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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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esaurisca: il lavoro speculativo successivo alla<br />

Critique presenta un autore ancora capace <strong>di</strong> imprimere<br />

al proprio pensiero correzioni originali e<br />

sostanziali 7 .<br />

Il mutamento ideologico <strong>di</strong> Sartre viaggia<br />

ovviamente <strong>di</strong> conserva rispetto alla sua evoluzione<br />

filosofica: basterebbe la menzione dei suoi<br />

rapporti con il marxismo, proverbialmente problematici<br />

e controversi, a restituirci l’immagine <strong>di</strong><br />

un intellettuale che “non ha mai accettato niente<br />

senza contestare” e che “ha sempre voluto <strong>ricerca</strong>re<br />

le cose per conto suo” 8 . E molto lunghi <strong>di</strong>scorsi<br />

meriterebbe certo anche la produzione romanzesca<br />

e teatrale, dal celeberrimo La Nausée fino<br />

all’adattamento <strong>di</strong> Le Troiane euripidee: una produzione<br />

vasta, sicuramente <strong>di</strong>seguale ma per molti<br />

aspetti anch’essa coerente, e sulla quale il tempo<br />

(i gusti del pubblico non meno che le valutazioni<br />

dei critici) sembra avere in effetti depositato una<br />

patina <strong>di</strong>fficilmente rimovibile; produzione tuttavia<br />

cui non si potrà negare il potere, oggimai raro,<br />

<strong>di</strong> restituire in profon<strong>di</strong>tà il clima <strong>di</strong> un’intera epoca,<br />

<strong>di</strong> rappresentarne le questioni vitali, <strong>di</strong> dare<br />

espressione ai problemi nevralgici (materiali e spirituali)<br />

per essa fronteggiati dalle coscienze in<strong>di</strong>viduali<br />

e politiche.<br />

Dire in breve dell’attualità <strong>di</strong> Sartre, senza<br />

aver modo <strong>di</strong> problematizzare, non è impresa possibile.<br />

Si cercherà qui <strong>di</strong> focalizzare soltanto tre<br />

aspetti rispetto ai quali il lascito sartriano può essere<br />

considerato ancor oggi prezioso. Va da sé che<br />

si tratta <strong>di</strong> tre questioni fortemente interrelate.<br />

Tornare all’esperienza, alla parola, al pensiero<br />

<strong>di</strong> Sartre tentando <strong>di</strong> farli reagire col tempo<br />

presente significa per prima cosa e soprattutto imbattersi<br />

in una figura <strong>di</strong> intellettuale che fa il suo<br />

mestiere con una estrema luci<strong>di</strong>tà e coerenza. Sartre<br />

è senz’altro, lo si usa <strong>di</strong>re, una delle ultime incarnazioni<br />

dell’intellettuale classico. Ma egli <strong>di</strong>mostra<br />

<strong>di</strong> essere continuamente ben consapevole<br />

della circostanza, e delle sue conseguenze.<br />

L’intellettuale, nella interpretazione sartriana, è<br />

per definizione nodo <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni che si riconosce<br />

come tale, (auto)coscienza infelice perpe-<br />

7 Se ne cerchi la testimonianza nei saggi raccolti in<br />

L’universale singolare. Saggi filosofici e politici dopo la<br />

“Critique”, a c. <strong>di</strong> F. Fergnani e P. A. Rovatti, Il Saggiatore,<br />

Milano 1980.<br />

8 La mia autobiografia…, cit., pp. 60 e 104. Non andrebbe<br />

neppure <strong>di</strong>menticato il rapporto – anch’esso abbastanza problematico<br />

