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POLISCRITTURE Rivista di ricerca e cultura critica Numero prova ...

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tale. Sono costituiti da una fila <strong>di</strong> casette <strong>di</strong><br />

legno tutte uguali, se l’area assegnata è una<br />

via, oppure da varie file <strong>di</strong> casette se l’area è<br />

una piazza. Esteriormente le casette somigliano<br />

agli chalet svizzeri <strong>di</strong> alta collina, con<br />

pareti e tetto foderati con liste <strong>di</strong> legno laccato.<br />

Ogni casetta consiste in un unico vano, la<br />

cui superficie calpestabile può variare dai do<strong>di</strong>ci<br />

ai venti metri quadrati. Nelle casette più<br />

piccole, la facciata è a scomparsa, quin<strong>di</strong> ci si<br />

trova imme<strong>di</strong>atamente <strong>di</strong> fronte al bancone.<br />

Nelle più gran<strong>di</strong> (che si trovano nel Gendarmernmarkt,<br />

un mercatino recintato, per entrare<br />

nel recinto si paga un euro) la facciata è<br />

dotata <strong>di</strong> una porta a vetri, quin<strong>di</strong> si può accedere<br />

all’interno, la merce è <strong>di</strong>sposta sugli<br />

scaffali lungo le pareti.<br />

Salvo poche eccezioni, la merce esposta nelle<br />

casette è assolutamente natalizia. Ossia è<br />

costituita da palle <strong>di</strong> plastica o vetro o carta o<br />

alluminio <strong>di</strong> varia grandezza (fino a trenta<br />

centimetri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro) e <strong>di</strong> tutti i colori compreso<br />

il nero; da candele <strong>di</strong> tutti i colori salvo il<br />

nero, che hanno forme cilindriche sia sottili<br />

che tozze, oppure variamente poliedriche con<br />

prevalenza del cubo e del parallelepipedo; da<br />

oggettini in legno o in plastica che non significano<br />

niente ma funzionano come ornamenti<br />

se appesi a un albero <strong>di</strong> Natale; da oggetti in<br />

legno o in plastica o in metallo che possono<br />

fungere da soprammobili o da giocattoli (quelli<br />

dotati <strong>di</strong> un meccanismo) e che significano<br />

qualcosa solo se collocati nei pressi <strong>di</strong> un albero<br />

<strong>di</strong> Natale… insomma, per farla corta, la<br />

merce consiste in tutte quelle cianfrusaglie<br />

variopinte che nel periodo natalizio si trovano<br />

in ven<strong>di</strong>ta anche nelle nostre cartolerie, nei<br />

nostri supermercati, nei nostri gran<strong>di</strong> magazzini<br />

e nei nostri centri commerciali.<br />

A Berlino quelle cianfrusaglie provocano in<br />

chi le guarda un effetto <strong>di</strong>verso. O meglio,<br />

non lo provocano le cianfrusaglie in sé e per<br />

sé, bensì la loro ripetitività, il fatto che ogni<br />

casetta sia piena delle stesse palle, delle<br />

stesse candele, degli stessi ornamenti. Ciò<br />

che <strong>di</strong>fferisce è la <strong>di</strong>sposizione degli oggetti:<br />

qui le candele stanno davanti e le palle <strong>di</strong>etro,<br />

là è il contrario; qui i soprammobilini stanno<br />

sul bancone, là sui ripiani <strong>di</strong> uno scaffale ecc.<br />

Che tipo <strong>di</strong> effetto provocano queste merci<br />

che sono le stesse in ogni casetta? Un effetto<br />

<strong>di</strong> saturazione? Di asfissia? Sì, anche. Ma<br />

soprattutto un effetto <strong>di</strong> inappartenenza all’hic<br />

et nunc, ossia <strong>di</strong> collocazione in uno <strong>di</strong> quei<br />

non-luoghi denunciati da Marc Augé.<br />

Ohibò! Ma questo è un paradosso! Ebbene sì,<br />

non c’è scampo. Il mercatino dovrebbe essere<br />

l’antidoto ai veleni della estraniazione inoculati<br />

nella nostra psiche da non-luoghi come<br />

gli aeroporti, i centri commerciali, le stazioni <strong>di</strong><br />

servizio ecc. - tutti strutturati nello stesso modo,<br />

operanti allo stesso modo, con lo stesso<br />

comfort tecnologico, calcolati per ospitare<br />

l’uomo generico, impersonale - e invece ecco<br />

che il mercatino <strong>di</strong>venta anche esso un luogo<br />

estraniante come gli altri, ecco che psicologicamente<br />

nuoce più degli altri perché è un elemento<br />

della tra<strong>di</strong>zione che si è assimilato<br />

agli stereotipi della modernità, e soprattutto<br />

perché è una delusione.<br />

Da che mondo è mondo nessun mercatino ha<br />

mai deluso le aspettative, eppure quelli natalizi<br />

<strong>di</strong> Berlino le deludono. Non perché sprovvisti<br />

della merce che ci si aspettava <strong>di</strong> trovare,<br />

ma perché tutte le casette, una appiccicata<br />

all’altra, mettono in mostra la stessa merce, le<br />

stesse identiche cose.<br />

Deludono le aspettative. Le aspettative <strong>di</strong> chi?<br />

Ma le mie, naturalmente, un uomo già abbondantemente<br />

vissuto nel secolo scorso, un<br />

passatista.<br />

Domanda: forse che gli utenti si dolgono che<br />

gli aeroporti siano strutturati tutti più o meno<br />

allo stesso modo, con check-in, duty free,<br />

spazi <strong>di</strong> attesa ecc.? Risposta: no, anzi apprezzano<br />

che l’uno sia uguale all’altro, tanti<br />

problemi <strong>di</strong> percorso risparmiati. Si preoccupano<br />

forse che i centri commerciali siano tutti<br />

simili fra loro? Tutt’altro. Infatti apprezzano la<br />

como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> sapere in anticipo quali prodotti e<br />

quali servizi verranno loro offerti, e così via. E<br />

allora, forse che <strong>di</strong>spiace ai berlinesi che tutte<br />

le casette del mercatino natalizio offrano in<br />

ven<strong>di</strong>ta gli stessi prodotti? No, niente affatto.<br />

È così rassicurante sapere che ogni casetta è<br />

provvista della stessa merce, che ogni mercatino<br />

è uguale all’altro, che è un non-luogo<br />

come ogni altro.<br />

Poliscritture/Luoghi non luoghi 20

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