima che fa fatica a trovare accordo persino con<br />

se stessa, figuriamoci aderire a progetti corporativi <strong>di</strong><br />

qualsiasi genere e natura!<br />

Rina Brundu<br />

il pittore Camonita, autore delle opere nelle foto<br />

sente alla manifestazione il cavaliere<br />

<strong>di</strong> Gran Croce Mario Pistono. Fra<br />

i componenti della giuria critica<br />

d’arte ricor<strong>di</strong>amo Angelo Mistrangelo,<br />

Dino Pasquali, Giorgio Severo.<br />

L’artista Davide Camonita nell’anno<br />

2007 è stato già insignito,<br />

nell’ambito della medesima mostra,<br />

del premio “Renzo Piano”.<br />

Davide Camonita contemporaneamente<br />

ha presenziato, con le sue<br />

opere, ad altro concorso <strong>di</strong> Arti Figurative<br />

“Trofeo Barocco”, che si è<br />

tenuto nel Salone al 1° Piano della<br />

Cascina Monastero, sala degli Olivetani,<br />

giunto alla sua VIII^ E<strong>di</strong>zione,<br />

organizzato dall’Associazione<br />

Culturale Artistica “Cascina Barocco”.<br />

L’evento è stato patrocinato dal<br />

Premi e prestigiosi<br />

riconoscimenti<br />

che mettono in luce<br />

una creatività<br />

che affonda<br />

le ra<strong>di</strong>ci<br />

<strong>nella</strong> storia<br />

dell’Isola<br />

Comune <strong>di</strong> Milano. <strong>La</strong> Cascina, la<br />

cui origine è compresa fra il 13° e il<br />

14° secolo, per iniziativa <strong>di</strong> Balzarino<br />

Posterla, ha un nome che evoca<br />

in sé la vastità orizzontale <strong>dei</strong> campi,<br />

i loro colori e silenzi, la leggiadria<br />

e la creatività e <strong>di</strong>viene luogo<br />

eccellente per ospitare manifestazioni<br />

<strong>di</strong> elevato valore artistico e spirituale.<br />

Davide Camonita è nato a Paternò<br />

(CT) nel 1986, vive e lavora nel capoluogo<br />

etneo. Sin da bambino manifesta<br />

interesse per la pittura. Da riviste<br />

e libri specializzate attinge notizie<br />

sulla pittura, ancor prima <strong>di</strong><br />

scegliere gli stu<strong>di</strong> artistici. Sarà la<br />

visione de “<strong>La</strong> notte stellata” <strong>di</strong> Van<br />

Gogh a portarlo al liceo artistico<br />

statale “Emilio Greco” <strong>di</strong> Catania. È<br />

stato allievo <strong>di</strong> artisti come Silvio<br />

Signorelli, Rino Fontana, Piero Zuccaio<br />

ed altri. Affascinato dal <strong>di</strong>segno<br />

tecnico e dall’architettura si <strong>di</strong>ploma<br />

presso l’Istituto tecnico per<br />

Geometri. Inizia con le opere olio su<br />

tela, ma man mano inserisce sempre<br />

nuovi ar<strong>di</strong>ti materiali, per assecondare<br />

la sua congenita voglia <strong>di</strong> sperimentare,<br />

partecipando a manifestazioni<br />

Nazionali e Internazionali.<br />

È stato insignito <strong>di</strong> numerosi premi<br />

e riconoscimenti, in Italia e all’Estero.<br />

Tra i più importanti, trofeo “Città<br />

<strong>di</strong> Catania”, premio “Alba 2006”,<br />

premio Nazionale “Renzo Piana” e<br />

“Palma d’Oro 2007”.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


A Catania è soltanto simbolico l’intento <strong>di</strong> preservare i Beni culturali esistenti<br />

Cultura 21<br />

Lo scandaloso mancato restauro<br />

della Chiesa S. Nicolò l’Arena<br />

<strong>di</strong> SANTO PRIVITERA<br />

Perio<strong>di</strong>camente si torna a parlare<br />

<strong>di</strong> ridare slancio e <strong>di</strong>gnità<br />

alla storia <strong>di</strong> Catania. Su questi<br />

argomenti, si accendono i <strong>di</strong>battiti<br />

più <strong>di</strong>sparati; ci si scontra anche:<br />

ma con quali risultati? Si tratta quasi<br />

sempre <strong>di</strong> chiacchiere buttate lì<br />

per i motivi più <strong>di</strong>sparati. Verità gridate,<br />

che molto spesso non sono affatto<br />

verità. Le responsabilità sono<br />

corali e non riguardano soltanto<br />

questo o quell’altro Ente. <strong>La</strong> “solfa”<br />

è sempre la stessa: “Valorizzare,<br />

attraverso accorti interventi <strong>di</strong> restauro<br />

conservativo, i beni culturali<br />

esistenti a Catania”. Peccato però<br />

che sono ancora molti i monumenti<br />

che necessitano interventi urgenti.<br />

Per alcuni <strong>di</strong> essi, particolarmente<br />

simbolici, la piena valorizzazione<br />

tarda sempre a venire. Ma esiste o<br />

no la reale volontà <strong>di</strong> intervenire? Il<br />

dubbio viene.<br />

Annotiamo, tanto per fare un<br />

esempio, che la basilica <strong>di</strong> San Nicolò<br />

l’Arena è da anni un cantiere<br />

aperto; ma si tratta<br />

solo <strong>di</strong> una surreale<br />

parvenza perché i<br />

lavori non hanno<br />

mai avuto inizio.<br />

<strong>La</strong> scorsa estate,<br />

l’intervento <strong>di</strong> restauro<br />

era stato dato<br />

per imminente,<br />

ma a tutt’oggi<br />

l’e<strong>di</strong>ficio continua<br />

a rimanere “intubato”<br />

come un malato<br />

allo stato terminale.<br />

Una ragnatela <strong>di</strong><br />

tubi innocenti, infatti,<br />

all’interno e<br />

all’esterno ne tengono<br />

ingabbiata la poderosa mole.<br />

Sull’ “innocenza” <strong>dei</strong> tubi si può pure<br />

scherzare, ma fa rabbia vedere la<br />

meravigliosa cupola ridotta a un<br />

ammasso <strong>di</strong> ferraglia per lo più arrugginita.<br />

Vista così da lontano, poi, la<br />

splen<strong>di</strong>da cupola, opera settecentesca<br />

dell’architetto Stefano Ittar, per<br />

effetto <strong>di</strong> una strana illusione ottica,<br />

appare persino “sfuocata” come se<br />

qualcuno volesse occultarla alla vi-<br />

sta. Non mi pare il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinteressarsi<br />

fino al punto <strong>di</strong> esclamare:<br />

“Non me ne frega un tubo!”. Questo,<br />

proprio no. Ci piacerebbe sapere,<br />

piuttosto, se l’impalcatura mon-<br />

tata per ragioni statiche, ha un costo<br />

per l’amministrazione comunale.<br />

“Per ragioni statiche, va bene; ma i<br />

tempi? Da molti anni, la chiesa be-<br />

nedettina versa in queste con<strong>di</strong>zioni.<br />

Ormai la ferrea cintura che l’avvolge,<br />

sembra fare parte dell’arredo<br />

artistico del monumento stesso; un<br />

esempio “d’arte moderna” <strong>di</strong> dubbio<br />

gusto ma verosimilmente anche <strong>di</strong><br />

sperpero del denaro pubblico. E che<br />

<strong>di</strong>re della vegetazione spontanea<br />

che nasce <strong>nella</strong> sua facciata? Rigo-<br />

Dopo l’avvio <strong>dei</strong> lavori, il monumento da tempo è rimasto “intubato”<br />

come un malato allo stato terminale, abbandonato <strong>nella</strong> completa incuria<br />

Un linguaggio criptico e capzioso come quello della burocrazia,<br />

caratterizzato da tecnicismi, astrazioni, ambiguità<br />

Il politichese a portata <strong>di</strong> <strong>di</strong>to …<br />

<strong>di</strong> MARCO CERRONE<br />

Con l’espressione politichese o burocratese ci si<br />

riferisce ad un tipo <strong>di</strong> linguaggio politico <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

comprensione per i non addetti ai lavori.<br />

Un linguaggio criptico e capzioso come quello della<br />

burocrazia, caratterizzato da tecnicismi, astrazioni, ambiguità<br />

che creano una <strong>di</strong>stanza tra politici e citta<strong>di</strong>ni.<br />

Questi ultimi manifestano una certa insofferenza e come<br />

afferma Murray Edelman, nel suo importane stu<strong>di</strong>o<br />

sul linguaggio politico (The Symbolic Uses of Politics,<br />

1976), «il gergo burocratico viene costantemente ri<strong>di</strong>colizzato<br />

e la presunta arbitrarietà delle decisioni amministrative<br />

viene regolarmente denunciata».<br />

Da pochi giorni una delle categoria analitiche della<br />

comunicazione politica come quella del linguaggio politico<br />

è approdata su iPhone. È stata infatti rilasciata<br />

Politichese, un’applicazione scaricabile dall’Apple Sto-<br />

re, su iPhone e iPod Touch, che permette <strong>di</strong> allenarsi a<br />

parlare come i politici e a <strong>di</strong>re qualsiasi cosa su qualunque<br />

cosa senza <strong>di</strong>re niente. Con la pressione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>to<br />

si possono generare fino a 268 milioni <strong>di</strong> combinazioni<br />

<strong>di</strong> frasi per creare un <strong>di</strong>scorso che non ha nessun significato<br />

come questo: «Un approccio strutturato su una<br />

pluralità <strong>di</strong> competenze delinea la sfida che ci attende<br />

in Europa nel primario interesse della popolazione avviando<br />

infine in compimento, nel momento in cui la<br />

congiuntura lo consente, la sfida del nuovo millennio».<br />

È possibile poi salvare quelli che più vi piacciono o<br />

che più sono utili alla vostra campagna elettorale ed inviarli<br />

anche via mail. Un’utile soluzione, dunque, sia se<br />

siete politici, perché potete risparmiare sol<strong>di</strong> in ghostwriter<br />

e preparare una campagna elettorale fai da te,<br />

sia se siete citta<strong>di</strong>ni e volete far bella figura con i vostri<br />

amici, quando si parla <strong>di</strong> politica, manifestando una<br />

sbalor<strong>di</strong>tiva proprietà <strong>di</strong> linguaggio.<br />

il prospetto del monumentale tempio <strong>di</strong> San Nicolò l’Arena. Sotto: la cupola ingabbiata<br />

