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madreterra numero zero - dicembre 2009 - Madreterranews.it

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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

PERIODICO DI CULTURA ED INFORMAZIONE<br />

L’ed<strong>it</strong>oriale<br />

Paolo Ventrice<br />

Andrea Ortuso<br />

“ importante non solo che ci<br />

È siano idee ma che le idee<br />

si rinnovino. E questo può avvenire<br />

solo dal contatto, dal confronto,<br />

dal dibatt<strong>it</strong>o.”<br />

Queste parole di Leonida Rèpaci<br />

esprimono lo spir<strong>it</strong>o di “MadreTerra”:<br />

non semplicemente un giornale,<br />

ma un prodotto in continuo<br />

divenire, un’idea “laboriosa” che<br />

crei comunione e collaborazione.<br />

Non importa come sia nata in noi<br />

l’idea di creare una testata giornalistica,<br />

ciò che r<strong>it</strong>eniamo importante<br />

è che al destino quest’idea<br />

dev’esser piaciuta ed ha predisposto<br />

le circostanze favorevoli<br />

affinché un gruppo di persone<br />

(professionisti del giornalismo e<br />

semplici appassionati, insegnanti,<br />

imprend<strong>it</strong>ori, medici ed impiegati)<br />

si sentisse accomunato da un unico<br />

obiettivo: quello di essere “parte<br />

attiva” della nostra c<strong>it</strong>tà. Un susseguirsi<br />

di incontri casuali, frasi<br />

spontanee, progetti fantasiosi che<br />

ci hanno condotto, quasi increduli,<br />

in una sera di settembre, attorno<br />

ad un tavolo, per dar v<strong>it</strong>a ad una<br />

vera “redazione”.<br />

Fin da sub<strong>it</strong>o lo spir<strong>it</strong>o di questa<br />

squadra è stato quello di coinvolgere<br />

chiunque abbia passione e<br />

chiunque voglia dare il proprio contributo<br />

al progetto, come abbiamo<br />

fatto noi. Non resterà mai in mano<br />

a pochi, ma sarà sempre aperto a<br />

tutti. C’è fermento, c’è voglia di<br />

cambiare le cose, di delineare strade<br />

diverse e di perseguire con forza<br />

quelle giuste.<br />

Ciò che stiamo proponendo è un<br />

conten<strong>it</strong>ore di idee, propos<strong>it</strong>i, progetti,<br />

dibatt<strong>it</strong>i aperti per scrivere<br />

una nuova ed emozionante pagina<br />

che coniughi passato e presente,<br />

per non dimenticare la storia di<br />

quegli uomini illustri che noi palmesi<br />

richiamiamo alla memoria<br />

colmi d’orgoglio e per dar voce<br />

alle persone che vivono la realtà di<br />

oggi, piena di difficoltà ma anche<br />

di cose pos<strong>it</strong>ive che, credeteci, non<br />

sono poche, anzi... E’ per nostra<br />

scelta che spesso non le vediamo<br />

o le perdiamo di vista. Provate a<br />

chiedere a chi vive lontano da questa<br />

terra…<br />

GRAZIE A TUTTI E BUONA LETTURA<br />

p i a n o d i r e C u e r o u r b a n o<br />

Parte il P.r.U.<br />

In ballo circa 30.000.000 di<br />

Euro per il ripristino di Rione<br />

Pille e interventi lungo il Viale<br />

Franceso Carbone.<br />

Pagina 4<br />

MadreTerra<br />

E<br />

’ con immenso orgoglio e<br />

piacere che le Associazioni<br />

MadreTerra Palmi, Prometeus, Volontariato<br />

Presenza e C<strong>it</strong>tà di Palmi,<br />

s’incamminano in un percorso<br />

ard<strong>it</strong>o, forse lungo, ma certamente<br />

pieno di passione: realizzare insieme<br />

all’artista Maurizio Carnevali un<br />

sogno che contribuirà a ridare v<strong>it</strong>a<br />

a Piazza S. Rocco e lustro al centro<br />

storico.<br />

Si tratta di una grande statua bronzea<br />

di San Rocco che lo rappresenta<br />

adagiato su grandi massi di gran<strong>it</strong>o<br />

che saranno prelevati dall’imponente<br />

costone che domina il “Tracciolino”<br />

e la nostra c<strong>it</strong>tà. Dalle pietre<br />

Palmi &Dintorni<br />

€ 1,50 Co p i a om a g g i o<br />

sgorga una sorgente atta a dissetare<br />

tutti coloro i quali vorranno sostare<br />

sulle gradinate che ne cost<strong>it</strong>uiscono<br />

il basamento.<br />

Il monumento vuole essere il segno<br />

tangibile della devozione che da<br />

secoli i Palmesi tributano al Santo<br />

che, più di ogni altro, li coinvolge<br />

emotivamente .<br />

Ciascuno dei promotori contribuirà<br />

con i propri mezzi e con le proprie<br />

possibil<strong>it</strong>à: ricerca di finanziamenti,<br />

coinvolgimento di più soggetti sociali<br />

e, nel caso di Maurizio, realizzazione<br />

dell’opera, della quale, in copertina,<br />

vi proponiamo il bozzetto. Questo<br />

monumento sarà, così, un sogno<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

LA FONTE DI SAN ROCCO<br />

ULTIMA DIMORA DEL PELLEGRINO DI MONTPELLIER<br />

Maurizio Carnevali<br />

Quando il “sogno” di un piccolo gruppo diventa il sogno della<br />

collettiv<strong>it</strong>à è molto più probabile che possa trasformarsi in realtà.<br />

m a r i o ba g a l à<br />

noi ti ricordiamo così...<br />

Pagina 14<br />

l a Ci t o l e n a (ur d i pi l i)<br />

Satira<br />

Pagina 15<br />

condiviso da tutta la c<strong>it</strong>tà – come<br />

afferma lo stesso Maurizio nella sua<br />

lettera pubblicata a pag. 3.<br />

Vogliamo che ogni palmese, oggi,<br />

sappia e ricordi, e possa trasmettere<br />

ai propri figli e ai propri nipoti che<br />

un po’ di quella statua sarà sempre<br />

sua.<br />

Le premesse ci sono tutte: il nostro<br />

impegno, la Fede dei Palmesi,<br />

l’apporto della Chiesa e, di certo,<br />

pure quello dell’Amministrazione<br />

Comunale.<br />

Il progetto è part<strong>it</strong>o… non resta<br />

che completarlo!<br />

Pagina 28<br />

La Redazione<br />

b U n a r m a<br />

Asia, Saverio, Sasà e Meki, il<br />

r<strong>it</strong>mo nel sangue e la voglia di<br />

riscoprire i suoni del passato.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

la Redazione<br />

iniziamo con il sindaco<br />

Un rigoroso senso di giustizia e trasparenza nella gestione della cosa pubblica<br />

Ennio Gaudio - Sindaco di Palmi<br />

Lei è stato eletto dal popolo<br />

come il Sindaco fuori da tutti gli<br />

schemi pol<strong>it</strong>ici e dei part<strong>it</strong>i, alla<br />

luce del suo operato di quasi due<br />

anni e mezzo, r<strong>it</strong>iene di aver mantenuto<br />

questa prerogativa?<br />

E’ assolutamente vero e ringrazio<br />

di cuore tutti gli elettori che hanno<br />

avuto fiducia in me. Circa le promesse<br />

fatte in campagna elettorale, credo<br />

di averle onorate in pieno. Adesso<br />

la C<strong>it</strong>tà è molto piu’ pul<strong>it</strong>a e ordinata,<br />

ma soprattutto nella gestione della<br />

cosa pubblica abbiamo introdotto il<br />

rigoroso senso di giustizia e trasparenza<br />

interferendo decisamente nei<br />

comportamenti dei singoli c<strong>it</strong>tadini,<br />

ma anche in quelli dei funzionari<br />

Comunali preposti nei vari settori<br />

dell’Amministrazione.<br />

L’attiv<strong>it</strong>à operativa fin qui svolta ha<br />

interessato tutti i campi ed i risultati<br />

consegu<strong>it</strong>i sono da r<strong>it</strong>enersi alquanto<br />

lusinghieri tanto da mer<strong>it</strong>are il consenso<br />

dell’opinione pubblica che ha<br />

riconosciuto alla C<strong>it</strong>tà di Palmi il ruolo<br />

preminente nel contesto del Comprensorio<br />

della Piana e non solo.<br />

Si è mai pent<strong>it</strong>o di essere entrato<br />

in pol<strong>it</strong>ica?<br />

Solo qualche volta, quando soprattutto<br />

non riscontro la collaborazione<br />

l’intervista<br />

dei c<strong>it</strong>tadini nello sforzo del cambiamento<br />

che si vuole raggiungere.<br />

Che cosa la infastidisce della v<strong>it</strong>a<br />

di Sindaco e cosa invece la soddisfa?<br />

Mi infastidisce la resistenza della<br />

gente al processo di trasformazione<br />

sociale e comportamentale, non<br />

in linea con quello delle realtà più<br />

avanzate del nostro Paese. Fortunatamente<br />

sono pochissime persone<br />

che, prima o dopo, dovranno adeguarsi<br />

alla stragrande maggioranza.<br />

Evidentemente mi soddisfa il riscontro<br />

dell’esatto contrario.<br />

Ci puo’ fare , sia pur brevemente<br />

, un bilancio dell’operato della sua<br />

Giunta in questi anni di amministrazione<br />

della cosa pubblica?<br />

Il lavoro è stato intenso e impegnativo<br />

perchè siamo dovuti intervenire<br />

su tutti i fronti, in particolare su tutte<br />

le opere strutturali di cui la C<strong>it</strong>tà era<br />

carente: il PRU (Piano di recupero<br />

urbano del rione Pille), il PSC (Piano<br />

strutturale Comunale ex Piano regolatore<br />

risalente al 1912), il consolidamento<br />

della Marinella, l’acquisto<br />

del Cinema Teatro Sciarrone, per cui<br />

è in corso l’ accensione di un mutuo<br />

di oltre 900.000 Euro, la raccolta differenziata<br />

porta a porta, l’assetto e<br />

il potenziamento degli organici degli<br />

Uffici Comunali, l’aumento<br />

di un<strong>it</strong>à del Corpo dei<br />

VV.UU. e la collocazione<br />

in altra idonea<br />

struttura, la nuova<br />

sede dell’Azienda PPM<br />

nei locali fatiscenti<br />

del nuovo Mattatoio,<br />

il finanziamento di €<br />

450.000,00 dalla Regione per l’ampliamento<br />

della strada di Villa Repaci,<br />

l’asfalto di strade dissestate e il<br />

rifacimento di marciapiedi, reti idriche<br />

e fognarie, l’abbattimento, dopo<br />

oltre 40 anni, di capanne e manufatti<br />

abusivi lungo l’arenile della Tonnara.<br />

Fiore all’occhiello dell’intera azione<br />

amministrativa potrebbe diventare<br />

a breve la decisione della costruzione<br />

del Nuovo Ospedale nel<br />

terreno dell’Ist<strong>it</strong>uto Professionale<br />

Agrario, per cui è stato già presen-<br />

2 www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

“... sono molto esigente<br />

e richiedo la massima<br />

e leale efficienza<br />

operativa, a volte anche<br />

verso me stesso.”<br />

tato il progetto preliminare che mi<br />

auguro possa essere approvato al<br />

più presto per assicurare la certezza<br />

defin<strong>it</strong>iva dell’assistenza san<strong>it</strong>aria a<br />

tutti i c<strong>it</strong>tadini.<br />

Non credete che possiamo essere<br />

soddisfatti?<br />

Signor Sindaco, Lei passa per essere<br />

un uomo tutto di un pezzo, Le<br />

cap<strong>it</strong>a di esser severo con se stesso?<br />

Proveniente da un particolare incarico<br />

professionale, sono molto esigente<br />

e richiedo la massima e leale<br />

efficienza operativa, a volte anche<br />

verso me stesso.<br />

Siamo vicini al Natale, periodo<br />

di grandi attese e speranze, cosa<br />

si sente di dire ai su conc<strong>it</strong>tadini,<br />

in qual<strong>it</strong>a’ di Primo C<strong>it</strong>tadino, in<br />

un periodo di gravi difficoltà per la<br />

collettiv<strong>it</strong>à. Sia nel mondo del lavoro<br />

che in quello dei valori?<br />

Tanti di noi hanno vissuto nei periodi<br />

passati le attuali difficoltà, ma<br />

ne siamo venuti fuori senza “romperci”<br />

la testa. Occorre intelligenza,<br />

fiducia e pazienza e vedrete che,<br />

quanto prima, le nostre condizioni di<br />

v<strong>it</strong>a miglioreranno e potremo riprendere<br />

certe belle ab<strong>it</strong>udini. Si, sono<br />

ottimista.<br />

Buon Natale Signor Sindaco e<br />

grazie... dimenticavamo<br />

di formularle una<br />

domanda a propos<strong>it</strong>o<br />

del Natale,.. il Crocefisso<br />

rimarrà appeso<br />

o verrà rimosso nelle<br />

strutture pubbliche<br />

c<strong>it</strong>tadine?<br />

Grazie degli auguri che ricambio<br />

con affetto e amicizia e auspico per<br />

tutti ogni mondo di bene, salute e<br />

pace.<br />

Quanto al Crocefisso, posso dichiarare<br />

che nelle strutture di<br />

competenza comunale non sarà rimosso<br />

perchè è stato e sarà sempre<br />

un irrinunciabile simbolo della<br />

nostra autentica fede religiosa e<br />

delle nostre prestigiose tradizioni<br />

culturali che nessuno potrà mai<br />

cancellare.<br />

MADRETERRA<br />

Anno Zero - Numero Zero<br />

Direttore respons.: Francesco Massara<br />

Vice Direttore: Ventrice Paolo<br />

Vice Direttore: Andrea Ortuso<br />

REDAZIONE<br />

Capo Redattore Lucia Ortuso<br />

V.Capo Redattore Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

Giuseppe Cricrì<br />

Nella Cannata<br />

Claudia Gargano<br />

Francesco Braganò<br />

Salvatore De Francia<br />

Dario Galletta<br />

Laura Giusti<br />

Cettina Angì<br />

Teresa Laganà<br />

Walter Cricrì<br />

Giovanni Bruzzese<br />

Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />

Via ss.18 km 485.30<br />

Tel./Fax - 0966 1945480 - 0966 1940380<br />

Mobile - Paolo Ventrice 335 6996255<br />

Mobile - Andrea Ortuso 333 4894882<br />

e-mail: redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

pubblic<strong>it</strong>a@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

lettori@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Progetto grafico:<br />

Paolo Ventrice - Walter Cricrì<br />

Andrea Ortuso - Salvatore De Francia.<br />

Stampa: Officina Grafica srl<br />

Via Matteotti, 4 - Villa S. Giovanni - RC<br />

Per la pubblic<strong>it</strong>à su questo periodico,<br />

scrivere alle mail o chiamare i contatti sopra<br />

indicati<br />

Distribuzione gratu<strong>it</strong>a fuori commercio<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE MADRETERRA<br />

La direzione non risponde del contenuto degli<br />

articoli firmati e declina ogni responsabil<strong>it</strong>à per<br />

le opinioni dei singoli articolisti, degli intervistati<br />

e per le informazioni trasmesse da terzi.<br />

Il giornale si riserva di rifiutare qualsiasi<br />

inserzione.<br />

Foto e manoscr<strong>it</strong>ti, anche se non pubblicati, non<br />

si rest<strong>it</strong>uiscono.<br />

I dir<strong>it</strong>ti di proprietà artistica e letteraria<br />

sono riservati.<br />

Non è consent<strong>it</strong>a la riproduzione, anche se<br />

parziale, di testi, documenti e fotografie senza<br />

autorizzazione.<br />

L’associazione si riserva il dir<strong>it</strong>to di non<br />

pubblicare le inserzioni e le comunicazioni<br />

pubblic<strong>it</strong>arie degli inserzionisti che:<br />

1.Siano contrarie agli interessi dell’associazione<br />

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scorrette<br />

4. Non rispondano ai requis<strong>it</strong>i minimi di<br />

impaginazione professionale<br />

5. Non siano pervenute nei termini concordati<br />

6. Siano state forn<strong>it</strong>e in modo incompleto<br />

In tutti i casi l’associazione non è responsabile<br />

per il contenuto di dette inserzioni e<br />

comunicazioni.<br />

Lettera aperta a MadreTerra<br />

di Maurizio Carnevali<br />

LA FONTE DI S. ROCCO<br />

Sono veramente felice di poter<br />

riproporre alla c<strong>it</strong>tà, grazie<br />

alla vostra entusiastica collaborazione,<br />

un progetto a cui<br />

ero e sono legatissimo.<br />

Anni orsono, quando lo proposi,<br />

evidentemente mancavano<br />

i presupposti necessari per<br />

parlarne con serietà - e tutto<br />

cadde nel vuoto. E’ inutile<br />

ribadire quanto sia profonda<br />

la stima che ho per voi tutti<br />

e quanto apprezzi la capac<strong>it</strong>à<br />

che state dimostrando nel<br />

riappacificare una collettiv<strong>it</strong>à<br />

che tendeva, ormai, solo a sgretolarsi, inseguendo inutili e dannose<br />

polemiche.<br />

Riconosco, nel vostro operato, l’unico segno di autentica solidarietà<br />

verso un terr<strong>it</strong>orio che ha perso in buona misura la sua stessa<br />

ident<strong>it</strong>à.<br />

Ora ho il piacere di consegnare nelle vostre mani un sogno che mi<br />

piacerà condividere con voi e con il paese.<br />

La proposta per la realizzazione di questo monumento è solo indicativa<br />

per quanto concerne l’ubicazione, mentre è defin<strong>it</strong>iva<br />

l’impostazione compos<strong>it</strong>iva della statua, che raffigura il santo in<br />

un ispirato abbandono, stanco del suo peregrinare, nei pressi di<br />

una sorgente.<br />

L’acqua, infatti, dovrà essere un elemento presente sia per il valore<br />

storico e simbolico della purificazione di cui San Rocco è portatore,<br />

sia perché vuole essere un inv<strong>it</strong>o, oggi, a dissetarsi alla<br />

fonte del Santo.<br />

Il “nostro” San Rocco, pure così amato a Palmi, non è t<strong>it</strong>olare<br />

esclusivo di una dimora: per questo, penso che innalzargli un monumento<br />

nella piazza o nella parte antistante la Chiesa dell’Immacolata<br />

sia quasi un atto di giustizia - oltre che di fede.<br />

L’opera richiede un sacrificio materiale da parte della c<strong>it</strong>tà che,<br />

un<strong>it</strong>amente al mio, che non desidero alcun compenso, ne permetterà<br />

la sua realizzazione.<br />

Mettiamoci dunque tutti insieme a lavoro.<br />

Vi abbraccio affettuosamente.<br />

Maurizio Carnevali<br />

Offri un tuo contributo sul c/c postale<br />

n° 0000 9415 6981 - intestato a<br />

“Associazione Culturale Prometeus”<br />

-Causale “ la fonte di S . Rocco<br />

Bozze indicative del progetto<br />

dell’arch<strong>it</strong>etto Carmelo Bagalà che<br />

riprendono le tematiche dell’artista.<br />

3 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

si dice che...<br />

la Redazione<br />

Ci sono santi e ci sono icone.<br />

San Rocco, per i Palmesi,<br />

non è solo “un santo”. E’ metafora<br />

dell’appartenenza al paese, è r<strong>it</strong>o e<br />

strumento di identificazione con le<br />

nostre radici, occasione annuale di<br />

incontro e di med<strong>it</strong>azione, anche<br />

e – forse - soprattutto per chi non<br />

è un cattolico praticante nel resto<br />

dell’anno. La processione, che ci<br />

rende per qualche ora emuli e partecipi<br />

del lungo cammino del santo<br />

part<strong>it</strong>o da Montpellier, è una fatica<br />

catartica, che ogni anno ci riavvicina<br />

e ci rinnova; è un perdere un<br />

po’ della nostra individual<strong>it</strong>à per r<strong>it</strong>rovarci<br />

parte di una comun<strong>it</strong>à. Mai<br />

nell’anno come ogni 16 agosto Palmi<br />

è una collettiv<strong>it</strong>à stretta intorno al<br />

proprio simbolo condiviso e riconosciuto.<br />

E molto amato. Migliaia di<br />

persone, atton<strong>it</strong>e, attendono sotto il<br />

sole cocente, nella piazza antistante<br />

la Chiesa, lo scoppio dei mortaretti<br />

che annunciano l’usc<strong>it</strong>a del Santo.<br />

Un brivido percorre la schiena di<br />

ognuno e la sagoma della statua appare<br />

sul portone della chiesa; in quel<br />

momento ci si sente talmente piccoli<br />

e bisognosi dell’intercessione del<br />

Santo, tanto da commuoversi. Con la<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

preghiera ci si affida a Lui, riponendo<br />

nella supplica le speranze per una<br />

v<strong>it</strong>a in salute e prosper<strong>it</strong>à per sé e<br />

per i propri familiari. Contemporaneamente<br />

parte l’incessante r<strong>it</strong>mo dei<br />

tamburi che accompagnano il Palio<br />

in testa alla Processione segu<strong>it</strong>o dal<br />

corteo degli Spinati, uomini, donne e<br />

a volte bambini che scalzi e avvolti<br />

da imperscrutabili cappe di rovi seguono<br />

il percorso rec<strong>it</strong>ando il Rosario<br />

e stringendo al petto la foto del Santo<br />

mentre gli appunt<strong>it</strong>i aculei flagellano<br />

loro le carni. Lungo il trag<strong>it</strong>to,<br />

che tocca tutta la c<strong>it</strong>tà da nord a<br />

sud e da est ad ovest, i portoni e le<br />

finestre, addobbati con fiori, drappi<br />

e bandiere, sono spalancati affinché<br />

la Benedizione possa entrare nelle<br />

case di tutti. Dai balconi, stipati<br />

all’inverosimile, i fedeli acclamano il<br />

Santo segnandosi. Tutto ciò continua<br />

finché la processione non r<strong>it</strong>orna nella<br />

piazza da cui era part<strong>it</strong>a, la stessa<br />

che osp<strong>it</strong>erà il monumento che vuole<br />

essere la Fonte alla quale attingere<br />

per mantenere, qualora ce ne fosse<br />

bisogno, sempre alta la devozione a<br />

San Rocco, fer<strong>it</strong>o e guar<strong>it</strong>ore, pellegrino<br />

e presente, icona di quello che<br />

siamo e che possiamo essere, noi,<br />

popolo calabrese, disperato e reattivo,<br />

emigrato e sempre con gli occhi e<br />

il cuore al proprio paese.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

attUal<strong>it</strong>a’ Palmi<br />

4<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

PIANO DI RECUPERO URBANO<br />

La Redazione<br />

Ai blocchi di partenza il vecchio P.R.U., voluto e rispolverato dall’Amministrazione Gaudio.<br />

Il Programma di Recupero Urbano<br />

è compreso nel piano<br />

quadriennale di edilizia residenziale<br />

pubblica 1992/95 di cui alla legge<br />

17 febbraio 1992 n°179 approvato dal<br />

Consiglio Regionale della Calabria n°<br />

437 dell’8 novembre 1994.<br />

Per parlare del Programma di Recupero<br />

Urbano di Palmi, abbiamo<br />

incontrato l’arch<strong>it</strong>etto Giuseppe<br />

Gerocarni, che ne è il responsabile,<br />

al quale abbiamo posto una serie di<br />

domande, per meglio comprendere<br />

questo importante<br />

strumento che, dopo<br />

annosi r<strong>it</strong>ardi, consente di<br />

avviare una serie di interventi<br />

che permettono di<br />

riqualificare quartieri, oggi<br />

degradati.<br />

Infatti, l’<strong>it</strong>er burocratico, prima<br />

dell’approvazione del programma di recupero<br />

urbano, è stato difficile e complesso,<br />

lungo diciotto anni, a causa di<br />

intralci vari che si sono presentati lungo<br />

il percorso; si è rischiato di perdere<br />

defin<strong>it</strong>ivamente i 5.164.568,99 euro dei<br />

finanziamenti regionali.<br />

Arch. Giuseppe Gerocarni<br />

In che cosa consiste il P.R.U.,<br />

Programma di Recupero Urbano?<br />

Consiste in uno strumento in grado<br />

di trasformare tessuti urbani consolidati<br />

e degradati per favorire una<br />

equilibrata distribuzione dei servizi<br />

e delle infrastrutture e migliorare la<br />

qual<strong>it</strong>à dello spazio urbano.<br />

Quali opportun<strong>it</strong>à può offrire<br />

tale strumento?<br />

In pratica si è spostata l’attenzione<br />

dal mondo tradizionale dell’imprend<strong>it</strong>oria<br />

della casa all’ente terr<strong>it</strong>oriale<br />

competente per la pol<strong>it</strong>ica<br />

urbana, il comune.<br />

Chi può partecipare ai P.R.U.?<br />

Possono partecipare i privati, le<br />

imprese di costruzione, il comune, le<br />

cooperative di produzione e lavoro.<br />

A quanto ammonta il finanziamento<br />

complessivo destinato alla<br />

nostra c<strong>it</strong>tà?<br />

Il finanziamento complessivo è di<br />

euro 28.460.803,50, da suddividersi<br />

in euro 7.467.450,30 per gli investimenti<br />

pubblici ed euro 20.993.353,<br />

20 per gli interventi privati.<br />

Quali interventi sono previsti?<br />

Gli interventi pubblici previsti<br />

sono, la manutenzione e l’ammodernamento<br />

con impianti della viabil<strong>it</strong>à,<br />

i parcheggi, la realizzazione di<br />

.... tra interventi<br />

pubblici e interventi<br />

dei privati<br />

e del Comune,<br />

attiva oltre 30<br />

milioni di euro di<br />

investimenti .....<br />

Il P.R.U., tra interventi pubblici e<br />

interventi dei privati e del Comune,<br />

attiva oltre 30 milioni di euro di investimenti<br />

che serviranno per migliorare<br />

le condizioni urbanistiche<br />

del rione Pille Alta di Palmi e le zone<br />

che costeggiano il lungo Viale F. Carbone<br />

con la prevista espansione, alle<br />

spalle delle cooperative 101 ed adiacente<br />

alla Chiesa Santa Famiglia, di<br />

una nuova sede per costruzioni private<br />

e sedi di util<strong>it</strong>à sociale.<br />

Quindi, viabil<strong>it</strong>à, parcheggi, aree<br />

verdi, centri culturali e sociali, scuole,<br />

impianti sportivi, arredo urbano,<br />

riqualificazione ambientale.<br />

Soltanto l’11 luglio 2008<br />

l’assessore all’Urbanistica<br />

Michelangelo Tripodi e<br />

il sindaco di Palmi Ennio<br />

Gaudio hanno sottoscr<strong>it</strong>to<br />

l’Accordo per il Programma<br />

di Recupero Urbano. Con<br />

delibera del C.C. N°31 del 3/10/2006,<br />

il Consiglio Comunale, a segu<strong>it</strong>o della<br />

delibera G.R. N°13 del 16/1/2006 di rifinanziamento<br />

del P.R.U., ha riapprovato,<br />

in variante al vigente strumento<br />

urbanistico, il progetto defin<strong>it</strong>ivo del<br />

P.R.U. e la nuova rimodulazione degli<br />

interventi.<br />

Intervista al Responsabile del Progetto<br />

aree verdi di quartiere, le opere di<br />

arredo urbano e degli spazi pubblici,<br />

di un centro culturale (già appaltato),<br />

di una scuola elementare e di un<br />

impianto sportivo (già appaltato).<br />

Tra gli interventi da realizzare<br />

con i privati ci possono essere la<br />

ristrutturazione urbanistica, la realizzazione,<br />

l’ampliamento e la ristrutturazione<br />

edilizia di fabbricati<br />

residenziali e non residenziali, opere<br />

di manutenzione ordinaria, straordinaria<br />

e restauro.<br />

I privati possono effettuare anche<br />

interventi di integrazione,<br />

cioè interventi di nuova costruzione,<br />

residenziale e non, da realizzare<br />

su aree contigue o esterne,<br />

purchè funzionalmente connesse<br />

con quelli di edilizia residenziale<br />

pubblica.<br />

Quali sono i termini per la presentazione<br />

dei progetti?<br />

A febbraio 2010 ci sarà la presentazione<br />

di tutti i progetti sia pubblici<br />

che privati alla Regione.<br />

In concreto quali sono le opere<br />

che si realizzeranno a Palmi?<br />

Le opere di urbanizzazione pubbliche<br />

che si andranno a realizzare<br />

sono:<br />

a) il riassetto urbanistico delle<br />

due “167”, compreso il recupero della<br />

zona alta del rione Pille nel primo<br />

P.E.E.P. (piano di edilizia economica<br />

e popolare);<br />

b) la costruzione di un centro sociale<br />

all’interno della zona di espansione<br />

del P.R.U.;<br />

c) la realizzazione di un campo<br />

di calcetto ricadente nel secondo<br />

P.E.E.P.; opere che miglioreranno la<br />

zona nord della nostra c<strong>it</strong>tà da tempo<br />

degradata ed esclusa da ogni tipo<br />

di intervento.<br />

C’è da sottolineare, per onestà<br />

intellettuale, che tutto questo si<br />

deve anche alla solerzia del Sindaco<br />

e dell’Amministrazione Comunale<br />

che si sono adoperati affinchè Palmi<br />

non perdesse questa importante opportun<strong>it</strong>à.<br />

Foto della scalinata di Rione Pille allo stato attuale<br />

Riproduzione a mat<strong>it</strong>a delle attuali condizioni<br />

Riproduzione a mat<strong>it</strong>a del recupero urbano<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Occorrerebbe garantirne la fruizione ai diportisti per rilanciare il turismo<br />

le leggende millenarie e<br />

il porto…abbandonato<br />

La struttura occupata abusivamente dai pescatori<br />

di Arcangelo Badolati<br />

Fantasmi inquieti di principesse<br />

e spir<strong>it</strong>i di guerrieri indomabili<br />

aleggiano sul tratto di mare che da<br />

Scilla si spinge sino a Capo Vaticano.<br />

Palmi trattiene per sé i pezzi<br />

più forti delle leggende millenarie<br />

di questo tratto di Mar Tirreno: Donna<br />

Canfora, Oreste e Aiace Telamonio<br />

legano la loro misteriosa v<strong>it</strong>a a<br />

quest’area della Calabria. Canfora<br />

ricompare nelle notti di plenilunio,<br />

quando il mare davanti allo Scoglio<br />

dell’Isola si popola di mille strane<br />

luci subacquee che illuminano e<br />

stordiscono i pesci; Oreste, invece,<br />

ulula la sua follia, cagionata dalla<br />

furia delle Erinni, nelle serate di<br />

vento quando il Maestrale soffia tra<br />

gli ulivi di Ravaglioso; Aiace, infine,<br />

compare col volto contr<strong>it</strong>o, all’apice<br />

della zampa del Sant’Elia che delim<strong>it</strong>a<br />

una delle pareti del golfo della<br />

Marinella, durante le burrasche. Chi<br />

è nato quaggiù convive sin da bambino<br />

con le incerte figure di questi<br />

personaggi che continueranno sino<br />

alla conclusione dell’esperienza<br />

terrena a rimanere incollati ai pensieri<br />

ed ai ricordi. In una c<strong>it</strong>tadina<br />

impregnata dalla salsedine e dai<br />

m<strong>it</strong>i rischia tuttavia di consumarsi<br />

una delle tante contraddizioni che<br />

da tempo immemorabile segnano<br />

le epoche di questo lembo d’Italia.<br />

Il porto, costru<strong>it</strong>o con cinquant’anni<br />

di r<strong>it</strong>ardo, è stato infatti trasformato<br />

nell’abusivo attracco di decine di<br />

Il porto di Palmi<br />

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5 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

attUal<strong>it</strong>a’ Palmi e dintorni<br />

natanti usati dai pescatori. Non c’è<br />

più un solo centimetro di banchina<br />

che sia utilizzabile per osp<strong>it</strong>are barche<br />

da diporto. Ciò significa che la<br />

struttura non gode di alcun controllo<br />

e non ha alcun futuro. L’ultimo treno<br />

su cui imbarcarsi per inseguire i flussi<br />

turistici era quello del diportismo,<br />

che significa offrire la possibil<strong>it</strong>à ai<br />

proprietari di piccole, medie e grandi<br />

imbarcazioni di fermarsi per una<br />

sosta “assist<strong>it</strong>a” durante la navigazione<br />

compiuta verso le isole Eolie,<br />

lo Stretto di Messina o Maratea. Chi<br />

naviga necess<strong>it</strong>a di carburante, di<br />

vivande, di consulenza meccanica.<br />

In soldoni, la presenza delle barche<br />

in rada garantirebbe vantaggi economici<br />

agli operatori commerciali,<br />

al personale specializzato, ai t<strong>it</strong>olari<br />

di bar e ristoranti. Non solo: ai<br />

diportisti potrebbero essere offerte<br />

da cooperative di giovani vis<strong>it</strong>e<br />

ai s<strong>it</strong>i archeologici locali, al Museo<br />

di Reggio Calabria che custodisce i<br />

bronzi, all’Aspromonte che rappresenta<br />

uno dei polmoni naturali più<br />

affascinanti d’Europa. E invece…<br />

Ancora una volta stiamo perdendo<br />

una buona occasione. Per lassismo,<br />

mancanza di visione strategica e incapac<strong>it</strong>à<br />

decisionali. Questa testata<br />

lancia la sfida: chiede a quanti possono,<br />

d’impegnarsi a ribaltare la s<strong>it</strong>uazione<br />

che abbiamo descr<strong>it</strong>to. E lo<br />

fa non per coltivare una banale vena<br />

polemica, ma per ridare speranza<br />

alla nostra Terra. A buon intend<strong>it</strong>or<br />

poche parole…<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

EmErgEnza uman<strong>it</strong>aria sotto i nostri occhi<br />

di Mimma Sprizzi<br />

Costretti a vivere in capannoni<br />

abbandonati, senza luce, acqua,<br />

né servizi igienici... Impiegati<br />

in nero, alla giornata, per una paga<br />

che raramente supera i 25 euro. Sono<br />

i raccogl<strong>it</strong>ori delle arance della campagna<br />

tra Rosarno, San Ferdinando<br />

e Rizziconi. Sono almeno 2.000, tutti<br />

immigrati: ghanesi, marocchini,<br />

ivoriani, maliani, sudanesi. E quasi<br />

tutti senza documenti. È una storia<br />

che dura da vent’anni. Arrivano a <strong>dicembre</strong>,<br />

per l’inizio della raccolta dei<br />

mandarini e vanno via a marzo, dopo<br />

la raccolta delle arance, consentendo<br />

ai nostri agricoltori, già fortemente<br />

in crisi per i bassissimi ricavi delle<br />

vend<strong>it</strong>e degli agrumi, di poter<br />

ancora avere qualche margine<br />

di guadagno.<br />

La maggior parte delle<br />

aziende agricole è infatti,<br />

di piccoli produttori che<br />

vanno direttamente in piazza<br />

a Rosarno, ogni mattina,<br />

a caricare i quattro o cinque<br />

braccianti di cui avranno bisogno per<br />

una settimana al massimo, al prezzo<br />

di 25–28 euro per le otto ore di lavoro;<br />

il che non è poi così distante<br />

dai 32 euro negoziati dal contratto<br />

provinciale di Reggio Calabria. I produttori<br />

risparmiano soprattutto sui<br />

contributi. Un lavoratore in regola<br />

costerebbe sui 40 euro lordi ma<br />

il settore degli agrumi è in profonda<br />

crisi. Le clementine si riescono<br />

ancora a vendere a 28 centesimi al<br />

chilo, invece il prezzo delle arance è<br />

crollato a 7 centesimi.<br />

Accade così che, due generazioni<br />

dopo l’occupazione delle terre appartenenti<br />

al demanio, a sfruttare il<br />

lavoro nero dei braccianti stranieri,<br />

siano i figli di quegli stessi contadini<br />

che hanno rivendicato il riconoscimento<br />

dei propri dir<strong>it</strong>ti e la possibil<strong>it</strong>à<br />

di una v<strong>it</strong>a migliore; la maggior<br />

parte dei terreni è, infatti, di piccoli<br />

proprietari a cui vennero ridistribu<strong>it</strong>e<br />

le terre nel dopoguerra.<br />

E così avviene che a pochi Km dalle<br />

nostre case, ci si<br />

imbatta in un limbo<br />

di disperati in cui<br />

ragazzi, poco più<br />

che adolescenti,<br />

(potrebbero essere<br />

i nostri figli),part<strong>it</strong>i<br />

dai loro poveri paesi<br />

con il sogno di<br />

una v<strong>it</strong>a possibile<br />

per sé e per la loro<br />

famiglia, si r<strong>it</strong>rovino<br />

a vivere in luoghi<br />

più simili a gironi<br />

danteschi che a<br />

sistemazioni degne<br />

dell’occidente ci-<br />

Nuovi schiavi nella piana<br />

Arrivano a <strong>dicembre</strong>,<br />

per<br />

l’inizio della<br />

raccolta dei<br />

mandarini...<br />

vilizzato. Dormono alla Rognetta, ex<br />

fabbrica di succo d’arance, oppure<br />

all’ex Opera Sila, capannoni entrambi<br />

abbandonati da anni, luoghi insalubri<br />

in cui si accampano con cartoni<br />

e coperte di fortuna. Ragazzi che,<br />

per dormire si infilano attraverso un<br />

oblò, poco più grande di quello della<br />

nostra lavatrice, dentro silos che una<br />

volta dovevano contenere olio, in<br />

piccole canadesi da campo montate<br />

sopra spesse coltri di lana di vetro,<br />

in capanne di cartoni.<br />

Cosa chiedono? Chiedono il water,<br />

un box doccia con acqua corrente per<br />

potersi lavare. Questo, per loro, è prior<strong>it</strong>ario<br />

rispetto a qualsiasi altra cosa.<br />

Rosarno è un luogo simbolo. In pochi<br />

chilometri quadrati si delineano le<br />

maggiori contraddizioni della<br />

nostra epoca: le grandi migrazioni<br />

e la globalizzazione<br />

che distrugge le produzioni<br />

locali, specie in agricoltura;<br />

la criminal<strong>it</strong>à organizzata<br />

transnazionale; la corruzione<br />

della pol<strong>it</strong>ica; la diffusione<br />

della cultura della violenza; lo<br />

sfruttamento bieco del lavoro; le disumanizzanti<br />

leggi sull’immigrazione.<br />

Davanti a questo terribile scenario<br />

c’è chi però non accetta e combatte<br />

lo status quo. Sono le associazioni e<br />

i volontari che, giorno dopo giorno,<br />

continuano a credere e a lavorare<br />

per una Calabria diversa, a dimostrare<br />

che la nostra è una terra capace<br />

di grande sensibil<strong>it</strong>à e generos<strong>it</strong>à. E’<br />

sorprendente vedere quanta mobil<strong>it</strong>azione<br />

cattolica e laica ci sia intorno<br />

ai bisogni di questi disperati: ci si<br />

mobil<strong>it</strong>a per trovare coperte, carta<br />

igienica, beni di prima necess<strong>it</strong>à,<br />

perché è di questo che c’è bisogno<br />

nell’emergenza che ogni anno nel<br />

silenzio generale si consuma nelle<br />

nostre belle campagne.<br />

Del rispetto dei dir<strong>it</strong>ti umani non<br />

si parla, non c’è tempo, non ci sono<br />

dir<strong>it</strong>ti per chi è senza documenti di<br />

soggiorno. Che poi siano lavoratori<br />

necessari per far sopravvivere la nostra<br />

fragile economia agricola è solo<br />

un minuscolo dettaglio.<br />

Gruppo di immigrati a riposo


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Osvaldo Pieroni<br />

Ordinario di Sociologia dell’Ambiente<br />

Univers<strong>it</strong>à della Calabria<br />

Nel 1866 Alfredo Cottrau, che<br />

aveva ricevuto dal Ministro<br />

dei Lavori pubblici Jacini l’incarico<br />

di studiare una soluzione per l’attraversamento<br />

stabile dello Stretto<br />

di Messina, dichiarava l’impossibil<strong>it</strong>à<br />

di costruire un ponte in quell’area.<br />

Da allora decine e decine di progetti<br />

sono stati presentati fino all’attuale<br />

(che in realtà risale, con relativamente<br />

piccole modifiche, al 1992)<br />

e puntualmente rilievi ostativi sono<br />

stati avanzati: la presenza di faglie<br />

attive e la elevata sismic<strong>it</strong>à del s<strong>it</strong>o;<br />

i forti venti ed il rischio di vibrazioni<br />

che indurrebbero il collasso; le forti<br />

deficienze di natura tecnica. Ed a<br />

questi, che dimostrano la non fattibil<strong>it</strong>à<br />

tecnica del ponte, si aggiungono<br />

le cr<strong>it</strong>iche ambientaliste relative<br />

alla devastazione del paesaggio e<br />

degli ecosistemi, le cr<strong>it</strong>iche relative<br />

alle diseconomie ed alla sostanziale<br />

inutil<strong>it</strong>à trasportistica.<br />

“E’ solo un grande affare progettuale”<br />

affermava nel 1998 il<br />

Prof. Franco Di Maio, docente<br />

di Costruzioni Ferroviarie al<br />

Pol<strong>it</strong>ecnico di Torino, membro<br />

del Com<strong>it</strong>ato di Alta Sorveglianza<br />

delle Ferrovie dello<br />

Stato e, inizialmente, consulente<br />

della Società Stretto<br />

di Messina. “..Ci sono grosse<br />

incogn<strong>it</strong>e sulla sua stabil<strong>it</strong>à<br />

ed in ogni caso il treno non<br />

ci salirebbe sopra.” Secondo<br />

l’esperto il ponte sarà difficilmente<br />

costruibile e, se si<br />

realizzasse, sarebbe inutilizzabile<br />

dopo poco tempo (La<br />

cr<strong>it</strong>ica del Prof. Di Maio è<br />

stata pubblicata sulla rivista<br />

“Realtà Nuova”,n.5 del 1998.<br />

Una sintesi dello studio appa- re<br />

anche su “il Quotidiano della Calabria”<br />

del 27.12.2000 pagina 8).<br />

“La soluzione progettuale mi appare<br />

oggi assai costosa e per nulla<br />

immune da crisi strutturali”. Il Prof.<br />

Remo Calzona, ordinario al dipartimento<br />

d’ingegneria strutturale e<br />

goetecnica della Sapienza di Roma,<br />

cui prima l’Anas (1986) poi il governo<br />

(2002) hanno affidato la presidenza<br />

del com<strong>it</strong>ato tecnico-scientifico per<br />

la verifica della fattibil<strong>it</strong>à del ponte,<br />

r<strong>it</strong>iene che il manufatto, così come<br />

è stato progettato, sia inostenibile.<br />

“Fino al 2000 pensavo potesse andar<br />

bene così ma poi un ingegnere come<br />

me ha il dovere di guardarsi intorno,<br />

di vedere il mondo e studiare nuove<br />

misure – sostiene l’esperto - …Alcuni<br />

problemi rimangono irrisolti, come<br />

l’impatto ambientale e la questione<br />

del vento, il cosiddetto galopping.<br />

L’opera è stata progettata negli anni<br />

‘80 e da quel momento non ha sub<strong>it</strong>o<br />

modifiche sostanziali eppure la scienza<br />

è andata avanti (il manifesto del<br />

07 marzo <strong>2009</strong> pagina 11).<br />

Il lungo dibatt<strong>it</strong>o che ha accompagnato<br />

il “m<strong>it</strong>o del ponte” si svolge su<br />

due piani che non sempre si incontrano:<br />

da un lato il versante pol<strong>it</strong>ico ist<strong>it</strong>uzionale,<br />

il principale, che attraversa<br />

fasi alterne e dall’altro quello più<br />

propriamente tecnico che, costantemente<br />

mostra scarse innovazioni e<br />

crescenti lim<strong>it</strong>i del progetto.<br />

Mentre dal punto di vista puramente<br />

ingegneristico il progetto è stato<br />

una sorta di palestra per la ricerca,<br />

sulla quale si sono eserc<strong>it</strong>ati centinaia<br />

di esperti senza tuttavia mai giungere<br />

ad un effettivo disegno operativo,<br />

dal punto di vista pol<strong>it</strong>ico il “m<strong>it</strong>o<br />

del ponte” ha rappresentato piutto-<br />

attUal<strong>it</strong>a’ Palmi e dintorni<br />

sto uno strumento di attrazione di<br />

consenso, di propaganda elettorale e<br />

di favor<strong>it</strong>ismo nei confronti di gruppi<br />

imprend<strong>it</strong>oriali e professionali.<br />

Se per una fase che attraversa<br />

l’Italia sino agli anni ’60 il progetto<br />

del ponte intendeva colmare il gap<br />

derivante dalla difficoltà di collegamento<br />

tra Sicilia e continente, poi<br />

questo argomento perde valore nella<br />

misura in cui le attiv<strong>it</strong>à economiche<br />

utilizzano altri tipi di vettori che passano<br />

per le vie dei cielo e del mare.<br />

Il progetto, tuttavia, resta per i suoi<br />

sosten<strong>it</strong>ori simbolo di modernizzazione:<br />

un’opera, una grande opera<br />

intesa a rilanciare l’economia meridionale.<br />

E tuttavia l’idea di modernizzazione<br />

che si traduce in retorica<br />

pro-ponte appare alquanto obsoleta<br />

ed inadeguata alla fase attuale. La<br />

funzione ordinatrice delle grandi<br />

opere – come un tempo veniva defin<strong>it</strong>a<br />

da urbanisti, ingegneri, arch<strong>it</strong>etti<br />

– ha mostrato i suoi lim<strong>it</strong>i, mentre<br />

le grandi infrastrutture debbono<br />

confrontarsi – sia per la loro mole e<br />

l’impatto sul terr<strong>it</strong>orio, sia per la loro<br />

stessa funzione – con i gravi problemi<br />

di sostenibil<strong>it</strong>à ambientale.<br />

Dal punto di vista trasportistico il<br />

collegamento stabile tra Sicilia e Calabria<br />

appare alla maggior parte degli<br />

esperti obsoleto, essendo ormai da<br />

decenni in diminuzione il traffico in<br />

attraversamento. Gli studi preliminari<br />

sul traffico della Società Stretto di<br />

Messina, al contrario, sovradimensionano<br />

la domanda di utenza assumendo<br />

come riferimento incrementi medi<br />

annui del PIL meridionale tra l’1,8 ed<br />

il 4,8% (!) e giungono ad ipotizzare il<br />

passaggio di ben 220 treni al giorno,<br />

quando la portata massima stimata<br />

del ponte sarebbe di 200.<br />

Dal punto di vista economico, al di<br />

là delle dichiarazioni ufficiali, l’intera<br />

costruzione graverebbe sul bilancio<br />

dello Stato, poiché oltre all’iniziale<br />

investimento pubblico, laddove non<br />

fosse possibile– come del resto è facilmente<br />

ipotizzabile – per il contraente<br />

recuperare attraverso i pedaggi i costi<br />

sostenuti sarà ancora una volta lo Stato<br />

a coprire il defic<strong>it</strong>.<br />

Ma è davvero un “m<strong>it</strong>o” il progetto<br />

del ponte? Se per m<strong>it</strong>o intendiamo un<br />

riferimento ad un evento realmente avvenuto<br />

e successivamente trasfigurato,<br />

questo non sarebbe propriamente un<br />

m<strong>it</strong>o. Il m<strong>it</strong>o non interpreta la realtà<br />

né la descrive ma, piuttosto, la rappresenta<br />

Per la sociologia pos<strong>it</strong>ivistica<br />

il m<strong>it</strong>o si cost<strong>it</strong>uisce per una deformazione<br />

fantastica dei fatti osservati ed è<br />

destinato ad essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o presto o<br />

