Claudia Benedettini Il libro di lettura che non c'è: una proposta che ...
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•il volume <strong>di</strong> “scrittura”, <strong>che</strong> contiene proposte <strong>di</strong> analisi testuale e <strong>di</strong> scrittura, <strong>che</strong> in molti casi sono accompagnate<br />
da altre riguardanti l’ascolto, l’attenzione, l’educazione all’immagine, e <strong>che</strong> rimandano ad alcuni brani presenti nel<br />
sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi.<br />
Ciò <strong>che</strong> manca è un volume antologico vero e proprio, <strong>che</strong> abbia il solo intento <strong>di</strong> “intrattenere” i bambini con la <strong>lettura</strong>.<br />
Ve<strong>di</strong>amo, ora, qual è la struttura tipica del sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi.<br />
•Innanzitutto, si nota <strong>una</strong> selezione testuale aggiornata e ampia: tanti autori <strong>di</strong> letteratura per l’infanzia, italiani ma<br />
an<strong>che</strong> stranieri, però “poco” <strong>di</strong> tanti (nel secondo capitolo avanzerò <strong>una</strong> <strong>proposta</strong> <strong>che</strong> mira, al contrario, ad un<br />
ampliamento della selezione testuale da proporre per ciascun autore).<br />
•La seconda caratteristica <strong>che</strong> salta agli occhi riguarda la sistemazione dei brani scelti all’interno delle pagine: questa<br />
segue un criterio ormai entrato nella “mentalità” dei curatori dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi, ossia quello della sud<strong>di</strong>visione<br />
dei brani per “tipologie testuali”.<br />
Quella delle “tipologie testuali” è <strong>di</strong>ventata con gli anni <strong>una</strong> “moda” in voga nelle scuole, introdotta appunto<br />
dall’e<strong>di</strong>toria scolastica e originata, probabilmente, da un’interpretazione un po’ forzata dei Nuovi Programmi: qui, in<br />
effetti, si danno in<strong>di</strong>cazioni ai docenti in merito alla <strong>di</strong>dattica della scrittura, <strong>che</strong> deve tener conto dei <strong>di</strong>versi generi<br />
testuali (si <strong>di</strong>ce <strong>che</strong> gli alunni debbano saper “produrre testi <strong>di</strong> tipo descrittivo, narrativo e argomentativo”).<br />
Le case e<strong>di</strong>trici scolasti<strong>che</strong> hanno, così, concentrato sempre <strong>di</strong> più i loro sforzi per realizzare libri <strong>che</strong> mostrassero ai<br />
bambini, con evidenza e imme<strong>di</strong>atezza, le caratteristi<strong>che</strong> peculiari dei testi <strong>di</strong> tipo descrittivo, narrativo e argomentativo,<br />
passando an<strong>che</strong> per quelle dei testi poetici, dei testi informativi e dei testi regolativi.<br />
Ecco <strong>che</strong> sono entrate in scena, quin<strong>di</strong>, le “tipologie testuali”: la selezione dei testi da inserire nel sussi<strong>di</strong>ario dei<br />
linguaggi viene fatta in base all’esigenza <strong>di</strong> “catalogare” i testi stessi, o meglio, <strong>di</strong> eti<strong>che</strong>ttarli. Ne consegue un’opera <strong>di</strong><br />
riduzione e, soprattutto, <strong>di</strong> adattamento, <strong>che</strong> ritaglia dai libri della letteratura per l’infanzia soltanto quei pezzi (o<br />
descrittivi o narrativi o argomentativi) <strong>che</strong> “servono” per far vedere (e <strong>non</strong> scoprire) ai bambini quali siano le tecni<strong>che</strong><br />
utili a descrivere, a narrare e ad argomentare.<br />
Dalla <strong>lettura</strong> alla scrittura: è proprio questo il passaggio dell’attenzione e<strong>di</strong>toriale e scolastica <strong>che</strong> purtroppo si è<br />
verificato.<br />
Ci si preoccupa essenzialmente dell’appren<strong>di</strong>mento della scrittura, fin dalla prima classe della scuola primaria: ma<br />
prima <strong>di</strong> imparare a scrivere i bambini dovrebbero imparare a leggere; <strong>non</strong> è naturale il fatto <strong>che</strong> l’insegnamento della<br />
scrittura preceda (come invece, ormai, troppo spesso accade) il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento-insegnamento della <strong>lettura</strong>.<br />