gliosa in autunno, appassita in estate,<br />

scan<strong>di</strong>sce il tempo che passa nel<br />

pieno deca<strong>di</strong>mento estetico <strong>di</strong> una<br />

struttura che altrove sarebbe stata,<br />

ne siamo certi, adeguatamente valorizzata.<br />

Perché quando si tratta della<br />

chiesa <strong>di</strong> S. Nicolò<br />

l’Arena, si alzano<br />

sempre silenziose ma<br />

robuste barriere? Riteniamo<br />

che col passar<br />

del tempo, questo<br />

grande contenitore<br />

<strong>di</strong><br />

storia sia<br />

destinato a<br />

un lento e inesorabiledeca<strong>di</strong>mento.L’organo<br />

<strong>di</strong> Donato<br />

del<br />

Piano, fresco <strong>di</strong> restauro, potrebbe<br />

essere il primo a subirne le conseguenze.<br />

Il suo ripristino sarà costato<br />

all’erario un bel po’ <strong>di</strong> quattrini, eppure<br />

è stato utilizzato poco e male.<br />

Un vero peccato.<br />

Pochi probabilmente sanno che il<br />

permanere <strong>di</strong> questo stato <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne”,<br />

o <strong>di</strong> “limbo”, non facilita il<br />

pieno ren<strong>di</strong>mento funzionale degli<br />

elementi esistenti all’interno della<br />

struttura stessa.<br />

Altro esempio <strong>di</strong> spreco <strong>di</strong> risorse<br />

economiche che il Comune <strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

non avere a sufficienza, è dato dai<br />

costi <strong>di</strong> <strong>gestione</strong>. Essi, oltre alla custo<strong>di</strong>a,<br />

comprenderebbero anche<br />

quelli della rettoria. Trattandosi <strong>di</strong><br />

un monumento religioso, è prevista<br />

la figura <strong>di</strong> un rettore che garantisca<br />

con regolarità il normale svolgimento<br />

delle funzioni religiose.<br />

Tutto ciò, a conti fatti, dovrebbe<br />

far riflettere: la sua apertura al<br />

pubblico, alle con<strong>di</strong>zioni attuali,<br />

appare più una forzatura<br />

che un <strong>servizi</strong>o reso<br />

ai citta<strong>di</strong>ni e al turista. Ma<br />

allora, qualcuno ci <strong>di</strong>ca finalmente<br />

se i fon<strong>di</strong> regionali per il<br />

restauro del Monumentale<br />

Tempio <strong>di</strong> S. Nicolò<br />

L’Arena, ci sono o no.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


22<br />

Cultura<br />

L’invenzione lessicale approdo coerente della ricerca perseguita da Sebastiano Burgaretta<br />

Un sottile filo <strong>di</strong> Arianna<br />

sfida l’azzardo del neologismo<br />

<strong>di</strong> GIUSEPPE TRAINA<br />

«<br />

Che cosa non rifonde al cuore<br />

tuo / il suono variegato d’una<br />

banda: / dai ritmi <strong>di</strong> fuoco e<br />

d’energia, / che i martiri innalzano<br />

nel mondo, / ai passi timi<strong>di</strong> <strong>di</strong> muti<br />

infanti / al vento soggiogati e all’armonia!<br />

/ Che <strong>di</strong>re poi del sogno in<br />

dormiveglia / tra melismi struggenti<br />

<strong>nella</strong> notte / ai crocicchi trapanesi<br />

d’ogni tempo / quando il Cristo si<br />

lascia basculare / in moti dolci e teneri<br />

<strong>di</strong> danza?».<br />

Ho riportato per intero la lirica <strong>La</strong><br />

banda per dare subito un’idea della<br />

musicalità dolcissima ma straor<strong>di</strong>nariamente<br />

virile <strong>dei</strong> versi <strong>di</strong> Sebastiano<br />

Burgaretta, del suo lessico<br />

colto e mai fine a se stesso, che, anche<br />

laddove, poi, sfida l’azzardo del<br />

neologismo, si fonda sempre su un<br />

assoluto rigore etimologico e una sicura<br />

coerenza semantica. E ciò succede<br />

spesso, in questo nuovo libro<br />

<strong>di</strong> poesie, Sovente all’anima, stampato<br />

- come il precedente Le ‘olàm -<br />

nelle elegantissime e<strong>di</strong>zioni Il Girasole<br />

<strong>di</strong> Angelo Scandurra.<br />

L’invenzione lessicale è un approdo<br />

coerente con la ricerca perseguita<br />

da Burgaretta, con intensità sempre<br />

maggiore, nelle sue raccolte poetiche<br />

più recenti (mi riferisco anche a<br />

Trame del Me<strong>di</strong>terraneo, che risale<br />

al 2003). Si tratta <strong>di</strong> un’inarcatura<br />

che punteggia un verso già <strong>di</strong> per sé<br />

programmaticamente pre<strong>di</strong>sposto<br />

alla soluzione mistilingue: <strong>di</strong> silloge<br />

in silloge, infatti, il nostro poeta va<br />

costruendo una sorta <strong>di</strong> nuovo sabir<br />

(un «sabir dell’uomo vero / che tutto<br />

si commette al mare aperto, / ammalia<br />

da sempre la parola, / non cede<br />

ai turbini del cielo», leggiamo<br />

<strong>nella</strong> poesia <strong>La</strong> parola, significativa<br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> poetica) che mescola<br />

italiano, <strong>di</strong>aletto siciliano, greco,<br />

latino, spagnolo, francese, arabo<br />

ed ebraico e che è espressione <strong>di</strong><br />

quella «cultura interme<strong>di</strong>terranea alternativa»<br />

vagheggiata da Predrag<br />

Matvejevic.<br />

D’altra parte, la forza della parola<br />

- non gridata né sussurrata ma, semplicemente,<br />

pronunciata a fronte alta<br />

-, il plurilinguismo e l’espressivismo<br />

sono tre elementi che rinviano<br />

a quella “linea” dantesca della poesia<br />

italiana che <strong>nella</strong> contemporaneità<br />

non sempre ha trovato sviluppi<br />

che sapessero essere al passo coi<br />

tempi: e questo, naturalmente, lo si<br />

<strong>di</strong>ce in una prospettiva che va ben<br />

oltre il successo (temo effimero)<br />

mietuto dalle pubbliche recite d’un<br />

Benigni o d’un Sermonti, e che invece,<br />

in un poeta come Burgaretta,<br />

significa un’assimilazione così profonda<br />

della parola dantesca che interi<br />

versi o sintagmi della Comme<strong>di</strong>a<br />

si incontrano nelle poesie <strong>di</strong> Sovente<br />

all’anima, e spesso in una significativa<br />

collocazione conclusiva. Talché<br />

la citazione intertestuale carica <strong>di</strong><br />

senso la parola del poeta, la ricollega<br />

a una tra<strong>di</strong>zione altissima mentre<br />

la lega, orizzontalmente, alle altre<br />

tra<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>terranee evocate lungo<br />

il libro: al misticismo spagnolo,<br />

al mito greco, alla religiosità popolare<br />

delle processioni e <strong>dei</strong> rituali<br />

che il folklorista Burgaretta conosce<br />

a mena<strong>di</strong>to (e lo sanno bene i lettori<br />

<strong>di</strong> altre sue recenti pubblicazioni, da<br />

Sicilia intima a <strong>La</strong> memoria e la parola).<br />

Il libro è <strong>di</strong>viso in tre sezioni. <strong>La</strong><br />

Sebastiano Burgaretta<br />

prima, “Colori”, si apre nel segno<br />

dell’omaggio al meraviglioso cromatismo<br />

delle tele <strong>di</strong> Piero Guccione<br />

(cantore su tela della «meseta<br />

iblea che scivola rapita / verso carpali<br />

colline calcidesi / in danze elicoidali<br />

<strong>di</strong> colombe / e riverberi d’ali<br />

cristalline», I cieli <strong>di</strong> Piero) e sviluppa<br />

suggestioni <strong>di</strong> origine prevalentemente<br />

naturale, non senza la<br />

presenza <strong>di</strong>screta ma continua <strong>dei</strong><br />

segni dell’agire umano: la canzone<br />

(quelle della nobile tra<strong>di</strong>zione napoletana<br />

citate in Valle a mare, per<br />

esempio, ma anche i «cori <strong>di</strong> Sicilia<br />

gitani» <strong>di</strong> Memento), la musica (come<br />

in <strong>La</strong> banda, citata all’inizio), la<br />

poesia (Montale e Pound evocati in<br />

A Rapallo).<br />

Colori, suoni, forme della presenza<br />

umana rimandano comunque al<br />

<strong>di</strong>vino, come accade, più implicitamente,<br />

<strong>nella</strong> splen<strong>di</strong>da sequenza <strong>di</strong><br />

terzine che anima Filigrana d’acqua<br />

o, più esplicitamente, <strong>nella</strong> non<br />

meno bella Casa de campo (che si<br />

conclude con questi tre versi <strong>di</strong> purissima<br />

segretezza: «Dono <strong>di</strong> pre-<br />

senza totale / nel<br />

silenzio del mio<br />

Gioi. / Tutto qui<br />

si è fermato»).<br />

“<strong>La</strong> parola”<br />

s’intitola la seconda<br />

sezione e in essa<br />

Burgaretta raggruppa<br />

– tra memoria<br />

culturale e<br />

impegno <strong>di</strong> poetica<br />

– liriche molto <strong>di</strong>verse, alcune <strong>di</strong><br />

raccolta delicatezza come Vento, che<br />

palpita nel giro <strong>di</strong> otto versi alternando<br />

quinari e settenari sul filo<br />

delle assonanze, altre dal dettato più<br />

arioso, come Ancora il nome, de<strong>di</strong>cata<br />

a Rosa Rossi, maestra <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e<br />

maieuta d’una vocazione intellettuale.<br />

Ma l’illustre ispanista non è<br />

l’unica presenza intellettuale ad essere<br />

omaggiata da Burgaretta in<br />

questa parte del libro, che passa in<br />

rassegna le <strong>di</strong>verse forme del lògos:<br />

dalla parola profetica dell’antica<br />

Cassandra alla parola «che vive fuori<br />

del tempo / nel rito ammaliante /<br />

che non conosce fine» del gran pu-<br />

Due continenti, la cultura e le sue visioni<br />

Mamiya, Sicilia-New-York<br />

<strong>di</strong> OMAR GELSOMINO<br />

Due continenti, la cultura e le sue visioni.<br />

Caratteri che accomunano<br />

una mostra, il cui tema è la cultura,<br />

che trasformatasi in visione, archivia le<br />

emozioni in stampe, proiezioni e suoni.<br />

Un viaggio quello da Catania a New York<br />

durato se<strong>di</strong>ci mesi, rappresentato da cinquanta<br />

stampe su alluminio – silver glass<br />

cm 50 x 50 –, due video – una suite piccolo<br />

formato 135 e la Trilogia <strong>di</strong> New York –<br />

e l’istallazione au<strong>di</strong>o Avenues ci guida in<br />

un viaggio nel mondo del me<strong>di</strong>o formato<br />

originale, <strong>di</strong> Enrico Masi, autore <strong>di</strong> reportage<br />