tardi dal sapere scientifico e dalla sua<br />

ver<strong>it</strong>à. Se ciò fosse vero, il progetto del<br />

ponte avrebbe dovuto esser caduto nel<br />

dimenticatioio. Ma il m<strong>it</strong>o non interpreta<br />

la realtà né la descrive ma, piuttosto,<br />

6<br />

Il mIto del Ponte sullo stretto<br />

la rappresenta. Così l’idea del ponte ha<br />

occupato l’immaginario di molti e su di<br />

essa si sono sviluppati retoriche e discorsi<br />

che si sono trasfer<strong>it</strong>i in decisioni<br />

pol<strong>it</strong>iche.<br />

Dall’Un<strong>it</strong>à d’Italia sino al dopoguerra<br />

il progetto del ponte ha rappresentato<br />

il simbolo della congiunzione<br />

materiale della Sicilia al continente.<br />

Era l’epoca dell’isolamento, della<br />

dipendenza, del sottosviluppo acu<strong>it</strong>i<br />

dalla difficoltà dei trasporti e della<br />

mobil<strong>it</strong>à. Oggi, benché il divario tra<br />

il Mezzogiorno ed il Nord del Paese<br />

permanga, la questione non è più<br />

drammatica come un tempo e, soprattutto,<br />

la mobil<strong>it</strong>à di persone,<br />

cose ed informazioni non cost<strong>it</strong>uisce<br />

più un problema. Da Napoli a Palermo,<br />

ad esempio, con le navi veloci si<br />

impiegano quattro ore: nessun mezzo<br />

via terra, anche attraverso un ponte,<br />

consentirebbe un trasporto così veloce.<br />

I moderni e mastodontici portacontainer,<br />

quelle navi che approdano<br />

a Gioia Tauro per intenderci, contengono<br />

ciascuno una quant<strong>it</strong>à di merci<br />

pari a quella trasportata da mille Tir.<br />

Viviamo in un’epoca in cui il trasporto<br />

Progetto francese del ponte di Messina datato fine 1800<br />

su gomma, con i suoi effetti di inquinamento<br />

e di congestione, cost<strong>it</strong>uisce<br />

un serio problema. Il progetto del<br />

ponte è divenuto allora obsoleto. Non<br />

conviene economicamente, finirebbe<br />

per creare nuovi problemi, e per di<br />

più è un progetto insicuro, temerario<br />

in un’area fortemente sismica e attraversata<br />

da forti venti.<br />

Nonostante ciò il m<strong>it</strong>o del ponte resiste,<br />

cancella quello secolare – vero<br />

m<strong>it</strong>o e fondamento culturale - di Scilla<br />

e Cariddi, incurante della distruzione<br />

di uno scenario paesistico noto<br />

a tutto il mondo per la sua bellezza<br />

e particolar<strong>it</strong>à, cieco agli irreversibili<br />

e catastrofici danni ambientali ed<br />

ecologici che una simile opera realizzerebbe.<br />

Perché allora questo “m<strong>it</strong>o”? Il<br />

ponte oggi è simbolo retorico di<br />

una non moderna idea modern<strong>it</strong>à.<br />

La grande opera faraonica, di acciaio<br />

e cemento, è percep<strong>it</strong>a come<br />

un monumento al Progresso. Che sia<br />

utile oppure del tutto inutile poco<br />

importa: il suo valore è simbolico e<br />

serve da un lato a rimuovere sensi<br />

di inferior<strong>it</strong>à e complessi di colpa,<br />

serve a scalzare quel fastidioso sentimento<br />

di mancanza che rode l’anima<br />

dei meridionali. E dall’altro lato<br />

serve – al contario - ad alimentare<br />

un senso di onnipotenza di una parte<br />

delle classi dirigenti del paese, che<br />

un serio psichiatra definirebbe come<br />

sindrome magico infantile.<br />

E’ difficile, con argomenti razionali,<br />

contrastare queste sensazioni.<br />

Ogni cr<strong>it</strong>ica documentata viene liquidata<br />

come posizone ideologica,<br />

mentre in realtà è proprio il “m<strong>it</strong>o”<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

del ponte a rappresentare una ideologica<br />

chimera.<br />

Il m<strong>it</strong>o del Ponte attecchisce e diviene<br />

contagioso così come, nelle<br />

società moderne, si diffonde la sindrome<br />

dell’autoinganno, che porta a<br />

predicare certe cose ed a farne altre,<br />

del tutto opposte, che induce a dire<br />

che tutto va bene, quando invece in<br />

coscienza si sente che tutto è un disastro<br />

e siamo sull’orlo di un baratro.<br />

Su questa debolezza dello spir<strong>it</strong>o<br />

speculano interessi di parte, forti interessi<br />

lobbistici chiaramente individuabili,<br />

così come - probabilmente<br />

- interessi occulti ed illegali (si legga<br />

mafiosi) che nel ponte vedono un’altra<br />

grande occasione di arricchimento<br />

privato e di rapina. Ma poco<br />

importa all’anima semplice, colp<strong>it</strong>a<br />

dall’explo<strong>it</strong> faraonico.<br />

Mille argomenti razionali sostengono<br />

l’insensatezza del progetto. La<br />

precarietà del progetto ingegneristico,<br />

che non considera i rischi del<br />

contesto geologico, i venti, la sismic<strong>it</strong>à;<br />

l’insostenibil<strong>it</strong>à economica nel<br />

rapporto costi-benefici; l’assenza di<br />

qualsiasi seria valutazione di impatto<br />

ambientale e sociale; la mancata<br />

considerazione di alternative<br />

multimodali più efficaci ed<br />

efficienti per l’attraversamento<br />

dello stretto; il fatto che il ponte<br />

- data l’altezza dell’impalcato<br />

prevista dal progetto - non<br />

consentirebbe il passaggio alle<br />

navi di più recente costruzione<br />

che raggiungono i 100 metri di<br />

altezza (il che vanificherebbe<br />

l’importanza del porto di Gioia<br />

Tauro); ed ancora si potrebbero<br />

elencare molte altre osservazioni<br />

ostative che studiosi<br />

ed esperti di molte univers<strong>it</strong>à<br />

<strong>it</strong>aliane ed estere hanno esplic<strong>it</strong>ato.<br />

Tutto ciò però evidentemente<br />

non basta a chi sostiene<br />

l’insostenibile.<br />

Occorrerebbe rivalutare<br />

emozioni forti, richiamarsi al<br />

senso dei luoghi, ad una sensibil<strong>it</strong>à<br />

e ad una estetica meridiane, prima<br />

che l’ab<strong>it</strong>udine al brutto le seppellisca<br />

defin<strong>it</strong>ivamente. Occorrerebbe<br />

rest<strong>it</strong>uire dign<strong>it</strong>à universale al significato<br />

emotivo che l’area dello<br />

Stretto di Messina ha avuto nei secoli,<br />

per chi qui vive e per tutti coloro<br />

- lontano da qui - che hanno vissuto<br />

questo significato nei racconti, nelle<br />

storie, in m<strong>it</strong>i, che a ben vedere<br />

sono molto più realistici ed umani<br />

di quello del ponte. Possiamo cancellare,<br />

con l’explo<strong>it</strong> del ponte, la<br />

memoria iscr<strong>it</strong>ta nelle acque dello<br />

Stretto e farne un anonimo tratto di<br />

mare, una duplice baia - separata<br />

da un nastro trasportatore avvolto<br />

in una nuvola di benzene - su cui<br />

si rispecchierà soltanto ciò che di<br />

concreto appare dietro il m<strong>it</strong>o del<br />

Progresso: un mondo di merci a rapida<br />

obsoloscenza, un mondo “usa<br />

e getta”, un mondo sporco che consuma<br />

se stesso? Rifiutare il progetto<br />

non vuol dire soltanto opporsi alla<br />

distruzione di un luogo v<strong>it</strong>ale, nel<br />

senso pieno ed esistenziale di questa<br />

parola. Significa prospettare,<br />

con alternative praticabili già da<br />

ora, una società meridionale sostenibile<br />

ed autosostenuta, che riconosce<br />

nei suoi luoghi e nella sua<br />

storia, nel suo carattere particolare<br />

ed al contempo denso di universal<strong>it</strong>à,<br />

la risorsa per uno sviluppo altro.<br />

Significa prospettare una società<br />

che ponga al centro delle proprie<br />

energie il senso del rispetto, della<br />

misura e del lim<strong>it</strong>e. Una società che<br />

sia capace di coniugare ragione ed<br />

emozione.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

PIANA DI GIOIA TAURO:<br />

Giardino sul Mare o Polo Industriale?<br />

di Giuseppe Pugliese<br />

“ N on ho mai visto ulivi così<br />

splendidi, così rigogliosi, in<br />

questa pianura che è il delta di un<br />

antichissimo fiume. Nella Piana di<br />

Gioia Tauro se pianti un bastone, immediatamente<br />

gli vengono le foglie e<br />

diventa un albero. Miriadi e miriadi di<br />

generazioni umane qui si sono succedute<br />

attorno agli ulivi, gli ulivi hanno<br />

garant<strong>it</strong>o questo grande ombrello<br />

protettivo di intelligenza, di capac<strong>it</strong>à<br />

,di fascino, di storia e anche di<br />

sopravvivenza materiale, economica.<br />

Gli uomini hanno vissuto per secoli attorno<br />

e sopra questi ulivi, li hanno curati<br />

come si fa con i bambini riottosi.<br />

Per una serie di generazioni alle quali<br />

essi hanno appartenuto, beh non c’è<br />

stata la possibil<strong>it</strong>à la sera di tornare<br />

nella casa della c<strong>it</strong>tà o del paese: essi<br />

vivevano in mezzo agli ulivi...”<br />

Con queste parole cariche di pathos<br />

e dolcezza, il medico, pol<strong>it</strong>ico<br />

e poeta Emilio Argiroffi (Mandanici,<br />

1922 – Taurianova, 28 maggio 1998),<br />

descriveva la seconda, per estensione,<br />

delle tre pianure della Calabria:<br />

180.000 ab<strong>it</strong>anti, in 33 comuni dislocati<br />

in una superficie di circa 515<br />

km², tradizionalmente ded<strong>it</strong>a alla<br />

coltura intensiva di agrumi e ulivi.<br />

Sembra siano passati secoli da quando<br />

Argiroffi scriveva della nostra terra<br />

e curava, nei campi, le raccogl<strong>it</strong>rici di<br />

olive, protagoniste, insieme agli agricoltori<br />

della Piana, delle lotte bracciantili<br />

che negli anni ‘50 culminarono<br />

con la conquista delle terre.<br />

Dopo decenni di fiorente sviluppo<br />

agricolo infatti, già nei primi anni<br />

settanta, si registra l’interesse per<br />

l’area, in relazione a progetti di<br />

sviluppo industriale: il famoso pacchetto<br />

Colombo, risposta governativa<br />

alla rivolta di Reggio Calabria nel<br />

segno dello sviluppo per poli, aveva<br />

previsto qui la sede del V Centro Siderurgico,<br />

a Catanzaro il capoluogo<br />

e a Cosenza l’Univers<strong>it</strong>à.<br />

In segu<strong>it</strong>o, rilevatasi l’inattual<strong>it</strong>à<br />

della proposta che emergeva nel<br />

7 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

attUal<strong>it</strong>a’ Palmi e dintorni<br />

pieno di una crisi dell’intero settore<br />

siderurgico, il s<strong>it</strong>o venne destinato<br />

ad osp<strong>it</strong>are una centrale a carbone.<br />

La proposta susc<strong>it</strong>ò la decisa reazione<br />

popolare, fino a sviluppare un<br />

movimento di massa che nei primi<br />

anni ’90, dopo oltre dieci anni di<br />

lotta, sarebbe riusc<strong>it</strong>o a scongiurare<br />

la sciagurata ipotesi di un impianto<br />

dall’impatto ambientale devastante,<br />

avrebbe defin<strong>it</strong>ivamente pregiudicato<br />

ogni possibil<strong>it</strong>à di sviluppo agricolo<br />

e turistico, secondo la naturale<br />

vocazione del terr<strong>it</strong>orio.<br />

Ieri, una delle aree più fertili della<br />

Piana, uno dei tratti più belli della costa,<br />

oggi, l’area industriale del porto<br />

di Gioia Tauro, il più grande porto di<br />

“transhipment” del mar Med<strong>it</strong>erraneo,<br />

uno dei più grandi d’Europa, è divisa in<br />

tre grandi zone: la prima e la seconda<br />

con una minima presenza di aziende,<br />

la terza, senza alcuna attiv<strong>it</strong>à produttiva...<br />

un bilancio fallimentare!<br />

Ma non è tutto! La tabella in fondo<br />

illustra, con dettaglio, la localizzazione<br />

di “nuovi mostri”. Che senso<br />

ha avuto questa industrializzazione<br />

forzata, senza logica e solo sulla carta<br />

che ha devastato il terr<strong>it</strong>orio senza<br />

portare il tanto sbandierato sviluppo?<br />

E’ questo il destino della Piana di<br />

Gioia Tauro? Concetti ovvi e scontati<br />

come “peculiar<strong>it</strong>à del terr<strong>it</strong>orio” e<br />

“democrazia partecipativa”, troppo<br />

spesso enunciati a spropos<strong>it</strong>o, che<br />

ruolo hanno avuto in queste scelte?<br />

Eppure sono le leggi dello stato, vedi<br />

“Legge Bassanini”, e le convenzioni<br />

dell’Unione Europea, come la “Convenzione<br />

di Aharus”, ratificata dall’Italia<br />

nel 2001, che rimandano,perchè<br />

r<strong>it</strong>enuto semplicemente utile, ad un<br />

diretto coinvolgimento dei c<strong>it</strong>tadini<br />

nelle scelte riguardanti ambiente,<br />

energia e beni comuni.<br />

Forse da qualche parte tutto ciò ha<br />

un valore, da qualche parte ha senso<br />

rispettare e valorizzare ciò che madre<br />

natura ha dato, nel nostro caso,<br />

senza risparmiarsi.<br />

...Da qualche parte, ma non da noi...<br />

sembra che noi non siamo parte dell’Italia,<br />

men che meno dell’Europa!...<br />

In u n’a r e a d e n s a m e n t e p o p o l a t a, a d elevata sIsmIcItà, t r a I c o m u n I d I GIoIa ta u r o, ro s a rn<br />

o, sa n Fe r d I n a n d o, rIzzIconI e me l I c u c c o, n e l c u o r e d I u l Iv e t I e a G r u m e t I, a pochIssIma<br />

d I s t a n z a d a I n s e d I a m e n t I a b I t a t I v I, In u n r a G G Io d I pochIssImI k m q u a d r a t I, s o n o l o c a l I z z a t I:<br />

• Discarica RSU in contrada Marrella, esaur<strong>it</strong>a.<br />

• Discarica di servizio degli impianti del Sistema Integrato “Calabria<br />

Sud”, esaur<strong>it</strong>a.<br />

• Impianto di selezione di RSU di Gioia Tauro, 40.000 t/anno di RSU,<br />

attivo dal 2004<br />

• Incener<strong>it</strong>ore di Gioia Tauro, 120.000 t/anno di CDR, attivo dal 2005<br />

• Depuratore consortiledi Gioia Tauro, 17 comuni serv<strong>it</strong>i.<br />

• Centrale combinata a gas (turbogas) di Rizziconi, 760 megawatt, atti<br />

va dal 2007.<br />

• Elettrodotto Laino Borgo – Rizziconi, 380.000 volts.<br />

• Discariche abusive nei campi e lungo i corsi d’acqua.<br />

• Progetto approvato per il più grande rigassificatore d’Italia, 12 mld di<br />

mc di gas.<br />

• Progetti presentati/approvati per altre due centrali a gas e per una<br />

centrale a biomasse a pochissima distanza dalla turbogas di Rizziconi<br />

• Proposta al comune di Rosarno da parte della multinazionale Veolia,<br />

gestore del sistema integrato “Calabria Sud”, per la realizzazione di<br />

una discarica di servizio da 1 milione di mc, in local<strong>it</strong>à Zimpario, 44<br />

ettari di terreno sabbioso, con diverse sorgive a pochi metri di profon<br />

d<strong>it</strong>à, che per circa 30 anni è stato utilizzato come discarica di tal<br />

quale senza teloni, chiusa nel 1995.<br />

• Raddoppio dell’incener<strong>it</strong>ore che un giorno viene defin<strong>it</strong>ivamente ab<br />

bandonato e il giorno dopo r<strong>it</strong>orna prepotentemente alla ribalta.<br />

Se vuoi dire la tua, scrivici a:<br />

redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

lettori@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

AMNESTy INTERNATIONAL<br />

t u t t i g l i e s s e r i u m a n i<br />

n a s c o n o l i b e r i e d e g u a l i<br />

in di g n i t à e di r i t t i<br />

di Lilla Pipino<br />

Resp. EDU<br />

Lo spazio riservato ad Amnesty<br />

International su MadreTerra<br />

è una opportun<strong>it</strong>à da non perdere.<br />

Il gruppo Italia 242 Palmi, con sede<br />

in Palmi via Toselli, ubicato presso<br />

i locali della Parrocchia del Soccorso<br />

(vicino la Villa Comunale), tiene<br />

sempre le porte aperte a chi, sensibile<br />

alla salvaguardia dei propri<br />

dir<strong>it</strong>ti e di quelli di tutti gli uomini<br />

che ne dovrebbero godere per il solo<br />

fatto di essere nati, vogliano partecipare<br />

alle nostre riunioni, anche<br />

solo indipendente, apol<strong>it</strong>ico, acon-<br />

di Rocco Mil<strong>it</strong>ano<br />

ttraverso le sue molteplici attiv<strong>it</strong>à<br />

Apromuove, per i suoi associati e per<br />

i terzi c<strong>it</strong>tadini, di qualunque condizione<br />

ed etnia, la partecipazione, la solidarietà<br />

ed il pluralismo. Opera prevalentemente<br />

nella c<strong>it</strong>tà di Palmi e persegue fini turistici,<br />

culturali, sportivo–dilettantistici,<br />

di social<strong>it</strong>à civica, di tutela dei valori artistici,<br />

naturalistici e culturali, e di promozione<br />

sociale. Sono questi i più ampi<br />

fini statutari che l’Associazione Per Palmi<br />

si è voluta dare dopo essere nata tanti<br />

anni fa come Com<strong>it</strong>ato Carnevale ed aver<br />

superato, lo scorso anno, il quinto lustro<br />

di ininterrotta attiv<strong>it</strong>à al servizio della<br />

C<strong>it</strong>tà. Perseguendo questi fini,con l’impegno<br />

degli oltre 60 soci, l’artistico Presepe<br />

animato di piazza Amendola, che la notte<br />

di Natale riceverà dal parroco il Bambino<br />

benedetto e il Concorso “Il Presepe nei<br />

quartieri e nelle scuole”, si arricchiranno<br />

questo mese di nuove iniziative per<br />

diffondere i valori della pace e dell’integrazione<br />

attorno al fascino della Nativ<strong>it</strong>à.<br />

L’Ottava di Carnevale della Piana poi, che<br />

quest’anno potrà fregiarsi del patrocinio<br />

della Federazione dei Carnevali Italiani,<br />

lunedì 15 febbraio presenterà la 2° Riedizione<br />

del Carnevale del Bambino, con la<br />

partecipazione di entrambi i Circoli scolastici,<br />

e vedrà, poi, la tradizionale sfilata<br />

di maschere, ancora più variopinta, allegra<br />

e partecipata. L’Associazione infatti,<br />

nell’attesa di ottenere nei prossimi mesi,<br />

dal Comune di Palmi, un grande capanno-<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

fessionale e, credendoci fino in fondo,<br />

lavora pos<strong>it</strong>ivamente per i Dir<strong>it</strong>ti<br />

Umani, compresa la nostra Italia che<br />

non nasconde violazione dei Dir<strong>it</strong>ti<br />

Umani di ogni tipo.<br />

-A ogni individuo spettano tutti i<br />

dir<strong>it</strong>ti e tutte le libertà enunciate<br />

[…] senza distinzione alcuna, per<br />

ragione di razza, di colore, di sesso,<br />

di lingua, di religione, di opinione<br />

pol<strong>it</strong>ica o di altro genere, di origine<br />

nazionale o sociale di ricchezza, di<br />

nasc<strong>it</strong>a, o altra condizione. -<br />

“Dichiarazione dei Dir<strong>it</strong>ti Umani<br />

art 1 e 2.”<br />

Amnesty International, intende<br />

guidarti in un viaggio alla scoperta<br />

dei Dir<strong>it</strong>ti Umani.<br />

Scoprirai che questi dir<strong>it</strong>ti possono<br />

essere difesi e che anche tu puoi dare<br />

il tuo contributo.<br />

Speriamo, anche attraverso MadreTerra,<br />

si riesca a creare un percorso<br />

tanto da diventare, anche tu,<br />

“esperta” o “esperto” nella difesa<br />

dei Dir<strong>it</strong>ti Umani.<br />

associazione tUristico - cUltUrale “per palmi”<br />

Un volontariato di oltre 25 anni<br />

ne attrezzato a laboratorio per la costruzione<br />

di carri e maschere, può utilizzare<br />

una navata dell’ex garage dell’AMA dove,<br />

non solo i soci ma anche tanti gruppi di<br />

giovani, anche dei paesi vicini, saranno<br />

stimolati a dare sfogo alla loro creativ<strong>it</strong>à<br />

satirica con la costruzione di macchine<br />

carnascialesche rappresentanti personaggi<br />

e s<strong>it</strong>uazioni caratteristici dell’attual<strong>it</strong>à<br />

locale, per un pieno coinvolgimento ed<br />

apprezzamento del sano divertimento in<br />

allegria e “ senza sballi”. Sarà organizzata,<br />

così, una lunghissima esibizione,<br />

per le vie c<strong>it</strong>tadine, tra musica, canti e<br />

balli di centinaia di maschere di grande<br />

effetto che coinvolgeranno giovani ed<br />

anziani e riaffermeranno ancora, quello<br />

della c<strong>it</strong>tà di Palmi come uno dei Carnevali<br />

più importanti della Calabria.<br />

Nel cuore di agosto poi, la cultura, le<br />

tradizioni, i sentimenti di una volta ed i<br />

nostri paesaggi, ispireranno i versi e le<br />

musiche delle canzoni che parteciperanno<br />

alla 2° edizione del Festival della<br />

Canzone Calabrese, per richiamare, agli<br />

emigrati di r<strong>it</strong>orno sensazioni antiche e<br />

riaffermare con i giovani di oggi legami<br />

e sentimenti di appartenenza. E’ un<br />

grande e costante impegno quindi che<br />

i soci dell’Associazione “Per Palmi”, la<br />

più longeva associazione palmese dopo<br />

la Società Operaia di Mutuo Soccorso,<br />

in puro spir<strong>it</strong>o di volontariato, garantiscono<br />

anno dopo anno per migliorare la<br />

vivibil<strong>it</strong>à, creare occasioni di socializzazione,<br />

partecipare alla cresc<strong>it</strong>a complessiva<br />

della C<strong>it</strong>tà.<br />

PONTE SULLO STRETTO: questione d’argent<br />

di Antonio Gambacorta<br />

Scrivo per proporre un ragionamento<br />

molto semplice.<br />

Se è vero, come è vero, che in Calabria<br />

e in Sicilia vi sono lavori per<br />

grandi opere finanziate da decenni<br />

(almeno 20) e mai concluse, perché<br />

si dovrebbe credere che il Ponte<br />

sullo Stretto di Messina verrà puntualmente<br />

ultimato? Non sarebbe<br />

forse più giusto, sia per i c<strong>it</strong>tadini<br />

contribuenti, sia per logica, pretendere<br />

che chi di dovere, prima, porti<br />

a compimento vero quanto da decenni<br />

cosa al paese e poi iniziare la<br />

costruzione del Ponte? Si dirà che le<br />

due fattispecie non sono collegate in<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

quanto la costruzione del ponte sullo<br />

Stretto di Messina verrà interamente<br />

finanziata da cap<strong>it</strong>ali privati. Io non<br />

ci credo; tanto è vero che è stato lo<br />

stesso Presidente del Consiglio che<br />

ha “garant<strong>it</strong>o” circa la costruzione<br />

del ponte non come privato ma in<br />

nome e per conto del governo che<br />

presiede. Ed allora prima concludiamo<br />

ciò che da decenni si è iniziato<br />

e che tutti stiamo pagando e poi…<br />

se ci saranno ancora i soldi, si faccia<br />

pure il Ponte (ovviamente previa<br />

fattibil<strong>it</strong>à tecnica). Concludo con<br />

una c<strong>it</strong>azione: “Gli affari, è semplicissimo:<br />

sono i quattrini degli altri”<br />

(da La Question d’Argent - Dumas<br />

figlio).<br />

News<br />

Informazioni<br />

Approfondimenti<br />

Sondaggi<br />

Proposte


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Francesco Pagano<br />

ertamente all’egoismo ed alla cat-<br />

Ctiveria che alberga nell’animo di<br />

tutti gli uomini a prescindere dalla loro<br />

professione religiosa, atea o laicista.<br />

Chiunque, infatti, davanti ad un’immagine<br />

che ci ricorda un uomo che ha affrontato<br />

un simile supplizio solo per amore e<br />

con l’intima convinzione che, soltanto in<br />

quel modo avrebbe liberato ogni uomo dal<br />

male che lo circonda e, molte volte, l’opprime,<br />

non può che provare rispetto ed<br />

interrogare la propria coscienza.Questo al<br />

di là del fatto che consideri quel Gesù veramente<br />

Dio o semplicemente uomo.<br />

Mi sembra perciò chiaro che, dietro le iniziative<br />

solo in apparenza strampalate,che<br />

periodicamente, qualcuno prende nei luoghi<br />

pubblici nei confronti di questo simbolo<br />

religioso, ci sia non solo un’avversione viscerale<br />

contro la Chiesa cattolica ma anche<br />

il disegno di portare avanti con qualsiasi<br />

mezzo la radicale scristianizzazione<br />

della nostra società.Questo disegno, evidentemente,<br />

parte da molto lontano ma si<br />

è andato sempre di più concretizzando negli<br />

ultimi decenni attraverso un uso mirato<br />

degli strumenti sempre più sofisticati che<br />

la tecnologia ha reso disponibili.Lo scellerato<br />

disegno si è fatto strada, inizialmente,<br />

inserendosi nell’alta cultura per poi entrare<br />

gradatamente nella cultura media proposta<br />

da libri e giornali a larga diffusione<br />

per infiltrarsi, infine, negli stessi libri scolastici.<br />

Ma il ruolo più consistente è stato<br />

svolto dai mezzi radiotelevisivi che, come<br />

ben si sa, raggiungono la parte numericamente<br />

più rilevante della popolazione. Tra<br />

le em<strong>it</strong>tenti, le televisioni commerciali,<br />

non dimentichiamolo, furono le prime ad<br />

importare dall’estero i programmi della<br />

cosiddetta “televisione spazzatura” che,<br />

purtroppo, ha riscosso tanto successo. In<br />

propos<strong>it</strong>o, si ha un bel dire che ognuno è<br />

libero di scegliere i programmi che preferisce<br />

ma, nella realtà, sappiamo tutti che<br />

i pochi programmi di qual<strong>it</strong>à sono anche<br />

i meno segu<strong>it</strong>i.Andare a spiegare i motivi<br />

per i quali la maggioranza delle persone<br />

preferisce guardare i tanti programmi che<br />

mirano a disintegrare la nostra ident<strong>it</strong>à<br />

religiosa e culturale piuttosto che i pochi<br />

programmi edificanti dal punto di vista<br />

morale, civile e culturale, significherebbe<br />

entrare da specialisti dentro i meccanismi<br />

psicologici utilizzati in modo scientifico da<br />

esperti della comunicazione al servizio di<br />

imperi economici e finanziari di portata<br />

planetaria.Per fare ciò, sarebbe necessario<br />

ben altro che un articolo di giornale ed,<br />

ovviamente, servirebbero anche strumenti<br />

adeguati allo scopo.<br />

Da semplici c<strong>it</strong>tadini quali siamo, basterebbe<br />

però che ci chiedessimo seriamente,<br />

riferendoci in particolare agli ultimi<br />

trent’anni, quali agenzie hanno davvero<br />

inciso in profond<strong>it</strong>à sui costumi e sui modi<br />

di pensare del nostro popolo.Non credo si<br />

possa obiettivamente pensare che tutti<br />

coloro i quali, quotidianamente, seguono i<br />

vari programmi televisivi, siano sempre in<br />

condizioni di valutare cr<strong>it</strong>icamente ciò che<br />

il palinsesto propone.Pensiamo, in particolare,<br />

ai bambini, agli adolescenti, a molti<br />

anziani, a molti attuali adulti che, però,<br />

trenta o vent’anni fa guardavano la televisione<br />

da bambini o da ragazzi.Tutti ormai<br />

siamo a conoscenza che i messaggi percep<strong>it</strong>i<br />

in età evolutiva ed adolescenziale hanno<br />

un’enorme capac<strong>it</strong>à di penetrare nella psicologia<br />

degli esseri umani.<br />

Perciò, non vedo come si possa negare il<br />

fatto che quel ruolo formativo tradizionalmente<br />

svolto -in forme diverse e comunque<br />

sempre discutibili - dalla famiglia, dalla<br />

chiesa e dalla scuola, da troppo tempo ormai<br />

viene svolto, perlomeno in larghissima<br />

misura, dai mezzi di comunicazione sociale.<br />

Vogliamo chiederci quali valori e quali modelli<br />

di v<strong>it</strong>a hanno proposto e continuano a<br />

proporre, in prevalenza, questi mezzi che,<br />

invece, se fossero usati con più saggezza e<br />

con maggiore sapienza (quella di cui ci parla<br />

la Bibbia) - ridimensionandone perciò l’uso<br />

per fini commerciali e di potere - potrebbero<br />

diventare degli strumenti utilissimi al<br />

servizio della cresc<strong>it</strong>a culturale, morale e<br />

civile dei c<strong>it</strong>tadini? Solo attraverso questa<br />

cresc<strong>it</strong>a si potrebbe favorire la vera pace,<br />

la vera concordia e la vera giustizia.<br />

Chi semina vento raccoglie tempesta rec<strong>it</strong>a<br />

un vecchio adagio.E’ sotto gli occhi di<br />

tutti che i cosiddetti media sono stati usati<br />

prevalentemente per diffondere disvalori:<br />

8<br />

PUnti di vista<br />

A C H I P U O ’ D A R E FA S T I D I O I L C R O C I F I S S O ?<br />

egoismo, opportunismo, prevaricazione,<br />

odio, violenza, edonismo, lussuria, mercificazione<br />

degli spir<strong>it</strong>i e dei corpi, ricerca<br />

smisurata di denaro e di potere, individualismo<br />

senza confini, disinteresse profondo<br />

per le sofferenze e per i disagi degli altri.<br />

Per fortuna, la televisione non ha fatto e<br />

non fa solo questo, ci mancherebbe altro.<br />

Rispetto, lode e onore a quanti in quel<br />

mondo ed altrove si impegnano per la ver<strong>it</strong>à<br />

e per la giustizia.<br />

Non possiamo però negare che i messaggi<br />

negativi ed i disvalori di cui si è detto,<br />

in alcuni casi cost<strong>it</strong>uiscono il fondamento<br />

della logica dalla quale poi scaturiscono<br />

anche leggi e comportamenti che finiscono<br />

con il subordinare la dign<strong>it</strong>à dell’uomo e<br />

del suo lavoro alle esigenze dell’economia<br />

e della produzione tout court.E come valutare<br />

l’operato di coloro che, sempre per<br />

esigenze di bilancio o per calcolo elettoralistico,<br />

alla fine, con le loro iniziative di<br />

legge, finiscono con il danneggiare il dir<strong>it</strong>to<br />

alla salute, al lavoro e alla sicurezza della<br />

parte più debole della società, senza però<br />

intaccare i privilegi di quei c<strong>it</strong>tadini che di<br />

privilegi ne godono già tanti?<br />

Chi ha letto il Vangelo e conosce almeno<br />

sommariamente la dottrina sociale della<br />

Chiesa, dovrebbe sapere bene che le regole,<br />

le leggi, le ist<strong>it</strong>uzioni, le scienze,<br />

l’economia devono essere sempre al servizio<br />

dell’uomo e dei dir<strong>it</strong>ti fondamentali<br />

che spettano alla sua dign<strong>it</strong>à e mai si può<br />

accettare che avvenga il contrario o che<br />

si lavori in direzione opposta.Per la Chiesa<br />

- come ci ha ricordato di recente un vescovo-<br />

nessuno è straniero ed ogni uomo ha la<br />

stessa dign<strong>it</strong>à di qualunque altro a prescindere<br />

dalla sua razza, dalla sua condizione<br />

culturale e sociale, dalle sue opinioni religiose<br />

e pol<strong>it</strong>iche. Vogliamo chiederci come<br />

mai, nelle parole e nell’operato di tanti<br />

pol<strong>it</strong>ici, di tutto questo si vedono poche<br />

tracce? Eppure, molti di essi sono cattolici<br />

praticanti e godono di tanto consenso proprio<br />

tra i cattolici. Però, ci dice il Vangelo:<br />

“Non chi mi dice Signore, Signore, entrerà<br />

nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà<br />

del Padre mio”. Ed in un altro brano ci<br />

dice pure che, al pari degli alberi, dai loro<br />

frutti possiamo distinguere i veri profeti<br />

dai falsi.<br />

La diffusione capillare del pensiero individualistico,<br />

di cui stiamo parlando, ha fatto<br />

sì che, s<strong>it</strong>uazioni del tutto inconcepibili<br />

solo quarant’anni fa, ormai sono dai più<br />

r<strong>it</strong>enute normali. Si è preteso con sempre<br />

più forza, ad esempio, che degenerazioni<br />

quali l’adulterio o l’omosessual<strong>it</strong>à, fossero<br />

considerate qualcosa di ordinario.Anche la<br />

frode e l’uso personale di beni pubblici nel<br />

giudizio di molti non sono più considerate<br />

azioni tanto biasimevoli.<br />

Tra i cosiddetti dir<strong>it</strong>ti umani, invece,la<br />

legge sul divorzio fece da battistrada,<br />

seguì quella sull’aborto, poi la richiesta,<br />

in parte già soddisfatta, di liberalizzare<br />

l’uso di stupefacenti, adesso si pretende<br />

che anche le coppie gay siano equiparate<br />

alle famiglie naturali e quant’altro.Ciò<br />

non fa che diffondere disorientamento e<br />

sfiducia, orgoglio gay ed omofobia che,<br />

spesso purtroppo, sfociano in episodi di<br />

esecrabile violenza.<br />

L’immagine del Crocifisso non può che<br />

rimproverarci tutto questo!Ed allora qualcuno,<br />

attaccandosi a cavilli giuridici, vorrebbe<br />

disfarsene. Portare la croce è un<br />

peso troppo forte ed anche il solo vederla<br />

con il simulacro di un uomo lì appeso a<br />

perenne mon<strong>it</strong>o, per qualcuno, diventa un<br />

rimprovero per i propri peccati da respingere<br />

perché, nell’epoca dove tutto sembra<br />

lec<strong>it</strong>o, c’è chi pretende che nessuno ci ricordi<br />

in alcun modo che, in ver<strong>it</strong>à, così<br />

non è.<br />

Ma davanti a tanto scempio morale ed<br />

a tante ingiustizie sociali qual è stata sino<br />

ad ora la reazione di noi che ci professiamo<br />

cristiani?<br />

Molti si sono lasciati strumentalizzare<br />

da persone che mostrano chiaramente di<br />

volersi servire della pol<strong>it</strong>ica per cercare<br />

innanz<strong>it</strong>utto il proprio tornaconto. Pertanto,<br />

mentre da un lato viene alimentato il<br />

relativismo morale secondo cui qualsiasi<br />

comportamento sarebbe lec<strong>it</strong>o, dall’altro,<br />

si continua a cercare l’anacronistica alleanza<br />

trono-altare che ha sempre fin<strong>it</strong>o con<br />

il produrre un sicuro vantaggio per alcuni<br />

signori ma, al contempo, parecchio danno<br />

nei confronti della vera evangelizzazione e<br />

dell’autentica fede nel Risorto e nella sua<br />

Chiesa. Basta infatti, conoscere un po’ di<br />

storia per capire che, quando il potere po-<br />

l<strong>it</strong>ico cerca di servirsi anche della religione,<br />

certamente la vera fede non se ne avvantaggia,<br />

né i costumi diventano più conformi<br />

alla morale evangelica.<br />

Davanti ai fenomeni di cui sopra che hanno<br />

minato profondamente l’autentica ident<strong>it</strong>à<br />

cristiana del nostro popolo, noi cristiani<br />

abbiamo prevalentemente reag<strong>it</strong>o con<br />

tiepidezza, con indecisione, con timidezza.<br />

Prevalgono i “ni”, i “se”, i “ma”, i “però”...<br />

insomma, si ricorre a mille distinguo per coprire<br />

il nostro lassismo e la nostra viltà che,<br />

a volte, tentiamo pure di giustificare facendo<br />

passare per car<strong>it</strong>à atteggiamenti che, in<br />

realtà, sono soltanto buonismo, tolleranza,<br />

filantropia, malinteso quanto formale rispetto<br />

verso qualcuno che, in realtà, non ci<br />

rispetta e che cerca di calpestare la nostra<br />

ident<strong>it</strong>à e la nostra cultura di popolo. Non<br />

a caso Benedetto XVI, in alcuni suoi recenti<br />

documenti magistrali, cerca di farci capire<br />

che cosa sia la vera “Car<strong>it</strong>à”, quella che<br />

nel catechismo cattolico resta una delle tre<br />

fondamentali virtù teologali. Ma noi cattolici,<br />

in prevalenza, non troviamo il tempo<br />

per interessarci all’insegnamento dei nostri<br />

pastori, insegnamento ora pure presente su<br />

internet. Siamo troppo occupati, infatti, a<br />

leggere Repubblica, Corriere della Sera,<br />

Libero, Il Giornale per c<strong>it</strong>are i quotidiani<br />

più diffusi, per poi passare a farci deliziare<br />

dai vari programmi di Canale 5, Rete<br />

4, Italia 1, della stessa RAI e quant’altro<br />

ci viene propinato dal libero teleschermo.<br />

Il risultato è che, nella nostra testa,con<br />

troppa facil<strong>it</strong>à, il sacro, la religione, troppo<br />

spesso vengono confinati nel “tempio”,<br />

mentre la v<strong>it</strong>a quotidiana continua a<br />

rispondere a ben altre logiche che non<br />

a quelle del Vangelo. Eppure i più non<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

se ne preoccupano, forse neppure se ne<br />

accorgono nella errata convinzione che<br />

per essere cristiani sia sufficiente ricevere<br />

i Sacramenti, magari andare a Messa<br />

la domenica, farsi qualche g<strong>it</strong>a turistica<br />

camuffata da pellegrinaggio senza, naturalmente,<br />

mancare alle processioni più<br />

importanti del paese, salvo a scordarsi<br />

poi delle vere tradizioni, di quelle che<br />

servirebbero davvero alla nostra v<strong>it</strong>a.<br />

Ma ci siamo mai chiesti perché persino<br />

molti mafiosi, fanno lo stesso senza farsi sfiorare<br />

però, dal minimo scrupolo quando lucidamente,<br />

con freddezza e determinazione<br />

progettano il malaffare o le uccisioni?<br />

Il Signore detesta questi comportamenti.La<br />

Bibbia dice chiaramente: “I tiepidi<br />

saranno vom<strong>it</strong>ati”. E’ tempo di recuperare<br />

consapevolezza della dign<strong>it</strong>à di cristiani<br />

che abbiamo ricevuto con il Battesimo,<br />

smettendola di vergognarci, di nasconderci<br />

o di conformarci a come va il mondo. Il cristiano,<br />

se sinceramente è tale, sa che deve<br />

essere credibile nella sua quotidian<strong>it</strong>à, che<br />

deve essere fiero ed orgoglioso di presentarsi<br />

come seguace di Cristo affermando<br />

con la v<strong>it</strong>a e con le parole davanti a qualsiasi<br />

s<strong>it</strong>uazione la sua adesione a Cristo,<br />

memore che Qualcuno e tanti suoi seguaci<br />

hanno dato e continuano a dare la propria<br />

v<strong>it</strong>a per salvare ogni uomo di qualsiasi razza,<br />

di qualsiasi condizione, nazional<strong>it</strong>à e<br />

convinzione.<br />

Non si tratta assolutamente di imporre<br />

alcun valore ed alcuna morale per legge a<br />

nessuno: né il crocifisso, né il matrimonio<br />

indissolubile, né altre cose considerate facenti<br />

parte della sfera privata del singolo.<br />

Gesù propone e mai impone la sua persona,<br />

il suo messaggio e la sua esperienza;<br />

perciò nessuno pensa ad uno stato confessionale<br />

o, peggio, teocratico. Lo Stato è<br />

laico e deve riconoscere la libertà religiosa<br />

di ogni uomo purché non contrasti con le<br />

sue leggi.<br />

Si tratta solo, per noi cristiani, di non<br />

farci complici di quanti vorrebbero proibirci<br />

ciò che il Vangelo ci propone e di gridare<br />

a gran voce, dopo aver fatto il possibile per<br />

essere credibili, che i vizi di cui prima si è<br />

detto, anche se ormai diffusissimi e considerati<br />

di moda, restano pur sempre peccati<br />

gravi e che la via per realizzare la propria<br />

uman<strong>it</strong>à è ben altra di quella proposta dalla<br />

contro catechesi agnostica e laicista.<br />

Il Signore, da giusto Giudice, ce ne<br />

chiederà conto personalmente.<br />

Ed allora: Qualcuno ci vuole togliere il<br />

Crocifisso dalle scuole e dai luoghi pubblici?<br />

Perché noi cristiani con il nostro<br />

silenzio e con la nostra ignavia glielo<br />

permettiamo?Prima e più dei pol<strong>it</strong>ici è il<br />

Popolo di Dio che si deve ribellare; sono i<br />

gen<strong>it</strong>ori cristiani dei ragazzi che vanno a<br />

scuola che devono vigilare affinché la loro<br />

libertà religiosa venga rispettata come è<br />

giusto e sacrosanto che lo sia anche quella<br />

di coloro che cristiani non sono.<br />

Non credo che un cattolico si offenderebbe<br />

se vedesse esposto in pubblico un<br />

simbolo di un’altra religione. Ben altra<br />

cosa è, invece, pensare che in un luogo<br />

pubblico frequentato da una stragrande<br />

maggioranza di persone che, in qualche<br />

misura, si riconoscono nel simbolo cristiano,<br />

si renda necessario rimuovere lo<br />

stesso solo per accontentare il capriccio<br />

di qualcuno che, nella realtà, ce l’ha solamente<br />

con i preti. Ma senza l’ist<strong>it</strong>uzione<br />

ecclesiastica, pur con tutti i suoi lim<strong>it</strong>i<br />

umani – vorrei dire a certi “fratelli separati”<br />

– pensate davvero che sarebbe possibile<br />

coltivare la fede nel vero ed unico<br />

Dio fattosi uomo in Gesù Cristo?<br />

Dunque dobbiamo essere noi a fare delle<br />

vere crociate non contro qualcuno, ma<br />

per Qualcuno e per qualcosa, per Colui che<br />

ha dato la v<strong>it</strong>a per me, per te e per ogni<br />

essere umano.<br />

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Ma g g i o r e c o n s a p e v o l e z z a p r i M a<br />

d i s c e g l i e r e c o M e investire.<br />

di Saverio Crea<br />

meccanismi che I stanno alla base<br />

di una scelta di investimento<br />

o di impiego<br />

delle disponibil<strong>it</strong>à finanziarie<br />

spesso sono<br />

influenzati da fattori<br />

che non sono facilmente<br />

controllabili e misurabili.<br />

Occorre chiedersi,<br />

infatti quali sono le<br />

strategie cogn<strong>it</strong>ive che<br />

guidano i consumatori<br />

nelle loro scelte, quale<br />

è la percezione concreta<br />

del rischio e quali sono<br />

gli influssi della comunicazione tali<br />

da condizionare i comportamenti generalizzati<br />

di massa.<br />

I comportamenti che ne conseguono<br />

che “giustificano” le decisioni<br />

di acquisto non sono suffragati da<br />

elementi valutativi i quali dovrebbero<br />

essere caratterizzati da valutazioni<br />

oggettive e razionali. Oggi<br />

siamo bersagliati da una infin<strong>it</strong>à di<br />

informazioni che di fatto rendono lo<br />

“spazio decisionale” ingestibile.<br />

Nei comportamenti degli invest<strong>it</strong>ori,<br />

di fatto, riscontriamo una distonia<br />

tra quanto in effetti, razionalmente,<br />

si dovrebbe fare e quanto invece avviene<br />

nei comportamenti quotidiani.<br />

Questo lo sa bene chi, occupandosi<br />

di psicologia dei mercati finanziari, è<br />

chiamato ad analizzare come i consumatori<br />

prendono le loro decisioni,<br />

lasciandosi, inconsapevolmente, influenzare<br />

dalle infin<strong>it</strong>e informazioni<br />

che vengono veicolate.<br />

Assistiamo quotidianamente ai diversi<br />

comportamenti di chi è “esperto”<br />

e di chi invece si convince di saper<br />

sfruttare le informazioni. Vi è una<br />

percezione del rischio assolutamente<br />

differente e vi è una variabile significativa<br />

sul “risultato atteso”.<br />

Sono, pertanto diversi, i modelli di<br />

analisi che differenziano, condizionano<br />

e giustificano le scelte. Da una parte<br />

utilizzo di modelli matematici statistici<br />

che riflettono i principi cardine dell’attesa<br />

di un risultato economico e dall’altro<br />

un modello cogn<strong>it</strong>ivo, non suffragato<br />

però, da elementi analizzabili ma,<br />

piuttosto, da una speranza di risultato<br />

che dovrebbe trovare fondamento nella<br />

informazione e ancor peggio nella sperata<br />

ipotesi del ripetersi di esperienze<br />

passate.<br />

Delle esperienze passate, purtroppo,si<br />

ricordano quelle che hanno maggiormente<br />

impressionato tralasciando un’infin<strong>it</strong>à<br />

di elementi che, invece, servirebbero<br />

per poter meglio valutare.<br />

Possiamo dire tranquillamente che,<br />

molte volte, le scelte sono condizionate<br />

dall’emotiv<strong>it</strong>à del momento e non già<br />

da elementi di valutazione oggettiva.<br />

Un elemento da non sottovalutare è anche<br />

la percezione del rischio tra i due<br />

sessi: più propenso a rischiare l’uomo,<br />

meno la donna. I meccanismi che governano<br />

l’informazione lo sanno bene.<br />

Troviamo, nella stessa informazione<br />

infatti, metodi di comunicazione differenti,<br />

a seconda che si rivolgano prevalentemente<br />

ad un pubblico femminile<br />

o maschile.<br />

Questo non vuol dire che si deve cadere<br />

nell’immobilismo ma, piuttosto, consapevoli<br />

delle difficoltà che una scelta<br />

comporta, ab<strong>it</strong>uarsi ad analizzare in base<br />

ai propri valori ai propri reali bisogni e<br />

non farsi condizionare dalle illusioni di<br />

facili soluzioni!<br />

Non esiste un metodo certo che faccia<br />

guadagnare più degli altri, senza correre<br />

dei rischi. Esiste un cr<strong>it</strong>erio di valutazione<br />

del rischio e bisogna chiedersi: quanto<br />

sono pronto a perdere nella ipotesi di un<br />

guadagno maggiore?<br />

Ottenuta una risposta consapevole si può<br />

allora cercare, nelle varie soluzioni, quella<br />

più rispondente alle proprie esigenze.<br />

i sol<strong>it</strong>i ignoti<br />

Analisi della realtà economica<br />

che ci ha travolti<br />

di Franca Luppino<br />

Il momento attuale non è dei migliori<br />

per nessuno di noi, stiamo<br />

attraversando un bruttissimo periodo<br />

di profonda crisi a livello mondiale,<br />

sia economica che pol<strong>it</strong>ica<br />

che ci fa tanta paura dal momento<br />

che, ascoltando i vari telegiornali,<br />

sembra che la cosa non debba finire<br />

mai; il tam tam, però, adesso è che<br />

la crisi sta per finire, che ci sarà una<br />

ripresa dei mercati finanziari, che<br />

le transazioni commerciali sono aumentate<br />

ma che, per l’anno prossimo,<br />

si prevede la perd<strong>it</strong>a del lavoro<br />

per migliaia di persone; ma allora la<br />

ripresa economica chi toccherà? I<br />

SOLITI IGNOTI!<br />

Non so se è solo terrorismo psicologico<br />

quello che ci viene propinato<br />

ogni giorno ma il risultato ottenuto<br />

è quello di vederci sempre più spaesati<br />

e spaventati. Il caos pol<strong>it</strong>ico regna<br />

sovrano, coloro che con il nostro<br />

voto sono stati chiamati a governarci<br />

(a prescindere dal colore pol<strong>it</strong>ico)<br />

non offrono una bella immagine del<br />

loro operato, perché in un attimo<br />

dicono tutto ed il contrario di tutto:<br />

oggi fanno parte di una corrente<br />

pol<strong>it</strong>ica e difendono programmi<br />

ed uomini che appartengono a quel<br />

raggruppamento ed il giorno dopo<br />

vediamo le stesse persone fare parte<br />

di un altro schieramento pol<strong>it</strong>ico<br />

e battersi per ciò che il giorno<br />

prima avevano denigrato; e che dire<br />

della loro v<strong>it</strong>a privata, che viene<br />

sbattuta tutti i giorni in prima pagina<br />

e che ci lascia perplessi, perché<br />

su ognuno di loro ci eravamo fatti<br />

l’idea di persone probe ed oneste<br />

ed invece… vizi privati e pubbliche<br />

virtù. Non voglio dare l’impressione<br />

della fustigatrice di turno, ma c’è<br />

qualcuno che possa argomentare in<br />

maniera diversa in questo preciso<br />

momento? Il guaio è che in questo<br />

clima di sfiducia e completamente<br />

privo d’ideali, i nostri giovani non<br />

sanno come comportarsi ed assumono<br />

atteggiamenti che noi leggiamo<br />

come di sfida e di totale mancanza<br />

di rispetto nei confronti di tutti, ma<br />

secondo me sono solo spaventati<br />

perché nessuno riesce a dare loro<br />

certezze né per il presente né per il<br />

futuro. Forse sono sembrata troppo<br />

disfattista? No, purtroppo sono realista<br />

ma ho fiducia che dagli errori<br />

di oggi possa nascere una futura<br />

classe pol<strong>it</strong>ica che rappresenterà<br />

meglio gli interessi della comun<strong>it</strong>à<br />

e non penserà solo al tornaconto<br />

personale.<br />

9 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

LA GIUSTIzIA CIvILE<br />

ALTERNATIvA<br />

PUnti di vista<br />

u n a rI v o l u z I o n e ne I r a p p o r t I c I t t a d I n o GI u s t I z I a<br />

