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Claudia Benedettini Il libro di lettura che non c'è: una proposta che ...

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Commissione Fassino sta cominciando a mettere or<strong>di</strong>ne tra i risultati delle sperimentazioni <strong>di</strong>datti<strong>che</strong> prese in esame, e<br />

<strong>di</strong> lì a breve comincerà an<strong>che</strong> a riunirsi, perio<strong>di</strong>camente, per la stesura dei Programmi.<br />

Ancora <strong>non</strong> è presente, comunque, l’assimilazione della parte grammaticale a quella antologica.<br />

I primi forti cambiamenti, in effetti, arrivano dopo l’entrata in vigore dei Programmi: in Progetto lingua italiana del<br />

1989 saltano agli occhi già dalla copertina, dove sotto al titolo compare il sottotitolo Letture attive – Grammatica dal<br />

testo. Ed ecco <strong>che</strong> nel <strong>libro</strong> entra, in appen<strong>di</strong>ce, la parte grammaticale.<br />

Ma le letture, viene specificato (e poi an<strong>che</strong> riba<strong>di</strong>to nella presentazione 9 ), sono “attive”… come se invece fino ad allora<br />

la <strong>lettura</strong> fosse stata passiva: al <strong>di</strong> là della nota ironica, è ovvio <strong>che</strong> gli autori, qui, hanno degli intenti ben precisi,<br />

in<strong>di</strong>rizzati all’analisi e alla comprensione testuale; intenti <strong>che</strong> si concretizzano nelle note a margine dei testi (le quali<br />

solamente in otto pagine del <strong>libro</strong> sono assenti), ma <strong>che</strong> <strong>non</strong> deviano per le vie e i percorsi della grammatica (questo è<br />

importante). Quest’ultima resta isolata nelle quaranta pagine conclusive.<br />

Quin<strong>di</strong> nella parte antologica le proposte operative riguardano esclusivamente la comprensione, l’analisi e<br />

l’interpretazione testuale: si rimane nell’ambito dell’esplorazione dei testi nella struttura, nel lessico, nelle tecni<strong>che</strong><br />

narrative, descrittive e poeti<strong>che</strong>; e a tutto ciò vengono correlate alcune proposte <strong>di</strong> scrittura e <strong>di</strong> rielaborazione dei testi;<br />

ho an<strong>che</strong> trovato apprezzabili alcuni inviti a esprimere opinioni sui brani antologici provando a spiegarne le<br />

motivazioni, e altri a rivivere il testo proposto avvicinandolo alle esperienze personali.<br />

In definitiva, qui stiamo parlando <strong>di</strong> un <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo <strong>che</strong> <strong>di</strong>chiara in modo esplicito il suo scopo: accompagnare i<br />

bambini nella scoperta dei meccanismi della scrittura dei testi; <strong>non</strong> è un <strong>libro</strong> ideato e realizzato per alimentare e<br />

sviluppare il piacere “sensuale” della <strong>lettura</strong>, bensì un <strong>libro</strong> <strong>che</strong> va a collocarsi su un piano più specifico… un piano,<br />

però, <strong>che</strong> a voler essere precisi dovrebbe essere <strong>di</strong> stretta competenza del docente.<br />

Si sta insinuando, pertanto, quel capovolgimento <strong>di</strong> ruoli <strong>che</strong> oggi è ormai <strong>di</strong>lagante, se <strong>non</strong> imbarazzante.<br />

<strong>Il</strong> cerchio delle parole del 1996 si colloca in <strong>una</strong> fase <strong>di</strong> pieno frainten<strong>di</strong>mento delle in<strong>di</strong>cazioni programmati<strong>che</strong>: è<br />

rappresentativo della grande quantità <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> testo <strong>che</strong> ormai si pongono come “contenitori” <strong>di</strong> nozioni e, al tempo<br />

stesso, <strong>di</strong> proposte operative.<br />

An<strong>che</strong> qui troviamo nella parte finale la grammatica, stavolta, però, intenzionalmente travestita da “riflessioni sulla<br />

lingua”… e “<strong>che</strong> riflessioni”! Le pagine ad esse de<strong>di</strong>cate si articolano in tre parti, delle quali già le definizioni stesse<br />

generano un bel po’ <strong>di</strong> confusione: “comunicazione”; “analisi logica”; “grammatica” (si intende per grammatica, qui,<br />

solamente l’aspetto morfologico della lingua, al quale è correlato il riconoscimento delle <strong>di</strong>verse parti del <strong>di</strong>scorso).<br />