e sperimentazioni artistiche, e della<br />

stilista siciliana Valeria Di Masi <strong>nella</strong> mostra<br />

dal titolo Mamiya, Sicilia – New York<br />

Manifesto curata da Sebastiano Favitta e<br />

Attilio Gerbino.<br />

Un viaggio sperimentato attraverso gli<br />

scatti <strong>di</strong> una fotocamera giapponese – una<br />

MAMIYA C220 datata 1968 – sopravvissuta<br />

avventurosamente agli anni Settanta,<br />

gli Ottanta e ancora i Novanta per rivivere<br />

nelle mani <strong>di</strong> Enrico MASI <strong>nella</strong> Sicilia<br />

del XXI secolo. Immagini a colore e in<br />

bianco e nero, grattacieli o paesaggi siciliani,<br />

architetture geometriche e paesaggistiche,<br />

antico e moderno, gioventù e vecchiaia.<br />

“Ognuna <strong>di</strong> queste foto – concordano<br />

i critici Marina Benedetto e Pippo Pappalardo<br />

- racconta una storia, un frammento,<br />

un istante, quasi che l’artista ci voglia<br />

condurre in un labirinto <strong>di</strong> storie parallele<br />

che si intrecciano, liberi <strong>di</strong> fantasticare e<br />

<strong>di</strong> tessere le nostre trame personali”.<br />

Un insieme <strong>di</strong> contrasti, quasi a formare<br />

una poesia, con i suoi riflessi ed i suoi<br />

contrasti, ci induce a riflettere sul tempo<br />

che va e passa, sulla nostra vita e le belle<br />

stagioni, sull’avanzare dell’età e dell’ineluttabilità<br />

del tempo. <strong>La</strong> mostra sarà visitabile<br />

presso la Galleria fotografica Luigi<br />

Ghiri, in via Duomo, dal martedì alla domenica<br />

dalle ore 9,30 alle ore 12,30 e dalle<br />

ore 16,00 alle ore 19,00, fino al 23 agosto.<br />

<strong>La</strong> citazione intertestuale carica <strong>di</strong> senso<br />

la parola del poeta, la ricollega a una tra<strong>di</strong>zione<br />

altissima mentre la lega, orizzontalmente,<br />

alle altre tra<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>terranee<br />

paro Mimmo Cuticchio (All’ombra<br />

del genio), dalla parola poetica <strong>di</strong><br />

Peppino Bonaviri, protagonista per<br />

criptocitazioni <strong>di</strong><br />

Vento <strong>di</strong> Camuti<br />

(«smarrita la memoria<br />

<strong>dei</strong> poeti / nulla<br />

può lo spirito beffardo<br />

/ nel silenzio<br />

che filtra il sole<br />

d’oro») all’alta sperimentazionesostanzialmentelirica<br />

<strong>di</strong> Stefano<br />

D’Arrigo, <strong>nella</strong><br />

raffinatissima <strong>La</strong><br />

casa degli Antoni,<br />

dove s’incastona<br />

un gioco <strong>di</strong> riferimenti<br />

testuali che<br />

arriva fino al «<strong>di</strong>vino<br />

pennello<br />

messanense» <strong>di</strong><br />

Antonello. Né<br />

potrei escludere<br />

la presenza dell’amico Vincenzo<br />

Consolo <strong>di</strong>etro la breve lirica Terra<br />

<strong>di</strong> Demetra.<br />

Ma questa è anche la sezione <strong>di</strong><br />

alcune belle poesie d’un Burgaretta<br />

“fuori <strong>di</strong> casa”: fogli <strong>di</strong> viaggio a<br />

Parigi, in Grecia, in Spagna, <strong>nella</strong><br />

sua Sicilia. Ma, è ben chiaro, tutto<br />

quanto è Me<strong>di</strong>terraneo si mescola<br />

nelle liriche del poeta avolese: e così,<br />

per esempio, Odós Prodrómou<br />

può iniziare con «Repentina l’aria<br />

d’organino / triste nel meriggio siciliano<br />

/ riflette un mattino in via Prodrómou<br />

/ col tulle nuziale sul balcone»,<br />

e chiudersi, poi, nell’evocazione<br />

in chiave del «cieco infelice <strong>di</strong><br />

Granada», Francisco Alarcón de<br />

Valerio Di Masi<br />

Icaza. <strong>La</strong> sezione “Sovente all’anima”<br />

funziona, infine, come ultima<br />

stazione <strong>di</strong> un movimento ascensionale<br />

<strong>di</strong> segno metafisico (e in tal<br />

senso si capisce ulteriormente la<br />

presenza intertestuale della Comme<strong>di</strong>a<br />

dantesca): comincia non a caso<br />

con una poesia come Inau<strong>di</strong>ta voce,<br />

sinfonia <strong>di</strong> sapore iniziatico costruita<br />

su un rigoroso schema strofico e<br />

su una forte insistenza sui suoni allitteranti,<br />

assonanti ovvero consonanti,<br />

volti a suggerire la forza<br />

(«pneuma potente accampa / sulle<br />

porpore sfuggenti»), la segretezza<br />

(«mano antica / e invisibile agli occhi<br />

/ degli intrusi nel convito»), l’ermeticità,<br />

insomma, <strong>di</strong> un possesso<br />

esclusivo («Fermato il legno / dalla<br />

triplice chiusura, / chiuso pure il libro<br />

/ <strong>dei</strong> coaguli d’inchiostro») che<br />

si risolve, mi pare, in null’altro che<br />

la vitalità aperta e naturale («Irrompe<br />

<strong>nella</strong> piazza / l’afflato eterno della<br />

vita»).<br />

Anche le liriche successive suggeriscono<br />

il senso <strong>di</strong> un «approdo<br />

alle rive della luce» (in Tabórica vivencia),<br />

<strong>di</strong> una pienezza ritrovata<br />

(Saldo il legno) - magari ancora nel<br />

segno del canto popolare (Alla festa<br />

de noantri) –, <strong>di</strong> un ancoramento alla<br />

simbologia cristiana (<strong>La</strong> perla).<br />

È la poesia eponima, in definitiva,<br />

che spiega tutto, con una semplicità<br />

che non rinuncia al gioco calligrammatico<br />

prima <strong>di</strong> esplodere nel canto<br />

conclusivo: «Torna verde lo stupore<br />

antico. / Lontano gli occhi della<br />

mente / a incontri celebrati dentro il<br />

cuore. / Il filo d’Arianna mai reciso,<br />

/ del labirinto persa la memoria, / allunga<br />

al cielo l’ombra del suo arco».<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Incontro con Marco Sforza, un emiliano dallo spiccato senso dell'humor<br />

<strong>di</strong> MORENA FANTI<br />

Marco Sforza è un cantautore<br />

emiliano dallo spiccato<br />

senso dello humor, “un<br />

istrione”, come <strong>di</strong>ce il suo pasticcere<br />

<strong>di</strong> fiducia.<br />

Lui scrive, anche canzoni, e parla<br />

un po’ <strong>di</strong> tutto, principalmente <strong>di</strong> se<br />

stesso, del suo modo <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong><br />

confrontarsi, ma soprattutto <strong>dei</strong> suoi<br />

problemi. Con se stesso e specialmente<br />

con le donne, <strong>di</strong>ce lui. Sarà<br />

davvero così?<br />

Allevato a pane e valzer – le melo<strong>di</strong>e<br />

che ascoltava la mamma nei<br />

pomeriggi <strong>di</strong> lavori a maglia -, Marco<br />

Sforza è cresciuto con la musica<br />

nelle orecchie e nel cuore. In seguito<br />

feste <strong>di</strong> paese e baci mai dati, e la<br />

musica sempre in sottofondo. Quando<br />

i ricor<strong>di</strong> hanno iniziato a sfilacciarsi<br />

Marco ha iniziato a scrivere<br />

per non <strong>di</strong>menticare: “Saranno state<br />

quelle note, quelle grosse voci,<br />

quelle splen<strong>di</strong>de ballate […] Io<br />

ascoltavo tutto questo e in qualche<br />

modo volevo farne parte pure io.<br />

Cosi d’incanto iniziai ad accompagnare<br />

le mie parole con la chitarra e<br />

una pianola. E mi piaceva”.<br />

E che Marco Sforza si <strong>di</strong>verta<br />

cantando e suonando è una cosa imme<strong>di</strong>ata,<br />

una cosa che si scopre subito<br />

ascoltandolo in concerto. In<br />

perfetta sintonia con gli amici (il<br />

Trio Separè) che suonano insieme a<br />

lui, Marco è un musicista vero, un<br />

artista che rispecchia l’uomo che ha<br />

in sé: “Il musicista / Quando parla si<br />

veste <strong>di</strong> modestia / Lui lui è un<br />

grande artista / Tendenzialmente<br />

solitario e pessimista // Non gli<br />

chiedere mai / Di suonarti qualcosa<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato / Lui puntualmente<br />

<strong>di</strong>rà / No guarda non è il caso.. non<br />

ho stu<strong>di</strong>ato”.<br />

Marco Sforza scrive <strong>di</strong> allegria e<br />

<strong>di</strong> spensieratezza ma anche <strong>di</strong> malinconia<br />

e nostalgia. Il tutto si riassume<br />

in verità e sudore. Le sue parole<br />

hanno il suono <strong>di</strong> alcune poesie,<br />

con le parole che si rincorrono e inseguono<br />

i nostri mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare e <strong>di</strong><br />