di Pietro Chiofalo<br />

L<br />

’Italia è un paese grande ed<br />

evoluto, in pochi decenni abbiamo<br />

realizzato un gigante dal punto<br />

di vista commerciale, ma, milioni<br />

di contratti e rapporti di varia natura,<br />

hanno generato un’altissima<br />

confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à. Il risultato è sotto gli<br />

occhi di tutti: la giustizia civile soffoca,<br />

annaspa come un cetaceo che<br />

ha smarr<strong>it</strong>o la rotta. La magistratura<br />

è sommersa da quintali di fascicoli<br />

che affonderebbero qualunque imbarcazione,<br />

l’avvocatura ha come<br />

unico spazio professionale un posto<br />

in fila in un’aula grem<strong>it</strong>a, il c<strong>it</strong>tadino<br />

trascorre la propria v<strong>it</strong>a a sperare<br />

di avere almeno una parte della<br />

giustizia che gli spetta. Ma facciamo<br />

attenzione, le leggi <strong>it</strong>aliane sono tra<br />

le più avanzate al mondo, basta saperle<br />

interpretare: oggi vi suggeriamo<br />

un modo per avere<br />

giustizia in tempi più<br />

brevi.<br />

Prima di tutto sappiate<br />

che, per dirimere<br />

in tempi molto<br />

brevi le vostre controversie<br />

patrimoniali,<br />

potete utilizzare due<br />

tipi di procedimenti<br />

detti rispettivamente “Arb<strong>it</strong>rato” e<br />

“Conciliazione”.<br />

Nell’Arb<strong>it</strong>rato anziché farvi giudicare<br />

dal Tribunale Civile, vi rivolgete<br />

consensualmente ad altri soggetti<br />

che sost<strong>it</strong>uiscono il giudice (detti Arb<strong>it</strong>ri)<br />

perché decidano sul caso che<br />

vi riguarda. Presa la decisione (detta<br />

Lodo Arb<strong>it</strong>rale) essa può essere trascr<strong>it</strong>ta<br />

al Tribunale, in questo modo<br />

avrà valore di sentenza come quella<br />

di un Giudice. L’arb<strong>it</strong>rato è stato per<br />

tanto tempo la giustizia dell’el<strong>it</strong>e,<br />

in quanto tariffe (alte) e riservatezza<br />

del r<strong>it</strong>o facevano avvicinare alle<br />

decisioni arb<strong>it</strong>rali solo i cd. ricchi.<br />

Adesso grazie a nuove leggi ed iniziative<br />

dei privati è facile reperire una<br />

“Camera Arb<strong>it</strong>rale” in ogni provincia<br />

d’Italia ed a tariffe ragionevoli.<br />

Ma veniamo al modo di ev<strong>it</strong>are il<br />

Tribunale. Prima di tutto si arriva<br />

all’arb<strong>it</strong>rato se tutti i cd. “l<strong>it</strong>iganti”<br />

sono d’accordo, per questo motivo<br />

spesso è difficile convincere la<br />

controparte a farsi giudicare sub<strong>it</strong>o.<br />

Però se nel contratto avete inser<strong>it</strong>o<br />

un’appos<strong>it</strong>a clausola detta “compromissoria”<br />

(o arb<strong>it</strong>rale), potete promuovere<br />

l’arb<strong>it</strong>rato al sorgere di una<br />

l<strong>it</strong>e e il vostro avversario sarà costretto<br />

al giudizio breve dell’Arb<strong>it</strong>ro.<br />

Un’avvertenza: in un contratto la<br />

clausola arb<strong>it</strong>rale è efficace solo se<br />

esplic<strong>it</strong>amente sottoscr<strong>it</strong>ta da tutte<br />

le parti, ciò significa che va inser<strong>it</strong>a<br />

nel contratto e firmata da tutti i<br />

contraenti. Immaginate per un momento<br />

di stipulare un contratto e di<br />

stare tranquilli perché, se ci saranno<br />

dei problemi, gli arb<strong>it</strong>ri decideranno<br />

in 180 giorni! Avete cap<strong>it</strong>o bene, una<br />

sentenza in 6 mesi; sono fin<strong>it</strong>e le attese,<br />

sono fin<strong>it</strong>i i bivacchi nell’atrio<br />

del Tribunale; con l’arb<strong>it</strong>rato avrete<br />

la riservatezza, la professional<strong>it</strong>à e<br />

la sped<strong>it</strong>ezza che servono in un paese<br />

civile, il vostro Avvocato sarà<br />

soddisfatto e voi non avrete sprecato<br />

anni di v<strong>it</strong>a. Di recente l’A.B.I.<br />

(Associazione Bancaria Italiana) ha<br />

ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il cd. “Arb<strong>it</strong>ro Bancario Finanziario”<br />

ossia un organo che, fall<strong>it</strong>o<br />

il cd. Reclamo alla banca, potrà<br />

sono fin<strong>it</strong>e le attese,<br />

sono fin<strong>it</strong>i i bivacchi<br />

nell’atrio del Tribunale;<br />

con l’arb<strong>it</strong>rato avrete la<br />

riservatezza, la professional<strong>it</strong>à<br />

e la sped<strong>it</strong>ezza<br />

decidere con un arb<strong>it</strong>rato. L’arb<strong>it</strong>ro<br />

Bancario si occuperà di decidere sulle<br />

controversie fino a 100.000 Euro.<br />

Se comunque, il cliente, non rimane<br />

soddisfatto neanche delle decisioni<br />

dell’Arb<strong>it</strong>ro Bancario, può rivolgersi<br />

alla giustizia ordinaria (per la materia<br />

bancaria si veda sotto la Mediazione<br />

Civile).<br />

La Conciliazione è un’altra forma<br />

di risoluzione delle controversie che<br />

rivoluzionerà i rapporti tra c<strong>it</strong>tadino<br />

e Giustizia. E’ stato approvato, su<br />

proposta dal Ministro della Giustizia,<br />

uno schema di decreto legislativo<br />

che riforma la disciplina della<br />

mediazione finalizzata alla conciliazione<br />

di tutte le controversie in<br />

materia civile e commerciale. Per<br />

meglio chiarire usiamo le parole del<br />

Ministro: “La mediazione ha lo scopo<br />

di facil<strong>it</strong>are l’accordo tra le parti tra<br />

le quali e’ insorta una controversia<br />

per ev<strong>it</strong>are che le parti<br />

vadano davanti al giudice<br />

“La mediazione<br />

e’ il tentativo operato<br />

da un soggetto<br />

specializzato, terzo,<br />

indipendente, altamente<br />

qualificato,<br />

vigilato dal Ministero<br />

di Giustizia, tentativo<br />

tendente ad ottenere una conciliazione<br />

tra le parti. Lo scopo di fondo<br />

e’ quello di non mandare tutto<br />

e sempre in Tribunale. “La filosofia<br />

e’ che ci siano soluzioni alle controversie<br />

che non debbano necessariamente<br />

dichiarare uno sconf<strong>it</strong>to e un<br />

vinc<strong>it</strong>ore.” Prosegue il Ministro: “Si<br />

può fare per tutti i dir<strong>it</strong>ti disponibili<br />

in materia commerciale”. “Si deve<br />

obbligatoriamente fare in un catalogo<br />

di s<strong>it</strong>uazioni: condominio, locazione,<br />

responsabil<strong>it</strong>à da colpa medica,<br />

contratti assicurativi, bancari<br />

finanziari: in tali casi la mediazione<br />

è obbligatoria e diventa condizione<br />

di procedibil<strong>it</strong>à .(ossia non si può<br />

andare dal Giudice se prima non si<br />

passa dalla Mediazione Civile)……<br />

“Conseguenze se le parti non accettano<br />

la mediazione: se in giudizio<br />

il giudice attribuisce giustizia<br />

facendo propria nella sostanza la<br />

decisione del mediatore, la parte<br />

che l’ha rifiutata dovrà pagare spese,<br />

costi e tasse aggiuntive”. Tra<br />

qualche mese anche la Mediazione<br />

Civile diventerà obbligatoria e tutte<br />

le controversie dell’elenco sopra<br />

riportato andranno prima in Camera<br />

di Conciliazione.<br />

Le differenze tra Arb<strong>it</strong>rato e Conciliazione<br />

(divers<strong>it</strong>à legale a parte)<br />

risiedono principalmente nel diverso<br />

spir<strong>it</strong>o di chi vi partecipa: in Arb<strong>it</strong>rato<br />

ci si scontra come in Tribunale,<br />

ma la decisione arriverà in tempo<br />

breve; con la Conciliazione, si tenta<br />

di arrivare ad un’intesa con la controparte<br />

e risolvere in breve e per<br />

sempre la controversia.<br />

Pro e contro della Giustizia Alternativa.<br />

Come è facile intuire, affidarsi ai<br />

privati per farsi giudicare, obbliga a<br />

fare una selezione attenta dei soggetti<br />

e delle strutture a cui ci si rivolge. Per<br />

tali ragioni con il Ministero della Giustizia<br />

stiamo portando avanti in tutta<br />

la penisola un’enorme opera di formazione<br />

dei Conciliatori Professionisti.<br />

La professional<strong>it</strong>à e la deontologia degli<br />

Arb<strong>it</strong>ri e dei Conciliatori sono elementi<br />

imprescindibili per la sicurezza<br />

e la tutela del c<strong>it</strong>tadino.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

tendenze<br />

RENZO ROSSO - DIESEL - L’ITALIA NEL MONDO<br />

DUE PAROLE SU UN “FASHION-BRAND” ACCATTIVANTE<br />

Renzo Rosso<br />

Fondatore e Presidente di DIESEL<br />

di Eugenio Seminara<br />

Il marchio DIESEL ormai può essere<br />

considerato un fiore all’occhiello<br />

nell’industria tessile <strong>it</strong>aliana<br />

e leader a livello mondiale nel settore<br />

jeanswear di lusso. La storia di<br />

DIESEL nasce a Molvena in provincia<br />

di Vicenza, sede del quartier generale<br />

da dove vengono controllate le<br />

attiv<strong>it</strong>à di 18 filiali in Europa, Asia e<br />

nelle Americhe, dove da circa trenta<br />

anni Mister Diesel ovvero il Sig. Renzo<br />

Rosso fondatore e attuale Patron<br />

dell’Azienda, si dedica con passione<br />

alla cresc<strong>it</strong>a “globale” del denim<br />

con il marchio Diesel. Dal primo logo<br />

dell’indiano con lo slogan “Only the<br />

Brave”, che è un po’ il simbolo della<br />

nasc<strong>it</strong>a, allo slogan “For successful<br />

Living” sono passati 30 anni, tempo<br />

in cui Rosso fa del jeans un articolo<br />

fashion, svincolandolo da capo<br />

casual da tempo libero e facendolo<br />

indossare nelle occasioni più esclu-<br />

L<br />

sive, abbinato a giacche, bluse e camicie<br />

eleganti.<br />

Diesel ormai grazie alla sua immagine<br />

e alla sua comunicazione sempre<br />

innovativa è diventato un Brand<br />

di culto per i giovani e non solo; oltre<br />

al denim infatti, offre ormai un<br />

total look completo. A conferma di<br />

questo la linea di abbigliamento “casual<br />

di lusso” con l’etichetta Diesel<br />

Black Gold, ultima nata dell’azienda<br />

di Molvena, propone una collezione<br />

“Premium” con capi fashion di eccellente<br />

qual<strong>it</strong>à. Diesel produce anche<br />

accessori quali occhiali da sole,<br />

borse, scarpe, gioielli e orologi, tutti<br />

all’insegna di un design giovane ed<br />

innovativo. Il jeans è intramontabile,<br />

è un capo che non cesserà mai di<br />

esistere e Diesel nella sua<br />

gamma ha i modelli<br />

10<br />

per tutte le esigenze, sempre nel<br />

rispetto delle tendenze moda:<br />

jeans slim f<strong>it</strong> e boot-cut (più larghi<br />

in fondo), a v<strong>it</strong>a alta e a v<strong>it</strong>a<br />

bassa, con cerniera o bottoni.<br />

L’azienda DIESEL è la v<strong>it</strong>a di Renzo<br />

Rosso, che si è voluto circondare<br />

da un gruppo di giovani cosmopol<strong>it</strong>i,<br />

creando il ”Diesel Planet”, un<br />

pianeta-ufficio-globale dove i dipendenti<br />

vivono le loro giornate lavorando<br />

ai nuovi progetti nella più<br />

totale tranquill<strong>it</strong>à, con zone relax<br />

per i momenti di pausa; giovani che<br />

condividono con lui, fianco a fianco<br />

tutti i giorni, la passione per “il<br />

nuovo” creando capi freschi e moderni<br />

al passo con i tempi. Il m<strong>it</strong>ico<br />

ufficio è stato più volte descr<strong>it</strong>to<br />

simile a un “buen retiro” per il fisico<br />

e la mente, con la panca per la<br />

ginnastica, le centinaia di foto, statue,<br />

statuette e oggetti vari raccolti<br />

negli anni e alle pareti serigrafie di<br />

Mao Tse Tung di Andy Warhol. Oggi il<br />

brand globale DIESEL è tra i più gettonati<br />

in tutto il mondo, pur rimanendo<br />

radicato in Italia e nel Veneto,<br />

in quella Molvena dove Renzo Rosso<br />

ha iniziato e con la sua passione e<br />

le sue ambizioni ha creato e saputo<br />

gestire una realtà chiamata DIESEL<br />

che ha mantenuto il suo carattere<br />

distintivo in ogni angolo del mondo.<br />

I nuovi progetti sicuramente saranno<br />

ancora tanti e ambiziosi per lasciare<br />

un segno importante nella moda di<br />

alta gamma del domani e visto quello<br />

lasciato già oggi non sarà per nulla<br />

difficile che ciò avvenga.<br />

...“NON SOLO MODA” PER RENzO ROSSO<br />

e ambizioni e la voglia di creare di<br />

Renzo Rosso non si fermano solo<br />

alla moda nell’abbigliamento, ma si rivolgono<br />

anche ad altro, esempio ne è la<br />

nasc<strong>it</strong>a di Diesel Farm una tenuta di oltre<br />

cento ettari immersa nelle verdi colline<br />

di Marostica in Veneto, un vero e proprio<br />

Paradiso per il gusto dove nascono una<br />

linea di prodotti altamente selezionati<br />

che comprende vino e olio di qual<strong>it</strong>à.<br />

Le caratteristiche del suo terreno e l’incontro<br />

dei venti delle Alpi con quelli del<br />

mare Adriatico rendono questa zona unica,<br />

ideale per la coltivazione delle v<strong>it</strong>i e<br />

degli ulivi. Questo terr<strong>it</strong>orio è riusc<strong>it</strong>o a<br />

rimanere preservato e intatto per secoli,<br />

e sicuramente continuerà ad esserlo nel<br />

tempo nel rispetto della natura.<br />

Oggi Diesel Farm ha più di cinque<br />

ettari di vigneti coltivati a Chardonnay,<br />

Merlot, Cabernet Sauvignon. La<br />

particolare combinazione di alt<strong>it</strong>udine,<br />

esposizione, clima e qual<strong>it</strong>à della luce<br />

rendono questa zona particolarmente<br />

indicata per la coltivazione della v<strong>it</strong>e<br />

e questo, lo si capisce dalla qual<strong>it</strong>à dei<br />

vini prodotti.<br />

Diesel Farm non è conosciuta solo per i<br />

suoi vini: sulle colline si producono anche<br />

due varietà di olio particolarmente ricercate.<br />

Sebbene sia difficile calcolare l’età<br />

esatta delle piante, si pensa che molte<br />

di loro siano pluricentenarie, altre, più<br />

giovani, hanno un’età compresa tra i 20 e<br />

50 anni. E’ questa combinazione di fattori<br />

che conferisce un sapore unico agli oli<br />

prodotti in questa Farm. Per Renzo Rosso<br />

le cose più importanti nella v<strong>it</strong>a oltre alle<br />

tradizioni e alle innovazioni sono l’amore,<br />

l’amicizia, la famiglia, il cibo, la bellezza<br />

della natura…e naturalmente il vino. Per<br />

questo è orgoglioso di Diesel Farm, dove<br />

c’è sempre posto per accogliere amici e<br />

osp<strong>it</strong>i, sia per una riunione di lavoro che<br />

per un pranzo informale. In Diesel Farm<br />

l’atmosfera è particolarmente rilassante,<br />

è un luogo senza tempo che segue r<strong>it</strong>mi<br />

naturali, un posto autentico e genuino in<br />

ogni suo aspetto.<br />

Le origini, la terra e le tradizioni, mai dimenticate<br />

da Renzo Rosso tra cui l’antica<br />

arte del vino e dell’ olio sono un mix che<br />

fanno si che i prodotti di Diesel Farm siano<br />

unici… come d’altronde lo è il suo ideatore.<br />

NEL LIBRO TERzO AL BANCARELLA SPORT <strong>2009</strong>, LA VICENDA STRAORDINARIA DEL FREE OPERA<br />

“UN CARCERE NEL PALLONE”<br />

Dall’esperienza esaltante del campionato vissuta dai detenuti-calciatori del “Free Opera”<br />

- la squadra di calcio composta da detenuti del carcere di Opera (MI) e iscr<strong>it</strong>ta, dal 2003 al DI FRANCESCO CENITI (LARUFFA EDITORE)<br />

2005, a un regolare campionato dilettantistico, caso unico in Europa - è nato “Un carcere nel<br />

pallone”, un reportage che analizza con sensibil<strong>it</strong>à e rispetto l’universo oscuro delle carceri<br />

e la spinta v<strong>it</strong>ale che pure è possibile r<strong>it</strong>rovare dietro le sbarre. Attraverso questa particolare<br />

squadra di calcio e le passioni che, dentro e fuori dalle mura blindate del carcere, animano il<br />

mondo del pallone, Francesco Cen<strong>it</strong>i ha raccolto storie di v<strong>it</strong>e bruciate, di scelte sbagliate, di<br />

errori personali e, a volte, pure giudiziari. E ha raccontato i campionati di quella improbabile<br />

squadra, su cui nessuno avrebbe scommesso, e che poi ha catturato l’attenzione dei media<br />

e del mondo esterno per i suoi successi. Una vicenda straordinaria per i detenuti-calciatori e<br />

pure una visuale diversa sulle troppe ombre della reclusione. Gli allenamenti, le dinamiche<br />

dello spogliatoio, le v<strong>it</strong>torie e le sconf<strong>it</strong>te, tutto come in un qualunque campionato dalle<br />

divisioni minori alla serie A, tutto come per qualunque squadra. Ma tutto dentro un carcere.<br />

Dentro le emozioni e i rimpianti degli uomini che attraverso la squadra hanno r<strong>it</strong>rovato una<br />

ragione di v<strong>it</strong>a. Il saggio, nel filone della narrativa socio-sportiva, apprezzato da pubblico e<br />

cr<strong>it</strong>ica, si avvale della preziosa prefazione del compianto Candido Cannavò. Un’opera densa<br />

di emozioni e riflessioni, scevra da giudizi precost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i, frutto di un rapporto autentico, nato<br />

durante gli allenamenti in carcere; Cen<strong>it</strong>i accanto ai reclusi, per condividere quel progetto di<br />

recupero e per ascoltarli. Il giusto riconoscimento è arrivato nel settembre scorso, a Pontremoli,<br />

con l’ottimo terzo posto allo storico premio per i libri di sport, il “Bancarella Sport”.<br />

“Nella costruzione del lavoro di Cen<strong>it</strong>i c’è un tram<strong>it</strong>e singolare, prodigioso, magico: il pallone.<br />

Mister Ball, questa sorta di tesoro d’infanzia, di divin<strong>it</strong>à pagana, di collettore universale di passioni,<br />

lui il Signor Pallone è stato il mezzo prezioso di collegamento, ma forse anche una finzione, un alibi<br />

per raggiungere un luogo proib<strong>it</strong>o e raccontare qualcosa di diverso…. Sul traguardo c’era, in realtà,<br />

una dolorosa, struggente, edificante antologia di v<strong>it</strong>a. Il mosaico umano di questo libro…” (dalla<br />

prefazione di C. Cannavò).<br />

NOTA BIOGRAFICA AUTORE - FRANCESCO CENITI, nato a Roma nel 1969, è cresciuto in Calabria,<br />

dove si è laureato in Lettere Moderne con una tesi in Storia contemporanea sul Vietnam (filmando nel Paese asiatico un reportage<br />

a vent’anni esatti dalla fine della guerra). Dopo l’univers<strong>it</strong>à (e lasciati i campi di calcio “frequentati” con alterne fortune fino alla serie<br />

C2) ha perfezionato i suoi studi alla Luiss con un master in Giornalismo e Comunicazione d’impresa. Giornalista professionista, è stato<br />

redattore presso <strong>numero</strong>se testate nazionali e regionali. Dal 2000 vive a Milano e dal 2003 lavora per la “Gazzetta dello sport”. Nel<br />

2004 ha pubblicato (sempre per Laruffa ed<strong>it</strong>ore) il romanzo “I cassetti perduti”.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

ARMANI JEANS<br />

LIU-JO<br />

PINKO<br />

POLO RALPH LOREN JEANS<br />

DIESEL<br />

ANGEL DEVIL<br />

REFRIGIWEAR<br />

PEUTEREY<br />

ENERGIE<br />

RB Rocco Barocco<br />

MISS SIXTY<br />

KRIZIA<br />

PAOLONI<br />

JAGGY<br />

DOG FOX<br />

MET JEANS<br />

JUST CAVALLI<br />

KILLAH<br />

PIQUADRO<br />

DEKKER<br />

PLAY BOY<br />

A-STYLE<br />

ESSENZA<br />

BOMB BOOGIE<br />

UMM<br />

Palmi, C.so Garibaldi<br />

KRIZIA<br />

MISS SIXTY<br />

RB Rocco B<br />

ENERGIE<br />

PEUTEREY<br />

REFRIGIWEAR<br />

ANGEL DEVIL<br />

DIESEL<br />

POLO RALPH<br />

PINKO<br />

LIU-JO<br />

ARMANI JEANS<br />

UMM<br />

BOMB BOOGIE<br />

ESSENZA<br />

A-STYLE<br />

PLAY BOY<br />

DEKKER<br />

PIQUADRO<br />

KILLAH<br />

JUST CAVALLI<br />

MET JEANS<br />

DOG FOX<br />

JAGGY<br />

PAOLONI<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

di Enzo Suraci<br />

L<br />

’argomento in oggetto è un fenomeno<br />

sociale così vasto che<br />

è tema di studio di psicologi, sociologi,<br />

mass-media. Non possedendo i<br />

requis<strong>it</strong>i dei suddetti, ho come unico<br />

intento, attraverso le righe di questo<br />

giornale, quello d’inv<strong>it</strong>are, da c<strong>it</strong>tadino,<br />

i lettori ad una riflessione comune.<br />

Occorre iniziare facendo una<br />

premessa: ricordare ai meno giovani<br />

ed a quelli di oggi com’era strutturata<br />

socialmente Palmi per capire meglio<br />

questo passaggio d’epoca. Essa,<br />

agli inizi degli anni ‘60 e per tutti i<br />

’70, era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da famiglie di contadini,<br />

di artigiani che insegnavano<br />

i mestieri ai giovani. Un commercio<br />

non molto sviluppato ed una classe<br />

professionistica che, essendo quasi<br />

per intero l’unica depos<strong>it</strong>aria della<br />

cultura, organizzava la v<strong>it</strong>a sociale<br />

del Paese. Insigni avvocati e magistrati<br />

davano lustro al foro di Palmi,<br />

bravi medici con competenza e<br />

professional<strong>it</strong>à operavano presso il<br />

nuovo ospedale; professori nozionisti,<br />

ma colti, davano fama al Liceo<br />

classico ed alle altre scuole. Questo<br />

piccolo mondo, che formava la nostra<br />

comun<strong>it</strong>à d’allora, riversava la<br />

propria competenza non soltanto nei<br />

luoghi di lavoro, ma anche, insieme<br />

alle loro famiglie, nelle strutture sociali<br />

ch’essi andavano a frequentare:<br />

sedi di part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici, associazioni<br />

cattoliche e laiche, cinema, teatri,<br />

“Pro-loco” (all’epoca molto attiva).<br />

Così rendendo questo terr<strong>it</strong>orio una<br />

fervida palestra di v<strong>it</strong>a per i giovani<br />

che trovavano modo d’imparare e<br />

divertirsi. Certo! non tutto era luce,<br />

c’erano anche molte ombre, ma quel<br />

mondo aveva ancora una dimensione<br />

11 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

sPazio ai lettori<br />

“LA FABBRICA DELL’IMMAGINAzIONE”<br />

-ALTERNATIVA AL DISAGIO GIOVANILE A PALMI-<br />

Gruppo di palmesi in palestra (Scatolone) - anni 70<br />

umana, essendo l’uomo il centro di<br />

esso, laddove confl<strong>it</strong>ti e contraddizioni<br />

animavano lo scorrere più lento<br />

ma culturalmente fervido di quegli<br />

anni, facendoci sentire più c<strong>it</strong>tadini,<br />

più appartenenti a questo terr<strong>it</strong>orio.<br />

Cos’è accaduto successivamente?<br />

Verso la metà degli anni ‘80 avviene<br />

un vero e proprio cambiamento epocale<br />

nel sistema di v<strong>it</strong>a e dei costumi<br />

che si riveleranno, nel tempo, gravi<br />

a livello nazionale, più gravi nel<br />

nostro terr<strong>it</strong>orio sempre carente di<br />

strutture adeguate.<br />

Avviene che quelli che erano considerati<br />

i valori che avevano retto<br />

la società: onestà, legal<strong>it</strong>à, mer<strong>it</strong>o,<br />

solidarietà, vanno perdendo il loro<br />

significato originario per essere invece<br />

considerati difetti, debolezze.<br />

Il nuovo motto diventa “tu conti<br />

per ciò che hai”, non per quello che<br />

“sei”! I nuovi emblemi del successo<br />

diventano: potere, arroganza, soldi,<br />

sfoggio del superfluo, violenza, furbizia.<br />

Solo con questi “valori” si può<br />

avere successo nella v<strong>it</strong>a!<br />

A poco a poco, e poi sempre più,<br />

l’impalcatura della nostra comun<strong>it</strong>à,<br />

prima descr<strong>it</strong>ta, perde la sua<br />

ident<strong>it</strong>à. Assistiamo così:<br />

all’abbandono delle terre,<br />

alla scomparsa dei<br />

mestieri anch’essi poco<br />

retribu<strong>it</strong>i e soppiantati<br />

dalla tecnologia che sforna<br />

velocemente prodotti<br />

sempre più efficienti ma<br />

senza la mano e l’anima<br />

dell’uomo. Infine perdiamo<br />

gran parte della cultura,<br />

vuoi per la chiusura<br />

dei due cinema-teatro,<br />

delle sedi di part<strong>it</strong>o, e<br />

vuoi perché la classe dei<br />

professionisti comincia<br />

anch’essa non più a puntare<br />

sul mer<strong>it</strong>o, bensì a guardare gli<br />

interessi personali, le lobbies, finendo<br />

per accogliere dentro di sé i nuovi<br />

professionisti i quali, anziché alzarne<br />

il livello, lo hanno spinto significativamente<br />

verso il basso. Tutto ciò,<br />

in tre lustri ha portato questa realtà<br />

terr<strong>it</strong>oriale ad essere ben lontana da<br />

quel che era considerato “il più bel<br />

salotto della piana”! Detto questo,<br />

bisogna chiedersi: se questo è diventato<br />

il mondo degli adulti e questi<br />

sono i valori per riuscire nella v<strong>it</strong>a,<br />

come vogliamo che i giovani -termometro<br />

della società- non assumano<br />

queste regole? Essi le fanno proprie,<br />

per poi usarle sugli altri non avendo<br />

più, molti di loro, nessun codice<br />

etico, nessun valore, nessun senso<br />

di giustizia: agiscono con becera superficial<strong>it</strong>à<br />

e con violenza in risposta<br />

a ciò che percepiscono ovunque<br />

intorno ad essi. Occorre allora che<br />

la nostra comun<strong>it</strong>à operi un’urgente<br />

catarsi e cambi questa tendenza<br />

negativa, potrebbe così riscoprire<br />

la gioia e l’orgoglio di progettare un<br />

futuro meno scontato ed appiatt<strong>it</strong>o<br />

ma più creativo per le nuove generazioni,<br />

in cui emozioni e relazioni<br />

affettive siano il perno delle capac<strong>it</strong>à<br />

individuali e non il lim<strong>it</strong>e. Penso<br />

sia necessario un nuovo patto tra la<br />

Famiglia e la Scuola in cui ognuna<br />

assuma nuove competenze ed obblighi<br />

e si adeguino a queste nuove<br />

ricadute che le trasformazioni hanno<br />

comportato. La prima, con responsabil<strong>it</strong>à<br />

educative, per un tempo<br />

sufficiente, a riconoscersi quello<br />

che vive insieme: le sere, il sabato,<br />

la domenica, i giorni festivi, le vacanze;<br />

farne di questo tempo dedicato<br />

ai figli luogo di comunicazione,<br />

trans<strong>it</strong>o di affetti ed emozioni, recupero<br />

di fantasie e desideri; rallentarlo<br />

ed impiegarlo bene, significano<br />

arricchimento e possibil<strong>it</strong>à di godere<br />

meglio la compagnia. La seconda<br />

dovrebbe reinventarsi, non essendo<br />

più in grado di produrre legami<br />

forti né con gli insegnanti né con gli<br />

studenti, poiché nessuno sente di<br />

appartenervi. Forse occorrerebbe<br />

un tempo pieno affidato agli insegnanti<br />

più mer<strong>it</strong>evoli e che abbiano<br />

capac<strong>it</strong>à di “ascolto” dei problemi<br />

giovanili, essendo questo il primo<br />

comp<strong>it</strong>o della scuola, se pretende<br />

di educare. Occorrerebbe, insomma,<br />

ev<strong>it</strong>are quanto più possibile che la<br />

noia s’impossessi dei nostri giovani.<br />

Essa è un vero pericolo nella v<strong>it</strong>a degli<br />

adolescenti ed è un sentimento<br />

che ha dato origine a molte sciagure<br />

nel mondo giovanile; trattandosi di<br />

un’aspettativa frustrata, cost<strong>it</strong>uisce<br />

la pre-condizione a diverse forme<br />

di disagio psicologico. Pertanto, per<br />

risolvere questi problemi occorrono<br />

azioni capaci di rivoluzionare i<br />

modi di apprendimento di un adolescente.<br />

E’ superfluo, a mio parere,<br />

inviare nelle piazze una pattuglia di<br />

carabinieri o chiudere le discoteche<br />

qualche ora prima. Dovremmo invece<br />

chiederci quali sono i motivi che<br />

220 *90<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

portano un giovane a trascorrere il<br />

tempo in modo degradato e cosa<br />

cercano i ragazzi il sabato sera che<br />

non riescano a vivere per il resto<br />

della settimana; se il tempo, ovunque<br />

essi siano, trascorre in maniera<br />

uguale e monotona ed invece quel<br />

giorno in modo emozionante, speciale,<br />

inusuale. Essi hanno dir<strong>it</strong>to a<br />

vivere le loro emozioni, ma, anziché<br />

controllare i loro eccessi nei weekend<br />

-che, mi pare, non abbiano dato<br />

grossi risultati- non sarebbe meglio<br />

tentare di creare in paese qualcosa<br />

che possa affascinarli? Si potrebbe<br />

cercare in centro o nell’immediatezza<br />

di esso, qualche area pubblica<br />

Giovani di oggi in attesa di un concerto<br />

dimessa per realizzare un “Centro”<br />

dedicato alla creativ<strong>it</strong>à giovanile. Un<br />

luogo, magari aperto di giorno e di<br />

notte, dove organizzare spettacoli,<br />

allestire una sala di registrazione<br />

musicale, dipingere, declamare poesie<br />

(magari le proprie), cenare in ristorantini<br />

autogest<strong>it</strong>i. Praticamente,<br />

creare una fabbrica dell’immaginazione<br />

dei giovani, dei loro progetti,<br />

della loro produzione culturale; ma<br />

anche più semplicemente dove stare,<br />

incontrarsi, perdere del tempo<br />

insieme. Non è un’alternativa alle<br />

discoteche, ma si tratterebbe di offrire<br />

qualcosa di emozionante senza<br />

dover attendere il giorno fatidico, il<br />

sabato, senza dipendere dalla birra,<br />

dalle pastiglie, dalla veloc<strong>it</strong>à nella<br />

nebbia. Tutto ciò è un’utopia? Perché<br />

un paese non può prevedere una<br />

risposta ai bisogni dei c<strong>it</strong>tadini più<br />

giovani? Perché un sindaco, un’amministrazione<br />

non possono avere<br />

l’ambizione di combattere la loro<br />

noia e di sollec<strong>it</strong>arne la creativ<strong>it</strong>à,<br />

realizzando uno spazio che consentirebbe<br />

a tanti gen<strong>it</strong>ori ed insegnanti<br />

di capire meno superficialmente i<br />

propri ragazzi, accompagnandoli a<br />

distanza nel loro processo di cresc<strong>it</strong>a,<br />

senza temerli?


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Cassiopea<br />

12<br />

sPazio ai lettori<br />

ERA TEMPO DI NATALE<br />

Il tempo di Natale era per noi bambini un lungo arco di giorni pieni di gioia, di<br />

buoni propos<strong>it</strong>i e di tante cose appet<strong>it</strong>ose da mangiare. Ricordo il mio nonno paterno<br />

che, ormai quasi cieco, ci ricordava che il tempo di Natale cominciava con la festa<br />

di San Nicola, nostro patrono ufficiale. Già per il 6 <strong>dicembre</strong> la mamma imbandiva<br />

la tavola con “pasta con mollica e alici”, “pescestocco e baccalà fr<strong>it</strong>to”, broccoletti<br />

affogati, con la benedizione del nonno. La festa dell’Immacolata dava ufficialmente<br />

il via alle tradizioni natalizie. In ogni famiglia ci si riuniva con zii, cugini, parenti e si<br />

giocava per ore alla tombola. Quante discussioni animate scoppiavano quando qualcuno<br />

spostava i fagioli usati per segnare le caselline! Per tutti il Natale era promessa di<br />

rinasc<strong>it</strong>a, desiderio di bontà e di conforto. In quel mese le vis<strong>it</strong>e dei parenti si facevano<br />

più assidue: anche lontani cugini venivano a far vis<strong>it</strong>a al nonno malato. La cosa più<br />

bella era il suo sguardo che, seppur quasi spento, sembrava brillare di felic<strong>it</strong>à. Se ne<br />

andava dicendo “Questo è il Natale… Natale è r<strong>it</strong>rovarsi e perdonarsi… è una festa<br />

di pace e d’amore!”<br />

Ricordo ancora il nostro piccolo albero di Natale. Era finto con i rami di fil di ferro<br />

ricoperti di carta verde; ad essi appendevamo tante palline colorate, la base era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />

da una rossa scatola quadrata, piena di sabbia, con disegnati rametti d’abete.<br />

Vicino all’albero, su un tavolino, facevamo il presepe. Avevamo pochi pastori, però<br />

erano bellissimi e fatti a mano… nostro padre li aveva accuratamente ridipinti. C’era<br />

ovviamente la Santa Famiglia, poi un pastorello con due pecorelle, steso sul suo fianco<br />

destro e con il braccio che gli sorreggeva la testa; c’erano inoltre il bue e l’asinello,<br />

a cui per incuria avevamo rotto un orecchio; una gagliarda portatrice d’acqua, i tre<br />

Re Magi avvolti nei loro sontuosi vest<strong>it</strong>i e per ultimo il più curioso, un macellaio che,<br />

dietro al suo bancone, era nell’atto di abbassare il braccio destro brandendo un lungo<br />

coltello per tagliare la carne, solo che dal gom<strong>it</strong>o in giù il braccio gli mancava, perché<br />

glielo aveva rotto mio fratello con una potente pallonata. Noi lo chiamavamo perciò<br />

di Mario Idà<br />

l 5 novembre 1976 Domenico Zappone,<br />

Igiornalista e scr<strong>it</strong>tore di Palmi aperto<br />

al respiro della cultura europea, poneva<br />

fine ai suoi giorni compiendo una scelta a<br />

metà tra lo stoico e il tragico.<br />

A distanza di tre decenni - ripensando<br />

all’uomo - ci si chiede ancor oggi, con lo<br />

strascico di incredul<strong>it</strong>à che susc<strong>it</strong>a ogni<br />

distacco violento dalla v<strong>it</strong>a, quali voragini<br />

gli si siano aperte davanti nell’articolo<br />

della morte volontaria, quale oscuro<br />

detonatore abbia fatto esplodere in lui<br />

la già strisciante determinazione ad un<br />

cupio dissolvi, attraverso cui riscattare<br />

un’incompiuta tensione verso uno stato di<br />

quiete che placasse il tormento della sua<br />

anima. Poiché non è dato penetrare nei<br />

recessi della coscienza individuale, dove<br />

balenano affermazioni assolute e negazioni<br />

sovrane, simili interrogativi resteranno<br />

sempre senza risposta, anche se è possibile<br />

avvicinarsi alla realtà interiore di Zappone,<br />

adombrata peraltro tra le pieghe di molti<br />

suoi scr<strong>it</strong>ti. Di sicuro è che il triste epilogo<br />

del Nostro non è nato dal nulla: il suo<br />

malessere esistenziale veniva infatti da<br />

lontano, in parte “provocato” da una<br />

sensibil<strong>it</strong>à di carattere avente un suo<br />

ethos particolare (lui stesso vi individuava<br />

qualche lato grottesco), schivo dei mille<br />

richiami di una modern<strong>it</strong>à che gli appariva<br />

come una costruzione artificiosa e in<br />

autentica; in parte aggravato da certe<br />

esperienze traumatiche che lo avrebbero<br />

condotto nell’anticamera di una<br />

morte annunciata, dalla quale sarebbe<br />

usc<strong>it</strong>o apparentemente rigenerato, ma<br />

interiormente demoralizzato (solo così<br />

si può spiegare il contrasto tra la sua<br />

esuberanza esteriore e la riflessione<br />

sofferta e inquieta delle sue pagine).<br />

Già prima di affrontare quelle prove,<br />

scrivendo alla moglie in uno slancio<br />

intimistico, confessava: “La mia infelic<strong>it</strong>à<br />

è qualcosa che mi son creato io stesso con<br />

un logorio lento del cuore, nella ricerca di<br />

un bene che m’è sempre sfugg<strong>it</strong>o….. Siamo<br />

DOMENICO zAPPONE<br />

e il mal di vivere<br />

tutti dei poveri angeli senza paradiso, siamo<br />

fall<strong>it</strong>i in tutto dopo aver sognato o atteso<br />

chissà cosa, pur possedendo in noi degli<br />

immensi tesori. Meglio morire, almeno si<br />

risolverebbe tutto…”. Questo motivo di un<br />

“bene” che Zappone ammette di non potere<br />

attingere perché impalpabile e sfuggente, e<br />

che è fonte della sua infelic<strong>it</strong>à, si riconnette<br />

a quello, sotteso a talune rievocazioni<br />

autobiografiche, del “bene perduto”<br />

nell’atto di passare dall’età felice, libera<br />

e genuinamente vissuta dell’adolescenza,<br />

a quella delle prime responsabil<strong>it</strong>à, dei<br />

primi tormenti dell’animo, quando si<br />

comincia a restare imprigionati nella rete<br />

delle convenzioni sociali e ogni cosa appare<br />

priva di un superiore significato simbolico.<br />

Concetto, questo, reso plasticamente da<br />

queste parole: “adolescenza, cielo perso<br />

che nuvole nuove coprono”.<br />

La ricerca del bene perduto diventa,<br />

così, per Zappone un’esigenza esistenziale,<br />

ma – poiché essa si può svolgere nel suo<br />

immaginario soltanto lungo il filo della<br />

memoria, a r<strong>it</strong>roso, e concede appagamenti<br />

illusori mentre il tempo inesorabilmente<br />

scorre – finisce col degenerare in una<br />

ossessione della mente che brucia sì i detr<strong>it</strong>i<br />

di un presente avvert<strong>it</strong>o come una sorta di<br />

camicia di Nesso, ma simultaneamente<br />

non prefigura alcuna possibil<strong>it</strong>à per il<br />

futuro. E se non c’è un avvenire, perché<br />

il bene cui si aspira è irraggiungibile, vale<br />

forse la pena di vivere? Il tempo m<strong>it</strong>ico,<br />

“quando tutto era luce e su ali invisibili<br />

ci si librava di là dall’umano”, il tempo<br />

di quel fanciullo idealizzato da Pascoli,<br />

che Zappone porterà sempre dentro<br />

di sé, è “monotono e freddo”, l’uomo<br />

sente mutarsi “in terra secca e arida”, la<br />

v<strong>it</strong>a svilisce in una realtà umana, troppo<br />

umana da rendere auspicabile la morte. Il<br />

cerchio v<strong>it</strong>ale di Zappone si chiude, così,<br />

sul presupposto di questa sua “equazione<br />

personale”.<br />

Alla luce di queste premesse, non deve<br />

sorprendere se l’idea della morte (con la<br />

sua fase quasi preparatoria: quella della<br />

sol<strong>it</strong>udine e della sofferenza) attraversa<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

“u murcu”. Mamma, nascondeva il Bambinello in un luogo sicuro fino alla sera della<br />

vigilia, quando sarebbe magicamente venuto al mondo e noi l’avremmo baciato tutti,<br />

per poi andare a messa. Giorno 22 <strong>dicembre</strong> a scuola ci davano le sospirate vacanze e<br />

così riponevamo nelle nostre cartelle le letterine dorate che il 25 <strong>dicembre</strong> avremmo<br />

nascosto sotto il piatto di papà; al pomeriggio andavamo dietro ai ragazzi più grandi<br />

che suonavano la novena. In ogni famiglia si faceva spesa abbondante, si preparavano<br />

in gran quant<strong>it</strong>à le zeppole con le alici. Quante cose buone mangiavamo la sera<br />

della vigilia! Spaghettini con trippicelle ripiene e pescestocco nel sugo di pomodoro,<br />

baccalà e pescestocco fr<strong>it</strong>to, broccoli, finocchi, arance, mandarini, noci, mandorle,<br />

nocciole, fichi, datteri, piccoli torroni…<br />

Questo era il nostro Santo Natale, semplice ma non certo povero, senza regali costosi<br />

o altri inutili fronzoli, ma genuino e solidale, pieno di letizia e ricco di uman<strong>it</strong>à.<br />

Era la festa di ogni famiglia, che viveva la nasc<strong>it</strong>a del Bambin Gesù come una luminosa<br />

speranza di amore per il mondo intero!<br />

Cari amici, ecco la ricetta delle “Trippicelle nel sugo” come le preparava mia madre.<br />

Auguro a voi tutti un Buon Natale!<br />

...............................................................................................................................................<br />

