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Claudia Benedettini Il libro di lettura che non c'è: una proposta che ...

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Per molti anni la grammatica (travestita da riflessione linguistica) ha occupato, e in <strong>di</strong>versi casi ancora occupa,<br />

la parte conclusiva dell’antologia, accrescendone perciò le pagine. Oggi quasi tutti i testi sud<strong>di</strong>vidono in due volumi<br />

<strong>di</strong>stinti la parte antologica e quella grammaticale. Ma se le due parti, magari pur all’interno <strong>di</strong> un unico volume,<br />

avessero mantenuto <strong>una</strong> propria autonomia, i danni sarebbero stati minimi, connessi solamente a ragioni formali (due<br />

cose <strong>di</strong>verse nello stesso <strong>libro</strong> forse stonano… ) e prati<strong>che</strong> (un <strong>libro</strong> assai lievitato nel numero delle pagine <strong>di</strong>venta poco<br />

maneggevole e pesante): il fatto è <strong>che</strong> <strong>non</strong> ci si è limitati a un semplice accorpamento <strong>di</strong> pagine, ma si è via via arrivati<br />

a realizzare <strong>una</strong> vera e propria fusione tra le due parti.<br />

Infatti <strong>non</strong> abbiamo più a <strong>che</strong> fare con delle antologie, cioè con delle raccolte ragionate <strong>di</strong> testi per l’infanzia, ma con<br />

dei “sussi<strong>di</strong>ari dei linguaggi” 7 . A dare an<strong>che</strong> soltanto <strong>una</strong> prima occhiata sommaria a questi libri <strong>non</strong> se ne coglie la<br />

funzione prevalente. Poi, analizzandoli bene, almeno <strong>una</strong> cosa è chiara: <strong>di</strong> certo <strong>non</strong> è l’amore per la <strong>lettura</strong> <strong>che</strong> se ne<br />

vuole ricavare; viene a mancare lo scopo principale dell’antologia; agli occhi degli stessi alunni il <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo altro <strong>non</strong><br />

è <strong>che</strong> un eserciziario.<br />

Ciascun testo viene letteralmente attorniato da tutta <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> domande sui contenuti e, ancor peggio, da inviti a<br />

sottolineare precise parti del <strong>di</strong>scorso, a coniugare verbi, a fare analisi grammaticali e altre simili, “pensose”, anzi<br />

“penose” (se calate in un contesto del genere), operazioni <strong>di</strong> vivisezione delle frasi e dei perio<strong>di</strong>.<br />

Confrontiamo tra loro, a titolo esemplificativo, cinque libri <strong>di</strong> testo dell’area linguistica, rappresentativi delle<br />

cinque fasi in cui si potrebbero sud<strong>di</strong>videre gli ultimi trentacinque anni (più in<strong>di</strong>etro <strong>non</strong> sono voluta né potuta andare)<br />

dell’e<strong>di</strong>toria scolastica per le elementari inerente al <strong>libro</strong> <strong>di</strong> <strong>lettura</strong>:<br />

1. Oggi, classe IV, F. Enna, ed. Janus, Bergamo, 1977;<br />

2. <strong>Il</strong> <strong>libro</strong>nuovo, classe IV, B. Reggiani, A. Salvatore, ed. Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1981;<br />

3. Progetto lingua italiana, classe III, M. Chiara, L. Zanchi, ed. Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1989;<br />

4. <strong>Il</strong> cerchio delle parole, classe IV, L. Cima, A. Terzoli, ed. Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1996;<br />

5. Binario magico, classe IV, A. Denzi, ed. Fabbri, Milano, 2009.<br />

Oggi del 1977 (era il mio <strong>libro</strong> <strong>di</strong> <strong>lettura</strong> della classe quarta) è, esclusivamente, un’antologia: i brani selezionati si<br />

susseguono pagina dopo pagina, accompagnati soltanto dalle immagini (illustrazioni, fotografie e <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> bambini) e<br />

raggruppati in sezioni definite “libri” 8 . Così si presentavano, più o meno, an<strong>che</strong> altri libri <strong>di</strong> <strong>lettura</strong> <strong>di</strong> quegli anni,<br />

seppure con <strong>di</strong>fferenze, maggiori rispetto a quelle <strong>che</strong> possiamo cogliere oggi tra i tanti libri in uso, attinenti alla scelta<br />

