POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...
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sociale? Come <strong>di</strong>fende la propria umanità e la<br />
propria <strong>di</strong>gnità? Che chances ha un curato dal<br />
cuore pavido nella Milano del XVII secolo? E la<br />
moglie velleitaria <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co nella provincia<br />
francese dell’Ottocento? Abbiamo la rara capacità,<br />
decennio dopo decennio, <strong>di</strong> costruirci intorno<br />
un modo che <strong>di</strong> per sé è repressivo e castrante.<br />
Questa cosa (questa catena inarrestabile) deve essere<br />
indagata dalla letteratura. Il vero epicentro <strong>di</strong><br />
una simile situazione, a mio parere resta però il<br />
dottor Bardamu. Il protagonista del Viaggio al<br />
termine della notte, sballottato da una parte<br />
all’altra del mondo senza capire perché, da una<br />
guerra a una catena <strong>di</strong> montaggio ai sobborghi <strong>di</strong><br />
Parigi, preso in qualche cosa <strong>di</strong> mostruoso molto<br />
più grande <strong>di</strong> lui.<br />
Passando alla struttura, Occidente per principianti<br />
sembra ripercorrere la Leggenda del<br />
Graal: una preparazione al mistero e poi una<br />
cerca “epica” del sangue <strong>di</strong> Cristo, rivisitate in<br />
chiave contemporanea. Ovvero mettendo una<br />
delle icone moderne per eccellenza, Rodolfo<br />
Valentino, al posto dell’icona religiosa, e la sua<br />
presunta prima amante al posto della coppa<br />
contenente il sangue <strong>di</strong> Cristo…<br />
Sì, una versione un po’ eretica della Leggenda del<br />
Graal, se si vuole, ma probabilmente adatta ai nostri<br />
tempi. Siamo passati negli ultimi secoli attraverso<br />
varie forme <strong>di</strong> trascendenza: l’ordo ad unum<br />
me<strong>di</strong>oevale, la gnosi, lo spirito mercantile settecentesco,<br />
le ideologie del XX secolo. Adesso<br />
sembra arrivato il turno della “Teocrazia au<strong>di</strong>ovisiva”.<br />
La seconda parte del romanzo, “Il viaggio”, più<br />
che ai vari “viaggi in Italia”, sembra il necessario<br />
sviluppo della tesi proposta nel “Contesto”:<br />
non è più solo Roma a essere allo sfascio morale<br />
e <strong>cultura</strong>le, ma tutto il Paese. E chi vi abita<br />
non se ne accorge, oppure ne va fiero…<br />
Torniamo alla faccenda dell’eye wide shut. Se sei<br />
al centro del ciclone è <strong>di</strong>fficile riuscire a capire<br />
anche <strong>di</strong> che sostanza sei fatto.<br />
An<strong>di</strong>amo marzullescamente sul personale. Perché<br />
da Bari, dopo vari giri per il Nord<br />
dell’Italia, decidere <strong>di</strong> stabilirsi a Roma? Cosa<br />
ti ha fatto propendere per la capitale (immorale)<br />
d’Italia e cosa ti ha portato a lavorare come<br />
ghost writer, a parte il semplice guadagnarsi la<br />
quoti<strong>di</strong>ana sussistenza? In altre parole, scrivevi<br />
prima <strong>di</strong> laurearti in giurisprudenza, quin<strong>di</strong><br />
hai soltanto scelto <strong>di</strong> appendere la laurea al<br />
chiodo e una città valeva un’altra?<br />
Boh, questioni <strong>di</strong> semplice sussistenza per quanto<br />
riguarda il ghost writing. E sempre questioni <strong>di</strong><br />
lavoro per ciò che riguarda Roma: a una fiera del<br />
libro <strong>di</strong> Torino <strong>di</strong> otto anni fa, incontrai l’e<strong>di</strong>tore<br />
Castelvecchi che mi <strong>di</strong>sse: “abbiamo bisogno <strong>di</strong><br />
un redattore. Perché non ti trasferisci a Roma?”<br />
Fatto. Entrato nel gran bordello. Ma un bordello<br />
offre parecchi spunti e suggestioni, no? Ho iniziato<br />
a scrivere mentre facevo l’università, e non ho<br />
mai pensato <strong>di</strong> intraprendere la carriera forense.<br />
Anche se stu<strong>di</strong>are le materie giuri<strong>di</strong>che mi piaceva<br />
molto. Tutte quelle ore passate sui manuali. Un<br />
po’ mi mancano. Era quasi una con<strong>di</strong>zione monastica.<br />
Marzullo bis. Vedendo la linea e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong><br />
minimum fax e della collana che <strong>di</strong>rigi, non si<br />
capisce perché Occidente per principianti sia<br />
stato pubblicato altrove. È un fatto <strong>di</strong> correttezza<br />
morale? Di “non si può fare, perché scorretto”?<br />
No, no, nessuna correttezza morale. In queste cose<br />
la concepisco poco, la correttezza morale. Tanto è<br />
vero che il prossimo romanzo uscirà per minimum<br />
fax, e il prossimo ancora magari per Einau<strong>di</strong>, chi<br />
lo sa? All’Einau<strong>di</strong> ho trovato una e<strong>di</strong>tor meravigliosa<br />
(Paola Gallo, appunto) che credeva moltissimo<br />
in questo progetto, e con minimum fax la<br />
storia d’amore continua. Il fatto è che, da scrittore,<br />
mi sento libero <strong>di</strong> fare un po’ come mi pare, tenendo<br />
conto delle proposte che volta per volta mi<br />
vengono fatte. Sono tutti fidanzamenti, però. Sono<br />
tresche. Amour fou. Nessun matrimonio. In un<br />
matrimonio <strong>di</strong> questo tipo, l’e<strong>di</strong>tore dovrebbe fare<br />
la parte del maschio (offrirti una vera sistemazione)<br />
e lo scrittore portare in dote le sue opere<br />
d’ingegno. Ve<strong>di</strong>, quello tra D’Arrigo e la Mondadori<br />
fu un matrimonio serio (ti passiamo un mensile<br />
finché morte non ci separi, e tu nel frattempo<br />
scrivi quello che ti pare). A me, una proposta del<br />
genere non me l’ha fatta mai nessuno né probabilmente<br />
accadrà mai. Quin<strong>di</strong>, da questo punto <strong>di</strong><br />
vista resto una simpatica cocotte perennemente<br />
sulla piazza, molto tollerante nei confronti <strong>di</strong> chi<br />
saltuariamente mi mantiere a patto però che la tolleranza<br />
sia reciproca. Speriamo solo <strong>di</strong> non trasformarci<br />
in vecchie zitelle acide.<br />
Poliscritture/Letture d’autore 76