Ingredienti per 4 persone: 8 trippicelle, 300 gr. di mollica di pane, 50 gr. di formaggio<br />

parmigiano, 50 gr. di formaggio pecorino, 800 gr. di pomodori pelati o passata di<br />

pomodoro, 100 gr. di olive verdi, 2 spicchi d’aglio, 30 gr. di capperi, una cipolla, olio<br />

d’oliva, prezzemolo, sale, pepe nero q.b.<br />

Pulire con attenzione le trippicelle; preparare in una terrina un composto con la<br />

mollica, i due formaggi miscelati, uno spicchio d’aglio, il prezzemolo, i capperi e le<br />

olive (il tutto tr<strong>it</strong>ato finemente); aggiungere poi tre cucchiai di olio d’oliva e mescolare<br />

il tutto. Allargare sul tavolo le trippicelle e disporre su di esse l’impasto; arrotolare<br />

e legare ognuna con spago da cucina. Soffriggere per qualche minuto in un tegame<br />

l’olio d’oliva, la cipolla tr<strong>it</strong>ata e uno spicchio d’aglio; aggiungere il pomodoro; aggiustare<br />

di sale e restringere il sugo per alcuni minuti, quindi aggiungere le trippicelle;<br />

cuocere a fuoco lento ancora per un quarto d’ora.<br />

buona parte della sua produzione<br />

“impegnata”. Quando il tono si fa, per così<br />

dire, più serio, quando Zappone smette i<br />

panni del giornalista brillante e corrosivo<br />

e del ricercatore puntiglioso, per vestire<br />

quelli dello speleologo dell’anima, allora<br />

affonda la penna nel groviglio delle passioni<br />

che governano l’esistenza dell’uomo,<br />

mettendone a nudo le paure, le miserie,<br />

le mortificazioni, la volontà di riscatto.<br />

Molti suoi racconti hanno, a questa stregua,<br />

un carattere allegorico e la narrazione<br />

richiede una lettura più attenta, perché<br />

essa nasconde un significato riposto e<br />

sottile. Taluni suoi personaggi, penso<br />

esemplificando al pescatore Saro Naca di<br />

Roccenere, non sono che la trasposizione<br />

letteraria dell’uomo Zappone, del suo<br />

dramma interiore vissuto con un’alternanza<br />

di stati d’animo, che si riflettono poi sulla<br />

sua stessa prosa altalenante. La visione<br />

della morte, associata all’amor fati, appare<br />

come un qualcosa che, una volta evocato,<br />

si impadronisce della volontà dell’uomo e<br />

ne indirizza l’agire verso l’autodistruzione<br />

liberatrice. Con essa si compie il destino<br />

di anime tragiche, quasi sofoclee, la cui<br />

interior<strong>it</strong>à - spezzata in v<strong>it</strong>a – si ricompone<br />

nel momento fatale in cui è il corpo a<br />

spezzarsi. Qui c’è una lucida coerenza tra<br />

l’uomo e lo scr<strong>it</strong>tore Zappone: tutta la<br />

sua parabola esistenziale è consist<strong>it</strong>a nel<br />

tentativo, affannoso e vano, di trovare un<br />

punto di equilibrio tra la sua realtà interiore<br />

e lo spazio fuori di sé; è qui – da questa<br />

aspirazione inappagata – che traevano origine<br />

l’insofferenza e l’insoddisfazione, e poi la ricerca<br />

continua e lo studio “disordinato” che erano<br />

sì frutto di una curios<strong>it</strong>à intellettuale innata<br />

e fuori dall’ordinario, ma anche sintomi di<br />

un’ag<strong>it</strong>azione che lo rodeva dentro e lo portava<br />

ad interessarsi delle questioni più disparate e<br />

nello steso tempo, in specie nell’ultimo periodo,<br />

di ogni cosa provando noia.<br />

Questa dimensione problematica può<br />

anche spiegare il perchè Zappone non sia<br />

stato scr<strong>it</strong>tore di romanzi. Ciò in quanto<br />

caratterialmente solo nel racconto breve<br />

egli poteva scaricare la tensione dialettica<br />

accumulata dentro di sé e lo ha fatto,<br />

appunto, attraverso la veloce tess<strong>it</strong>ura di<br />

fili narrativi, la cui intens<strong>it</strong>à ha toccato<br />

vette di un lirismo insuperato.<br />

Aveva un suo romanzo personale<br />

da dipanare, ha scr<strong>it</strong>to Mario La Cava,<br />

aggiungendo che egli non ficcò mai il suo<br />

sguardo indagatore nei misteri della sua<br />

anima per chiarirli a se stesso. Se lo avesse<br />

fatto, forse si sarebbe salvato dal suicidio,<br />

ma non dal dolore e dalla sofferenza.<br />

R<strong>it</strong>engo invece che la sua indagine<br />

introspettiva Zappone l’abbia fatta e<br />

inutilmente ripetuta, anche per venire a<br />

capo del rapporto che legava l’intellettuale<br />

alla sua terra; e che proprio per la labil<strong>it</strong>à<br />

delle risposte (che l’incalzare del tempo<br />

metteva sempre in discussione) si sia<br />

consumato il suo dramma.<br />

Era un cavaliere errante, alla ricerca<br />

di un Graal indefin<strong>it</strong>o in un mondo che<br />

si andava degradando e che doveva<br />

sembrargli irrimediabilmente perduto: “il<br />

deserto cresce, guai a colui che porta il<br />

deserto dentro di sé” (Nietzsche), avrebbe<br />

potuto ripetere Zappone. Un deserto ha<br />

attraversato e, come quel cavaliere della<br />

splendida incisione del Durer, lo ha fatto in<br />

dign<strong>it</strong>osa e nobile sol<strong>it</strong>udine, mai cedendo<br />

alle tentazioni del diavolo e guardando la<br />

morte in faccia. E’ stato se stesso fino in<br />

fondo, un “testimone scomodo” in un<br />

società popolata da burattini e trasformisti.<br />

Cantore della memoria, delle cose<br />

semplici, della natura intesa come fonte di<br />

med<strong>it</strong>azione religiosa, ricollegantesi ad una<br />

visione panteistica del mondo, Domenico<br />

Zappone ha lasciato nel panorama della<br />

letteratura calabrese contemporanea<br />

un segno inconfondibile. La sua lezione<br />

va med<strong>it</strong>ata e riproposta nell’insieme di<br />

un processo di identificazione culturale:<br />

tenendo presente, però, che la memoria<br />

storica e la “riscoperta delle radici” hanno<br />

valore solo se riattualizzate e invest<strong>it</strong>e di<br />

significati “viventi”. Altrimenti, come il caso<br />

Zappone tristemente insegna, il tormento<br />

del ricordo rischia di condurre l’uomo in<br />

una strada senza usc<strong>it</strong>a e senza r<strong>it</strong>orno.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

IL RITORNO IN CALABRIA DI GARIBALDI<br />

di Bruno Zappone<br />

uando nel 1903 Achille Fazzari in-<br />

Qv<strong>it</strong>ò il prof. Vincenzo Gauthier di<br />

Napoli r<strong>it</strong>enuto uno dei massimi esperti<br />

sulle proprietà delle acque termali, a<br />

dare il suo parere sulle qual<strong>it</strong>à di un acqua<br />

di sua proprietà, s<strong>it</strong>a nel terr<strong>it</strong>orio<br />

di Stilo , in contra- da “Mangiatorella”,<br />

nessuno poteva<br />

credere che questa<br />

fosse una delle<br />

acque più pregiate<br />

nel campo di quelle<br />

oligo-metalliche,<br />

chiamate da Durand<br />

Fardel acque<br />

“inderminate”.<br />

Che fossero acque<br />

particolari quelle<br />

delle sorgenti<br />

“Mangiatorella”<br />

già lo si sapeva<br />

da tempo, dato<br />

che esse venivano<br />

considerate miracolose<br />

dalla gente<br />

del posto che in<br />

molte occasioni ne<br />

avevano trovato<br />

grande giovamento<br />

per la propria salute.<br />

Curative, al<br />

punto, da essere<br />

offerte come medicamento<br />

a Garibaldi<br />

durante la sosta di un giorno che<br />

fece a Staletti di Copanello durante il<br />

suo terzo ed ultimo viaggio in terra di<br />

Calabria. Inv<strong>it</strong>ato, infatti, dal com<strong>it</strong>ato<br />

organizzatore per i festeggiamenti del VI<br />

centenario dei Vespri Siciliani, prima di<br />

giungere a Palermo, volle effettuare in<br />

treno la parte ionica della Calabria per<br />

rivedere alcune zone rimaste memorabili<br />

nel corso della campagna del 1860 (che<br />

si concluse con la disfatta del regno borbonico)<br />

e di quella del 1862(segnata dal<br />

suo ferimento in Aspromonte).Nella breve<br />

sosta, effettuata nel marzo del 1882,<br />

nel piccolo centro di Copanello,Garibaldi<br />

insieme ai figli Menotti, Manilo e Clelia,<br />

fu osp<strong>it</strong>e della famiglia di Achille Fazzari<br />

il quale, dopo aver organizzato il viaggio<br />

in treno anziché via mare, come i medici<br />

consigliavano, lo accompagnò amorevolmente<br />

per tutto il viaggio cercando di<br />

renderglielo il meno faticoso possibile,<br />

date le sue precarie condizioni di salute.<br />

Achille Fazzari fu un amico sincero di<br />

Garibaldi e si distinse per il suo coraggio<br />

nella battaglia del Volturno ed in quella per<br />

l’annessione di Roma al regno d’Italia.<br />

Fu socio in affari con qualche figlio di<br />

Garibaldi (oltre che di qualche influente<br />

Cartolina del 1982, anno del Generale Giuseppe Garibaldi<br />

personaggio pol<strong>it</strong>ico) e di questa s<strong>it</strong>uazione<br />

si avvalse per aggiudicarsi i lavori per<br />

il traforo del promontorio di Copanello.<br />

Durante la permanenza nella v<strong>it</strong>a<br />

di Staletti, la madre di Fazzari, in più<br />

occasioni, intrattenne Garibaldi su vari<br />

argomenti e non mancò di lodare le virtù<br />

di quell’acqua che per tutta la breve<br />

permanenza gli fu offerta. Garibaldi,<br />

non solo la trovò<br />

buonissima, ma la<br />

considerò molto<br />

efficace per la cura<br />

dei suoi malori<br />

che,all’età di settantacinque<br />

anni,<br />

si facevano sempre<br />

più sentire.Fu certamente<br />

per queste<br />

sue considerazioni<br />

che Achille<br />

Fazzari, per tutto<br />

il breve tempo<br />

della v<strong>it</strong>a di Garibaldi<br />

(tre mesi)<br />

non mancò di far<br />

giungere a Caprera<br />

la preziosa acqua<br />

della sorgente.<br />

A parte la ininterrotta<br />

stima tra<br />

Fazzari e Garibaldi<br />

dovuta, dapprima,<br />

alla campagne mil<strong>it</strong>ari,<br />

e poi a quella<br />

familiare Fazzari fu<br />

il principale sosten<strong>it</strong>ore e quello che più si<br />

interessò per fare annullare il matrimonio<br />

di Garibaldi con la principessa Raimondi.<br />

Col passare del tempo la preziosa<br />

acqua divenne sempre più apprezzata<br />

e sempre più conosciuta tanti che<br />

oggi è considerata una delle migliori<br />

acque oligominerali di tutta la Calabria,<br />

confermata dalle tantissime attestazioni<br />

fatte pervenire al Fazzari<br />

(a suo tempo) da ogni parte del regno<br />

e da persone appartenenti ai diversi<br />

ceti sociali.<br />

Lo stesso non può dirsi del Fazzari<br />

che, pur rimanendo una figura di grande<br />

prestigio nelle c<strong>it</strong>ate campagne mil<strong>it</strong>ari<br />

a fianco di Garibaldi, lasciò tanti dubbi e<br />

molte perpless<strong>it</strong>à sulla sua v<strong>it</strong>a privata,<br />

essendo stato implicato nello scandalo<br />

della Banca Romana come uno tra quelli<br />

a cui erano stati concessi finanziamenti<br />

senza la dovuta copertura.<br />

Ed anche per il traforo del tunnel di<br />

Copanello la sua condotta non fu considerata<br />

tanto lineare e corretta dato che<br />

fu accusato di speculazione nei confronti<br />

dello Stato. E controversa fu pure la vend<strong>it</strong>a<br />

dei gran<strong>it</strong>i occorrenti alla ricostruzione<br />

della Certosa di Serra San Bruno.<br />

13 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

sPazio ai lettori<br />

di Giovanni Tedesco<br />

La Calabria vanta una tradizione<br />

bandistica importante, pari ad<br />

altre regioni meridionali come l’Abruzzo,<br />

la Puglia e la Campania e registra,<br />

anche se in misura minore che nel passato,<br />

una notevole presenza di bande<br />

musicali, in parte di antica formazione<br />

sopravvissute alla crisi degli anni sessanta,<br />

in parte di più recente cost<strong>it</strong>uzione.<br />

In Calabria, come nel resto del<br />

sud Italia, la banda ha ubbid<strong>it</strong>o ad una<br />

precisa funzione sociale e culturale,<br />

portando nelle piazze la grande musica<br />

operistica e sinfonica, competendo alla<br />

pari con altre formazioni più famose,<br />

specie quelle pugliesi e campane,che<br />

svolgevano un’intensa attiv<strong>it</strong>à concertistica<br />

nella nostra regione.<br />

Le bande più note della regione, la cui<br />

qual<strong>it</strong>à è stata indiscutibilmente elevata,<br />

sono state quelle di Reggio Calabria,<br />

Rende, Cortale, Cardinale, Borgia, Seminara<br />

e Guardavalle. Le ultime due hanno<br />

continuato la loro attiv<strong>it</strong>à fino a pochi<br />

anni orsono, esibendosi con successi in<br />

tutto il meridione d’Italia. La banda di<br />

Seminara è stata una delle più antiche<br />

e famose della regione e fra i direttori<br />

più prestigiosi ricordiamo Vincenzo<br />

Nostro,Antonio Currao e Pino Natale. La<br />

banda di Guardavalle (di cui il sottoscr<strong>it</strong>to<br />

è stato per oltre un ventennio appassionato<br />

amministra-tore) è una delle più<br />

importanti nella storia bandistica calabrese,<br />

ha svolto un’intensa attiv<strong>it</strong>à concertistica<br />

in tutta l’Italia meridionale,<br />

int<strong>it</strong>olata al grande compos<strong>it</strong>ore palmese<br />

Francesco Cilea; fra i direttori più noti<br />

ricordiamo Angelo Angelini, Michelange-<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

LE BANDE MUSICALI IN CALABRIA<br />

lo Valenti, Lorenzo Fiorillo e Giuseppe<br />

Rocca (il quale per oltre trent’anni è tato<br />

primo ottavino dell’orchestra del Teatro<br />

della Scala di Milano); una particolare<br />

menzione è per il valoroso capobanda<br />

nonché grande sassofonista Franco Fraietta.<br />

Negli anni trenta anche Palmi ha avuto<br />

la sua bella banda, ottimamente diretta<br />

dai maestri Cesario e Luisi. La banda,<br />

composta da sessantacinque elementi,<br />

si esibiva applaud<strong>it</strong>issima in tutta la<br />

regione ed in Sicilia. Problemi finanziari<br />

ne determinarono la fine repentina e<br />

successivamente solo nel 1968 la c<strong>it</strong>tà di<br />

Cilea e Manfroci ebbe ancora la banda<br />

diretta con successo dal celebre maestro<br />

pugliese Chielli.<br />

Infine voglio brevemente ricordare mio<br />

fratello Franco Tedesco, diplo-mato con il<br />

massimo dei voti in clarinetto e strumentazione<br />

per banda presso il conservatorio<br />

di musica di Napoli. È stato clarinetto<br />

concertista delle grandi bande di Giarre,<br />

Rende e Carovigno, consigliere nazionale<br />

dell’A.N.B.I.M.A. e direttore per un decennio<br />

del Corpo bandistico della c<strong>it</strong>tà di<br />

Castel di Judica (CT); è deceduto a soli<br />

trentanove anni.<br />

Nel novembre 2007 a Castel di Judica,<br />

dopo oltre trent’anni per volontà popolare,<br />

è stato ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il corpo bandistico,<br />

anche per onorare la memoria del<br />

prestigioso maestro , che l’aveva guidata<br />

negli anni 1963-1972, ha assunto il nome<br />

di “Associazione Musicale Maestro Franco<br />

Tedesco” C<strong>it</strong>tà di Castel di Judica,<br />

diretta dal maestro Giuseppe Grasso e<br />

composta da trentacinque elementi che<br />

idealmente, si ricollegano alle illustri<br />

tradizioni musicali c<strong>it</strong>tadine.<br />

PUNTI DI DISTRIBUZIONE<br />

Comune di Palmi<br />

Tribunale di Palmi<br />

Ufficio del Registro<br />

Uffici A S L<br />

Ist<strong>it</strong>uto Tecnico Commerciale<br />

Liceo Classico<br />

Liceo Scientifico<br />

Ist<strong>it</strong>uto Magistrale<br />

Ist<strong>it</strong>uto d’Arte<br />

Scuola Media A. Zagari<br />

Scuola Media P. Milone<br />

Scuola Media T. Minn<strong>it</strong>i<br />

Scuola El. De Zerbi<br />

Scuola El. San Francesco<br />

Uffici P.P.M.<br />

C.C. Le Palme<br />

Araba Fenice<br />

Piazza I° Maggio<br />

Piazza Amendola<br />

Piazza Matteotti<br />

Villa Comunale<br />

Aeroporto dello stretto RC


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www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Domenica Bagalà<br />

difficile per una figlia parla-<br />

E’ re del proprio padre a pochi<br />

mesi dalla sua scomparsa, ma lo si<br />

rende necessario quando lo chiedono<br />

gli amici e tutti coloro che si<br />

sono stretti attorno alla famiglia<br />

atton<strong>it</strong>i ed increduli per una morte<br />

improvvisa giunta proprio il giorno<br />

di Pasqua, proprio nel giorno in cui<br />

nostro Signore Gesù Cristo saliva al<br />

Cielo. Ha lasciato la sua famiglia e<br />

la sua amata Palmi in punta di piedi<br />

senza la sua inseparabile ch<strong>it</strong>arra e<br />

Noi non godremo più del suo sorriso,<br />

delle sue battute, del suo pensiero<br />

libero e coerente.<br />

Se ne è andato all’improvviso proprio<br />

alla vigilia di un evento che aveva<br />

preparato nei minimi particolari,<br />

realizzando il sogno di promuovere<br />

un incontro tra la c<strong>it</strong>tà di Palmi,<br />

rappresentata dal Sindaco e da alcuni<br />

assessori, e l’Associazione dei<br />

Palmesi a Sidney di cui Lui ne era il<br />

Presidente per l’Italia.<br />

Si spendeva per tutto e per tutti,<br />

e le sue prese di posizione, talvolta<br />

anche impopolari, hanno sempre mirato<br />

al rispetto della storia e delle<br />

tradizioni della sua amata c<strong>it</strong>tà. Conosceva<br />

bene la v<strong>it</strong>a e sapeva che<br />

è piena di sorprese, di amarezze, di<br />

nostalgie e anche di sorrisi.<br />

E lui sapeva far sorridere la gente<br />

e commuovere gli emigranti.<br />

Chissà quanta gente, in ogni angolo<br />

del mondo, ha fischiettato una<br />

sua canzone senza che Lui l’abbia<br />

mai saputo. Penso che pochi autori<br />

abbiano interpretato meglio di mio<br />

padre la cultura popolare, descrivendone<br />

scherzosamente le sfumature<br />

e le contraddizioni. Ha saputo<br />

essere leggero e profondo, acuto e<br />

spensierato e le sue fonti d’ispirazione<br />

erano i luoghi, le persone ed<br />

i colori.<br />

Scriveva sempre ed ovunque, era<br />

ilare e sarcastico, pungente ma mai<br />

offensivo. Ha scr<strong>it</strong>to molte cose,<br />

allegre e malinconiche; ha raccolto<br />

i suoi scr<strong>it</strong>ti in due bellissimi li-<br />

“Dinnu c’avimu...”<br />

Dinnu: “ch’è bella, ch’è bella a me<br />

terra…<br />

È veru, è veru… ca bella TU si!<br />

Dinnu: “chi suli, chi mari c’av<strong>it</strong>i…”<br />

È veru, è eru…chi belli chi ssù!<br />

E li paroli, ti tagghianu u cori,<br />

ti fannu sentiri, cchiù forti chi ssì…<br />

Poi t’arriscigghi, ti guardi li mani,<br />

tu trovi ca luci na spera di suli,<br />

na goccia di mari, e l’eternu siduri!<br />

Dinnu c’avimu...c’avimu…c’avimu…<br />

Avimu lu mari, lu celu, lu suli!<br />

Dinnu c’avimu…c’avimu…c’avimu…<br />

Avimu l’occhiu di Nostri Signori!<br />

E avimu li vrazza chi teninu duru,<br />

chi vonnu lavuru, chi fannu pe TRI…<br />

oh” TU SIGNURI”, patroni du cori,<br />

cu chianti e diluri, cu morti e<br />

passioni,<br />

pe generazioni, volisti accussì.”<br />

Dinnu ch’è bella, ch’è bella a me<br />

terra…<br />

È veru, è veru….ca bella tu si!<br />

di Mario Bagalà<br />

“Dinnu c’avimu..!”<br />

Maurizio Carnevali<br />

14<br />

il Personaggio<br />

MARIO, MIO PADRE<br />

bri “Chiantu d’Alarico” e “Jettumi i<br />

luvari”, due DVD “U testamentu du<br />

truscianti” ed il “Poema Calabrese”,<br />

e stava lavorando alla seconda parte<br />

del Poema. Ha scr<strong>it</strong>to e musicato,<br />

tra l’altro, la meravigliosa “Ave Maria”<br />

dedicata alla Madonna del Carmine<br />

alla quale era molto devoto, e<br />

la sua musica lo ha accompagnato<br />

nell’ultimo viaggio. Era il campanaro<br />

della Varia, il protagonista di tutte<br />

le edizioni della Varia degli ultimi 50<br />

anni. Ha rappresentato la voce più<br />

genuina dell’animo popolare palmese<br />

e attraverso i suoi scr<strong>it</strong>ti ha dato<br />

Foto Mimmo Zoccali - elaborazione grafica di Antonio Pet<strong>it</strong>to<br />

voce a chi non ne ha mai avuta: la<br />

gente del popolo ed i tanti emigrati<br />

calabresi. Ascoltando la canzone<br />

“ Dinnu ch’avimu “ emerge l’amore<br />

immenso per la sua Terra e le sue<br />

radici inestirpabili. Papà cantava “<br />

dinnu che bella, che bella a me terra…<br />

E’ vero, è vero ca bella Tu sì”.<br />

E’ vero: la Calabria è bella e certamente<br />

le mancherà il suo cantore,<br />

le mancherà quel figlio tanto brioso,<br />

così come a Noi figli mancherà<br />

quel grande padre maestro di v<strong>it</strong>a<br />

che tanto ci ha dato e tanto ci ha insegnato.<br />

Nella sua poesia “A natura<br />

RicoRdo un gioRno...<br />

v o g l i o riCordarlo C o s ì... u n piCColo aneddoto raCContato ad a n n i di d i s ta n z a<br />

Qualche anno fà mi trovavo seduto<br />

sul bordo di un’aiuola,<br />

sotto l’ombra di una palma e Mario,<br />

con la sua verve e la sua simpatia,<br />

da quel grande curioso che era, sempre<br />

pronto a dir la sua qualsiasi fosse<br />

l’argomento, avvicinandosi, esordì<br />

sbrazzuliandu: <br />

Era dirompente la sua loquac<strong>it</strong>à;<br />

lasciava il segno. Le storie che<br />

raccontava e la sua conoscenza di<br />

Palmi, delle sue tradizioni e del<br />

suo popolo lo ponevano sempre al<br />

centro dell’attenzione. Divertente<br />

o irascibile quando serviva, “Professore”<br />

quando doveva, era lì con<br />

me, a raccontare di come quel luogo<br />

profumasse di storia, a darmi la<br />

possibil<strong>it</strong>à di rendere indelebile un<br />

pezzo di Palmi del passato.<br />

<br />

Io non conoscevo la storia di quel<br />

luogo, almeno non così a fondo, e<br />

sono rimasto lì, con lui, affamato di<br />

ill’omu” scriveva: . Ed io ricorderò<br />

mio padre col quel suo modo speciale,<br />

quel modo raro, tutto suo, che<br />

sapeva sempre strappare un sorriso.<br />

Sono sicura che mio padre rimarrà<br />

sempre con Noi, ce lo r<strong>it</strong>roveremo<br />

sempre ed ovunque, evanescente<br />

ma vicino, nascosto sotto il suo cappellino<br />

bianco, a sussurrare battute,<br />

cantare nenie e canzoni, suonare<br />

con gioia e allegria le campane dei<br />

nostri cuori.<br />

Grazie papà<br />

sapere, a pendere dalle sue labbra<br />

che tra battute e serietà mi delineava<br />

i contorni della Muraglia che<br />

proteggeva i palmesi dalle incursioni<br />

saracene.<br />

Quel nome io l’ho utilizzato;<br />

l’Araba Fenice ha un nomignolo,<br />

impresso sulla sua insegna, “La vecchia<br />

Muraglia” e quel nomignolo è<br />

frutto di quell’incontro con Mario<br />

“U Professuri”, a ricordarci per<br />

sempre (spero) le radici di questa<br />

c<strong>it</strong>tà, gli sforzi che uomini e donne,<br />

prima di noi, hanno dovuto fare per<br />

regalarci questo gioiello di natura<br />

che è Palmi.<br />

Mario, quel nomignolo è lì per te;<br />

mi hai regalato un pò del tuo sapere<br />

ed oggi, quando lo guardo, mi scappa<br />

sempre un cenno di sorriso, il ricordo<br />

di un personaggio inim<strong>it</strong>abile, di un<br />

uomo di musica, di lettere, di folklore,<br />

di pol<strong>it</strong>ica, artista in ogni cosa.<br />

Palmi ha un solo rammarico; è<br />

troppo poco quello che ci hai dato!<br />

Grazie Mario<br />

P.V.<br />

di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />

La satira è un’espressione<br />

assolutamente libera della<br />

realtà che vuole, attraverso la<br />

vignetta esternare ed amplificare<br />

delle ver<strong>it</strong>à che difficilmente si<br />

prestano ad essere raccontate in<br />

altre forme.<br />

L’altro aspetto che pone la satira<br />

in una s<strong>it</strong>uazione di privilegio,<br />

rispetto a differenti modelli di denuncia,<br />

è dato dalla circostanza<br />

che essa “arrivi” molto facilmente<br />

al grande pubblico, sempre poco<br />

propenso alla lettura e distratto<br />

dalle dinamiche della v<strong>it</strong>a moderna.<br />

Lo spazio che, generosamente,<br />

mi è stato riservato dalla Redazione,<br />

sarà indirizzato alla satira<br />

riguardante la pol<strong>it</strong>ica locale fino<br />

ad estendersi a quella regionale,<br />

sempre più complicata, l<strong>it</strong>igiosa e<br />

quindi suscettibile di approfondimenti<br />

e cr<strong>it</strong>iche.<br />

L’avventura che mi accingo ad<br />

intraprendere, da un lato mi affascina<br />

ed inorgoglisce, in quanto<br />

rappresenta il giusto premio dopo<br />

anni di pubblicazioni di vignette<br />

e di libri di satira (benché condivisi<br />

con altri compagni di viaggio),<br />

mentre dall’altro mi preoccupa<br />

e responsabilizza maggiormente,<br />

considerato il complesso ed, a volte,<br />

indecifrabile scenario pol<strong>it</strong>ico<br />

del nostro terr<strong>it</strong>orio.<br />

La prima parte dello spazio, la<br />

vignetta del mese, evidenzia, attraverso<br />

i disegni ed i colori, il<br />

personaggio o il fatto che ha destato<br />

“maggior scalpore” nell’ultimo<br />

periodo…<br />

La seconda è riservata alla storia<br />

della vignetta, con la riedizione<br />

delle immagini pubblicate nei<br />

miei precedenti lavori (oggi rivedute<br />

dal bianco e nero al colore),<br />

attraverso le quali il lettore, avrà<br />

modo di constatare l’evoluzione<br />

della pol<strong>it</strong>ica locale e dei suoi<br />

personaggi negli ultimi venticinque<br />

anni.La satira nasce quasi<br />

sempre come “polemica” diretta<br />

ad obiettivi mirati, molte volte<br />

con temi di morale che riguardano<br />

svariati argomenti; essa non<br />

ha schemi fissi, ma si basa sulla<br />

fantasia dell’autore. Il rischio in<br />

questi casi è sempre in agguato:<br />

l’offesa, la polemica e, a volte,<br />

persino la censura.<br />

Tuttavia, nel corso di questi lunghi<br />

anni, nonostante la pubblicazione<br />

di oltre trecentocinquanta<br />

vignette, non è mai accaduto che<br />

taluno abbia esternato lamentele<br />

o denunce, poiché ho sempre<br />

ag<strong>it</strong>o con rispetto e correttezza<br />

nel proporre un fatto o un personaggio,<br />

senza mai scadere nella<br />

volgar<strong>it</strong>à e nell’offesa.<br />

15 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

la c<strong>it</strong>olena (UrdiPili)<br />

IL PICCOLO GRANDE BUDDA<br />

Il componimento di Gigetto<br />

TEMA: descrivete la festa del sacro incontro di Seminara.<br />

SVOLGIMENTO<br />

Salvatore Siddharta Silvestri<br />

Didascalia di<br />

Giuseppe Cricrì<br />

Salvatore ama la calma<br />

è cultore del suo karma,<br />

a palazzo San Nicola<br />

di buddismo apre una scuola,<br />

se digiuna è un po’ contr<strong>it</strong>o<br />

piange e soffre il suo pancino,<br />

si consola con un d<strong>it</strong>o<br />

di dolcissimo “buddino”.<br />

Domenica pasata aproff<strong>it</strong>tando di una pela giornata andai colbabo avvedere<br />

laffrontata che in taliano significa sacro incontro è ovvisto tanti monelli<br />

vest<strong>it</strong>i di angoli c’oi capelli di stoppa e ognuno sventolava un paliello<br />

e un cristiano, amaro! corriava sotto e sopra caminava alla scalza come i<br />

monelli che se caminavo io alla scalza come l’ui il babo mi avrebbe dato<br />

tanti scapaccioni e un angelo schicciò dal monte e disse alle 3 marie <strong>it</strong>e<br />

deus resurrecchis<strong>it</strong>te eppoi la madonna sincotro con Giesù egli volò il manto<br />

nero e all’ora sparò un colpo in’aria e sonò la marca reali e sparò la botteria<br />

e intanto che succedeva tutto questo io scopriva che i balconi della piaza<br />

erano pieni di donne enon cera un uomo elapiaza era piena di uomi e non<br />

cera una donna epoi il babbo miaccattò la calia e i zulli ettornammo apalmi<br />

a piedi col cavalo di san Francescho per chè una garroza volea venti liri eil<br />

babo non avvoluto.<br />

(U Chiaccu, 10 aprile 1921, anno II, n. 15)<br />

Siddharta Silvestri<br />

A leggi è uguali pe’ tutti,<br />

ma cu avi dinari si ‘ndi futti!<br />

(tratto dalla raccolta privata del prof. Vincenzo Infantino)<br />

Giggetto Farfalino<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

UBI BENE, IBI PATRIA<br />

La vignetta raffigurante il compianto<br />

Prof. Saletta, uomo e pol<strong>it</strong>ico<br />

di grande spessore, con Giorgio Almirante,<br />

allora segretario del M.S.I.<br />

mette in evidenza l’attaccamento<br />

e lo spir<strong>it</strong>o d’appartenenza al proprio<br />

part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico (tratte da BI-BO<br />

1984).<br />

…EUROPEO 2004! FLOP!<br />

Il disegno estratto da “BI-BO4” del<br />

2005, sintetizza la mancata elezione<br />

nel 2004, al Parlamento Europeo<br />

dell’ Avv. Armando Veneto. Considerando<br />

la concom<strong>it</strong>anza con gli europei<br />

di calcio, il fatto è stato rappresentato<br />

con la mancata realizzazione<br />

di un rigore.<br />

LA FEDELTA’… NEI SECOLI!<br />

La vignetta pubblicata nel libro<br />

BI-BO 2005 voleva evidenziare la<br />

fedeltà pol<strong>it</strong>ica al proprio part<strong>it</strong>o<br />

e al suo leader carismatico.<br />

Infatti, nell’illustrazione, Rocco<br />

Brando,tiene per mano l’allora Sindaco<br />

della c<strong>it</strong>tà Avv. Gaetano Baietta.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Edoardo Della Rovere<br />

G<br />

. era un uomo incredibilmente infelice.<br />

Passeggiava per le vie della sua c<strong>it</strong>tadina<br />

ruminando pensieri tristi, a volte persino<br />

infuriati ed indignati.<br />

G. amava la sua c<strong>it</strong>tà, e l’amava di un<br />

amore vero, profondo, incondizionato e<br />

sincero. Questo era il motivo della sua infelic<strong>it</strong>à.<br />

La sua c<strong>it</strong>tà era stata, tanto (ma non poi<br />

tanto) tempo prima, una c<strong>it</strong>tà ammirata ed<br />

invidiata da tutti i borghi confinanti.<br />

Gli ab<strong>it</strong>anti di questi ultimi, quando dovevano<br />

svolgere incombenze importanti,<br />

dicevano con sussiego a casa “vado a – e<br />

nominavano la c<strong>it</strong>tà di G. – per affari, torno<br />

presto”.<br />

Quel nome, infatti, quasi dava importanza<br />

a chi lo pronunciava. Significava affari,<br />

contatti, uffici, autor<strong>it</strong>à.<br />

I figli degli ab<strong>it</strong>anti dei paesi vicini venivano<br />

tutti nella c<strong>it</strong>tà di G. per studiare,<br />

per lavorare, per andare al cinema od al<br />

teatro, per educarsi al bello.<br />

Oppure, ancor più semplicemente, lo facevano<br />

per andare al mare.<br />

Perché nella c<strong>it</strong>tà di G. c’era anche il<br />

mare. Bellissimo, screziato di verde di viola<br />

di azzurro, di tutti i colori del cielo, del<br />

mondo e della v<strong>it</strong>a.<br />

La c<strong>it</strong>tà di G. aveva tradizioni centenarie<br />

(contestate da qualche centro lim<strong>it</strong>rofo,<br />

ma solo per mera e comprensibile invidia),<br />

aveva feste ed aveva avuto poeti, cantori,<br />

scr<strong>it</strong>tori di altissimo livello e valore. Già: i<br />

poeti, gli scr<strong>it</strong>tori. Erano loro, i poeti e gli<br />

scr<strong>it</strong>tori, i veri interlocutori degli interminabili<br />

ragionamenti di G.<br />

“Ma è possibile – chiedeva loro a bassa<br />

voce, per non essere guardato con sospetto<br />

dai suoi conc<strong>it</strong>tadini assiepati in piazza in<br />

attesa di qualcosa di nuovo, anzi (meglio)<br />

di qualcosa di uguale ad ieri – che la nostra<br />

c<strong>it</strong>tà sia scesa così in basso? Quando c’eravate<br />

voi tutti ci guardavano con rispetto<br />

ed ammirazione, tutto era bello, tutto era<br />

giusto. C’erano valori veri, le famiglie erano<br />

un<strong>it</strong>e e rispettavano il padre aspettando<br />

che la domenica lui spezzasse al desco di<br />

casa il pane del duro lavoro settimanale.<br />

Non c’erano donne sbarazzine od inutili<br />

polemiche pol<strong>it</strong>iche, non si abusava del<br />

concetto di libertà (libertà da che, poi?):<br />

ognuno aveva il proprio posto al mondo,<br />

nella società e lo rispettava, senza troppi<br />

grilli per la testa”.<br />

“E soprattutto – continuava G., con la<br />

voce che gli si incrinava per la rabbia –<br />

c’era il giusto rispetto per le tradizioni, per<br />

la nostra lingua, i nostri avi, le nostre feste.<br />

E adesso? Cosa c’è adesso? Niente, niente di<br />

niente. Dopo di voi, non c’è stato più nulla.<br />

Dio, come vorrei tornare indietro e vivere<br />

ai vostri tempi, con voi, insieme a voi”.<br />

Questo r<strong>it</strong>o si ripeteva ogni giorno, per<br />

tutte le settimane di tutti i mesi dell’anno,<br />

in occasione della sua passeggiata serale.<br />

Potete quindi immaginare la sorpresa<br />

di G. quando una sera in piazza si trovò di<br />

fronte all’improvviso tutti i poeti, i musicisti<br />

e gli scr<strong>it</strong>tori del suo olimpo c<strong>it</strong>tadino,<br />

tante volte invocati.<br />

Pilone, Tepaci, Sattaglia, Rilea, Bardone:<br />

tutti lì, seri impett<strong>it</strong>i ed austeri, come<br />

fossero ancora in v<strong>it</strong>a.<br />

Solo una lieve, tremolante luce che circondava<br />

i loro corpi lasciava intendere che<br />

si trattava di spir<strong>it</strong>i.<br />

“Siamo qui per accontentarti, per accontentare<br />

tutti quelli che come te vorrebbero<br />

r<strong>it</strong>ornare a vivere nel passato, nel nostro<br />

passato. Non possiamo però farlo per tutti,<br />

quindi domani preséntati in piazza: ci sarà<br />

una gara, e ad uno solo di voi verrà concesso<br />

di viaggiare nel tempo con noi. A domani”.<br />

G. quasi non dormì per la felic<strong>it</strong>à, quella<br />

notte.<br />

Era però una felic<strong>it</strong>à strana. C’era un<br />

suono, un lampo, qualcosa che lo turbava:<br />

il racconto del mese<br />

una sensazione indescrivibile. In una parola,<br />

aveva avuto l’impressione che mentre<br />

lo spir<strong>it</strong>o gli pronunciava quelle parole tanto<br />

desiderate, gli altri ridacchiassero sotto<br />

i baffi (anche chi non li aveva). Decise però<br />

di non farci caso, e chiuse gli occhi.<br />

Il giorno dopo, G. sbaragliò la concorrenza<br />

e stravinse la gara.<br />

Rispose a domande insidiose, con sicurezza<br />

imbarazzante. Ricordò il nome del<br />

mulo del viceparroco della chiesa madre<br />

nel 1725. Elencò il <strong>numero</strong> di partecipanti<br />

esatti alla festa principale della sua c<strong>it</strong>tà<br />

nell’agosto 1820 e – quel che più conta<br />

– seppe dire di ognuno di loro il nome, il<br />

cognome, il soprannome, il codice fiscale<br />

ed anche il gruppo sanguigno. G., in queste<br />

cose, era assolutamente imbattibile.<br />

Fu quindi con enorme gioia, anche se con<br />

una lacrima sul volto al pensiero di lasciare<br />

i propri cari, che partì insieme a tutti i poeti,<br />

i cantori, gli scr<strong>it</strong>tori e si r<strong>it</strong>rovò – d’incanto,<br />

dopo un solo secondo – nel centro<br />

della piazza della sua c<strong>it</strong>tà. Esattamente<br />

un secolo e mezzo prima.<br />

Riconobbe le chiese che aveva puntigliosamente<br />

ricostru<strong>it</strong>o, le strade le cui<br />

foto ingiall<strong>it</strong>e dal tempo aveva gelosamente<br />

custod<strong>it</strong>o, le case delle persone<br />

che aveva conosciuto attraverso i<br />

racconti dei suoi nonni.<br />

Era pronto, finalmente pronto ad<br />

essere felice. E fu lì che cominciarono<br />

i problemi.<br />

Cominciò con il vestiario. I pantaloni<br />

– comodi, caldi, leggeri – che<br />

aveva non potevano certo andar<br />

bene, gli fecero notare i poeti<br />

e gli scr<strong>it</strong>tori che passeggiavano<br />

con lui<br />

ogni giorno.<br />

Fu costretto ad<br />

andare dal sarto<br />

(non c’erano i<br />

negozi di abbigliamento,<br />

no?)<br />

ed aspettare una<br />

settimana per vedersi<br />

consegnare<br />

due tubi di stoffa<br />

dura e pizzicosa,<br />

che chiamavano<br />

ingiustamente pantaloni.<br />

Le scarpe gli sembrarono<br />

due suole<br />

di legno, lui che<br />

era ab<strong>it</strong>uato<br />

a comprare<br />

quella<br />

tal marca<br />

tanto comoda<br />

ed<br />

autotraspirante.<br />

I calzini erano<br />

di vigogna, e lo costringevano<br />

a lunghe e dolorose campagne di<br />

sgrattamento lungo i polpacci e sulle caviglie.<br />

Il tutto, sempre con quella strana sensazione<br />

di essere osservato dai poeti. Che<br />

– accidenti – sembrava davvero ridessero,<br />

sempre sotto i baffi (come sempre, anche<br />

chi non li aveva).<br />

Certo, anche lui aveva fatto degli errori<br />

da principiante.<br />

Aveva chiesto dove poter comprare una<br />

tv (risate), dove poter stipulare un contratto<br />

per un account internet (risate risate) e<br />

soprattutto dove poter acquistare un’auto<br />

di seconda mano (risate risate risate), dato<br />

che ab<strong>it</strong>ava in quella periferia della sua<br />

c<strong>it</strong>tà che non credeva potesse essere così<br />

lontana dalla piazza nel centro.<br />

Aveva chiesto dove poter mangiare una<br />

pizza capricciosa, dove comprare una penna<br />

a sfera, dove acquistare un accappatoio<br />

di spugna, dove prendere a nolo dei film<br />

per le lunghe sere d’inverno, dove comprare<br />

una risma di fogli A4 per mettere<br />

giù nero su bianco le sue ultime creazioni<br />

16 www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

LA TRADIzIONE<br />

poetiche: fu preso per pazzo ogni volta, e<br />

solo l’intervento dei poeti e degli scr<strong>it</strong>tori<br />

lo salvò dalla reazione di compaesani poco<br />

dotati di senso dell’umorismo, i quali si<br />

erano sent<strong>it</strong>i presi in giro ad udire quelle<br />

richieste strane ed irriverenti.<br />

Pian piano, la gioia di G. cominciava<br />

a sparire.<br />

Certo, continuava ad essere felice<br />

quando i poeti, gli scr<strong>it</strong>tori, i poeti e gli<br />

scienziati lo accompagnavano per una<br />

passeggiata in piazza; però, dopo, quando<br />

loro r<strong>it</strong>ornavano alle loro ab<strong>it</strong>azioni,<br />

G. rimaneva solo.<br />

Tornava a casa ed entrava sfiorando<br />

inutilmente la parete d’ingresso cercando<br />

l’interruttore della luce (che non c’era).<br />

Si bruciava le d<strong>it</strong>a cercando di accendere<br />

i ciocchi nel camino. Era costretto a<br />

lavare i panni con la cenere, e durante<br />

la notte si svegliava sudato e disperato<br />

richiamando inutilmente alle labbra il<br />

sapore di quel cappuccino bollente con<br />

cioccolata che sognava continuamente<br />

con immenso desiderio.<br />

Una volta aveva preso una bici in prest<strong>it</strong>o<br />

per una g<strong>it</strong>a fuori porta, ma come<br />

conseguenza era stato dolorosamente<br />

costretto a sedersi su<br />

cuscini per almeno una<br />

settimana: le strade<br />

dell’epoca non<br />

conoscevano infatti asfalto, né la bici ammortizzatori.<br />

Avrebbe tanto voluto vedere una part<strong>it</strong>a<br />

di calcio, ma quando provò a parlarne<br />

fu costretto a ricordarsi che quello<br />

strano sport era stato “importato” da<br />

poco da alcuni gentiluomini inglesi che<br />

vivevano a Genova.<br />

“Una stramberia moderna, che non<br />

avrà certo successo in una nazione<br />

come l’Italia”, disse lungimirante uno<br />

degli spir<strong>it</strong>i guida.<br />

Nell’aria, poi, c’era sempre quella<br />

strana sensazione, sempre più forte,<br />

sempre più seria.<br />

Era vero, accidenti. Quando pensavano<br />

di non essere visti, i poeti sghignazzavano.<br />

Ridevano di lui? Possibile?<br />

G. cominciava ad arrabbiarsi.<br />

E si arrabbiò sul serio quando gli fecero<br />

notare che non stava affatto bene<br />

che un uomo del suo rango (un poeta, un<br />

letterato perbacco: mica un contadino)<br />

non avesse i baffi, il pizzetto ed i capelli<br />

imbrillantinati tirati all’indietro.<br />

G. odiava i baffi, odiava il pizzetto e per<br />

quel che riguarda i capelli tirati all’indietro…beh,<br />

non poteva e basta!<br />

La s<strong>it</strong>uazione peggiorava ormai a vista<br />

d’occhio. La nostalgia di G. per la sua v<strong>it</strong>a<br />

quotidiana del ventunesimo secolo era ormai<br />

quasi una malattia.<br />

Fu così che una sera, alzandosi dal letto<br />

in vestaglia (di lana marrone, pesante e –<br />

anch’essa – inev<strong>it</strong>abilmente pizzicosa: non<br />

c’erano mica i pigiami di cotone...), G. si<br />

trovò all’improvviso davanti tutti gli spir<strong>it</strong>i<br />

dei poeti in composizione plenaria. Non<br />

mancava nessuno. Non avevano bussato,<br />

ma era ovvio: erano spir<strong>it</strong>i, no?<br />

Erano tutti d’ottimo umore, ed alcuni si<br />

davano di gom<strong>it</strong>o tra di loro, divert<strong>it</strong>i.<br />

“Credo che tu ormai abbia cap<strong>it</strong>o – cominciò<br />

lo spir<strong>it</strong>o guida – perché ti abbiamo<br />

portato qui. Il senso del nostro piccolo<br />

scherzo dovrebbe esserti ormai chiaro”. Rideva,<br />

lo spir<strong>it</strong>o: anzi, cercava di non ridere<br />

senza però riuscirci.<br />

Si schiarì la voce e diventò serio.<br />

“Vedi, G., tu ci rispetti e onori da sempre,<br />

e di questo ti siamo grati. Allo stesso<br />

modo siamo grati del fatto che tu – e tanti<br />

altri come te – vogliate tenere ben alta<br />

la fiaccola della tradizione per illuminare<br />

la strada da percorrere alla nostra amata<br />

c<strong>it</strong>tà”.<br />

Un attimo di silenzio, forse per cercare<br />

le parole più adatte al momento, poi<br />

lo spir<strong>it</strong>o continuò.<br />

“Quel che però non cap<strong>it</strong>e è che noi,<br />

noi tutti – ed indicò poeti, scr<strong>it</strong>tori,<br />

musicisti, giuristi, giornalisti – se abbiamo<br />

portato avanti la nostra c<strong>it</strong>tà di<br />

qualche centimetro su quel cammino è<br />

perché l’abbiamo rotta, la tradizione.<br />

L’abbiamo superata, contestata, cr<strong>it</strong>icata,<br />

migliorata, a volte persino irrisa<br />

bonariamente. E’ così che si procede,<br />

è così che si va avanti, è così che la<br />

tradizione diventa benzina per marciare<br />

verso il futuro e non culto fine<br />

a se stesso. Mantenere in alto la fiaccola<br />

non permette di camminare, se si<br />

resta con la testa rivolta all’indietro.<br />

E questo lo sai perché? Dovresti averlo<br />

cap<strong>it</strong>o in questi giorni: perché è il<br />

presente, e solo il presente che conta.<br />

La tradizione, per quanto importante,<br />

serve solo a migliorare il presente per<br />

costruire un futuro migliore. Se non<br />

viene usata in questo modo, non è altro<br />

che un freno. Un inv<strong>it</strong>o a ripetere,<br />

sempre più stancamente, cose già dette<br />

e già viste”.<br />

Lo spir<strong>it</strong>o aveva ormai la voce rotta<br />

dall’emozione.<br />

“Adesso che tutto ti è chiaro, G., vai<br />

e torna nella nostra amata c<strong>it</strong>tà. Vai, e<br />

spiega a tutti quello che hai cap<strong>it</strong>o qui,<br />

in questi giorni. Vai, ed aiutaci a vedere<br />

il vostro cammino che ricomincia, finalmente”.<br />

Fu un attimo.<br />

Di soprassalto, G. si svegliò nel suo<br />

comodo letto. Il suo pigiama era caldo e<br />

confortevole, le coperte morbide e profumate<br />

di pul<strong>it</strong>o, di nuovo, di buono.<br />

La televisione era accesa ed un piccolo<br />

segnale sonoro dal computer portatile<br />

lo avvisò del fatto che aveva ricevuto<br />

una mail.<br />

“Che sogno strano che ho fatto”, disse<br />

sorridendo a se stesso, quasi vergognandosi<br />

per aver creduto vero e reale<br />

che quel che aveva visto e vissuto.<br />

“Un sogno strano, davvero. E che stupid<strong>it</strong>à<br />

poi! La tradizione come freno? Ma<br />

dai…la tradizione è…”.<br />

Non ultimò la frase. Perché fu allora<br />

che, girandosi, la vide. E capì.<br />

Sul comodino, l’aspettava una tazza<br />

di fine fattura ottocentesca. Con, al suo<br />

interno, un meraviglioso, fumante cappuccino<br />

con cioccolato.<br />

A G. sembrò – incredibile – che la tazza<br />

ridesse sommessamente.<br />

Sotto i baffi anche se, ovviamente,<br />

non ne aveva.<br />

Natali<br />

Carmelo Gullì - da Visioni e realtà<br />

Natali! Bellizza di Natali !<br />

E cu lu po’ scordari ?…<br />

E cù no ciangi lagrimi di pena ?…<br />

Ca quali cuntentizzi ti li frena ?…<br />

No nc’esti muccaturi mi l’asciuca<br />

Lu chiantu chi m’affuca,<br />

Pensandu li bellizzi di Natali<br />

Cu chiddha pasturali –<br />

O benid<strong>it</strong>ta e santa cerameddha!…<br />

Mbiatissima canneddha!<br />

Chi sonu chi cacciava…<br />

La sula milodia ti mbarsamava –<br />

Veniianu di tutti li paisi<br />

Li chiù Pedaulisi<br />

A murra o la sbandata<br />

Pè fari la novina Ammaculata.<br />

Lu tridici dipoi Santa Lucia,<br />

Vigilia, e vinticincu lu Misia.<br />

E veni, scindi, o caru meu<br />

Bombinu…<br />

Cantava la zampogna lu matinu,<br />

E nù figghioli armati di mpanaru<br />

Scavavamu Folari paru paru,<br />

O suli, o a cucchia, o an<strong>it</strong>a<br />

Cercandu li fosseddha di la cr<strong>it</strong>a<br />

Pè fari li pastura comu P<strong>it</strong>ta<br />

Cù la barr<strong>it</strong>ta longa e la zamp<strong>it</strong>ta;<br />

E po’ ntà ddhi luvari<br />

Sciuppavamu li trunchi di p<strong>it</strong>tari,<br />

O virdi, o stasciunati,<br />

Pè fari munti, grutta, ponti e strati,<br />

E cù petruddhi armavamu la via<br />

Facendu l’armacia<br />

Chiù gata di li mura<br />

Atelier d’Arte<br />

Via dei Mille 46/A<br />

Cosenza<br />

Tel. 0984 482973<br />

Fin<strong>it</strong>o il tempo delle riunioni<br />

di famiglia e delle<br />

grandi tavolate, ci si prepara<br />

a trascorrere il Santo<br />

Natale nella più abbondante<br />

e lussuriosa... sol<strong>it</strong>udine..!<br />

il nuovo Natale<br />

acrilico su tavoletta 38x28<br />

VENI NATALI<br />

Arbari, palli,<br />

capanni e stiddhi,<br />

Angiali, ciarameddhi,<br />

tirruni e pastiddhi.<br />

Veni Natali, veni pe’ tutti<br />

veni pe’ i belli, veni pe’ i brutti,<br />

veni pe’ i grandi,<br />

pe’ li figghjoli,<br />

‘nt’a l’equatori<br />

e puru ‘nt’è poli,<br />

‘nt’a tutti i terri ,<br />

‘nt’o mari fundu,<br />

finu ‘nt’o cielu,<br />

‘nt’a tuttu lu mundu.<br />

Veni pe’ i libari,<br />

pe’ i carcerati,<br />

veni pe’ i sani,<br />

e li malati,<br />

veni pe’ chiddhi senza dentera,<br />

pastiddhi e tirruni<br />

di nuddha manera,<br />

veni pe’ chiddhi cu u “polesterolu”<br />

satizzi e zzippuli<br />

piglianu u volu,<br />

veni pè chiddhi c’a<br />

prissioni gata,<br />

ma a pasta o furnu<br />

17 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

cUltUra e FolKlore<br />

Mi passanu li Maggi e li pastura.<br />

Natali !.. bellizza di Natali !..<br />

E cù lu po’ scordari ?..<br />

Li iocura a nuciddhi, a la fosseddha,<br />

Cu chiddha magareddha,<br />

Ddhi zippuli, ddhi fica,<br />

Dhha pasta cù tunnina e<br />

cù muddhica,<br />

Ddhi puma limunceddhi,<br />

Ddhi scocchi di nuciddhi<br />

a ricchiineddhi,<br />

Ddhi pogli di tirruni,<br />

Ddhi gaddhi, e ddhi capuni,<br />

Cù chiddhi cristi a Nia e culurati<br />

Chi inchiianu tianura e pignati.<br />

...Natali !.. dic<strong>it</strong>i ? e cù a st’etati<br />

No ciangi chiddhi tempi<br />

tramuntati ?..<br />

Li missa di lu gaddhu e<br />

ddhi pacchiani<br />

Chi ivanu cù dudici suttani,<br />

Cu na tovagghia ianca e di vucatu,<br />

E cu nghippuni o giallu, o culuratu.<br />

Natali !.. e chiddha pasturali ?..<br />

E cù la po’ scordari ?..<br />

O banda antica mia !..<br />

Chi bella milodia !<br />

E’ mortu Magazzù cu lu tamburu,<br />

Moriu lu piattinaru e Micu puru,<br />

E’ mortu Lumbardia,<br />

Moriiu Scalamandria,<br />

E’ mortu Beniaminu,<br />

Trumbuni lu sachis e ottavinu.<br />

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::<br />

E doppu di Natali friddu e fami,<br />

Finiianu l’arrichiami;<br />

Novina a suriaca,<br />

E vroccula e divaca…<br />

Zughi e muzzaturi…<br />

E addiu, Natali, gaddhi e sonaturi.<br />

FRANCESCO SAVERIO TOCCI<br />

è troppu salata,<br />

se u zzuccharu è assai<br />

apoi stannu mali<br />

e i fica sicchi i vidinu,<br />

cu u cannocchiali.<br />

Veni Natali,<br />

spettalu, … ma…<br />

n’ta nenti passa<br />

e sindi va.<br />

Ma chiddhu chi cunta<br />

poi veramenti,<br />

esti mi simu nu pocu cuntenti,<br />

tutti in famigghia, tutti a ‘na via,<br />

mi stamu nu pocu in cumpagnia,<br />

cu u cani, cu u gattu e cull’amici,<br />

mi simu tutti nu pocu felici.<br />

Ma se c’è n’c unu<br />

sulu e malatu,<br />

Gesù Bambinu mi n’ci<br />

‘una hjatu,<br />

se c’è n’c unu tristi, delusu,<br />

abbattutu,<br />

u Bombinuzzu, mi n’ci ‘una aiutu,<br />

pecchì Natali,<br />

tu dissi già,<br />

è fattu pe’ tutta l’uman<strong>it</strong>à,<br />

se simu boni, se simu brutti,<br />

‘na vota all’annu veni… pe tutti!.<br />

Giuseppe Cricrì<br />

...Ricordando quelli di una volta<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

