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Sine dominico… non c’è missione Senza l’energia e la spinta che le viene dall’Eucaristia domenicale, la Chiesa non ha la forza di essere missionaria. “L’incontro con Cristo, continuamente approfondito nell’intimità eucaristica, suscita nella Chiesa e in ciascun cristiano l’urgenza di testimoniare e di evangelizzare […] [L’Eucaristia] è un modo di essere, che da Gesù passa nel cristiano e, attraverso la sua testimonianza, mira ad irradiarsi nella società e nella cultura” (MND, 24-25). “Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede […] Ci si sbaglia a ritenere che il riferimento pubblico alla fede possa intaccare la giusta autonomia dello Stato e delle istituzioni civili” (MND, 26). Con la celebrazione del Congresso Eucaristico, l’Anno dell’Eucaristia entra nella fase conclusiva. Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”, ha scritto: “La presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime innamorate di Lui […] L’adorazione eucaristica fuori della messa diventi […] un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell’Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi…” (MND, 18). La riapertura e la benedizione della chiesa di S. Michele al Corso nella festa del Corpus Domini non è causale. È una risposta all’invito del Santo Padre e la realizzazione di un sogno che da sette anni mi portavo nel cuore: aprire nel cuore della città di Altamura un cenacolo per l’adorazione continua a Gesù Eucaristia. S. Michele al Corso da oggi è un segno e un invito: segno della presenza viva di Cristo in mezzo a noi; invito a entrare e fermarsi. Nell’andirivieni frenetico di movimenti e di problemi delle nostre giornate assurde, abbiamo tutti bisogno di fermate per pause di silenzio, per rimettere ordine, per rientrare in noi stessi, per ascoltare, per dialogare con Dio. La Chiesa di S. Michele deve essere come la “tenda del convegno” di Israele nel deserto: il punto di incontro con Dio; il luogo di riferimento 33
340 di tutti; l’asse dove convergono tutti i raggi; il rifugio dei momenti difficili; il luogo del ristoro spirituale. In S. Michele si devono formare anime eucaristiche, specialmente di giovani: “L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i giovani si raccolgano per alimentare la loro fede ed il loro entusiasmo” (MND 4). “Giovani […] portate all’incontro con Gesù nascosto sotto i veli eucaristici tutto l’entusiasmo della vostra età, della vostra speranza, della vostra capacità di amare […] i Santi… nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione” (MND, 30-31). I sacerdoti e gli educatori formino fanciulli, adolescenti, giovani a sentire fortemente il richiamo e l’attesa di Gesù nel tabernacolo: sboccerà una nuova primavera, fioriranno vocazioni.
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In S. Michele si devono formare anime eucaristiche, specialmente<br />
di giovani: “L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i<br />
giovani si raccolgano per alimentare la loro fede ed il loro entusiasmo”<br />
(MND 4). “Giovani […] portate all’incontro con Gesù nascosto sotto i<br />
veli eucaristici tutto l’entusiasmo della vostra età, della vostra speranza,<br />
della vostra capacità di amare […] i Santi… nell’Eucaristia hanno trovato<br />
l’alimento per il loro cammino di perfezione” (MND, 30-31).<br />
I sacerdoti e gli educatori formino fanciulli, adolescenti, giovani<br />
a sentire fortemente il richiamo e l’attesa di Gesù nel tabernacolo: sboccerà<br />
una nuova primavera, fioriranno vocazioni.
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