camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

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Il Vescovo, fra poco, chiederà a don Giuseppe:
− vuoi cooperare per tutta la vita col Vescovo a servizio del popolo di Dio?
− Vuoi adempiere il ministero della Parola?
− Vuoi celebrare con devozione e fedeltà l’Eucaristia, i Sacramenti e
particolarmente il Sacramento della Riconciliazione?
− Vuoi dedicarti assiduamente alla preghiera?
− Prometti a me a ai miei successori obbedienza?
Giuseppe, con sincerità e convinzione, risponderà: “Sì lo voglio”.
E voi che, in silenzio sacro, ascolterete questo dialogo, vi chiederete:
perché? Ci riuscirà? Sarà possibile? Come potrà mantenere questi impegni
solenni e ufficiali?
Domande legittime, alle quali oggi risponde il Signore, per bocca di
Isaia, di Paolo, di Matteo.
Per bocca di Isaia, il Signore ci ha detto che il segreto della riuscita
e della fecondità dei frutti è l’amore: “Spezza il pane con l’affamato,
introduci in casa i miseri, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi
dalla tua gente”.
Gli effetti della carità sono: “La tua luce sorgerà come l’aurora, la tua
ferità si rimarginerà presto, la gloria del Signore ti seguirà; invocherai il
Signore ed egli ti risponderà; allora brillerà fra le tenebre la tua luce”.
Per mezzo di Paolo, il Signore ci ricorda che il fondamento solido è
Gesù Cristo e non le risorse umane di cultura o di saper fare: “Non vi annunziai
il Vangelo con sublimità di parola o di sapienza; venni in mezzo
a voi in debolezza e trepidazione; io so di non sapere altro, se non Gesù
Cristo crocifisso.
Il sacerdote può farsi tutte le pizze, i pub, le vacanze che vuole; può
leggersi tutti i giornali e i romanzi o i saggi più recenti; può conoscere
tutto il vocabolario e i linguaggi delle ultime generazioni… se non “conosce
Gesù”, perde tempo e corre il rischio di sentirsi un fallito.
Se si cade in questo trabocchetto, si diventa luce soffocata, nascosta
sotto il moggio; si diventa sale senza sapore; non si è più punto di riferimento.
La luce, per essere felice di essere luce, deve donarsi, essere felice di
consumarsi per illuminare e riscaldare. Il sale, per essere felice di essere
sale, deve essere sempre pronto a scomparire, per dare gusto e preservare.