camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

clandestino, attore, scrittore di drammi, sportivo. Aveva un fisico da atleta,
scattante, voce forte e sonora; era un poliglotta e grande comunicatore.
Diventato prete, viceparroco, professore, vescovo, cardinale, papa,
non ha mai dimenticato di essere “uomo”.
Gli era più facile mostrarsi uomo tra gli uomini, che rispettare i protocolli
del suo ruolo; ma ha dato a Cristo la risposta più piena, gioiosa e
generosa, alla chiamata ricevuta, perché la sua umanità era illuminata,
vivificata dal Cristo, creduto, amato, seguito con dedizione assoluta.
Uomo della croce
Non avevamo il metro per misurare l’altezza della fede di Giovanni
Paolo II, l’ampiezza del Suo amore alla Chiesa, la grandezza della Sua
personalità umana e cristiana, la profondità delle Sue parole.
Il suo progressivo decadimento fisico, iniziato con l’orribile attentato,
seguito da un minaccioso tumore, da due cadute, dal tremito, dal
Parkinson, da interventi chirurgici sempre più devastanti, da laringotracheite
acuta, ha fatto emergere, come da morta crisalide, la figura grandiosa
di Pontefice di cui la Chiesa e il mondo avevano bisogno.
Noi lo abbiamo visto limitato, impedito, tremante, rauco, sofferente,
trainato, rantolante, muto, con la mano incerta, le spalle curve, il collo
rigido, il capo chino.
A schiacciarlo così, non sono stati i mali, ma l’enorme, straordinario bagaglio
di bene operato in tutta la vita, e particolarmente in 27 anni di pontificato.
L’umiltà con la quale Giovanni Paolo II ha dato spettacolo al mondo di
impotenza e di disabilità; l’amore e la naturalezza con cui ha abbracciato il
degrado fisico; la tenacia con la quale ha continuato a lavorare, a girare il
mondo, a parlare, a incontrare le folle, hanno messo il sigillo alla sua grande
fede, hanno autenticato ogni sua parola, hanno resa perfetta la sua identificazione
a Cristo, e ora hanno messo in atteggiamento di profondo rispetto e
in movimento non credenti, personalità politiche lontane dalla Chiesa, capi
carismatici di altre religioni non sempre benevoli verso i cristiani.
Uomo dell’unità
Se il mondo intero indìce giornate di lutto, sospende manifestazioni
sportive, si mette in cammino verso Roma, è segno che, anche in morte,
Giovanni Paolo II è segno e promotore di unità.
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