Il Natale è fatto di un’attesa che<br />

fa in fretta a diventare ricordo,<br />

quando passa c’è chi “… piange e<br />

ci rimane male” come rec<strong>it</strong>ava una<br />

vecchia canzone di Lucio Dalla.<br />

Natale oltre che festa di amore e<br />

solidarietà è anche rinasc<strong>it</strong>a, è riflessione,<br />

è memoria è… nostalgia.<br />

L’atmosfera natalizia diventa speciale<br />

in tutti i paesi della Cristian<strong>it</strong>à<br />

e da noi, in Calabria, si sente frizzare<br />

nell’aria già dai primi giorni di<br />

<strong>dicembre</strong>; a Palmi, infatti, è la festa<br />

del Patrono San Nicola - Santa Claus,<br />

che ne offre i primi assaggi, prima<br />

ancora di quanto accada per il resto<br />

d’Italia con l’Immacolata.<br />

I più piccoli da sempre lo percepiscono<br />

come il periodo più magico<br />

dell’anno: il Bambinello, Babbo Natale,<br />

la Befana irrompono nei loro<br />

sogni prima ancora che nella realtà;<br />

per gli anziani invece diventa spesso<br />

un momento di rimembranza. Il<br />

Natale di una volta però era molto<br />

diverso da quello attuale.<br />

La v<strong>it</strong>a stessa lo era, il benessere<br />

ed il consumismo di oggi ne hanno<br />

forse snaturato il senso?<br />

Recuperare la memoria può essere<br />

una buona occasione per fare rivivere<br />

il Natale così come era una volta,<br />

quando a un ragazzino bastava un<br />

pugno di nocciole, di pastiddhi o di<br />

fichi secchi per raggiungere la felic<strong>it</strong>à?<br />

Negli occhi innocenti dei bimbi,<br />

sgranati nel buio e nell’incanto della<br />

notte di vigilia, si intuivano misteri<br />

di una storia antica, che vedeva venire<br />

al mondo il Dio Bambino,<br />

in una grotta, al freddo e al<br />

gelo, riscaldato soltanto dal<br />

fieno e dal fiato di due animali,<br />

ma che presto le stelle e l’uman<strong>it</strong>à<br />

avrebbero riconosciuto come<br />

il Messia.<br />

“A vol<strong>it</strong>i a novina?” Era<br />

questa la domanda posta da<br />

gruppetti di fanciulli che dopo<br />

aver bussato, si presentavano<br />

sull’uscio delle case, già dal 16<br />

del mese e avuto l’assenso improvvisavano<br />

ogni sera un concertino<br />

fatto con strumenti rudimentali,<br />

che portava allegria e<br />

misticismo.<br />

Sutt’a ‘n pedi i na nuciddha<br />

n’ c’è na naca picciriddha,<br />

L’annacavanu lu Bombinu<br />

San Giuseppi e San Giacchinu,<br />

Sutt’a ‘n pedi di na rosa<br />

n’ c’è Gesù chi s’arriposa,<br />

L’annacavanu lu Bombinu<br />

San Giuseppi e San Giacchinu.<br />

Nell’aria pungente della<br />

sera l’odore di zzippuli e<br />

viddhirùni si mescolava<br />

alle nenie ipnotiche della “capra che<br />

suona”, che gli zampognari spandevano,<br />

soffiando nei loro strumenti<br />

fatti di legno e pelle animale, vest<strong>it</strong>i<br />

come antichi pastori, calzando ancora<br />

i calandreddhi e dando alle strade<br />

sterrate della periferia, un’aria da<br />

presepe. Quando a regalare l’atmosfera<br />

incantata, non c’erano ancora<br />

gli abeti di plastica con le palle<br />

colorate, era il presepe la giusta<br />

suggestione casalinga che consentiva<br />

a ciascuno di riprodursi la storia<br />

divina di Betlemme. Ognuno, immaginandosi<br />

come parte di quel mondo<br />

di creta e carta crespa, profumato<br />

di sughero e muschio, poteva sentir-<br />

Il b e l l o d e l l’a t t e s a<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Il Natale che veRRà<br />

si ora re Magio, ora pastore, angelo o<br />

agnello, asinello o llampatu d’a stiddha.<br />

Cibi speciali, gustati in quella<br />

festa speciale, aiutavano le coscienze<br />

ad arricchire anche lo spir<strong>it</strong>o con<br />

una gioia nuova.<br />

Le poglie di turruni erano in pochi<br />

a potersele permettere, quello<br />

era un dolce da ricchi che insieme al<br />

rosolio compariva solo nelle tavole<br />

degli gnuri.<br />

Le famiglie più fortunate mangiavano<br />

baccalaru, vroccula, stoccu<br />

e suriaca, o avevano un gallo trasformato<br />

in cappone da sacrificare<br />

per il pranzo di Natale. La carne di<br />

quell’animale spolpata e masticata<br />

con ragionata lentezza scandiva lo<br />

spazio temporale di quella giornata,<br />

da quel momento sarebbe iniziata<br />

l’attesa per poter riassaggiare il successivo,<br />

solo dopo altri 365 giorni.<br />

Forse dovremmo godere<br />

di più<br />

il<br />

valore e la gioia dei Natali che<br />

verranno, forse lo potremmo fare<br />

guardandoci indietro nel tempo,<br />

dando una sbirciatina a quelli del<br />

passato, cercandone tracce pure,<br />

lasciate in qualche vecchio canto,<br />

nelle parole di qualche poeta, che li<br />

ha saputi raccontare e celebrare. I<br />

Natali che verranno, vorremmo che<br />

fossero ancora fatti di semplice genuino<br />

amore, privati il più possibile<br />

dal ciarpame ridondante di ipocrisia<br />

e banale superficial<strong>it</strong>à, che sempre<br />

più spesso ce li fa scivolare addosso,<br />

come la pioggia su una cerata, come<br />

un Crocifisso staccato da una parete<br />

e abbandonato in un cassetto.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

18<br />

cUltUra e FolKlore<br />

DUE DIPINTI DI DOMENICO AUGIMERI:<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

“LA FAMIGLIA AUGIMERI” E “L’ADDIO DELL’EMIGRANTE”<br />

di Achille Cofano<br />

sguardo, rimanendo mestamente a<br />

C<br />

tacere col proprio straziante dolore.<br />

ompiuti gli studi presso il Reale Augimeri è ancora al servizio di un mondo<br />

Ist<strong>it</strong>uto di Belle Arti in Napoli, nel ancorato a vetusti concetti; il narcisismo<br />

periodo iniziale - fra il 1859 ed il 1860 di classe suggerisce che nei salotti delle<br />

circa - della successiva residenza palmese, famiglie abbienti siano poste le effigi dei<br />

il venticinquenne Domenico Augimeri, propri rampolli onde riflettervi, come in<br />

scosso dalle lotte fra rinnovamento toscano specchi ideali, le rispettive ambizioni. Il<br />

(sulla scorta, parrebbe, di frequentazioni r<strong>it</strong>ratto, simbolo della riusc<strong>it</strong>a v<strong>it</strong>toria<br />

fiorentine) e tradizione accademica, sociale, è prerogativa di pochi e mal<br />

si è alfine deciso per quest’ultima. rileva se fuori di quelle stanze la v<strong>it</strong>a<br />

Dipinge, dunque, la sua prima grande tela a segua altri sofferti canali. Come in<br />

r<strong>it</strong>ratto: quella Famiglia Augimeri in cui - passato, persino il gusto della classe<br />

riservate ora le nov<strong>it</strong>à della “macchia” e abbiente per il quadro col povero, lungi<br />

la dilezione per i tipi palizziani all’intimo dallo scuotere le coscienze, funge, quasi<br />

delle imprese private – memore del a voler esorcizzare v<strong>it</strong>a reale e miseria, da<br />

recente alunnato partenopeo manifesta salvaguardia, funzionale, del privilegio.<br />

la propria adesione ad un fare latamente In un clima siffatto sono concep<strong>it</strong>i, fra<br />

mancinelliano. Tra la serie dei familiari gli altri, i r<strong>it</strong>ratti dei marchesi Agliardi,<br />

è bastato sollevare un ciglio alla madre Aiossa, di Teresa Serrao e Francesco<br />

per renderne austero il volto. Auster<strong>it</strong>à Cordopatri. A distanza di soli trent’anni<br />

contenuta, quasi frenata dal gesto delle la realtà sarebbe mutata - se non nella<br />

mani conserte, per la più semplice forma - nella sostanza delle cose. Agli<br />

delle pose. Ciò importa che all’opera, iniziali entusiasmi per la riconquistata<br />

oltre ad un carattere di costume, valga Un<strong>it</strong>à, avrebbe fatto segu<strong>it</strong>o una crisi<br />

riconoscere valore di genuino contributo ist<strong>it</strong>uzionale e sociale il cui prezzo per<br />

- seppure temperato da un concetto le genti meridionali si sarebbe presto<br />

ancora schiettamente “romantico” -<br />

offerto all’affermazione di un gusto<br />

realista nella p<strong>it</strong>tura calabrese; premessa<br />

su cui – diremmo con modi verghiani -<br />

s’infrange, ineluttabile il “destino”.<br />

Invero, par d’essere innanzi ad un opera<br />

di scultura: onde i colpi vibrati dal polso<br />

dell’Augimeri modellano quella figura<br />

con la medesima tensione di spir<strong>it</strong>o con<br />

la quale, anni addietro, Achille D’Orsi<br />

vi aveva forgiato nel bronzo la statua,<br />

densa d’ammonimento sociale, del<br />

Proximus Tuus.<br />

Dunque, le tele del 60’ e del 90’ si<br />

attestano quali colonne portanti del<br />

più genuino immaginario augimeriano.<br />

L’una, come veduto, frutto d’una poetica<br />

antica, ancora omaggiante gli insegnamenti<br />

dell’Accademia (sebbene,<br />

talora, con intuizioni di nov<strong>it</strong>à), l’altra,<br />

proclive ad accogliere le istanze formulate<br />

dal verismo di matrice partenopea.<br />

Quale la ragione di questo celere mutamento<br />

d’intenti?<br />

V’è da dire di quella tesi per cui le<br />

dinamiche convulse della seconda metà<br />

del secolo decimonono non sarebbero<br />

potute restare a lungo indifferenti<br />

agli animi di coloro che vagheggiavano<br />

esserne gli interpreti. Tuttavia, in<br />

(morelliano) tra tradizione accademica<br />

ed innovative istanze realistiche al<br />

quale, sino ad allora, la p<strong>it</strong>tura di<br />

Augimeri si era mostrata sensibile.<br />

Ma, v’è dell’altro. La svolta in senso<br />

verista de L’addio dell’emigrante<br />

(preordinata, sin dal 1888, con Lo<br />

sfratto ), piuttosto che derivare<br />

-come saremmo indotti a considerare<br />

sull’esempio altrui- dal diretto contatto<br />

con gli ambienti della p<strong>it</strong>tura nazionale,<br />

appare mediata dall’influenza di artisti<br />

locali, scultori e p<strong>it</strong>tori della piana,<br />

i quali, di r<strong>it</strong>orno da Napoli, davano<br />

principio, chi alla buona sciorinando un<br />

aneddotica scialba, chi, ancora, con più<br />

alta coscienza, alla novella del “vero”,<br />

attratti nell’orb<strong>it</strong>a dei vari Cifariello,<br />

Gem<strong>it</strong>o, Patini, Irolli, Amendola, etc.<br />

Nel pieno, quindi, di quella Scuola<br />

napoletana che, nelle ultime decadi del<br />

secolo decimonono, tentava, seppure tra<br />

frequenti deragliamenti nel generismo<br />

di maniera, di tracciare una via tutta<br />

meridionale al rinnovamento dell’arte<br />

nostrana.<br />

..........................................<br />

di un più articolato discorso che<br />

Domenico, da lì a breve, attingendo in<br />

larga misura dalla grammatica luministica<br />

del Morelli, avrebbe pronunciato tanto<br />

nella r<strong>it</strong>rattistica quanto nel tema sacro<br />

e, con nuova sintassi, nella sua migliore<br />

produzione ove, in matur<strong>it</strong>à, prevarrà<br />

a tratti un fare incline a recepire gli<br />

stimoli novatori del realismo campano.<br />

La lezione del Morelli sarà, comunque,<br />

intesa con es<strong>it</strong>i distinti: per cui<br />

quella movente la p<strong>it</strong>tura ufficiale si<br />

tradurrà nelle grandi tele chiesastiche<br />

di Palmi, C<strong>it</strong>tanova, Catanzaro con modi<br />

tradizionali, mentre la ricerca condotta<br />

dal napoletano a beneficio d’una p<strong>it</strong>tura<br />

“intimistica ” si rifletterà negli studi<br />

in cui - come per ll Mendicante – le<br />

avvisaglie d’una coloristica nuova, quasi<br />

med<strong>it</strong>ata in forza della contemporanea<br />

esperienza d’Oltralpe, paiono esservi<br />

tutte. Le graziose immagini di natura<br />

o di popolani (conosciute in parte<br />

dopo la morte dell’artista, in parte<br />

nell’ultimo ventennio), dipinte ad olio su<br />

tavolette intrise di luce, con freschezza<br />

di esecuzione, affollavano le pareti<br />

dello studio palmese, ma raramente<br />

comparivano in esposizioni pubbliche;<br />

eppure esse sono le sole capaci di<br />

recuperare alla poesia la sua p<strong>it</strong>tura.<br />

Si trattava sovente di esperimenti (Il<br />

somariello , ad esempio, al pari di<br />

altri simili, è uno studio dell’identico<br />

dipinto da Filippo Palizzi), per il resto,<br />

egli, lontano dagli ambienti della p<strong>it</strong>tura<br />

ufficiale, era sol<strong>it</strong>o mantenersi fedele ad<br />

altra sensibil<strong>it</strong>à. Volle essere, insomma,<br />

di gran lunga r<strong>it</strong>rattista dal colore<br />

“pul<strong>it</strong>o”, amante dei contorni precisi<br />

e degli sfondi compatti, mostrandosi<br />

ai comm<strong>it</strong>tenti (aristocratici ed alto<br />

borghesi) d’indole tardo-romantica, in<br />

privato, con maggior nerbo, vicino al<br />

maestro di Vasto e, tram<strong>it</strong>e questi, al<br />

Morelli. “Vicinanza” tuttavia non certo<br />

ad una p<strong>it</strong>tura fatta – per intendere – “di<br />

figure e cose, non viste, ma immaginate<br />

e vere a un tempo”, ma semplicemente<br />

alla tecnica, ed a quell’aderenza al<br />

vero, più diretta e spontanea, che<br />

dal Palizzi era derivata al Morelli.<br />

Tornando, in affrettata sintesi,<br />

all’esordio giovanile ed alla Famiglia<br />

Augimeri, che si trattasse sulle prime<br />

d’un realismo ancora “el<strong>it</strong>ario”, è<br />

agevole intuirlo. Quelle figure e gran<br />

parte dei r<strong>it</strong>ratti concep<strong>it</strong>i in quegli anni,<br />

restano immagini del certo agiato. Un<br />

ambiente in cui il p<strong>it</strong>tore era cresciuto<br />

e dal quale, in effetti, avrebbe tratto<br />

per tutto l’arco della propria esistenza<br />

la principale fonte di comm<strong>it</strong>tenza.<br />

Invero, nulla dei dolci e sereni<br />

atteggiamenti di quelle fanciulle, nulla<br />

della severa posa di quegli uomini<br />

avranno in comune con gli esseri miseri<br />

e tragici, vest<strong>it</strong>i di stracci, de L’addio<br />

dell’emigrante ove, si badi, nessuno<br />

oserà con tanta fierezza levare lo<br />

pagato nei termini d’una accresciuta<br />

indigenza. Così, mentre emigrare parrà<br />

ad una molt<strong>it</strong>udine di anime il mezzo nel<br />

quale serbare fiducia in una dign<strong>it</strong>osa<br />

esistenza, le rivendicazioni operaie ed<br />

il nascente movimento dei lavoratori<br />

paventeranno nuove condizioni di<br />

riscatto.<br />

L’addio dell’emigrante, muove da<br />

queste ultime premesse. Dipinto intorno<br />

al 1890 ed acquistato l’anno seguente<br />

dall’Ammistrazione Provinciale di<br />

Reggio Calabria, esso segna un momento<br />

essenziale nella vicenda umana del<br />

p<strong>it</strong>tore ed, in certo qual modo, sul<br />

piano dell’arte può r<strong>it</strong>enersi tra le opere<br />

maggiori. La scena dell’addio ai gen<strong>it</strong>ori<br />

di un giovane emigrante si svolge lungo<br />

una linea trasversale che idealmente<br />

percorre la tela muovendo dalla muta,<br />

scarna figura del padre a quella della<br />

madre piangente con, alle spalle, la casa<br />

natìa, fino al fondo estremo ove il figlio<br />

appare già lontano. Il senso intimo del<br />

racconto si compendia nell’immagine<br />

dell’anziano dal fronte rugoso,<br />

immobile, senza un cenno di esteriore<br />

sconforto che valga a mutarne la posa.<br />

Attorniato dalle piccole cose di sempre,<br />

solo la pietra pare voglia stringerlo a<br />

sé, entrambi, uomo e materia, hanno<br />

veduto nascere e morire speranze,<br />

conosciuto il duro, avvilente, lavoro nei<br />

campi; ora che altra cosa è ormai vana<br />

(persino il pianto), essi si confortano<br />

con l’eguale mistica parola del silenzio.<br />

Quanta dign<strong>it</strong>à in quello sguardo e quanta<br />

desolata mestizia al tempo nella prosa<br />

dell’amara rassegnazione degli umili<br />

.......................................<br />

essa si scorge la certezza d’uno<br />

sforzo intellettuale nel connettere i Domenico Augimeri, al pari di al-<br />

l’evoluzione della contemporane<strong>it</strong>à che Dtri artisti palmesi, si discute ad in-<br />

se poteva, tutto sommato, risultare tervalli irregolari di tempo, talvolta sulla<br />

agevole profondere più a settentrione, scorta di sporadiche iniziative ed<strong>it</strong>oriali,<br />

non altrettanto trovava in Domenico un che, sebbene lodevoli, fuori da un proget-<br />

valido corifeo. D’altronde, per certe to divulgativo, sostenuto dalle ist<strong>it</strong>uzioni<br />

finezze intu<strong>it</strong>ive era plausibile attendere locali e collegato, come si vorrebbe, ad<br />

maggior cred<strong>it</strong>o ove, strette ragioni di un più generale piano di promozione del<br />

geografia, ambiente e cultura, meglio terr<strong>it</strong>orio, sono quasi sempre destinate a<br />

favorissero di frequentare le stanze giacere nel “dimenticatoio”.<br />

della modern<strong>it</strong>à.<br />

Pare realmente impresa t<strong>it</strong>anica, nono-<br />

Le radici perciò di quel cambiamento stante la gran mole dei dipinti custod<strong>it</strong>i<br />

affondano, parzialmente, in un diverso in collezioni pubbliche e private, allestire<br />

terreno, già battuto dalla coeva a Palmi una generale retrospettiva del<br />

dialettica letteraria (meridionale in p<strong>it</strong>tore con un puntuale catalogo delle<br />

particolare). Allorché ci si apprestava ad opere, organizzare per l’occasione un<br />

uscire “dalla esasperazione dell’ultimo convegno sulla p<strong>it</strong>tura meridionale (e ca-<br />

romanticismo, passando da un arte di labrese), dell’Ottocento, ist<strong>it</strong>uire un pre-<br />

confessione a un arte di documentazione mio a suo nome, con periodic<strong>it</strong>à biennale,<br />

- onde studiare - la società nelle sue che possa essere da incentivo per i giovani<br />

particolari manifestazioni storiche artisti della nostra regione, promuovere,<br />

e regionali, specie delle parti meno insomma, una visione d’insieme al passo<br />

toccate dalla civiltà e in cui le coi tempi, una progettual<strong>it</strong>à, uno slancio<br />

tradizioni, le opinioni, gl’istinti, le assente da anni o, se si vuole - per dirla in<br />

passioni e i sentimenti tenevano gli modo grossolano - un concetto della cul-<br />

ab<strong>it</strong>anti più vicini alla natura e perciò tura non lim<strong>it</strong>ato al mero presenzialismo<br />

più facilmente discernibili nei diversi ed alle cerimonie d’occasione.<br />

strati che formavano la loro psicologia” Il problema, peraltro, non risiede<br />

(G. MARZOT). Anche la r<strong>it</strong>rattistica di integralmente in certa atavica inerzia<br />

“genere” subisce una decisa evoluzione. delle ist<strong>it</strong>uzioni - di qualsivoglia colo-<br />

Giosofatto Bagalà, Teresa Migliorini re pol<strong>it</strong>ico esse siano - costantemente<br />

e, col Salvatore Parrelli, l’intenso trincerate dietro l’esigu<strong>it</strong>à dei bilanci,<br />

r<strong>it</strong>ratto privato di Rocco de Zerbi, ma è un cancro diffuso a tutti i livelli<br />

appaiono il sintomo di un modo nuovo nella societas palmese.<br />

di concepire la resa dal vero, al servizio In un contesto animato da sciocchi<br />

- pur nel rigido rispetto della forma antagonismi, specie tra i vari cosiddet-<br />

“fin<strong>it</strong>a” e della linea - di un’intima ti “operatori culturali”, in cui l’ansia<br />

esigenza: superare quel compromesso dell’apparire prevale sulla necess<strong>it</strong>à<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

dell’essere e, talora, gli stessi studi<br />

di storia patria, privi di analisi cr<strong>it</strong>ica,<br />

lim<strong>it</strong>andosi ad aspetti meramente<br />

secondari, quando non addir<strong>it</strong>tura<br />

aneddotici, alimentano misere beghe<br />

personali, in un paese nel quale con<br />

tristissima frequenza cap<strong>it</strong>a d’imbattersi<br />

nel sapiente di turno che, con<br />

discutibile eloquio, esclama: “basta<br />

parlare solo di Repaci e Cilea!” - la<br />

cultura, come “foresta pietrificata”,<br />

è ferma ad un tempo di non r<strong>it</strong>orno.<br />

Credete, cari lettori, che Cilea sia<br />

conosciuto dai nostri giovani? Per “conoscere”,<br />

intendo che essi abbiano<br />

mai ascoltato, a voler fare un esempio,<br />

un’aria dell’Adriana? Ed in quel<br />

museo a lui dedicato, che è gran cosa<br />

ma ad uso degli studiosi, fatto di carte<br />

e diplomi del grande compos<strong>it</strong>ore<br />

ove non esiste, nell’era di internet e<br />

quant’altro, una sezione, un semplice<br />

angolo dedicato all’ascolto, credete<br />

che egli viva solo nella placida quiete<br />

dei cristalli? Sareste in grado d’immaginare<br />

una sala museale, allest<strong>it</strong>a nel<br />

paese natìo di un p<strong>it</strong>tore, colma di<br />

documenti ma spoglia di dipinti? L’indifferenza<br />

in passato per Domenico<br />

19 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

cUltUra e FolKlore<br />

PALMI, 31 DICEMBRE 1908<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Dal terremoto dell’Aquila all’alluvione nel messinese: il <strong>2009</strong> si appresta a congedarsi lasciando sul campo una lunga scia di morte e devastazione. Per molte famiglie abruzzesi<br />

e dei centri a sud di Messina colp<strong>it</strong>i dal violento nubifragio del 1 ottobre, come per noi, arriveranno puntuali il Natale e l’ultimo dell’anno. Poiché quel che appare lontano<br />

dalle nostre case un tempo ci fu drammaticamente accanto, con un pensiero di solidarietà trascriviamo lo stralcio di una cronaca che il corrispondente del quotidiano<br />

romano La Tribuna, registrò a Palmi nella notte del 31 <strong>dicembre</strong> 1908. Non perché sul terremoto del 1908 si sia scr<strong>it</strong>to e discusso poco, ma poiché, forse, quel che occorre<br />

per med<strong>it</strong>are sul mon<strong>it</strong>o che l’esperienza del passato ripropone oggi, in forza delle emergenze di questi ultimi mesi, è sempre in cred<strong>it</strong>o con la nostra coscienza civile<br />

di Nicola Falcheo<br />

’ notte. La notte di San Sil-<br />

“E vestro. Io penso che deve<br />

esservi a quest’ora in qualche parte<br />

del mondo della gente accolta nella<br />

intim<strong>it</strong>à calda e sicura delle case<br />

amiche, delle buone e solide case che<br />

non crollano all’improvviso sugli ab<strong>it</strong>anti,<br />

che riparano gli uomini e non gli<br />

ammazzano a tradimento. E penso a<br />

quest’ora in qualche parte del mondo<br />

quella gente festeggia il vecchio anno<br />

che tramonta e l’anno nuovo che sorge,<br />

e sull’antico sfondo di amarezza<br />

nostalgica che è l’ineluttabile tono<br />

sentimentale di questa nostra v<strong>it</strong>a fragile<br />

e vana, accende ancora una volta<br />

una novella speranza di tenerezza e<br />

di gioia. Qui ogni speranza è spenta.<br />

Qui siamo nella disperazione e nel<br />

tumulto; e sta su noi lo sbigottimento<br />

indicibile e tragico della terribile van<strong>it</strong>à<br />

del nostro sforzo quotidiano contro<br />

la cieca onnipotenza del fato. Stando<br />

su di una casetta vuota, io scrivo alla<br />

meglio, appoggiando queste mie cartelle<br />

sul sedile di un vagone di terza<br />

classe, fermo nella stazione di Palmi.<br />

Un pezzo di candela rischiara appena<br />

lo scompartimento. Due donne ed un<br />

uomo sono con me. Le donne non so<br />

nemmeno se sono giovani o vecchie.<br />

Se ne stanno immobili in un cantuccio,<br />

quasi nell’oscur<strong>it</strong>à, tutte avviluppate<br />

in una specie di coperta; e piangono<br />

ininterrottamente, senza rumore.<br />

L’uomo, un contadino giovane e forte,<br />

tace anche lui. Solo di tratto in tratto<br />

si scuote come da un incubo, e ripete<br />

invariabilmente, sempre con la stessa<br />

voce senza espressione, che pare che<br />

non sia la sua: - E mo che faccio ? –<br />

Ha le mani fasciate tutte e due. Fuori<br />

è l’indicibile tumulto della stazione.<br />

Sotto la pioggia dirotta i treni arrivano<br />

e partono, le carrozze vanno avanti e<br />

indietro da un binario all’altro; centinaia<br />

di persone corrono in tutti i sensi,<br />

gridando e gesticolando, senza che<br />

si riesca a comprendere quello che<br />

vogliano (…) In tutto questo clamore<br />

il coro di quelli che vogliano ad ogni<br />

costo proseguire sub<strong>it</strong>o per Reggio, ad<br />

onta della notte, ad onta della pioggia,<br />

ad onta delle frane che minacciano<br />

le gallerie, ad onta del terremoto<br />

che rinnova le sue scosse di minuto in<br />

minuto, si leva straziante ed implorante,<br />

pieno volta a volta di collera e di<br />

lacrime. Ciascuno di costoro ha laggiù<br />

i suoi cari, laggiù nella regione della<br />

morte, a Bagnara, a Cann<strong>it</strong>ello, a Scil-<br />

Augimeri è derivata dalla storiografia<br />

locale, prima che dalla cr<strong>it</strong>ica nazionale.<br />

Quest’ultima avrebbe nutr<strong>it</strong>o un<br />

interesse ben maggiore se, negli anni,<br />

fosse stata mun<strong>it</strong>a dei più elementari<br />

strumenti di conoscenza per esprimere<br />

un qualche apprezzabile giudizio (non<br />

a caso, solo all’indomani della pubblicazione<br />

del volume di Elsa Augimeri si<br />

è assist<strong>it</strong>o ad un nuovo risveglio degli<br />

studi sull’opera del p<strong>it</strong>tore). Tuttavia,<br />

la fragil<strong>it</strong>à delle iniziative palmesi<br />

(che abbisognano dell’impulso dei discendenti<br />

di questo o quel personaggio,<br />

più o meno “illustre”, per essere<br />

compiutamente realizzate), si manifesta<br />

nell’incapac<strong>it</strong>à cronica di darvi la<br />

giusta continu<strong>it</strong>à.<br />

Vero è che da noi in un’epoca di decadenza<br />

e sovvertimento dei più elementari<br />

valori, Macbeth veste i panni<br />

dell’inerzia e dell’arroganza. Egli, abile<br />

camaleonte, si confonde talvolta nel<br />

comune frequentatore del Corso come<br />

nell’esponente della “cultura” locale,<br />

talaltra, seduto al Caffè della bella<br />

piazza, si esibisce in alte disquisizioni<br />

sulle vicende paesane, pratica con la<br />

disinvoltura dell’equilibrista le stanze<br />

la, a Villa San Giovanni, a Reggio. Sono<br />

venuti da tutte le parti, da Napoli, da<br />

Roma, da Firenze, dalla Lombardia,<br />

dal Piemonte (…) Arriva un giovanotto<br />

tutto lacero e bagnato dalla pioggia.<br />

Ha del fango sin sulla faccia. E’ di<br />

piccola statura, bruno, con dei buoni<br />

occhi coraggiosi e schietti. Appartiene<br />

a non so quale Società cooperativa per<br />

le Calabrie. E’ stato a Reggio e ne è<br />

tornato a piedi, inerpicandosi per vie<br />

impossibili. Andava a ricercare laggiù il<br />

suo ispettore. Ma lo ha trovato morto.<br />

Dalle rovine partivano gem<strong>it</strong>i ed appelli<br />

disperati. Meno pochi marinai, egli<br />

non ha visto altri soccorsi nella c<strong>it</strong>tà<br />

distrutta. Allora si è messo a cavar da<br />

solo in un mucchio di pietre da cui risuonava<br />

un pianto di bimbi che richiamavano<br />

la madre, a poco a poco, in<br />

tre ore di fatica febbrile ne ha estratti<br />

quattro, tutti vivi. Ma la madre era<br />

morta. Giaceva allo scoperto col petto<br />

orribilmente squarciato e senza una<br />

gamba, poco lontano dalle sue creature.<br />

Appena l’hanno scorta i bimbi le si<br />

sono precip<strong>it</strong>ati addosso chiamandola<br />

con frenesia tra le lacrime, perché si<br />

destasse. I marinai hanno dovuto portarseli<br />

via a viva forza per imbarcarli<br />

con altri superst<strong>it</strong>i (…) Lassù, frattanto,<br />

verso la montagna, lontano dalla<br />

stazione, lontano dal clamore, la c<strong>it</strong>tà<br />

morta, Palmi alta, sta nella notte sotto<br />

la pioggia avvolta nel suo tragico<br />

silenzio. Io vi sono stato oggi, appena<br />

disceso dal treno – un treno che doveva<br />

arrivare qui alle sette del mattino ed è<br />

arrivato verso le tre del pomeriggio. La<br />

via carrozzabile che ascende serpeggiando<br />

l’erto pendio tra i begli uliveti<br />

argentati in cospetto del mare, non<br />

recava traccia della catastrofe. Ma appena,<br />

superata l’ultima svolta, siamo<br />

entrati nella piccola c<strong>it</strong>tà, l’enorme<br />

rovina ci è apparsa di un sub<strong>it</strong>o terribile.<br />

Intere case crollate non sono più<br />

che mucchi di pietre e di terriccio da<br />

cui emerge l’inutile forza delle grosse<br />

travi, e su cui si torcono schiantate le<br />

inferriate dei balconi. Altre case sono<br />

rovinate a metà; altre hanno la sola<br />

facciata intatta; altre solo uno spigolo;<br />

altre un piano soltanto. E non è sempre<br />

il più basso, chè vi sono case in cui il<br />

terremoto ha aperto come delle vaste<br />

grotte, sfondando i muri presso al suolo<br />

e lasciando integri i piani più alti, per<br />

qual miracolo di equilibrio non si riesce<br />

a comprendere. Là dove è rovina a una<br />

parete soltanto si scorge l’interno delle<br />

ab<strong>it</strong>azioni. Vi sono ancora qua e là dei<br />

mobili sospesi in alto sulle macerie: in<br />

una stanza tappezzata di carta bianca<br />

della pol<strong>it</strong>ica, edifica case, una sull’altra<br />

(lasciando gli esterni senza rivestimento<br />

o, nei casi di maggiore sensibil<strong>it</strong>à,<br />

provvedendo alla loro tinteggiatura<br />

con colori brillanti).<br />

Lo speculatore, l’arrivista, che un<br />

tempo la saggezza popolare appellava<br />

col simpatico ep<strong>it</strong>eto di “rrinesciutu”<br />

oggi si pavoneggia con l’aria del gran<br />

signore, frequenta i salotti “buoni”, i<br />

circoli, le infin<strong>it</strong>e associazioni di cui il<br />

paese è, francamente, ormai saturo. Può<br />

questa nuova figura di barbaro (o, per<br />

usare una felice espressione di Mario Idà,<br />

“nuovo saraceno”), dedicare attenzione<br />

a Domenico Augimeri? E’ in grado di comprenderne<br />

il valore? Ha competenza e<br />

preparazione adeguate per farlo?<br />

Nel dubbio, attendiamo che qualche<br />

spir<strong>it</strong>o illuminato, sorretto da discreta<br />

cultura, si avventuri nell’impresa<br />

di trasformare l’immobile foresta nel<br />

bosco di Birnam, sebbene non scorga<br />

all’orizzonte uomini della statura<br />

morale di Luigi Lacquan<strong>it</strong>i, Domenico<br />

A. Cardone, Nino Fondacaro, Vincenzo<br />

Saletta, Domenico Zappone, a voler<br />

far dei nomi… Chi scrive, in fondo, è<br />

nostalgico di un mondo che, pur non<br />

In questa rara fotografia, la posa di donne ed uomini, perlopiù anziani,<br />

raccolti nei pressi di una baracca, rimanda all’immagine consueta<br />

del presepio. Siamo a Palmi, poco dopo il terremoto del 28 <strong>dicembre</strong><br />

1908: in un largo, attorno ad un altare di fortuna un piccola folla<br />

assiste alla Santa Messa; nel silenzio dell’adorazione eucaristica, seppure<br />

perduta ogni cosa, essa trova conforto nel Cristo degli umili.<br />

ed azzurra un orologio a pendolo; in<br />

una camera gialla un lettino di bimbo;<br />

in un’altra un fucile e dei sacchi ricolmi.<br />

Povere e semplici case che furono<br />

mescolate a povere e semplici v<strong>it</strong>e,<br />

che furono familiari a poveri e semplici<br />

esseri umani, fratelli nostri. Sì,<br />

fratelli nostri, che avevano certo ancora<br />

essi ciascuno il suo piccolo sogno,<br />

ciascuno il suo piccolo dolore segreto<br />

e che l’enorme cec<strong>it</strong>à della morte ha<br />

travolti nel sonno, a tradimento (…)<br />

Tutta la popolazione dorme allo scoperto.<br />

Non osa avvicinarsi alle case<br />

che ancora restano in piedi. Odia ora<br />

queste case che certo eresse con palese<br />

orgoglio ed ab<strong>it</strong>ò con amore; odia<br />

queste case infide, queste case edificate<br />

per la sicurezza e per la pace,<br />

che seppelliscono di notte i loro ab<strong>it</strong>anti<br />

sotto le loro rovine. E pure, vi è<br />

nel contegno di tutti questi superst<strong>it</strong>i<br />

una apatia che è forse più tragica di<br />

ogni altra forma di dolore che non ha<br />

avendo vissuto, avverte saldamente<br />

vicino. Forse perché ama rivolgere lo<br />

sguardo al mare del tirreno da ogni angolo<br />

della c<strong>it</strong>tà; ogni Natale, prende la<br />

sua seggiola per porsi accanto alla tavola,<br />

fermo a scorgere gli occhi gravidi<br />

dall’infin<strong>it</strong>o dolore del padre, nella<br />

poesia di Armando Zagari in memoria<br />

di Maria; percorre, tenuto per mano da<br />

Cardone, lo straordinario cammino dei<br />

filosofi calabresi, od ancora, ha cura di<br />

mettere acqua ai vivaci fiori di Attilio<br />

Zagari (il più dimenticato tra i dimenticati<br />

assieme ad Antonio Badolati) e<br />

di riconciliarsi con gli affanni nell’immagine,<br />

cond<strong>it</strong>a di pacati e dolci sentimenti,<br />

de “I suonatori ambulanti ” di<br />

Domenico; perennemente innamorato<br />

di una Palmi virtuale, viva solo nei ricordi<br />

altrui.<br />

Conforta la certezza che ogni medioevo<br />

(sociale, culturale) goda la propria<br />

stagione dell’orgoglio e soffra, prima o<br />

poi, quella del tramonto. Fin quando,<br />

però, Macbeth – per restare nella metafora<br />

shakespeariana – non sarà vinto,<br />

allo spazio che Augimeri e altri mer<strong>it</strong>ano,<br />

darà asilo l’amorevole considerazione<br />

di pochi.<br />

più speranza e che non ha più fede.<br />

Nessuno di essi oggi a Palmi io ho visto<br />

piangere; nessuno ho sent<strong>it</strong>o parlare<br />

delle v<strong>it</strong>time di ieri, delle v<strong>it</strong>time che<br />

erano mescolate al loro sangue ed alla<br />

loro v<strong>it</strong>a, e che sono ancora in gran<br />

<strong>numero</strong> sotto le macerie, e non tutte<br />

ancora morte, forse. Un uomo sulla<br />

cinquantina, bruno e tarchiato, con<br />

un bambinello nelle braccia entrava in<br />

una casa mezza diruta, a cui mancava<br />

tutta la parte bassa di uno spigolo. Il<br />

pericolo era spaventoso. Un ufficiale,<br />

accanto a me, gli ha gridato di non<br />

avventurarsi così. L’uomo, senza arrestarsi<br />

neppure un minuto, ha detto<br />

semplicemente, stringendosi nelle<br />

spalle: - Può essere ch’u Signuri mme<br />

castiga - ed è entrato. Dalla terrazza<br />

del giardino pubblico si vedevano ancora<br />

sopra Messina lontana le ultime<br />

colonne di fumo”.<br />

(La Tribuna, Roma, 4 gennaio 1909)