essere: “L’in<strong>di</strong>fferenza, è una dolce<br />

amante / Misteriosa è un po’ intrigante<br />

/ E poi del resto, è un’invenzione<br />

/ Del nostro tempo, del nostro<br />

umore […] Scappo via, ho troppa<br />

fretta / No grazie, no…non m’interessa<br />

[…] L’in<strong>di</strong>fferenza la trovi sui<br />

giornali / Tra qualche vip e qualche<br />

cane”.<br />

E finalmente Marco, dopo tanta<br />

musica e tanta scrittura, ha deciso,<br />

da un paio <strong>di</strong> anni, <strong>di</strong> portare fuori<br />

dalla sua stanza le sue canzoni. E lo<br />

fa affermando: “Non faccio il musicista<br />

<strong>di</strong> professione. Io scrivo solo<br />

canzoni”.<br />

I ragazzi che ti accompagnano<br />

sono amici da prima, o musicisti<br />

che hai conosciuto per lavoro e<br />

dopo sono <strong>di</strong>ventati amici?<br />

Amici. Soprattutto amici. Matteo<br />

Pacifico, il clarinettista, è stato il<br />

primo con cui ho intrapreso questo<br />

viaggio musicale. Ci siamo conosciuti<br />

in una casa <strong>di</strong> riposo 6 o 7<br />

anni fa.<br />

Cosi tra una festa e l’altra, tra un<br />

walzer e una mazurka abbiamo iniziato<br />

a conoscerci e suonare insieme.<br />

Fabio Volpini invece, l’ho conosciuto<br />

al Roxy Bar un anno fa. Eravamo<br />

lì per una rassegna organizzata<br />

da Red Ronnie, io come solista,<br />

lui era il batterista <strong>di</strong> una cantautri-<br />

ce <strong>di</strong> Bologna. Per farla breve, dopo<br />

la mia esibizione (“geniale”) è corso<br />

da me entusiasta e mi ha chiesto<br />

(anzi mi ha quasi obbligato) <strong>di</strong><br />

prenderlo a suonare con me. E cosi<br />

è nato il trio.<br />

[Il trio?!.. Si, il trio Separè. Ma<br />

ne manca uno, no?!]<br />

Hai ragione: il terzo elemento.<br />

Descriverlo per me è sempre un po’<br />

complicato perché. Perché lui è un<br />

bohemien, nel vero senso del termine.<br />

Forse il primo e l’unico che io<br />

conosca. Di comune accordo abbiamo<br />

voluto espressamente che facesse<br />

parte del nuovo cd, Mattia “il<br />

conte” De Me<strong>di</strong>ci, violinista eccentrico<br />

come il suo stile <strong>di</strong> vita. Un genio<br />

musicale. Indomabile.<br />

Quanto è importante per te avere<br />

una buona sintonia tra <strong>di</strong> voi?<br />

Credo che sia una base fondamentale<br />

per chi suona, soprattutto<br />

quando si porta in giro un’idea e<br />

una proposta <strong>di</strong> musica molto personale<br />

e nello stesso tempo nuova<br />

per chi ascolta.<br />

Senza un affiatamento completo e<br />

sincero è molto <strong>di</strong>fficile riuscire ad<br />

emozionare il pubblico e a <strong>di</strong>vertirsi<br />

insieme. Io mi ritengo molto fortunato<br />

ad avere come musicisti/amici<br />

tre ragazzi come loro. Oltretutto io<br />

sono uno a cui non piace fare sem-<br />

pre le stesse cose e preferisco, secondo<br />

il momento, la serata, e la<br />

gente che ho davanti, adeguarmi all’atmosfera.<br />

Non sempre nasce quello che si<br />

ha in mente, ma almeno ci si prova.<br />

I colleghi che ogni volta suonano la<br />

stessa scaletta, le stesse pause, gli<br />

stessi arrangiamenti, non li concepisco<br />

tanto.<br />

Forse è una mia idea <strong>di</strong> spettacolo<br />

molto pretenziosa, non scontata,<br />

ma onesta e fin che posso la porterò<br />

avanti.<br />

Senti più il bisogno <strong>di</strong> scrivere o<br />

<strong>di</strong> fare musica? Cioè, potresti essere<br />

‘solo’ scrittore <strong>dei</strong> testi e poi<br />

cederli ad altri, ad esempio, o senti<br />

che vuoi essere ‘tutto’ perché sei<br />

più completo come artista?<br />

Da quando ho iniziato a scrivere<br />

ho sempre cercato <strong>di</strong> portare avanti<br />

le due cose contemporaneamente.<br />

Spesso capita che prima arrivi la<br />

musica, un motivetto, un giro <strong>di</strong> accor<strong>di</strong><br />

e poi pian piano nasce un testo.<br />

Altre volte è l’esatto contrario.<br />

Il bisogno comunque è sempre vivo,<br />

quasi un’esigenza, un modo mio<br />

per fermare qualcosa, <strong>di</strong> fissarlo e il<br />

più delle volte <strong>di</strong> esaltarlo musicalmente.<br />

Il problema non è cercare <strong>di</strong><br />

essere tutto, ma saper cosa si vuole<br />

essere, avere la consapevolezza <strong>dei</strong><br />

propri limiti e poi da lì scegliere dove<br />

andare.<br />

Nel mio caso mi verrebbe molto<br />

<strong>di</strong>fficile limitarmi al solo testo o solo<br />

alla parte musicale. Forse perché<br />

ho davvero questo bisogno <strong>di</strong> usare<br />

entrambe le cose, <strong>di</strong> esprimermi con<br />

la musica ed il testo insieme. Certo,<br />

potrei benissimo scrivere testi per<br />

altri, ma sono certo che alla fine la<br />

canzone non risulterà come io<br />

l’avevo immaginata: sarebbe un<br />

compromesso giusto e naturale da<br />

accettare. Stesso <strong>di</strong>scorso vale per<br />

la musica. Comunque alla fine preferisco<br />

scrivermele e cantarmele.<br />

Am <strong>di</strong>verti ed piò! [mi <strong>di</strong>verto <strong>di</strong><br />

più, per i non emiliani]<br />

Quanto è <strong>di</strong>fficile farsi conoscere<br />

nel mondo della musica?<br />

Credo che oggi sia molto più facile<br />

rispetto a quaranta/cinquanta anni<br />

fa.<br />

Ormai, con Internet, le nuove tec-<br />

nologie, le ra<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>pendenti ecc.<br />

tutti hanno la possibilità <strong>di</strong> farsi<br />

conoscere per quello che fanno.<br />

Il problema è il modo con cui si<br />

arriva alla notorietà . Quante volte<br />

ve<strong>di</strong>amo in tv e sentiamo per ra<strong>di</strong>o<br />

un’infinità <strong>di</strong> singoli, <strong>di</strong> canzoni costruite<br />

apposta per vendere: il ritmo<br />

orecchiabile, la bella fanciulla o il<br />

boy impomatato fino alle mutande!<br />

Non si fa cultura così. Ma alla<br />

maggior parte delle gente questo<br />

non interessa, basta che la canzone<br />

piaccia, abbia un bel ritmo e il gio-<br />

co è fatto. Nel mio caso forse arrivare<br />

ai ranghi alti <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o e tv è<br />

ancora più complicato. Io, insieme<br />

ad un mare <strong>di</strong> ragazzi giovani e non<br />

giovani, rientro in quella categoria<br />

chiamata “cantautori”. Sentire una<br />

canzone <strong>di</strong> Bin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> Conte, <strong>di</strong> Tenco,<br />

<strong>di</strong> Testa o anche lo stesso De<br />

Andrè passare per una ra<strong>di</strong>o nazionale<br />

avviene <strong>di</strong> rado, salvo quando<br />

fanno uscire le solite raccolte annuali.<br />

Figurati se vogliono passare<br />

Cultura 23<br />

Il cantautore è anche un poeta<br />

cresciuto nelle feste <strong>di</strong> paese<br />

Marco Sforza in concerto<br />

“Sono i concerti dal vivo che salvano la musica, la vera musica,<br />

quella con il sudore, le risa, i locali, la gente che ti ascolta<br />

e con<strong>di</strong>vide insieme a te un momento magico”<br />

un brano <strong>di</strong> Marco Sforza o tanti altri.<br />

Certo ci sono i concorsi, quelli<br />

importanti, ad esempio Musicultura<br />

a Recanati, Sanremo <strong>La</strong>b, Bielle e<br />

tanti altri, ma siamo sempre al punto<br />

<strong>di</strong> partenza. Nel senso che sotto<br />

<strong>di</strong> te devi avere qualcuno che ti promuova<br />

e faccia il possibile perché il<br />

tuo prodotto e/o proposta musicale<br />

<strong>di</strong>venti palpabile e ven<strong>di</strong>bile. È il<br />

come che fa la <strong>di</strong>fferenza.<br />

Infatti da pochi anni a questa<br />

parte sono nate un’infinità <strong>di</strong> etichette<br />

in<strong>di</strong>pendenti per contrastare<br />

tutto questo magna magna <strong>di</strong>scografico;<br />

certo è positivo tutto questo,<br />

ma credo che <strong>di</strong> strada da fare<br />

ce ne sia ancora tanta e credo anche<br />

che non bisogna partire dalle<br />

piccole etichette in<strong>di</strong>pendenti, ma<br />

bisogna puntare in alto, alle major<br />

e alle ra<strong>di</strong>o a <strong>di</strong>ffusione nazionale,<br />

cambiare i palinsesti, smetterla <strong>di</strong><br />

far passare ogni mese i soliti Ligabue,<br />

i soliti Vasco. Sarebbe ora che<br />

lasciassero spazio ai<br />

giovani, a nuove<br />

identità , nuove<br />

espressioni. C’è bisogno<br />

<strong>di</strong> una rivoluzionemusical/commerciale.<br />

Poi per<br />

uno come me che<br />

ha sempre creduto<br />

nel live e continuerà<br />

a farlo è una<br />

grande sod<strong>di</strong>sfazione<br />

riuscire a<br />

portare in giro le<br />

mie cose, la mia<br />

musica, la mia vita.<br />

Sono i concerti<br />

dal vivo che salvano<br />

la musica,<br />

la vera musica,<br />

quella con il sudore,<br />

le risa, i<br />

locali, la gente<br />

che ti ascolta e con<strong>di</strong>vide insieme a<br />

te un momento (magico).<br />

Hai ragione. Mi suona tutto tremendamente<br />

familiare. Per chi<br />

scrive succede esattamente la stessa<br />

cosa. Le librerie propongono<br />

sempre e solo i soliti nomi e i libri<br />

delle gran<strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici e gli altri<br />

non si trovano mai. Ma torniamo<br />

a te e alla musica. È uscito il 21<br />

marzo scorso il tuo primo cd<br />

“<strong>La</strong>iv”, registrato in presa <strong>di</strong>retta<br />

il 20 <strong>di</strong>cembre 2008 al Circolo<br />

Culturale Materia Off <strong>di</strong> Parma.<br />

Avere tra le mani il (proprio) primo<br />

cd è come per uno scrittore<br />

vedere stampato il suo primo libro.<br />

Sei sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> questo cd<br />

nuovo e lucido? Cosa si prova vedendo<br />

il risultato del proprio lavoro?<br />

Che progetti hai per il futuro?<br />

<strong>La</strong> sod<strong>di</strong>sfazione è tanta, davvero.<br />

Alla fine si è contenti comunque, al<br />

<strong>di</strong> là <strong>di</strong> venderli tutti oppure no. Le<br />

prime impressioni dai nuovi ascoltatori<br />

sono buone e per il momento<br />

questo è ciò che ci interessa.<br />

Ora dovrò occuparmi della promozione,<br />

magari in qualche ra<strong>di</strong>o,<br />

interviste, (magari fatte da una dolcissima<br />

scrittrice bolognese) e poi<br />

locali, festival estivi, ecc.<br />

Poi si vedrà . Sinceramente non<br />

sono il tipo che vuole programmare<br />

tutto a tavolino. Anzi, non ne sarei<br />

capace, farei un gran casino, come<br />

mio solito.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009


24<br />

Cultura<br />

Parlare delle prospettive future (o della mancanza delle stesse) è <strong>di</strong>ventato <strong>di</strong> moda<br />

