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Claudia Benedettini Il libro di lettura che non c'è: una proposta che ...

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Lei chiede quali sono gli aspetti irrinunciabili nella realizzazione <strong>di</strong> un sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi affinché possa essere<br />

considerato un valido strumento sia per l’alunno sia per l’insegnante. Una risposta apparentemente semplice potrebbe<br />

essere la chiarezza all’interno <strong>di</strong> <strong>una</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà progressiva per guidare il ragazzo all’appropriazione stabile<br />

delle abilità fondamentali.<br />

L’acquisizione <strong>di</strong> “buone abitu<strong>di</strong>ni” nell’esercizio delle quattro abilità della lingua è <strong>di</strong> fondamentale importanza, ancor<br />

prima della memorizzazione <strong>di</strong> termini specifici o dell’elaborazione <strong>di</strong> categorie del pensiero astratto, operazioni <strong>che</strong><br />

vengono comunque mutuate dall’uso via via più consapevole degli strumenti della comunicazione.<br />

Quello <strong>che</strong> ci preme essenzialmente (e qui implicitamente rispon<strong>di</strong>amo alla sua seconda domanda) è mettere a fuoco<br />

sempre <strong>di</strong> più nel percorso educativo i no<strong>di</strong> cruciali intorno ai quali ruota l’acquisizione delle abilità linguisti<strong>che</strong><br />

fornendo occasioni per la riflessione dell’alunno sui propri progressi e per la valutazione oggettiva degli stessi.<br />

Parola chiave per noi è attivare:<br />

nella lingua parlata<br />

attivare automatismi secondo le regole sociali nel rispetto dei vari toni e registri comunicativi;<br />

attivare la padronanza del metodo per esporre;<br />

attivare l’uso <strong>di</strong> parole nuove attraverso l’arricchimento del vocabolario personale.<br />

Nell’ascolto<br />

attivare abitu<strong>di</strong>ni finalizzate alla fruizione attiva;<br />

attivare atteggiamenti <strong>di</strong> rispetto secondo le convenzioni sociali;<br />

attivare la conoscenza <strong>di</strong> strategie per ricordare.<br />

Nella <strong>lettura</strong><br />

attivare modalità <strong>di</strong>verse secondo lo scopo;<br />

attivare strategie per la comprensione e l’analisi dei testi;<br />

attivare l’interesse rispetto ai <strong>di</strong>versi generi testuali.<br />

Nella scrittura<br />

attivare la conoscenza <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> autocorrezione;<br />

attivare l’acquisizione <strong>di</strong> modelli;<br />

attivare le capacità <strong>di</strong> intervenire sui modelli secondo i propri scopi e la propria sensibilità per mo<strong>di</strong>ficarli e adattarli alle<br />

esigenze e alle capacità comunicative personali.<br />

Tutto questo <strong>non</strong> deve però prescindere dallo scopo per noi principe: il piacere della <strong>lettura</strong>.<br />

Una scelta antologica nuova e <strong>una</strong> <strong>proposta</strong> grafica allettante sono imprescin<strong>di</strong>bili per gli occhi dei ragazzi ormai<br />

abituati a proposte iconi<strong>che</strong> molto sofisticate e <strong>di</strong>versificate insieme all’attenzione per i materiali on line o su supporti<br />

multime<strong>di</strong>ali per attivare (ecco <strong>che</strong> ritorna la nostra parola chiave) l’interesse degli alunni. 11<br />

Tali riflessioni confermano quanto finora detto in merito alla ra<strong>di</strong>cale trasformazione del <strong>libro</strong> <strong>di</strong> <strong>lettura</strong> in sussi<strong>di</strong>ario<br />

(sebbene “dei linguaggi”… sempre <strong>di</strong> “sussi<strong>di</strong>ario” si tratta): c’è un dato <strong>di</strong> fatto <strong>che</strong> dovrebbe imporsi all’attenzione<br />

stessa del mondo dell’e<strong>di</strong>toria scolastica, per funzionare poi da stimolo verso il miglioramento, ed è proprio lo<br />

spostamento dell’asse attorno cui, oggi, ruota l’attività e<strong>di</strong>toriale per la scuola primaria.<br />

Quest’ultima, infatti, ormai da un ventennio, si dà da fare per creare percorsi educativo-<strong>di</strong>dattici, offrendo proposte<br />

operative precise e ben mirate: essenzialmente, l’e<strong>di</strong>toria scolastica (<strong>non</strong> so con quanta consapevolezza) si sta<br />

sostituendo alla scuola.<br />

Quando si parla esplicitamente <strong>di</strong> “<strong>proposta</strong> <strong>di</strong>dattica” <strong>che</strong> mira a “guidare il ragazzo all’appropriazione stabile delle<br />

abilità fondamentali”, affermando <strong>di</strong> voler “attivare l’interesse degli alunni”, in fondo si vorrebbe fare la parte del<br />

docente: credo sia esattamente questo l’errore principale da evitare; il <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo, a mio avviso, dovrebbe essere uno<br />

dei tanti strumenti <strong>di</strong> cui sia gli alunni sia gli insegnanti possano usufruire.<br />

Lia Cappelletti riporta le quattro abilità fondamentali della lingua italiana (parlare, ascoltare, leggere, scrivere) quali<br />

centri d’interesse su cui concentrare le proposte operative del sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi: si vuole <strong>che</strong> gli alunni<br />

“facciano”, “operino”, e quin<strong>di</strong> ascoltino, parlino, leggano, scrivano… Ma <strong>non</strong> si considera il fatto <strong>che</strong> tutto ciò a scuola<br />

si debba fare “in situazione”: racchiudendo in un <strong>libro</strong> uguale per tutti le attività <strong>che</strong>, invece, devono scaturire<br />

dall’effettiva esperienza quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> ciasc<strong>una</strong> classe, e <strong>di</strong> ciascun alunno all’interno della classe, <strong>non</strong> si fa altro <strong>che</strong><br />

preconfezionare l’insegnamento e l’appren<strong>di</strong>mento.<br />

Tutto quello <strong>di</strong> cui parla Lia Cappelletti è giusto soltanto se rapportato alla vita scolastica, unica e irripetibile, <strong>di</strong> ogni<br />

classe: ecco perché, allora, i sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi, così come sono, <strong>non</strong> hanno ragione <strong>di</strong> esistere…<br />

Quello <strong>che</strong> da lei stessa (ma in calce) viene in<strong>di</strong>cato come “lo scopo principe” del sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi, ossia il<br />

piacere della <strong>lettura</strong>, <strong>non</strong> può essere trasmesso da un <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo <strong>che</strong> fa domande e <strong>che</strong> riduce il testo letterario a<br />

facilitatore dell’acquisizione delle abilità fondamentali della lingua.<br />

11 Risposta ricevuta via e-mail da Lia Cappelletti, della redazione per la scuola primaria Atlas, il giorno 30 <strong>di</strong>cembre<br />

2011.

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