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Claudia Benedettini Il libro di lettura che non c'è: una proposta che ...

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quel suo, oltretutto forte, potenziale implicito volto proprio al “<strong>di</strong>alogo” con il lettore… an<strong>che</strong> perché… “l’insegnante<br />

<strong>che</strong> ci sta a fare?”); per scrivere (e ancora: “l’insegnante <strong>che</strong> ci sta a fare?”); per capire e carpire i segreti della scrittura<br />

(sarò an<strong>che</strong> ripetitiva, lo so, ma… l’insegnante? E <strong>non</strong> solo: ma <strong>non</strong> è più bello, più affascinante e più degno <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfazione costruirsi ognuno il “proprio” percorso <strong>di</strong> analisi, e dunque <strong>di</strong> conoscenza, dei testi letterari? … Non è, in<br />

effetti, proprio all’insegnante <strong>che</strong> spetta il ruolo <strong>di</strong> guidare ciascun bambino nella conquista progressiva delle<br />

conoscenze facendo un uso sempre più consapevole dello spirito critico, della <strong>di</strong>vergenza e della creatività?).<br />

Ve<strong>di</strong>amo brevemente, ora, dove e come viene collocata la riflessione sulla lingua (alias grammatica) in Binario magico:<br />

è evidente la separazione tra quest’ultima e il sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi. C’è un volume a parte <strong>di</strong> “riflessione<br />

linguistica”, sud<strong>di</strong>viso in due sezioni: <strong>una</strong> per la classe quarta e l’altra per la quinta. Nel volume sono utilizzati brani<br />

letterari per <strong>di</strong>verse esercitazioni; nello stesso tempo, comunque, sono utilizzati testi <strong>non</strong> letterari (ma costruiti “ad hoc”<br />

esclusivamente per scopi grammaticali) sia a supporto delle spiegazioni sia per gli esercizi.<br />

Nel volume de<strong>di</strong>cato al sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi <strong>non</strong> compaiono domande sulla grammatica: per questo motivo, il corso<br />

Binario magico si <strong>di</strong>stingue da altri suoi “contemporanei” <strong>che</strong>, invece, ancora conservano la tendenza ad accogliere<br />

esercitazioni grammaticali nel volume contenente i brani letterari.<br />

1.2. La struttura tipica del sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi: la presentazione delle “tipologie testuali” e il contorno delle<br />

proposte <strong>di</strong> attività volte alla “vivisezione del testo”<br />

Abbiamo visto come negli anni sia avvenuta <strong>una</strong> trasformazione del <strong>libro</strong> <strong>di</strong> <strong>lettura</strong>, <strong>che</strong> da raccolta antologica è<br />

<strong>di</strong>ventato sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi: il <strong>che</strong> significa <strong>che</strong> accanto al tra<strong>di</strong>zionale sussi<strong>di</strong>ario ne è stato creato un altro<br />

unicamente per l’area linguistico-espressiva.<br />

Va aggiunto, però, <strong>che</strong> tale sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi è rivolto unicamente alle classi quarte e quinte. Per le classi prime<br />

la nuova dotazione libraria della scuola primaria prevede un unico volume, denominato “<strong>libro</strong> della prima classe”,<br />

mentre per le classi seconde e terze un “sussi<strong>di</strong>ario” articolato in due volumi <strong>di</strong>stinti, uno per l’area linguisticoespressiva<br />

e l’altro per l’area logico-matematica (ma <strong>non</strong> scin<strong>di</strong>bili in termini <strong>di</strong> adozione). Oltre a tali volumi sono<br />

previsti, per ogn<strong>una</strong> delle cinque classi, un <strong>libro</strong> d’inglese e uno <strong>di</strong> religione.<br />

<strong>Il</strong> car<strong>di</strong>ne attorno al quale ruota l’attenzione dell’e<strong>di</strong>toria scolastica <strong>non</strong> è più la <strong>lettura</strong>, ma è l’appren<strong>di</strong>mento: oggi ci<br />

troviamo <strong>di</strong> fronte alla totale assenza <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> testo pensati e pubblicati soltanto per essere “letti” dagli alunni; il <strong>libro</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>lettura</strong>, lasciando il posto ad altro, è praticamente scomparso.<br />

