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L’<strong>e<strong>di</strong>toria</strong>le<br />
Giovanni MATICHECCHIA<br />
Ilva, l’<strong>in</strong>izio della f<strong>in</strong>e<br />
Un Paese che non sente <strong>di</strong> dover ottemperare al dettato<br />
costituzionale è dest<strong>in</strong>ato al <strong>di</strong>sord<strong>in</strong>e sociale e<br />
all’arretramento economico. Il precedente del decreto Salva-<br />
Ilva è una m<strong>in</strong>accia estremamente pericolosa per vari ord<strong>in</strong>i<br />
<strong>di</strong> motivi. Si stabilisce <strong>in</strong>fatti che il governo può farsi beffa<br />
delle sentenze della Magistratura. La <strong>di</strong>visione tra i poteri<br />
dello Stato (legislativo, esecutivo e giu<strong>di</strong>ziario), è adattabile<br />
alle esigenze del profitto e sensibile al ricatto occupazionale.<br />
Stabilisce <strong>in</strong>oltre una pericolosa egemonia dell’esecutivo sulla<br />
<strong>in</strong><strong>di</strong>pendenza dei giu<strong>di</strong>ci i quali dovranno ora emettere<br />
sentenze “gra<strong>di</strong>te” al governo. Stabilisce ancora che ogni<br />
azienda ha facoltà <strong>di</strong> <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>are come ritiene più opportuno<br />
perché, se l’Ilva è strategica, anche la piccola e me<strong>di</strong>a<br />
impresa contribuisce al raggiungimento <strong>di</strong> obbiettivi<br />
economici e sociali significativi per tutti i cittad<strong>in</strong>i <strong>di</strong> questo<br />
Stato. L’esecutivo sancisce <strong>in</strong>equivocabilmente la prem<strong>in</strong>enza<br />
del lavoro sulla salute assegnando a quest’ultima un valore<br />
marg<strong>in</strong>ale. Ci consegna un capo della Stato ambiguo e<br />
<strong>in</strong>sicuro. Abbiamo s<strong>in</strong>ceramente apprezzato le gran<strong>di</strong><br />
battaglie <strong>di</strong> Napolitano per la lotta agli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro e<br />
alle malattie professionali. Dobbiamo <strong>in</strong>vece prendere atto<br />
che erano solo parole perché firmando il decreto Salva-Ilva<br />
r<strong>in</strong>nega conv<strong>in</strong>cimenti apparsi s<strong>in</strong>ceri e da il via libera alla<br />
sofferenza dei lavoratori e dei cittad<strong>in</strong>i <strong>di</strong> Taranto. Un Paese<br />
che lascia mano libera alle <strong>in</strong>dustrie e consente loro <strong>di</strong><br />
<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>are produce danni gravi che la comunità sarà chiamata,<br />
prima o poi, a ristorare. Appesantisce gli oneri per la sanità<br />
pubblica. Siamo <strong>in</strong> presenza <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento che pur<br />
manifestandosi come atto <strong>di</strong> forza dell’esecutivo ne mette<br />
<strong>in</strong> mostra tutta la debolezza e l’<strong>in</strong>capacità. È stato <strong>in</strong>capace<br />
<strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> politica <strong>in</strong>dustriale. Si è visto scoppiare<br />
La Voce <strong>di</strong> <strong>Massafra</strong> n. 326<br />
dell’8 <strong>di</strong>cembre 2012<br />
Chiuso <strong>in</strong> Redazione alle ore<br />
23,00 <strong>di</strong> giovedì 6 <strong>di</strong>cembre 2012<br />
Gli articoli pervenuti e non<br />
pubblicati verranno e<strong>di</strong>tati sui<br />
prossimi numeri.<br />
la voce <strong>di</strong> massafra<br />
sabato 8 <strong>di</strong>cembre 2012 3<br />
nelle mani la bomba ad orologeria <strong>di</strong> uno stabilimento che<br />
ha scoperto strategico nel giro <strong>di</strong> qualche giorno. Legittima<br />
le class-action che saranno avviate numerose. Ricorre al<br />
decreto legge pur avendo cognizione del problema almeno<br />
dal 26 luglio, vale a <strong>di</strong>re da almeno 120 giorni. Emette<br />
un’Autorizzazione Integrata Ambientale <strong>in</strong>completa e<br />
<strong>in</strong>adeguata quanto meno per le acque e le <strong>di</strong>scariche <strong>in</strong>terne<br />
all’Ilva. Il risultato <strong>di</strong> queste <strong>in</strong>capacità porterà<br />
verosimilmente i tarant<strong>in</strong>i, le madri <strong>in</strong> special modo, ad una<br />
serie <strong>di</strong> manifestazioni <strong>di</strong> protesta. Potrebbe essere l’ora <strong>di</strong><br />
r<strong>in</strong>negare def<strong>in</strong>itivamente, con una massiccia astensione dal<br />
voto, la cattiva politica che ha governato questa città, questa<br />
prov<strong>in</strong>cia, questa regione e l’<strong>in</strong>tero Paese. Niente sarà mai<br />
più come prima. Non solo per l’Ilva. La lezione dovrebbe<br />
essere stata sufficiente anche per le altre aziende <strong>in</strong>teressate<br />
più ai profitti che alla salute della gente. Il repent<strong>in</strong>o decl<strong>in</strong>o<br />
del centro siderurgico tra corruttele e <strong>di</strong>sastri ambientali apre<br />
una pag<strong>in</strong>a nuova per questa prov<strong>in</strong>cia. Il siderurgico potrà<br />
sopravvivere per qualche anno ancora ma il suo dest<strong>in</strong>o è<br />
segnato. La l<strong>in</strong>ea d’orizzonte che possiamo osservare da<br />
<strong>Massafra</strong> non contempla più “il mostro”. Oggi abbiamo<br />
l’<strong>in</strong>glorioso primato della <strong>in</strong>vivibilità tra tutte le prov<strong>in</strong>ce<br />
d’Italia. Più <strong>in</strong> giù non si può scendere. Toccato il fondo<br />
possiamo solo lavorare alla risalita. C’è una risalita pilotata<br />
dai soliti m<strong>in</strong>istri, dai soliti s<strong>in</strong>daci e dai soliti assessori. Poi<br />
c’è una risalita costruita dai cittad<strong>in</strong>i o, se ce ne sono si<br />
facciano avanti, da amm<strong>in</strong>istratori che mettono al primo posto<br />
l’<strong>in</strong>teresse della <strong>in</strong>tera comunità. Anche alla Chiesa chie<strong>di</strong>amo<br />
un ruolo e una funzione limpida e cioè <strong>di</strong> stare dalla parte<br />
della gente e non dalla parte <strong>di</strong> chi <strong>di</strong>spensa denaro sporco<br />
accumulato sulla salute della gente.