- del sartrismo con le scienze umane, e con lo<br />

Strutturalismo in particolare (memorabile a questo proposito<br />

– e nel secondo Novecento forse accostabile soltanto, per la<br />

qualità degli ingegni contrapposti e la valenza nevralgica delle<br />

problematiche affrontate, alla ben nota controversia tra<br />

Popper e Adorno - la polemica con Lévi-Strauss su pensiero<br />

analitico e <strong>di</strong>alettico).<br />

tuamente in guerra con se stessa. Comunque la si<br />

pensi in proposito, fa ancora impressione constatare<br />

come il borghese Sartre resti a tutt’oggi<br />

l’unico scrittore ad essersi rifiutato <strong>di</strong> indossare la<br />

marsina per ricevere dalle mani <strong>di</strong> un re scan<strong>di</strong>navo<br />

il riconoscimento borghese per eccellenza 9 .<br />

Giova rammentare che almeno un paio <strong>di</strong> se<strong>di</strong>centi<br />

comunisti, nell’ultimo decennio, si son guardati<br />

bene dal compiere un gesto analogo: gesto forse<br />

inutile, ma sicuramente para<strong>di</strong>gmatico <strong>di</strong> un modo<br />

tra<strong>di</strong>zionale nel senso alto <strong>di</strong> interpretare la funzione<br />

storica dell’intellettuale. Gesto esemplare.<br />

Sartre ci si presenta così - con il carico<br />

delle sue contrad<strong>di</strong>zioni ma soprattutto per il buon<br />

uso che seppe farne - come probabilmente<br />

l’ultimo dei maîtres à penser occidentali, testimonianza<br />

in<strong>di</strong>viduale della perdurante possibilità <strong>di</strong><br />

esercitare la funzione <strong>critica</strong> pur entro gli scenari<br />

storicamente più asfittici – incarnazione della libertà<br />

umana così come ebbe egli stesso a teorizzarla,<br />

<strong>prova</strong> vivente <strong>di</strong> quella inelu<strong>di</strong>bile apertura<br />

per cui l’in<strong>di</strong>viduo può sempre proiettarsi oltre la<br />

situazione che lo stringe e con<strong>di</strong>ziona frustrandone<br />

lo slancio teleologico.<br />

Se Sartre vivente lo si vede soprattutto,<br />

com’è fatale, in un atteggiamento militante che<br />

non ha paura, negli anni, <strong>di</strong> fiancheggiare tutte le<br />

esperienze ra<strong>di</strong>cali ponendosi sempre al fianco<br />

delle istanze storiche più avanzate, nel filosofo<br />

che ormai celebre non depone la convinzione per<br />

cui “ribellarsi è giusto” (e che trova pertanto “notevole”,<br />

ad esempio, una rivoluzione, quella cubana,<br />

che è anche una festa); se ciò è certamente vero,<br />

non meno vero è che la passione civile e<br />

l’engagement sartriani si compongono coerentemente<br />

rispetto alla valenza <strong>di</strong> un ben preciso dettato<br />

speculativo. Perché avere paura <strong>di</strong> entrare nel<br />

merito <strong>di</strong> un pensiero che ha suscitato – in<strong>di</strong>zio<br />

importante – le ire dei comunisti come dei reazionari?<br />

Il gusto per la verità è infatti alla base <strong>di</strong> entrambe,<br />

militanza e speculazione. Proprio nella<br />

peculiarità del suo pensiero - o forse meglio <strong>di</strong><br />

uno stile <strong>di</strong> pensiero - risiede dunque il secondo<br />

dei lasciti <strong>di</strong> Sartre <strong>di</strong> cui riaffermare l’attualità,<br />

pur anche soltanto virtuale, “seminale”. Perché, ci<br />

si può chiedere, questo idealista che seppe riconoscere<br />

l’importanza determinante dei con<strong>di</strong>zionamenti<br />

storico-materiali batte in breccia i più rigorosi<br />

adepti dello scientismo marxista, e si <strong>di</strong>mostra<br />

alla lunga migliore dei tanti dogmatici che si condannano,<br />

prima o poi, a una crucciata esistenza<br />

fuori dal presente – quando non si votano inconsapevoli,<br />

fin dal principio, al destino <strong>di</strong> transfughi?<br />

Perché accade che l’“incoerenza” del borghe-<br />

9 Sull’episo<strong>di</strong>o, ivi p. 135.<br />

Poliscritture/Letture d’autore 58

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