RESIPOLINO n. 5
RESIPOLINO n. 5
RESIPOLINO n. 5
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Gli stampi utilizzati fino ad oggi sono<br />
principalmente metallici, per la maggior<br />
parte in acciaio, che garantiscono<br />
un’eccellente finitura superficiale e<br />
precisione del pezzo da produrre oltre ad<br />
un’ottima durata. Inoltre sono facilmente<br />
riscaldabili avendo un’elevata<br />
conducibilità termica. Di contro però si<br />
hanno gli elevati costi di produzione, che<br />
si scontrano spesso col limitato numero di<br />
pezzi da produrre richiesto dalle<br />
commesse. In questo lavoro si è deciso<br />
quindi di analizzare il comportamento di<br />
uno stampo in materiale composito, il<br />
quale presenta costi di lavorazione<br />
decisamente inferiori a discapito della vita<br />
utile dello stampo e della bassa<br />
conducibilità termica. Per ottimizzare i<br />
costi di riscaldamento, si è studiato<br />
l’inserimento di resistenze termiche<br />
all’interno dello stampo, per ovviare al<br />
deficit di conducibilità con quelli metallici.<br />
Lo stampo delle due selle (per gentile<br />
concessione di Lamiflex SpA)<br />
Le prove termiche sono state effettuate<br />
su due differenti provini, entrambi a base<br />
di vetro e resina epossidica. In uno dei<br />
due la resina (EL-2204) è stata miscelata<br />
con un 30% di alluminio in polvere, per<br />
cercare di aumentarne la conducibilità.<br />
Durante la laminazione sono state inserite<br />
le resistenze termiche a serpentina, per<br />
emulare al meglio una superficie<br />
riscaldante. Dopo la fase di laminazione è<br />
stata fondamentale la raccolta dati<br />
effettuata in laboratorio. Le prove svolte<br />
sono servite a valutare la realizzabilità<br />
dello stampo per geometrie anche più<br />
complesse del prototipo utilizzato,<br />
l’eventuale deformabilità in seguito<br />
all’inserimento dei cavi, la finitura<br />
superficiale e soprattutto la rampa termica<br />
per la determinazione della conducibilità.<br />
L’analisi dei dati raccolti ha fornito<br />
indicazioni importanti per il prosieguo del<br />
lavoro: la disposizione delle resistenze è<br />
facilmente gestibile, anche per geometrie<br />
più complicate; considerate le piccole<br />
pressioni in gioco lo stampo non presenta<br />
deformazioni meccaniche derivanti<br />
dall’inserimento dei cavi; il problema<br />
principale riguarda la finitura superficiale:<br />
la tensione di alimentazione, se troppo<br />
elevata, raggiungerà potenze tali da far<br />
superare al cavo della resistenza la<br />
temperatura limite della resina (130° C),<br />
portando a deformazioni locali che<br />
andranno a rigare la superficie; infine per<br />
quanto riguarda la rampa termica, i<br />
risultati sono ottimi: il calcolo della<br />
conducibilità è implicito e piuttosto<br />
difficoltoso, ma porta a rilevare un<br />
aumento del 20% della stessa nel<br />
prototipo caricato con alluminio in<br />
polvere.<br />
La strada che si è deciso di intraprendere<br />
è stata quindi la realizzazione del<br />
riscaldamento con resistenze termiche di<br />
una tavola a base di resina epossidica<br />
lavorabile con macchine a controllo<br />
numerico. Nota la conducibilità termica<br />
della tavola, si sono calcolati i tempi<br />
necessari al riscaldamento della<br />
superficie fino alla temperatura<br />
desiderata, con una potenza (quindi una<br />
tensione di alimentazione) tale da non<br />
superare localmente la temperatura limite<br />
della resina.<br />
Per avere un riscontro diretto sulle<br />
differenze tra stampo metallico e stampo<br />
in composito, si è applicato lo studio ad<br />
una commessa già presente in Lamiflex e