Ma la grammatica scivola con <strong>di</strong>sinvoltura all’interno delle pagine contenenti i testi, con inviti a sottolineare verbi,<br />

nomi e compagnia bella; così come del resto an<strong>che</strong> nell’appen<strong>di</strong>ce, più propriamente ad essa de<strong>di</strong>cata, vengono inseriti<br />

sistematicamente brani letterari.<br />

La parte “antologica” (ma ha ancora senso definirla così?) lascia facilmente trapelare <strong>una</strong> classificazione in testi<br />

descrittivi, testi narrativi e testi poetici, con richiami espliciti alla costruzione delle abilità <strong>di</strong> produzione scritta.<br />

Vanno a con<strong>di</strong>re il tutto, qua e là, alcuni inserti <strong>di</strong> educazione stradale (molto in voga negli anni Novanta) e <strong>di</strong><br />

educazione all’immagine.<br />

Ci troviamo, dunque, nella fase preliminare a quella o<strong>di</strong>erna: da qui in poi, soprattutto, si noterà l’assenza <strong>di</strong> un<br />

interesse con<strong>di</strong>viso verso il <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo dell’area linguistica per la scuola primaria e verso la sua ristrutturazione e<br />

riqualificazione. Invece <strong>di</strong> fermarsi e fare il punto della situazione, per poi capire “cosa prendere e cosa lasciare” e come<br />

muoversi per raggiungere livelli accettabili <strong>di</strong> qualità, ci si è lasciati andare in <strong>una</strong> corsa sfrenata verso la quantità.<br />

Binario magico del 2009 può rappresentare proprio la fase attuale <strong>che</strong> stiamo vivendo, contrassegnata dalla ricerca della<br />

maggiore quantità possibile <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong>dattico da offrire agli insegnanti (i “sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi”, appunto);<br />

materiale <strong>che</strong> va an<strong>che</strong> incontro all’evoluzione delle nuove tecnologie 10 , ma <strong>che</strong>, in fin dei conti, si rivela eccessivo,<br />

anzi soffocante nei riguar<strong>di</strong> della personale attività <strong>di</strong> ideazione e programmazione dell’insegnante.<br />

Ma c’è un altro aspetto <strong>di</strong> cui mi preme parlare ora (rinviando al paragrafo successivo il <strong>di</strong>scorso sulla particolare<br />

struttura assunta dal <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo dell’area linguistica), <strong>che</strong> si riferisce ai testi: ormai questi vengono “ospitati”<br />

all’interno del <strong>libro</strong>, perché <strong>non</strong> sono più loro i “padroni” delle pagine; la selezione antologica (sebbene aggiornata e<br />

varia) è <strong>di</strong>ventata uno “sfondo integratore” e <strong>non</strong> riesce più ad andare oltre, pare, a questo ruolo limitativo <strong>che</strong> le è stato<br />

assegnato.<br />

In Binario magico, così come negli altri sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi pubblicati dalla stessa e dalle altre case e<strong>di</strong>trici, il testo<br />

letterario ha perso del tutto la sua caratteristica peculiare, ossia la letterarietà: compare soltanto come “pretesto per…”:<br />

per parlare, <strong>di</strong>scutere, riflettere (e <strong>non</strong> è <strong>che</strong> senza tutto il contorno <strong>di</strong> inviti a riflettere alla letteratura venga poi meno<br />

9 La stessa presentazione del volume prende il titolo, significativo, <strong>di</strong> Obiettivi della <strong>lettura</strong> attiva: qui vengono<br />

estrapolate dai Nuovi Programmi, e riportate, soltanto le parole utilizzate in favore dei processi cognitivi <strong>di</strong><br />

comprensione della <strong>lettura</strong>; è palesemente ignorata, invece, tutta la parte dei Programmi relativa al piacere della <strong>lettura</strong>.<br />

10 Su un sito apposito sono <strong>di</strong>sponibili, a corredo del progetto e<strong>di</strong>toriale, molti materiali <strong>di</strong>gitali, usufruibili sia dagli<br />

alunni, per approfon<strong>di</strong>menti e attività aggiuntive, sia dai docenti per sviluppare lezioni con l’ausilio della LIM…<br />

Peccato, però, <strong>che</strong> il Ministero <strong>non</strong> abbia provveduto ad attualizzare gli ambienti educativi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, e cioè le<br />

aule scolasti<strong>che</strong>, dove ancora sono la vecchia lavagna <strong>di</strong> ardesia e il gesso ad avere l’esclusiva (assieme a banchi, se<strong>di</strong>e<br />

e cattedre <strong>di</strong>venuti stanchi testimoni, ma spesso an<strong>che</strong> tristi “ripetitori”, <strong>di</strong> s<strong>che</strong>mi e modelli <strong>di</strong> insegnamento superati,<br />

ormai, da <strong>di</strong>nami<strong>che</strong> <strong>di</strong> gruppo in continua trasformazione)…

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