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Vivirett 56 - Associazione Italiana Sindrome di Rett

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convegno siena 18-19-20 giugno 2010<br />

e’ per questa ragione che con altri<br />

qualificati centri italiani dalla lombar<strong>di</strong>a<br />

alla sicilia stiamo preparando<br />

un progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o policentrico da<br />

presentare a vari enti per il finanziamento<br />

e nel contempo il nostro team<br />

ha preso contatto con la dottoressa<br />

tropea e con il dottor omar Khwaja,<br />

con cui abbiamo fissato due<br />

appuntamenti nel mese <strong>di</strong> ottobre,<br />

al congresso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>mburgo e imme<strong>di</strong>atamente<br />

dopo a Viareggio, dove<br />

il pe<strong>di</strong>atra <strong>di</strong> Boston potrà visitare<br />

le strutture dell’ospedale Versilia.<br />

omar Khwaja in una recente ristretta<br />

au<strong>di</strong>oconferenza cui hanno partecipato<br />

anche la dott.ssa tropea e sur<br />

mriganka (<strong>di</strong>rettore del department<br />

of Brain and Cognitive sciences,<br />

massachusetts institute of technology,<br />

Cambridge) ha mostrato un<br />

grande interesse per il progetto iniziato<br />

in Versilia, ha commentato favorevolmente<br />

i dati preliminari dello<br />

stu<strong>di</strong>o ed ha espresso la volontà <strong>di</strong><br />

realizzare un progetto <strong>di</strong> ricerca sulla<br />

terapia con iGf1 in cooperazione<br />

con l’ospedale Versilia. allo stato<br />

attuale a Boston lo stu<strong>di</strong>o non è ancora<br />

iniziato, sono in corso preliminari<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmacocinetica, ma il<br />

dott. Khwaja ha comunque potuto<br />

seguire una bambina la cui famiglia,<br />

a proprie spese ha acquistato<br />

il farmaco, che come già detto è in<br />

commercio negli usa, così come<br />

in italia, e che ha appena iniziato il<br />

trattamento con il protocollo suggerito<br />

a Boston.<br />

il mio pensiero è che i dati siano<br />

incoraggianti ed in qualche caso<br />

davvero significativi soprattutto se<br />

si considera che spesso, nel corso<br />

della malattia, ci si trova in una situazione<br />

<strong>di</strong> stallo, dove i tentativi più<br />

ar<strong>di</strong>ti sono al massimo quelli <strong>di</strong> contenere<br />

i sintomi che <strong>di</strong> volta volta si<br />

presentano.<br />

lo stu<strong>di</strong>o toscano ha degli innegabili<br />

vantaggi rispetto a quello che<br />

potrà essere realizzato negli usa,<br />

in quanto il nostro sistema sanitario<br />

prevede che ad ogni bambino sia<br />

assegnato un me<strong>di</strong>co specialista in<br />

pe<strong>di</strong>atria. Ciò consente <strong>di</strong> effettuare<br />

numerose valutazioni ambulatoriali<br />

da parte <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co competente,<br />

che non gravano economicamente<br />

sulle famiglie e <strong>di</strong> <strong>di</strong>radare i ricoveri<br />

con un grande risparmio economico<br />

e soprattutto <strong>di</strong> fatica e stress in confronto<br />

a quanto è possibile fare negli<br />

usa, dove i bambini in trattamento<br />

devono essere ricoverati o rivalutati<br />

al centro una volta al mese.<br />

un’altra <strong>di</strong>fferenza tra il progetto versiliese<br />

e quello americano riguarda il<br />

modello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o: nel caso <strong>di</strong> Boston<br />

si tratta <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o caso controllo,<br />

