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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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oso, tengo a sottolinearti solo due punti:<br />

1) benissimo soffermarsi su un’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />

poetica della Valduga, ma quella poetica (parallelo<br />

tra corpo del testo e corpo del poeta, valenza<br />

apotropaica della scrittura, sensibilità fisica per il<br />

testo e la parola) tu la con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>, che opinione ne<br />

hai? Io lettore sarei curioso <strong>di</strong> saperlo, perché un<br />

testo critico non è la semplice parafrasi dei testi<br />

della poetessa esaminata; 2) ho seguito quasi con<br />

invi<strong>di</strong>a la tua performance da metricista; ma la tua<br />

tesi («che cesure e rime siano il corrispettivo sintattico<br />

della porta che si interpone, marcando uno<br />

spazio sempre più ristretto che solo simmetricamente<br />

riversato nel buio dolore della mente può<br />

<strong>di</strong>latarsi ed accogliere il tempo. In un certo senso<br />

cesure e rime <strong>di</strong>segnano spazialmente il luogo della<br />

clausura e del <strong>di</strong>battimento del corpo e della<br />

mente dell’io monologante ») mi pare non si colleghi<br />

ad altri piani <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso che permettano <strong>di</strong><br />

capire quanto questi problemi siano centrali nella<br />

poesia della Valduga, e cosa pensare del significato<br />

<strong>di</strong> questa sua poesia oggi.<br />

Un caro saluto<br />

Ennio<br />

- Sergio Rotino: Lo spettacolo deve andare<br />

avanti. Intervista a Nicola Lagioia<br />

Ti abbiamo conosciuto nel 2001 con Tre sistemi<br />

per sbarazzarsi <strong>di</strong> Tolstoj, pura esplosione della<br />

forma romanzo. Nel 2004 esce Occidente per<br />

principianti, che mi piacerebbe definire “implosione”<br />

del romanzo, se non fosse per la sua<br />

compostezza nel <strong>di</strong>spiegarsi della storia. È bastato<br />

un lasso <strong>di</strong> tempo così breve per operare<br />

un salto che scollega il tuo esor<strong>di</strong>o dall’essere il<br />

narratore <strong>di</strong> oggi?<br />

Ma guarda che in questi tre anni mi sono successe<br />

un mucchio <strong>di</strong> cose: ho fatto tre traslochi, letto<br />

qualche libro, scritto un romanzo che poi ho buttato,<br />

chiuso un paio <strong>di</strong> storie d’amore, ho iniziato a<br />

curare “nichel” per minimum fax e me ne sono<br />

andato (quando potevo, o quando venivo temporanemente<br />

scaraventato fuori dal grande ventre <strong>di</strong><br />

Roma) un po’ alla deriva per le citta europee. Insomma,<br />

Occidente per principianti è venuto fuori<br />

da un’incubatrice che ha contenuto un po’ <strong>di</strong> tutto,<br />

un manicomio interessante al quale mi sono poi<br />

sforzato <strong>di</strong> dare una <strong>di</strong>gnità letteraria. Per Tre sistemi<br />

per sbarazzarsi <strong>di</strong> Tolstoj volevi <strong>di</strong>re “esplosione”<br />

della forma-romanzo, vero?<br />

Sì, per me rappresenta la frantumazione della<br />

forma-romanzo, la sua estrema atomizzazione.<br />

Ve<strong>di</strong>, per come la vedo io, Tre sistemi per sbarazzarsi<br />

<strong>di</strong> Tolstoj era un romanzo imploso, quasi aforismatico,<br />

più vicino a un haiku che a un quarto<br />

<strong>di</strong> bue. Occidente per principianti è un quarto <strong>di</strong><br />

bue a cui spero che gli strumenti dello stile non<br />

abbiano tolto un po’ <strong>di</strong> bella sanguinolenza.<br />

A parte questo, è possibile ascrivere un simile<br />

salto nella scrittura al tuo lavoro in casa e<strong>di</strong>trice,<br />

quin<strong>di</strong> al tuo contatto con l’establishment<br />

<strong>cultura</strong>le (autori, e<strong>di</strong>tori, critici)? Oppure è<br />

dettato da un ripensamento?<br />

Non il contatto con l’establishment <strong>cultura</strong>le (frequento<br />

<strong>di</strong> solito personaggi abbastanza scassati<br />

che solo accidentalmente, e solo in certi casi, hanno<br />

la sventura supplementare <strong>di</strong> essere uno scrittore<br />

o un critico), e nemmeno il frutto <strong>di</strong> un serio e<br />

me<strong>di</strong>tato ripensamento. Piuttosto una cosa spontanea<br />

nel suo sorgere, un movimento liberatorio che<br />

nasce dall’intestino e poi, quando la frittata è fatta,<br />

viene raccolto e messo in pie<strong>di</strong> con la tecnica narrativa,<br />

il mestiere e tutto quanto il resto.<br />

Era comunque una trasformazione annunciata.<br />

A Reggio Emilia, nel 2001, durante “Ricercare”<br />

avevi letto l’inizio <strong>di</strong> quel romanzo poi abbandonato,<br />

e già la tua scrittura si spostava su<br />

Poliscritture/Letture d’autore 72

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