Giornalismo online, una rivoluzione<br />

per dominare le nuove tecnologie<br />

<strong>di</strong> RINA BRUNDU<br />

C’è qualcosa che non mi torna<br />

leggendo il pur ottimo articolo<br />

<strong>di</strong> Massimo Gaggi “<strong>La</strong> rivoluzione<br />

<strong>di</strong> Twitter manda in affanno<br />

i me<strong>di</strong>a” (Corriere della Sera<br />

del 24 Giugno 2009).<br />

Concordo, per esempio, quando<br />

nel catenaccio scrive “Le reti sociali<br />

impongono una ridefinizione del<br />

giornalismo”, concordo (a fatica,<br />

ma concordo) quando mi fa in<strong>di</strong>rettamente<br />

notare che si può fare<br />

“giornalismo” anche semplicemente<br />

riuscendo a trafugare una “fotografia<br />

vietata” da un Paese governato<br />

da un regime <strong>di</strong>spotico (ve<strong>di</strong> i ragazzi<br />

iraniani che grazie a Twitter<br />

trasmettono “brevi messaggi e immagini<br />

della sommossa e della repressione”).<br />

Concordo pienamente quando sostiene<br />

che nel prossimo futuro “fare<br />

gior nalismo <strong>di</strong>venta (anche) saper<br />

dominare le nuove tecnologie, aggirare<br />

i muri della censura, ma anche<br />

filtrare fonti la cui at ten<strong>di</strong>bilità è<br />

tutta da <strong>di</strong>mostra re..”. Ma questo è<br />

quanto. Ciò che non mi torna invece<br />

è l’impressione, che ricavo dalla lettura,<br />

<strong>di</strong> un eccessivo entusiasmo rispetto<br />

a quello che, alla fin fine, resta<br />

sempre un social-network tout<br />

court. Nulla più, nulla meno.<br />

Associare “troppo” le cose del<br />

giornalismo (almeno <strong>di</strong> quello con<br />

la G maiuscola) agli exploit dell’ultima<br />

modalità comunicativa <strong>di</strong>gitale<br />

(per quanto glamour e per quanto<br />

powerful) può essere pericoloso.<br />

Nonché controproducente. Sarebbe<br />

un po’ come se, nel microcosmo X,<br />

si ponessero sullo stesso piano gli<br />

informati e tempestivi pettegolezzi<br />

della Perpetua <strong>di</strong> paese, con i tentativi<br />

della “mente razionante locale”<br />

<strong>di</strong> verificare, approfon<strong>di</strong>re, ma anche<br />

spiegare quelle stesse “notiziole”<br />

(e perché no? persino <strong>di</strong> determinarle<br />

– ve<strong>di</strong> per associazione il<br />

giornalismo d’inchiesta), allo scopo<br />

<strong>di</strong> meglio comprendere le soffocanti<br />

<strong>di</strong>namiche dentro cui le stesse si<br />

producono.<br />

Sarà perché parlare delle prospettive<br />

future (o della mancanza<br />

delle stesse) del<br />

giornalismo è <strong>di</strong>ventato<br />

<strong>di</strong> moda! Giorni fa nel<br />

suo interessante Me<strong>di</strong>ablog,<br />

Marco Pratellesi,<br />

<strong>di</strong>scutendo <strong>di</strong> giornalismo<br />

online, titolava<br />

“Web, la fine del tutto<br />

gratis”. Il post faceva<br />

poi una veloce ricapitolazione<br />

<strong>di</strong> possibili “soluzioni”<br />

alla “reale”<br />

problematica <strong>di</strong> fondo<br />

(ovvero, come creare<br />

un modello giornalistico<br />

online economicamente<br />

valido), così come<br />

proposte da <strong>di</strong>verse<br />

fonti informative.<br />

Me<strong>di</strong>ablog citava,<br />

tra gli altri, uno stu<strong>di</strong>o<br />

americano riportato<br />

su Il Corriere Economia,<br />

stu<strong>di</strong>o che<br />

avrebbe evidenziato<br />

come la<br />

metà <strong>dei</strong> “navigatori-lettori”<br />

sarebbe <strong>di</strong>sposta<br />

a pagare un<br />

abbonamento mensile ad un quoti<strong>di</strong>ano<br />

se il costo fosse modesto (cinque<br />

euro circa). Pratellesi ricordava<br />

poi l’analisi fatta dallo stesso Gaggi<br />

sulla “soluzione-micro pagamenti”<br />

lanciata da Rupert Murdoch. Altre<br />

proposte si soffermavano sulla necessità<br />

<strong>di</strong> “una maggiore sintonia<br />

con i lettori”, mentre il post si chiudeva<br />

ricordando l’altalenante percorso<br />

compiuto da <strong>di</strong>versi, importanti,<br />

quoti<strong>di</strong>ani tra la formula gratuita<br />

e quella a pagamento (delle notizie,<br />

s’intende!).<br />

Per quanto mi riguarda, escluso<br />

l’item della “maggiore sintonia con<br />

i lettori”, che mi pare piuttosto una<br />

con<strong>di</strong>tio sine qua non, io ritengo che<br />

tutte queste “ possibili, metodologie<br />

lavorative” siano in realtà superate e<br />

che avranno pure scarse possibilità<br />

<strong>di</strong> successo. Soprattutto, avranno<br />

scarse possibilità <strong>di</strong> successo se si<br />

limiteranno a <strong>di</strong>ventare moderna<br />

confezione <strong>di</strong> un prodotto che resterà<br />

datato.<br />

Per usare una semplice analogia,<br />

sarebbe come pretendere che i ragazzi<br />

<strong>di</strong> oggi mangiassero pavesini<br />

a go-go solo perché una determinatissima<br />

(a non soccombere) <strong>di</strong>tta<br />

produttrice, pur <strong>di</strong> salvare il prodotto,<br />

dopo settimane <strong>di</strong> intenso brainstorming<br />

del suo miglior management,<br />

fosse venuta su con l’idea <strong>di</strong><br />

stimolare le ven<strong>di</strong>te creando un package<br />

avveniristico.<br />

Anche se il package fosse d’oro,<br />

infatti, sempre <strong>di</strong> pavesini si tratterebbe!<br />

Dubito molto dunque che,<br />

per quanto gloriosa, quella semplice<br />

galletta sarebbe in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />

(da sola) i palati più “raffinati”<br />

della gioventù moderna (non me ne<br />

vogliano i produttori!). Senza considerare<br />

(e qui mi rifaccio alle perplessità<br />

avanzate in precedenza<br />

rispetto alla<br />

questione Twitter),<br />

che il rischio che questa<br />

incauta <strong>di</strong>tta correrebbe<br />

sarebbe quello<br />

<strong>di</strong> catalizzare l’attenzione<br />

sulle “meraviglie”<br />

della confezione<br />

e non sul prodotto<br />

stesso.<br />

Dio ne scampi! <strong>La</strong><br />

verità per fortuna recita<br />

che un lettorenavigatore<br />

può sì<br />

sborsare il peculio<br />

per pagare un lavoro<br />

scritturale ma questo<br />

deve valere il suo<br />

costo! Per esempio,<br />

è vecchissima (rispetto<br />

alla storia <strong>di</strong><br />

Internet) la pratica<br />

<strong>di</strong> far pagare saggi<br />

letterari, o anche<br />

accurate analisi<br />

finanziarie delle<br />

tendenze <strong>di</strong><br />

mercato (questo<br />

accadeva<br />

al tempo del<br />

boom – solo dopo è venuto fuori<br />

che era tutta carta straccia comunque,<br />

ma queste sono altre storie!).<br />

Quale laureando non lo farebbe se<br />

avesse la necessità <strong>di</strong> “rimpolpare”<br />

la sua tesi? Quale investitore non lo<br />

farebbe se fosse preoccupato per il<br />

domani?<br />

Per converso, io non ho mai rinnovato<br />

per due mesi <strong>di</strong> fila un abbonamento<br />

online ad un quoti<strong>di</strong>ano<br />

perché alla fine mi veniva a noia: mi<br />

veniva a noia la sua struttura obsoleta,<br />

mi veniva a noia la mancanza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>namicità rispetto al mondo vivo<br />

(e persino gratuito!) che lo circondava<br />

in Rete. Allo stesso modo, mai<br />

e poi mai accetterei <strong>di</strong> versare un<br />

micro-pagamento che magari mi si<br />

presenta sul conto in compagnia<br />

della <strong>di</strong>letta sorella banking-fee; in<br />

simil guisa, e per chiudere il cerchio,<br />

mai e poi mai accetterei <strong>di</strong> finanziare<br />

uno pseudo-giornalismo<br />

che sia anche soltanto un lontano<br />

parente <strong>di</strong> un social network o <strong>di</strong> un<br />

circolo gossiparo.<br />

A mio modo <strong>di</strong> vedere dunque (e<br />

pur rendendomi conto che il tallone<br />

d’Achille <strong>di</strong> tutto il mio <strong>di</strong>scorso sta<br />

Oggi la metà <strong>dei</strong> “navigatori-lettori” sarebbe <strong>di</strong>sposta a pagare<br />

un abbonamento mensile ad un quoti<strong>di</strong>ano se il costo fosse modesto<br />

nel suo fine ideale!), non si può parlare<br />

<strong>di</strong> nuovi modelli e<strong>di</strong>toriali per il<br />

giornalismo del futuro, senza prima<br />

affrontare il tema <strong>dei</strong> suoi contenuti.<br />

O senza rispondere a fondamentali<br />

domande quali: che cosa vorrà <strong>di</strong>re<br />

essere giornalisti domani? Quali<br />

qualità renderanno tale un Premio<br />

Pulitzer del futuro che dovrà per<br />

forza giostrarsi tra le necessità “spirituali”<br />

della sua “arte” e quelle del<br />

ritorno economico?<br />

Tutto questo ci riporta, fatalmente,<br />

alla importantissima questione<br />

dell’intrinseca capacità del professionista<br />

che svolgerà quella professione:<br />

che lo si voglia oppure no sarà<br />

infatti tale elemento il fattore<br />

chiave che farà la <strong>di</strong>fferenza. E, per<br />

certi versi, permetterà pure <strong>di</strong> vivere<br />

senza grosse preoccupazioni e<strong>di</strong>toriali.<br />

Insomma, per <strong>di</strong>rla seguendo la<br />

modalità glamour corrente, sarà proprio<br />

quello il fattore chiave che segnerà<br />

il confine tra l’essere professionisti-(T)<br />

wit-less e l’essere professisti(T)<br />

wit-full.(1)<br />

Note:<br />

(1) Lo wit (lo <strong>di</strong>co ad uso e consumo<br />

<strong>di</strong> quei quattro lettori che<br />

hanno avuto il buon senso <strong>di</strong> restare<br />

fedeli alla lingua <strong>di</strong> Dante) è l’arguzia,<br />

il bello spirito. Ma in verità è<br />

anche qualcosa <strong>di</strong> più. È <strong>di</strong> fatto parola<br />

quasi impossibile da tradurre<br />

in Italiano perché descrive in maniera<br />

mirabile la più grande capacità<br />

dell’intelletto - non a caso viene<br />

citato <strong>di</strong> frequente il learned-wit <strong>di</strong><br />

Oscar Wilde.<br />

Rina Brundu<br />

Dublin, 24/06/2009<br />

©All rights reserved<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


<strong>La</strong> <strong>di</strong>sincantata poesia <strong>di</strong> Maria Pina Ciancio alla ricerca <strong>di</strong> uno spazio indefinito<br />