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

<strong>it</strong>inerari<br />

la sila: il paradiso bianco<br />

e le distese verdi<br />

di Cristina Ferraro<br />

ltre allo sterminato patrimonio<br />

Oarcheologico ed artistico che,<br />

dal graff<strong>it</strong>o prim<strong>it</strong>ivo della grotta del<br />

Rom<strong>it</strong>o ai Bronzi di Riace fino alle<br />

suggestive arch<strong>it</strong>etture bizantine,<br />

testimoniano la compless<strong>it</strong>à degli eventi<br />

storici e il succedersi di dominazioni e<br />

civiltà sul suo terr<strong>it</strong>orio, la Calabria<br />

presenta un paesaggio senza riscontri<br />

per la varietà dei contesti ambientali<br />

e paesaggistici.<br />

Al centro di questo articolato sistema<br />

si leva l’altopiano della Sila con le sue<br />

millenarie distese di pini larici e i f<strong>it</strong>ti<br />

boschi di faggi, intervallati da laghi<br />

d’alta quota e da limpidi e trasparenti<br />

torrenti: una sorta di paradosso<br />

geografico, secondo la fulminante<br />

definizione di Guido Piovene, per cui al<br />

vis<strong>it</strong>atore, nel cuore del mezzogiorno,<br />

si offre la maestos<strong>it</strong>à della montagna<br />

nordica racchiusa nella ricchezza<br />

lussureggiante della vegetazione<br />

med<strong>it</strong>erranea: “il viaggiatore<br />

potrebbe credere di essere in Scozia”<br />

– annotava già Norman Douglas agli<br />

inizi del secolo- “Troviamo lo stesso<br />

piacevole alternarsi di boschi e di<br />

prati, gli stessi enormi massi di gneiss<br />

e di gran<strong>it</strong>o, la stessa esuberanza<br />

di acque vive. L’acqua è infatti una<br />

delle glorie della Sila: ovunque sgorga<br />

in freschi ruscelletti tra i ciottoli e<br />

scorre giù per le pendici per unirsi<br />

ai grandi torrenti che vanno verso le<br />

terre costiere”.<br />

La “Sila Grande” cost<strong>it</strong>uisce l’area<br />

“interna” calabrese turisticamente<br />

più affermata, ricoprendo un ruolo<br />

fondamentale nell’offerta montana<br />

e naturalistica a sud di Roma per la<br />

ricca dotazione di strutture ricettive<br />

ed extraricettive come in primo luogo<br />

i Centri Vis<strong>it</strong>a del Parco Nazionale<br />

e le Riserve Naturali Biogenetiche.<br />

Al suo interno si trovano le stazioni<br />

sciistiche di Camigliatello, Fago del<br />

Soldato e Lorica e i suggestivi bacini<br />

artificiali di Cec<strong>it</strong>a, Ariamacina, Arvo<br />

e Ampollino, che cost<strong>it</strong>uiscono il più<br />

grande serbatoio d’acqua e di energia<br />

dell’Italia meridionale, incastonati<br />

come autentici gioielli all’interno di<br />

f<strong>it</strong>tissimi boschi di quei giganti arborei<br />

che sono i più che centenari pini larici,<br />

capaci di raggiungere anche 40 metri<br />

di altezza e un diametro superiore<br />

al metro e che possono ammirarsi<br />

soprattutto nella riserva del Fallistro,<br />

a pochi km da Camigliatello.<br />

Luogo straordinario di incontaminata<br />

bellezza dove trovare tranquill<strong>it</strong>à e<br />

benessere tra boschi e valli, ameni<br />

corsi d’acqua e lussureggianti prati in<br />

fiore, la Sila offre <strong>numero</strong>se occasioni<br />

per gli sportivi consentendo loro di<br />

praticare escursionismo, trekking,<br />

equ<strong>it</strong>azione, cicloturismo, mountain<br />

bike e, soprattutto, sci in tutte le sue<br />

Lago Arvo - LORICA<br />

declinazioni, dalla discesa al fondo,<br />

dal back country, meglio conosciuto<br />

come sci escursionismo, all’alpinismo<br />

fino anche allo snowboard.<br />

Per lo sci da discesa si consigliano<br />

gli impianti del Tasso a Camigliatello,<br />

della Pagliara a Fago del Soldato e,<br />

infine, del Cavaliere a Lorica, mentre<br />

il Monte Curcio e il Monte Botte Donato<br />

offrono innumerevoli <strong>it</strong>inerari per lo<br />

sci di fondo e lo sci escursionismo:<br />

l’esposizione felice dei pianori,<br />

infatti, consente anche in primavera,<br />

quando le giornate sono più lunghe e<br />

le temperature meno rigide, la pratica<br />

di queste attiv<strong>it</strong>à. Svariati gli <strong>it</strong>inerari<br />

percorribili, dalla Strada delle Vette<br />

a Carlomagno, dall’anello di Croce di<br />

Magara-Fallistro ai sentieri del Parco,<br />

da Croce di Magara-Monte Curcio ai<br />

sentieri del Tasso.<br />

In inverno è possibile inoltrarsi<br />

lungo i sentieri innevati con l’ausilio<br />

delle racchette da neve, un’occasione<br />

alla portata di tutti, non essendo<br />

richiesta nessuna competenza<br />

specifica per l’uso delle “ciaspole”.<br />

Per il periodo invernale Altipiani<br />

propone un’articolata proposta di<br />

escursioni caratterizzate dal silenzio<br />

e dall’armonia dei r<strong>it</strong>mi naturali<br />

alla scoperta degli angoli più belli e<br />

sconosciuti dell’altipiano silano, tra<br />

queste si segnalano:<br />

In Sila sulla neve con le ciaspole:<br />

lungo sentieri innevati per inseguire<br />

sulla neve le orme degli animali e<br />

cogliere, dai crinali più alti, paesaggi<br />

indimenticabili. La magia delle<br />

ciaspole, permette di compiere<br />

emozionanti e suggestive escursioni<br />

alla scoperta del meraviglioso mondo<br />

dell’alta montagna, nella suggestiva<br />

natura dei maestosi boschi silani.<br />

Sila X-Adventure: un’infin<strong>it</strong>à<br />

di sentieri innevati consentono<br />

agli amanti della natura un’ottima<br />

alternativa per avventurarsi nella<br />

magia dell’altipiano silano. Scoprire<br />

paesaggi incantati, lontano dalle piste<br />

battute, a stretto contatto con la<br />

natura, nello splendido scenario del<br />

Parco Nazionale della Sila.<br />

Sulle orme del lupo: un affascinante<br />

viaggio, dietro a soffici orme, alla<br />

scoperta della natura e degli animali<br />

nei mesi del grande freddo. Escursioni<br />

con le racchette da neve e camminate<br />

alla ricerca delle tracce del lupo e<br />

degli altri animali presenti nel bosco<br />

silano, con possibil<strong>it</strong>à di scorgere ed<br />

ammirare anche caprioli e scoiattoli.<br />

Un’esperienza unica che difficilmente<br />

verrà dimenticata.<br />

Per info e prenotazioni:<br />

Altipiani, via Roma 101 – 87052 camigliatello<br />

(cS)<br />

info@inaltipiani.<strong>it</strong><br />

339-2642365<br />

20<br />

La via deL<br />

traccioLino<br />

ITINERARIO NATURALISTICO<br />

– PANORAMICO – AD ANELLO<br />

TEMPO ORE: 3.30<br />

DISLIVELLO:<br />

300 S.L.M. - 650 S.L.M.<br />

DIFFICOLTA’:<br />

E. - ES C u R S I O n I S T I<br />

COMunI InTERESSATI:<br />

Pa l m i - Se m i n a r a<br />

di Geppino Carnevale<br />

Paragonato al sentiero azzurro<br />

del cuore delle “cinque terre”<br />

liguri, questo percorso si sviluppa<br />

interamente nel terr<strong>it</strong>orio della<br />

Costa Viola, chiuso tra il mare e le<br />

montagne, dominato da una serie di<br />

alte e frastagliate costiere, tra le quali<br />

spicca quella del Monte Sant’Elia,<br />

da dove è possibile ammirare un<br />

panorama unico, e che è il punto di<br />

partenza e di arrivo del percorso.<br />

Precisamente la passeggiata parte<br />

dal punto panoramico identificato<br />

come “tre Croci” dal quale è possibile<br />

osservare nell’intera sua magnificenza<br />

questo tratto di costa sicuramente tra<br />

i più spettacolari ed impervi, in un<br />

colpo d’occhio che spazia dalla stretto<br />

di Messina fino a Capo Vaticano, e<br />

anche se appare evidente lo stato di<br />

abbandono di tutta l’area, non si può<br />

restare indifferenti nell’ammirare lo<br />

spettacolo naturale che si presenta.<br />

Prendendo il sentiero in discesa<br />

che inizia dalla parte sottostante<br />

il belvedere, ci si r<strong>it</strong>rova da sub<strong>it</strong>o<br />

immersi in una f<strong>it</strong>ta vegetazione di<br />

castagni. Questa prima parte del<br />

sentiero, che ci porta dai 650 metri<br />

di partenza ai 300 circa, conduce a<br />

TERRA DI S. FANTINO<br />

IL SANTO PIU’ ANTICO DI CALABRIA<br />

di Mario Augimeri<br />

La terra di Calabria è ricchissima<br />

di storia: un percorso che<br />

parte addir<strong>it</strong>tura dal neol<strong>it</strong>ico per<br />

arrivare fino a noi. Le emergenze archeologiche<br />

sparse sul terr<strong>it</strong>orio testimoniano<br />

questa continu<strong>it</strong>à ab<strong>it</strong>ativa.<br />

E i testi storici pubblicati sono<br />

una fonte inesauribile di informazione<br />

e di nuove congetture.<br />

Sia nella storia che nella religios<strong>it</strong>à.<br />

Ma il problema è che questi tesori<br />

così tanto messi in evidenza nelle<br />

pubblicazioni ufficiali di archeologi e<br />

storici trovano spesso una corrispondenza<br />

sul terr<strong>it</strong>orio di degrado e di<br />

abbandono incredibile.<br />

Proprio dalla lettura di uno di questi<br />

testi, l’agiografia dei santi locali,<br />

circa 20 anni fa, venne fuori, agli occhi<br />

interessati di un gruppo di ragazzi<br />

di Palmi, l’esistenza di un santo,<br />

Fantino, vissuto e morto a Taureana<br />

di Palmi. Molto semplicemente vollero<br />

vedere di persona questo luogo<br />

descr<strong>it</strong>to e si accorsero con amarezza<br />

dello stato di profondo degrado<br />

ed abbandono della chiesetta dedicata<br />

al Santo.<br />

Spontanee sorsero tante domande:<br />

perché così? Come mai non si è<br />

fatto mai niente? Chi ha permesso<br />

questo degrado? Chi era san Fantino?<br />

Perché non se n’è saputo più niente<br />

nel terr<strong>it</strong>orio?<br />

Avrebbero potuto lasciar perdere,<br />

quei ragazzi. In fondo non erano tenuti<br />

a metter mano ad un luogo che<br />

non gli apparteneva: sarebbe stato<br />

un lavoraccio solo ripulirlo.<br />

E invece vollero fare qualcosa.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

quello che è l’antica via del tracciolino<br />

con la quale si giungeva anticamente<br />

a Bagnara. La via, quasi del tutto<br />

pianeggiante, offre la possibil<strong>it</strong>à di<br />

scorci panoramici emozionanti sulle<br />

pendici dirupate rivest<strong>it</strong>e di macchie<br />

foltissime, scavate sui fianchi dei<br />

canaloni che si proiettano in mare.<br />

Ogni postazione panoramica naturale,<br />

che si incontra, ha un nome particolare<br />

come: Zingara, Pietra del Corvo, Tre<br />

Casette, Drago, ecc.; a tratti i declivi<br />

sono caratterizzati dalle armacie, a<br />

testimonianza che in passato quelle<br />

terre così aspre, erano rese produttive<br />

dalla fatica dell’uomo che trasformava<br />

dei dirupi inaccessibili in ottimi<br />

vigneti inserendosi perfettamente<br />

nell’ambiente senza sconvolgimenti.<br />

Il panorama che si gode da questo<br />

sentiero è unico, nel periodo adatto si<br />

possono inoltre osservare le SPADARE,<br />

in ogni fase della loro caccia al<br />

pescespada (u pisci).<br />

Tra i mirti, l’origano, il timo, le<br />

ginestre, le euforbie, l’elleboro,<br />

ecc. percorrendo questo sentiero nel<br />

periodo primaverile, l’impatto con<br />

i colori e con gli odori tipici della<br />

macchia med<strong>it</strong>erranea corona, come<br />

la più classica delle ciliegie, questa<br />

escursione. Alla fine di questa strada<br />

pianeggiante sulla sx, si inerpica<br />

un sentiero, che ci riporta ai 650<br />

metri di Sant’ Elia, e che si innesta<br />

direttamente dove comincia quello<br />

del rientro. Lungo il r<strong>it</strong>orno, sulla dx ci<br />

affianca un filare di pini caratterizzati<br />

dalle chiome modellate dall’azione<br />

del vento, sulla sx invece, il colpo<br />

d’occhio sullo stretto apre il cuore.<br />

Sono immagini che lasciano libera la<br />

fantasia per osservare il teatro degli<br />

eventi epici di Scilla e Cariddi.<br />

Attraversando la pineta di Sant Elia, si<br />

giunge infine al nostro punto di partenza,<br />

un po stanchi, ma sicuramente molto<br />

soddisfatti.<br />

Vollero entrarci, nonostante i cumuli<br />

di calcinacci caduti dal tetto<br />

ormai assente, nonostante i chilometri<br />

di rampicanti a nascondere<br />

e deturpare i meravigliosi affreschi<br />

ancora visibili.<br />

E ci riuscirono. Tanto che notarono<br />

qualcosa: una apertura appena<br />

visibile, sotto il piano della chiesa e<br />

sopra un cumulo indecente di spazzatura<br />

d’ogni genere, che suggeriva<br />

un ambiente sotterraneo.<br />

Si sapeva dal 1950 che c’era qualcosa<br />

lì sotto, ma non esattamente cosa.<br />

E cominciarono a scavare, come<br />

novelli archeologi: terra, lavatrici,<br />

gomme, plastica, etc.<br />

Dopo una giornata di appassionato<br />

lavoro, la ri-scoperta di quella cripta<br />

fu come il primo passo sulla luna: una<br />

lenta, attenta, meticolosa, interessata<br />

osservazione di un ambiente con<br />

la volta a botte fatta a mattoni, arcate<br />

cieche ai lati, affreschi appena<br />

visibili, ma anche pavimento pieno<br />

d’acqua, gomme d’auto galleggianti.<br />

Lo stupore fu generale: cos’era?<br />

Non lo sapevano, i nostri umili<br />

ma testardi Indiana Jones, ma non<br />

avrebbero tardato a saperlo…<br />

Cripta S. Fantino<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

di Cettina Angì<br />

MARE NOSTRO<br />

L a marinella e i suoi fondali<br />

Cogliere di Palmi e della Marinella<br />

l’essenza più vera, che<br />

ne racchiuda profumi, colori, suoni<br />

ed emozioni, è lo spunto per compiere<br />

un breve “viaggio” alla scoperta<br />

dei fondali, guidati dalle immagini<br />

suggestive del “Centro immersioni<br />

Costa Viola”, con buona pace di coloro<br />

che in questo periodo -a torto o<br />

ragione- parlano della Calabria nei<br />

termini di un enorme ed eterogeneo<br />

conten<strong>it</strong>ore di rifiuti, quasi fosse<br />

terra da “ignorare”, senza storia e,<br />

soprattutto, senza futuro.<br />

Quale migliore punto di partenza<br />

dello scenario naturale che si ammira<br />

dal belvedere s<strong>it</strong>o in local<strong>it</strong>à<br />

Motta; scendendo via via lungo il<br />

percorso avvolto da una vegetazione<br />

selvaggia e dirompente di ulivi e<br />

fichi d’India, fin giù, laddove il mare,<br />

compreso in una conca, cinto dai<br />

grossi massi della costa e dagli alti<br />

scogli, figura in una cornice naturale<br />

come acquamarina incastonata in<br />

un prezioso anello.<br />

Questo “mare nostrum”, appunto,<br />

col suo fondale roccioso animato da<br />

singolari varietà di specie animali<br />

ed una multiforme vegetazione ricca<br />

di gorgonie ed anemoni, appare<br />

vero e proprio scrigno sottomarino,<br />

non meno suggestivo di tante de-<br />

PARAMURICEA CLAVATA<br />

PARAPANDALUS NARVAL<br />

CORALLIUM RUBRUM<br />

cantate mete esotiche e, per ciò<br />

stesso, bisognoso di salvaguardia e<br />

protezione.<br />

La Calabria, del resto, possiede<br />

uno straordinario mondo sommerso,<br />

in parte ancora da scoprire, per la<br />

cui tutela, l’Assessorato regionale<br />

all’Ambiente ha ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o cinque parchi<br />

marini e previsto, recentemente,<br />

la creazione di un sesto; un’iniziativa<br />

che, mirando a preservare le<br />

biodivers<strong>it</strong>à dei nostri mari, muove,<br />

soprattutto, dalla straordinaria scoperta<br />

avvenuta tempo addietro nei<br />

fondali presso Scilla della più grande<br />

foresta di corallo nero (Antipatella<br />

subpinnata) esistente al mondo.<br />

Uno straordinario patrimonio naturalistico,<br />

dunque, di flora e fauna,<br />

ed al contempo archeologico, arricch<strong>it</strong>o<br />

di continuo dai r<strong>it</strong>rovamenti di<br />

reperti di rilevante valore storico<br />

rinvenuti lungo il l<strong>it</strong>orale di Palmi<br />

da pescatori e subacquei, verosimilmente<br />

perduti o gettati in mare da<br />

marinai greci e romani che con le<br />

loro navi solcavano questo mare.<br />

Inoltrandoci a largo, in profond<strong>it</strong>à,<br />

nell’affievolirsi della luce che fende<br />

il blu scuro delle acque, è difficile<br />

immaginare l’inquinamento, i <strong>numero</strong>sissimi<br />

scarichi abusivi, la speculazione<br />

edilizia lungo le coste.<br />

Persino i recenti allarmi sulla possibile<br />

presenza di rel<strong>it</strong>ti mercantili<br />

con carichi di rifiuti tossici (e, forse,<br />

radioattivi), stride così violentemente<br />

con il sereno equilibrio della<br />

v<strong>it</strong>a marina da apparire inverosimile:<br />

una nuova emergenza che, oltre<br />

a cost<strong>it</strong>uire un serio pericolo per la<br />

nostra salute e quella delle generazioni<br />

future, rischia di ripercuotersi<br />

negativamente sia nell’amb<strong>it</strong>o della<br />

pesca che in quello turistico.<br />

In attesa di un impegno efficace<br />

da parte delle ist<strong>it</strong>uzioni - talvolta<br />

mancato - affinché mettano a disposizione<br />

tutti gli strumenti possibili<br />

per porre termine a quello che può<br />

diventare un disastro ecologicoambientale<br />

senza precedenti, così<br />

come di una reazione decisa della<br />

società civile, nell’approssimarsi<br />

del rientro, è ancora il fondale con i<br />

“(…) Or eccoti dinnanzi alla torre.<br />

E’ questa, come scorgi, una fabbrica<br />

antichissima: sarà stata forse eretta<br />

quando i nostri l<strong>it</strong>torali erano soggetti<br />

alle incursioni de’ Turchi (…)<br />

ma guarda ora il quadro che ti sta<br />

sotto gli occhi.<br />

Alle spalle Gioja, Nicotera, Capo<br />

Vaticano; a destra le isole Eolie e la<br />

Sicilia, di cui scorgi Punta di Melazzo,<br />

Punta di Faro; Punta di Pezzo,<br />

Scilla, Favazzina, e Bagnara con le<br />

loro p<strong>it</strong>toresche coste; e più in qua<br />

a te vicino la punta del monte S.<br />

Elia detta Arcodace, che come vuolsi<br />

è l’antico Arcus Audax, dove le<br />

navi di Enea furono sbattute dalla<br />

tempesta; ai piedi il mare che ti<br />

mormora, e cento legni che solcano<br />

le sue onde.<br />

Tu dunque sei innanzi a un panorama<br />

bellissimo che t’incanta; onde<br />

dopo avertelo interamente gustato,<br />

col cuore pieno di tante belle impressioni,<br />

dando un Addio all’amenissimo<br />

luogo, t’incamminerai per<br />

la medesima strada per la quale sei<br />

venuto (…)”<br />

(Domenico Guardata, Memorie sulla c<strong>it</strong>tà<br />

e terr<strong>it</strong>orio di Palme, 1858)<br />

21 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

<strong>it</strong>inerari<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

GROTTA DELL’ ARCUDACE - MARINELLA DI PALMI -<br />

colori di una sorprendente gorgonia<br />

a suggerire una visione di speranza<br />

come possibile antidoto all’opera<br />

distruttrice delle “creature” in superficie<br />

...<br />

E con il saluto all’ultimo corallo<br />

il nostro cammino si conclude al<br />

belvedere, il punto d’affaccio dal<br />

quale eravamo part<strong>it</strong>i: volgendo lo<br />

sguardo alla punta dell’Arcudace,<br />

estrema pendice del Sant’Elia, ove<br />

il m<strong>it</strong>o omerico di Aiace incontra la<br />

storia semplice di questi luoghi e,<br />

con essa, quell’armonia che la natura<br />

affida, da sempre, alla maestos<strong>it</strong>à<br />

della Marinella.<br />

foto sub palmi (per gentile concessione del Centro immersioni Costa Viola)


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

PER CONvINzIONE<br />

E NON PER<br />

EMULAzIONE<br />

di Walter Cricrì<br />

La first lady Michelle Obama,<br />

grande sosten<strong>it</strong>rice dell'agricoltura<br />

naturale, lascia spazio nei<br />

giardini della Casa Bianca ad un vero<br />

e proprio orto biologico. Dal 20 Gennaio<br />

scorso, nel giardino della Casa<br />

Bianca fiori e piante hanno lasciato<br />

spazio ad ortaggi rigorosamente coltivati<br />

secondo il metodo dell’agricoltura<br />

biologica, quindi senza utilizzo<br />

di pesticidi o f<strong>it</strong>ofarmaci, ed i<br />

prodotti ottenuti verranno utilizzati<br />

da Sam Kaas, cuoco della Casa Bianca,<br />

per preparare i menù giornalieri<br />

del presidente Obama e della first<br />

lady Michelle.<br />

E’ stata proprio lei a volere fortemente<br />

l’orto biologico, e per realizzare<br />

questa "impresa" ha avuto<br />

pronti i consigli di Alice Waters,<br />

esperta gastronoma e vice presidente<br />

internazionale di Slow Food<br />

(l'associazione internazionale no<br />

prof<strong>it</strong> che sostiene un nuovo modello<br />

di agricoltura meno intensivo e<br />

più pul<strong>it</strong>o).<br />

La decisione di coltivare verdure<br />

biologiche alla casa Bianca è davvero<br />

molto importante, infatti è senza<br />

dubbio un esempio di forte richiamo<br />

per la popolazione americana, sempre<br />

accusata di mangiare cibi cosiddetti<br />

"spazzatura". Il nuovo presidente<br />

riformerà l'amministrazione<br />

dell'ente americano che da sempre<br />

vigila sulla sicurezza alimentare e<br />

che negli ultimi anni non sembra<br />

aver svolto un lavoro ottimale. Sta<br />

di fatto che questo nuovo orto chiacchieratissimo<br />

e fotografatissimo sarà<br />

fonte di ispirazione per molti.<br />

Ma per noi di MadreTerra, questa<br />

che potrebbe essere per molti pura<br />

e sola moda, sarà lo spunto per rafforzare<br />

la nostra cultura agroalimentare<br />

basata sulla Nostra Dieta Med<strong>it</strong>erranea,<br />

percorrendola attraverso<br />

una serie di rubriche dedicate.<br />

22<br />

saPeri & saPori<br />

STRUNCATURA: UN MITO<br />

TRA LEGGENDA E PURA<br />

GASTRONOMIA TERRITORIALE<br />

LA VERA STRUNCATURA ALLA PARMISANA<br />

Ingredienti per quattro persone:<br />

- 400 g di pasta per “struncatura”;<br />

- uno spicchio d’aglio;<br />

- un pugno di alici dissalate;<br />

- peperoncino piccante;<br />

- pangrattato;<br />

- 1 dl di olio d’oliva extravergine;<br />

- sale q.b..<br />

Variante accettata:<br />

250 g di pomodorini “i siccagnu”.<br />

Preparazione:<br />

In una capiente padella, rosolare nell’olio extravergine d’oliva l’aglio tagliato<br />

a piccoli pezzi; aggiungere i filetti di alici dissalate e farli sciogliere;<br />

unire il peperoncino piccante. Dopo qualche minuto, aggiungere mezzo<br />

mestolo di acqua di cottura della pasta e continuare a cuocere a fuoco lento<br />

per far rapprendere il tutto. In una padellina abbrustolire qualche cucchiaio<br />

di pan grattato e metterlo da parte. Unire al condimento la pasta, una volta<br />

cotta; saltarla in padella per qualche minuto aggiungendo il pangrattato abbrustol<strong>it</strong>o.<br />

Con la variante, al posto dell’acqua di cottura della pasta, aggiungere<br />

i pomodorini “i siccagnu”, ben schiacciati, e portare a fine cottura.<br />

La “Struncatura” è un tipo particolare di piatto combinato con pasta, di<br />

fattura antica, che oggi si trova solo nel nostro circondario. Essa contribuì<br />

moltissimo ad arricchire la storia dell’alimentazione presso i ceti più bassi<br />

di questo terr<strong>it</strong>orio. Questa pasta era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dai rimasugli di pasta secca<br />

che residuavano nei pastifici come scarti di lavorazione. Veniva venduta a<br />

prezzo vile come mangime per animali, ma i contadini più poveri la utilizzavano<br />

per il proprio uso alimentare. Oggi si continua a vendere “sottobanco”,<br />

visto che non contiene grano duro - elemento essenziale per legge - e,<br />

sol<strong>it</strong>amente, si preferisce sost<strong>it</strong>uirla con pasta integrale che ha lo stesso<br />

caratteristico colore scuro della “struncatura”.<br />

Il nome non deriva dalla tipologia della pasta, bensì dalla ricetta a base di:<br />

alici salate, aglio, peperoncino e mollica di pane secco. Queste componenti,<br />

essenziali per la ricetta, fanno capire che ad accompagnarla necess<strong>it</strong>erebbe<br />

un’abbondante innaffiata di vino. E qui il motivo del nome della ricetta: questo<br />

piatto serviva alle mogli, stanche da una giornata di fatiche casalinghe,<br />

per stroncare il mar<strong>it</strong>o e quindi mandarlo a letto senza “disturbare”.<br />

Anziché veder valorizzato questo nostro piatto, sempre più spesso, lo r<strong>it</strong>roviamo<br />

reinterpretato con gusti e sapori che stravolgono la tradizional<strong>it</strong>à.<br />

Quasi come se ci vergognassimo dell’originale.<br />

Per quanto buone ed innovative, le ricette rivis<strong>it</strong>ate non riprendono quelle<br />

peculiar<strong>it</strong>à della “tradizione” per cui converrebbe, piuttosto, chiamare le “varianti”<br />

della ricetta con altri nomi di fantasia; con la stessa fantasia che vede<br />

utilizzare alici fresche, pinoli e finocchietto dando ad un piatto tipicamente<br />

rustico raffinate caratteristiche di dolcezza, delicatezza e “brodos<strong>it</strong>à”.<br />

IL CONSIGLIO DELL’ESPERTO<br />

Usiamo l’olio di oliva per friggere le nostre zeppole.<br />

La fr<strong>it</strong>tura in olio d’oliva, una<br />

delle tecniche di cottura più<br />

antiche, è ovunque un denominatore<br />

comune nella preparazione degli<br />

alimenti.<br />

I risultati di recenti ricerche permettono<br />

di sostenere che il metodo<br />

della fr<strong>it</strong>tura ha effetti benefici per<br />

la salute umana. Proprio per questo<br />

il sistema si è affermato anche<br />

in zone in cui nel passato era poco<br />

diffuso. La digeribil<strong>it</strong>à degli alimenti<br />

fr<strong>it</strong>ti dipende in gran parte dal tipo<br />

di olio utilizzato, dalla temperatura<br />

di fr<strong>it</strong>tura e dal sistema usato. Studi<br />

su persone sane e pazienti affetti<br />

da disturbi gastroduodenali (gastr<strong>it</strong>e,<br />

ulcera, disturbi epatici e biliari)<br />

hanno dimostrato che l’ingestione di<br />

alimenti fr<strong>it</strong>ti in olio d’oliva non è in<br />

rapporto con queste patologie.<br />

L’olio d’oliva è il grasso ideale per<br />

friggere. In condizioni di temperatura<br />

adeguate e quando non viene<br />

surriscaldato esso non subisce alcun<br />

cambiamento sostanziale nella sua<br />

struttura e mantiene meglio di altri<br />

oli le sue proprietà dietetiche, non<br />

solo per la presenza degli antiossidanti<br />

ma anche per la sua ricchezza<br />

di acido oleico. Il punto di fumo<br />

dell’olio d’oliva è elevato (210°C), e<br />

decisamente superiore ala temperatura<br />

ideale di fr<strong>it</strong>tura (180°C). I<br />

grassi che hanno un punto cr<strong>it</strong>ico a<br />

livello inferiore, come l’olio di mais<br />

e il burro, a quella temperatura si<br />

degradano, dando luogo alla formazione<br />

di prodotti tossici.<br />

Un altro aspetto pos<strong>it</strong>ivo dell’olio<br />

d’oliva nella fr<strong>it</strong>tura è la formazione<br />

di una crosticina sulla superficie<br />

dell’alimento che impedisce all’olio<br />

di penetrare al suo interno e lo rende<br />

più appetibile.<br />

Gli alimenti fr<strong>it</strong>ti in olio d’oliva contengono<br />

meno grassi rispetto a quelli<br />

fr<strong>it</strong>ti in altri oli, e di conseguenza l’olio<br />

d’oliva risulta particolarmente indicato<br />

per il controllo dell’obes<strong>it</strong>à. In conclusione,<br />

l’olio d’oliva è il più adatto ad<br />

ottenere fr<strong>it</strong>ti leggeri e sapor<strong>it</strong>i.<br />

L’olio d’oliva rende di più degli altri<br />

oli, non solo perche può essere<br />

utilizzato più di una volta, ma anche<br />

perché una volta scaldato aumenta<br />

dì volume e può essere utilizzato in<br />

quant<strong>it</strong>à più piccole. La digeribil<strong>it</strong>à<br />

dell’olio d’oliva rimane invariata anche<br />

se viene usato ripetutamente.<br />

Occorre ev<strong>it</strong>are di mescolare l’olio<br />

d’oliva con altri grassi o oli vegetali<br />

e in generale non va utilizzato più di<br />

4/5 volte.<br />

L’olio di fr<strong>it</strong>tura deve sempre essere<br />

ben caldo, altrimenti verrà assorbirò<br />

dagli alimenti. È importante che<br />

la fr<strong>it</strong>tura avvenga in una quant<strong>it</strong>à<br />

d’olio sufficiente perché se l’olio è<br />

troppo poco gli alimenti non diventano<br />

croccanti o si carbonizzano e<br />

l’olio rischia di surriscaldarsi.<br />

Per usi diversi è possibile scegliere<br />

tra oli diversi: gli oli d’oliva fruttato<br />

leggero sono ideali per la degustazione,<br />

per condire le insalate e le verdure,<br />

per preparare pesce bianco,<br />

fr<strong>it</strong>tate, uova al tegame, maionese e<br />

dolci. Un olio dal fruttato medio da<br />

un accento più personale a insalate e<br />

piatti della cucine regionali.<br />

Un olio dal fruttato intenso, con un<br />

tocco di amaro, rende più sapor<strong>it</strong>i fr<strong>it</strong>ti,<br />

soffr<strong>it</strong>ti, piatti in umido e stufati.<br />

Le caratteristiche biologiche dell’olio<br />

di oliva extravergine rimangono intatte<br />

quando viene utilizzato crudo e<br />

lo rendono adatto ad insalate e salse<br />

fredde e alla degustazione su pane o<br />

bruschetta.<br />

L’olio d’oliva va conservato al riparo<br />

dal calore intenso, dall’aria, dall’umid<strong>it</strong>à<br />

e soprattutto dalla luce.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

dalla tradizione<br />

Una cUcina<br />

semplice<br />

Zzippuli: da ‘Mmaculata<br />

ogni casa na padeddhata.<br />

Sei sono gli ingredienti fondamentali<br />

per perpetuare le<br />

tradizioni che annunciano le Feste<br />

Natalizie: farina, patate, liev<strong>it</strong>o (meglio<br />

pasta acida), acqua, sale ed olio<br />

extravergine di oliva per la fr<strong>it</strong>tura.<br />

Le varie aggiunte, poi, caratterizzano<br />

il terr<strong>it</strong>orio: zeppole dolci e salate,<br />

zeppole di San Giuseppe, zeppole<br />

a vento, zeppole di Carnevale,<br />

di Natale… sono tante le varianti sul<br />

tema zeppole: con ‘nduja, sarde o<br />

acciughe salate. Un’antica ricetta<br />

calabrese, recuperata in un manoscr<strong>it</strong>to,<br />

la vede fr<strong>it</strong>ta con un ripieno<br />

di ricotta caprina, fresca o salata.<br />

Ed ancora, dolci con uva pass<strong>it</strong>a di<br />

zibibbo, con miele, e una spolverata<br />

di zucchero.<br />

Nell’intera Calabria si usano preparare,<br />

con la scusa ed in nome del<br />

culto e della tradizione, nel periodo<br />

festivo tra Natale e Capodanno.<br />

L’espressione zeppola ci arriva, secondo<br />

il glottologo tedesco Gerhard<br />

Rohlfs, dal periodo tardo latino e rimanda<br />

a “dolce fatto di pasta e miele”.<br />

Il ricercatore Luigi Accattatis, nel<br />

“Vocabolario del Dialetto Calabrese”,<br />

traduce in diversi modi la parola<br />

zeppola: zippula, grispella, p<strong>it</strong>tula,<br />

mentre in altre aree della Calabria il<br />

nome varia in grispelluzza, grispella,<br />

grispedda, p<strong>it</strong>tulèlla, p<strong>it</strong>tulilla, p<strong>it</strong>tula,<br />

p<strong>it</strong>tulicchia, coculeja o curuicchia.<br />

Per Cofaccino, in onore alle consuetudini<br />

tradizionali calabresi, le zeppole<br />

“sono santificate dal costume<br />

dei romani, e dai lieti auspici della famiglia,<br />

che esso vi annette. Le inaugura<br />

il pater familias nella vigilia di<br />

Natale, tenendo un po’ la padella sul<br />

fuoco, quando si comincia a friggerle,<br />

oppure gettando, nell’olio caldo,<br />

il primo pezzetto di pasta, a questo<br />

uso preparato.” Questo impasto viene<br />

di volta in volta sapientemente<br />

accoppiato a elementi più nobili che<br />

conferiscono, a piacimento, un sapore<br />

dolce o salato.<br />

Spesso i detti popolari calabresi<br />

ricordano che, arrivato l’otto di <strong>dicembre</strong>,<br />

il giorno dell’Immacolata,<br />

bisogna incominciare ad impastare<br />

e friggere le prime zeppole: “da<br />

‘Mmaculata a prima padeddhata”<br />

oppure “da ‘Mmaculata ogni casa<br />

na padeddhata”. Questi modi di dire<br />

sulle zeppole erano utili per rappresentare<br />

una linea di confine, per<br />

delim<strong>it</strong>are l’inizio del tempo della<br />

festa, quando anche i detti scandivano<br />

un virtuale calendario. Secondo<br />

qualcuno, queste sconosciute<br />

zeppole arrivano dal periodo dei<br />

Saraceni; in realtà è probabile che<br />

provengano da culture più antiche e<br />

lo dimostrano le tante forme arcaiche<br />

di lavorazione che ancora oggi<br />

si portano appresso, in alcune aree<br />

della recond<strong>it</strong>a Calabria.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

‘NCISSI U SURICI<br />

A NUCI...<br />

Frutta secca a Natale! Ricca di<br />

qual<strong>it</strong>à ma attenti alle quant<strong>it</strong>à! P er la campagna olearia avviata,<br />

Già dagli anni ‘90 vari studi<br />

avevano evidenziato gli effetti<br />

pos<strong>it</strong>ivi delle noci a protezione<br />

da attacchi cardiaci e ictus.<br />

In segu<strong>it</strong>o, si è scoperto che i<br />

grassi contenuti in esse (pari a più<br />

del 60%), sono per la maggior parte<br />

monoinsaturi e polinsaturi benefici,<br />

che contribuiscono ad abbassare il<br />

colesterolo “cattivo” e la lipidemia<br />

nel sangue.<br />

Le noci sono ricche di sostanze<br />

benefiche come v<strong>it</strong>amine e minerali<br />

(ad esempio la v<strong>it</strong>amina E) con<br />

qual<strong>it</strong>à antiossidanti (o il magnesio<br />

importante per il controllo della<br />

pressione sanguigna).<br />

C’è anche l’ipotesi che possano<br />

avere effetto preventivo contro alcuni<br />

tipi di tumore.<br />

Tuttavia bisogna fare attenzione,<br />

in quanto alcune tipologie di<br />

frutta secca, hanno un elevato<br />

apporto energetico, pari a circa<br />

500-600 Kcal/100 g (ad esempio<br />

arachidi, mandorle, pistacchi e<br />

pinoli), questo significa che tre<br />

noci, apportano circa 100 Kcal e<br />

che equivalgono ad una merenda.<br />

Perciò è importante consumarle,<br />

ma in sost<strong>it</strong>uzione ad altri alimenti<br />

meno salutari!<br />

23 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

saPeri & saPori<br />

campagna olearia <strong>2009</strong>/10 con segnali pos<strong>it</strong>ivi<br />

I LAvORI NELL'ORTO A DICEMBRE<br />

Ortaggi in piena aria<br />

Iniziamo bene… Il mese di <strong>dicembre</strong><br />

spesso costringe l’orticoltore<br />

a un forzato riposo perché durante<br />

questo mese di sol<strong>it</strong>o il tempo<br />

non è molto favorevole alle attiv<strong>it</strong>à<br />

all’aperto, le giornate hanno poche<br />

ore di luce e le colture attuabili sono<br />

in <strong>numero</strong> ridotto. La sempre maggiore<br />

diffusione dei tunnel serra, anche<br />

nei piccoli orti, permette però,<br />

molto più che nel passato, di effettuare<br />

coltivazioni pure nella stagione<br />

fredda. Per questo motivo, se non lo<br />

avete già fatto in ottobre, proteggete<br />

le colture che, se lasciate scoperte,<br />

non potrebbero essere utilizzate d’inverno<br />

(lattughe e radicchi da taglio,<br />

prezzemolo, ravanelli, ecc.). Quando<br />

trasportate le piante dal pieno campo<br />

ai tunnel, toglietele con abbondante<br />

pane di terra, pul<strong>it</strong>ele da foglie e da<br />

altre parti guaste e ponetele le une<br />

accanto alle altre dentro un solco formato<br />

nel terreno smosso.<br />

Fate in modo di completare i lavori<br />

di protezione prima che inizino<br />

i grandi e persistenti cali termici.<br />

Senza usare strutture fisse e per un<br />

periodo abbastanza breve (cioè per<br />

circa 2-3 settimane) potete adoperare<br />

veli di “tessuto non tessuto”<br />

posti direttamente sulle piante. È<br />

opportuno però che stendiate i veli<br />

sulle aiuole prima che inizino le brinate.<br />

Potete tenere il “tessuto non<br />

tessuto” più a lungo (2 mesi e più)<br />

solo su varietà tardive di radicchio.<br />

Ovunque nel mondo trend pos<strong>it</strong>ivi in termini di quant<strong>it</strong>à e qual<strong>it</strong>à e salvo imprevisti,<br />

la Calabria, in linea con il resto dell’Italia, confermerà la tendenza produttiva.<br />

la stima delle giacenze di olio<br />

extravergine d’oliva risultano esigue.<br />

Chiaramente, ci riferiamo a grandi<br />

quant<strong>it</strong>ativi, non alle rimanenze<br />

ancora presenti nelle piccole-medie<br />

aziende olivicole <strong>it</strong>aliane.<br />

Lo stesso andamento dei prezzi<br />

all’ingrosso, con aumenti significativi<br />

negli ultimissimi mesi, mostra una<br />

certa vivac<strong>it</strong>à del mercato e in particolare<br />

di alcuni buyer, forse influenzati<br />

da previsioni negative e infauste<br />

per la campagna corrente.<br />

Nelle giornate soleggiate iniziate<br />

o continuate a sgomberare le aiuole<br />

dai residui delle coltivazioni ormai<br />

ultimate e procedete ai lavori<br />

di letamazione e vangatura specialmente<br />

se il vostro orto ha un terreno<br />

pesante e compatto.<br />

Vista la scars<strong>it</strong>à dei lavori che si<br />

possono eseguire in questo periodo<br />

all’aperto, procedete al riordino e<br />

alla manutenzione di attrezzi e materiali<br />

impiegati nella scorsa stagione<br />

produttiva. Compilate un elenco<br />

tanto di attrezzi, che dovrete sost<strong>it</strong>uire,<br />

che di materiali, di cui siete<br />

sforn<strong>it</strong>i e procedete, magari con<br />

gradual<strong>it</strong>à, agli acquisti necessari.<br />

Progettate poi il piano colturale<br />

sia per gli ortaggi di primo che di<br />

secondo raccolto, aiutandovi possibilmente<br />

con una piantina in scala<br />

del vostro orto. Individuate quindi<br />

con calma le varietà da coltivare per<br />

ogni singolo ortaggio e recatevi per<br />

tempo da più rivend<strong>it</strong>ori di sementi<br />

per verificare il materiale di cui<br />

dispongono. Consultate se possibile<br />

i cataloghi di diverse d<strong>it</strong>te produttrici<br />

per allargare, eventualmente,<br />

il <strong>numero</strong> delle varietà coltivate e/o<br />

per procurarvene di resistenti o tolleranti<br />

a malattie e parass<strong>it</strong>i.<br />

Scegliete con molta attenzione le<br />

varietà da mettere a dimora, perché<br />

da questa scelta spesso dipende<br />

la riusc<strong>it</strong>a delle colture -preferire<br />

una varietà o un’altra vuol dire disporre<br />

di prodotti finali anche molto<br />

diversi tra loro-.<br />

Se lo r<strong>it</strong>enete opportuno, o se nella<br />

vostra zona non riusc<strong>it</strong>e a trovare<br />

le varietà desiderate, effettuate<br />

senza problemi le ordinazioni a mezzo<br />

posta. Qualora da soli non riusciate<br />

a raggiungere le quant<strong>it</strong>à minime<br />

necessarie per l’invio, acquistate le<br />

sementi assieme ad altri orticoltori.<br />

I costi potranno risultare forse un<br />

po’ superiori, ma i risultati in genere<br />

ripagheranno abbondantemente<br />

questa maggiore spesa.<br />

Al contrario si r<strong>it</strong>iene che i volumi<br />

totali dei vari Paesi produttori del<br />

bacino del Med<strong>it</strong>erraneo non differiranno<br />

in maniera significativa rispetto<br />

alla passata stagione.<br />

Così i prezzi, anche se risulta azzardato<br />

fare ipotesi nel medio-lungo termine,<br />

dovrebbero, dopo l’ecc<strong>it</strong>azione<br />

per l’olio novello, tornare a calare.<br />

Le prime previsioni indicano una<br />

sostanziale tenuta della produzione<br />

rispetto all’anno passato. La quant<strong>it</strong>à<br />

realmente disponibile nel circu<strong>it</strong>o<br />

del commercio all’ingrosso dovreb-<br />

Ortaggi in coltura protetta<br />

Ricordate di arieggiare il più<br />

possibile i tunnel, la condensa<br />

che si forma al loro interno può<br />

portare alla distruzione quasi totale<br />

delle colture; vi sarebbe, inoltre,<br />

uno sbalzo troppo forte tra le<br />

temperature della notte e quelle<br />

del giorno, specialmente quando le<br />

giornate sono serene e ventilate.<br />

Non apr<strong>it</strong>e i tunnel serra solo con<br />

temperature sotto lo <strong>zero</strong> o nel caso<br />

si verifichino precip<strong>it</strong>azioni. Per ortaggi<br />

come i radicchi in attesa di imbianchimento<br />

e i porri potete invece<br />

lasciare i tunnel sempre aperti da<br />

entrambi lati. Su alcune coltivazioni<br />

(radicchio da taglio, rucola, ecc.)<br />

per cercare di lim<strong>it</strong>are ulteriormente<br />

i danni da gocciolamento, potete<br />

stendere un velo di tessuto non<br />

tessuto togliendolo però durante il<br />

giorno per far asciugare le piante e<br />

permettere loro di ricevere più luce<br />

possibile. Il tessuto non tessuto consente<br />

anche di anticipare la produzione<br />

perché aumenta la temperatura<br />

a livello del suolo.<br />

Se le coltivazioni avessero bisogno<br />

di essere irrigate, distribu<strong>it</strong>e<br />

acqua in quant<strong>it</strong>à molto lim<strong>it</strong>ata e<br />

in giornate soleggiate, in modo che<br />

aprendo i tunnel e arieggiando abbondantemente,<br />

la vegetazione possa<br />

asciugarsi. Cercate comunque di<br />

non bagnare le foglie e usate acqua a<br />

temperatura ambiente (tenete sotto<br />

i tunnel conten<strong>it</strong>ori sempre colmi).<br />

be attestarsi intorno alle 300.000<br />

tonnellate.<br />

E’ naturalmente il Sud Italia il principale<br />

giacimento produttivo. Come<br />

ogni anno la Puglia si attesterà regione<br />

leader, nonostante qualche inconveniente<br />

dovuto al maltempo nel<br />

nord del barese e, negli ultimi tempi,<br />

nel salento.<br />

Considerevole tenuta anche in Calabria,<br />

mentre la produzione in Sicilia<br />

dovrebbe essere più generosa rispetto<br />

all’annata scorsa.<br />

Contesto meno incoraggiante nell’<br />

Italia Centro-Nord, dove si evidenzia<br />

una campagna variegata, con<br />

zone che hanno mostrato una fruttificazione<br />

abbondante e altre che<br />

hanno subìto l’alternanza di produzione.<br />

Di certo moderata la produzione<br />

nell’entroterra toscano e nel<br />

v<strong>it</strong>erbese, così come in alcune aree<br />

umbre. In generale nel Centro-Nord<br />

si dovrebbe registrare una contrazione<br />

del 15-20% rispetto alla scorsa<br />

campagna.<br />

Annata, quindi, favorevole in Calabria,<br />

dalle 270 mila tonnellate dello<br />

scorso anno si dovrebbe passare alle<br />

300 mila previste, soprattutto nelle<br />

aree a nord della regione, dove, tra<br />

l’altro, la qual<strong>it</strong>à si presenta buona.<br />

L’incremento per la nostra regione è<br />

intorno al 20 per cento.<br />

Le concimazioni in inverno<br />

Se avete deciso di eseguire la<br />

letamazione, adoperate solamente<br />

letame ben maturo e non<br />

lasciatelo in superficie, ma interratelo<br />

in tutto lo strato lavorabile del<br />

suolo. Non disponendo di letame,<br />

potete impiegare quello concentrato-essiccato<br />

in pellet, che si trova<br />

facilmente confezionato in sacchi,<br />

presso i rivend<strong>it</strong>ori di prodotti per<br />

l’agricoltura.<br />

Per le quant<strong>it</strong>à da impiegare attenetevi<br />

a quanto indicato nelle istruzioni<br />

d’uso riportate sulle confezioni.<br />

Al momento della vangatura si<br />

può interrare anche i concimi a base<br />

di fosforo e potassio, sempre se si<br />

decide di utilizzarli.<br />

Questa pratica consente di distribuire<br />

meglio i fertilizzanti nello strato<br />

di terreno che viene lavorato.<br />

Altre operazioni<br />

Semine in letti caldi o sottovetro:<br />

Melanzane, zucchine, pomodori e<br />

Ravanelli.<br />

Semine in piena terra: Fave, Piselli.<br />

Piantagioni e trapianti: Aglio, Asparagi<br />

(zampe), Bulbilli di Cipolla,<br />

Carciofi.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Dott. Carmelo Infantino<br />

Quando qualche giorno fa, mi è<br />

stato proposto di collaborare<br />

con la readzione di questo giornale<br />

per curare una rubrica medica, non<br />

ho avuto es<strong>it</strong>azioni. Ho sub<strong>it</strong>o accettato,<br />

con l’entusiasmo che mi<br />

accompagna nella mia professione<br />

di medico, da sempre. Mi sono,<br />

pertanto, sub<strong>it</strong>o trovato di fronte al<br />

problema di come cominciare: che<br />

argomento affrontare? che taglio<br />

dare agli articoli? Così, dopo qualche<br />

riflessione, ho scelto di parlare del<br />

CONSULTORIO FAMILIARE (CF) e vi<br />

spiego perché. Intanto, mi permette<br />

di parlare di una parte del mio<br />

lavoro di specialista ginecologo (lavoro<br />

al CF di Palmi da più di 20 anni,<br />

oltre che fare il medico ospedaliero<br />

da quasi 30) e poi, visto che questo<br />

giornale nasce a Palmi, si occupa di<br />

Palmi e dintorni, mi è sembrato opportuno<br />

inaugurare questa rubrica<br />

con la descrizione di un servizio san<strong>it</strong>ario<br />

(finché non lo chiudono!) di<br />

estrema util<strong>it</strong>à per l’utenza, femminile<br />

e non, del nostro terr<strong>it</strong>orio. I CF<br />

nascono in Italia con la legge 405/75,<br />

in Calabria trovano applicazione con<br />

la legge regionale 26/76. A Palmi il<br />

CF è stato aperto il 27-7-1982. Anche<br />

se i CF si occupano di tante cose,<br />

come descr<strong>it</strong>to nella tabella di segu<strong>it</strong>o<br />

riportata, mi pare ovvio che<br />

tutte queste azioni riconoscono un<br />

comune denominatore che identifico<br />

in una sola parola: PREVENZIONE.<br />

Il CF è, infatti, il luogo in cui si fa<br />

prevenzione della salute, in particolar<br />

modo della salute della donna<br />

e del bambino ma anche assistenza<br />

alla coppia.<br />

Ma quando parliamo di prevenzione,<br />

non possiamo non collegare<br />

questa parola ad un’altra che è<br />

TUMORE. Il CF ha tra le sue attiv<strong>it</strong>à<br />

principali proprio quella di fare<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

