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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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L’e<strong>di</strong>toriale <br />

Questa è una rivista che:<br />

Cos’è <strong>POLISCRITTURE</strong>?<br />

1. pur memore della sconfitta delle esperienze <strong>di</strong> emancipazione o rivoluzione del Novecento<br />

e del fallimento delle <strong>di</strong>ssidenze nei paesi del fu «socialismo reale», non rinuncia a costruire<br />

samizdat <strong>di</strong> <strong>critica</strong> elementare contro le menzogne dei potenti, anche quelle travestite da<br />

«senso comune»;<br />

2. sarà attenta al mutare non neutro delle relazioni tra tempi e spazi globali e tempi e<br />

spazi locali e ai mo<strong>di</strong> soggettivi con cui ne percepiamo i segni nei tanti luoghi/non luoghi dove ci<br />

ritroviamo ad abitare o a viaggiare;<br />

3. incoraggerà gli eso<strong>di</strong> sia come fughe e evasioni fisiche alla <strong>ricerca</strong> <strong>di</strong> libertà e sopravvivenza<br />

(quelli, ad esempio, dei migranti) sia come <strong>di</strong>serzioni mentali da valori comunitari con<strong>di</strong>visi<br />

per conformismo e non più verificati sui bisogni reali dei viventi;<br />

4. si misurerà con la storia adesso, ripensando cioè anche contro il presente, mai <strong>di</strong> per<br />

sé migliore del passato, gli eventi, massimi o minimi, sovente rimossi dagli stessi dominati o accomodati<br />

dagli storici <strong>di</strong> professione per compiacere la vanità dei dominatori <strong>di</strong> turno;<br />

5. nel suo zibaldone accoglierà una molteplicità <strong>di</strong> scritture “creative” (poesie, <strong>di</strong>ari, appunti,<br />

racconti, ecc.), oggi in crescita tumultuosa, le farà <strong>di</strong>alogare <strong>critica</strong>mente tra loro e con<br />

quelle saggistiche e scientifiche, in modo che possano sottrarsi sia all’ipnosi dei modelli commerciali<br />

o accademico-specialistici sia al solipsismo, poiché - come ha scritto Augé - «la scrittura porta<br />

sempre con sé un <strong>di</strong>stanziamento dalla solitu<strong>di</strong>ne in funzione <strong>di</strong> nuovi legami e nessuno scrive<br />

senza pensare a chi lo leggerà».<br />

6. con le sue letture d’autore proporrà esempi <strong>di</strong> come dei lettori attenti e curiosi interrogano<br />

alla luce delle proprie suggestioni, emozioni e convinzioni opere <strong>di</strong> ogni tipo (dal romanzo al<br />

saggio, dal film al brano musicale, al trattato scientifico) in vista <strong>di</strong> un sentire e un agire in comune;<br />

7. Per sondare vicinanze e <strong>di</strong>stanze e confrontarsi con altri problemi e idee, salirà e scenderà<br />

sulla giostra delle riviste (cartacee o on line, specialistiche o <strong>di</strong>vulgative), che sono in genere<br />

ancora laboratori <strong>di</strong> <strong>ricerca</strong> immuni dalla comunicazione-spettacolo;<br />

Questa è, dunque, una rivista <strong>di</strong> scritture plurali, come <strong>di</strong>ce il titolo stesso. Ma in esso<br />

abbiamo inserito una ‘S’ in rosso, che evoca in sottofondo la polis, la città, fonte antica e più o<br />

meno mitica della politica e della democrazia. Vogliamo così segnalare ai lettori non una patetica<br />

nostalgia dell’antico ma l’intenzione <strong>di</strong> ristabilire in nuovi mo<strong>di</strong> tra scritture e politica una tensione<br />

costruttiva che oggi si è perduta.<br />

E inten<strong>di</strong>amo farlo innanzitutto promuovendo il <strong>di</strong>alogo critico tra una parte almeno dei<br />

molti scriventi <strong>di</strong> massa, che oggi, <strong>di</strong>giuni o quasi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> umanistici o vagamente ac<strong>cultura</strong>ti su<br />

quelli scientifici, producono testi <strong>di</strong> ogni genere, e quanti, ancora critici e memori della lezione<br />

universalizzante dei “classici” (compresi quelli del Novecento), scrivono <strong>di</strong> filosofia, letteratura,<br />

arte, scienze e storia.<br />

<strong>POLISCRITTURE</strong> comincia a uscire nel 2005, in una situazione – antropologica e non solo<br />

<strong>cultura</strong>le - molto mutata anche rispetto a un passato recente; e ha alle spalle un pezzo <strong>di</strong> storia -<br />

<strong>di</strong>ciamo il Novecento – che appare concluso nelle sue speranze <strong>di</strong> rivoluzione o <strong>di</strong> progresso e orrendamente<br />

inconcluso nella realtà della «guerra permanente».<br />

La consapevolezza <strong>di</strong> tale drammatico trapasso d’epoca ci induce, in fatto <strong>di</strong> scritture<br />

plurali, a non aggregarci, ingenui e plaudenti, allo sciame imponente della produzione corrente;<br />

e, in fatto <strong>di</strong> politica, a non chiudere gli occhi, malgrado troviamo repellente la politica o<strong>di</strong>erna<br />

ridotta a spettacolo.<br />

In entrambi i campi - nelle scritture e nella politica - sentiamo il bisogno <strong>di</strong> misurare i<br />

concetti - per loro natura astratti e oggi più evanescenti e problematici che in passato ma comunque<br />

necessari - con le pratiche concrete; e <strong>di</strong> confrontare queste - spesso limitate, rituali e<br />

<strong>di</strong> sopravvivenza - con nuovi concetti che possano riscattarle e farle respirare verso il futuro.<br />

Poliscritture/E<strong>di</strong>toriale 2

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