mentre il nostro è uno stu<strong>di</strong>o pilota<br />

osservazionale; questo implica che<br />

in italia tutti i pazienti arruolati ricevono<br />

solo il farmaco iGf1, mentre negli<br />

usa il paziente non sa se sta assumendo<br />

un farmaco o un placebo.<br />

non c’è alcun dubbio che i risultati<br />

prodotti da un trial clinico in doppio<br />

cieco sono decisamente più atten<strong>di</strong>bili<br />

<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o osservazionale,<br />

ma non dobbiamo <strong>di</strong>menticare che<br />

nel caso dell’iGf1 non si tratta della<br />

somministrazione <strong>di</strong> uno sciroppo o<br />

<strong>di</strong> una compressa, ma <strong>di</strong> iniezioni<br />

sottocutanee da fare a casa due volte<br />

al giorno, consecutivamente per<br />

sei mesi, cosa che per la famiglia<br />

è decisamente stressante. e allora<br />

il mio interrogativo è: quante persone<br />

sarebbero <strong>di</strong>sponibili a fare due<br />

punture al giorno per sei mesi senza<br />

sapere se la propria figlia beneficerà<br />

del farmaco o del placebo? oppure,<br />

qualora si decida <strong>di</strong> fare in modo<br />

che ogni bambina sia il controllo<br />

<strong>di</strong> se stessa (ovvero <strong>di</strong> dargli per 6<br />

mesi la sostanza X e per sei mesi<br />

la sostanza Y senza che nessuno<br />

sappia qual è il farmaco e quale il<br />

placebo), quanti saranno i genitori<br />

<strong>di</strong>sposti a pungere la bambina per<br />

sei mesi ‘inutilmente’? qualcuno potrebbe<br />

obiettare che quelle punture<br />

non sono inutili perché fanno parte<br />

delle regole scientifiche della ricerca.<br />

al riguardo non ho certezze, lascio<br />

comunque aperta la <strong>di</strong>scussione<br />

e spero che ci sia uno spazio per<br />

approfon<strong>di</strong>rla.<br />

al riguardo resto in attesa <strong>di</strong> conoscere<br />

il parere dei colleghi e delle<br />

famiglie che vogliano scrivere <strong>di</strong>rettamente<br />

al mio in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta<br />

elettronica o attraverso la rivista ViVirett<br />

che ringrazio in modo speciale<br />

per lo spazio concesso al nostro<br />

progetto sperimentale.<br />

rinGraziamenti<br />

La regione Toscana e tra gli altri il governatore<br />

Enrico rossi, Ledo Gori e<br />

Loredano Giorni, L’aSL 12 Versilia e il<br />

Direttore Generale Giancarlo Sassoli,<br />

la Fondazione “TIaMO”, ESrra (European<br />

Scientific research rett association),<br />

E-rarE EurorETT network, il Prof.<br />

Michele Zappella, consulente del Crr<br />

rett Versilia, Daniela Tropea (ricercatrice<br />

presso il Massachusetts Institute of<br />

Technology, Cambridge); alberto Benincasa<br />

(Pe<strong>di</strong>atra, Ospedale Versilia);<br />

Paola Morescalchi e anna rita Bertellotti<br />

(coor<strong>di</strong>natrici infermieristiche, rispettivamente,<br />

delle UOC <strong>di</strong> Neuropsichiatria<br />

Infantile e <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria), Pietro Di Marco<br />

e Ilaria Bottiglioni (tecnici <strong>di</strong> neurofisiopatologia),<br />

tutte le collaboratrici del<br />

Crr rett Versilia: Beatrice Felloni e Maria<br />

Flora Scusa (neuropsichiatre infantili<br />

e borsiste) e Laura Congiu, rossella<br />

Frati e Susanna Sani (psicologhe tirocinanti);<br />

la dottoressa agnese Cattaneo<br />

(Istituto auxologico, Milano), Chetti Puccetti<br />

(project manager) Gualtiero Bottari<br />

e Paolo annale, il Comitato Etico Locale<br />

Sperimentazione, tutto il reparto <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria,<br />

i colleghi ortope<strong>di</strong>ci, reumatologi,<br />

oculisti, pneumologi, oculisti, ra<strong>di</strong>ologi,<br />

neurologi, farmacisti e gli infermieri<br />

del “Versilia”, anna romanini e Fabrizio<br />

Bianchi (Dipartimento <strong>di</strong> Epidemiologia<br />

del CNr <strong>di</strong> Pisa), l’aBIO (associazione<br />

Bambini in Ospedale), le famiglie delle<br />

bimbe rett che si sono rese <strong>di</strong>sponibili<br />

ad effettuare la sperimentazione ed infine<br />

tutte le altre famiglie, bimbe ed associazioni<br />

che “tifano” per il successo del<br />

progetto.<br />

bibliografia essenziale<br />

amir r.e. et al. al (1999), rett syndrome<br />

is caused by mutations in X-linked<br />

meCP2, enco<strong>di</strong>ng methyl-CpG-bin<strong>di</strong>ng<br />

protein 2. in nat Genet 23(2): 185-188.<br />

GiaCometti e. (2007), Partial rescue<br />

of meCP2 deficiency by postnatal activation<br />

of meCP2 in “Proc natl acad sci”,<br />

usa 104: 1931–1936.<br />

GuY J. et al. (2007), reversal of neurological<br />

defects in a mouse model of<br />

rett syndrome, in “science”, 315(5815):<br />

1143-7.<br />

Julu P. o. o. et al. (2008), Clinical<br />

update addressing the car<strong>di</strong>orespiratory<br />

challenges in me<strong>di</strong>cine posed by rett<br />

syndrome: the frö sö declaration, the<br />

lancet 371, 1981-1983<br />

Pini G. et al. (1996), rett syndrome in<br />

northern tuscany (italy): familiy tree stu<strong>di</strong>es<br />

in “Clinical Genetics”, 50, 486-490.<br />

troPea d. et al (2009), Partial reversal<br />

of rett syndrome-like symptoms in<br />

meCP2 mutant mice, in “Pnas”, 102, 6,<br />

2029-2034.<br />

22 vivirett <strong>56</strong>/2010

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