<strong>La</strong> ragazza con la valigia<br />

sperduta tra cielo e terra<br />

<strong>di</strong> SALVO ZAPPULLA<br />

<strong>La</strong> poesia ricerca la purezza, lo stupore,<br />

l’incanto. Maria Pina Ciancio, nel<br />

suo libro (<strong>La</strong> ragazza con la valigia,<br />

e<strong>di</strong>tore Lieto Colle, pagg.57, € 10,00) vaga<br />

sperduta tra terra e cielo alla ricerca <strong>di</strong><br />

uno spazio indefinito, senza tempo né materia.<br />

Uno spiraglio che si apre, un’ altro<br />

che si chiude. <strong>La</strong> vita che ti nega l’accesso<br />

o ti permette <strong>di</strong> entrate, tutto permeato da<br />

un senso <strong>di</strong> indefinitezza, <strong>di</strong> vacuità. “Si<br />

era fermata, una pausa alla corsa/alle parole<br />

<strong>di</strong> pietra, alle carezze trattenute/ per<br />

lasciargli al bar dell’angolo/ un libro <strong>di</strong><br />

Bukowski/ e una clessidra polverosa/ capovolta<br />

da vent’anni sulla porta”.<br />

Una semplicità <strong>di</strong>sarmante, posta con <strong>di</strong>sincanto,<br />

da cogliere e farne dono. Tante<br />

piccole voci si affacciano dall’uscio <strong>di</strong> una<br />

porta socchiusa, si avviano lungo il sentiero<br />

per riba<strong>di</strong>re la propria esistenza e formano<br />

un coro <strong>di</strong> delicata musicalità. Quello <strong>di</strong><br />

Maria Pina è un viaggio metafisico su per<br />

la vetta più alta. Procede con candore, si<br />

meraviglia, si tasta sgomenta le ferite lasciate<br />

da rovi acuminati, si volge all’in<strong>di</strong>etro<br />

a osservare i solchi causati dal tempo e<br />

ogni volta è una fitta dolorosa: affiora un<br />

ricordo, un rimpianto, una storia finita.<br />

“Arrivò per l’ultimo treno/parlava, cantava,<br />

vecchia esausta/una preghiera blasfema/concedetemi<br />

il viaggio/e qualcosa da<br />

bere/... Un sordo si alzò/ prese sogni e parole/<br />

e glieli offrì in un bicchiere”. Maschere<br />

da decifrare e da esplorare, pesanti come<br />

macigni, gravano sulle spalle e sulla coscienza<br />

del lettore. Un inquieto vagare tra<br />

le pieghe dell’anima, alla ricerca continua<br />

<strong>di</strong> spazi da riempire, tra i perché destinati a<br />

non avere risposta; rovistando tra gli oggetti<br />

dell’intorno, sperando rivelino i loro segreti,<br />

certezze impossibili da ottenere sul<br />

meraviglioso inesplorabile mistero della vita.<br />

”<strong>La</strong> solitu<strong>di</strong>ne non le faceva più paura,<br />

da quando la vita le aveva fatto scempio in<br />

lungo e in largo. A Nina adesso faceva<br />

paura guardare in faccia il cielo e in quella<br />

smerigliata innocenza, socchiudere gli<br />

occhi e non saper pregare”.<br />

Nella foto, Maria Pina Ciancio<br />

Un viaggio metafisico su per la vetta più alta. Procede con candore,<br />

si meraviglia, si tasta sgomenta le ferite lasciate da rovi acuminati,<br />

si volge all'in<strong>di</strong>etro a osservare i solchi causati dal tempo<br />

<strong>La</strong> nobiltà marchigiana presente<br />

alle Giornate Antonelliane<br />

Nel palazzo Antonelli Augusti Castracane<br />

<strong>di</strong> Brugnetto si è tenuta la terza<br />

e<strong>di</strong>zione delle Giornate Antonelliane<br />

de<strong>di</strong>cata alla antica ed illustre casata degli<br />

Antonelli, e per questo incontro de<strong>di</strong>cata al<br />

duecentocinquantesimo anniversario delle<br />

elevazione alla porpora car<strong>di</strong>nalizia del<br />

Conte Car<strong>di</strong>nale Nicola Antonelli, figura <strong>di</strong><br />

rilevo <strong>nella</strong> curia romana della seconda metà<br />

del Settecento. A far gli onori <strong>di</strong> casa ed introdurre<br />

l'incontro è stato il giornalista Giovanni<br />

Martines Augusti, relatori il professor<br />

Flavio Solazzi – che ha parlato della figura<br />

del car<strong>di</strong>nale Nicola - e il professor Stefano<br />

Papetti – con una analisi sul collezionismo<br />

d'arte nel Settecento marchigiano e la famiglia<br />

Antonelli -. L'incontro si è concluso con<br />

un rosario solenne e cori <strong>nella</strong> Chiesa privata.<br />

Hanno preso parte alla manifestazione, tra<br />

tanti illustri ospiti della nobilità marchigiana,<br />

il conte Barozzi <strong>di</strong> Venezia, il prinicipe<br />

Guglielmo Giovannelli Marconi da Roma,<br />

l’impren<strong>di</strong>tore Domenico Coco da Catania.<br />

Cultura 25<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009<br />

F. G.


26<br />

Cultura<br />

In un thriller appassionante Giuseppe Firrinceli ricorda una storia “cancellata”<br />

“Noi Italiani e voi Siciliani!”<br />

I misteri del dopoguerra nell’Isola<br />

<strong>di</strong> CORRADO RUBINO<br />

“<br />

Quella piccola <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> campagna,<br />

ma a pochi passi dal<br />

mare, significava per Ludovico,<br />

fin da piccolo, un luogo <strong>di</strong> giochi<br />

e <strong>di</strong> vacanza, <strong>di</strong> evasione estiva.<br />

Aveva addosso il respiro del mare<br />

ed era appena ombrata da un albero<br />

carico <strong>di</strong> fichi, i sangiuvannari. Si<br />

doveva percorrere quasi un miglio<br />

per raggiungere le prime case dell’abitato<br />

<strong>di</strong> Scoglitti, quella piccola<br />

frazione marinara; dal lato opposto<br />

si estendevano pergolati e macchie<br />

<strong>di</strong> mortilla ed un gigantesco minicucco.<br />

Fortino <strong>dei</strong> suoi primi amori<br />

e <strong>dei</strong> suoi primi lavori, quella casetta<br />

<strong>di</strong> campagna, nucleo agricolo <strong>dei</strong><br />

suoi avi, era <strong>di</strong>ventata la casina del<br />

mare e della vendemmia e poi lui,<br />

da universitario e anche dopo, dava<br />

ripetizioni <strong>di</strong> italiano e latino, nei<br />

mesi estivi, ai tanti ragazzi che dovevano<br />

riparare a settembre.<br />

Il professore, uscendo nell’orto,<br />

notò che le viti avevano bisogno <strong>di</strong><br />

cure, e pensò che presto avrebbe dovuto<br />

chiamare don Tano per far dare<br />

una sistemata ai filari. Poi rientrò in<br />

casa, <strong>nella</strong> sua stanza, ma ormai la<br />

sua mente era asse<strong>di</strong>ata da una torma<br />

<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>. Era l’imbrunire. Il<br />

professore girò lo sguardo verso la<br />

finestra. Sembrava il quadro <strong>di</strong> un<br />

romantico pittore che aveva voluto<br />

<strong>di</strong>pingere un rosso tramonto. Poi rivolse<br />

gli occhi verso quel quadro<br />

appeso ad una parete della sua stanza.<br />

Il <strong>di</strong>pinto raffigurava un cane<br />

fermo sopra la scogliera, che guardava<br />

vigile il mare e si stagliava,<br />

quasi colpito, contro un rosso <strong>di</strong> sera<br />

in attesa del felice rientro <strong>di</strong> qualcuno<br />

che deve tornare a casa, alla<br />

sua terra. Quel quadro, Ludovico, lo<br />

aveva avuto in dono da un suo amico<br />

pittore catanese, con il quale <strong>di</strong>videva<br />

la propria idea in<strong>di</strong>pendentista,<br />

ed assieme al quale aveva trascorso<br />

ore a parlare delle incantevoli<br />

bellezze naturalistiche che nasconde<br />

la terra <strong>di</strong> Sicilia. Il sipario<br />

si alzò definitivamente sul palcoscenico<br />

<strong>dei</strong> ricor<strong>di</strong>. Con il rosso sfondo<br />

dell’imbrunire, buon presagio, gli<br />

apparve la scena <strong>di</strong> un paesaggio rurale,<br />

intriso <strong>di</strong> sudore <strong>di</strong> fatica e <strong>di</strong><br />

canti conta<strong>di</strong>ni che sottolineavano<br />

l’evento <strong>di</strong> una buona e abbondante<br />

raccolta d’uva pronta a <strong>di</strong>ventare<br />

nettare <strong>di</strong> tanto pregio.»<br />

Questo è uno <strong>dei</strong> passi contenuti<br />

nel libro <strong>di</strong> Giuseppe Firrincieli che<br />

tramite i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ludovico, personaggio<br />