Tutto il contorno <strong>di</strong> proposte operative correlate ai testi presenti nei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi (così come nei volumi<br />

dell’area linguistico-espressiva dei sussi<strong>di</strong>ari <strong>di</strong> seconda e terza e nei libri della prima classe) è <strong>di</strong>ventato, con gli anni,<br />

talmente pesante da schiacciare e appiattire il gusto della <strong>lettura</strong>: la letteratura è al servizio della <strong>di</strong>dattica e <strong>non</strong> ha la<br />

possibilità, per adesso, <strong>di</strong> rientrare tra le pagine dei testi scolastici “solamente per quello <strong>che</strong> è”.<br />

Se da <strong>una</strong> parte sta <strong>di</strong>minuendo (a partire da <strong>una</strong> decina d’anni fa, circa) la prassi <strong>di</strong> mescolare la grammatica ai<br />

brani letterari, dall’altra si evidenzia sempre più, comunque, l’aspetto <strong>di</strong> secondarietà dell’educazione letteraria nei<br />

confronti dell’educazione linguistica, <strong>di</strong> quella artistica e musicale e, <strong>non</strong> ultima, dell’educazione alla convivenza<br />

civile.<br />

I curatori dei sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi, infatti, si preoccupano <strong>di</strong> offrire ai docenti <strong>una</strong> quantità sempre maggiore <strong>di</strong> “piste<br />

<strong>di</strong> lavoro”: i <strong>di</strong>fferenti linguaggi espressivi acquisiscono la dovuta considerazione an<strong>che</strong> all’interno dei libri scolastici,<br />

tant’è vero <strong>che</strong> aumentano le proposte operative inerenti l’educazione all’immagine, l’educazione musicale e il teatro; si<br />

nota, inoltre, un eccessivo interesse verso la riflessione “forzata” sui contenuti testuali, la quale a lungo andare influisce<br />

negativamente sul piacere della <strong>lettura</strong>.<br />

Gli alunni vengono invitati in ogni pagina a scomporre il testo e a farne l’autopsia: le domande poste a margine, o<br />

talvolta ad<strong>di</strong>rittura a cornice, del testo letterario <strong>di</strong>stolgono la concentrazione dalla “<strong>lettura</strong> vera e propria”, e cioè da<br />

quel <strong>di</strong>alogo assolutamente unico tra lettore e autore <strong>che</strong> si viene a instaurare ogni volta <strong>che</strong> lo sguardo <strong>di</strong> <strong>una</strong> persona si<br />

va a posare, e poi scorre, sulle parole sistemate ad arte sulla carta da un’altra persona.<br />

Bisogna riconoscere, d’altro canto, <strong>che</strong> in alcuni sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi certe proposte <strong>di</strong> lavoro inerenti il curricolo <strong>di</strong><br />

scrittura risultano aggiornate per quanto riguarda le “tecni<strong>che</strong>” da insegnare ai bambini: si può obiettare il fatto <strong>che</strong><br />

restano comunque delle proposte “libres<strong>che</strong>”, e cioè <strong>che</strong> <strong>non</strong> scaturiscono dalla reale vita scolastica quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong><br />

ciascun gruppo classe; ma il tentativo <strong>di</strong> andare incontro a <strong>una</strong> <strong>di</strong>dattica nuova e rinnovata c’è. I vari “quaderni <strong>di</strong><br />

scrittura” facenti parte del “pac<strong>che</strong>tto” offerto dai sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi (al <strong>di</strong> là dell’uso “sconsiderato” <strong>di</strong> cui<br />

possono farne gli insegnanti) costituiscono, <strong>di</strong> fatto, un prodotto e<strong>di</strong>toriale <strong>che</strong> ha <strong>di</strong>etro alla sua ideazione e alla sua<br />

realizzazione un preciso scopo: quello <strong>di</strong> accompagnare docenti e alunni nel processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento-insegnamento<br />

dei meccanismi della scrittura. Le intenzioni sono buone.<br />

Quin<strong>di</strong> gli insegnanti con <strong>che</strong> cosa si trovano ad avere a <strong>che</strong> fare, concretamente, quando adottano un sussi<strong>di</strong>ario dei<br />

linguaggi per la propria classe? Generalmente con tre volumi:<br />

•il “sussi<strong>di</strong>ario dei linguaggi” vero e proprio, <strong>che</strong> contiene <strong>una</strong> selezione <strong>di</strong> testi tratti dalla letteratura per l’infanzia,<br />

attraverso cui, come abbiamo visto, si snoda tutto un percorso sulla comprensione, sulla riflessione e sulla connessione<br />

con gli altri linguaggi espressivi (l’arte figurativa, la musica, spesso il teatro);<br />

•il volume <strong>di</strong> “riflessione linguistica”, <strong>che</strong> alterna spiegazioni (ma più spesso definizioni) a esercizi applicativi;

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