Per imparare a leggere si dovrebbe attraversare tutta <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> stimoli motivanti, <strong>che</strong> <strong>di</strong> certo <strong>non</strong> risiedono nelle<br />
premature esercitazioni <strong>di</strong> scrittura, o <strong>di</strong> sillabazione, solitamente fatte “eseguire” dagli insegnanti agli alunni: ci si<br />
dovrebbe rivolgere <strong>di</strong>rettamente alla letteratura per l’infanzia, alle storie e alle filastroc<strong>che</strong> dei libri e degli albi illustrati;<br />
si dovrebbe dare rilievo alla <strong>lettura</strong> espressiva e animata fatta dagli insegnanti e, quin<strong>di</strong>, all’ascolto, ma an<strong>che</strong> al gusto<br />
per la scoperta <strong>che</strong> passa per il gioco linguistico e per l’invenzione…<br />
Altro imperativo a cui rispondono gli attuali sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi (ma, lo ripeto, an<strong>che</strong> i volumi linguistici de<strong>di</strong>cati<br />
alle prime, seconde e terze classi) è quello dell’imme<strong>di</strong>atezza: qui un ruolo fondamentale è giocato dalla grafica, <strong>che</strong><br />
mira a mettere in evidenza il più possibile e subito ciò <strong>che</strong>, invece, sarebbe opportuno <strong>che</strong> l’alunno scoprisse pian piano<br />
in un autentico processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento-insegnamento, in cui le forze del bambino e quelle dell’adulto si fondono per<br />
dare colore e vita alle attività <strong>di</strong>datti<strong>che</strong>.<br />
Nel caso specifico dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi è proprio la sud<strong>di</strong>visione delle tipologie testuali ad essere messa in<br />
risalto, tramite espe<strong>di</strong>enti grafici <strong>che</strong> creano delle sezioni de<strong>di</strong>cate per ciasc<strong>una</strong> tipologia: il ruolo della titolazione<br />
<strong>di</strong>venta perciò molto importante.<br />
Rimando al secondo capitolo ulteriori riflessioni sull’uso/abuso <strong>di</strong> queste tipologie testuali; mi soffermo, invece, sulle<br />
riflessioni <strong>di</strong> Lia Cappelletti, facente parte della redazione Atlas per la scuola primaria, la quale ha gentilmente risposto<br />
a due mie domande (<strong>che</strong> ho inviato a <strong>una</strong> decina <strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici scolasti<strong>che</strong>… ma le risposte le ho ricevute soltanto da<br />
lei).<br />
Le domande sono le seguenti:<br />
1. Quali sono le priorità <strong>che</strong> seguite per la realizzazione dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi per la scuola primaria? Mi spiego<br />
meglio: a quali caratteristi<strong>che</strong> questi testi scolastici <strong>non</strong> possono rinunciare?<br />
2. Siete sod<strong>di</strong>sfatti, globalmente, dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi da voi finora realizzati? Oppure avete in mente delle<br />
mo<strong>di</strong>fi<strong>che</strong> sostanziali?<br />
Ecco le “riflessioni” (la stessa Lia Cappelletti ha così denominato il file inviatomi lo scorso <strong>di</strong>cembre) ricevute in<br />
risposta alla mia mail: le trascrivo integralmente, evidenziando però in giallo le parole su cui subito dopo intendo porre<br />
l’accento.<br />
Prima <strong>di</strong> tutto stiamo parlando dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi, quin<strong>di</strong> delle classi del secondo biennio della scuola primaria,<br />
le classi 4 a e 5 a .<br />
Diciamo <strong>che</strong> negli ultimi anni esiste <strong>una</strong> struttura del sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi <strong>che</strong>, <strong>non</strong>ostante vari e <strong>di</strong>versi tentativi<br />
(peraltro poco convincenti), si è consolidata attraverso un percorso per tipologie testuali. Quin<strong>di</strong> la <strong>proposta</strong> <strong>di</strong>dattica si<br />
plasma all’interno dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> testo, come lei sicuramente avrà già sperimentato nella sua esperienza <strong>di</strong><br />
insegnante.