24<br />

salUte e benessere<br />

prevenzione dei tumori femminili.<br />

Prevenzione dei tumori della mammella,<br />

del collo dell’utero, dell’endometrio,<br />

delle ovaie, della vulva,<br />

della vagina. Anche se, ormai da<br />

qualche anno, in Italia ci sono dei<br />

veri e propri programmi di screening<br />

per la prevenzione dei tumori femminili,<br />

ed in particolare mi riferisco<br />

al Pap-test come esame screening<br />

per la prevenzione del tumore del<br />

collo dell’utero, e alla mammografia<br />

come esame screening per i tumori<br />

della mammella, il ruolo del<br />

CF non è per questo sminu<strong>it</strong>o, anzi,<br />

direi che si è rafforzato. Questa non<br />

è solo una mia opinione, ma è anche<br />

l’opinione dello Stato Italiano,<br />

tant’è che, nell’anno 2000, si è avvert<strong>it</strong>a<br />

la necess<strong>it</strong>à di dettare, proprio<br />

con una legge ad hoc, i comp<strong>it</strong>i<br />

del CF. Infatti, il Progetto Obiettivo<br />

Materno Infantile - POMI, Decreto<br />

Ministeriale del 24/4/2000 (Gazzetta<br />

Ufficiale n. 131 del 7 giugno 2000)<br />

- definisce chiaramente che i CF si<br />

occupano: “della salute della donna<br />

in tutte le fasi della v<strong>it</strong>a” e stabilisce<br />

che: “la prevenzione e la presa in<br />

carico devono essere assolti dal primo<br />

livello, rappresentato dalla rete<br />

dei Consultori Familiari”. E ancora, i<br />

CF si occupano della “presa in carico<br />

dei casi problematici identificati<br />

nell’attiv<strong>it</strong>à svolta nei programmi di<br />

prevenzione”, in altre parole degli<br />

screening. Inoltre il CF è la struttura<br />

san<strong>it</strong>aria che per eccellenza si occupa<br />

dell’integrazione tra la domanda,<br />

che nasce dal terr<strong>it</strong>orio, e i servizi,<br />

sia del Distretto (ambulatoriali, sociali,<br />

socio-assistenziali) che delle<br />

strutture ospedaliere. Insomma il CF<br />

è la porta d’ingresso principale per<br />

l’accoglienza dei problemi di salute<br />

della donna, dei giovani e della famiglia<br />

(disagio familiare, confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à<br />

gen<strong>it</strong>ori/figli) e rappresenta la<br />

guida alla risoluzione del problema<br />

stesso. Ciò vale<br />

specialmente se<br />

trattasi di prevenzione<br />

dei tumori<br />

femminili. Lo sanno<br />

bene le nostre<br />

utenti più affezionate,<br />

ma anche le<br />

più diligenti, ed<br />

è per questo che<br />

sistematicamente,<br />

tranquillamente e<br />

serenamente, vengono<br />

al CF per fare<br />

le vis<strong>it</strong>e ginecologiche<br />

e/o senologiche<br />

annuali o per<br />

eseguire il Pap-test<br />

ogni tre anni, così<br />

come previsto dai<br />

programmi ministeriali<br />

di screening,<br />

salvo diversa<br />

indicazione. Qui,<br />

però, ora, voglio<br />

rivolgermi con maggiore<br />

forza e incisiv<strong>it</strong>à<br />

a tutte quelle<br />

donne che magari<br />

non hanno mai fatto<br />

un Pap-test o<br />

non hanno esegu<strong>it</strong>o<br />

mai, o quasi mai, la<br />

vis<strong>it</strong>a specialistica<br />

ginecologica o senologica,<br />

così come a quelle che pur<br />

avendo fatto il Pap-test, non sanno<br />

a chi chiedere consiglio sul risultato,<br />

o avere una giusta interpretazione<br />

su cosa fare di fronte ad un risultato<br />

incerto o anomalo. A tutte queste<br />

donne dico che il CF è la struttura<br />

san<strong>it</strong>aria ist<strong>it</strong>uzionalmente deputata<br />

sia alla prevenzione sia a risolvere i<br />

loro dubbi, le loro incertezze e ansie,<br />

che talvolta arrivano all’angoscia.<br />

Essere al vostro fianco è il nostro<br />

comp<strong>it</strong>o, è il nostro lavoro, da sempre!<br />

L’inv<strong>it</strong>o, pertanto, che faccio a<br />

tutte le donne è di seguire con fiducia<br />

i programmi di prevenzione dei<br />

tumori del collo dell’utero e della<br />

mammella, perché solo con la prevenzione<br />

si può avere la guarigione.<br />

Vi ricordo che tanto più precoce è<br />

la diagnosi, tanto maggiori sono le<br />

possibil<strong>it</strong>à di guarire. Oggi con un<br />

semplice esame, indolore come il<br />

Pap-test, o con una mammografia,<br />

si riesce a diagnosticare un tumore<br />

in fase non invasiva tal volta anche<br />

molti anni prima dei sintomi “irreparabili”.<br />

E’, pertanto, così, possibile<br />

attuare interventi chirurgici semplici<br />

e non demol<strong>it</strong>ivi e/o deturpanti<br />

ed eliminare completamente la malattia.<br />

Ciò però non è possibile se il<br />

tumore ha invaso altri tessuti oltre a<br />

quello di origine. Non bisogna, quindi,<br />

avere paura delle vis<strong>it</strong>e o degli<br />

esami preventivi, perchè, se esegu<strong>it</strong>i<br />

con regolar<strong>it</strong>à, ci consentono sempre<br />

una soluzione migliore al problema<br />

tumore. Prevenzione fa rima con<br />

guarigione è questo il messaggio che<br />

voglio dare a tutte le done di ogni<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

PREvENzIONE SENzA PAURA<br />

IL Ruolo dei Consultori Familiari<br />

disagi psico-sociali dei giovani, adozioni o affidi per le coppie che ne<br />

facciano richiesta<br />

educazione san<strong>it</strong>aria nelle scuole di primo e secondo grado, prevenzione<br />

delle malattie a trasmissione sessuale: AIDS, condilomi, sifilide,<br />

epat<strong>it</strong>i e altre infezioni sia virali che batteriche e/o micotiche<br />

prevenzione dell’aborto, corretta applicazione della legge 194/78<br />

sull’interruzione volontaria di gravidanza, problemi di steril<strong>it</strong>à e/o<br />

infertil<strong>it</strong>à della coppia<br />

assistenza alla donna incinta, assistenza della donna nel post partum,<br />

con cura sia della puerpera che allatta che del neonato e del<br />

bambino<br />

accoglienza dei giovani che scoprono la loro prorompente sessual<strong>it</strong>à<br />

con i relativi problemi contraccettivi, problemi della menopausa che<br />

ormai accompagna la donna per ben oltre un terzo della sua v<strong>it</strong>a<br />

controllo della fertil<strong>it</strong>à con una procreazione responsabile, prevenzione<br />

della violenza contro la donna ed emersione di tale fenomeno<br />

accoglienza sociale delle donne straniere alla loro crescente domanda<br />

di assistenza san<strong>it</strong>aria,<br />

età residenti e non nel nostro terr<strong>it</strong>orio.<br />

A loro ricordo l’indirizzo del<br />

CF di Palmi: Via Ibico 1 e il <strong>numero</strong><br />

di telefono 096621723, e le inv<strong>it</strong>o a<br />

rivolgersi con fiducia a tutti i CF per<br />

svolgere con seren<strong>it</strong>à e senza paura<br />

ogni attiv<strong>it</strong>à preventiva. Presso i CF<br />

troverete sempre qualcuno che saprà<br />

accogliervi con professional<strong>it</strong>à,<br />

cortesia e riservatezza nel rispetto<br />

della vostra privacy. Concludo con<br />

l’augurio che il Direttore Generale<br />

e la direzione strategica dell’ASP 5<br />

di RC, sappiano apprezzare il valore<br />

dei CF, strutture san<strong>it</strong>arie indispensabili<br />

per una moderna san<strong>it</strong>à,<br />

che sempre più mira alla prevenzione<br />

più che alla cura, (anche per<br />

ovvi motivi economici non trascurabili<br />

in tempi di crisi). Oggi i CF,<br />

per la loro peculiare e fondamentale<br />

azione di congiunzione e integrazione<br />

tra terr<strong>it</strong>orio e ospedale,<br />

sono strutture san<strong>it</strong>arie che vanno<br />

maggiormente potenziate e accred<strong>it</strong>ate;<br />

ed è per questo che rivolgo<br />

un appello alla Dirigenza dell’ASP<br />

5, affinché voglia trovare al più<br />

presto locali più idonei per il CF di<br />

Palmi che, per le innumerevoli attiv<strong>it</strong>à<br />

descr<strong>it</strong>te e sempre crescenti,<br />

soffre per la sistemazione in locali<br />

non più soddisfacenti per il comp<strong>it</strong>o<br />

da assolvere.<br />

Commenti e richieste di<br />

chiarimenti o domande<br />

su altri temi medici sono<br />

grad<strong>it</strong>i all’indirizzo:<br />

carmeloinfantino@alice.<strong>it</strong><br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Perché la camera iPerbarica<br />

Dott. Antonio Mura<br />

Quando oggi parliamo di camera<br />

iperbarica non abbiamo in<br />

mente il vecchio strumento di ricompressione<br />

ad aria utilizzato per<br />

riportare il subacqueo, colp<strong>it</strong>o da<br />

malattia da decompressione (MDD)<br />

nelle condizioni pressorie pari o più<br />

elevate di quelle alle quali era esposto<br />

durante l’immersione. Scopo di<br />

tale trattamento era, ed è, quello di<br />

ridurre le voluminose bolle di azoto<br />

(gas non metabolizzabile ed occupante<br />

spazio), veri e propri tappi<br />

gassosi ostruenti il circolo ematico,<br />

prodottesi a causa di una risal<strong>it</strong>a non<br />

rispettosa dei lunghi tempi, (tappe di<br />

sosta) necessari affinché la notevole<br />

quant<strong>it</strong>à di azoto accumulatosi nel<br />

sangue e nei tessuti, durante l’immersione,<br />

possa restare allo stato di<br />

soluzione nel sangue e venire così,<br />

lentamente eliminato dai polmoni.<br />

Questo risultato, nelle vecchie<br />

camere iperbariche a respirazione<br />

d’aria, veniva raggiunto in tempi<br />

piuttosto lunghi (fino a 36 ore), mentre<br />

nelle moderne camere a respirazione<br />

d’ossigeno occorrono meno di 3<br />

ore o, al massimo, 6 ore.<br />

Oggi, lo scopo e l’effetto principale<br />

che si ottiene con il trattamento in<br />

camera iperbarica è quello di fare arrivare<br />

l’ossigeno nei distretti corporei<br />

in cui, per s<strong>it</strong>uazioni locali patologiche,<br />

la normale respirazione di aria<br />

non consente di assicurare una sufficiente<br />

quant<strong>it</strong>à del gas v<strong>it</strong>ale.<br />

In pratica, la camera iperbarica,<br />

oggi, serve ad ev<strong>it</strong>are i danni (dolore,<br />

ulcere, necrosi, infezioni) causate da<br />

ipossie locali e/o a riattivare funzioni<br />

venute meno a causa di ipossia (ud<strong>it</strong>o,<br />

vista, etc.) degli organi interessati.<br />

Ciò è possibile perché l’ossigeno<br />

che arriva ai tessuti è quello disciolto<br />

nel plasma dei capillari arteriosi. Durante<br />

la normale respirazione di aria,<br />

la pressione dell’ossigeno disciolto in<br />

questi microvasi sanguigni, è pari a<br />

circa 74 mBar (millibar) e tale è, quindi,<br />

la pressione (“driving force”) con<br />

la quale l’ossigeno si diffonde verso<br />

le cellule.<br />

In condizioni normali, essa è sufficiente<br />

a nutrire di ossigeno le cellule<br />

affinché vi si compiano tutte le<br />

funzioni metaboliche. In presenza,<br />

invece, di alterazioni dei microvasi<br />

prodotte da patologie come il diabete,<br />

l’arteriosclerosi o da effetti<br />

secondari di terapie radianti etc.,<br />

di Teresa Laganà<br />

Il 4 Novembre segna l’inizio ufficiale<br />

della Pandemia in Italia. E’<br />

il giorno in cui il <strong>numero</strong> dei decessi<br />

s’impenna verso l’alto e molti di noi<br />

smettono di dormire sonni tranquilli.<br />

Anche perché, tra conferme e sment<strong>it</strong>e,<br />

ogni dato sembra essere difficilmente<br />

codificabile come il virus stesso<br />

e le sue mutazioni. Paradossalmente<br />

sono proprio le prime stime sull’evolversi<br />

della pandemia a confortarci:<br />

alla terza settimana di novembre il<br />

rapporto tra gli <strong>it</strong>aliani contagiati, le<br />

v<strong>it</strong>time accertate e i casi che necess<strong>it</strong>ano<br />

di assistenza respiratoria<br />

confermerebbe che l’influenza A non<br />

è tanto più pericolosa della “ stagionale”<br />

benchè più contagiosa. Il decorso<br />

sembra più o meno standard: qualche<br />

giorno di febbre molto alta, accompagnata<br />

da dolori articolari o cefalea,<br />

tosse oppressiva, debolezza e,salvo<br />

complicanze, dopo una settimana di<br />

riposo si torna alla normal<strong>it</strong>à. Perciò,<br />

in assenza di emergenza, meglio non<br />

intasare gli ambulatori ma contattare<br />

telefonicamente il proprio medico cu-<br />

25 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

salUte e benessere<br />

o in presenza di edemi, ematomi,<br />

raccolte piogene ( che allontanano<br />

le estrem<strong>it</strong>à dei capillari dalle cellule<br />

), la driving force, la pressione<br />

di spinta dell’ossigeno verso le cellule,<br />

si riduce notevolmente e diviene<br />

insufficiente a coprire le necess<strong>it</strong>à<br />

v<strong>it</strong>ali delle cellule, che, pertanto,<br />

vanno a morte.<br />

L’ossigeno respirato in camera<br />

iperbarica alle idonee pressioni di<br />

utilizzo fa salire la pressione di spinta<br />

dell’ossigeno nei capillari arteriosi<br />

ad oltre 2000 mBar, consentendo,<br />

così, all’ossigeno di superare le sopraccennate<br />

barriere patologiche<br />

ed essere utilizzato dalle cellule.<br />

Il notevole aumento della tensione<br />

di ossigeno, indotto dalla camera<br />

iperbarica, consente di capirne l’util<strong>it</strong>à<br />

in condizioni di emergenza quali<br />

l’intossicazione da monossido di<br />

carbonio (braciere, combustione da<br />

motore a scoppio, etc.) che inibisce<br />

il legame dell’ossigeno con l’emoglobina;<br />

le lesioni da schiacciamento;<br />

la sindrome compartimentale, in<br />

cui, nel distretto colp<strong>it</strong>o, è ridotta<br />

o assente la circolazione del sangue.<br />

Ma anche in stati patologici, a rischio<br />

non altrettanto immediato, la camera<br />

iperbarica può apportare benefici<br />

non raggiungibili con altri mezzi<br />

terapeutici. L’ossigeno iperbarico,<br />

infatti, riduce l’edema nei tessuti<br />

(cerebrale, muscolare, interstiziale,<br />

etc.) in cui è presente, come conseguenza<br />

di traumi, infezioni, o altre<br />

cause. Ciò, perché l’organismo<br />

reagisce all’eccesso di ossigeno nei<br />

tessuti prodotto dalla camera iperbarica,<br />

con una immediata riduzione<br />

del lume dei microvasi (vasocostrizione<br />

iperossica) e conseguente arresto<br />

dello stravaso causa di edema.<br />

Inoltre, l’ossigenoterapia iperbarica,<br />

aumentando la produzione<br />

di radicali liberi dell’ossigeno, distrugge<br />

i batteri anaerobi (Clostridium<br />

perfrigens, causa della<br />

gangrena gassosa, etc.) i quali non<br />

dispongono di difese (scavengers)<br />

contro gli stessi radicali liberi.<br />

E ancora, nelle aree tessutali<br />

carenti di ossigeno i naturali<br />

agenti di difesa (gra-<br />

nuloc<strong>it</strong>i, monoc<strong>it</strong>i,<br />

macroc<strong>it</strong>i) contro le<br />

infezioni, non sufficientementenutr<strong>it</strong>i<br />

di ossigeno, sono<br />

inattivi e impotenti<br />

contro i batteri pa-<br />

h1n1 come diFendersi?<br />

rante. Restare in casa a riposo è consigliabile,<br />

per non diffondere ulteriormente<br />

il contagio, ma anche perché<br />

se non adeguatamente combattuto il<br />

virus si moltiplica meglio e arriva più<br />

facilmente ai polmoni. Se ci si trova<br />

in buona salute è inutile vivere nella<br />

paura di contrarre l’influenza A, ma<br />

anche sottovalutarla non è la scelta<br />

giusta. Per prevenirla valgono le comuni<br />

norme igieniche come lavarsi<br />

spesso le mani con acqua e sapone soprattutto<br />

dopo aver frequentato luoghi<br />

pubblici o usare salviettine o gel<br />

contenenti alcol o amuchina. Acqua<br />

ossigenata, cloro, antisettici a base di<br />

iodio e alcol sono validi disinfettanti. I<br />

virus influenzali resistono fino a 48 ore<br />

sulle superfici dure, 12 sugli ab<strong>it</strong>i e sui<br />

tessuti, una decina di minuti nell’ambiente:<br />

è buona norma arieggiare<br />

spesso i locali. Per le pulizie domestiche<br />

i comuni detergenti vanno bene; il<br />

vapore è estremamente igienizzante e<br />

si può usare anche sui tessuti. Nei pubblici<br />

esercizi ev<strong>it</strong>are porte chiuse e<br />

riscaldamento al massimo e detergere<br />

spesso i piani di lavoro. Lim<strong>it</strong>are baci<br />

Commenti e richieste di<br />

chiarimenti o domande sul<br />

tema medico sono grad<strong>it</strong>i<br />

all’indirizzo:<br />

iomura@libero.<strong>it</strong><br />

La Camera iperbarica dell’Ospedale di Palmi<br />

togeni che, pertanto, prevalgono<br />

inducendo l’infezione<br />

Il trattamento di questi soggetti<br />

in camera iperbarica riattiva le<br />

cellule di difesa che potranno così<br />

contrastare e bloccare l’invasione<br />

batterica.<br />

Un altro vantaggioso apporto<br />

dell’ossigeno iperbarico è quello<br />

che si realizza a favore del tessuto<br />

osseo a rischio per traumi, fratture<br />

a r<strong>it</strong>ardato consolidamento,<br />

ridotta irrorazione ossea da apposizione<br />

di supporti vari di contenimento,<br />

etc.<br />

In questi casi, l’ossigeno iperbarico<br />

stimola il rinnovo degli osteoc<strong>it</strong>i,<br />

favorisce la mineralizzazione<br />

delle trabecole ossee, aumenta il<br />

flusso ematico e, con esso, l’apporto<br />

di ossigeno nell’area colp<strong>it</strong>a,<br />

inducendo la formazione di nuovi<br />

microvasi (neoangiogenesi).<br />

L’insieme di questi sopraccennati<br />

meccanismi di sostegno dell’ossigeno<br />

iperbarico, nelle ipossie localizzate<br />

e/o sistemiche, attraverso la<br />

ampia sperimentazione clinica acquis<strong>it</strong>a<br />

nelle diverse<br />

special<strong>it</strong>à mediche,<br />

convalidata attraverso<br />

ripetute Consensus<br />

Conference polispecialisticheinternazionali,<br />

consentono oggi<br />

di proporre le seguenti<br />

e abbracci (soprattutto ai bambini) e<br />

non stazionare in luoghi sovraffollati:<br />

E’ corretto tossire o starnutire coprendosi<br />

col gom<strong>it</strong>o al posto della mano;<br />

un paio di metri di distanza da un soggetto<br />

che presenta sintomi influenzali<br />

possono servire a proteggersi. Utile<br />

tenere in casa medicine per la febbre,<br />

rimedi per lo stomaco o antidiarroici,<br />

bevande con elettrol<strong>it</strong>i e v<strong>it</strong>amine.<br />

Qualche consiglio anche dalla medicina<br />

alternativa: per innalzare le difese<br />

immun<strong>it</strong>arie serve una dieta<br />

sana, integrata da v<strong>it</strong>amine,<br />

oligoelementi e minerali;<br />

sembrano funzionare anche<br />

l’aloe e la papaia fermentata;<br />

l’aceto di mele impedirebbe<br />

all’infezione di stabilizzarsi<br />

nell’organismo; l’anice stellato<br />

è all’origine del principio<br />

attivo dell’antivirale Tamiflu:<br />

una tisana calda (non boll<strong>it</strong>a)<br />

ogni mattina potrebbe fare<br />

opera di prevenzione. Senza<br />

dimenticare aglio, arance, tè<br />

verde, i lactobacilli dello Yogurt<br />

e acqua a volontà. In de-<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

indicazioni della ossigeno-terapia<br />

iperbarica:<br />

. malattia da decompressione,<br />

embolia gassosa arteriosa<br />

. intossicazione da monossido di<br />

carbonio, cianuro e sostanze metaemoglobinizzanti<br />

. gangrena gassosa da clostridi<br />

. lesione o sindrome da schiacciamento<br />

. gangrena umida delle estrem<strong>it</strong>à<br />

in diabetici<br />

. infezioni dei tessuti molli da<br />

flora batterica mista<br />

. osteoradionecrosi , radionecrosi<br />

dei tessuti molli<br />

. sord<strong>it</strong>à improvvisa da barotrauma<br />

vascolare<br />

. enter<strong>it</strong>e, proct<strong>it</strong>e, cist<strong>it</strong>e da radiazioni<br />

. ulcere da insufficienza venosa<br />

e/o arteriosa<br />

. osteomiel<strong>it</strong>e acuta e cronica<br />

. osteonecrosi asettica (testa del<br />

femore), osteoporosi post-traumatica<br />

. trapianti cutanei a rischio, reimpianti<br />

di estrem<strong>it</strong>à<br />

. edema cerebrale acuto o post<br />

ipossico<br />

. retin<strong>it</strong>e pigmentosa, trombosi<br />

dell’arteria e/o vena centrale della<br />

retina<br />

. ustioni estese o malattia da<br />

ustione<br />

. malattie autoimmuni (sindrome<br />

di Lyell).<br />

fin<strong>it</strong>iva molti sono i modi per prevenire<br />

o combattere l’influenza A senza abbandonarci<br />

al panico:Nel 1918 la Spagnola<br />

causò nel mondo oltre 50 milioni<br />

di morti, nel 1957 toccò all’Asiatica<br />

con 2milioni, nel 1968 alla Hong Kong<br />

con oltre 700.000. Da quasi 10 anni abbiamo<br />

varcato le soglie del terzo millennio<br />

e possediamo un patrimonio di<br />

conoscenza tale da consentirci di guardare<br />

con speranza ad un epilogo ancor<br />

meno drammatico.


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

INFANzIA RICONOSCIUTA<br />

di Nella Cannata<br />

Il riconoscimento delle peculiar<strong>it</strong>à<br />

e specific<strong>it</strong>à dell’età infantile<br />

nasce in un’epoca relativamente<br />

recente. Nel passato l’infanzia era<br />

considerata un’età minore, di passaggio,<br />

da superare al più presto,<br />

in vista dell’inserimento in qualche<br />

attiv<strong>it</strong>à lavorativa volta a sostenere<br />

l’economia familiare. La stessa terminologia<br />

rifer<strong>it</strong>a al mondo infantile<br />

rimanda al “senso di mancanza” e di<br />

inadeguatezza: infante è colui che<br />

non parla, bambino è il diminutivo<br />

di “bambo” (rimbamb<strong>it</strong>o), fanciullo<br />

vuol dire sempliciotto.<br />

Insomma, il linguaggio usato dagli<br />

adulti per denominare questa fase,<br />

lascia trasparire un sentimento di<br />

ambigu<strong>it</strong>à e di scarsa considerazione<br />

del bambino.<br />

Occorre attendere il XIX secolo<br />

per assistere al pieno riconoscimento<br />

dell’infanzia come età “altra” rispetto<br />

a quella adulta, in riferimento<br />

a differenze nei modi di conoscere e<br />

relazionarsi col mondo esterno.<br />

E’ in questo periodo che si avvia,<br />

infatti, una pol<strong>it</strong>ica di assistenza alle<br />

madri che lavorano,volta alla cura e<br />

all’educazione dei piccoli.<br />

Nascono così, le sale di custodia e<br />

gli asili di inizio secolo, con strutture<br />

pensate per sorvegliare e controllare<br />

il maggior <strong>numero</strong> di bambini nel<br />

minimo spazio possibile.<br />

Con l’avvento del “Cogn<strong>it</strong>ivismo”,<br />

nella stagione del Piaget e del Bruner<br />

si punta a favorire e ad accelerare lo<br />

sviluppo cogn<strong>it</strong>ivo del bambino e si<br />

26<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

mondo scUola<br />

Scuola e Precariato<br />

accentua la tendenza a stimolarlo<br />

precocemente, in vista dei successivi<br />

apprendimenti della Scuola Elementare.<br />

Gli spazi sono organizzati<br />

e strutturati per favorire, nel bambino,<br />

l’esperienza logico-cogn<strong>it</strong>iva,<br />

sensoriale e corporea della realtà:<br />

è il 1968, con la legge 444 nasce la<br />

Scuola Materna.<br />

In questi ultimi 40 anni, le pol<strong>it</strong>iche<br />

per l’Infanzia, attuate con il<br />

susseguirsi di norme, riforme e Indicazioni<br />

nazionali, hanno contribu<strong>it</strong>o<br />

a costruire una nuova idea di Scuola<br />

che risponde ad una prospettiva<br />

ecologica e ad una impostazione<br />

pedagogica proiettata verso la central<strong>it</strong>à<br />

della persona.<br />

E’ la scuola dei “laboratori” che<br />

permette al bambino di scoprire<br />

la realtà, osservarla e conoscerla<br />

secondo i propri r<strong>it</strong>mi, creando interazioni<br />

sociali con gli altri e con<br />

l’ambiente. Gli spazi educativi sono<br />

progettati e strutturati per favorire<br />

processi di apprendimento autonomi<br />

e personali, attraverso strategie<br />

metodologiche mirate e significative<br />

che valorizzano “Il saper essere e il<br />

saper fare”.<br />

La Scuola dell’Infanzia di oggi è un<br />

luogo curato che non impone regole<br />

dall’alto ma aiuta ogni bambino a diventare<br />

se stesso, la persona che è,<br />

e a tirare fuori i propri saperi, sviluppandoli<br />

con l’aiuto dei compagni<br />

e degli adulti.<br />

È un luogo sicuro dove ogni bambino<br />

è amato, segu<strong>it</strong>o e accompagnato<br />

verso le esperienze della v<strong>it</strong>a<br />

con competenza e generos<strong>it</strong>à.<br />

ALLA SCUOLA SOLO PAROLE?<br />

di Giovanna Morab<strong>it</strong>o<br />

Come di consueto il Presidente<br />

della Repubblica Giorgio Napol<strong>it</strong>ano<br />

ha inaugurato il 24 settembre<br />

scorso l’apertura dell’anno scolastico<br />

con un discorso rivolto agli studenti,<br />

alle famiglie, al personale della<br />

scuola. Dice il Presidente: -Ragione<br />

di debolezza strutturale del nostro<br />

sistema economico e sociale è l’insufficiente<br />

valorizzazione del nostro<br />

cap<strong>it</strong>ale umano… l’Italia è, purtroppo<br />

un paese in cui l’istruzione non è<br />

ancora abbastanza efficiente.<br />

Aggiunge il Ministro Gelmini, in<br />

occasione della medesima cerimonia<br />

: -E’ questa la scuola che vogliamo<br />

offrire a voi ragazzi... la scuola dell’<br />

inclusione che funga da ascensore<br />

sociale… una scuola mer<strong>it</strong>ocratica…<br />

perché il mer<strong>it</strong>o è la più alta forma<br />

di democrazia… una scuola degna di<br />

un paese che deve investire sui suoi<br />

giovani.<br />

Entrambi puntano poi l’ attenzione<br />

sulla recente introduzione dello studio<br />

della Carta Cost<strong>it</strong>uzionale (grazie alla<br />

nuova disciplina “C<strong>it</strong>tadinanza e Cost<strong>it</strong>uzione”)<br />

che all’ articolo 2 rec<strong>it</strong>a: “<br />

E’ comp<strong>it</strong>o della Repubblica rimuo-<br />

vere gli ostacoli che impediscono il<br />

pieno sviluppo della persona umana”,<br />

ostacoli tra i quali il Presidente<br />

annovera, appunto, un insufficiente<br />

livello di istruzione, spesso causato nel<br />

Sud d’ Italia da un redd<strong>it</strong>o familiare al<br />

lim<strong>it</strong>e della povertà.<br />

Ma se è pur vero che il momento di<br />

attuale crisi economica, non consente<br />

grandi stanziamenti finanziari per l’ istruzione<br />

e la formazione delle future generazioni,<br />

tuttavia vorremmo auspicare un<br />

cambiamento di rotta , un segnale seppur<br />

“senza portafoglio” che indichi che veramente<br />

lo Stato <strong>it</strong>aliano crede sia necessario<br />

ed utile destinare fondi alla scuola, ai<br />

giovani mer<strong>it</strong>evoli soprattutto, quindi al<br />

futuro stesso della nostra nazione.<br />

Come un buon padre di famiglia<br />

che deve r<strong>it</strong>enere il costo dei libri<br />

non solo una spesa di danaro, ma soprattutto<br />

un investimento, così oggi è<br />

improcrastinabile che la percentuale<br />

di PIL che lo Stato destina all’istruzione,<br />

alle scuole, all’ edilizia scolastica,<br />

ai docenti sia da innalzare assolutamente,<br />

se l’Italia non vuole rimanere<br />

sempre in coda ad ogni rilevazione dei<br />

test PISA dell’ OCSE, per quanto attiene<br />

i livelli di preparazione dei nostri<br />

giovani.<br />

di Pasquino<br />

tagli nella scuola hanno inte-<br />

I ressato un <strong>numero</strong> ingente di<br />

personale e sono stati innanzi tutto<br />

iniqui, inefficaci per la necessaria razionalizzazione<br />

della spesa e soprattutto<br />

rischiano di avere costi sociali<br />

enormi. A questo, il prossimo anno si<br />

aggiungeranno gli effetti della riforma<br />

della scuola secondaria superiore,<br />

che, pur seguendo cr<strong>it</strong>eri di modernizzazione<br />

e di equ<strong>it</strong>à, viene oggi<br />

condotta con modal<strong>it</strong>à e tempi che<br />

produrranno nuovo precariato.<br />

In questi giorni, la maggioranza si<br />

è fatta evidentemente due conti e si<br />

è resa conto di non poter mantenere<br />

la promessa fatta al Paese. Il centrodestra<br />

infatti, aveva detto che - grazie<br />

ai pensionamenti - non ci sarebbero<br />

stati licenziamenti, ma “solo”<br />

un minor <strong>numero</strong> di supplenze annuali,<br />

ma così non è stato. Si prova,<br />

quindi, a correre ai ripari nel modo<br />

più semplice: aumentando il <strong>numero</strong><br />

dei pensionamenti. Siamo di fronte<br />

al secondo caso di sottovalutazione<br />

del costo sociale dell’operazione risparmio<br />

voluta da Tremonti. Prima<br />

non si è ag<strong>it</strong>o per tempo sul fronte<br />

degli ammortizzatori sociali per i<br />

precari lasciati senza lavoro, ora arriva<br />

la proposta del Sen. Vald<strong>it</strong>ara:<br />

prepensionamento di circa 20.000<br />

docenti! egli spera, così, di salvare<br />

da una seconda figuraccia il Ministro<br />

Gelmini che ha, evidentemente, sopravvalutato<br />

le capac<strong>it</strong>à del suo collega<br />

con delega all’Economia, di calcolare<br />

l’impatto occupazionale delle<br />

sue proposte.<br />

Ancora una volta si preferisce far<br />

gravare sui costi del nostro malandato<br />

sistema previdenziale, la necess<strong>it</strong>à<br />

di contenere l’inev<strong>it</strong>abile calo<br />

di consenso per scelte sbagliate e<br />

impopolari.<br />

In un quadro di riferimento di<br />

questo tipo, i giovani e le famiglie<br />

<strong>it</strong>aliane non possono accettare di<br />

continuare a sentir parlare delle<br />

spese per l’istruzione, come di un<br />

insopportabile peso, senza con ciò<br />

decretare la fine delle speranze di<br />

miglioramento, basate sul mer<strong>it</strong>o di<br />

ciascuno. Quando si potrà considerare<br />

davvero la formazione come ciò<br />

che determina il futuro del Paese e<br />

non come la palestra degli annunci e<br />

delle demagogie?<br />

ALLA SCOPERTA DELL’ARCIPELAGO EOLIANO<br />

di Franca Barillaro<br />

Nel mese di ottobre, 40 alunni<br />

della Scuola Primaria San<br />

Francesco di Palmi, nell’amb<strong>it</strong>o<br />

del Piano Regionale per le Risorse<br />

Umane <strong>2009</strong> POR FSE CALABRIA<br />

2007/13, hanno realizzato, grazie<br />

ai fondi Eeuropei, un Campo-Scuola<br />

della durata di 15 giorni nell’arcipelago<br />

eoliano. L’obiettivo educativo<br />

generale del progetto è<br />

stato quello di fornire agli alunni<br />

le giuste competenze, attraverso<br />

un percorso naturalistico-ambientale,<br />

geo-vulcanologico ma, anche<br />

scientifico, fisico e matematico.<br />

Un terr<strong>it</strong>orio perfetto, dunque,<br />

per esprimere i concetti alla base<br />

del significato del campo-scuola<br />

dove si può fare esperienza in un<br />

contesto di grande impatto didattico.<br />

Uno studio sicuramente “pratico”<br />

basato sull’esperienza diretta,<br />

sul gioco-scoperta che ha reso<br />

i giovani allievi più motivati.<br />

L’esperienza è stata articolata<br />

in 5 differenti momenti: la scoperta,<br />

il gioco-avventura, il laboratorio,<br />

la riflessione, l’animazione.<br />

Affiancati da guide esperte e<br />

attraverso l’esplorazione dell’ambiente<br />

effettuata con escursioni<br />

in motobarca diurne e notturne;<br />

la scalata al cratere a Vulcano; il<br />

giro delle isole, gli alunni hanno<br />

avuto la possibil<strong>it</strong>à di assimilare<br />

molteplici nozioni di scienze,<br />

orientamento, geologia, vulcanologia<br />

e fisica. L’indimenticabile<br />

percorso, inoltre, ha aiutato i più<br />

deboli a sviluppare la fiducia in se<br />

stessi, facendo superare momenti<br />

di crisi e di insuccesso scolastico,<br />

stimolando in loro la voglia di fare<br />

e di scegliere consapevolmente<br />

i propri percorsi di v<strong>it</strong>a. Ottimi<br />

sono stati poi i rapporti interpersonali<br />

non solo con il gruppo ma,<br />

anche con le diverse figure adulte<br />

coinvolte nel progetto educativo.<br />

La partecipazione attiva degli<br />

allievi in ogni singolo momento<br />

dello svolgimento del programma<br />

ha susc<strong>it</strong>ao il pos<strong>it</strong>ivo riscontro<br />

da parte del Dirigente Scolastico<br />

Annunziato Santoro e dei<br />

docenti accompagnatori: Teresa<br />

Augimeri,Franca Barilaro, Giuliana<br />

Martire e Rosamaria Pirrottina.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

1. Perché hai deciso di restare?<br />

Le scelte che una ragazza diciottenne<br />

fa riguardo al proprio futuro,<br />

sono da un lato, animate dall’entusiasmo<br />

di dover cominciare una<br />

nuova v<strong>it</strong>a, dall’altro dal timore di<br />

allontanarsi troppo da ciò che ha<br />

sempre sent<strong>it</strong>o proprio. Tale timore,<br />

appunto, la paura di dare una svolta<br />

troppo grande alla mia v<strong>it</strong>a ha influ<strong>it</strong>o<br />

in parte nella mia decisione di<br />

restare in Calabria, ma ovviamente,<br />

animata da grandi passioni ed aspettative,<br />

sono andata alla ricerca del<br />

mio percorso, della facoltà da scegliere<br />

e dell’univers<strong>it</strong>à più idonea a<br />

tale scopo. Ebbene, l’Univers<strong>it</strong>à della<br />

Calabria mi offriva la possibil<strong>it</strong>à di<br />

un buon livello di studio:una facoltà<br />

ed una organizzazione che rispondeva<br />

alle mie esigenze di ragazza neodiplomata<br />

e nello stesso tempo mi<br />

offriva la possibil<strong>it</strong>à di cambiare la<br />

mia v<strong>it</strong>a gradualmente, di uscire di<br />

casa ma non allontanarmi troppo.<br />

2. Com’ è la tua esperienza attuale?<br />

Attualmente definirei la mia esperienza<br />

nella c<strong>it</strong>tà di Cosenza estremamente<br />

pos<strong>it</strong>iva. Frequento, ormai, il<br />

quarto anno e durante questi anni,<br />

oltre ad acquisire una buona preparazione,<br />

ho avuto la possibil<strong>it</strong>à di fare<br />

diverse esperienze, grazie soprattutto<br />

al supporto degli insegnanti, che<br />

mi hanno proiettato in maniera pratica<br />

in quello che potrà essere il mio<br />

futuro lavorativo, attraverso iniziative<br />

di vario genere, quali viaggi di<br />

studio e workshop all’estero.<br />

3. Quali obiettivi ti sei posta?<br />

Sfruttare qualsiasi opportun<strong>it</strong>à mi<br />

venga offerta, sia nello studio che<br />

nelle esperienze di v<strong>it</strong>a.<br />

4. E’ importante per te costruire<br />

il tuo futuro qui?<br />

Certamente la terra dove sono<br />

nata e cresciuta occupa un posto<br />

importante della mia v<strong>it</strong>a, ma non<br />

credo che mi dia la possibil<strong>it</strong>à di costruire<br />

qui il mio futuro. Considero<br />

il mio paese parte della mia infanzia<br />

ma purtroppo le mie previsioni future<br />

si allontanano da questi luoghi.<br />

5. Cosa comporta, per te, restare<br />

vicino a Palmi?<br />

Il fatto di trovarmi a sole due ore<br />

di treno da Palmi è sicuramente<br />

qualcosa che mi dà sicurezza e mi<br />

ha permesso di mantenere il contatto<br />

col mio paese ma, nello stesso<br />

tempo, non mi ha precluso la possibil<strong>it</strong>à<br />

di fare la mia v<strong>it</strong>a e le mie<br />

esperienze fuori casa e di acquistare<br />

una certa indipendenza.<br />

6. Come è cambiata la tua v<strong>it</strong>a?<br />

La mia v<strong>it</strong>a è cambiata in maniera<br />

graduale. Inizialmente il pensiero<br />

più forte era quello di tornare a<br />

casa alla prima occasione, passavo<br />

poco tempo nella mia nuova c<strong>it</strong>tà.<br />

Conoscere un’altra realtà, gente<br />

diversa, ab<strong>it</strong>uarsi a nuovi r<strong>it</strong>mi, mi<br />

ha fatta crescere e mi ha proiettata<br />

completamente verso il mio futuro.<br />

Credo che la differenza tra l’andare<br />

lontano e restare stia proprio nella<br />

veloc<strong>it</strong>à dei cambiamenti, che<br />

ha influenzato ed intimor<strong>it</strong>o le mie<br />

scelte.<br />

7. Hai mai pensato di voler an-<br />

27 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

la Parola ai giovani<br />

10 DOMANDE A…<br />

dare via?<br />

Certamente ci ho pensato in diversi<br />

momenti del mio percorso, trovando<br />

risposte diverse, ma ho deciso<br />

di continuare qui il mio percorso di<br />

studio e di rimandare un’eventuale<br />

partenza dopo averlo completato.<br />

8. Quali prospettive ti aspettano?<br />

Non credo che la nostra regione<br />

sia riusc<strong>it</strong>a, negli anni passati, ad<br />

offrire certezze lavorative ai giovani,<br />

non solo, non credo che possa<br />

soddisfare al massimo le nostre<br />

ambizioni. Questo allontana sicuramente<br />

le mie prospettive dalla Calabria<br />

e da Palmi, per quanto riguarda<br />

il mio futuro lavorativo.<br />

9. Cosa pensi vada cambiato nel<br />

nostro circu<strong>it</strong>o scuola\univers<strong>it</strong>à?<br />

Sappiamo tutti che molte sono le<br />

cose che non vanno nell’amb<strong>it</strong>o univers<strong>it</strong>ario<br />

calabrese o del sud in generale;<br />

la mancanza di organizzazione<br />

e talvolta la poca serietà mettono<br />

praticamente in fuga i ragazzi. Credo<br />

che il problema di tutto ciò stia proprio<br />

nella mancanza di fiducia che la<br />

regione e la sua popolazione ha di se<br />

stessa. Intendo dire che non c’è mai<br />

stata la volontà di pretendere eccellenza<br />

né di rinnovare e migliorare il<br />

sistema, mentre è ricorrente la tendenza<br />

ad accontentarsi, a r<strong>it</strong>enersi<br />

fortunati solo perché ci viene concessa<br />

la possibil<strong>it</strong>à di studiare qui;<br />

questo per me significa non credere<br />

nelle possibil<strong>it</strong>à di questa regione e<br />

preferire stare ai margini piuttosto<br />

che emergere.<br />

10. Cosa pensi si debba valorizzare<br />

per migliorare il nostro sistema?<br />

Credo che le maggiori carenze riguardino<br />

soprattutto le strutture.<br />

La Calabria talvolta non riesce a<br />

dare garanzie per la mancanza di<br />

mezzi adeguati. I giovani partono,<br />

assorb<strong>it</strong>i da grosse aziende o industrie<br />

del nord, attratti dalla ricchezza<br />

di innovazioni e di contatti,<br />

mentre il sud si accontenta della<br />

sua posizione marginale. Perciò il<br />

primo passo è dotare la regione di<br />

strutture adeguate ed alimentare<br />

continuamente il progresso.<br />

1. Perché hai deciso di andare al<br />

nord?<br />

Più che andare al “nord”, la mia decisione<br />

è stata quella di “andare” da<br />

qualche altra parte. Sub<strong>it</strong>o dopo il<br />

diploma era tanta la voglia di vedere<br />

il mondo fuori da Palmi e dalla Calabria,<br />

anche se la scelta che ho fatto è<br />

stata, naturalmente, influenzata da<br />

motivazioni più strettamente legate<br />

alla mia formazione e alle successive<br />

possibil<strong>it</strong>à di trovare un impiego.<br />

2. Come è stata la tua esperienza?<br />

Dura, all’inizio. La Metropoli è un<br />

nemico forte: durante i primi anni il<br />

mio motto è stato, banalmente :”Ce<br />

la farò”. In c<strong>it</strong>tà la gente corre e la<br />

mente ti si riempie di facce diverse<br />

e sconosciute, i r<strong>it</strong>mi si stravolgono,<br />

ti mancano gli odori come quello del<br />

mare e del ragù di nonna la mattina<br />

di domenica. Intanto gli amici di<br />

sempre si disperdono per l’Italia, e<br />

la tua famiglia è così lontana che<br />

quando r<strong>it</strong>orni a casa, dopo mesi,<br />

trovi il tuo armadio invaso dai vest<strong>it</strong>i<br />

di qualcun altro. Poi ti ab<strong>it</strong>ui<br />

e finisce che quel r<strong>it</strong>mo di v<strong>it</strong>a così<br />

serrato ti piace anche; io ho scoperto<br />

che la metropoli ha moltissimi<br />

aspetti pos<strong>it</strong>ivi. Una volta gustata<br />

la sensazione di v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à che la c<strong>it</strong>tà<br />

emana, è difficile farne a meno.<br />

3. Quali obiettivi ti sei prefissata?<br />

Sono andata a Milano per studiare,<br />

quindi obiettivo prior<strong>it</strong>ario è stato<br />

quello di realizzarmi dal punto di<br />

vista formativo e professionale. Solo<br />

un appunto: quando ho cominciato,<br />

non avevo la minima coscienza della<br />

scelta fatta. A 18 anni appena compiuti,<br />

senza nessuna esperienza di<br />

v<strong>it</strong>a, è davvero difficile capire cosa<br />

vuoi fare, e perché.<br />

4. Quali hai effettivamente raggiunto?<br />

Ho consegu<strong>it</strong>o una laurea, triennale<br />

e specialistica, in Ingegneria<br />

Gestionale. Ho trovato un lavoro<br />

interessante, e, spero, con buone<br />

prospettive di sviluppo.<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Lo scopo della richiesta è comprendere, attraverso ciò che si racconta, le motivazioni delle scelte di v<strong>it</strong>a<br />

effettuate da coloro che dopo un percorso di studi intrapreso a Palmi, decidono di rimanere o andare via.<br />

