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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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Però la domanda ra<strong>di</strong>cale che lui si è posta è analoga<br />

a quella <strong>di</strong> Wittgenstein.<br />

Questi due ra<strong>di</strong>calismi sono quelli che ho<br />

trovato nella mia strada. Non li ho percorsi e non<br />

ho seguito il loro esempio fino in fondo, ma è<br />

quello che, finché vivo, cercherò <strong>di</strong> fare.<br />

Quelli che io ritengo altri ra<strong>di</strong>calismi – quello<br />

degli illuministi, quello <strong>di</strong> Marx - tu non li consideri?<br />

Non li considero non perché non li ritenga tali.<br />

Non li considero perché non li ho incontrati sulla<br />

mia strada.<br />

Scusami, ma perché avresti dovuto incontrarli<br />

proprio ed esclusivamente sulla tua strada?<br />

Certe strade non s’incrociano necessariamente<br />

con quella che abbiamo imboccato.<br />

Io sono arrivato alla lettura <strong>di</strong> Freud e <strong>di</strong> Wittgenstein<br />

per caso, nel senso concreto del termine,<br />

perché una persona (un ebreo), che ha voluto convertirsi<br />

alla fede cattolica e ha scelto me come padrino,<br />

mi ha portato il libro <strong>di</strong> Wittgenstein <strong>di</strong> cui<br />

era stato allievo. Allora l’ho preso e l’ho letto.<br />

Secondo esempio: Freud. Non avendo<br />

nessuna fonte <strong>di</strong> lavoro, mi sono rivolto a Boringhieri,<br />

che stava iniziando la pubblicazione delle<br />

sue opere, e mi sono offerto come traduttore dal<br />

tedesco. E così ho cominciato a leggere Freud.<br />

Queste due occasioni concrete mi hanno<br />

posto <strong>di</strong> fronte a un libro, alla persona che l’ha<br />

scritto e all’universo che ha cercato <strong>di</strong> produrre ed<br />

io le ho colte.<br />

Non è avvenuta la stessa cosa per Marx.<br />

Queste due letture – <strong>di</strong> Wittgenstein e <strong>di</strong> Freud –<br />

sono state in un certo senso imposte a me per esigenze<br />

concrete: una <strong>di</strong> lavoro e l’altra dall’offerta<br />

<strong>di</strong> una persona che mi è apparsa subito “nuova”<br />

rispetto alla mia <strong>cultura</strong>. Non mi è capitato invece<br />

che qualcuno, con la stessa necessità <strong>di</strong> proposta,<br />

mi offrisse la lettura <strong>di</strong> Marx.<br />

Neppure nel confronto che avesti con esponenti<br />

della Resistenza <strong>di</strong> cui parli in quel tuo scritto<br />

intitolato Sopra una qualsiasi rivoluzione [in<br />

Scritti <strong>di</strong>versi II, p. 215]?<br />

La persona che mi ha introdotto a questa <strong>di</strong>namica,<br />

a questi incontri, e cioè Delfino Insolera, aveva<br />

già proceduto ad interrogare Marx e a lasciarlo<br />

da parte.<br />

Ma in quegli anni il PCI <strong>di</strong> Togliatti un certo<br />

<strong>di</strong>scorso su Marx lo sventolava a destra e a<br />

manca. Non ti ha per lo meno incuriosito?<br />

Io ho sempre proceduto nella mia vita per fatti<br />

concreti. Ho avuto sempre delle occasioni molto<br />

precise per cui sono andato da una situazione a<br />

un’altra. Nel caso <strong>di</strong> Marx, e quin<strong>di</strong> della filosofia<br />

marxista, e quin<strong>di</strong> del Partito Comunista, alcuni<br />

acca<strong>di</strong>menti sono stati per me determinanti.<br />

All’università avevo come insegnante<br />

Banfi, che allora era sia insegnante <strong>di</strong> filosofia sia<br />

anche membro attivo e eminente della struttura <strong>di</strong><br />

potere marxista del PCI. Io ho avuto uno scontro<br />

molto violento con Banfi. Facevo l’università e ho<br />

sempre saputo <strong>di</strong> non essere per nulla una testa<br />

filosofica, caso mai una testa artistica. Andavo alle<br />

sue lezioni e Banfi le faceva nel modo in cui le<br />

ha sempre fatte negli ultimi tempi, quin<strong>di</strong> passeggiando,<br />

in modo salottiero, in modo molto intelligente,<br />

ma pochissimo marxista; e quin<strong>di</strong> mi dava<br />

molto fasti<strong>di</strong>o. Era venerato da tutti ma io non<br />

pensavo <strong>di</strong> doverlo venerare.<br />

È capitato poi che una mia zia, dopo varie<br />

crisi e traversie anche religiose, è <strong>di</strong>ventata me<strong>di</strong>co.<br />

Durante la guerra, molto più <strong>di</strong> mia madre, si<br />

è impegnata politicamente e ha tenuto rapporti<br />

piuttosto stretti con gli ebrei. Ne ha fatti scappare<br />

ed è stata per questo incarcerata a San Vittore. Poi<br />

ne è uscita e ha continuato la sua vita fino ad ottantacinque<br />

anni.<br />

In quegli anni, data la sua appartenenza a<br />

questi ambienti politici <strong>di</strong> carcerati, lei era venuta<br />

in contatto con alcuni esponenti sia della Resistenza<br />

sia dei fascisti incarcerati subito dopo il<br />

’45.<br />

Uno <strong>di</strong> questi fascisti era stato imputato<br />

della uccisione <strong>di</strong> Curiel. Lei l’ha conosciuto in<br />

carcere. E mi ha detto: - Senti, tu conosci Banfi?<br />

Siccome lui è un pezzo grosso...Tizio non è colpevole<br />

<strong>di</strong> questo crimine. Sarà fucilato. Se tu ve<strong>di</strong><br />

Banfi, <strong>prova</strong> a <strong>di</strong>rglielo.<br />

Banfi era molto connesso con Curiel e<br />

quin<strong>di</strong> per mia zia doveva essere interessato a fare<br />

giustizia. Allora io sono andato da Banfi. Fortunatamente<br />

allora, come anche adesso, non ho<br />

nessun rispetto umano, come si <strong>di</strong>ce. Ho chiesto <strong>di</strong><br />

parlargli. Era in biblioteca e gli ho detto questo.<br />

Ha cominciato a gridare in modo tremendo, in un<br />

modo drammatico e teatrale: quello è un porco fascista!<br />

Adesso si mettono a salvare anche i fascisti!<br />

E questo mi ha fatto piangere. Ho pianto per<br />

l’assur<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> reazione <strong>di</strong> allora (ma<br />

lo penso anche adesso).<br />

Secondo fatto traumatico: io durante la<br />

guerra non ho fatto nulla. Ero sul lago <strong>di</strong> Como in<br />

una situazione molto privilegiata. Ero abbastanza<br />

giovane. Mi sono fatto esentare dal servizio militare,<br />

mentre mio fratello era in guerra. Facevo solo<br />

il lavoro materiale <strong>di</strong> traversare il lago con gli<br />

ebrei che dovevano scappare <strong>di</strong> là. Quin<strong>di</strong> la guerra<br />

non l’ho vissuta in nessun modo. Non ho fatto<br />

Poliscritture/Eso<strong>di</strong> 25

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