Peppa La Cannoniera - Comune di Noale
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furono spesso tenuti lontano anche dalla possibilità dell’arruolamento nell’esercito piemontese, che<br />
aveva soppiantato quello borbonico. Una nuova ribellione, <strong>di</strong> fronte a tanta in<strong>di</strong>fferenza, <strong>di</strong>venne<br />
inevitabile e in tante zone del Mezzogiorno l’Unità d’Italia si aprì con una guerra civile, repressa<br />
nel sangue anche grazie alla triste Legge Pica (1863-1865), che autorizzava misure estreme per<br />
combattere gli insorti, i “briganti” (il numero <strong>di</strong> morti fu superiore a quello delle Guerre <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>pendenza contro l’Austria). <strong>La</strong> situazione era peggiore rispetto alla precedente e vi furono molti<br />
episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> inneggiamento al ritorno dei Borboni appena cacciati; sintomatico è il fatto che alcuni<br />
capibanda erano ad<strong>di</strong>rittura stati garibal<strong>di</strong>ni e sostenitori dei Mille. Le donne in tutti questi eventi<br />
non rimasero in <strong>di</strong>sparte: talune combatterono al pari degli uomini, e come loro vennero uccise o<br />
catturate e tradotte nelle carceri, come la famosa Michelina De Cesare, bellissima e ar<strong>di</strong>ta<br />
brigantessa campana caduta in combattimento e straziata dopo la morte. Nella seduta della Camera<br />
del Parlamento unitario del 18 aprile 1863, il luogotenente <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> Nino Bixio sostenne le<br />
<strong>di</strong>chiarazioni del deputato calabrese Luigi Miceli circa la gravità della situazione con delle parole<br />
che purtroppo, nel corso della storia successiva, non sempre furono tenute presenti: “Un sistema <strong>di</strong><br />
sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno d’Italia. Ebbene, non è col sangue che i mali esistenti<br />
saranno eliminati. […] C’è l’Italia, là, o signori, e se vorrete che l’Italia si compia, bisogna farla<br />
con la giustizia, e non con l’effusione <strong>di</strong> sangue”.<br />
Il “Risorgimento femminile” non fu quin<strong>di</strong> solo un fatto ideologico, celebrato e <strong>di</strong>scusso nei<br />
salotti nobili e borghesi da donne <strong>di</strong> elevata cultura e grande lungimiranza, ma fu anche un processo<br />
tormentato e crudele che si combatté nei boschi e nei campi con il corpo, con il sangue, con la<br />
<strong>di</strong>sperazione e l’amore per la propria famiglia, a suon <strong>di</strong> fucilate e azioni <strong>di</strong> coraggio che, pur se<br />
meno numerose, nulla avevano da invi<strong>di</strong>are a quelle compiute dagli uomini.