POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...
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a rifiutare la dottrina della chiesa cattolica sono<br />
in<strong>di</strong>vidui arrivati alla consapevolezza della<br />
inconsistenza religiosa dell’istituzione e/o della<br />
sua connivenza con poteri oppressivi, ma tale<br />
consapevolezza manca agli altri. Si può costruire<br />
un movimento - io <strong>di</strong>co <strong>di</strong> lotta - soltanto<br />
sulla <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza in<strong>di</strong>viduale o <strong>di</strong> pochi?<br />
Mi ripeto: la <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza non dovrebbe essere<br />
“costruttiva”, accompagnarsi ad altro, al<br />
”sogno” almeno <strong>di</strong> qualcos’altro?<br />
Certo. Forse <strong>di</strong>ciamo la stessa cosa. L’istituzione<br />
cattolica che si riferisce al Vangelo è evidentemente<br />
una perversione del Vangelo. Si può, quin<strong>di</strong>,<br />
e si deve <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>re ad essa, perché ti <strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
votare per Berlusconi in quanto uomo <strong>di</strong> fede, e<br />
non è vero. Fin qui è tutto legittimo, è tutto giusto;<br />
e non hai da fare un riferimento a qualcosa d’altro.<br />
Se ad un certo punto l’istituzione viene riconosciuta<br />
per quello che è, e cioè una struttura <strong>di</strong> potere,<br />
hai già fatto un passo avanti.<br />
Sì, ma quanti la riconoscono per quella che è?<br />
Lo so, molto pochi.<br />
E, se quei pochi, che pur hanno afferrato questa<br />
verità, non la riescono a trasmettere agli<br />
altri, ai tanti, e finiscono isolati? Certo, è preferibile<br />
questa con<strong>di</strong>zione all’appartenenza a<br />
una comunità falsa.<br />
Sì, finiamo così. Ma non ho nulla da eccepire al<br />
finire <strong>di</strong>seredati dalla tra<strong>di</strong>zione, respinti da un<br />
vivere civile o da un vivere cosiddetto comunitariamente<br />
religioso, però abbiamo fatto un passo<br />
avanti verso la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> una falsa verità.<br />
Cominciamo a fare questo.<br />
Ci sono quelli che all’interno della chiesa,<br />
anche con responsabilità molto maggiori <strong>di</strong> quelle<br />
che abbia io (io ce l’ho, perché sono un uomo vivo<br />
e basta; non ho nessuna struttura <strong>di</strong> riferimento<br />
che mi autorizzi a parlare in modo <strong>di</strong>verso dagli<br />
altri), più obbe<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> me in un primo tempo o<br />
più <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> me in un secondo tempo, che<br />
hanno riconosciuto questo pervertimento e si sono<br />
posti in una <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>versa? Non li conosco!<br />
Quei preti a cui faccio riferimento - gli ultimi<br />
preti: Turoldo, Balducci ed altri – hanno fatto<br />
un passo in avanti? No, non mi sembra. Sono rimasti<br />
nella delusione <strong>di</strong> una struttura che non corrisponde<br />
al loro ideale. Hanno cercato <strong>di</strong> migliorarla<br />
dov’era possibile. Hanno cercato <strong>di</strong> avere<br />
delle forme <strong>di</strong> convivenza religiosa con i loro confratelli,<br />
<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care in modo <strong>di</strong>verso, <strong>di</strong> non fare<br />
riferimento a falsi valori o a false verità. L’hanno<br />
fatto e sono benemeriti.<br />
Si sono posti al <strong>di</strong> fuori? No! Si sono posti<br />
contro? No! Sono rimasti, come ho detto tante<br />
volte, gli ultimi preti. C’è bisogno <strong>di</strong> ultimi preti?<br />
Sì, più che <strong>di</strong> preti consenzienti, certo. Bastano?<br />
No!<br />
A pag. 67 del tuo libro scrivi: «si poteva cercare<br />
nuovi maestri «atei», ma dove trovarli?».<br />
Capisco la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> tale <strong>ricerca</strong> per un giovane<br />
profondamente cattolico e in un tempo <strong>di</strong><br />
alleanza piena fra chiesa e fascismo. Ma furono<br />
da te cercati davvero questi nuovi maestri atei?<br />
Ho l’impressione che tu non abbia mai voluto<br />
spingerti con decisione fuori dalla problematica<br />
cattolica e riconvertire la tua <strong>ricerca</strong> religiosa<br />
in <strong>di</strong>rezioni più “rischiose”, che so verso la<br />
<strong>critica</strong> illuminista o del materialismo marxiano<br />
(mentre so che hai avuto un’attenzione partecipe<br />
al pensiero <strong>di</strong> Freud e alla psicoanalisi).<br />
Vorrei che approfon<strong>di</strong>ssi questa che a me è<br />
parsa una tua ritrosia a misurarti con determinate<br />
tendenze del pensiero moderno.<br />
Hai ragione. Descrivi molto bene il mio itinerario,<br />
sia che l’abbia esposto io sia che l’abbia riconosciuto<br />
tu nei miei scritti. In realtà, ci sono due<br />
maestri che io ho cercato al <strong>di</strong> fuori della professione<br />
<strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> appartenenza religiosa: il primo<br />
è Wittgenstein, il secondo Freud. Perché? Perché<br />
Wittgenstein ha posto se stesso e il mondo in<br />
un’interrogazione senza presupposti, cercando <strong>di</strong><br />
sapere come stanno le cose, non facendole <strong>di</strong>pendere<br />
da un precedente già detto, già pensato. Questa<br />
totale <strong>di</strong>sponibilità verso un’interrogazione assoluta<br />
l’ho trovata solo in lui. Per questo sono rimasto<br />
affascinato dal suo pensiero e ho cercato <strong>di</strong><br />
farne tesoro, per così <strong>di</strong>re.<br />
La seconda possibilità mi fu offerta dalla<br />
psicanalisi. Perché? Perché, secondo me (e non<br />
siamo molti a pensare così), la <strong>ricerca</strong> <strong>di</strong> Freud è<br />
il tentativo più ra<strong>di</strong>calmente antireligioso che io<br />
abbia incontrato nella mia vita. È<br />
un’interrogazione precisa <strong>di</strong> tutti i presupposti religiosi<br />
nella ipotesi <strong>di</strong> ricondurli ad altre fonti, che<br />
non sono la presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>vinità religiosa incarnata<br />
in Gesù Cristo o incarnata in qualche altra<br />
cosa. E quin<strong>di</strong> una riduzione dell’interrogazione a<br />
interrogazione che riguarda il singolo così com’è<br />
nel momento in cui egli vive. Ogni struttura causale,<br />
che è stata introdotta nella giustificazione<br />
dell’esistenza, viene sottoposta a<br />
un’interrogazione ra<strong>di</strong>cale. Nell’ipotesi (che è<br />
riuscita solo in parte) <strong>di</strong> sostituire ad essa i veri<br />
nessi, che sono <strong>di</strong>versi da quelli accettati nella<br />
tra<strong>di</strong>zione filosofica o religiosa o in altre tra<strong>di</strong>zioni,<br />
compresa quella scientifica. Quin<strong>di</strong> una interrogazione<br />
sui vari statuti <strong>di</strong>sciplinari, per sostituire<br />
ad essi altri statuti, che sono quelli che la psicanalisi<br />
ha cercato <strong>di</strong> costruire. Non ce l’ha fatta.<br />
Poliscritture/Eso<strong>di</strong> 24