QUELLI ChE RIMANGONO QUELLI ChE SE NE SONO ANDATI<br />

risponde<br />

Laura Giulia Deodato<br />

di Celestina La Capria<br />

Lo sapevate che: i comuni dispongono<br />

di fondi destinati<br />

ad incentivare il dir<strong>it</strong>to allo studio e<br />

sono utilizzabili dagli allievi che frequentano<br />

gli ist<strong>it</strong>uti di istruzione secondaria<br />

che si trovano in uno stato<br />

economico svantaggiato. Gli ist<strong>it</strong>uti<br />

di istruzione superiore ricevono i<br />

fondi e sono, poi, obbligati ad acquistare<br />

libri di testo da offrire ai propri<br />

studenti, assegnandoli sulla base<br />

di una graduatoria interna stilata<br />

sul redd<strong>it</strong>o dimostrato con modello<br />

ISEE. Questo è quello che la legge<br />

consente, e molte leggi nascono con<br />

intenti pos<strong>it</strong>ivi; anche questa! La<br />

realtà è che altre leggi prescrivono<br />

che sulla scuola si debba sempre necessariamente<br />

risparmiare, per cui<br />

il personale amministrativo preposto<br />

alla gestione di questo servizio<br />

(accoglienza domande, redazione<br />

risponde<br />

Ilaria Guerrisi<br />

LO SAPEVATE CHE.....?<br />

graduatorie, acquisto libri, gestione<br />

del comodato, relazione e rapporti<br />

con gli enti pubblici…) si riduce sempre<br />

più. Il “comodato gratu<strong>it</strong>o d’uso<br />

dei libri di testo” (così si chiama<br />

questo servizio), diventa, di fatto,<br />

una chimera. Vi sono comunque le<br />

eccezioni: in alcuni ist<strong>it</strong>uti il servizio<br />

di comodato è voluto e gest<strong>it</strong>o in accordo<br />

tra il personale amministrativo<br />

ed alcuni volenterosi docenti che<br />

lottando con tutte le burocrazie possibili<br />

riescono a fare arrivare ai ragazzi<br />

i tanto agognati e costosi libri.<br />

L’Ist<strong>it</strong>uto Tecnico Commerciale<br />

“Einaudi” di Palmi offre da anni testi<br />

in comodato ai propri studenti e<br />

quest’anno, ad oltre duecento dei<br />

cinquecento studenti frequentanti,<br />

sono stati assegnati dei libri di testo<br />

in comodato gratu<strong>it</strong>o.<br />

Non sarà certo la mancanza dei<br />

libri la causa di eventuali insuccessi…!<br />

5. Cosa ha comportato stare lontano<br />

da Palmi?<br />

Naturalmente una rinuncia agli<br />

affetti più cari, un grande sforzo da<br />

parte della mia famiglia nel sostenermi<br />

moralmente (ed economicamente),<br />

ed uno sforzo da parte mia<br />

nel “darmi da fare” il più possibile.<br />

Poi, moltissime cose pos<strong>it</strong>ive: vivere<br />

a Milano ha significato avvicinarmi<br />

ad altri mondi, alternativi all’Agorà<br />

palmese ed alle sue dinamiche. Ho<br />

avuto l’opportun<strong>it</strong>à di viaggiare molto,<br />

di conoscere punti di vista differenti.<br />

Sento di avere allargato la mia<br />

prospettiva e di riuscire a carpire<br />

sfumature diverse di ciò che mi circonda,<br />

di essermi, in parte, liberata<br />

del lato peggiore del mio retaggio<br />

calabrese (mentre di quello migliore<br />

sono sempre più fiera).<br />

6. Come è cambiata la tua v<strong>it</strong>a?<br />

In peggio, per ciò che riguarda i<br />

r<strong>it</strong>mi di v<strong>it</strong>a (mentre scrivo sono appena<br />

rientrata da 15ore ininterrotte<br />

fuori casa).<br />

In meglio, per ciò che riguarda il<br />

mio sviluppo personale: sto crescendo,<br />

anche se c’è ancora molta strada<br />

da fare.<br />

7. Cosa consigli a coloro che si approcciano<br />

alla v<strong>it</strong>a univers<strong>it</strong>aria?<br />

Di essere dinamici a 360°:è importante<br />

cogliere tutte le opportun<strong>it</strong>à<br />

che il mondo univers<strong>it</strong>ario offre in<br />

amb<strong>it</strong>o formativo: ad esempio il<br />

progetto Erasmus o gli stages. Sono<br />

aspetti tenuti in grande considerazione<br />

dai datori di lavoro e che formano<br />

culturalmente e umanamente.<br />

L’univers<strong>it</strong>à è un percorso molto<br />

cr<strong>it</strong>ico: un consiglio è, banalmente,<br />

quello di non fermarsi davanti alle<br />

prime difficoltà.<br />

Poi, naturalmente, suggerisco di<br />

fare tanta baldoria, conoscere gente,<br />

tornare a casa tardi dalle feste<br />

univers<strong>it</strong>arie, e svegliarsi presto<br />

per studiare in gruppo, fare, fare,<br />

fare..<br />

8. Quali prospettive ti aspettano?<br />

Spero di poter acquisire competenze<br />

differenziate sul posto di lavoro:<br />

mi aspetto di dover lavorare<br />

molto, ma di imparare tanto. Poi<br />

c’è anche la v<strong>it</strong>a privata a cui pensare..<br />

9. Cosa cambiare nel nostro circu<strong>it</strong>o<br />

scuola\univers<strong>it</strong>à?<br />

Orientare maggiormente i ragazzi<br />

in età scolastica alla scelta<br />

del percorso univers<strong>it</strong>ario.<br />

Cambiare la visione generalizzata<br />

di un’Univers<strong>it</strong>à-parcheggio:<br />

velocizzare i tempi di permanenza<br />

dei ragazzi all’interno dell’univers<strong>it</strong>à.<br />

Ai fini della ricerca di lavoro,<br />

è essenziale essere giovani e flessibili.<br />

Aumentare i collegamenti tra<br />

univers<strong>it</strong>à e aziende/possibili datori<br />

di lavoro sul terr<strong>it</strong>orio, creando<br />

un punto di incontro preferenziale<br />

tra la domanda e l’offerta di<br />

lavoro.<br />

10. Cosa valorizzare per migliorare<br />

il nostro sistema?<br />

Valorizzare le realtà di eccellenza<br />

già esistenti, farle conoscere ai futuri<br />

univers<strong>it</strong>ari e fare benchmarking:<br />

sono molte le facoltà con un alto<br />

livello qual<strong>it</strong>ativo della formazione<br />

che andrebbero pubblicizzate e rese<br />

punto di riferimento per le altre.<br />

Nella Cannata


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

Bunarma, “di animo buono”,<br />

hanno scelto di chiamarsi così<br />

Asia Garipoli (voce), Saverio Garipoli<br />

(voce e ch<strong>it</strong>arra acustica), Sasà<br />

Filippone (basso) e Meki Marturano<br />

(batteria e percussioni), tutti dotati<br />

di una saldissima formazione<br />

musicale di base, capaci di scrivere,<br />

arrangiare e produrre i loro brani,<br />

inventando contesti sonori e vocali<br />

davvero interessanti. Sarà perché<br />

i quattro giovani componenti della<br />

band hanno una particolare affin<strong>it</strong>à<br />

con le parole del dialetto calabrese;<br />

come giocolieri le strappano al passato<br />

e alla quotidian<strong>it</strong>à, le fondono con<br />

i r<strong>it</strong>mi antichi del popolo e creano<br />

una musica che sa di etnico e di magia,<br />

di ricordo e di promessa. Radici<br />

nella terra e ali nell’elettronica: i<br />

Bunarma hanno le idee molto chiare<br />

e ascoltarli è un’esperienza straordinaria.<br />

Insieme per valorizzare le<br />

loro tradizioni guardando<br />

al nuovo: ”Cantare<br />

della nostra terra, è<br />

stato il motivo per<br />

cui siamo diventati<br />

un gruppo”<br />

- sostiene Saverio<br />

- ”Per raggiungere<br />

un pubblico più vasto,<br />

era necessario che<br />

la nostra musica allargasse<br />

i suoi confini. Abbiamo pensato,<br />

perciò, di sperimentare un mix tra<br />

musica etnica e pop - rock”. Fisarmoniche,<br />

ch<strong>it</strong>arre battenti e tamburelli<br />

hanno dominato la loro musica<br />

d’esordio. Nel loro ultimo lavoro, si<br />

sono aperti a nuove sonor<strong>it</strong>à, e nei<br />

loro componimenti trovano spazio<br />

anche le più stridenti ch<strong>it</strong>arre elettriche.<br />

“Non rinunciamo all’etnico”<br />

- concordano tutti – “vogliamo dimostrare<br />

che, rispettando le origini,<br />

si può reinventare di continuo<br />

stando al passo con i tempi”. Ecco<br />

che sta già scalando le classifiche<br />

degli store dig<strong>it</strong>ali il primo, omonimo<br />

album dei Bunarma, in bilico tra<br />

l’elettronica e la tradizione della<br />

propria terra. Disco composto di undici<br />

brani, della durata complessiva<br />

di circa quaranta minuti di ottima<br />

musica, che esce per l’etichetta discografica<br />

“Edizioni Musicali Miseria<br />

e Nobiltà”, in vend<strong>it</strong>a nella versione<br />

in download dig<strong>it</strong>ale su Mondadori<br />

Shop. Registrato a Roma presso gli<br />

studi “Master Recording” di Massimo<br />

Idà, mixato e masterizzato<br />

allo “Spain Audio Studio” di Molochio<br />

insieme ad Alessandro Luvarà,<br />

l’album tratta diversi aspetti del<br />

sociale; la maggior parte dei brani<br />

è in <strong>it</strong>aliano, ma non mancano le<br />

canzoni con inserti in vernacolo e<br />

dialettali rappati. Cliccatissimi sul<br />

loro my space, nelle performance<br />

live i Bunarma sono affiancati da tre<br />

validissimi musicisti: Nino Palermo<br />

(sintetizzatori e fisarmonica), Giancarlo<br />

Mazzù (bouzouki, liraki, oud,<br />

Berimbao), Paolo Nicotra (ch<strong>it</strong>arre<br />

elettriche).<br />

Nel nuovo disco hanno registrato<br />

anche Alessandro Mazziotti (cornamuse<br />

e ciaramelle), Rosa Lembo e<br />

Frankie Lovecchio (cori). “La danza<br />

dell’acqua” è il singolo di lancio,<br />

una ballata trascinante e ipnotica<br />

dedicata all’acqua, il bene più scontato,<br />

ma anche quello più prezioso.<br />

Le parole di Vincenzo Incenzo (autore,<br />

tra gli altri, di Michele Zarril-<br />

28<br />

il giradischi - p u n t o d i a s c o lt o<br />

BUNARMA<br />

di Roberto “Axl” Teti<br />

In perenne fuga dalle mode<br />

musicali, dalle classifiche e da<br />

qualsiasi tentativo di etichettatura,<br />

David Sylvian (vero nome David<br />

Batt) alza ulteriormente l’asticella<br />

della propria indipendenza sonora<br />

con questo disco che non lascia<br />

spazio a mezze misure: si ama o si<br />

odia. Usc<strong>it</strong>o lo scorso 14 Settembre,<br />

Manafon (ed<strong>it</strong>o per l’etichetta Samadhisound,<br />

di proprietà dello stesso<br />

Sylvian) si rivela un caleidoscopio<br />

di porte cigolanti, lame affilate da<br />

chissà quale arrotino nascosto, onde<br />

corte sputate a bassa voce da una<br />

radiolina, tremolii di suppellettili,<br />

tutti suoni inaspettati e spiazzanti<br />

che si poggiano in maniera scalena<br />

su un flebile tappeto di tastiere abilmente<br />

“effettate”, pattern apparentemente<br />

costante ma mai uguale a<br />

se stesso. Fondamentali, in questo<br />

senso, le collaborazioni di artisti del<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Parte da Palmi l’onda diromPente di uno dei gruPPi Più interessanti della nuova scena musicale <strong>it</strong>aliana<br />

di Valentina Caratozzolo<br />

“Fiorello ha<br />

ascoltato il brano e per<br />

tutto il mese di <strong>dicembre</strong><br />

2006 l’ha proposto a Viva<br />

radio 2”.<br />

lo), autore di tutti i testi dell’album,<br />

si sposano perfettamente<br />

con l’anima musicale della band: il<br />

r<strong>it</strong>mo serrato e coinvolgente, l’uso<br />

di strumenti tradizionali un<strong>it</strong>i alla<br />

tecnologia più avanzata, gli splendidi<br />

intrecci vocali, le divisioni<br />

r<strong>it</strong>miche folk e modernissime,<br />

creano un clima sonoro davvero<br />

nuovo per il panorama musicale<br />

<strong>it</strong>aliano, destinato a non passare<br />

inosservato né al pubblico né alla<br />

cr<strong>it</strong>ica. Grazie a Massimo Idà, codirettore<br />

artistico del progetto,<br />

è nata l’amicizia con Vincenzo<br />

Incenzo. “Arrivau ccà” è il brano<br />

che inaugura il nuovo corso della<br />

band, e affronta la piaga sociale<br />

della ‘ndrangheta. Asia racconta<br />

emozionata: “Fiorello ha ascoltato<br />

il brano e per tutto il mese di <strong>dicembre</strong><br />

2006 l’ha proposto a Viva<br />

radio 2”. Con lo showman siciliano<br />

il gruppo ha partecipato anche<br />

al concerto annuale della Polizia<br />

di Stato al Gran Teatro<br />

di Roma. Di ottimo<br />

livello e di particolare<br />

durezza è<br />

“Zingari”, brano<br />

che tratta l’attualissimo<br />

tema<br />

dell’immigrazione<br />

e della condizione<br />

degli extracomun<strong>it</strong>ari,<br />

dove l’autore ha provato<br />

ad immedesimarsi e lo ha scr<strong>it</strong>to<br />

come se fossero loro a cantare, “io<br />

spesso, nel cantarlo” - ci dice Asia<br />

– “avverto la sensazione “sdoppiamento”,<br />

quasi come se la condizione<br />

dello zingaro, nella canzone,<br />

non fosse sempre da collegare al<br />

discorso di confini geografici quanto<br />

ad una particolare condizione<br />

esistenziale che accomuna gli esseri<br />

umani”. “Sei colpevole della<br />

tua femminil<strong>it</strong>à … sei colpevole dei<br />

tuoi sensi … sei colpevole, lo sarai<br />

per l’etern<strong>it</strong>à … sei colpevole della<br />

tua natura” è il r<strong>it</strong>ornello di “Femmina”<br />

brano dal taglio molto attuale<br />

... è la condizione femminile<br />

nei paesi non occidentali ad essere<br />

trattata. “L’effetto farfalla” è un<br />

inno alla solidarietà con una base<br />

musicale piena di energia.<br />

“MANAFON” D a v i D s y l v i a n<br />

calibro di Evan Parker, Ke<strong>it</strong>h Rowe e<br />

soprattutto Christian Fennesz, nomi<br />

pressoché sconosciuti alla massa ma<br />

autentici “santoni” del minimalismo<br />

contemporaneo. Sembra che la parentesi<br />

Nine Horses, da cui sono nati<br />

due dischi di disarmante bellezza,<br />

non abbia cambiato di una virgola<br />

il percorso intrapreso dall’artista<br />

inglese, in particolare dopo lo scioglimento<br />

del contratto che lo legava<br />

alla Virgin e la fondazione, appunto,<br />

della Samadhisound. Percorso fatto<br />

di una maniacale ricerca che parte<br />

da dentro, una profonda analisi introspettiva<br />

che sfocia nell’inquietante<br />

susseguirsi di brani che compongono<br />

Manafon (il t<strong>it</strong>olo prende spunto da<br />

una poesia di Ronald Stuart Thomas,<br />

scr<strong>it</strong>tore gallese e sacerdote anglicano<br />

scomparso nel 2000).<br />

A tratti claustrofobico “Snow Wh<strong>it</strong>e<br />

in Appalachia”, con impennate di<br />

epilessia pura (la parte intermedia<br />

di “Emily Dickinson”), questo lavoro<br />

risente in maniera sensibile degli<br />

ultimi eventi che hanno caratterizzato<br />

la sfera privata di Sylvian, in<br />

particolare il divorzio dalla moglie/<br />

musa Ingrid Chavez (anch’ella artista<br />

multiforme, cantante e p<strong>it</strong>trice,<br />

scoperta alla fine degli anni ’80 da<br />

Prince) e la conseguente frequentazione<br />

part-time dei due figli ancora<br />

neanche adolescenti. Basta leggere<br />

il testo della t<strong>it</strong>le-track per rendersi<br />

conto dell’effetto che questi cambiamenti<br />

hanno avuto sul Sylvian artista<br />

ma principalmente sul Sylvian uomo.<br />

Eccone un brevissimo estratto: “Sua<br />

moglie era una p<strong>it</strong>trice, adesso macchia<br />

l’altare di nero. C’è un uomo,<br />

giù nella valle, che non distingue più<br />

il suo piede destro dal suo piede sinistro”.<br />

Lo spazio per il romanticismo<br />

non esiste in questo disco, qui ci troviamo<br />

al cospetto di un uomo spoglio<br />

che si consegna agli dei per essere<br />

“purificato” da ogni scoria acquis<strong>it</strong>a<br />

nella v<strong>it</strong>a terrena. Lo stesso Sylvian<br />

ha defin<strong>it</strong>o il suo ultimo lavoro “…<br />

musica da camera: intima, dinamica,<br />

emotiva, democratica, economica”.<br />

Se non fosse ancora vivo, verrebbe<br />

da suggerire “Santo sub<strong>it</strong>o”.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

di Cristoforo Bovi<br />

Bersani, a tre anni dal suo album<br />

“L’aldiquà”, torna con “Manifesto<br />

Abusivo”, ulteriore perla della<br />

sua discografia, probabilmente il lavoro<br />

più maturo e variegato della sua<br />

carriera.<br />

L’impatto all’album, come di consueto<br />

nei suoi lavori, non si rivela<br />

“facile”.<br />

Bersani rincorre e sfida metrica e<br />

strofe, riempiendo gli spazi con r<strong>it</strong>ornelli<br />

mai banali, stando sempre<br />

attento alla musica e ai versi.<br />

La tracklist è composta da undici<br />

brani, più una cover di Fabrizio De<br />

Andrè “ Il Bombarolo” con Stefano<br />

Bollani al pianoforte (purtroppo disponibile<br />

solo su I-Tunes)<br />

Per i brani restanti, Bersani si è avvalso<br />

della collaborazione di Giampiero<br />

Grani (co-produttore dell’album) e<br />

Davide Beatino e, per l’unico brano<br />

non da lui composto “ Il Ragno”, della<br />

collaborazione del cantautore Romano<br />

Angelo Conte.<br />

Grossi i calibri presenti che contribuiscono<br />

notevolmente all’ottima<br />

riusc<strong>it</strong>a sonora dell’intero lavoro discografico:<br />

Davide Beatino Ferruccio<br />

Spinetti, Tayone Dj, Bruno Mariani,<br />

Jimmy Villotti, Mauro Malavasi, Lucio<br />

Dalla, Lele Melotti, Paolo Costa e Pacifico.<br />

Già alla fine di Luglio, in radio, veniva<br />

proposto il brano “Ferragosto”:<br />

ined<strong>it</strong>a versione della canzone scr<strong>it</strong>ta<br />

a quattro mani con Sergio Cammariere,<br />

presente nel lavoro, datato 2004,<br />

del cantautore Calabro - Romano.<br />

L’undici settembre esce il primo<br />

brano ined<strong>it</strong>o dell’album “Un periodo<br />

pieno di sorprese“, che racconta dei<br />

postumi dolorosi di una rottura sentimentale,<br />

ma, nello stesso tempo,<br />

della volontà di guardarsi avanti ed<br />

uscirne prima possibile.<br />

In “Pesce d’Aprile”, con sprizzante<br />

ironia, Bersani si immerge nel conten<strong>it</strong>ore<br />

di assurd<strong>it</strong>à che dominano<br />

il nostro tempo, uscendone con uno<br />

strano affresco sul rapporto che abbiamo<br />

con le notizie e le ver<strong>it</strong>à che<br />

l’informazione ci impone, tanto da<br />

far sembrare la realtà un grande ed<br />

agghiacciante scherzo.<br />

“Lato Proib<strong>it</strong>o”, invece, è un r<strong>it</strong>ratto<br />

adolescenziale (primi anni 80)<br />

legato al filo dei ricordi, che con se-<br />

Tre anni dopo...<br />

29 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

TRA SUONO E IMMAGINE<br />

il giradischi - p u n t o d i a s c o lt o<br />

quenza quasi fotografica, ci fa “vedere”<br />

il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.<br />

Probabilmente, la vera canzone<br />

d’amore dell’album è “A Bologna”,<br />

brano scr<strong>it</strong>to e dedicato alla sua c<strong>it</strong>tà<br />

adottiva, della quale denuncia la<br />

profonda trasformazione e i recenti<br />

cambiamenti.<br />

Anche “Robinson Crusoe” non è<br />

un’ode al naufrago più noto della letteratura,<br />

ma parla, invece, delle difficoltà<br />

che oggi hanno molti di noi a<br />

trovare il giusto orizzonte.<br />

“Manifesto Abusivo”, che dà il t<strong>it</strong>olo<br />

all’album, è un brano caratterizzato<br />

da una serie di immagini confuse, in<br />

cui “il postino consegna solo bollette<br />

e mai lettere d’amore”, ma dove,<br />

nonostante le insidie quotidiane, c’è<br />

un briciolo di senso e di cuore che fa<br />

nascere qualcosa di pos<strong>it</strong>ivo dall’“apparente<br />

niente”.<br />

L’astronauta, protagonista di “Valzer<br />

Nello Spazio”, analizza gli ultimi<br />

momenti di una relazione ormai al<br />

capolinea, anche a causa dell’intromissione<br />

di un ipotetico alieno.<br />

“Ragno”, scr<strong>it</strong>ta da Angelo Conte,<br />

è una riflessione amara sulla fragil<strong>it</strong>à<br />

della condizione di artista, raccontata<br />

con un dialogo tra un inquilino ed<br />

un ragno, egregiamente “interpretato”<br />

dallo stesso Conte.<br />

In “Fuori dal tuo Riparo”, tornano<br />

le tematiche sentimentali e le innumerevoli<br />

difficoltà per manifestare e<br />

vivere i sentimenti.<br />

“16:9”, è un r<strong>it</strong>ratto molto particolare<br />

di una ragazza che Bersani<br />

avrebbe segu<strong>it</strong>o per giorni e giorni tra<br />

le vie di Bologna, incurios<strong>it</strong>o dall’aria<br />

sognante e dalla costanza con cui la<br />

stessa attaccava bigliettini sulle bacheche<br />

e sui muri Univers<strong>it</strong>ari.<br />

Non è affatto facile recensire musica,<br />

poi, in casi come questo, bisogna<br />

“ BERSANIZZARSI” prima di procedere.<br />

E’ ovvio, che Samuele piace particolarmente<br />

al sottoscr<strong>it</strong>to, pertanto<br />

mi permetto di consigliarvene l’ascolto<br />

attento e l’acquisto rigorosamente<br />

in originale, (magari con lo slidepack,<br />

costa meno!!!), fissandoVi, con l’ausilio<br />

del libretto interno, sui testi e<br />

sugli strani incastri di parole che affascinano<br />

sempre più l’ascoltatore.<br />

di Francesco Braganò<br />

Si è svolta a Catanzaro, a cavallo<br />

tra i mesi di ottobre e novembre,<br />

la prima rassegna internazionale<br />

dedicata alla colonna sonora, ai<br />

suoi creatori e interpreti.<br />

La manifestazione, chiamata appunto<br />

“La Grande Musica per il Cinema”,<br />

è stata organizzata dalla<br />

Fondazione Pol<strong>it</strong>eama di Catanzaro,<br />

ben supportata dalle ist<strong>it</strong>uzioni<br />

regionali e locali, ed egregiamente<br />

indirizzata nelle scelte dal Direttore<br />

Artistico Mario Foglietti e dall’ottimo<br />

Consulente Artistico, Maestro<br />

Gino Lanzillotta.<br />

L’ambizioso obiettivo della manifestazione<br />

è quello di celebrare la<br />

musica per il cinema, esaltando la<br />

collaborazione artistica tra regista<br />

e compos<strong>it</strong>ore e mettendo in risalto<br />

lo straordinario risultato derivante<br />

dall’incontro tra immagine e suono.<br />

L’importanza della musica per il<br />

cinema è ben spiegata dal Maestro<br />

Ennio Morricone, che ha aperto<br />

la kermesse dirigendo l’Orchestra<br />

“Roma Sinfonietta”,<br />

e che a tal propos<strong>it</strong>o<br />

dice: “La musica non è<br />

più un semplice supporto<br />

alla narrazione, ma<br />

diventa parte essenziale<br />

dell’opera”.<br />

Oltre al Maestro Morricone,<br />

premio Oscar<br />

2006, il cartellone de<br />

“La Grande Musica per<br />

il Cinema” con testimonial<br />

di eccezione l’attrice<br />

Jo Champa, è imprezios<strong>it</strong>o da<br />

grandissimi compos<strong>it</strong>ori quali il Maestro<br />

Nicola Piovani, premio Oscar<br />

1999, il pluripremiato Maestro Riz<br />

Ortolani, Charles Aznavour e il Maestro<br />

Ryuichi Sakamoto, premio Oscar<br />

1987, del quale parleremo nel dettaglio<br />

avendo “goduto” del concerto.<br />

Ryuichi Sakamoto, star mondiale<br />

della musica contemporanea, musicista<br />

e compos<strong>it</strong>ore giapponese,<br />

vanta collaborazioni con i più importanti<br />

artisti dei più svariati generi<br />

musicali, ha portato al Pol<strong>it</strong>eama di<br />

Catanzaro il suo “Playing the piano<br />

Europe tour”.<br />

Il concerto si apre con un tappeto<br />

sonoro ambientale fatto di rumori<br />

e suoni secolari, come lo scorrere<br />

dell’acqua, il soffio del vento e il<br />

canto del grillo, per passare attraverso<br />

proiezioni d’ipnotiche immagini<br />

multimediali mixate con testi che<br />

inneggiano ai dir<strong>it</strong>ti umani ed alla<br />

difesa delle foreste e dell’ambiente;<br />

colori e musiche minimaliste dell’ar-<br />

tista giapponese che conducono lo<br />

spettatore verso la vera essenza del<br />

mondo: la natura e la sua tutela. Un<br />

concerto di oltre due ore durante<br />

il quale il pianista rapisce letteralmente<br />

l’intera platea, concedendo<br />

ai presenti un’esperienza emozionale<br />

indimenticabile.<br />

Sakamoto si è presentato sul palco<br />

con due pianoforti, di cui uno<br />

programmato per accompagnarlo<br />

in un inatteso “duetto virtuale con<br />

se stesso”, mostrando al pubblico<br />

del Pol<strong>it</strong>eama di essere oltre che un<br />

grande pianista anche un coraggioso<br />

sperimentatore innamorato della<br />

tecnologia come strumento d’arte.<br />

Il programma live ha compreso diversi<br />

brani tratti da “Out of Noise”,<br />

l’ultimo album di Sakamoto di solo<br />

piano, con i quali ha dato inizio alla<br />

performance, per poi toccare melodie<br />

indimenticabili quali “The Sheltering<br />

Sky” e “The Last Emperor”<br />

colonne sonore di due film di grandissimo<br />

successo del regista Bernardo<br />

Bertolucci, “Il tè nel deserto” e<br />

“L’ultimo Imperatore”, nonché “Forbidden<br />

Colours” scr<strong>it</strong>ta<br />

in collaborazione con<br />

David Sylvian per il film<br />

“Merry Christmas, Mr.<br />

Lawrence” di Nagisa<br />

Oshima, grad<strong>it</strong>e a tal<br />

punto da strappare autentiche<br />

standing ovation.<br />

Di notevole intens<strong>it</strong>à<br />

emotiva sono le pacate<br />

armonie, sospese e<br />

rarefatte, di “Bibo no<br />

Aozora” colonna sonora scr<strong>it</strong>ta per<br />

il film “Babel” di Alejandro González<br />

Iñárr<strong>it</strong>u, e la musica di “Women w<strong>it</strong>hout<br />

men” del regista Shirin Neshat<br />

che è valso il Nastro d’Argento all’ultimo<br />

Festival del Cinema di Venezia.<br />

Il maestro Sakamoto è stato premiato<br />

dal regista Giuseppe Tornatore<br />

col “Premio Tersicore” con la<br />

seguente motivazione letta dalla<br />

conduttrice Rosanna Cancellieri:<br />

“Unanimemente riconosciuto come<br />

uno dei più geniali compos<strong>it</strong>ori del<br />

‘900, maestro della sperimentazione<br />

e creatore di musiche pure ed evocative<br />

dotate di v<strong>it</strong>a propria”.<br />

Resta da segnalare, infine, che i<br />

concerti del tour sono a impatto <strong>zero</strong><br />

sull’ambiente: le emissioni di anidride<br />

carbonica vengono compensate<br />

con l’ampliamento di nuove foreste<br />

per iniziativa di “moreTrees”, associazione<br />

ambientalista fondata nel<br />

2007 dallo stesso Ryuichi Sakamoto.<br />

“Un autentico gesto d’amore per<br />

l’ambiente”!<br />

IL GIRADISChI<br />

-PUNTODIASCOLTO-<br />

La rubrica “Il Giradischi – puntodiascolto” è la sezione del giornale<br />

che ruota attorno a fatti di musica, dove per “fatti” s’intendono<br />

i suggerimenti camuffati da recensioni di nuove pubblicazioni<br />

di dischi o libri, le interviste a personaggi “musicali”, la<br />

cronaca di concerti di grandi artisti.<br />

Il lavoro sarà realizzato in stretta collaborazione con degli<br />

esperti del settore, musicisti “attenti ascoltatori di musica” ai<br />

quali mi unisce, oltre l’amicizia, l’amore per la musica tutta e<br />

il desiderio di mettere a disposizione dei lettori la nostra conoscenza<br />

musicale. Tale scambio d’informazioni ha come obiettivo<br />

finale quello di promuovere tutta la musica, cercando di porre<br />

l’attenzione verso quelle espressioni musicali poco attenzionate<br />

dai maggiori mezzi di comunicazione … a tal propos<strong>it</strong>o mi piace<br />

parlare di questo gruppo di lavoro come di “missionari della musica”!<br />

Francesco


Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

roCCo BArone<br />

10 DOMANDE FORMULATE DAI RAGAZZI DELLA PALLAVOLO PALMI AL<br />

CAMPIONE DI CASA NOSTRA CHE GIOCA CON LA TONNO CALLIPO IN A1<br />

di Giancarlo Palmisano<br />

Olivarelli Rocco, 14 anni<br />

Come hai iniziato a giocare a pallavolo?<br />

Per caso, seguendo mia sorella che<br />

faceva pallavolo e spinto dalle pressioni<br />

del suo allenatore (mister Trentinella)<br />

che voleva assolutamente che facessi<br />

pallavolo, ho deciso di cambiare (facevo<br />

basket)… Sono stato fortunato.<br />

Stanganello Sara, 12 anni<br />

Quali sono le soddisfazioni più<br />

belle che hai avuto in questi anni?<br />

La più bella soddisfazione che ho<br />

avuto l’ho vissuta quest’estate vincendo<br />

la medaglia d’oro ai Giochi del<br />

Med<strong>it</strong>erraneo a Pescara. Un’esperienza<br />

unica, vincere in casa, nella<br />

terra dei terremotati, è stato ancora<br />

più bello e speciale. Irripetibile.<br />

Iannello Erika, 15 anni<br />

Da quando giochi in serie A, o in<br />

Nazionale, sei trattato come prima<br />

dalle persone?<br />

Non ho notato particolari atteggiamenti<br />

nei miei confronti, forse sono<br />

un po’ più segu<strong>it</strong>o. Ho un sacco di amici<br />

che mi seguono con affetto e hanno<br />

grandissima considerazione e stima di<br />

me. Questo mi fa enorme piacere.<br />

Forgione Sabrina, 16 anni<br />

Quale è stata la tua primissima<br />

reazione quando hai saputo di essere<br />

stato convocato in nazionale?<br />

Non ci credevo. Ho letto 10 volte<br />

l’sms del Team Manager che mi ha informato<br />

della convocazione. Le prime<br />

persone a cui l’ho detto sono stati i<br />

miei gen<strong>it</strong>ori. Se sono arrivato qui oggi<br />

è soprattutto perché loro mi hanno aiutato<br />

e hanno creduto sempre in me.<br />

Bagalà Francesca, 12 anni<br />

In tutti questi anni di pallavolo<br />

cosa ti hanno lasciato gli allenatori<br />

che hai avuto?<br />

Ogni allenatore ha il suo carattere,<br />

ha il suo modo di lavorare, c’è<br />

chi è più bravo tecnicamente e c’è<br />

chi ti fa dare quel qualcosa in più<br />

dal punto di vista motivazionale. E’<br />

difficile elencare tutte le cose pos<strong>it</strong>ive<br />

che mi hanno aiutato a crescere<br />

ma credo che si possano racchiudere<br />

tutte in un unico concetto: ci vogliono<br />

giorni, mesi, anni per arrivare in<br />

alto, basta un niente per perdere<br />

tutto quello di buono che hai fatto.<br />

Gerocarni Oreste, 14 anni<br />

Cosa ti piace della pallavolo?<br />

Tutto altrimenti non sarei stato un<br />

pallavolista.<br />

Albanese Angelo, 13 anni<br />

Qual è il segreto per raggiungere<br />

grandi risultati?<br />

E’ difficile trovare la formula<br />

perfetta per arrivare al successo.<br />

30<br />

intorno allo sPort<br />

Centrale, 200 cm di altezza e uno<br />

spir<strong>it</strong>o vincente. Ecco Rocco Barone!<br />

L’orgoglio di una c<strong>it</strong>tà che vede<br />

anno dopo anno un ragazzo farsi<br />

strada nel mondo dello sport.<br />

22 anni e già un enorme bagaglio<br />

di esperienza. Comincia nelle giovanili<br />

della Pallavolo Palmi e a 14 anni<br />

si trasferisce a Cuneo per la sua prima<br />

esperienza fuori casa. Vi rimane<br />

6 mesi, tra campionati giovanili e<br />

serie C e poi torna a Palmi. Nei due<br />

anni successivi si distingue prima in<br />

B2 e poi in B1, finchè la Tonno Callipo<br />

non vede in lui il futuro.<br />

Comincia la sua avventura nelle<br />

serie regine, 2 anni in A1, un anno<br />

in A2 e poi ancora in A1, dove mil<strong>it</strong>a<br />

attualmente e da dove lancia un<br />

segnale forte a tutti i ragazzi di Palmi.<br />

Credeteci!<br />

Credo comunque che ci voglia una<br />

grande preparazione sia tecnica che<br />

soprattutto mentale e poi un pizzico<br />

di fortuna che non guasta mai.<br />

Palmisano Vincenzo, 11 anni<br />

Cosa è cambiato da quando giocavi<br />

nei campionati giovanili ad ora?<br />

Tantissime cose. Allora giocavo per<br />

divertirmi, per me era il mio migliore<br />

passatempo, ora è diventato un<br />

lavoro, sono un atleta, e come tale<br />

lo devo prendere con il massimo della<br />

concentrazione e professional<strong>it</strong>à.<br />

Fugazzotto Melania, 15 anni<br />

Cosa significa per un atleta del<br />

sud aver giocato in tutte le nazionali<br />

giovanili <strong>it</strong>aliane?<br />

Significa che se ci credi, se lavori<br />

con costanza, impegno, umiltà, nulla<br />

è impossibile. Basta crederci, il mio<br />

motto è “Io non sono il migliore, ma<br />

nessuno è migliore di me”.<br />

di Marcello Surace<br />

E<br />

’ con molto entusiasmo che inizio<br />

questo percorso informativo cercando<br />

di illustrare il c.d. mental training, al<br />

fine di fare conoscere tutte le strategie e<br />

le abil<strong>it</strong>à mentali che consentono di creare<br />

l’equilibrio emotivo necessario per diventare<br />

forti nella mente e nel corpo.<br />

Il mental training fa riferimento a una<br />

serie di tecniche di allenamento mentale<br />

che hanno la capac<strong>it</strong>à di migliorare l’atteggiamento<br />

della psiche in riferimento alla<br />

prestazione.<br />

Precisamente, trasmettono rilassamento,<br />

sicurezza, grinta, calma, voglia<br />

di vincere, concentrazione e dominio di<br />

sé. Alcuni atleti, le suddette capac<strong>it</strong>à, le<br />

possiedono per un fattore genetico, ma è<br />

pur vero che qualsiasi individuo con l’aiuto<br />

di determinate tecniche psicologiche, può<br />

migliorare il comportamento e di conseguenza<br />

la qual<strong>it</strong>à della prestazione tecnica,<br />

fisica e mentale.<br />

La psicologia dello sport nasce negli anni<br />

sessanta. Uno degli obiettivi fondamentali<br />

è di aiutare atleti normali a diventare psicologicamente<br />

migliori (Martens 1987).<br />

L’approfondimento di tali tematiche, deriva<br />

dalla consapevolezza che effettivamente<br />

quello che fa la differenza fra un giocatore e<br />

l’altro è proprio l’approccio mentale e psicologico<br />

con cui si affronta una gara.<br />

Per avere successo un atleta deve avere,<br />

prima di tutto, talento, poi deve lavorare e<br />

infine deve avere il controllo della mente (Valerj<br />

Borzov campione olimpico 100 metri).<br />

Numerosi studi (Mahoney, Gabriel, Perkins),<br />

confermano che gli atleti migliori si<br />

rendono diversi, rispetto agli altri, per livelli<br />

più alti di concentrazione, di motivazione, di<br />

controllo dell’ansia, di fiducia nelle proprie<br />

capac<strong>it</strong>à e di preparazione mentale.<br />

Fra i differenti comp<strong>it</strong>i dell’istruttore<br />

sportivo, la preparazione psicologica degli<br />

allievi, assume un carattere rilevante per<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

la preparazione mentale nello sport<br />

Il Mental Training<br />

fornire i mezzi necessari ai fini di un’adeguata<br />

preparazione alla competizione.<br />

Tanti atleti si lamentano spesso di essere<br />

emotivi e ansiosi; è importante far<br />

sapere che un livello accettabile di ansia<br />

è normale e che tutti l’avvertono; che<br />

esistono delle tecniche che comunque la<br />

tengono sotto controllo in modo che non<br />

influisca sulla prestazione.<br />

Altri hanno poca fiducia, si demoralizzano<br />

quando subiscono una sconf<strong>it</strong>ta, senza<br />

comprendere che essa è un momento di<br />

istruzione. È tutto facile quando si vince. È<br />

nella sconf<strong>it</strong>ta che un uomo rivela sé stesso<br />

(Floyd Patterson).<br />

Parecchi hanno problemi a concentrarsi,<br />

sono molto impulsivi, non hanno abbastanza<br />

coraggio, hanno paura di vincere, non si<br />

contentano mai, hanno livelli di attivazione<br />

o intens<strong>it</strong>à molto alti o molto bassi, circa la<br />

frequenza del batt<strong>it</strong>o cardiaco al minuto.<br />

Alcuni si esprimono al meglio in allenamento<br />

e si paralizzano in part<strong>it</strong>a perché<br />

non riescono a gestire le emozioni.<br />

Gli studiosi spiegano queste problematiche<br />

affermando che, molto spesso, esse<br />

derivano da comportamenti sub<strong>it</strong>i da bambini<br />

soprattutto nell’ambiente familiare:<br />

scarsa fiducia e autostima, repressione<br />

dell’aggressiv<strong>it</strong>à necessaria per vincere,<br />

troppa responsabil<strong>it</strong>à e paura di deludere.<br />

Esprimersi al meglio, comporta una certa<br />

dose di equilibrio emotivo, che a volte<br />

alcuni sportivi avvertono fino al punto di<br />

sentirsi guidati nel giocare. Riescono ad<br />

esprimere in maniera quasi fuori dal comune,<br />

uno status fatto di sicurezza, di<br />

energia, di controllo e di potenza.<br />

Purtroppo questa sensazione (chiamata<br />

flow), l’avvertono in pochi e raramente.<br />

Nei prossimi numeri saranno illustrate le<br />

varie abil<strong>it</strong>à mentali come la prestazione<br />

eccellente, l’aspettativa di efficacia, la<br />

formulazione degli obiettivi, il dialogo interiore,<br />

le abil<strong>it</strong>à immaginative, l’attivazione<br />

psicofisica, la concentrazione e lo stress.<br />

SPORT: ANTIDOTO CONTRO LE DEvIANzE<br />

Palmi: tra i primi in Italia nella pratica sportiva<br />

di Rocco Cadile<br />

o sport a Palmi è sempre stato<br />

Lconsiderato, per i suoi valori, un<br />

investimento culturale e un sistema<br />

per dare garanzie di civiltà e legal<strong>it</strong>à.<br />

Con il suo eserc<strong>it</strong>o di tesserati (calcio,<br />

pallacanestro, pallavolo, rugby, atletica,<br />

nuoto, ciclismo, danza, equ<strong>it</strong>azione,<br />

arti marziali, pesca sportiva) Palmi<br />

è, in rapporto al <strong>numero</strong> di ab<strong>it</strong>anti, il<br />

paese tra i primi in Italia, per la pratica<br />

sportiva. Ma nonostante la diffusa<br />

cultura sportiva e l’alto senso civico<br />

che lo distingue dai paesi lim<strong>it</strong>rofi dove<br />

mancano le opportun<strong>it</strong>à e la mental<strong>it</strong>à<br />

e dove le nuove generazioni vivono in<br />

contesti che li portano a deviare, ignorando<br />

gli effetti pos<strong>it</strong>ivi di cui lo sport<br />

è portatore, a Palmi c’è ancora tanto<br />

da fare. L’impegno quotidiano dei dirigenti<br />

delle società sportive, in modo<br />

particolare dell’amatissima Palmese,<br />

della pallavolo, pallacanestro e delle<br />

scuole di calcio (sono quelle che hanno<br />

più tesserati), che mer<strong>it</strong>ano apprezzamento<br />

e stima per il loro costante interesse,<br />

coscienti che la civiltà di un<br />

paese passa anche attraverso lo sport,<br />

purtroppo non basta, in quanto si sta<br />

registrando negli ultimi tempi un precoce<br />

abbandono della pratica sportiva<br />

da parte dei giovani. Uno dei motivi<br />

probabilmente è legato all’inadeguatezza<br />

delle strutture. E’ sotto gli occhi<br />

di tutti la precaria s<strong>it</strong>uazione degli<br />

impianti sportivi. La Palmese che mil<strong>it</strong>a<br />

in Eccellenza, un campionato che<br />

conta, continua a giocare al Lo Presti,<br />

un campo in terra battuta; le scuole<br />

di calcio dirottate al campo da rugby<br />

dove gli spogliatoi sono inaccessibili,<br />

la Pallavolo Palmi e la pallacanestro<br />

sono costrette a fare le pendolari tra<br />

lo “Scatolone”, inadatto, e la palestra<br />

Provinciale ancora in ristrutturazione;<br />

la società di atletica si arrangia negli<br />

spazi ricavati all’aperto, mentre le<br />

scuole di danza utilizzano le palestre<br />

scolastiche, subordinate agli orari curriculari.<br />

Eppure queste società, considerate<br />

minori, sono l’orgoglio di Palmi<br />

per i risultati ottenuti. Bisognerebbe,<br />

quindi, privilegiare interventi sugli<br />

impianti esistenti, favorirne l’adeguamento,<br />

la messa a norma e l’abbattimento<br />

delle barriere arch<strong>it</strong>ettoniche<br />

per consegnare strutture accoglienti<br />

che abbiano una valenza di carattere<br />

educativo. Un altro motivo di rinuncia<br />

alla pratica sportiva è la mancanza di<br />

empatia e di coinvolgimento da parte<br />

di alcuni istruttori. Non si vuole essere<br />

irriverenti nei confronti di coloro che<br />

con passione ed entusiasmo pur non<br />

avendo t<strong>it</strong>oli, si mettono al servizio<br />

delle società e dei ragazzi. Occorre<br />

investire di più nella preparazione di<br />

tutti coloro che insegnano e seguono<br />

i ragazzi che si cimentano a qualsiasi<br />

livello in una disciplina sportiva. Non<br />

si parla solo degli aspetti tecnici. Ci<br />

sono bambini e adolescenti pos<strong>it</strong>ivi,<br />

animati da forza, spir<strong>it</strong>o di sacrificio,<br />

autostima, rispetto verso gli altri, ma<br />

possono anche essere negativi con<br />

reazioni di violenza, competizione<br />

sfrenata, mancanza di rispetto verso<br />

l’avversario e comportamento narcisistico.<br />

Per quest’ultimi un’esperienza<br />

sportiva negativa può lasciare fer<strong>it</strong>e<br />

ed effetti indelebili. Ecco perché chi<br />

opera in questo campo deve essere<br />

attento educatore non solo sul piano<br />

sportivo ma anche e soprattutto in<br />

quello umano. Sarebbe bello creare<br />

un osservatorio dello sport per seguire<br />

costantemente l’operato ma anche<br />

i bisogni delle società sportive, per<br />

definire linee di indirizzo tese alla realizzazione<br />

e al sostegno di attiv<strong>it</strong>à e<br />

progetti per diffondere ancora di più<br />

la cultura dello sport per tutti e per<br />

combattere le discriminazioni e le<br />

difficoltà legate alla disabil<strong>it</strong>à. Non si<br />

è mai prestata attenzione sul piano<br />

sportivo alle persone disabili. Un progetto<br />

in questa direzione sarebbe un<br />

passo avanti di civiltà. Ma a Palmi, nonostante<br />

tutto, non ci sono solo società<br />

sportive, c’è anche il mondo degli<br />

amatoriali, gruppi di c<strong>it</strong>tadini di ogni<br />

età che con costanza da fare invidia ai<br />

tesserati, si trovano a correre a piedi o<br />

in mountain bike lungo le strade della<br />

Marinella, del Sant’Elia, o alla riscoperta<br />

di luoghi non convenzionali, per<br />

una sana attiv<strong>it</strong>à sportiva.<br />

Questa è Palmi, la c<strong>it</strong>tà che tiene<br />

alto il valore etico e morale dello sport<br />

per costruire rapporti e relazioni sociali.<br />

Chi amministra una comun<strong>it</strong>à non<br />

può rimanere insensibile di fronte alla<br />

passione di tanti sportivi. La pol<strong>it</strong>ica<br />

ha l’obbligo di rispondere con la stessa<br />

passione di chi pratica sport.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

anDrEa grassElli, 28 anni, palmese a metà, era un campione di aeromodellismo,<br />

fra i migliori al mondo; ha perso la v<strong>it</strong>a il 1° ottrobre scorso in un incidente<br />

automobilistico a Roma. La mamma è una signora palmese, si chiama Lina Morab<strong>it</strong>o.<br />

Andrea adorava venire a Palmi tutte le estati, sin da bambino il papà Franco lo<br />

aveva fatto innamorare del nostro mare, era diventato un un sub molto esperto.<br />

Ma Andrea non era solo un grande aeromodellista, pilota della nazionale F3A, grande appassionato<br />

di elimodelli, era diventato proprio quest’anno il Delegato Regionale per il Lazio.<br />

Nel 2003 aveva partecipato a “Scommettiamo che” esibendosi e vincendo con un aeromodello<br />

di sua invenzione che funzionava come un elicottero. Aveva lavorato per il cinema realizzando<br />

le riprese aeree in importanti set, fra i tanti in Cile e in Inghilterra per Spiderman 3.<br />

Era un ragazzo geniale, solare, innamorato della v<strong>it</strong>a, una persona davvero speciale.<br />

Ciao Andrea<br />

di Giuseppe Cricrì<br />

uotava placido e felice Andrea<br />

Nmentre se ne stava in quella<br />

boccia calda e accogliente nella quale<br />

sentiva vicino il suono r<strong>it</strong>mico e profondo<br />

che lo avrebbe accompagnato<br />

fino al suo incontro con la luce. Era il<br />

cuore di mamma a fare quel rumore e<br />

adesso gli cantava la prima ninnananna<br />

della sua v<strong>it</strong>a.<br />

Andrea immaginava che sarebbe venuto<br />

al mondo in un nido di paglia e<br />

piume, da dove, come tutti gli uccelli,<br />

spiccando un salto nel cielo avrebbe affidato<br />

la sua v<strong>it</strong>a ai capricci del vento.<br />

Quando invece in un giorno di Dicembre<br />

venne alla luce nella sala parto<br />

di un ospedale, Andrea capì.<br />

Il suono pulsante e profondo che fino<br />

a quel momento era stato la colonna<br />

sonora della sua esistenza, smise di<br />

scandire il tempo, la voce amorevole<br />

di mamma Lina e quella rassicurante<br />

di papà Franco presero il posto di quel<br />

batt<strong>it</strong>o.<br />

Aveva braccia al posto delle ali, era<br />

un vag<strong>it</strong>o il suo pianto, e non un pigolio<br />

indistinto; capì di essere un umano,<br />

capì che il suo nido era una culla, capì<br />

di non essere un uccello, anche<br />

se forte restava nel suo cuore un<br />

desiderio insaziabile di volo.<br />

Se vuoi dire la tua, scrivici a:<br />

il volo<br />

redazione@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

lettori@<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

Trascorsero i mesi ed Andrea imparò<br />

a camminare, era bramoso di staccarsi<br />

dalla terra avida del suo stesso peso, che<br />

adesso, quasi per dispetto calpestava.<br />

Crebbe Andrea, conservando sempre<br />

forte e deciso il desiderio di planare.<br />

Fu nel mare che gli accadde di farlo<br />

per la prima volta, non appena ne<br />

ebbe l’opportun<strong>it</strong>à.<br />

Era stato papà a farlo innamorare<br />

dell’elemento acqueo.<br />

Andrea già da bambino adorava sparire<br />

nel blu e poi volare negli abissi,<br />

sentendosi padrone del liquido elemento,<br />

accarezzandolo con la pancia,<br />

mentre a braccia tese, pinneggiando<br />

inseguiva le cernie più astute.<br />

Quando anni più tardi Andrea ricevette<br />

in dono il suo primo aeroplanino<br />

da montare, un lampo di felic<strong>it</strong>à illuminò<br />

i suoi pensieri, era come un desiderio<br />

grande che si materializzava:“…<br />

ora gli farò fare quello che vorrei fare<br />

io…”.<br />

Andrea gustava il sapore della felic<strong>it</strong>à,<br />

mentre quel piccolo marchingegno,<br />

usc<strong>it</strong>o dalle sue mani, solcava il<br />

cielo, la sua gioia scemava allorquando<br />

fin<strong>it</strong>o il carburante l’aeroplanino r<strong>it</strong>ornava<br />

a terra, come catturato dalla<br />

tagliola della grav<strong>it</strong>à, in quegli istanti,<br />

era come se si spegnesse anche la sua<br />

fantasia.<br />

31 Anno 0 Nr. Zero Dicembre <strong>2009</strong><br />

Divenne presto bravissimo Andrea, a<br />

costruire quelle piccole macchine fatte<br />

per macinare l’aria, per violarla e<br />

renderla schiava dei suoi sogni, per costringerla<br />

a tenere su il suo desiderio<br />

di planare sul mondo.<br />

Andrea di quel gioco affascinante ne<br />

fece una ragione di v<strong>it</strong>a, scoprì di avere<br />

tanti amici con la sua stessa passione,<br />

li frequentò, ne condivise pensieri<br />

e parole, progetti e traguardi.<br />

Diventò uno dei più bravi del mondo,<br />

a far disegnare nel cielo, a quelle<br />

macchine, i suoi sogni più ard<strong>it</strong>i.<br />

Era uno spettacolo per tutti ammirare<br />

le evoluzioni dei suoi uccelli di legno<br />

e metallo impegnati in quel gioco col<br />

vento. Andrea di quel gioco ne aveva<br />

fatto un’arte assoluta, da im<strong>it</strong>are, da<br />

invidiare, da entusiasmare.<br />

Ma un giorno qualcuno lassù, decise<br />

di fare volare ancora più in alto i sogni<br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Andrea.<br />

Tutto si consumò in una frazione piccola<br />

di tempo, la strada, la notte, la moto<br />

gialla… Fu un attimo ed in un’istante<br />

qualcosa come un sole caldo e luminoso<br />

già lo abbracciava, qualcosa di grande<br />

che sapeva di luce e beat<strong>it</strong>udine già lo<br />

prendeva con se.<br />

Andrea volava, si staccava per sempre<br />

dalla terra, iniziava il suo volo più lungo,<br />

il più bello, quello che non finisce mai.<br />

Noi che siamo rimasti qui, ancorati<br />

a questa umana grav<strong>it</strong>à, a volte intravediamo<br />

la sua sagoma, come quella<br />

di un folletto felice, volteggiante,<br />

giocare con i nostri pensieri, cabrare<br />

e picchiare come uno dei suoi aeroplanini<br />

prefer<strong>it</strong>i, attraversare la cicatrice<br />

che ci è rimasta nel cuore da quando è<br />

part<strong>it</strong>o. Vola, come ha sempre amato<br />

fare, ma ora lo fa nel modo perfetto,<br />

perché è un angelo Andrea.<br />

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