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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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principianti, invece, è la macchina informativa<br />

a non farsi scrupoli, a pompare con tutti i mezzi,<br />

a montare l’albume dello scoop. Hai scelto<br />

un ribaltamento come questo per spingere sul<br />

grottesco la <strong>critica</strong> all’informazione?<br />

Sì, credo ci sia molto <strong>di</strong> grottesco: una versione<br />

allucinata del futuro prossimo, forse. Gli uffici<br />

stampa <strong>di</strong> Occidente per principianti sono<br />

l’upgra<strong>di</strong>ng dell’ufficio stampa come lo conosciamo<br />

noi. Hanno capito, definitivamente, che si<br />

può veicolare qualunque cazzata, la verità, il suo<br />

contrario, quello che si vuole. L’importante è come<br />

lo si fa. L’importante è veicolare una notizia<br />

(qualunque essa sia), vederla gonfiarsi e poi esplodere<br />

nel firmamento me<strong>di</strong>atico. È un amore<br />

(perverso) che investe la <strong>di</strong>namica più che la notizia<br />

in sé. Insomma, è un po’ la degenerazione estrema<br />

della vecchia faccenda del mezzo che è il<br />

messaggio.<br />

All’interno <strong>di</strong> Occidente per principianti, la Storia<br />

riprende a correre, e a ritorcere la spettacolarizzazione<br />

dell’informazione contro chi l’ha<br />

assunta come valore assoluto. Ecco allora scorrere<br />

i fatti dell’estate 2001 (che sembrano descrivere<br />

anche la parte per te patita come orribile<br />

<strong>di</strong> quell’anno): da Genova-G8 all’11/09 <strong>di</strong><br />

NY DC. Sono però acca<strong>di</strong>menti marginali per i<br />

protagonisti, come se le loro percezioni del reale<br />

fossero oramai talmente <strong>di</strong>storte, con pochissime<br />

possibilità <strong>di</strong> recupero…<br />

Questa cosa degli eventi storici importanti (il G8,<br />

le Torri Gemelle) sepolti in un mare <strong>di</strong> frivolezza<br />

nasce però anche da un’esigenza poetica. La frivolezza<br />

sull’orlo del collasso, insomma, mi ha sempre<br />

affascinato (le serate danzanti sul Titanic; i pigionanti<br />

della Montagna incantata che continuano<br />

a mangiare torte Sacher a quattromila metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne<br />

mentre ai loro pie<strong>di</strong> si sta per scatenare la<br />

Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale; Liza Minelli che balla<br />

nei locali <strong>di</strong> Cabaret mentre il nazismo si sta per<br />

impadronire <strong>di</strong> mezza Europa).<br />

Vanno letti in questa <strong>di</strong>rezione i riferimenti <strong>di</strong>retti<br />

e in<strong>di</strong>retti (comprese le citazioni da Noi<br />

non ci saremo e da Cronache marziane), ma<br />

sempre pessimistici, alla bomba sganciata su<br />

Hiroshima?<br />

Hiroshima è la male<strong>di</strong>zione che il mondo libero si<br />

è portato <strong>di</strong>etro per cinquant’anni <strong>di</strong> relativa pace<br />

e resta il mito fondante della nostra epoca. I miti<br />

fondanti sono quasi sempre eventi traumatici, cataclismi<br />

che arrivano a stabilire un or<strong>di</strong>ne o a creare<br />

una civiltà. Spesso sono anche azioni infami,<br />

vergognose (come nel caso <strong>di</strong> Hiroshima) che però<br />

proprio per questo vengono a <strong>di</strong>rci che il nuovo<br />

or<strong>di</strong>ne non sarà retto da creature angeliche ma da<br />

uomini, esseri fallaci, armati contemporaneamente<br />

<strong>di</strong> infamia e <strong>di</strong> begli ideali. I paesi anglosassoni<br />

hanno come mito fondante l’assassinio/tra<strong>di</strong>mento<br />

del re, l’uccisione del Padre (pensa a Shakespeare).<br />

Il nostro mito fondante (e questo viene a <strong>di</strong>rci<br />

molto sul carattere degli italiani) è imperniato invece<br />

sulla lotta fratricida tra Romolo e Remo.<br />

L’Occidente novecentesco si fonda sul cataclisma<br />

atomico, una situazione in cui i “buoni” sono costretti<br />

a macchiarsi <strong>di</strong> un crimine orrendo. Questo<br />

perché, evidentemente, anche i “buoni” covano in<br />

sé un qualche tipo <strong>di</strong> male, <strong>di</strong> malattia. Pensa alle<br />

ultime, splen<strong>di</strong>de pagine della Coscienza <strong>di</strong> Zeno.<br />

Questa risorgenza della Storia non più come<br />

branca dello showbiz, ma come vero collante <strong>di</strong><br />

quanto avviene nelle nostre vite, è la tua controtesi?<br />

È questo identificarla come possibile<br />

àncora <strong>di</strong> salvezza la chiave <strong>di</strong> volta <strong>di</strong> tutto il<br />

romanzo?<br />

Sì, credo <strong>di</strong> sì. La Storia, per quanto traumatica, ci<br />

rimette <strong>di</strong> fronte a noi stessi, alle nostre debolezze,<br />

alle nostre responsabilità.<br />

I personaggi che hai tratteggiato in Occidente<br />

per principianti sembrano le versioni inconcludenti<br />

(viste oggi) <strong>di</strong> quelle già proposte da<br />

Bianciar<strong>di</strong>, e scusa se ricito questo autore. Lo<br />

spaccato che dai della precariarizzazione a vita<br />

<strong>di</strong> una fascia <strong>di</strong> popolazione “intellettuale” (ma<br />

è giusta questa definizione? non ti sembra<br />

troppo restrittiva?) che si posiziona anagraficamente<br />

fra i trenta e i quarant’anni è più o<br />

meno la stessa. Quin<strong>di</strong> i personaggi, se trasportati<br />

nella realtà, sono anche figure sclerotizzate<br />

all’interno <strong>di</strong> una macchina perfettamente collaudata,<br />

e che gattopardescamente cambia per<br />

non cambiare mai? Voglio <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> questo stato<br />

nessuno ha colpe: i figli ripercorrono le orme<br />

dei padri, e così i figli dei figli… Una cancrena<br />

inarrestabile…<br />

Purtroppo c’è una <strong>di</strong>fferenza, e non va a lustro dei<br />

miei personaggi. Il protagonista della Vitta agra<br />

va a Milano perlomeno con l’idea <strong>di</strong> fare la rivoluzione<br />

anche se poi rimane invischiato – e poi<br />

sconfitto – dalla macchina del “lavoro <strong>cultura</strong>le” e<br />

del conformismo, dai rigurgiti del boom economico<br />

insomma. I protagonisti <strong>di</strong> Occidente per principianti<br />

nascono già in un mondo apparentemente<br />

immo<strong>di</strong>ficabile. Ma, dal punto <strong>di</strong> vista squisitamente<br />

letterario, la catena inarrestabile <strong>di</strong> cui tu<br />

parli scorre in parallelo con l’esigenza dei romanzi<br />

scritti negli ultimi due secoli che più ho amato.<br />

Questi romanzi si domandano: come reagisce<br />

l’uomo calato in un determinato contesto storico e<br />

Poliscritture/Letture d’autore 75

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