principale del suo Noi Italiani<br />

e voi Siciliani!, ci fa rivivere una<br />

Sicilia romantica che va scomparendo.<br />

Momenti, odori, paesaggi e vita<br />

<strong>di</strong> una terra che per essere stata per<br />

molto tempo al centro degli avvenimenti<br />

storici del mondo conosciuto<br />

ne ha subito le inevitabili conseguenze.<br />

Le avi<strong>di</strong>tà, le invi<strong>di</strong>e, le<br />

paure e i colpi bassi <strong>di</strong> coloro che da<br />

sempre l’anno voluta docile, sottomessa<br />

e obbe<strong>di</strong>ente; proprio come<br />

una star dello spettacolo quando rimane<br />

per molto tempo sulla scena e<br />

raggiunge vette inaspettate oscurando<br />

gli altri attori. Ludovico con i<br />

suoi racconti cerca anche <strong>di</strong> sfatare i<br />

luoghi comuni che vogliono la Sicilia<br />

arretrata e sud<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> dominazioni<br />

straniere, senza una cultura ed<br />

una storia proprie.<br />

Ma i momenti <strong>di</strong> racconto delle<br />

tra<strong>di</strong>zioni siciliane e i ricor<strong>di</strong> poetici<br />

<strong>di</strong> Ludovico, che sono go<strong>di</strong>bili nel<br />

libro, l’autore li cuce all’interno <strong>di</strong><br />

un vero e proprio thriller veloce ed<br />

appassionante, contrapponendo la<br />

tranquilla e meto<strong>di</strong>ca vita <strong>di</strong> un tranquillo<br />

siciliano, professore <strong>di</strong> lettere<br />

in pensione, a quella <strong>di</strong> un altro siciliano<br />

cinico e freddo potente della<br />

finanza mon<strong>di</strong>ale. Ludovico si ritrova<br />

così coinvolto in una spirale <strong>di</strong><br />

avvenimenti in cui si intrecciano potere,<br />

denaro e politica in un roman-<br />

Giuseppe Firrincieli, sopra la copertina del libro.<br />

Accanto, un militare americano dopo l’invasione<br />

della Sicilia<br />

zo quasi attuale carico <strong>di</strong> suspence e<br />

<strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena.<br />

Firrincieli ha avuto l’eccellente<br />

idea <strong>di</strong> narrare le vicende del Movimento<br />

In<strong>di</strong>pendentista Siciliano<br />

(che sono state definitivamente rimosse<br />

dalla storiografia ufficiale),<br />

che culmineranno nel dopoguerra<br />

con la mai chiarita morte del professore<br />

Antonio Canepa e <strong>dei</strong> suoi<br />

compagni, inserendole <strong>nella</strong> trama<br />

<strong>di</strong> un romanzo moderno che coniuga<br />

mirabilmente documenti storici e invenzione<br />

narrativa. Sullo scenario <strong>di</strong><br />

una Sicilia che fa innamorare attraverso<br />

paesaggi sublimi, miti e leggende,<br />

egli trova la giusta soluzione<br />

per sottoporre al lettore una visione<br />

<strong>di</strong>versa della storia della Sicilia soprattutto<br />

quella, forse troppo glorificata,<br />

post unità d’Italia.<br />

Contrappone le scene dure e spie-<br />

tate della guerra, che nell’estate del<br />

’43 non fu una passeggiata per nessuno,<br />

visto il numero delle vittime<br />

fra i militari <strong>di</strong> entrambi gli schieramenti<br />

e la popolazione civile siciliana,<br />

con una altrettanto spietata lotta<br />

contro una politica nazionale che<br />

sfrutta l’ingegno e la fantasia <strong>dei</strong> siciliani<br />

senza riconoscere loro la possibilità<br />

<strong>di</strong> utilizzarli a vantaggio della<br />

propria terra calpestata da secoli,<br />

vittima <strong>di</strong> sfruttamenti atavici che<br />

purtroppo continuano<br />

ad opprimere i siciliani<br />

senza poter<br />

mai arrivare al raggiungimento<br />

della<br />

propria in<strong>di</strong>pendenza.<br />

Il titolo è una provocatoriaesclama-<br />

GIUSEPPE FIRRINCIELI<br />

NOI ITALIANI E VOI SICILIANI!<br />

EDIZIONI NEL MONDO<br />

zione non certamente gratuita: “Noi<br />

Italiani e voi Siciliani!”. Non è una<br />

frase gridata al tempo dello sbarco<br />

<strong>dei</strong> garibal<strong>di</strong>ni a Marsala (a quel<br />

tempo poteva certamente essere giustificata)<br />

ma è il risultato <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ffuso<br />

sentire la Sicilia e i siciliani come<br />

un corpo estraneo all’Italia ancora<br />

nel 1943, in piena seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale, a ottantatre anni<br />

da quella che la storiografia chiama<br />

enfaticamente “unità d’Italia”. L’autore<br />

quin<strong>di</strong> trae il titolo del suo libro<br />

da un famoso proclama fatto affiggere<br />

sui muri delle gran<strong>di</strong> città siciliane<br />

dal Capo <strong>di</strong> Stato Maggiore<br />

del “Regio Esercito”.<br />

Questo è parte del testo: «…le<br />

“FF. AA. Sicilia” in gran parte composte<br />

<strong>di</strong> vostri conterranei, sono qui<br />

fra voi, per <strong>di</strong>fendere la vostra Isola,<br />

L’autore contrappone<br />

le scene dure e spietate<br />

della guerra,<br />

che nell’estate del ’43<br />

non fu una passeggiata<br />

per nessuno, visto<br />

il numero<br />

delle vittime fra<br />

i militari <strong>di</strong> entrambi<br />

gli schieramenti<br />

e la popolazione<br />

civile siciliana<br />

bastione d’Italia.<br />

Voi tutti – ne sono sicuro – affiancherete<br />

l’opera delle FF.AA. Sicilia:<br />

Mantenendo, in qualsiasi contingenza,<br />

calma ed incrollabile fiducia<br />

nei destini della Patria;<br />

Applicando <strong>di</strong>sciplinatamente e<br />

volenterosamente le <strong>di</strong>sposizioni<br />

delle Autorità militari;<br />

Attendendo con lena costante al<br />

vostro lavoro or<strong>di</strong>nario, e a quello<br />

cui sarete chiamati per rafforzare<br />

sempre più la <strong>di</strong>fesa dell’Isola;<br />

Arruolandovi e - se sarà necessario<br />

– combattendo nelle “Centurie<br />

Volontarie Vespri” <strong>di</strong> imminente costituzione.<br />

Strettamente, fiduciosamente e<br />

fraternamente uniti, voi, fieri siciliani<br />

e noi, militari italiani e germanici,<br />

delle “FF.AA. Sicilia” <strong>di</strong>mostreremo<br />

al nemico che qui non si passa.<br />

P.M. 5 – 9 maggio 1943 – XXI,<br />

firmato, il Generale Comandante,<br />

Mario Roatta»<br />

…e pensare che lui era il Capo <strong>di</strong><br />

Stato Maggiore <strong>di</strong> un esercito in<br />

gran parte formato da meri<strong>di</strong>onali.<br />

Il libro <strong>di</strong> Giuseppe Firrincieli,<br />

Noi Italiani e voi Siciliani!, <strong>di</strong> cui è<br />

già possibile avere qualche anticipazione<br />

sul sito www.giuseppefirrincieli.com<br />

de<strong>di</strong>cato all’autore e al<br />

suo ultimo lavoro, sarà presentato<br />

nei prossimi mesi, probabilmente ad<br />

ottobre prossimo presso la sede della<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche <strong>di</strong><br />

Catania.<br />

Giuseppe Firrincieli è nato a Ragusa<br />

Ibla nel 1948. Si è trasferito a<br />

Catania all’età <strong>di</strong> 20 anni, proprio<br />

all’inizio della contestazione giovanile<br />

che ebbe inizio nelle varie Facoltà<br />

citta<strong>di</strong>ne. <strong>La</strong>ureato in giornalismo<br />

scritto e ra<strong>di</strong>ofonico all’Istituto<br />

Superiore <strong>di</strong> Giornalismo, presso<br />

l’Università <strong>di</strong> Palermo, svolge, dal<br />

1984, l’attività <strong>di</strong> giornalista pubblicista.<br />

È un siciliano dalla testa ai pie<strong>di</strong><br />

con la passione della pittura e della<br />

fotografia; arte, quest’ultima, che in<br />

passato gli ha dato <strong>di</strong>verse sod<strong>di</strong>sfazioni<br />