dei testi e agli intenti educativo-<strong>di</strong>dattici.<br />

In Oggi <strong>non</strong> si scorge neppure l’ombra <strong>di</strong> <strong>una</strong> <strong>proposta</strong> operativa; in altri libri <strong>di</strong> testo dello stesso periodo appaiono<br />

timidamente e <strong>di</strong>scretamente alcune proposte <strong>di</strong> scrittura creativa (<strong>che</strong> seguono la presentazione <strong>di</strong> un testo fantastico o,<br />

ancora più <strong>di</strong> rado, realistico), <strong>di</strong> attività volte alla comprensione, alla <strong>di</strong>scussione collettiva e alla riflessione sui<br />

messaggi espliciti o impliciti.<br />

In Oggi, inoltre, la selezione testuale risulta orientata in larga parte sulla produzione rodariana e su quella dell’autore<br />

stesso del <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo, Francesco Enna, <strong>che</strong> in effetti (l’ho scoperto un paio d’anni fa) è uno scrittore <strong>di</strong> narrativa per<br />

bambini (oltre a essere stato, an<strong>che</strong> lui, maestro elementare). E c’è un’altra particolarità: sono presenti, nel <strong>libro</strong>, an<strong>che</strong><br />

<strong>di</strong>versi testi scritti proprio dagli alunni delle scuole elementari <strong>di</strong> più città (Sassari: e si può ipotizzare un collegamento<br />

con la scuola o le scuole frequentate da Enna; Vho: e si può immaginare <strong>una</strong> collaborazione con Mario Lo<strong>di</strong>; Firenze: e<br />

mi viene in mente <strong>che</strong> un altro grande maestro, Bruno Ciari, era toscano…).<br />

Siamo nella fase in cui ancora <strong>non</strong> si intravedono, ben definiti, i germi <strong>di</strong> quell’interpretazione frettolosa dei Nuovi<br />

Programmi (lontani solo <strong>di</strong> pochi anni dalla loro stesura) <strong>che</strong> porterà in seguito ad avvicinare sempre <strong>di</strong> più l’antologia<br />

alla grammatica.<br />

Nel testo <strong>Il</strong> <strong>libro</strong>nuovo del 1981 (utilizzato invece da mia sorella, più giovane <strong>di</strong> me <strong>di</strong> sei anni) è già evidente un passo<br />

verso la trasformazione dell’antologia: compaiono, nella maggioranza delle pagine, le note a margine dei testi, <strong>che</strong><br />

invitano alla riflessione sui contenuti, alla conversazione con i compagni e con i familiari, alla scrittura o alla<br />

rielaborazione <strong>di</strong> testi, alla ricerca <strong>di</strong> informazioni correlate agli argomenti affrontati nei testi.<br />

In pratica, si sta facendo strada l’idea <strong>che</strong> i testi antologici possano mettere in moto attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong><br />

scrittura, <strong>di</strong> riflessione sugli argomenti contenuti: l’antologia si sta mo<strong>di</strong>ficando in qualcos’altro; siamo infatti nella fase<br />

in cui già si parla molto, nelle scuole e nelle case e<strong>di</strong>trici, della imminente sostituzione dei Programmi ministeriali; la<br />

7 L’espressione è stata inaugurata nel 2003-2004, durante il ministero Moratti: ben si ad<strong>di</strong>ce, comunque, al tipo <strong>di</strong> <strong>libro</strong><br />

confezionato, <strong>che</strong> unisce le proposte <strong>di</strong> <strong>lettura</strong> a quelle <strong>di</strong> “riflessione linguistica”, <strong>di</strong> scrittura e <strong>di</strong> riflessione sui<br />

linguaggi dell’arte.<br />

8 “IL LIBRO DELLE STORIE DIVERTENTI”, “IL LIBRO DELLE STORIE NATURALI”, “IL LIBRO DELLE<br />

STORIE SENZA TEMPO”, “IL LIBRO DEI TEMPI MODERNI”, “IL LIBRO DELLE FIABE MODERNE”, “IL<br />

LIBRO DEI POETI”. Nella presentazione del <strong>libro</strong> <strong>di</strong> testo l’autore scrive: “Nelle pagine <strong>che</strong> seguono, abbiamo<br />

raggruppato in ‘libri’ i <strong>di</strong>versi generi letterari, ricercando in ciascuno i possibili legami con la realtà del nostro tempo”.

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