e comunque ambedue queste<br />

arti hanno contribuito non poco ad<br />

affinare il senso dell’inquadramento<br />

paesaggistico che in Firrincieli appare<br />

molto spiccato. Inoltre, appassionato<br />

cultore della storia in<strong>di</strong>pendentista<br />

siciliana, si è sempre pro<strong>di</strong>gato<br />

per l’inserimento <strong>dei</strong> fatti del<br />

1943-1948 nei testi <strong>di</strong> storia per le<br />

scuole siciliane.<br />

30 Luglio 2009 <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14


Francesco Di Domenico trasforma in satira irriverente qualsiasi argomento<br />

Storie brillanti <strong>di</strong> eroi scadenti<br />

dalla fantasia <strong>di</strong> un poeta verace<br />

<strong>di</strong> SALVO ZAPPULLA<br />

Questo libro non dovrebbe andare<br />

nelle librerie, e nemmeno<br />

andrebbe recensito. Questo<br />

libro è una mina vagante che potrebbe<br />

esplodere da un momento<br />

all’altro. Il suo autore meriterebbe il<br />

pubblico lu<strong>di</strong>brio e condannato alla<br />

se<strong>di</strong>a elettrica. (Storie brillanti <strong>di</strong><br />

eroi scadenti, e<strong>di</strong>zioni Cento Autori,<br />

pagg. 158, € 12,00). Francesco Di<br />

Domenico, napoletano che più napoletano<br />

non si può, uomo dalla fervida<br />

immaginazione e dallo spirito<br />

indomabile, riesce a trasformare in<br />

satira irriverente qualsiasi argomento<br />

tratta. Il suo è umorismo allo stato<br />

puro, i suoi personaggi bislacchi<br />

e improbabili, coinvolti in situazioni<br />

surreali, pirotecnici comme<strong>di</strong>anti<br />

degli equivoci, strappano il sorriso<br />

anche al più serio <strong>dei</strong> lettori. Le<br />

donne descritte non sono esattamente<br />

delle dame, né gli uomini potrebbero<br />

aspirare al ruolo <strong>di</strong> cavalier<br />

cortesi. Un’ umanità sgangherata,<br />

quella raccontata da Di Domenico,<br />

adorabile <strong>nella</strong> sua vacuità e sventatezza,<br />

composta da furbastri e aspiranti<br />

tali, che null’altro può pretendere,<br />

se non <strong>di</strong> essere consegnata alla<br />

gloria letteraria. L’autore ha il gusto<br />

della <strong>di</strong>ssacrazione nel sangue,<br />

nel DNA.<br />

Una specie <strong>di</strong> Re Mida del buon<br />

umore e dell’irriverenza. Il Governo<br />

ci scarica nuove tasse da pagare?<br />

Nessun problema, Francesco troverà<br />

il modo <strong>di</strong> riderci sopra. Vi è morto<br />

il gatto? <strong>La</strong> zia Matilde è finita sotto<br />

un treno? Niente paura, Francesco<br />

ha la me<strong>di</strong>cina giusta. Un Campanile<br />

contemporaneo? Un pronipote <strong>di</strong><br />

Toto? Un seguace <strong>di</strong> Massimo Troisi?<br />

Le sue freddure sono invece <strong>di</strong><br />

stampo anglosassone, prendono<br />

spunto anche dall’avvenimento più<br />

banale per creare un’atmosfera <strong>di</strong><br />

ilarità.<br />

Francesco somiglia più a un Woodehouse<br />

<strong>dei</strong> tempi moderni, maestro<br />

della comicità che ha conquistato<br />

intere generazioni <strong>di</strong> lettori. Le storie<br />

<strong>di</strong> questo napoletano dalla penna<br />

tagliente possiedono l’eleganza e la<br />

raffinatezza dell’umorismo inglese<br />

(Vuoi vedere che è nato sul <strong>di</strong>retto<br />

Napoli- Londra?)<br />

Questo libro va letto, portato nelle<br />

librerie e recensito. E il suo autore è<br />

una persona dalla sensibilità sopraffina<br />

che forse combatte il suo mal <strong>di</strong><br />

vivere esorcizzandolo con l’ironia.<br />

Questo libro apre con una de<strong>di</strong>ca a<br />

una ragazza <strong>di</strong> vent’anni che in un<br />

momento <strong>di</strong> follia si è tolta la vita,<br />

prima foglia strappata ai suoi cari<br />

dall’autunno. Abbiamo incontrato e<br />

intervistato Francesco Di Domenico:<br />

questa intervista è stata rilasciata<br />

in circostanze particolari: in una clinica<br />

psichiatrica del napoletano do-<br />

ve Di Domenico era ricoverato dopo<br />

il terzo tentativo <strong>di</strong> chiedere u<strong>di</strong>enza<br />

al Santo Padre per pretendere lo<br />

scambio nelle immaginette <strong>di</strong> Gesù<br />

con quella <strong>di</strong> Carl Marx. E dove mi<br />

Curiosità, ovvero desiderio <strong>di</strong> conoscere<br />

<strong>di</strong> AZZURRA FAETI<br />

Curiosità è desiderio <strong>di</strong> sapere, <strong>di</strong> conoscere,<br />

<strong>di</strong> cercare anche, a volte senza<br />

trovare nulla.<br />

<strong>La</strong> curiosità è il primo segnale pedagogico<br />

che ci fa <strong>di</strong>re del bambino piccolo “Com’è<br />

intelligente”.<br />

Nella mia esperienza <strong>di</strong> madre, nonna ed<br />

ora <strong>di</strong> racconta fiabe, noto che <strong>nella</strong> scuola<br />

materna i perché fioccano. Nella scuola primaria<br />

solo qualche mano si alza per chiedere<br />

“Perché?”. Nella scuola me<strong>di</strong>a mancano i<br />

perché, forse i ragazzi hanno già trovato la<br />

risposta oppure rimandano la soluzione a<br />

quando, rientrati a casa, se la faranno dare<br />

da “Internet”.<br />

<strong>La</strong> curiosità si manifesta in maniera <strong>di</strong>versa<br />

dai miei tempi. Resta sempre una necessi-<br />

Francesco Di Domenico<br />

trovavo ricoverato anch’io, in quanto,<br />

credendo <strong>di</strong> essere il Santo Padre,<br />

gli avevo accordato la richiesta.<br />

Francesco, che bisogno c’era <strong>di</strong><br />

I suoi personaggi bislacchi e improbabili, coinvolti in situazioni<br />

surreali, pirotecnici comme<strong>di</strong>anti degli equivoci, strappano<br />

il sorriso anche al più serio <strong>dei</strong> lettori<br />

tà ma si appaga con una ricerca facilitata<br />

anche se le cose da scoprire sono tante.<br />

Da bambina andavo a rovistare in soffitta,<br />

non c’era niente più appagante che trovare<br />

un vecchio baule, un pacco <strong>di</strong> vecchi giornali,<br />

la corrispondenza amorosa della bisnonna..<br />

Ora non c’è nemmeno la soffitta e ci si<br />

libera <strong>di</strong> tutto. Un rovello che ha tormentato i<br />

bambini <strong>di</strong> città fino all’adolescenza era<br />

“Come nascono i bambini?”.<br />

I bambini <strong>di</strong> campagna lo sapevano bene<br />

avendo a portata <strong>di</strong> occhi i parti delle vacche,<br />

delle pecore e delle cavalle. Io fui edotta<br />

dai figli <strong>di</strong> un conta<strong>di</strong>no e fui considerata dai<br />

miei amici come l’antenata <strong>di</strong> Lupo Alberto.<br />

Nel mondo animale la curiosità non manca<br />

ma il fine non è la ricerca pura.<br />

Il gatto va imme<strong>di</strong>atamente a rovistare nel<br />

sacchetto della spesa, appena poggiato sul<br />

questo libro? Non bastava già la<br />

Bibbia a educare i popoli?<br />

Assolutamente no, fu il Sultano <strong>di</strong><br />

Chieti a negare quest’assunto quando,<br />

durante la preghiera della sera,<br />

tavolo, perché cerca il suo mangiare. Ancora<br />

non sappiamo quanto gli animali riescano ad<br />

astrarsi ed astrarre. <strong>La</strong> curiosità è maestra<br />

della scienza, senza lei, non avremmo avuto<br />

le gran<strong>di</strong> scoperte in astronomia, me<strong>di</strong>cina,<br />

fisica.<br />

Marco Polo, Cristoforo Colombo, solo per<br />

citare due <strong>dei</strong> più famosi esploratori, affrontarono<br />

un mondo ignoto con pochissime vaghe<br />

informazioni. Non avevano certezza soprattutto<br />

delle <strong>di</strong>stanze.<br />

Li spinse il loro bisogno <strong>di</strong> conoscere, <strong>di</strong><br />

sapere in poche parole la loro curiosità.<br />

<strong>La</strong> curiosità ha due facce; la prima è la<br />

sorpresa <strong>di</strong> un fatto. Il primo uomo si rese<br />

conto della forza del fuoco… dopo essersi<br />

scottato o dopo aver visto il lampo che aveva<br />

incen<strong>di</strong>ato l’albero. L’uomo civilizzato procede<br />

per deduzioni.<br />

Cultura 27<br />

inciampando in una Bibbia ipocrita<br />

(basata anch’essa sui “si <strong>di</strong>ce” e<br />

scritta da un consigliere comunale<br />

molisano) cadde dal minareto rovinando<br />

addosso alla sorella <strong>di</strong> un<br />

Muezzin, che restò incinta e generò<br />

Cat, che ha sua volta generò Tom,<br />

che generò Sam e furono tutti scritturati<br />

come comparse ne “I Dieci<br />

Comandamenti”, poi Tom & Cat furono<br />

assunti dalla Warner<br />

Bros.(Sam ha una gelateria a Beverly<br />

Hills).<br />

Perchè la letteratura umoristica,<br />

secondo te, viene considerata<br />

ancora letteratura minore, semplice<br />

letteratura d’ evasione, da<br />

consigliare tutt’al più ai detenuti?<br />

Nel trattato <strong>di</strong> Antropologia della<br />

dott. ssa Jamie Lee Curtis: “Un Pesce<br />

<strong>di</strong> nome Wanda”, fu stabilito<br />

che l’umorismo abbatte le pulsioni<br />

sessuali <strong>dei</strong> coatti, <strong>dei</strong> ribelli e rende<br />

felici i fotografi che non sono costretti<br />

continuamente a chiedere:<br />

sorrida please!<br />

Infatti, dopo l’acquisto <strong>di</strong> alcune<br />

centinaia <strong>di</strong> miei libri si è visto un<br />

notevole decremento della violenza<br />

sessuale nelle carceri italiane. In<br />

quelle americane il fenomeno è però<br />

rovesciato, si è sentito urlare in inglese<br />

(il libro è stato spe<strong>di</strong>to senza<br />

traduzione): “Vieni qui secon<strong>di</strong>no<br />

che te...”<br />

Dopo questo libro ti senti più<br />

un Masaniello o una Maria Teresa<br />

<strong>di</strong> Calcutta?<br />

Leo Gullotta. Mi sento molto vicino<br />

all’arte <strong>di</strong> questo attore elisabettiano,<br />

anche se non mi sciacquerei<br />

la bocca col suo bicchiere, dopo che<br />

lui ha fatto i gargarismi.<br />

Quale tipo <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o ti sentiresti<br />

<strong>di</strong> consigliare ai tuoi tre lettori<br />

dopo aver letto il libro?<br />

<strong>La</strong> vita è fatta <strong>di</strong> scelte, caro Zappulla,<br />

io gli metterei su <strong>di</strong> un piatto<br />

uno spogliarello <strong>di</strong> Rosy Bin<strong>di</strong> e<br />

Marina Sereni con la telecronaca <strong>di</strong><br />

<strong>La</strong> Russa (Costretti a tenere gli occhi<br />

aperti) o dormire nel letto con<br />

Valeria Marini, incatenati alla spalliera.<br />

So per certo che in questo momento<br />

Achille Campanile si sta rivoltando<br />

<strong>nella</strong> tomba. Riesci a intuirne<br />

il motivo?<br />

Bhe. Non c’è nessuno che gli<br />

rimbocca la lapide.<br />

Se una mela cade dall’albero, lo scienziato<br />

si chiede quale sia la forza che trascina il<br />

frutto verso terra.<br />

<strong>La</strong> curiosità è la molla che ci aiuta a tenere<br />

insieme la natura e la ragione.<br />

<strong>La</strong> forza dell’imme<strong>di</strong>atezza e l’acutezza<br />

dell’analisi. Da curiosità deriva il verbo curiosare<br />

che nel vocabolario viene tradotto in<br />

“osservare con curiosità” e qui ritorniamo<br />

alla mia soffitta e al mio baule.<br />

C’è un’altra definizione (<strong>di</strong>rei più attuale)<br />

ed è “Dimostrare impertinente e riprovevole<br />

curiosità per cose e fatti altrui”.<br />

Chi non ha <strong>nella</strong> memoria una ten<strong>di</strong>na<br />

scostata e due occhi che spiano…?<br />

Noi umani non potremmo fare a meno della<br />

curiosità anche <strong>di</strong> quella negativa, con tutto<br />

quello che ne consegue.. dove c’è vita c’è<br />

curiosità.<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> dell’Isola n. 11~14 30 Luglio 2009

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